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Autore: BringMeSunshineLiam    11/12/2015    0 recensioni
Happy Christmas, love!
©BringMeSunshineLiam
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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ZAYN POV
Siamo quasi ai principi dell’estate e il caldo inusuale di questo periodo attira già parecchie persone fuori dai loro appartamenti. Oggi è un giorno speciale per il nostro quartiere e in occasione di questa ricorrenza ho approfittato per uscire presto di casa per fare una sorpresa ad Aurora. Ho aspettato il momento in cui il sole avrebbe fatto la sua entrata all’orizzonte per poi chiamarla, ma non l’ho ancora fatto. Sto aspettando di finire la sigaretta che ho iniziato, con le gambe distese sull’erba fresca e la schiena poggiata ad un tronco forte all’ombra di un grosso albero.
Il vento sopra la mia testa vibra tra le foglie e produce un suono bellissimo, passando attraverso i pezzi di carta che ho appeso ai rami. Spengo il mozzicone in un bicchiere pieno d’acqua che ho poggiato accanto a me e compongo il suo numero di cellulare. Mi sento sempre un po’ in colpa a lasciarla sola in quelle condizioni, anche quando le mie misteriose sparizioni poi le strappano un meraviglioso sorriso. Sono un po’ egoista se penso che l’artefice della sua felicità sono io, ma dopotutto è lo stesso per me con lei.
Al terzo squillo mi alzo da terra e comincio a camminare, ma comunque non mi allontano dal mio albero. Al sesto squillo finalmente mi risponde e sulle mie labbra compare automaticamente un sorriso.
“Pronto?”
 
AURORA POV
“Buongiorno, bimba”. Non capisco come faccia ad essere sempre così di buonumore di primo mattino.
“Buongiorno. Posso sapere perché in queste ultime settimane ti perdo sempre durante la notte?”. Mi tolgo le coperte di dosso e le scalcio con i piedi fino al bordo. Lui ride.
“Ti sbagli, non sono andato via da molto. Come stai?”
“Benino. Mi fa parecchio male la schiena”. Il mio stomaco brontola pesantemente, così vado ad aprire l’anta dell’armadio e frugo tra le sue cose; so che Zayn vi ha nascosto una scatola con del cioccolato. La parte di lui che è in me invia immediatamente un campanello d’allarme al cervello.
Ne mangio solo uno, non se ne accorgerà nemmeno rispondo a me stessa, riempiendo immediatamente la bocca prima che il senso di colpa mi fermi.
“Bene, bene” dice distrattamente ed io mi acciglio, smettendo subito di masticare. Lo conosco abbastanza da sapere che non ha prestato assolutamente attenzione a quello che gli ho detto; stiamo parlando dello stesso Zayn che si preoccupa anche quando ho mal di testa? Decido di riprovarci.
“Ho la nausea. Devo andare in bagno” fingo di sentirmi male.
“Si amore, fa con calma”. Strabuzzo gli occhi. Odio quando finge di ascoltarmi e lui lo sa bene. Se ha da fare, preferisco che non inizi nessuna conversazione, perché finisco sempre per arrabbiarmi con lui.
“Sai Zayn, credo di non amarti più così tanto da sposarti”. Aspetto la sua risposta con un sorriso sulle labbra, cercandola nel silenzio che si è appena creato. Controllo che non abbia riattaccato o che sia semplicemente caduta la linea, quando lo sento respirare.
“Che hai detto?” il suo tono di voce è cambiato ed io sorrido ancora di più. Assumo immediatamente un’espressione seria.
“Ho detto che non ti amo più e che non voglio sposarti” alzo un po’ la voce.
“Non ti fa bene bere in gravidanza, Aurora. E ti ho già detto di non essere così bugiarda”
“Sto scherzando, Zayn”. Lo sento tirare un sospiro di sollievo ed io alzo gli occhi al cielo. “Non hai sentito una sola parola di quello che ho detto” alzo le mani in aria, facendole sbattere contro le cosce.
“Ti stavo ascoltando, invece”
“Ah si? E che cosa ti ho detto quando mi hai chiesto come stavo?” alzo un sopracciglio.
“Hai detto che stavi bene. Ok, ti ho sentita parlare ma non ho capito tutta la frase” ammette. “Ti sei arrabbiata?”
“Sono sempre arrabbiata con te”
“Lo so ed è per questo che mi ami e che mi sposerai” sottolinea ed io sorrido, scuotendo la testa. “Ti ho fatto una sorpresa”
“Devo venire da qualche parte?”. Mi fa un verso d’assenso; lo conosco troppo bene. “Perché le tue sorprese non sono mai previste a casa?”
“Non fare la pappamolle e muovi quel sederino. Ti piacerà stare all’aria aperta, vedrai. Vieni al parco al nostro albero”. Sorrido. È strano chiamarlo nostro; non riesco ad abituarmi nemmeno dopo tutto questo tempo.
FLASHBACK- quattro anni prima…
Il silenzio nasconde suoni dalle sfumature diverse; è così attraente. Amo il rumore che le foglie secche producono con il calpestio e adoro essere baciata dal sole non troppo cocente che riscalda la pelle attraverso i vestiti. Rabbrividisco un po’ quando scelgo l’ombra più grossa proiettata dalla chioma di un albero massiccio per godermi quella pace temporanea. Il tronco è così largo che non riesco a vedere al di là e questa cosa mi mette un po’ in agitazione, ma è ancora giorno ed è sciocco avere paura. Resto comunque in allerta.
“Mi piace molto ascoltare la tua voce”. Mi tappo immediatamente la bocca e mi volto con il cuore in gola; mio malgrado, non vedo nessuno.
“Chi sei?”
“L’albero”. Resto qualche secondo in silenzio e poi scoppio a ridere.
“Che fai mi prendi in giro?”
“Per niente. Ti stavo aspettando”
***
 
