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Autore: Alicetta01    10/12/2015    0 recensioni
"Tratto da Twilight"
E se i Cullen per una volta fossero i cattivi,o meglio gli antagonisti? E se la nascita di una nuova bambina stravolgesse l'armonia della famiglia dei vampiri vegetariani? E se questa nuova bambina fosse fin dalla nascita una vampira? E se la sua crescita si fermasse ai 17 anni? E se,ancora, l'incontro con il nemico naturale dei vampiri portasse ad un sentimento inevitabile?
Dal capitolo 
"Quindi erano tutte bugie. Lui non mi aveva pensato, nessuno lo aveva fatto.
Se avessi potuto, avrei pianto.
Mi ero solo illusa. Ma alla fine le persone sono fatte così. Ti illudono e ti gettano poi via. Anche gli sconosciuti lo fanno.
Solo, che a me era capitato troppe volte."
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(I capitoli dove i dialoghi non si vedevano sono stati corretti )
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Erano passate un bel po' di settimane. Il tempo scorreva lento,ma io appena mi ero accorta che giorno era. 
Una parte di me era distrutta, triste, come non lo ero da tempo. L'altra parte di me voleva picchiare la parte che si sentiva infelice. Non sapevo perchè ma mi mancava qualcosa. In compenso, però la mia famiglia non mi dava più fastidio. Alcuni mi sorridevano. Addirittura mia madre si preoccupava di chiedermi come era andata la scuola. E io rispondevo monotona "bene". Era un fatto strano che mi rivolgesse la parola. Sembrava che avesse cambiato idea.
Qualche volta Reneesme cercava di parlarmi, ma io ero troppo impegnata nei miei pensieri per intraprendere una conversazione.
Rosalie si era addolcita un poco, consigliandomi come vestirmi. Ma io,pure in questo caso, mi tenevo lontana dal conversare. Forse essere trattata male per troppo tempo mi spingeva a non fidarmi più. Tutte queste novità erano diventate soffocanti, e pensare che volevo che accadesse qualcosa di nuovo.
Da giorni in casa Cullen si parlava solo dell'arrivo di nuovi ospiti. Era una famigliola. I genitori e un figlio maschio della mia età.
Avevo capito che erano cari amici, ma a me poco importava.
Volsi lo sguardo verso la finestra di camera mia. Stavo sorseggiando del sangue in un bicchiere di carta,con una cannuccia. Non avevo più voglia di cacciare, e così derubavo del sangue dal frigo della cucina.
Era pomeriggio, ma stranamente la luce del sole filtrava dalle nuvole, illuminando il bosco.
Sentii bussare alla porta, e mi misi seduta, per poi mormorare un "avanti".
Entrò in camera mia madre,in tutta la sua bellezza. Sul suo viso era dipinta un'espressione preoccupata, stanca, che compariva più volte nel corso della giornata.
Si sedette sul bordo del mio letto, e mi sorrise timida. Io la guardai perplessa.
<< Ciao >> mormorò.
Io spostai lo sguardo da lei sulle mie mani.
<< Vuoi parlare? >> mi chiese.
Sospirai.
<< Perchè siete tutti così preoccupati per me? Improvvisamente lo siete diventati >> risposi dura.
<< Sono stata una pessima madre >>
Mi girai di scatto verso di lei, sorpresa. 
Mi sorrise appena,chiudendo gli occhi.
<< Perchè? >> mormorai a bassissima voce.
<< Alice...ha visto che tu quando saresti nata....saresti morta >> disse con la voce spezzata.
<< Capisco >> sibilai << Per questo non volevate affezionarvi a me? >>
Lei annuì. Sospirai.
<< Siamo stati stupidi...credendo che ti avremmo reso tutto più semplice >> continuò.
Restammo qualche minuto in silenzio. Ragionai un attimo. Forse loro non erano così cattivi. 
<< Avevate paura di soffrire >>
<< Si.... spero che ci potrai perdonare >>
La guardai. Non mi sembrò la bella vampira, ma solo una donna segnata dal dolore.  Era stata diretta, senza girarci troppo intorno. Per una volta era stata sincera.
<< Chi ti ha convinto a dirmi la verità? >> domandai all'improvviso.
