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Autore: Kaimy_11    13/12/2015    1 recensioni
Tra le mura congelate nel tempo del castello di Volterra, i Volturi regnano indiscussi, come paladini della legge e governatori assoluti.
Ma, se è vero che non è tutto oro ciò che luccica, anche tra i Volturi si annidano oscuri segreti e azioni non sempre nobili.
Come pietre preziose, Aro e i suoi fratelli collezionano gelosamente giovani dotati di particolari talenti, con le quali fortificano le proprie schiere. Ma per entrare a far parte dell’invincibile guardia reale non basta essere speciali.
Tra regole e doveri, vantaggi e privazioni, amori intensi e odi devastanti, la grande famiglia dei Volturi offre un’ intera eternità di potere e gloria.
Ma qual è il vero prezzo da pagare?
I Volturi richiedono una fedeltà assoluta, ma tanta devozione può portare alla perdizione.
Con cuori umani anche se immobili, anche i vampiri sanno amare. Sanno creare legami che spesso non possono essere cancellati. Sanno sognare, sperare e desiderare di correre contro corrente.
Ma la legge si rispetta. Non ci sono seconde possibilità.
Genere: Guerra, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demetri, Jane, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più libri/film
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1. Tempesta

 

 

 

 

 

Il colpo che mi arriva, con tremenda precisione, dritto fra le costole, mi costringe a piegarmi su me stessa e ad indietreggiare.

-Sei patetica!- Mi aprostofa il mio avversario. -Questo avrebbe potuto pararlo anche un bambino!-

Gli riservo un’occhitaccia, mentre mi riprendo dal suo violento attacco. Mantengo i miei occhi incollati su di lui, proprio come mi ha insenganto a fare per non dare al nemico la possibilità di cogliermi di sorpresa.

Il suo volto affilato ed elegante gli conferisce un’ aura austera, anche inquietante nella maggior parte delle volte, soprattuto quando le sue labbra sottili, appena disegnate, si arricciano in un ghigno crudele.

-Vorrei tanto vedere se saresti ancora capace di farle lo stronzo, se usassi contro di te il mio potere...- Soffio fra i denti, indispettita.

Ma in risposta ottengo una sua sonora risata.

-Ed è proprio per questo che siamo qui, cuccioletta!- Mi risponde. -Per renderti in grado di difenderti anche senza il tuo particolare talento.-

-E pensi di insegnarmi a combattere massacrandomi?-

Esibisce un sorisetto arrogante e si passa una fra i capelli dorati, scompigliandoli ancora di più. -Se avessi voluto farti male sul serio, ti avrei lasciato affrontare Felix.-

-Sto iniziando a pensare che ti diverta infierire su di me.- Mi scosto e l’osservo. -Magari mi hai scambiata per  una delle tue prede, Demetri!-

Il suo sorriso si amplia fino a diventare famelico, mentre il rosso pericoloso dei suoi occhi scintilla. -Sai benissimo quanto mi diverta la caccia, e sai anche che saresti una preda molto allettante per me.-

Incrocio le braccia al petto e gli indirizzo un’occhiata di sfida. -Forse dovresti dedicarti a vittime più indifese, mgari qualcuna alla tua portata!-

Demetri ride ancora, e credo lo faccia nel tentavio di farmi perdere la calma. -Più indifesa di te che non sai neanche parare un mio pugno e che non riesci a starmi lontata nemmeno per un giorno?-

Assottiglio lo sguardo e indietreggio quando lui fa un passo verso di me.

-Perchè lo sai che è questa la verità,- Sibilla, avanzando lentamente. -Sai che, alla fine, sei sempre tu che vieni a cercarmi!-

-Allora mi terrò alla larga, così vediamo come stai senza di me!-

Ride ancora, sollevando un angolo delle sue labbra seducenti, mantre mi arriva tanto vicino da riuscire ad accarezzarmi una guancia.

-Oh mia adorta Lilly, lo sai quanto mi piaci quando cerchi di fare la dura?-

Faccio una  smorfia e spingo via la sua mano dal mio viso con un gesto deciso. -Non chiamarmi con il nome di un cane!-

Ma Demetri non gradisce il mio rifiuto, non accetta mai che io mi ribelli, di fatti affila lo sguardo e mi afferra il polso fra le sue dita inamovibili.