Il parco è gremito di persone. Zayn aveva ragione: stare all’aria aperta mi ha fatto sentire subito meglio. Vedo l’albero in lontananza, ma non affretto il passo anche se il cuore che batte più veloce del normale per l’emozione mi chiede di andare più spedita. Di lui non c’è nessuna traccia, ma riesco a sentirlo. Adesso non ho più paura di restare nella mia parte d’ombra, così mi siedo e aspetto.
“Deja-vù”
FLASHBACK-quattro anni fa…
“Un albero che parla” ridacchio. “Sei veramente originale”
“Ogni anno, in questo giorno, si festeggia la giornata dell’albero. Le persone vengono qui, scelgono un albero e lo decorano. Foto, cartoline, lettere d’amore. Dovresti vederci di sera; ci sono luci dappertutto che danzano sotto la luna. Ti sembrerà di vedere il cielo e la terra un tutt’uno, con milioni di stelle” spiega. Ha una bella voce; non mi sono neanche accorta di aver chiuso gli occhi.
“Hai detto che mi stavi aspettando”
“E’ vero. Non viene mai nessuno”
“Perché ti nascondi?”
“Non sono nascosto, sono esattamente dietro di te” sospira.
“Non penserai che creda che sei un albero, vero?” sbuffo.
“Perché no? Non credi alla magia?”
“Ci credo, ma per cose diverse. Credo che esistano tanti tipi di magia”
“Tipo quali?”
“Mi piace pensare che esista un po’ di magia tra un uomo ed una donna” sorrido.
“Quello è il fato”
Rido. “No” scuoto la testa. “Credo sia difficile da spiegare” alzo le spalle. “Mi senti spesso parlare, non è vero?”
“Si” ammette.
“Posso vederti?”. Il suo silenzio è troppo lungo. Quando comincio a pensare che se ne sia andato, il rumore di passi che si muovono verso di me cattura la mia attenzione. Ci sta mettendo una vita; mi viene da chiedermi quanto sia grosso quest’albero…
***
“Adesso tocca a te fare il giro, bimba”. Quando gli sono finalmente davanti, gli sorrido. “Adesso sai quanto è grosso” mi prende le mani e si tira su senza difficoltà. È più alto di me, così sono costretta ad alzare il viso e le punte per dargli un bacio. “Quest’albero non è mai stato decorato. Quattro anni fa non c’era nessuna storia, ma adesso possiamo scriverci la nostra” mette due dita sotto il mio mento e mi fa alzare la testa. Le foto disegnano un percorso che non perdo tempo ad intraprendere.
ZAYN POV
Mi lascia andare la mano e dopo un momento di esitazione mi da le spalle con il sorriso sulle labbra.
Io sono qualcosa, ma tu sei tutto il resto.
“Ricordo quando hai scattato questa” ride, strappando una foto da un ramo basso per stringerla tra le mani. “Hai detto che somigliavo ad una bambina capricciosa. E avevi ragione”. L’ho raggiunta e le sono accanto, ma a debita distanza per poterla osservare bene. Ci sono così tante cose che amo di lei e altrettante altre che non conosco per niente, nonostante tutto il tempo che ho trascorso con lei.
“Questa è bellissima. Davvero” dice, girandosi velocemente verso di me. So che ama quando la guardo con il mio sorriso speciale, come lo chiama lei, e a me non costa niente farla contenta.
“Quando ancora eri magra” la prendo in giro. Mi metto dietro di lei nonostante abbia promesso a me stesso di starle lontano e alzo la foto davanti ai nostri volti. È senza colore ed è scattata da una prospettiva molto vicina al suo orecchio destro. La foto ritrae la bellezza del suo profilo dalla pelle ambrata e toccata delicatamente dal sole di una calda mattina di Agosto. Estate 2012.
“Ehi” squittisce, allontanandomi con una spallata.
“Ma sei sempre bellissima e poi ti preferisco molte volte così morbida” le bacio la tempia. Sorpassa un altro paio di fotografie insieme.
Cosa avrebbe fatto Adamo se non avesse avuto la sua Eva?
Se lui non avesse avuto lei, probabilmente adesso non sentiremmo il pianto di nessun bambino.

