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Autore: SynysterIsTheWay    09/12/2015    6 recensioni
Dal prologo:
-Non lo voglio.- Sbottò improvvisamente Brian, facendo crollare tutte le speranze della sedicenne che sbarrò
gli occhi di colpo.
-Perché dovrei accettare questi stupidi cioccolatini? Preparati da una sfigata come te, per di più.
Ti aspettavi davvero che accettassi un gesto del genere?- Borbottò il ragazzo con acidità e freddezza,
distruggendo il cuore di Aria che aveva già smesso di battere da un po'.
Aria stava cercando di trattenere le lacrime il più che poteva dinanzi a quegli occhi così gelidi quasi
quanto lo era stato il suo tono di voce.
-Che perdita di tempo.- Sbottò ancora il ragazzo, prendendo il pacchetto dalle mani della ragazza
per poi frantumarlo contro il pavimento.
Lo aveva gettato a terra e la giovane stava rischiando quasi un collasso nell'osservare quel gesto
di rifiuto da parte del ragazzo che tanto le piaceva.
Tutti gli studenti erano scoppiati improvvisamente a ridere di lei e a prenderla in giro
mentre Brian si limitò a sorriderle con cattiveria.
Un sorriso di sfida che le fece gelare il sangue nelle vene.
-Se devi piangere, sii almeno abbastanza rispettosa da farlo per conto tuo. Grazie.-
Con quelle ultime parole, Aria scappò via dalla mensa in lacrime
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Preciso che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente
a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa ff".

9° If you don't know me by now, you wil never never never know me.











 
"Lui era sbagliato, sbagliato nell'accezione peggiore del termine. Era così sbagliato da sembrare giusto".
(Becca Fitzpatrick).








