Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Niaile    12/12/2015    6 recensioni
La Damnatio Memoriae consiste nell'eliminare ogni traccia di una persona, eliminare il ricordo dell'esistenza di quella persona.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buona lettura:


-Oblivion!


* * *


Era sempre così. Il 12 dicembre Harry aveva mal di testa, ormai da un paio d'anni. Il perchè non lo sapeva, semplicemente anno dopo anno aveva capito che in quel giorno lui stava male. Cosa era successo il 12 dicembre? E quale 12 dicembre? Ormai se n'era accorto da 5 anni, ma prima?

Quella mattina si era alzato, aveva bevuto il solito caffè amaro e poi era andato a lavoro. Non faceva mai colazione e a metà mattina aveva sempre fame, ma quel giorno, quel 12 dicembre, come da copione, sarebbe stato tutto il tempo con la testa sul tavolo e pozioni antidolorifiche accanto.

-Harry..

-Hei ciao, Ron!
-Stai male?

-Già.

-Ma nessun medimago ti ha mai risposto?

-Non credono alla storia del “12 dicembre”.

-Effettivamente è strana.

-Già. -Comunque oggi c'è la festa della piccola Rose, vieni vero?-

-Ci sarà Ginny?

-...

-Ron, non,,

-Harry è mia sorella. E siete stati 4 anni insieme.

-Ma da un anno non ci parliamo!
-Quindi stasera inizierete.

-Ron, ti prego.

-Vieni però!

-Si. Ora vattene che mi hai aumentato il dolore.- gli tirò un fascicolo in faccia, ma i riflessi sviluppati dal quidditch aiutarono il rosso a scansare e chiudere la porta subito.

Non voleva rivedere Ginny. Non voleva parlarle, non voleva sentire la sua voce, non voleva ricordarla. Sarebbe stata ovviamente splendida ma lui sapeva bene che dentro era marcia.


FLASHBACK

Pioveva, il cielo era continuamente rischiarato dai lampi e i tuoni erano tremendi. C'era una bufera a Grimmauld Place e dentro il nr 12. C'era tanto freddo quella notte e le rivelazioni a metà erano ghiaccio rovente.

-Non mi hai mai amata. Mai!

-Ginny, ma che dici? Sai che sei sempre stata importante per me.

-Io sono stata solo un pezzo con cui riempire un vuoto.

-Ma Ginny, di cosa stai parlando?

-Me ne vado Harry.

La rossa aveva tentennato un po', avrebbe detto tutto se lei non fosse stata veramente innamorata. Però era troppo. Tutto quello era troppo. Quei quattro anni erano stati pura sofferenza e Harry non capiva. Come poteva in fondo? Lui non sapeva nulla, ma lei si. Lei sapeva tutto e nonostante ciò lo aveva accettato. Aveva accettato per amore, perchè era convinta di poter farlo innamorare veramente. Ma lui no, lui non l'avrebbe amata mai e quella sera ne era un esempio. Era tornato tardi da lavoro, lei era stata impeccabile, si era fatta trovare in pigiama a tavola, non aveva mangiato nulla nonostante la fame e l'ora perchè aveva aspettato lui, la cena calda sul tavolo e un sorriso amorevole a incorniciare il tutto, lui era sbucato dal camino, le aveva rivolto un cenno ed era andato a dormire, non le aveva detto nulla, non le aveva neanche detto che non sarebbe tornato e lei come una cretina l'aveva aspettato. Questo, Harry, non l'aveva considerato come una mancanza di rispetto, perchè era stanco, perchè aveva avuto una giornataccia, perchè gli faceva male la testa e perchè ogni santa sera lui si sedeva con lei e mangiava. Ginny invece avrebbe voluto il bacio che non gli aveva mai dato né a inizio giornata né alla fine, avrebbe voluto quella considerazione che lei gli concedeva sempre instancabilmente, avrebbe voluto una carezza tra i capelli e un grazie, anche sussurrato, avrebbe voluto dei figli, una famiglia, il lieto fine che era spettato a chiunque tranne che a lei. Invece Harry stava tutto il giorno a lavoro, non la chiamava, non la cercava, nulla. Non provava neanche a chiederle di fare l'amore. Non lo facevano da anni ormai. Perchè?