Sorride e morde l’interno della bocca. Piega la testa di lato quando afferra l’ecografia del nostro bambino. Ricordo quel giorno come fosse ieri e ancora mi salgono le lacrime agli occhi quando penso di aver ascoltato il suo battito; in qualche modo, mi è sembrato tutto così reale in quel momento.
“Mi vedi davvero cosi?” mi chiede, quando gira il viso tra le fotografie che ritraggono questi sei mesi insieme al suo bambino.
“Io non ti vedo così, tu sei così” sorrido.
“Mi sono guardata allo specchio ogni giorno per vedere il minimo cambiamento che mi costringeva a subire e non mi sono mai vista in questo modo” sussurra. “Sembra di essere cambiata tanto”
“Lo sei”. Si gira a guardarmi. “Vorrei che potessi guardarti con i miei occhi”
“Credi che resterò così?”
“No” scuoto il capo. “Cambierai ancora. Diventi diversa ogni volta che prendi coscienza di essere la futura signora Malik”. Ride e si copre la faccia con le mani. La guardo ancora un po’ mentre soffre d’imbarazzo prima di spostarle le mani dal viso. “Signora?” le porgo la mano e lei l’afferra. “Per ora, vorrei che continuasse a sentirsi una bambina. Mi fa impazzire”
“L’altalena” esclama. “E’ sicura?” chiede seria, facendola dondolare un po’.
“E’ collaudata con il mio peso. Non credo che in due pesiate più di me” ridacchio e lei si siede, facendo attenzione a con cadere. Non arriva con i piedi a terra, così mi affretto a mettermi dietro di lei e la spingo piano. Stringe le mani sulla cordicella che ho legato all’albero ed io vi metto subito le mie sopra. Accarezzo con le dita l’anello che le ho regalato e giuro di non essermi mai sentito così felice. “Se ti chiedessi di fare una cosa, la faresti?” le chiedo improvvisamente.
Lei sospira. “Dipende. Conoscendoti, risponderei può darsi”. Non posso vederla, ma so che sta sorridendo perché ha capito perfettamente. Mi rende felice sapere che i miei desideri sono anche i suoi.
“Vuole accompagnarmi nella suite nuziale, Miss?” le porgo la mano e lei con un saltello rimette i piedi a terra. La guardo muoversi davanti a me nella sua perfetta forma tonda; non credo di aver visto mai qualcosa di più bello.
“Nella tua suite nuziale c’entriamo solo io e tuo figlio” ride, facendomi notare il dettaglio che avevo trascurato. Mordo il labbro, ma non mi perdo d’animo.
“Possiamo sempre stringerci” esclamo dopo un po’. Fa un urlo quando me la carico tra le braccia; mi stringe le braccia al collo e avvicina la guancia alla mia, mentre mi piego sulle gambe senza difficoltà.  

   
 
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