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Autore: Kokky    05/03/2009    5 recensioni
Un mondo parallelo e antico, popolato da vampiri che si muovono nell'ombra e umani troppo ciechi sui nemici succhiasangue. L'esercito, i positivi e gli alchimisti sono gli unici che possono proteggere l'umanità da ciò che stanno bramando i vampiri...
Un'umana insicura. Due piccoli gemelli. Un vampiro infiltrato. Una squadra di soldati. Una signora gentile e un professore lunatico. Una bella vampira e il capo. Due Dannati. L'Imperatore e i suoi figli. Una dura vampira. E chi più ne ha più ne metta!
Di carne sul fuoco ce n'è abbastanza :)
Provare per credere!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Positive Blood' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Alla mia moglia Lulù, semplicemente così.

E ai miei ex compagni, perché vi voglio bene, effettivamente.

 

 

75 – To live and not to breathe

 

I suoi occhi vedevano un altro mondo.

Cioè... era così e basta.

Già da positivo, Ryan Lytton aveva vissuto l’esperienza di poter essere di gran lunga superiore a un umano qualunque: fluttuava, sentiva e vedeva meglio ciò che lo circondava, la sua capacità celebrali erano migliori. Solamente grazie al Sole, che era benedizione e dannazione dei positivi.

Sapeva, avendo letto la “Grande Storia di Aiedail – Sunto per tutti i lettori”, che un tempo i positivi erano stati visti come mostri dalla gente comune. I negativi e i positivi avevano lottato fra loro, ma alla fine era prevalsa la pace.

Si erano uniti in un grande popolo.

Così, quel Sole marcava la differenza. Anche fra i vampiri.

Era a conoscenza solo di poche cose su di essi, ma fra di esse c’era l’uccisione del vampiro. Esso era il mostro di tutte le favole narrategli da sua madre, prima di andare a letto, da piccolo. Quella creatura orribile aveva fauci enormi e occhi color sangue, e incuteva timore, anche a Rupert.

La morte del mostro era semplice: si incastrava un paletto proprio nel cuore, o il Sole appariva luminoso con i suoi raggi, bruciando la creatura immediatamente.

Ma ora, lui era sotto la luce solare, con gli occhi scattanti da un lato all’altro del suo campo visivo e con la bocca spalancata in un respiro prolungato e affannato. Non ardeva nelle fiamme, come un normale vampiro.

Questo perché era un positivo. Il Sole che era benedizione e dannazione.

E i suoi occhi vedevano un altro mondo, fatto di odori più intensi, di colori più accesi, di movimenti più rapidi e più lenti. Eppure esso era lo stesso di prima: era lui ad essere cambiato.

Ryan, comunque, sentiva di non essere del tutto un vampiro. Non era ancora passato il tempo necessario alla mutazione, e per ora il suo corpo era preda di una folle febbre bruciante, unita all’arsura nella gola e gli occhi che pizzicavano fastidiosamente.

Ryan percepiva ogni parte del suo corpo mutare con lentezza. La pelle stava cambiando la sua conformità, diventando più compatta. I denti gli facevano male, squarciando la pelle della bocca. Ma era ancora umano, il suo cuore batteva irregolare, la sua pelle era arrossata, sentiva una stanchezza gravosa.

Sospirò placidamente, osservando la villa bianca davanti a lui. Così vuota e glaciale, diversa da quella villa che ricordava esistere solo pochi giorni prima.

Nell’aria c’era ancora l’odore di disperazione e di lotta, intrinseca alle pareti candide e spesse di quell’imponente edificio.

Ormai, quella non era più la sua casa.

Rupert e Sofia erano in quella cava maledetta, al buio perenne dell’ombra.

Ryan sospirò gravemente, poi si voltò, dando le spalle alla villa e dirigendosi verso il mare. Aveva avuto un’idea.

 

 

Luna osservò apprensivamente Rupert, steso nel suo letto a pancia in su, che respirava faticosamente e aveva il viso rosso acceso. Gli mise una pezza bagnata sulla fronte, facendo una smorfia.

