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Autore: agatha    09/12/2015    4 recensioni
L’idea di base di questa storia è una trilogia, che approfondisce il personaggio di Loki sotto diversi aspetti. Il primo è la figura di Loki in qualità di “figlio”, dove ho cercato di dare spazio al suo rapporto con Frigga. La storia inizia dopo gli eventi di “Thor 2: The Dark World” anche se ci saranno dei piccoli cambiamenti rispetto ai film Marvel. A causa di una promessa, Loki si ritrova su Midgard contro il suo volere, vittima dello stessa situazione in cui aveva incastrato suo fratello Thor tempo prima. Ho cercato di mantenere, come nei film Marvel, un po’ di drammaticità ma anche di momenti ironici.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Beth sospirò guardando l’orologio: fra poco sua madre sarebbe arrivata. Non aveva un bel rapporto con i suoi genitori, non dopo quello che le avevano fatto, arrivando quasi a convincerla a sposare un uomo solo perché ne avrebbero ricavato molteplici vantaggi. Da allora aveva tagliato i ponti con loro, limitandosi a sentirli per farsi gli auguri ai compleanni e alle festività. Il lavoro era la sua salvezza perché spesso viaggiava per raccogliere informazioni per i suoi articoli e, se era fortunata, riusciva ad evitare di tornare a casa per le feste. Sua madre le aveva telefonato avvisandola che c’erano alcuni documenti su cui era necessaria la sua firma, chiedendole di tornare a casa, ma si era dimostrata irremovibile, dicendole di passare lei se erano così importanti. Si era comportata in modo odioso, per il gusto di irritarla ma questo non la faceva sentire in colpa. Mancavano 10 minuti e sua madre era famosa per la puntualità. Preparò due caffè e nel porgere la tazzina a Loki inciampò e finì per versargli tutto addosso.
“Ma che fai!”
“Oddio scusa, ero sovrappensiero e non me ne sono accorta”
“Se fossi stata una serva ti saresti guadagnata una frustata”
“Ringrazio il cielo di non esserlo allora, visto che ti sto gentilmente ospitando” concluse calcando le ultime due parole perché essere paragonata ad una cameriera non l’aveva indispettita, anche se Loki sembrò ignorarle.
“Davvero non ti sei scottato?” chiese la ragazza, sentendosi un po’ in colpa perché non aveva pensato al fatto che fosse bollente.
Prese un tovagliolo e glielo porse per tamponarsi la maglia ma lui, un po’ scocciato, lo rifiutò con un gesto brusco della mano.
La sua temperatura corporea era più fredda del normale ed era per quello che non si era ustionato ma solo infastidito per quell’incidente ai suoi danni.
“Ti conviene farti una doccia o ti resterò addosso l’odore di caffè”
Loki si scostò la maglia appiccicato dal torace, storcendo il naso.
“Non credo di avere alternative per colpa tua”
Beth si strinse nelle spalle con un’espressione innocente stampata in viso.
“Scusa” mormorò un’ultima volta, complimentandosi mentalmente per la propria interpretazione. Le era uscito un tono implorante molto realistico.
 
Aspettò di sentire lo scroscio dell’acqua e si preparò alla seconda parte del piano.
Bussò alla porta del bagno.
“Posso entrare un attimo a prendere la spazzola?”
“Fai pure”
In realtà prese qualcos’altro che poi lasciò sul letto in camera di Loki. Infine, per ultimo, si mise davanti allo specchio dell’ingresso e si arruffò un po’ i capelli, spettinandoli.
Dopo qualche minuto suonò il citofono.
Si va in scena” pensò.
Aveva offerto del caffè e del tè a sua madre, che si era limitata a chiedere un bicchiere d’acqua e lo stava bevendo quando, poco dopo, era spuntato Loki dal bagno, coperto solo da un asciugamano stretto ai fianchi, con i capelli nerissimi tirati indietro e ancora umidi.
“Dove sono i miei vestiti?” chiese con espressione impassibile, senza mostrare curiosità sul perché non fossero più dove li aveva appoggiati in bagno, ignorando la donna che non conosceva.
Beth gli sorrise dolcemente.
“Sono in camera sul letto, tesoro” cinguettò, continuando a fissarlo e mangiandoselo con gli occhi.
Per fortuna l’imperturbabilità di Loki era così forte da non fargli battere ciglio nemmeno di fronte a quello strano comportamento. Si limitò ad un cenno del capo e raggiunse la camera per vestirsi.
 