-Io ti amo.

-Mi ami? Cosa ami di me, Harry?

-Beh...

-Ami i miei sorrisi? Il mio profumo? Il mio tacchino ripieno? Il mio corpo morbido? I miei sospiri? Gli orgasmi che non mi doni più? Cosa Harry?

-È tutto un problema di sesso quindi?

-Sesso?

-...

-Harry. Vaffanculo!
-Dimmi cosa c'è almeno! Non puoi mandare al diavolo quattro anni!!!

-Quattro anni di cosa?

-Di noi...

-Ahahah...- e quella risata amara aleggiò in casa tutta la notte. Ed Harry si chiese perchè Ginny lo avesse lasciato così, senza nessun motivo, fin quando poi, dopo pochi giorni, non la vide a Diagon Alley mano nella mano con un uomo che non era lui. Allora capì.

FINE FLASHBACK


Ricordare gli faceva male. Chiudere gli occhi e cercare di rivedere momenti passati gli procurava un tremendo male fisico. Mal di testa atroce, che il 12 dicembre diventava inferno, mal di pancia e tremori incontrollati. Non sapeva cosa gli era successo. Per lui la vita era sempre stata così. C'era un buco vacuo posto cinque anni addietro e da quel buco venivan fuori verità che lui dava per scontate.

La giornata al lavoro fu lenta e noiosa, non successe nulla, lesse i fascicoli che soggiornavano da settimane sulla scrivania, bevve qualche pozione corretta con del caffè, mangiò, non parlò con Ron e poi andò via. Il 12 dicembre era sempre così. Sempre? Il sempre che lui ricordava. Odiava quella strana sensazione di star sbagliando, ma non poteva farci nulla. Prima di tornare a casa passò al Ghirigoro a comprare un libro per la sua piccola Rose che, per fortuna, di Ron aveva solo i capelli e le lentiggini, e poi andò a casa a cambiarsi. Pensò di vestirsi bene, di sistemarsi per davvero come non faceva da quando Ginny se n'era andata, pensò anche di chiamare un donna da compagnia, fingere di aver trovato l'amore, poi però scese in cucina, si scolò mezza bottiglia di whisky e rise di se stesso. Aspettò l'ora esatta e si smaterializzò a casa dei suoi migliori amici, con la voglia di tornare a casa pari alla sbronza che stava iniziando.

-Hei Harry.

-Ciao Hermione.

La riccia gli baciò la guancia, malamente sbarbata e poi lo rimproverò, delusa.

-Hai bevuto.

-Sto bene, Hermione.

-E allora perchè hai bevuto?

-Dov'è Rose?

-Con Ginny...

-C'è anche lui.

-Si.

-Vado in bagno.

Il liquore non perse tempo a riversarsi nel water. Harry era inginocchiato e gli girava tutto. La testa che gli stava scoppiando e lui che senza farci caso graffiava la cicatrice. Era un suo vizio, una sua fissazione, incolpava lei per quel mal di testa, l'unico motivo che risultava credibile. Poi Hermione aprì la porta e lo aiutò ad alzarsi e a sciacquarsi nel lavandino.

-Perchè non le dici che ti manca?

-Perchè la odio!
-Non ci avete mai detto cosa è successo.

-Lei aveva un altro. Ti ho sempre risposto io.

-Lei ti amava.

La risata amara di quella sera tornò a rimbombare dentro il moro che non poté fare a meno di ridere amaramente a sua volta.

-Lei amava il prescelto. Non me!- abbandonò l'abbraccio dell'amica e scese giù, pronto a riaprire vecchie ferite.