Il dottore era – strano a dirsi – un umano molto giovane ed emotivo: si lasciava prendere da ogni cosa, con un’espressione preoccupata sul volto e un fare comprensivo. Veniva dalla parte orientale dell’impero, abbastanza vicino a Freya, la città più grande di quella zona.

« Ha qualcosa di strano, che nemmeno il Cerchio Curativo (formazione con stella iscritta, parole vergate ai lati e formula speciale) riesce a curare come dovrebbe. » borbottò il dottore, misurando il battito di Rupert. Era irregolare, un po’ in tachicardia.

Come suo fratello, solo che non potevano saperlo.

« Insomma... è una malattia insolita, davvero. Una febbre che è qui come se non fosse qui. Non so se mi sono spiegato bene. » continuò il dottore, sbirciando con apprensione il malato.

« Emh, effettivamente no. » rispose Luna, squadrandolo con i suoi occhi blu, troppo grandi nel suo piccolo viso bianco.

« Non lo so, non lo so! », disse accorato il dottore, carezzando i capelli di Rupert. « Andrò a consultare i libri con attenzione alla biblioteca, nell’edificio due. »

Luna annuì flebilmente, lanciando un’occhiata a Rupert che si rotolò su un fianco, sussurrando nel sonno: « Ryan, Ryan... » con voce dolente e tremula.

 

Sofia pettinò per bene i capelli lunghi e castani, sciogliendo i piccoli nodi che si formavano ogni giorno, si alzò dal letto e fece il giro della sua camera, una, due, tre volte. Non sapeva cosa fare, senza i gem...

Non doveva pensare.

Un leggero bussare la distrasse: andò ad aprire la porta, con un sorriso di plastica sul viso.

Dalla sua bassa statura, Luna la fissava con gli occhioni blu notte, arricciando le labbra. « So che sei amica dei gemelli. » disse la bambina, incrociando le braccia sul petto e studiandola.

Sofia annuì involontariamente, poi le fece un cenno con la mano, intenzionata a farla entrare nella stanza. Luna non esitò e andò a sedersi sul letto sfatto.

« Eri nella loro stessa villa, no? » chiese la bimba, dondolando le gambe avanti e indietro.

Sofi annuì, non volendosi dilungare in una spiegazione contorta sulla sua situazione e la pillola arancione del professore Arthur.

« Devi aiutare Rupert... devi aiutarli. » sbottò allora Luna, che aveva il viso impassibile ma un tono infervorato nella voce.

Sofia si vide sbattere in faccia ciò che cercava di allontanare: lei doveva andare con Adam e dimenticare i gemelli, non aiutarli, né salvarli, né amarli. Non c’era posto per qualcosa di mortale e di soggetto allo scorrere del tempo. « Non posso. »

Luna piegò furente le labbra, strizzando gli occhioni e fissandola con odio. « Ryan è scomparso. » disse con ira.

Sofia tentennò, sbarrando gli occhi nocciola senza farsi vedere dalla bambina – no, Ryan non poteva essere scomparso, non doveva... Sofi avrebbe voluto che, nonostante il suo tradimento, loro fossero stati sempre uniti, lì. Lei non... doveva concentrarsi sui gemelli, dannazione.

« D-davvero? » chiese.

Luna annuì grevemente, alzandosi dal letto e avvicinandosi a lei. « Dobbiamo trovarlo o Rupert... Rupert che fine farà? »

Sofia si voltò a guardarla negli occhi, due pozzi blu che ricordavano la profondità del mare o il colore della notte piena di stelle. « Ma non possiamo! » borbottò.

La bambina avrebbe voluto che Sofi, essendo più grande, avesse qualche soluzione: si dice sempre che i grandi sanno più cose, che tutto ciò che è importante è di competenza loro, e allora perché... perché hanno ancora più domande e meno risposte dei bambini?

« Io speravo che tu avessi un’idea, qualcosa! »

Sofia negò con la testa e poi si lascio sfuggire: « Andiamo da Rupert. E’ il suo compleanno. »

Luna rimase basita un attimo, non sapeva nulla di ciò, ma annuì l’istante dopo. In fondo, i gemelli erano suoi compagni di stanza da poco più di una settimana.

