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Autore: Ghrian    09/12/2015    2 recensioni
Carlotta è una semplicissima ragazza italiana, una come tante: studia, esce con delle amiche incredibilmente più pazze di lei...
Ma nell'università che frequenta stanno organizzando un tirocinio all'estero con un'altro indirizzo, completamente opposto al suo.
Si ritroverà catapultata in un altro mondo, a contatto con una cultura e abitudini enormemente differenti dalle sue e dovrà adattarsi a tutti i costi.
Aggiungiamoci due amici sclerati, lei che non è da meno e l'entrata in campo di dodici ragazzi... l'esplosione è alle porte, io lancio l'avvertimento!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ma che diavolo...- fu l'unica frase più o meno sensata che uscì dalla mia bocca ancora spalancata.

Lar è una veggente! Altro che Sibilla Cooman, lei era una vera e propria veggente nata. Me la immaginavo aprire un chioschetto con un turbante in testa alla stazione di Milano. Un unica parola: perfetta.

-Carl, chiudi la bocca, non vorrai che le mosche la usino come nuova casa per le vacanze.- affermò Bea, sempre gentile, mentre sfilava il telefono dalla borsa minuscola che aveva appoggiato sulla poltroncina rossa alla sua destra. Mi chiedevo come facesse a infilarci dentro qualunque cosa le servisse. E quando dico “qualunque cosa” intendo davvero tutto.

-Beh, se è solo per le vacanze...- sbuffai ironica, ma lei non dette nessun segno di avermi sentito, impegnata com'era a pigiare i tasti del telefono.

-Che dici di pranzare insieme a Lar? Ha appena finito la sua lezione di greco.- rispose, scrollando il telefono semplicemente perchè internet non prendeva. Una piccola innocente mania che avevo trasmesso a tutte le mie amiche, insieme all'insultare qualsiasi genere di tecnologia avanzata.

-Va bene. Ma prima andiamo a prendere i moduli, abbiamo finalmente l'occasione di fare un bel viaggetto insieme.- affermai sorridente, alzandomi da quelle sedie scomodissime e facendo segno alla mia amica di fare lo stesso.

Lei sospirò -Peccato che Larissa non possa venire.-

Il mio sorriso si spense in un attimo e ricambiai il suo sguardo triste, pensando alla mia povera amica sommersa da versioni di greco antico. Sicuramente una vacanza le avrebbe fatto bene.

Annuii mentre mi infilavo la borsa a tracolla, continuando a tenere il muso fino alla consegna dei moduli per l'iscrizione.

-Siete qui per il tirocinio?- ci chiese scocciata la segretaria. Ma oggi cosa avevano tutti?

Sembrava che chiunque fosse affetto da malumore.

-Si, grazie.- risposi, prendendo i fogli porsi dalla signora in rosso. Sì, in rosso. E dico solo una parola: completamente.

-Sapete già cosa fare, immagino.-

-Certo. Sa per caso tra quanto dovremmo partire?- domandò Bea, sgranando gli occhioni e facendola imbambolare per qualche secondo.

Peccato che si riscosse quasi subito -Un mese. Ecco i tuoi nuovi libri di testo.-

Rimasi di sasso, immobilizzata dalla testa ai piedi, ovviamente con una faccia da ebete. Un mese? UN MESE? Scherziamo, vero?!

-E io dovrei imparare il coreano, una delle lingue più complicate al mondo, in un maledettissimo mese? Cosa pensano che sia, Wonder Woman?- sbraitai, scioccata dalla notizia e totalmente fuori di me.

-Stai tranquilla, ce la farai senza problemi. Non è così complicato come sembra, fidati.- cercò di calmarmi la mia amica, rossa anche lei. Iniziavo a sviluppare un'avversione per quel colore.

Feci un respiro profondo, cercando di calmarmi -Beh, almeno avrò l'occasione di rivedere James.-




Due ore dopo


-JAMES?- urlò Lar, sputacchiandomi in faccia il suo toast al prosciutto.

Socchiusi gli occhi e cercando di evitare che pezzi non meglio identificati si infilassero nelle mie narici, mi tolsi con una manata praticamente metà toast dal viso, portandomi via anche il fondotinta che avevo applicato malamente nel bagno poco illuminato dell'università.