-Zio Harryyyy.- Rose andava pazza per Harry, come d'altronde Harry andava pazzo per lei. Era l'unica persona ad alleviare i suoi mal di testa, soprattutto quelli del “12 dicembre”.

-Guarda cosa mi ha regalato zia Ginny.- solo in quel momento Harry si azzardò a guardarla. Non la vedeva da un anno. Eppure era identica a ciò che aveva immaginato. Splendida.

-Che bel libro!

-Parla di Hogwarts.

-Così anche tu potrai vantarti di averlo letto.- le accarezzò i capelli e le diede il suo regalo. Rose aveva compiuto 10 anni. Era ora di Hogwarts ormai.

-Oohh.. ma è lo stesso!- l'adorabile broncio fece ridere anche Ginny ancora persa in quella carezza che non aveva mai ricevuto e che la fece ingelosire tantissimo.

-Aprilo!- la bimba lo aprì e dentro vi trovò “Il quidditch attraverso i secoli” -Magari diventi la perfetta erede di papà.

Ron rise felice e abbracciò il suo vecchio amico

-Bene andiamo a mangiare?

-Ma gli altri?

-Sono tutti in Romania, anche Charlie oggi fa gli anni!

-Oh, vero!- Harry aveva completamente abbandonato la famiglia da quando era stato abbandonato da Ginny. Tranne Ron ed Hermione perchè loro erano... Ron ed Hermione.

La cena era buona, la compagnia gradevole, l'uomo di Ginny pessimo ma Rose aveva occhi solo per Harry quindi il ragazzo riuscì a superare il tutto.

Poi arrivò l'ora di andare a casa. Finalmente poteva andare a dormire e domani il mal di testa sarebbe scomparso. Però un battito d'ali riportò l'attenzione in cucina.

-Harry è per noi. Dal ministero.

-Cos'è successo?

Ron aprì la lettera e si accigliò.

-Malfoy.

Ecco un'altra delle stranezze della vita di Harry. Appena sentiva “Malfoy” iniziava a tremare e il suo cuore era tutto un unico battito. Entrava in crisi. Stava male. Soffocava. Non lo vedeva da cinque anni, ma sentiva parlare di lui continuamente. Era un mangiamorte nonostante non volesse mai diventarlo e lo avesse difeso più di una volta. Al suo processo, Harry aveva deposto a favore per lui. Draco non lo aveva mai ringraziato. Non lo aveva mai guardato negli occhi e la cosa che Harry odiava era che lui, invece, avrebbe guardato i suoi per il resto della sua vita. Anche in questo caso non ne sapeva il perchè.

-Andiamo- prese una mano del rosso e si smaterializzò al ministero.

Il suo ufficio era invaso da promemoria e i fascicoli si producevano a decine.

-Ma cos'è successo?

Una strillettera lo individuò e si aprì

-SIGNOR POTTER, COME CAPO DELL'UFFICIO AUROR MI ASPETTAVO UN DETERMINATO TIPO DI INTERESSE PER I PROBLEMI DEL MINISTERO. VENGA SUBITO NEL MIO UFFICIO.

Ron uscì in fretta e Harry lo seguì preoccupato.

-Oh, finalmente. Ma dov'eravate?

-I nostri turni sono finiti da un pezzo. È notte.

-E mia figlia ha fatto il compleanno.

-Bene. Intanto Malfoy è in fin di vita al San Mungo.

Il rumore secco della smaterializzazione fece zittire i due uomini.

Harry si ritrovò davanti la porta chiusa della camera di Malfoy. Per quale motivo lo aveva fatto? Perchè provava questo rumore sordo al petto? Per quale motivo aveva questo bisogno sfrenato di sapere che dietro quella porta tutto andava bene? Cosa gliene fregava di Malfoy? Eppure gli mancava il coraggio per rispondere. E per aprire la porta.

-Harry. Ma che ti prende?

-Vai a vedere come sta.