Lei sembrò essere stata colta impreparata, ma si ricompose subito dopo. Fece un rapido cenno verso la finestra. 
Capii tutto. Feci per alzarmi, ma lei mi bloccò.
<< Scusa...perdonami >> disse con voce bassa. Sul suo viso c'era dolore.
<< Le spiegazioni me le darai dopo >> sibilai,allontanandomi.
Corsi per le scale e uscii fuori. 
Nello spiazzo davanti alla casa c'erano due uomini. 
<< Jacob >> chiamai.
Lui si girò, e in contemporanea lo fece pure il ragazzo che stava accanto a lui.
Jacob mi passò affianco, entrando in casa, senza dire una parola.
L'altro ragazzo mi guardò. Non mi avvicinai.
<< Ciao >> disse. Lo squadrai. Vestiva pantaloni strappati e una semplice t-shirt vecchia.
Mi soffermai sul suo viso. Era lui.
<< Che vuoi?! >> gridai acida. Lui guardò le sue scarpe, e si avvicinò lentamente, mantenendo le distanze.
<< Chiederti scusa >> 
Lo guardai scioccata. Mi aveva già ferito. Ad un tratto le tessere del puzzle si ricomposero. Era lui ciò che la mia parte triste reclamava. Era lui che era andato a parlare a mia madre.
Puntai un dito contro di lui.
<< Come puoi? Tu non mi conosci! Te ne dovresti fregare di me! >> dissi alzando la voce. Prima mi evitava e poi mi creava problemi.
Lui riportò i suoi occhi verdi su di me. Sentii un pezzo di me scogliersi.
<< Ed è proprio questo il punto >> rispose a denti stretti << Dovrei fregarmene di te,ma non ci riesco! >> si passò furiosamente la mano tra i capelli.
Rimasi sbalordita.
<< Che cosa vuoi da me? >> mormorai incredula.
<< Non lo so..voglio te,forse..non lo so! >> esclamò prendendosi la testa tra le mani.
"Voglio te". Quelle due parole suonavano nella mia mente come la più dolce delle melodie.
Lo guardai annaspando. L'impulso di abbracciarlo si fece spazio in me.
Gli toccai un braccio. Lui si irrigidì. Gli accarezzai una spalla. Aveva i muscoli ancora tesi. Ero calamitata da lui. Dovevo resistere. Qualcosa in me mi attraeva a lui.
Mi avvicinai un poco, lui aveva ancora la testa bassa e tra le mani. Non sapevo cosa dire. Aprii la bocca, ma la richiusi subito dopo. Le parole non volevano uscire. 
Gli accarezzai i capelli. Erano ispidi, spettinati, ma erano piacevoli al tatto. 
<< Jacks... >> mormorai con voce spezzata. Lui alzò la testa, e mi scrutò con i suoi occhi verdi. Io avevo la mano ancora sulla sua testa.
Ci guardammo a lungo. Mi potevo perdere nei suoi occhi. Lui alzò un braccio e tolse la mia mano dalla sua testa, per appoggiarla sulla sua guancia. Abbassai la testa imbarazzata. Lui mantenne gli occhi su di me. Mi accarezzò le nocche della mia mano sulla sua guancia. Aveva un tocco delicato, che mi provocò diversi brividi.
Jacks sospirò. Il suo sospiro era caldo, come lui.
Si avvicinò e io sentii di poter cedere. Mi alzò il mento, e si fece più vicino al mio viso. Eravamo vicinissimi. Osservai le sue labbra carnose, ma non troppo. Le vidi arrivare sempre più vicino alla mia bocca, per poi cambiare direzione, e salire. Si appoggiarono sulla mia fronte.
Sentii qualcosa risvegliarsi in me. Un colpo all'altezza del mio cuore che non batteva più. 
<< Possiamo essere almeno amici e non odiarci? >> mi domandò sempre con le labbra sulla mia fronte.
<< Va bene >> mormorai. Lui si staccò e mi guardò. Non so per quanto avrei ancora resistito. Mi sorrise.
<< Ci vediamo domani a scuola >> e detto questo si allontanò nel bosco.
Respirai. Il suo odore di muschio e legno era dappertutto. Le mie gambe cedettero e mi accasciai a terra. 
Guardai l'erba. Era verde, proprio come i suoi occhi.
   
 
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