Parlare con En di ciò che era accaduto alla festa
non era stata una buona idea.
Aria aveva raccontato ogni singolo dettaglio al ragazzo che,
improvvisamente, sembrò uscire fuori di testa.
La giovane aveva ancora in testa la reazione del suo migliore
amico dinanzi agli occhi ed aveva già capito che non sarebbe mai riuscita
a disfarsene.
En si preoccupava troppo per lei.
Erano cresciuti insieme, dopotutto.
Ed Aria sapeva che quel giorno, a scuola, sarebbe corso a cercare
Valary per chiederle di non immischiare mai più la sua migliore amica
in faccende che neanche le appartenessero.
Gli aveva spiegato più volte che voleva solo cercare di trascorrere una serata
diversa e di divertirsi un po' per non pensare all'anniversario della morte
di suo padre o a qualsiasi altro problema avesse per la testa.
Ma quel giorno, qualcosa avrebbe fatto scattare definitivamente il buon cuore
di En che era già sull'orlo del precipizio.
Aria stava camminando con tranquillità per i corridoi scolastici, ma, all'improvviso
sentì un boato conficcarsi nel petto.
La ragazza sussultò mentre vide Val correrle incontro come impazzita.
-Aria!- Esclamò la bionda, lanciandosi tra le braccia della sua nuova amica.
-Val, tutto bene?- Le domandò poi Aria, intimandole di respirare.
-Devi venire con me in palestra! Presto, è urgente!- Urlò la bionda con il fiato corto
e le mani ancora tremanti.
-In palestra? Ma, perché?- Ribatté la giovane, inarcando un sopracciglio.
-Ci sono En e Brian che si stanno azzuffando! Presto!- 
Al solo suono di quelle parole, Aria iniziò a correre in avanti seguita poi da Val
che quasi non ce la faceva più di correre tanto.
Aria corse con velocità verso la palestra, mentre, dentro di sé stava pensando
le cose peggiori di quel mondo.
Vedere quei due picchiarsi non sarebbe di certo stato lo spettacolo più bello al mondo.
Anzi.
Sapeva che si sarebbe sentita ferita da entrambe le parti.
Con il cuore che le batteva più forte di un martello entrò in palestra ed osservò degli studenti
accerchiare Brian ed En, applaudendo ed esultando.
I due se ne stavano già dando di santa ragione.
Aria e Val si inoltrarono nella folla, osservando poi En sferrare un pugno secco contro lo stomaco
di Brian.
Gates si piegò in due dal dolore mentre Jimmy e gli altri stavano cercando di portare via Brian
di lì.
-Brian, cazzo, vieni via di lì!- Gli urlò contro Matt, cercando di tirarlo verso di sé.
Il ragazzo tatuato serrò la mascella e si avvicinò ai suoi migliori amici con il naso sanguinante.
-Basta Brian, andiamo via prima che ci veda il preside Torrez!- Esclamò poi Jimmy, prendendo una mano del suo
amico che la tirò subito indietro.
-Non me ne andrò di qui fin quando non lo vedrò morto.- Sbottò Haner con una voce soffocante
mentre stava cercando di recuperare il respiro perso.
-Tu sei completamente pazzo, Brian! Vi ucciderete a vicenda se continuate così!- Gli disse poi
Zacky, preoccupato.
Brian sorrise ai suoi migliori amici ma, ritornò nel cerchio, beccandosi un altro colpo da parte
di En, quella volta, sulle costole.
Aria rabbrividì nel sentire le parole di Gates a tal punto da farsi spazio tra la folla nella
speranza di uscirne e raggiungerli.
Doveva fermarli prima che potessero uccidersi per davvero.
E poi, accadde.
Brian si alzò e prese forza come un leone inferocito o quasi un toro in corsa.
Si lanciò a capofitto su En senza fermarsi neanche per un'istante mentre lo stava massacrando di botte.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette...otto pugni nello stomaco ed un calcio secco contro la mascella
che gli fece sputare del sangue dalla bocca.
Il sangue di En arrivò diritto sulla maglietta di Aria, facendole venire un colpo al cuore.
En si ritrovò a terra ma era ancora vivo.
Respirava e stava cercando di rialzarsi.
Brian, nel frattempo, stava caricando un pugno che avrebbe fatto perdere i sensi al riccio.
-Oh mio Dio, no!- Urlò Aria in preda alla paura, spingendo uno studente davanti a sé e giungendo
al centro del cerchio.
La ragazza si avvicinò con velocità a Brian, prendendogli il polso nella speranza di fermarlo.
Non aveva però previsto che Brian  l'avesse colpita lo stesso.
Gates non riuscì a fermarsi e preso dalla situazione non si era neanche reso conto di averle
dato un pugno secco contro lo stomaco.
Gli studenti che prima stavano esultando, si erano improvvisamente zittiti.
Erano rimasti tutti a bocca aperta, paralizzati e privi di ogni sensazione emotiva.
La giovane si accasciò a terra dolorante stringendosi lo stomaco con le braccia e strizzando gli occhi
per il colpo subito che le fece quasi perdere le funzioni vitali.
-ARIA!- Urlò Valary con preoccupazione, facendo voltare Brian che sgranò gli occhi nel vedere
quella piccola ragazzina a terra, sola ed indifesa.
Il silenzio regnò sovrano nello stesso istante in cui Brian realizzò ciò che avevano appena visto
i suoi occhi.
En, semplicemente, aveva smesso di respirare.
-Presto, chiamate qualcuno!- Esclamò Jimmy mentre Gates si osservava il pugno leggermente ricoperto
di grumi di sangue.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, ma, decise comunque di avvicinarsi alla piccola che stava piangendo
sul pavimento freddo.
-Merda...- Sussurrò Brian, toccandosi i capelli con nervosismo e bagnandoseli con del sangue che ancora
pendeva dalle nocche delle sue mani.
-Brian, andiamo via prima che le cose inizino a complicarsi...- Gli disse Matt, prendendolo per un braccio.
-No, non posso lasciarla qui.- Rispose il ragazzo dagli occhi color nocciola, disfandosi della presa
di Shads ed inginocchiandosi dinanzi al corpicino minuto di Aria.
Haner prese la piccola tra le sue braccia mentre la sentiva ancora tremare e gemere dal dolore.
Tutti rimasero sorpresi nel vedere il ragazzo fare una cosa del genere. D'altro canto, stavamo parlando di Synyster Gates.
Nulla riusciva a ferirlo per davvero. Nulla riusciva mai ad attirare particolarmente la sua attenzione.
Nulla aveva la possibilità di scalfirlo almeno un po'.
Non gliene fregava niente di nessuno ma, quella volta, prese in braccio Aria e la portò lui stesso
in infermieria.
En rimase immobile a fissare la scena seduto sul pavimento e, mentre stava provando ad alzarsi
per riprendersi la sua Aria prima che Brian potesse portarla via, Jimmy gli mise una mano sulla spalla
e lo fermò appena in tempo.
-Non ci pensare nemmeno.- Gli disse Sullivan con un tono di voce serio e pacato.
En si sentì quasi sconfitto sedendosi con la testa tra le mani sul pavimento.
Aveva ancora la mascella sanguinante ma non gliene importava nulla.
Era stato lui ad iniziare quella rissa e lo aveva fatto solo perché lui ad Aria voleva
davvero troppo bene.
Un bene paragonabile quasi ad un amore.


