-E perchè non entri?

-Ron. Ti. Prego.

L'amico entrò, era confuso ma il ministro gli aveva detto che Malfoy era stato affatturato e pestato a morte da alcuni ragazzi in un vicolo di Nocturn Alley. Avevano riconosciuto in lui l'ultimo mangiamorte libero e il bisogno di giustizia li aveva spinti a procurarsela da sola. Draco finiva spesso in ospedale per motivi simili e il ministero, che tentava in tutti i modi di far cessare questa violenta sete di giustizia assurda, ormai non ne poteva più. Ron perse tempo là dentro e la curiosità stava divorando il moro. Voleva sapere. Ma aveva paura.

Poi Ron uscì. La faccia bianca. Il sangue scomparso da tutto il corpo. Una postura rigida. E i denti che digrignavano.

-A me non fotte niente di Malfoy. Potrei anche dire che alla fine se li merita tutti i guai in cui si trova. Però poi tu sottolinei che Malfoy è solo un cretino, un bullo da quattro soldi, ormai cresciuto, e i sensi di colpa mi assalgono. Dobbiamo trovare quei quattro farabutti. Stavolta hanno proprio esagerato. Malfoy domani si trasferisce in Francia... faremo scomparire tutta la sua esistenza. Ci aspetta un lungo lavoro. Andiamo!
E Harry avrebbe veramente voluto afferrare la mano del suo migliore amico e smaterializzarsi in ufficio, ma quell'ultimo dettaglio, quel “si trasferisce in Francia” lo aveva incollato sul posto. Non era in grado neanche di muovere gli occhi. Dopo pochi minuti o forse solo poco prima del trasferimento, una strana forza mosse i suoi passi e aprì la porta. E quello che vide fu in grado di fargli rimettere le intere bottiglie di whisky che si era scolato in tutti quei cinque anni in preda ai mal di testa.

-Dr-draco.- un flebile sussurro che tuonò nella mente del moro e che impaurì a morte il biondo.

-Ch-Che ci fai qui?

Non si vedevano da cinque anni. Draco aveva fatto in modo che tutto ciò che riguardasse lui non finisse mai nell'ufficio di Harry, ma quella sera stava troppo male per fregarsene di chi lo avrebbe aiutato.

Lo stomaco chiuso, le orecchie che fischiano, la lingua impastata, il cuore impazzito. Sguardi che sfuggono. Richiami che stonano. Bugie a dividere e la verità a spaventare.

Draco era coricato in un letto troppo piccolo con lenzuola troppo bianche,era pieno di bende che non riuscivano a celare il sangue, i graffi martoriavano la pelle candida e il collo era circondato da una troppo poco sottile riga violacea. Il labbro spaccato e il sopracciglio pieno di sangue represso.

-Come ti hanno combinato...- gli si avvicinò tutto d'un tratto, senza avere la minima idea di quello che stava facendo. Draco si ritirò, cercò di non farsi toccare e quel gesto bruciò la mano di Harry, che si fermò.

-Scusa.

-Potter. Vattene. Domani me ne vado. Nessuno si ricorderà di me. Io non esisterò più. La mia intera esistenza sarà eliminata con un secco colpo di bacchetta. Io stesso dimenticherò tutto. E tu...

Harry non lo lasciò finire. Girò su se stesso e se ne andò. Draco rimase ad osservare il vuoto e nonostante il dolore, pianse. Gli bruciava tutto ma le lacrime scorrevano comunque. Muoversi gli costava fatica ma piangeva con tanta rabbia da non far caso agli scatti che lo prendevano di sorpresa. Non aveva paura di essere dimenticato. Aveva paura di dimenticare. Perchè lui era l'unico a ricordare.

-Mi dispiace Harry. Mi dispiace così tanto. Ho conservato gelosamente i ricordi più belli di quell'anno, ho conservato gelosamente tutto ciò che era stato nostro. Ho conservato gelosamente te... ti amo!

