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Autore: Vulpix    10/12/2015    3 recensioni
TIME LINE:
I fatti “narrati” vanno a collocarsi nella terza stagione, prima della Season Finale, in un’immaginaria serie di eventi che partono dopo la 3x23 e in cui gli avvenimenti della 3x24 non sono mai accaduti.
*****
PREFAZIONE:
Sono trascorsi 3 anni da quando tutto ebbe inizio…
Tre anni dall’inizio della fine.
Tre anni in cui molte cose sono accadute e forse troppe cose erano cambiate…
(dal testo)
"Il 3 è il numero perfetto per eccellenza...
Sant' Agostino diceva che il 6 era il numero perfetto perchè il Signore ha creato il mondo in 6 giorni...
Per Dante il numero perfetto è il 9... numero primo, divisibile solo per se stesso e multiplo del numero perfetto. Il 9 è il 3 al cubo, l’elevazione a potenza del numero perfetto a se stesso...
Tra le tre, io preferisco la terza versione...
Il 9 è la perfezione in assoluto... per questo tu sarai la mia nona vittima!"
Genere: Angst, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Roy Montgomery
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Nel futuro
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« Poi si rivolse a quella 'nfiata labbia
e disse: "Taci, maladetto lupo!
Consuma dentro te con la tua rabbia...»

  ( da Inferno VII , 7 - 9 )


- Questa ala la stiamo ristrutturando, qua ci verrà il femminile.- disse il Direttore facendo strada - Certo se avessimo saputo prima che volevate vedere la cella... oramai i lavori sono cominciati...-
Dopo che l’interrogatorio si era rivelato un buco nell’acqua, l’unica soluzione per portare avanti le indagini fu fare un passo indietro e andare a parlare con il direttore del carcere in cui Cross era stato detenuto fino al suo recente rilascio.
- Cross stava qui, in isolamento...- continuò - secondo me questa cella andrebbe studiata... a modo suo è un opera d’arte.-
Aprì la porta blindata della cella e prese una torcia.
- Prego- disse facendo strada e illuminando l’esiguo spazio poichè lì, attualmente mancava l’elettricità.
Richard fece passare Kate e poi diede uno sguardo ai muri.
- Ma cosa è?- disse indicando le scritte.
- La divina commedia...- rispose il direttore.
- Quanto tempo c’ha messo?-
- Tre anni!- esclamò.
Castle prese la seconda torcia e illuminò le scritte leggendone alcuni versi. Quando ebbe fatto il giro di 360 gradi, notò la scritta che ricopriva a grandi lettere le lamiere del portellone dal lato interno.
- “e disse: Taci maledetto lupo, consuma dentro te con la tua rabbia”...-
Quando si voltò nuovamente verso gli altri, il direttore disse:
- Quella è l’ultima frase che ha scritto. E quella,-  disse indicando una scritta quasi incisa sulla lastra più sottile che fungeva da portellino - è la sua firma...-
- S3xKD?- chiese lo scrittore.
- Sa cosa vuol dire?- domandò la detective.
- No... l’abbiamo notata solo il giorno prima della sua scarcerazione... Fu trasferito in un'ala protetta ma una settimana prima che uscisse, da protocollo fu trasferito in una cella, in solitaria, per riabituarlo alla vita diurna. Gli furono consegnati dei documenti, alcuni da firmare e dietro alcuni di questi abbiamo trovato la stessa scritta ma sembrava quasi una sorta di logo.-
- Possiamo vederli?- domandò la detective.
- Si certo, ve li faccio portare dal medico...-
- E di questo soprannome nessuno sapeva nulla? Nemmeno in quell’ultima settimana?- chiese lo scrittore.
- No nulla, anche perchè non è così che lo chiamavano al giudiziario-
- Come?- chiesero entrambi.
- Il Lupo!- 

⌘ * § * ⌘


Erano in attesa fuori lo studio medico e aspettavano che il Dott. Lourence finisse di medicare un carcerato che si era ferito durante una partita al pallone.
Castle chiacchierava con il Direttore, che si era rivelato un suo grande fan, quando il telefono della Detective iniziò a vibrare.
Kate vide il nome sul display e sapendo che ci sarebbero voluti ancora alcuni minuti, rispose.
 
- Ciao...che c’è?- chiese con voce preoccupata.
- Scusate un attimo- disse verso i due al suo fianco e si incamminò nel lungo corridoio, per avere un po’ di privacy.
- Dove ti sei nascosta per telefonarmi?- chiese sorridendo.
- In bagno...- rispose la vocina dall’altro capo.
- Non ti sarai mica chiusa vero?-
- No mammina...- disse facendo gli occhietti da cucciolo, anche se la madre non poteva vederla - ho solo chiuso la potta per non fammi vedele dal nonno!- disse con fare cospiratore.
Poi aggrottò le sopracciglia - Non tipleoccupale! Eppoi io nemmeno ciallivo alla chiave...-
Kate non riuscì a trattenere una risata.
- Hai ragione tesoro! Allora cos’è che ho dimenticato?-
- Il compleanno...-
- Il compleanno?- chiese la donna.
- del Nonno!!!!-urlò la piccola!
- Oddio hai ragione! -
La piccola Joe iniziò a parlare a raffica:
- Mamma dovviamo fale la tolta!! Dovviamo complale tutto!!-
- Non ti preoccupare... però adesso ti devo lasciare, non posso stare al telefono con te...ciao tesoro! Ciao.-
Tentò di dire, quando vide che la porta si aprì e Castle si avvicinava a lei.
- Mammaaaa appetta un attimo!-disse la piccola quasi piangendo-accoltami!!!-.
- Certo che ti ascolto...-  disse, poi rivolta a Castle - aspetta un momento- chiese, mettendo una mano sul microfono del telefono.
- Vado dentro...- le disse lo scrittore.
- No aspetta!-
- Fai fai e salutami tanto tesoro- le disse girandosi per tornare dal Direttore, con un ghigno sorridente in volto. 