***

















Aria aprì gli occhi di scatto, osservando il soffitto bianco
dell'infermeria.
Si sentiva la testa pesante ma non aveva più male allo stomaco.
Era addirittura svenuta nel mentre che Brian la stava portando in infermeria.
-Signorina, si sente bene?- Le domandò l'infermiera Summer che lavorava
appunto nell'infermeria della scuola.
-Dottoressa...- Sussurrò Aria con debolezza, guardandosi intorno e ricordandosi
dell'accaduto.
-Ha ricevuto un brutto colpo signorina ma sono sicura che adesso si sentirà meglio.- Continuò
la donna, accarezzandole il viso e stringendole un mano.
-Sì...ma...En? Oh no, En come sta?- Domandò Aria iniziando ad agitarsi sul letto su cui era distesa.
-Stia tranquilla. Il suo amico se l'è cavata con qualche punto alla mascella. Per il resto,
qualche ematoma qua e là. Niente di più.-
Aria fece un sospiro di sollievo per poi osservare i lavaggi tenuti fermi sulle sue braccia.
-Continui pure a riposare, sua madre verrà a prenderla a momenti.-
La sedicenne annuì alle parole dell'infermiera per poi chiudere di nuovo gli occhi e cercare
di riposare su quel lettino cigolante ma, comunque, abbastanza comodo.
-Di me non ti preoccupi minimamente a quanto vedo...-
La voce di Brian, fece sussultare improvvisamente Aria, facendole riaprire di scatto
gli occhi iniettati di sangue.
La ragazza si voltò con rabbia verso Gates che era in piedi davanti alla porta e la stava 
osservando con attenzione.
-Infermiera, infermiera!- Iniziò ad urlare la giovane mentre Brian le si piombò addosso,
tappandole la bocca con un'agilità notevole.
-Shh! Ma si può sapere cosa cazzo vuoi fare?!- La rimproverò Gates mentre la sedicenne
era già riuscita a spingerlo via.
-Vattene via di qui! Vuoi farmi ancora del male, eh Gates? Cazzo, ne ho abbastanza di te!- Sbottò
Aria, più furiosa che mai.
In quell'istante, tutto l'amore che stava provando per quel ragazzo sembrava quasi essere svanito
nel nulla.
-Oh, ma certo, attribuisci pure a me tutta la colpa!- Esclamò Brian, gesticolando con nervosismo.
-E con questo che cosa vorresti dire?!-
-Che se te ne fossi stata buona e al tuo posto, io non ti avrei mai colpita!-
-Ma invece lo hai fatto. Mi hai colpita ed ha fatto anche male!-
-Se il tuo amico non fosse corso da me con il prurito alle mani...non ti avrei fatto nulla.-
-Che cosa?! Stai cercando di dare la colpa ad En, adesso?-
-E a chi sennò?!-
-Non cercare di far passare En per il bullo della situazione adesso! La verità è che tu
sai solo fare a botte. Non sai ragionare, non sai comunicare e non sai ascoltare!-
-Ti lascio alle tue convinzioni, allora.-
-Ecco bravo, adesso ritornatene dagli amichetti del cazzo che ti ritrovi e da tutta quella
merda che ti circonda.- Sputò amaramente Aria, osservando Brian voltarsi.
-Non sono stato io. Per una volta nella mia vita credo di non avere la colpa di tutto ciò che è accaduto
quest'oggi.-
-Fai anche la vittima adesso?!-
-Pensala come vuoi, pivella. So solo che il tuo amico si è scaldato tanto per un cazzo di bacio che ti ho dato...-
-Bugiardo. Mi stai mentendo, è ovvio! En non sarebbe mai stato il primo ad iniziare una rissa...non per un semplice bacio.-
-Le notizie corrono troppo in fretta in quest'istituto. Tuttavia, io non devo dimostrare nulla a nessuno. Se tu pensi
che io ti stia mentendo beh...non è un problema mio.-
-Bene. Allora puoi andartene.- 
Brian non se lo fece ripetere due volte.
Tornò alla porta dell'infermeria ma, prima di andarsene definitivamente, decise di voltarsi verso la ragazza.
-Comunque, volevo solo farti sapere che non ti avrei mai toccata.-
Aria alzò gli occhi contro quelli di Gates.
Annegò nelle solite pozze scure e capì che era sincero e che le stava dicendo la verità.
Poi se ne andò.
Non disse nient'altro e sparì nel nulla.
Il cuore di Aria aveva ricominciato a battere.





