Harry si ritrovò a casa senza nessuna forza. Senza nessuna sensazione. Soltanto con il costante presentimento di aver dimenticato qualcosa di importante, quel presentimento che preannuncia l'inizio e la fine dei mal di testa del 12 dicembre.

-Ma cos'è???

Si scolò la restante mezza bottiglia di whisky e si smaterializzò nel suo ufficio. Non pronto per l'indomani.

L'alba arrivò in fretta, Ron si presentò con il solito caffè della mattina e appena vide lo stato in cui versava, sbottò

-Ma che hai?

-Non urlare!

-Non urlare??? Sei con i vestiti di ieri, con la barba fatta a cazzo, c'è una puzza di alcool assurda e hai due occhi rossi da far invidia a Voldemort.

-Non urlare!
-Bah. Io vado dal ministro. Ciao.

-No aspetta.

-Perchè t'importa così tanto di Malfoy? Perchè ieri ti sei comportato in quel modo? Perchè continui a non parlarmi? Harry non puoi pretendere sempre che noi ci siamo. Perchè ad un certo punto ci stanchiamo. Io rivoglio il mio amico. Quello di cinque anni fa!!!!

-Il problema è che io NON RICORDO NULLA!

-Già...

Ron non ci credeva. Non ci aveva mai creduto. Ma era la verità e lui odiava questa situazione come chiunque.

-Andiamo.

Purtroppo arrivarono tardi, anche quella volta “il caso Malfoy” non era spettato a Harry, e quindi Draco ormai non era più.

-Ma perchè ieri tutto quel trambusto e oggi nulla?????? PERCHÈ??

-Harry. Calmati.

-Già. Calmarmi. Già.

Non ascoltò nulla di quello che gli venne detto, semplicemente aspettò che calasse il silenzio e se ne andò.

Passeggiava nelle vie della Londra Babbana piene di gente che di lui non sapeva nulla. Per loro Harry non era, non esisteva. Come si sentiva Malfoy? Come ci si sentiva a non esser più? Ma perchè Malfoy continuava a massacrargli la testa?

-Devo trovarlo.

Come farlo era impossibile. Si sedette su una panchina e inspiegabilmente iniziò a piangere.


* * *


-Dov'è Harry?

-A casa.

-Non c'è!
-Ginny qual'è il problema?

-Devo parlargli?

-Perchè?

-Hermione. Ti prego.

-Ma perchè non dobbiamo sapere nulla?

-Perchè odio essere la sola a ricordare. E lo odieresti anche tu!
-Oh, ciao Ginny.

Ron entrò in quel momento nella sua cucina, baciò la moglie e Ginny sussultò, ma strinse i pugni.

-Devo vedere Harry.

-Non è a casa sua? Effettivamente dopo tutta la storia di Malfoy era un po' scosso?

-Beh, era stato una persona importante, bene o male, tutti siamo un po' scossi.

-Ron, quanto tempo abbiamo prima di dimenticare tutto su Malfoy?

-Un'ora circa.

-Devo assolutamente trovarlo.

-Ma cosa succede?

-Ron. Ti prego.- era stata Hermione ad intervenire, Ginny la guardava riconoscente ma aveva fretta.

-Di solito si rifugia nella Londra Babbana.

Neanche il tempo di ringraziare, che la rossa si smaterializzò. Si diresse nel parco accanto al ministero e grazie al destino lo trovò.

-Harry.

Il moro non alzò lo sguardo, ma sussultò. Ginny si rassegnò a finire la sua storia nella stessa maniera in cui iniziò: Harry in lacrime e un incantesimo di memoria.

-Devo raccontarti una storia.

-Non è il momento.

-Harry. Ti prego, guardami!

-Perchè?

-Perchè ho bisogno di guardare i tuoi occhi verdi.

