Se c'era una cosa che non riuscivo a tollerare, era la debolezza. Non la debolezza fisica, ma quella psicologica, causata spesso e volentieri da una dipendenza per qualcosa o per qualcuno. Mi stupii non poco quando mi resi conto di sentire il bisogno di andare almeno una volta al giorno al 7th Heaven.

La sera il locale si animava e mi capitò molte volte di cambiare idea e di tornare sui miei passi. Ero un ragazzo a cui non andavano molto a genio il frastuono e le persone rumorose. Quella sera però me ne fregai e entrai lo stesso. Vidi che tutti gli sgabelli al bancone erano occupati, così mi sedetti a un tavolino vicino alla finestra e aspettai che passasse Tifa a chiedermi cosa volevo. Lavorava da sola nel bar e immaginai che la sera per lei dovesse essere pesante; eppure dopo una decina di minuti la vidi spuntare da dietro al bancone, preparare due drink e rivolgere lo sguardo verso di me. Alzò un sopracciglio a mo' di domanda e in risposta le mostrai il palmo della mano. Annuì e sparì di nuovo nella confusione del bar. Distolsi lo sguardo, lo rivolsi di fronte a me ed ebbi un sussulto. Il ragazzo di SOLDIER era seduto al mio tavolo, la schiena appoggiata alla sedia, le braccia incrociate al petto e gli occhi fissi sulla finestra alla mia sinistra, nonché alla sua destra.Cercai di far finta di niente e quando Tifa alzò il braccio mi fiondai al bancone, presi il drink alcolico e tornai a sedermi, sperando che il ragazzo fosse scomparso. Invece era ancora lì, fermo e immobile, nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato.

Tra noi non c'era mai stato nessun tipo di contatto, né fisico né visivo, e non mi aveva nemmeno mai parlato. Pensavo fosse logico, del resto lo ritenevo essere un'allucinazione causata dal Mako.
 

Mi concentrai sul drink ignorando sia gli sguardi curiosi degli altri clienti sia il ragazzo di SOLDIER, e persi la cognizione del tempo. Quando mi ripresi mi accorsi che il locale era ormai vuoto.

-"Sei ancora qua?"- mi domandò Tifa dal bancone.

-"A quanto pare..."-.

Quando anche l'ultimo cliente se ne fu andato, mi abbandonai a qualche attimo di sconforto e appoggiai la testa sul tavolo.

-"Non mi dire che non sai reggere nemmeno un bicchierino d'alcool"-.

-"Non è quello. E se proprio vogliamo dirla tutta, non era un bicchierino"- risposi.

-"Ah davvero?"- disse appoggiandosi coi gomiti al bancone -"Allora cos'è che ti turba? Sai, a forza di stare a contatto con tanta gente, e spesso alcolisti, ho sviluppato un certo fiuto per i problemi"-.

-"Io non sono un alcolista"- biascicai.

Lanciai un'occhiata alla sedia dall'altra parte del tavolo e mi sentii sollevato nel constatare che il ragazzo era sparito.

-"Depressione?"- continuò Tifa. -"Potrebbe essere depressione; ma per cosa? Motivi economici? Sociali? Questioni amorose?"-.

-"Piantala, sono solo stanco"-.

Per qualche strano motivo mi scappò un sorriso. Sia io che lei ce ne accorgemmo.

-"Ma dai...!"-.

Le lanciai un'occhiataccia, mi tirai su e volsi lo sguardo verso la finestra, appoggiando il mento sul palmo della mano. Calò un pesante silenzio imbarazzante, e solo dopo qualche minuto Tifa trovò il coraggio di parlare di nuovo.

-"Dopo domani chiudo il bar; vado... in ferie"-.

-"Mh..."-.

-"Torno qualche giorno a Nibelheim"-.

Nibelheim. Per un attimo avvertii una fitta alla testa.

-"Senti Cloud, perché non vieni con me? Andarsene qualche giorno da Midgar non può che far bene, specialmente a uno come te..."-.

-"Uno come me?"- domandai divertito.

-"Sì, cioè... Te l'ho detto, sei depresso"-.

Alzai le spalle e continuai a guardare fuori dalla finestra. Non avevo mai pensato di tornare a Nibelheim, e mi sorprese il fatto che Tifa mi avesse chiesto di tornarci con lei. Forse aveva ragione, avevo bisogno di allontanarmi un po' da Midgar; avevo anche degli incarichi da svolgere da quelle parti, quindi avrei potuto incastrare i miei impegni senza alcun problema. Certo, l'idea di viaggiare con lei non mi entusiasmava più di tanto, però per una volta potevo mettere da parte quella mia sorta di misantropismo e sforzarmi di essere più umano.

-"Ti dirò, non è una cattiva idea..."-.

Girai la testa per potermi rivolgere direttamente a Tifa e il sangue nelle vene mi si raggelò nell'incontrare uno sguardo azzurro intenso penetrante: il ragazzo di SOLDIER era tornato, e mi stava fissando. Per la prima volta si era instaurato tra di noi un contatto diretto.

-"Lo so che non è una cattiva idea. Allora che fai, vieni con me a Nibelheim?"-.

Aprii la bocca per rispondere ma non ne uscì nessun suono; non riuscivo a distogliere lo sguardo dagli occhi del ragazzo dai capelli neri.

-"Cloud?"- mi chiamò Tifa esitante.

-"N-Nibelheim?"- dissi in un sussurro.

Il ragazzo di SOLDIER, sempre fissandomi, scosse lentamente la testa. Il ciuffo di capelli che gli ricadeva sul viso ondeggiò con esso. Cosa stava cercando di comunicarmi?

-"Tutto bene? Mi sa proprio che non sai reggere l'alcool"-.

-"Nibelheim, sì..."-.

Nel brevissimo lasso di tempo in cui lanciai una rapida occhiata a Tifa, il ragazzo scomparve, lasciandomi una stranissima sensazione addosso.