***

















Il giorno seguente, Aria, Brian ed En si ritrovarono
insieme nell'ufficio del preside Torrez.
Sapevano bene che qualcuno avrebbe deciso di fare la spia e che 
il preside non gliel'avrebbe fatta passare liscia.
-Bene, bene, bene. Ma guarda un po' chi abbiamo qui...- Disse il preside, incrociando
le mani e sedendosi dietro alla sua scrivania.
-Preside Torrez io volevo dirle che...- 
-Silenzio, signorina! Sono molto ma davvero molto deluso da lei...- L'uomo zittì all'istante
Aria che stava solo cercando di giustificarsi.
La giovane abbassò lo sguardo sconfitta, sentendosi profondamente amareggiata ed umiliata.
Lei che era da sempre stata un'alunna eccellente...era finita in quella presidenza che vedeva
oltrepassare da cani e porci.
-Preside Torrez, non se la prenda con Aria, la prego. Lei non centra davvero nulla con l'accaduto
di ieri mattina...-
-Signor Ridgby, la signorina qui presente non ha bisogno di un avvocato difensore. E in quanto
a lei, signor Haner...ci vediamo un po' troppo spesso ultimamente...-
-Come butta preside Torrez? Devo dire che questa cravatta le dona particolarmente.-
-Faccia poco lo spiritoso signor Haner se non vuole rischiare una sospensione proprio quest'anno.
Le ricordo che con una minima sospensione lei rischierebbe di non diplomarsi...-
Brian sorrise divertito mentre Aria lo guardava come ad intimargli di restare in silenzio.
Ma Gates non la guardò neanche in faccia ed era tornato il solito stronzo strafottente di sempre.
Quelli come lui non cambiavano.
-Adesso, potrei sapere chi è stato a dare vita a quella rissa in palestra ieri mattina?-
Tutti e tre restarono in silenzio senza riuscire a dire una sola parola.
-Scommetto che è stato lei, signor Haner, ad alimentare il tutto. Non è forse così?-
Brian guardò negli occhi l'uomo pelato e barbuto dinanzi a sé, sospirando.
Dopo, rivolse uno sguardo ad En che aveva tenuto lo sguardo fisso sul pavimento per tutto il tempo,
mentre, Aria stava cercando di arrivare al sodo.
-Già. Che cosa vuole fare quindi, sospendermi?!- Rispose a tono Gates, sfidando con gli occhi
il preside che si era già aspettato una reazione del genere.
-Non lo farò. Ma solo perché dovrebbero esserci più musicisti come te in questo dannato istituto. 
Comunque sia, avrò ripetuto almeno una cinquantina di volte che tutti i vostri problemi dovete
lasciarli nelle mura domestiche. Ma dato che non siete capaci di fare una cosa del genere
e che vi siete quasi uccisi creando il trio perfetto...ho qui per voi delle punizioni che sono sicuro
non vi piaceranno affatto.-
Aria deglutì, En continuava a tenere il suo sguardo fisso sul pavimento e Brian continuava a comportarsi
da spaccione, con indifferenza.
-Per lei signor Ridgby, ho in serbo qualcosa che farà al caso suo. Ho saputo che è stato scelto
nella squadra di football e la cosa non mi dispiace per nulla ma...ho deciso che non potrà giocare per un mese.-