 

« Auguri! » esclamò Sofia con un leggero sorriso sul volto, dolcemente. Aveva l’espressione di una madre verso suo figlio, ma se fosse stato davvero così lei non avrebbe mai abbandonato i gemelli: una madre si farebbe ammazzare per i suoi piccoli; Sofi aveva la parvenza di essa e l’affetto, ma non bastava.

I gemelli avevano una loro madre che veniva a trovarli saltuariamente e Sofia aveva solo diciassette anni.

Rupert, inspiegabilmente migliorato dalla febbre in quei minuti, sorrise vuoto. Luna gli carezzò la fronte, ora fresca, e gli fece gli auguri.

« Nove anni! Stai diventando un ometto. » chiocciò Sofia, cercando di non guardarlo nei suoi occhi chiarissimi – non voleva sentirsi in colpa.

« Siamo vecchi. » sbuffò Rupert, poggiando una mano sul cuore. Lì c’era anche Ryan.

« Già... » disse Sofia scherzosamente. « Decrepiti. Fra poco non potrete muovermi dall’artrosi alle ossa. »

Rupert le lanciò un’occhiata ma non rise.

 

*

 

 

 

76 – Requescant in pacem  

 

Rupert fece uscire dalla stanza Luna, con la scusa di farle cercare il dottore.

« Sofia... ho paura per mio fratello. »

La ragazza si volse verso il bambino di nove anni, piegando il volto di lato e corrucciando le sopracciglia per simulare una domanda: Perché?

« E’ da due giorni che non c’è più, Sofia! Non possiamo ignorare questa cosa... e io ho avuto la febbre più strana al mondo. » sbraitò Rupert, guardandola con gli occhi azzurro chiaro pieni di furia.

Giusto. Sofia voleva dimenticare quel brutto argomento subito, senza remore. Chissà dov’era l’altro gemello ormai. Era meglio sbrigarsi e non pensarci più, o sarebbero affondati nella disperazione.

« Tornerà, vedrai. Non ti preoccupare. » mormorò lei, spezzando quella dura maschera d’indifferenza e cordialità che si era costruita, pezzo per pezzo. Gli scombinò i capelli quasi bianchi, cercando di mettere la questione sul gioco. Ma Rupert non demorse: era suo fratello.

« Sofi... io non lo sento più. Non è... come prima. Quasi come se fosse morto, ma allo stesso tempo vivo. Collegato a questo mondo solo da pochi fili. » le disse allucinato, con lo sguardo preoccupato e triste.

Sofia non comprese bene quelle parole, come lo stesso bambino che le aveva appena dette. Eppure Ryan non c’era, pur esistendo.

« E poi... anche tu. » mormorò lui, stringendosi fra le braccia.

« Eh? » domandò lei, stupita.

« Anche tu, Sofia... è come se non ci fossi. Sei così strana. »

Lei sbarrò gli occhi nocciola, non facendosi vedere dal bambino, poi gli scompigliò di nuovo i capelli, sorridendo falsamente.

« Ti sbagli. Io sono qui. » disse, sapendo di fingere.

 

Sparkling angel

I believed

You were my saviour

In my time of need.
Blinded by faith
I couldn’t hear

All the whispers

The warnings so clear

 

Ryan guardava il mare avanzare e indietreggiare in una danza sempre uguale, ritmica, perfetta. Le onde spazzavano via tutto nel loro blu, l’odore si spandeva sulla spiaggia colpendo il suo naso più sensibile, il sole era coperto da nuvole bianche.

Aveva provato ad affogarsi.

Però non riusciva a morire in acqua. Poteva stare senza respirare, immerso in quel sogno leggero dove non vi era alcun suono, nell’acqua calma ed infinita.

Con rabbia diede un calcio alla sabbia dorata, sbuffando. Non ce la faceva... non ce la faceva più.

Sentiva la trasformazione che accelerava, mutando il suo corpo in quello di un mostro.

La febbre persisteva e sentiva caldo, fuoco dentro le vene, mentre si alternavano momenti di grande forza e di grande debolezza; già i suoi denti più appuntiti avevano squarciato la pelle della bocca, pronti a sostituire quelli normali nella trasformazione solita dei vampiri “superiori” e riusciva a vedere di notte. Inumano.