“Chi è quello?” domandò sua madre, in chiaro tono di disapprovazione, corredato da un’occhiata dubbiosa nei confronti di Loki.
“E’ il mio ragazzo. Ci siamo conosciuti poco tempo fa per via di un incidente ed è stato amore a prima vista, anzi è stato un colpo di fulmine – su quella frase sorrise perché in un certo senso non stava dicendo una bugia – e adesso vive da me”
“Ti sei portata in casa un uomo che non conosci?”
“In realtà abbiamo avuto tutto il tempo di conoscerci per bene in questi giorni e queste notti”
“Elizabeth! Perché fai così? Ti rendi conto che sei ridicola? Portarsi in casa un uomo per…”
La ragazza spalancò gli occhi, continuando la sua recita.
 “Ma no mamma, è anche intelligente, sai? Ogni tanto scambiamo qualche parola”
La madre trattenne il fiato e strinse le labbra, truccate di un delicato rosso corallo e le indicò le ultime firme da fare. Poi si alzò in piedi, raccolse i fogli mettendoli nella cartellina e prese la borsa.
Beth la fissò: era sempre perfetta, non un capello fuori posto, le scarpe sempre coordinate ai vestiti e il trucco che la faceva sembrare senza età. Un tempo l’aveva ammirata, desiderando essere come lei ma poi aveva capito che a tutta quella bellezza corrispondeva un cuore di pietra, più interessato all’apparenza che ai sentimenti altrui, soprattutto a quelli di sua figlia.
“Non ti vergogni neanche un po’?”
Beth abbassò il tono di voce, prendendo la donna a braccetto e spostandosi verso la porta d’ingresso.
“Non preoccuparti. Non l’abbiamo mica fatto in pubblico. Ci limitiamo a del fantastico sesso a letto”
La madre prese un profondo sospiro e trattenne il fiato, per rendere palese come si sentisse offesa da quelle parole e dal comportamento così superficiale della sua unica figlia. Si portò una mano ingioiellata sul viso, all’altezza della bocca, ma senza sfiorare le labbra perfettamente truccate.
“Non ti riconosco più”
Beth fece un sorrisetto.
“Perchè? Ti ho già detto che non diamo spettacolo. Nessuno dei tuoi amici potrà mai guardarti storto perché non hai una figlia perfetta, puoi continuare a far finta che non esista”
“Non dire queste cose. Lo sai che io e tuo padre ci preoccupiamo unicamente per te e tenersi in casa un toy boy per divertimento mi sembra pericoloso”
“Sono stupita che tu conosca quella parola, mamma!”
Scuotendo il capo e sospirando, la madre rinunciò a disapprovare le scelte sbagliate di Elizabeth. Si sporse per darle un bacio, che in realtà fu più uno sfioramento superficiale fra le loro guance e poi se ne andò, mentre i tacchi risuonavano sul pianerottolo.
 
Beth chiuse la porta, felice che finalmente se ne fosse andata via.
“Ti avevo sottovalutato” dichiarò Loki, appoggiato allo stipite della porta, con le braccia conserte e appoggiate al petto.
La ragazza sobbalzò, perché si era dimenticata di non essere sola in casa.
“In che senso?”
Il dio dell’inganno fece alcuni passi, avvicinandosi a lei e camminandole intorno, in cerchio, mentre si metteva a spiegare, parlando con lentezza e malizia.
“Mi hai manipolato e usato per i tuoi scopi e sei stata abbastanza furba da farlo passare come un incidente casuale”
“Sei pazzo”
Loki accennò un sorriso sghembo.
“Mio fratello ha ribadito più volte che sono un po’ squilibrato, quindi potresti avere ragione ma, questo non cambia la realtà dei fatti. Mi hai sfruttato e in questo momento mi sento un oggetto. Mi fa male il cuore dopo aver scoperto il tuo inganno” concluse accentuando un’ironica drammaticità, portandosi anche una mano al petto.
La ragazza socchiuse gli occhi, guardandolo con odio mentre si faceva beffe di lei.
“Mi correggo, non sei solo pazzo, sei anche un idiota”
“Ho ucciso per molto meno, sappilo” l’avvertì Loki, con un tono di voce tagliente e deciso.
Beth non prese sul serio quella minaccia, che riteneva un modo di dire, senza sapere quanto in realtà fosse vera.
 
“Ammesso e non concesso che abbia fatto quello di cui mi accusi, qual è il problema?”
“Sono il dio degli inganni, se ti riconosco questo piccolo merito devi ritenerti onorata”
“Sei cosa? No, lascia stare. Beh… grazie Vostra maestà. E’ finito il discorso, posso andare a cambiarmi?”
Beth si mosse per raggiungere la propria camera ma il braccio di lui, infilato nel proprio, la bloccò. Loki si avvicinò, sussurrandole all’orecchio.
“Per tua informazione, almeno su una cosa non hai mentito a tua madre: faccio del fantastico sesso, è vero”
La ragazza avvertì il rossore salirle prepotentemente alle guance nel sentire quelle parole, segno che aveva ascoltato tutto il discorso malizioso che aveva recitato a sua madre. Con uno strattone si liberò e corse a rifugiarsi nella propria camera, chiudendo la porta e appoggiandosi contro con la schiena.
Che vergogna.
“Potrei anche farlo in pubblico, se ti piace esibire certe cose” aggiunse lui, alzando il tono di voce per farsi sentire.
Udì poi la risata di Loki, al di là del muro, che accentuò l’imbarazzo che stava provando e si tappò le orecchie con le mani.
  
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