-C-che cosa?!- Balbettò En, alzando lo sguardo verso l'uomo.
-Ha sentito bene. Si dovrà occupare di tutto tranne che del suo ruolo nella squadra. Salirà in campo
tra un mese, che sia ben chiaro. Obbiezioni al riguardo?-
En sbuffò ma si ritrovò costretto ad accettare la sua punizione.
-D'accordo.- Rispose il riccio, continuando a sbuffare.
-Per quanto riguarda lei signor Haner, invece...dovrà occuparsi dell'intero istituto. Ho dato delle licenze
ai nostri collaboratori scolastici che potranno prendersi una piccola vacanza per una settimana circa. Questo
significa che il pomeriggio sarà costretto a restare qui e pulire i cessi come si deve.-

-Lei non può impormi di fare una cosa del genere!- Esclamò Gates, irritato dalle parole dell'uomo dinanzi a sé.
-Sì invece che posso, signor Haner. Per una settimana dovrà restare a scuola ogni giorno e svolgere tutto
il lavoro che fanno i nostri collaboratori. Questo significa che dovrà farmi ritrovare questa scuola pulita e splendente
come un diamante tutti i giorni per una bella settimana!-

-Cazzate. Non lo farò mai.-
-Sospensione assicurata allora.-
-Non può costringermi a fare una cosa del genere! Non so neanche da dove cominciare!-
-E' proprio per questo motivo che resterà con lei la signorina qui presente.- Il preside Torrez indicò Aria che
sbarrò di colpo gli occhi sperando di aver sentito male.
-Oh no, preside, non se ne parla neanche. Io non ci lavoro con lui.-
-Stia zitta signorina, non è lei qui che decide.-
-Ma preside Torrez, io non centro davvero nulla con quello che è successo!-
-Se continua di questo passo, la costringerò a lavorare al fianco di Haner per un mese intero.-
-E' fuori discussione, io non lavoro con lei. Preferisco restare da solo.- Ribatté Brian, incrociando
le braccia al petto.
-La stessa cosa vale per me, preside.-
-Basta adesso! Sono io qui che decido! Inizierete già da oggi pomeriggio e non voglio sentire altre parole
al riguardo!- Urlò il preside, inziando a diventare tutto rosso in viso e sbattendo sulla cattedra un vecchio
registro colmo di documenti che, emise un rumore assordante.
Brian e Aria si scambiarono dei gestacci, mentre, En iniziò a stringere i pugni come infastidito dal tipo di
situazione in cui si erano cacciati quei due.
-Adesso tornatevene nelle vostre classi e guai a voi se non prenderete in parola ciò che vi ho ordinato
di fare. Spero per voi che dopo queste punizioni la smetterete di comportarvi con indecenza.-
Quelle furono le ultime parole del preside Torrez.
I tre uscirono dalla presidenza afflitti, chiudendosi la porta alle spalle.
Brian se ne andò subito mentre Aria ed En erano rimasti insieme nel corridoio.
-Avrei preferito una sospensione per quel figlio di puttana...- Disse En, seccato.
-En?-
-Dimmi piccola.-
-Non sei stato tu a...far scoppiare la rissa, non è vero?-

En si ammutolì.
Sospirò profondamente e ritornò con lo sguardo sul pavimento.
-Oh no...- Sussurrò Aria, riuscendo già a capire cosa avrebbe voluto dirle il suo migliore amico.
-Cosa?-
-Perché non hai detto al preside Torrez che sei stato tu in realtà a correre da Brian con l'intenzione
di picchiarlo?-
-Brian ha voluto prendersi la colpa. Il preside aveva dato per scontato che fosse stato lui ed ho pensato
che andava bene così.-
-Hai pensato male, En. Sei stato solo un codardo.-
-Ma no, Aria, cosa dici? E' solo che...-

-Lascia perdere.- Disse la ragazza, allontanandosi dal riccio e raggiungendo l'aula di francese.
A quel proposito, En diede un pugno secco contro il muro, incapace di trattenere a sé la sua migliore amica
che forse tanto migliore amica non era.
