Cosa doveva fare per morire?

Non avrebbe mai potuto vivere in quel modo, in un corpo morto e freddo che si cibava di sangue, odiato da tutti gli umani, innaturale – la Morte si era sostituita alla Vita. Lui avrebbe voluto crescere, stare sempre con suo fratello, continuare a fare scherzi, correre senza limiti.

Ora la sua vita era scappata via, catturata da mani pallide con unghia nere, da denti bianchi e lunghi, da occhi scarlatti. Che cosa poteva fare se non morire?

Era quella l’unica soluzione possibile, lo sapeva. Avrebbe voluto avere più tempo da umano... soltanto quello. Era un sogno utopistico, in quel mondo.

Si allontanò dal mare, affascinato da quella distesa blu. Forse sapeva cosa fare... combattere contro uno come lui, un vampiro.

Corse veloce verso la cava dei positivi, in cerca di qualcuno che avrebbe potuto porre fine alla sua vita.

 

All’entrata della cava non c’era nessuno, le guardie erano tutte sotto, sentinelle grevi a bloccare le porte degli edifici. Lì c’era solo Adam, appollaiato su una roccia a guardare il cielo plumbeo, di vampiri nemmeno l’ombra.

Eppure... quando passò accanto al ragazzo percepì qualcosa di diverso. Ora poteva sentire quell’odore particolare, tanto simile a quello della maledetta bambina che l’aveva trasformato. E anche al suo nuovo profumo.

« Tu sei come me? » chiese flebilmente, con gli occhi sbarrati dallo stupore.

Adam si voltò verso di lui, osservando i mutamenti che stavano colpendo Ryan. Gli occhi erano rossi, anche se il bambino non poteva saperlo, e la pelle diafana era ancora più pallida.

Il ragazzo annuì.

« E Sofia lo sa? » domandò il bimbo a voce più alta, stupito da quella rivelazione. Adam era un vampiro... ed abitava nella villa bianca, sicuramente aveva a che fare con gli altri mostri che avevano attaccato quella sera...

Il più grande ghignò.

Ryan fece una smorfia disgustata: Sofia lo sapeva, Sofia lo sapeva!

Traditrice.

Doppiogiochista.

E lui che le voleva tanto bene, quasi fosse sua madre. Sofi era sempre stata con loro, li aveva accompagnati nella vita, avevano giocato insieme tutti i giorni... e ora tutto andava in frantumi. Scaglie di vetro che facevano male sul suo cuore ancora mezzo umano.

Si ritrovò con le lacrime agli occhi per la rabbia. In fondo poteva ancora piangere, né umano né vampiro al cento per cento.

Poi ragionò: Adam poteva porre fine a quella mostruosità.

« Mi uccideresti, per favore? » chiese il bambino, alzando il suo sguardo deciso.

L’altro lo fissò stranito, non capendo bene quello che voleva dire. Ma Ryan lo guardava senza remore, serio, composto: pronto alla propria fine.

Allora Adam sorrise, gli passò una mano fra i capelli chiarissimi e poi scese al collo, dove serrò le sue eleganti dita attorno alla carotide del piccolo. Non poteva più soffocarlo, ma poteva spezzargli il collo e poi bruciarne il corpo.

Non vide paura negli occhi del piccolo, solo un po’ di ... amarezza.

« Addio Rupert. » mormorò soltanto Ryan, poi chiuse le palpebre, attendendo. “Addio Aiedail... addio Sofia. Ti voglio bene lo stesso.”

Adam strinse un po’ più forte, chiudendo gli occhi blu mare, e un gemito soffocato si levò nell’aria, a simboleggiare la sua morte prima di diventare un vero vampiro. Il vampiro scrutò quel corpo da bambino, lo bloccò a terra e tracciò un cerchio alchemico elementare che tutti i vampiri conoscevano: la Stella di Fuoco.

Qualcosa che tramutava il terreno lì sotto, accumulando materia, e successivamente si accendeva in una vampata di fiamme.

Ardere era l’unica via per perire, l’ultima risorsa per i “superiori”. Non potevano essere eliminati così facilmente come i vampiri normali, e questo fuoco rendeva un vampiro uguale ad un umano... c’era sempre una strada per morire.