Il sorriso che fa sta volta è molto più cattivo dei precedenti. -Stai iniziando a stancarmi...-

I nostri visi sono ad un soffio di distanza, tanto che sento il suo alito gelido sulle labbra. I suoi sbalzi d’umore sono imprevedibili quanto temibili, è il classico vampiro che passa dall’esaltazione alla furia in un battito di ciglia.

Ma ci sono abituata.

-Allora perché non mi lasci in pace e sparisci dalla mia vista!-

Dal modo in cui le sue labbra si tendono, come una ferita che gli squarcia il viso, capisco subito che la sua pazienza si è del tutto esaurita e che si sta già pregustando il momento della mia sconfitta.

Per quanto io sia pronta e determinata, non riesco a liberare il braccio dalla sua salda presa quando dicede di costringerlo in una piega innaturale dieto la mia schiena, strappandomi un lamento. Mentre mi tiene immobilizzata, con l’altra mano tenta di colpirmi allo stomaco ma riesco a spostarmi, pentendomene l’attimo dopo quando mi rendo conto di aver fatto leva sul braccio che mi tiene ancora improggionato.

Il suo secondo attacco parte velocissimo e mi colpisce al viso, togliendomi il tempo di reagire quando mi afferra con forza la gola.

-Saresti già morta!- mi fa notare con una certa soddisfazione, avvertendo lo scricchiolio del mio collo quando lo stritola.

Serro le palpebre per il dolore e tossicchio, ma finalmente mi lascia andare, forse per pietà. Vedo la smorfia di disgusto con cui mi osserva, prima di prendermi a tradimento dai fianchi per sollevarmi da terra e scaraventarmi contro la parete poco lontana.

-Fai parte del primo ordine della Guardia, hai il diritto di indossare una tunica quasi nera, e questo lo sai che significa?- Mi inveisce contro, pur mantenendo il suo solito autocontrollo.

Provo a risollevarmi ma rimango seduta con la schiena contro il muro, massaggiandomi il collo dolorante. -Che sono ritenuta una dei Volturi più potente, e che quindi non ho bisogno di questo stupido allenamento?-

-Vuol dire che dovresti essere all’altezza dei Volturi. Sei perfino la guardia personale di Marcus, dannazzione!- Sentenzia. -E non sai neanche sostenere uno scontro fisico senza affidarti al tuo potere?-

-Anche Jane ed Alec hanno dei poteri, e se sono imbattibili è solo grazie a quelli!- Strillo, arrabbiata. -Ma non mi pare che loro debano sostenere degli scontri per fortificarsi!-

-Certo, peccato che i loro poteri non abbiano dei limiti!- Mi ricorda, con un ghigno crudele. -Conosci benissimo il tuo problema, sai che il tuo potere potrebbe lasciarti in pericolo!-

Scuoto la testa e mi rifiuto di guardarlo. -Smettila, Demetri!-

-Di fare cosa?- Ringhia. -Di ricordarti la verità?-

-Posso essere più forte di te!-

-Non in una stanza al chiuso!-

Stringo i pugni, sta cercando di ferirmi, ma non posso dargliela vinta.

-Sei debole!-

-Basta!- Grido.

Si immobilizza e la sua espressione mi mette improvvisamente i brividi. -I Volturi sono venuti a cercarti e ti hanno reclutata perché pensavano che ne valesse la pena, ed invece non sei niente!-

-Ho detto basta!-

Quando un’ esplosione di vento si abbatte su Demetri e lo scaglia via, mandandolo al tappeto, avverto un attimo di sollievo che si tramuta in spavento. Non dovevo usare i miei poteri e non volevo farlo, ma ha voluto lui portarmi al limite.

-Ma brava!- Si lamenta, rialzandosi. -Giocare con l’aria è tutto quello che sai fare?-

Respiro, intensifico lo sguardo e mi concentro per spedire nuovamente a terra Demetri, ma riesce a sostenere la spinta dall’aria contro il suo petto e rimane in piedi.