***

















Le aspettava una giornata destinata a non finire mai.
In che razza di guaio si era cacciata? 
Aria osservò En cercarla per tutto l'istituto scolastico con preoccupazione.
La ragazza si era nascosta dietro alla porta del bagno femminile mentre tutti
i suoi coetanei stavano uscendo dall'istituto per tornare a casa dopo le lezioni giornaliere.
La signora Petunia, una donna sulla sessantina di origine italiana, l'aveva appena salutata
lasciandole le chiavi della scuola e degli armadietti contenenti tutti gli oggetti
che le sarebbero serviti per la pulizia dell'intero edificio.
Aria ringraziò Petunia vedendola uscire insieme al resto degli studenti e agli altri
collaboratori scolastici che, grazie a lei, avevano il giorno libero.
Quando se ne andò anche En, Aria uscì dal bagno e si diresse verso l'armadietto
contenente tutti gli oggetti di cui aveva bisogno per iniziare il lavoro.
Alcuni professori le passarono accanto salutandola e lei si era appena ricordata
dei piccoli corsi pomeridiani che venivano svolti nella sua stessa scuola.
Dopo aver impugnato il manico di una scopa, si ricordò di una persona che doveva
farle compagnia in quella grande impresa.
In cuor suo, Aria sapeva che Brian non sarebbe arrivato.
Probabilmente se ne era già tornato a casa ed aveva preferito lasciare a lei tutto
il lavoro senza neanche avvertirla.
Tipico atteggiamento da Synyster Gates.
Passarono due ore come per magia ed Aria era ormai a metà lavoro svolto.
Aveva lucidato le scale al primo piano, pulito alcuni banchi ed aveva lavato
il pavimento del corridoio principale.
Le mancavano altri due piani mentre continuava ad osservare il sudore scorrerle sulla fronte
come un fiume in piena.
Era stanca e le facevano già male le mani.
"Maledetto Gates, me la pagherai cara!", continuava a ripetere ad alta voce, finendo
di lavare il pavimento.
"Lasciare a me tutto il lavoro...ma è possibile che una persona possa essere davvero così crudele?
Ma cosa pensa, che lo coprirò? Ah, quanto si sbaglia! Gli farò fare una figuraccia davanti al preside
che abbasserà gradualmente la sua autostima da uomo so tutto io!", esclamò con nervosismo Aria,
fermandosi di colpo nell'udire il suono di una voce che, in quell'istante, non avrebbe mai 
voluto sentire.
-Wow, i miei complimenti, sei stata davvero impeccabile!- Esclamò Brian alle sue spalle con un pizzico
di sarcasmo.
Aria si voltò di scatto, pronta a fare guerra.
-Ah, finalmente ti sei deciso! Allora, sei andato a pranzare con gli amici? No, perché io è da due ore
che sono qui a farmi il culo mentre tu te la stavi spassando!- Ringhiò la giovane, asciugandosi il sudore sulla
fronte con una pezza asciutta.
-Ma quanto siamo aggressive...- Borbottò Gates, inarcando un sopracciglio.
-Non sono qui per giocare, Brian. Prendi qualche scopa ed inizia a darti da fare.- Disse Aria,
indicando l'armadietto contenente tutto il necessario.
-Ehi, con calma!-
-Calma?! Sono qui da due ore contate e tu sei arrivato solo adesso!-
-Ho avuto da fare.- Si giustificò Brian, facendo le spallucce.
-Oh, certo. La vita della rockstar è profondamente appagante. Ma sai cosa? Non voglio neanche sapere
che merda di roba hai fatto prima di venire qui...quindi adesso, se non vuoi che ricominci ad urlare,
ti converrà prendere quella scopa ed iniziare a spazzare.-
-Potevi dirlo.-
-Cosa?-
-Scopare.-
Aria diventò improvvisamente rossa, ricominciando a sudare come non mai.
-Sei disgustoso.- Sbottò la giovane, abbassando lo sguardo verso il pavimento.
-Non ti facevo così schifo quando ti ho baciata.-
-Smettila d-di infastidirmi! Sei in ritardo, il dovere chiama, Synyster Gates.- Balbettò Aria
con rabbia ed imbarazzo, ricominciando con il suo lavoro mentre Brian decise di non risponderle ulteriormente
ed evitarla.
Trascorsero quel pomeriggio senza guardarsi, mentre, ognuno svolgeva il suo lavoro.
Aria era pronta a qualsiasi atto di ribellione da parte di Brian che, al contrario, fece il suo lavoro
senza dire una sola parola.
Non aveva osato neanche guardarla mentre sembrava essere preso dai suoi pensieri.
Per le sette di sera, avevano quasi finito.
Brian stava riponendo tutti gli oggetti utilizzati nell'armadietto mentre cercò
di fare lo stesso anche Aria che si sentiva ancora fin troppo nervosa.
La presenza di Brian la mandava in tilt ogni volta.
Che cosa diavolo le aveva fatto quel ragazzo?!
La ragazza prese tra le mani un secchio d'acqua ormai sporca nella speranza
di riuscire a trascinarlo verso il bagno.
Nel momento stesso in cui la giovane prese il secchio tra le mani, però le si sfilò il cellulare
dalla tasca dei jeans cadendo a terra senza rompersi.
Aria sussultò voltandosi verso il suo cellulare rimasto sul pavimento mentre, con debolezza,
stava cercando di riporre a terra il secchio d'acqua.
La ragazza si inchinò dinanzi al suo cellulare e con grande sorpresa, Brian fece lo stesso.
Quando ella portò la sua mano al di sopra del cellulare, quella del ragazzo le si posizionò al di sopra
come se avesse voluto prenderle lui l'aggeggio tecnologico.
Le mani di Brian e Aria rimasero l'una sovrapposta all'altra mentre i loro sguardi si erano già incrociati.
Al solo tocco, il ragazzo ritirò subito la sua mano mentre Aria stava ancora cercando di realizzare ciò che 
era accaduto.
Si erano tenuti per mano senza volerlo.
Si erano toccati la pelle.
-B-Brian...- Balbettò timidamente la giovane, prendendo il cellulare dal pavimento e mettendoselo
con velocità in tasca.
-Muoviamoci a chiudere questa merda di scuola. Ho le prove con i ragazzi e sono anche in ritardo.- Sbottò
Brian, dando subito le spalle alla giovane senza dare alcun'importanza a ciò che era accaduto tra di loro.
-Mi dispiace tanto per oggi.- Disse improvvisamente Aria, restando con lo sguardo abbassato verso il pavimento.
Il ragazzo si voltò incuriosito verso la mora, osservandola mentre continuava a torturarsi le mani.
-Cosa significa?- Domandò di rimando Haner, curioso.
-Ti sei preso una colpa che questa volta non avevi. Non è facile sentirsi innocenti quando non hai nessuno
che crede in te.-