⌘ * § * ⌘


- Quanto tempo è stato in manicomio?- chiese la detective, appena si accomodarono nello studio del medico.
- Un anno e mezzo, circa.- rispose il dottore, appoggiandosi allo schienale della sua sedia - e dopo l’arresto, quando ha saputo le condizioni di sua moglie era come impazzito. Non si lavava, non si cambiava, stava li tutto il giorno per terra... chiunque lo avvicinava l’aggrediva.... mordeva, urlava.-
Prese la cartellina sulla sua scrivania e gliela porse.
- Perchè tutte queste cicatrici sulle braccia e sulle mani?- chiese Castle mentre ne esaminavano il contenuto.
- Se le faceva da solo. Sono ferite che si infliggeva, perchè diceva di voler andare a casa per stare vicino alla moglie e il giudice ogni volta gli negava il permesso... non c’era verso di fermarlo.-
- La moglie è stata molto male, soffriva molto?- chiese Kate
- La moglie capiva tutto, fino alla fine, ma non poteva parlare, non mangiava, non si muoveva. Quando poi lei è morta, piano piano si è calmato.-
- Calmato come?-
- Era sereno, ha iniziato a stare con gli altri. Poi ha iniziato a scrivere sui muri. Anno dopo anno i versi della divina commedia... tutto quel lavoro che avete visto!-
- E’ vero che lei è stata l’unica persona che per alcuni anni ha parlato con lui?-
- Si... vede, parlavamo di Dante... e un giorno, tanto per fare qualcosa, l’ho portato in biblioteca, sul tavolo c’era ‘La Vita Nova’, l’ha voluta portare nella cella e ha cominciato a leggerla e rileggerla, era diventata una vera ossessione. Finchè poi ha chiesto il Paradiso, l’Inferno, il Purgatorio...e ha cominciato a scrivere sui muri....-
- La ringrazio dottore.- disse la detective, poggiando nuovamente sulla scrivania la carpetta, - senta ho bisogno di tutte le cartelle cliniche, delle analisi e anche i resoconti degli esperti che hanno parlato direttamente con lui.-
- Sta arrivando qui la scientifica, avrò bisogno delle foto della cella.- lo informò.
- Questi li teniamo noi...- disse recuperando i fogli con le firme.
- Si, va bene...-
Si alzarono, prima di congedarsi, apparve sulla soglia di nuovo il direttore.
- Posso sapere perché lo state cercando?- chiese
- Perché un lupo in libertà, può essere un pericolo per le pecorelle che vanno in giro tranquille.- rispose Castle
- E chi sarebbero queste pecorelle?-
- Chiunque...- concluse la detective. 

⌘ * § * ⌘


Quando terminarono la visita al carcere, Castle si attardò a firmare una copia del suo ultimo romanzo alla guardia nel gabbiotto e lei, mentre si dirigeva verso la macchina, ne approfittò per chiamare di nuovo la piccola.
Al terzo squillo la voce di Jim Beckett ruppe il silenzio.
- Pronto?-
- Ciao Papà come va?- disse la donna.
- Noi bene... tu, come mai hai chiamato?- Kate riusciva a intuire la nota di attesa nella voce del padre, che si aspettava gli auguri come di consueto.
- Tutto bene! Senti non posso stare al telefono molto, mi passeresti Joe che devo dirle una cosa?-
- Si certo!-
Passarono un paio di secondi e la voce squillante della piccola le rispose:
- Mammina!!-
- Tesoro, scusa per prima, ma la mamma è a lavoro!-
- Va bene, non ti ploccupale.-
- Senti facciamo così... io cerco di liberarmi ma tu non dire nulla! Va bene?-
- Benittimo! Ma quando vieni?- sussurrò
- Perché sussurri?-
- Parlo piano se no il nonno mi sente!- rispose la piccola
- Si brava! Vengo tra un po’....ciao!-
- Ciao!-
 
Chiuse la telefonata, ancora con il sorriso sulle labbra e mise il telefono in tasca. Quando si voltò verso l’auto, vide Castle che era appoggiato alla macchina, con le braccia sul tettuccio.
- Ma guarda un po’... proprio tu, l’integerrima Detective Beckett che fa una telefonata personale durante il servizio... Non era assolutamente vietato?-
- Lo è ancora... ma a volte è necessario.... e poi si cambia, no?- disse irritata.
- Non l’hai detto tu stesso, ieri?- gli chiese.
Calò il silenzio tra loro, giusto il tempo che Kate estraesse le chiavi dalla tasca e le inserisse nella fessura.
- Chi era?- chiese lo scrittore, non riuscendo più a trattenersi.
- Un’amica..-
- Un’amica che si chiama tesoro?-
- Io sono una ragazza affettuosa, le mie amiche le chiamo tesoro...- disse entrando in auto.
- Ma perchè mi dovete dire tutti le bugie? Eh?- le chiese mentre apriva lo sportello e si sistemava al suo posto. -Lo so benissimo che eri a telefono con tua figlia...-
- Sai... questo non ti rende meno straordinaria... non ti fa perdere la tua forza... agli occhi degli altri resti sempre la donna speciale di una volta, quella che ha ispirato Nikki Heat...- le disse ad alta voce, mentre nella sua mente terminò diversamente la frase  “ancor meno ai miei... anzi...”
 

   
 
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