Almeno le occhiaie dovevano essere costantemente coperte, certe volte assomigliavo davvero a un piccolo panda.

-Si, James. Te ne ho già parlato, l'ho conosciuto due anni fa a Londra.-

-Lo sappiamo, genio. Potreste finalmente uscire insieme.- replicò Beatrice, con uno sguardo sognante mentre si portava alla bocca un grissino. Senza alcun successo, posso affermare, poiché finì per infilzarsi una guancia.

E io ovviamente le scoppiai a ridere in faccia, seguita da Lar e subito dopo da una rossa leggermente confusa. Beh, frustarsi la faccia con un surrogato del pane può rendere un po' scioccati, lo capisco.

-Mi duole distruggere i vostri sogni da wedding planners ma io e lui siamo solo amici. E poi ha una fidanzata.- ribattei, asciugandomi le lacrime con le dita.

-Poco male, troverete sicuramente qualche bel mandorlone.- ridacchiò Larissa, tentando una faccia ammiccante.

Io e Bea ci guardammo sconvolte e biascicammo un -Aiuto.- per poi rimetterci a ridere, sotto i tentativi di ridurci in cenere della nostra leoncina.

-Dai, smettetela. Devo rientrare, ho una lezione.- ci liquidò Lar, alzandosi e costringendoci a seguirla fuori dal bar.

-Agli ordini capitano.- esclamai, eseguendo anche un perfetto saluto militare.

-Anche noi abbiamo lezione. Coreano, neanche a farlo apposta. Su, sbrighiamoci!- gesticolò Bea come una piovra impazzita.

-Va bene, va bene. Mi sto muovendo, non serve che mi trascini!- niente da fare, mi aveva arpionato un braccio e ora mi stava tirando come un cane che ha puntato un albero.

Salutai con la mano libera Lar che intanto rideva sotto i baffi mentre cercavo di liberarmi dalla sua stretta di ferro.

Dopo pochi, patetici tentativi mi arresi e mi lasciai trascinare per scale, corridoi e infine arrivammo nella nostra aula già piena di universitari che conoscevo benissimo.

-Ciao, Carl! Hai deciso di venire anche tu?- mi chiese Andrea, un ragazzo del mio stesso corso.

Apri la bocca per rispondere ma la mia simpatica amica mi precedette -Si, ha deciso di partire con me. Ora se non ti dispiace vorremmo prendere posto.-

Lui si irrigidì e la scrutò malissimo. Feci in tempo a mimare un “scusa” con le labbra prima che lei si riappropriasse del mio braccio per indirizzarmi verso i posti da lei considerati migliori.

Hai pazzi si da sempre ragione, no?

-Ricominceremo dalle basi vero?- balbettai, preoccupata per la mia prima lezione in una lingua a me totalmente sconosciuta. Non sono mai stata una cima nelle lingue, l'inglese l'ho imparato a furia di studiarlo e poi l'anno all'estero aiuta davvero tanto. Per il resto ero completamente persa. Buio totale.

-Annyeonghaseyo. Oggi ricominceremo dalle basi, per i laureandi della facoltà di genetica. Spero che si sviluppi in voi un amore e una forte passione per questa lingua meravigliosa. Sijag!

Gyogwaseoeul.-

Quaranta persone su una classe di sessanta si mosse per frugare nelle rispettive borse.

Il restante venti, tra cui vi facevo parte anchio, guardava l'insegnate a bocca aperta sentendosi stupido e molto confuso.

Solo un pensiero mi continuava a balenare in mente... Idiota. Sono un'idiota.










NOTA: Salve a tutti!!
Nella scorsa nota mi sono scordata di dirvi che pubblicherò più o meno ogni settimana, cercando ovviamente di essere il più costante possibile.
Spero che la storia vi stia piacendo, so che siamo solo al secondo capitolo e non avete ancora un'idea di come si svilupperà la storia (a dire il vero non c'è l'ho nemmeno io) ma spero comunque che vi ispiri almeno un pò!

Alla prossima!


   
 
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