Brian sbarrò gli occhi, ma, esitò.
Rimase in silenzio e si voltò ancora una volta.
Quella volta camminò senza voltarsi mentre Aria era rimasta immobile a guardarlo
mentre se ne andava.
Un'ondata di gelo la fece rabbrividire all'istante.
Era tutto il ghiaccio che quel ragazzo portava dentro di sé.





































NOTE DELL'AUTRICE.

Buonsalve lettori!
Allora, che ve ne pare? Non ho ricevuto recensioni per lo scorso
capitolo quindi spero che in quest'altro si smuovi qualcosa.
Suvvia, vi fa davvero così schifo? A me un po' sì, ma okay.
Volevo dirvi che comunque mi trovate anche su Wattpad quindi se volete
scrivermi potete farlo anche lì!
A me farebbe moooolto piacere.
Ah, un 'altra cosa.
Qualcuno di voi ha Tumblr? Ve lo chiedo perché ultimamente per me quel
sito sta diventando una vera e propria dipendenza.
Quindi...se volete vi lascio il link del mio blog: http://una-favola-sotto-stupefacenti.tumblr.com/
Se volete potete farmi qualche domanda lì, chiedermi qualche consiglio e tanto altro!
Sono a vostra completa disposizione!
Adesso la smetto di rompere e me ne ritorno nella mia caverna.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, lettori!
E come sempre, GRAZIE A TUTTI!











-SynysterIsTheWay.
   
 
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