Nemmeno l’eternità fermava la morte.

Così Ryan avvampò in quelle fiamme azzurrine, con gli occhi chiusi e un sorriso pacifico sulla testa piegata in modo innaturale. E si spense dopo qualche minuto, ridotto in un cumulo di ceneri, che si sparsero al primo soffio di vento, ricadendo nella cava oscura.

Adam fissò quella polvere grigia disperdersi nell’aria, volare sui positivi rinchiusi in quelle carceri. Piegò le labbra in una smorfia triste: il suo compito l’aveva svolto, ma si chiedeva se Sofia... lasciando perdere si voltò, dando le spalle ai resti dispersi di Ryan.

 

Sofia... ho paura per mio fratello.

 

 

 

***

Fine Seconda Parte

 

 

 

 















Intanto: mi spiace per il ritardo!! tantissimo! >_< Mi ero data una data (gioco di parole XD) entro cui finire, ma puff. Niente! Scusatemi ç__ç Alla fine però sono riuscita a scrivere e credo sia questo l'importante (forse XD).
Rispondo a una domanda ricorrente: Per quanto riguarda Violet e il suo gesto, un vero motivo non c'è: lei è capricciosa e in quanto tale, le è piaciuto l'interesse di Ryan per lei e l'ha voluto calpestare. Si è spinta un po' troppo in là, ma credo che la sentiremo parlare ancora di questo fatto con Max o Adam, in futuro. Insomma, Violet è strana e non la capiscono nemmeno io XD Ma è rimasta colpita dalla cosa che ha fatto lei stessa xD
Poi: il titolo del primo cap è una frase di Jesus of Suburbia dei Green Day, mentre il pezzo in mezzo al secondo capitolo è dei Within Temptation, Angel:

Angelo splendente,
Credevo
Tu fossi il mio salvatore
Nei momenti di bisogno.
Accecata dalla buona fede,
non sentivo
Tutti i mormorii,
I segnali così chiari.

Sì sì. Voglio ringraziare tantissimo i 46 preferiti, chi ha segnalato la storia ad EFP finendo così fra Storie Scelte (woooow! *__*), chi ha recensito:

artemis5: Mi piace incasinare le cose *__* XD E non avere validi motivi per farlo o per le cose che accadono nelle storie xD Grazie <3
mikiybiky: Uella Silvia :) I bambini crescono i fretta ç__ç Ahhh, mi manca Ryan - ma così era e così è xD Viò è come dici tu ò_ò Boh! Non ti preoccupà, priam o poi Adam e Sofi torneranno protagonisti XD Grazie!! *_*
Nausicaa212: E adesso come stai? Meglio? ^^ Spero di sì! Buaahha. Sono felice che Max ti sta sui cosidetti! (non è normale ò_ò) vuol dire che riesco a far appassionare, odiare, amare ecc ai lettori +__+ Bene, sono felice che ti sia piaciuto il cap. Grazie mille >w<
lisettaH: Nee-san, che sarà sarààà! XD Che bello che ti piace Maximilian +.+ Ottimo ottimo! Grazie per esserci sempre *_*

Poi voglio ringraziare in modo enorme - enorme enorme - a Livia, che ha scritto due fic su Positive Blood. E ora le pubblicizzo, naturalmente: Puzzle su Violet e Felicità su Sofia. Sono entrambe bellissime, ve le consiglio caldamente >w< E non so nemmeno se ho mai pubblicizzato le altre fic, ma Liv ne aveva scritta un'altra su Sofi e lisettaH altre due (L): Nobody's Home sul rapporto di Sofi e suo padre, A song of Storm and Fire sulla coppia JackLogan (ghgh XD), e una fic dove Liz ha usato Sofi e Adam in un altro contesto: Vicini di letto a Rating Rosso.

Ce ne sono cose da farvi vedere!, come ultima un gioiellino su Pb. (partendo dall'alto, da sinistra verso destra: Rupert, Violet, Maximilian, Adam, Sofia, Armelia, Juliet, Gabriel, Hassan)

Thanks. A presto, si spera, Kò!

   
 
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