L'ex Grifondoro, allora, la guardò ma non vide altro che una ragazzina troppo magra, con i capelli troppo rossi e il viso troppo lentigginoso. Ginny non era bella in quel momento, forse non lo era mai stata, eppure Harry si accorse di tutto il male che le aveva procurato e alzò la mano ad accarezzarla. Ginny scottò sotto quella carezza, si rese conto di non meritarsela e si allontanò.

-Hai sempre avuto ragione, Ginevra. Io non ti ho mai amata.

-Harry...

Iniziò a piovere, una pioggerellina tranquilla, che li bagnò e che confuse le lacrime.

-No. Non mi hai mai amata perchè tu hai sempre amato Draco.

Fu come un fiume in tempesta. Fu come l'implosione di una stella, l'eruzione di un vulcano, l'urlo isterico di un bambino appena nato. Fu come il gelo che lo colpì quando Draco pronunciò quell'Oblivion a tradimento.

-Siete stati tutto il sesto anno insieme. Non so bene come la vostra storia sia iniziata, né come sia stata. Ma so com'è finita. Eravate alla riva del Lago Nero. Tu piangevi e Draco sussultava. Tentavi di baciarlo ma lui ti sfuggiva. Gli dicevi ti amo e lui gridava che invece dovevi odiarlo perchè era un mangiamorte. Allora rispondevi che non te ne fregava nulla del marchio e lui ringhiava che avrebbe anche potuto ucciderti. Poi tu gli hai detto che lasciandoti lo stava già facendo. Si è fermato di colpo e ti ha baciato. Ti ha chiesto scusa. Ti ha dato appuntamento per quella sera, nella solita stanza al solito orario, aveva detto e ha aspettato che tu te ne andassi per colpirti con l'Oblivion...

-Draco...

-Poi è scappato, balbettava ti amo e scusa fra le lacrime, si mordeva le dita e si graffiava il marchio...

-Draco...

-Solo quando se n'è andato ti ho raggiunto. Avevi anche sbattuto la testa e quindi ti faceva male. Ripetevi che avevi mal di testa e che avevi la sensazione di aver dimenticato qualcosa...

-E tu...

-Si, ti ho baciato, ti ho detto che non dovevi allenarti con il buio perchè poi era normale che inciampavi...

-E mi hai detto ti amo..

-E non hai risposto...

-Mi hai fatto credere di stare insieme.. mi hai spinto a credere di amarti..

-Scusa.

-Mi hai rovinato la vita!!!!

-Scusa...

-Ginny io... io lo amo... e lui ama.. amava me....

e poi un leggero senso di smarrimento li colpì entrambi. Si guardarono negli occhi. Si chiesero cosa fosse successo. Poi Ginny si alzò e tornò dal suo uomo. Harry rimase ad osservare il cielo che si stava liberando dalle nuvole. Una aveva una forma strana, sembrava un piccolo furetto bianco. Harry sorrise e tornò a casa. Nel baule che non apriva da cinque anni una foto di lui sulla scopa volta a guardare, felice e innamorato, qualcuno che ormai non c'era più, a ricordarlo una scopa che volava, vuota. Dietro una dedica: 12 dicembre... un anno di noi!

In Francia un uomo dai lisci capelli biondi e gli occhi tempesta credeva di chiamarsi Antoine.













Pensieri e Parole:

Piango da sola. Non sto bene lo so! Ho sistemato la mia camera oggi e ho trovato alcuni appunti sulla Damnatio Memoriae e allora, tanto per cambiare ho pensato a sti due qua che si amano e si odiano.

Spero che vi sia piaciuta!! commentino?

Il titolo... ero indecisa tra “12 dicembre” e “perchè” dato il numero sproporzionato in cui ho li ho usati xD ma dato che tutto è iniziato dalla Damnatio e dato che comunque è inerente al testo... xD

Non so Rose compie gli anni il 12 dicembre, ma Charlie ho letto su facebook, si xD

Vivogliotroppobene

Sempre vostra Nia <3

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Niaile