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Autore: Yukino    12/03/2005    0 recensioni
la scoperta di essere gay può essere seplicemente rifiutata... in due capitoli.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

 

Tu! Stupido egoista ed egocentrico ragazzino che pretende di avere capito tutto dalla vita! Tu piombi nella mia vita e la confondi, tutto quello che prima era chiaro e assoluto, diventa opinabile, tutte le mie certezze crollano, sconvolgi la mia anima e poi ti arrabbi se io sono confuso, se io ho bisogno di tempo! Io non volevo questo, non volevo offenderti così, non volevo vedere i tuoi occhi distruggersi lentamente davanti a me, non volevo vedere la tua schiena scossa dai singhiozzi allontanarsi, non volevo perderti così…sospiro frenando la macchina e scendendo di corsa, sono io l’egoista in fondo, sono io che non voglio ammettere che qualcosa è cambiato in me, e mi difendo dietro la mia superiorità solo apparente, perché mi spaventi ragazzino, mi spaventi talmente che preferivo spezzarti piuttosto che mandare a puttane tutta la mia vita.

Ma pensandoci…che cos’ho esattamente? Che cosa rende la mia vita tanto preziosa da difenderla a costo del tuo cuore e della mia anima? Il lavoro? La famiglia? O solamente il mio stupido bisogno di essere accettato e ammirato da tutti?

Che impressione farei sulla gente se mi mettessi con un ragazzino?

Puttanate! Sono tutte puttanate e ne sono perfettamente consapevole adesso, adesso che tu me l’hai sbattuto in faccia, in realtà io ho paura, una paura fottuta di lasciarmi andare perché non l’ho mai fatto e non so se così perderò definitamene la mia anima o la acquisterò, e nel dubbio preferivo lasciarti andare così.

Ma adesso ho scoperto una cosa sai.

Ho più paura dei tuoi occhi quando te ne sei andato così, ho più paura che tu possa commettere qualche sciocchezza, ho paura di perderti.

E solo adesso che ho la certezza che se tu davvero morirai non tornerai più da me me ne sono reso conto.

In fondo sono sempre stato convinto che saresti tornato da me, ogni volta, che avresti aspettato i miei comodi.

Avrei dovuto capirlo che non è così.

Tu sei irruente e impulsivo, tu non sai aspettare, tu sei così imperfetto…eppure ti amo proprio per questo.

Eppure adesso stò girando come un folle per il parco coperto di neve, cercandoti.

E la prima cosa che vedo di te sono i capelli neri, quasi del tutto scomparsi anche loro.

Pazzo pazzo!

Il mio dolcissimo pazzo!

Mi precipito verso di lui scavando nella neve, gelandomi le mani e riuscendo finalmente a scoprire il corpo e il viso.

Nudo.

E nudo il coglione! Ma si può essere più deficienti? Lo prendo in braccio pregando perché sia vivo, pregando di non essere arrivato troppo tardi, prego per la prima volta nella mia vita ed entro nella villa spaventando a morte tutti i camerieri e precipitandomi in bagno, immergendolo nella vasca di acqua bollente che i camerieri tengono sempre pronta per me.

Lui è ancora privo di sensi, ma lentamente riprende colore, il suo respiro prima fievolossimo adesso riprende forza, ed è con lui che io torno a respirare.

Pazzo. Prima sconvolgi la mia vita e poi pretendi di morire così lasciandomi solo con il rimorso, solo con le paure che mi hai scatenato dentro, stupido egoista!

Poi il mio corpo crolla e io mi accascio sul pavimento del bagno, respirando a fatica, sono io il vero pazzo, sono io che mi sono trincerato dietro il mio mondo, le mie convinzioni, sono io che ho rischiato di ucciderlo.

Era spaventato a morte e ho distrutto lui, facendolo a pezzi meticolosamente, pur di salvarmi.

La mia anima a prezzo della sua.

Ed è con un sospiro di immenso sollievo che osservo i suoi occhi aprirsi e il suo corpo sussultare per il calore ritrovato, mi precipito da lui e bacio ogni centimetro di pelle, ancora gelata ma di un gelo che si sta ormai sciogliendo, lo bacio fino ad arrivare alle labbra, e per la prima volta da quando l’ho conosciuto, appropriarmi di esse.

Lui sembra sconvolto ma dopo un primo momento di titubanza risponde al bacio con foga, sento che vorrebbe abbracciarmi ma non ne ha la forza, così lo prendo in braccio di peso e lo stringo a me, senza staccarmi dalle sue labbra, ormai sono una droga, ormai sono l’unica cosa che può salvarmi dal gelo di quest’epoca.

Ormai se lui mi lasciasse sarei un involucro vuoto che abita le strade del mondo senza più anima o cuore.

Ed è questa disperazione che gli trasmetto, tutto quello che vorrei dirgli glielo dico così, e in fondo non esiste modo più dolce per scusarsi con qualcuno.

Farò in modo che nessuno lo tocchi, lo proteggerò da tutto e mi lascerò proteggere da lui, questo è l’unico modo per vivere davvero.

Lui si stacca da me ansimando pesantemente, è ancora debole, “ hei piano! Sono appena resuscitato e tu mi tratti così?” sorrido buttandolo sul letto e coprendolo con il mio corpo, come ho potuto pensare di poter fare a meno di lui?

“mi hai sconvolto la vita buttando tutte le mie certezze nel cesso…prenditene la responsabilità “ e lui sorride raggiante, non l’ho mai visto sorridere così, sembra che il sole abbia riempito di pazzi colori la sua anima prima bianca e nera,

mi circonda il collo con le braccia e sussurra

“molto volentieri”

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