-Tu controlli uno degli elementi, Lilly, l’aria. Ed è sorprendente quello che riesci a fare, ma non se sei all’interno!-

Chiudo gli occhi, protendo al massimo il mio sesto senso e provo a concentrare tutta l’aria che c’è in questa palestra sotterranea per tenerlo fermo dove si trova. Ma purtroppo ha raggione, il mio elemento qui dentro scarseggia, e la pressione che riesco ad esercitare contro di lui non è abbastanza da impedirgli di avanzare. Passo dopo passo, attraversa il muro atmosferico che dovrebbe bloccarlo.

-Se pensi davvero che basti il tuo potere a farti vincere un incontro, allora dimostramelo!-

Un brivido freddo mi attraversa, ho ancora gli occhi serrati ma percepisco il suo spostamento e so che mi sta raggiungendo, lotta contro l’aria con cui cerco di fermarlo, ma sta avendo la meglio.

Con uno scatto di rabbia e forza, spinge contro la mia barriera invisibile e la distrugge, balzando proprio davanti a me. Spalanco gli occhi e mi ritrovo il suo viso quasi attaccato al mio, tanto che trattengo il respiro.

Il suo pugno parte a velocità strabiliante e si pianta nella parete a pochi centimetri dal mio orecchio, creando un foro. Rimango paralizzata a ricambiare il suo sguardo, so bene che se avesse colpito me mi avrebbe fatto un enorme danno.

-Come vedi, non puoi paragonarti ai gemelli.- Mi sussurra. -Loro non si sarebbero fatti battere!-

Si raddrizza, si passa ancora una volta la mano fra i capelli, e sospira.

Io sono rimasta seduta sul pavimento, dentro di me sono assalita da un fastidioso senso di oppressione che mi sconvolge. Non voglio neppure sollevare lo sguardo.

-Ma non temere, continuerò ad allenarti!-

Con eleganza, mi tende la mano e vuole che accetti il suo invito ad alzarmi, ma io preferisco starmene dove sono.

-Stai facendo la difficile, Lilly?- Indaga, ad un passo dall’infuriarsi ancora.

Lo percepisco dalla sua voce.

Osservo la sua mano pallida, i muscoli tesi del suo braccio fino a raggiungere con lo sguardo il suo volto perfetto, algido e falsamente pacifico.

È esattamente così che tutto è iniziato, quasi cinquant’anni fa, quando ci siamo visti per la prima volta e sono ufficialmente entrata a far parte della famiglia dei Volturi.

-Perché mi chiami con il nome di un cane?- Chiedo, sta volta tranquilla.

Demetri mi concede un sorriso soddisfatto. -Perchè mi hai sempre detto che il tuo nome ti sembrava troppo cattivo!-

I miei occhi si perdono nei suoi, e qualcosa si riaccende in me.

Quando i Volturi mi hanno trovata, rintracciandomi grazie allo scompiglio che avevo creato, non sapevo assolutamente nulla di me. Non conoscevo il mio creatore, né sapevo come fossi diventata una vampira e non avevo nessuna memoria del mio passato. Persino il mio nome mi era sconosciuto.

I miei ricordi sono iniziati una mattina assolata, in una piccola radura nelle periferie della Toscana. Il bagliore accecante della pelle della mia mano accarezzata da un raggio di sole mi aveva terrorizzata, ma mai quanto la potente sete che mi animava e che ha guidato i miei canini dentro la giugulare di un innocente essere umano.

Il più innocente di tutti. Una bambina che si era spinta a giocare tra gli alberi, troppo lontana da casa.

Mi passo le mani sulla fronte e respiro profondamente e, quando mi riaffiora alla mente il ricordo del fiocchetto rosso intrappolato tra i riccioli biondi di quella creaturina che ho ucciso, un insopportabile senso di nausa mi svuota.

Leggende e storie dell’orrore mi avevano anticipato l’esistenza di mostri notturni bevitori di sangue e, anche se non so spiegarmi come, sapevo per certo cosa ero diventata.

Da sola e senza passato, ho trascorso sei anni a scovare tutte le creature simili a me che si nutrivano di umani, ponendo fine alle loro nere esistenze grazie al mio formidabile controllo sull’aria.

Ma mi trovavo all’interno del territorio italiano, a Firenze per la precisione, e i Volturi mi hanno trovata facilmente. Giravano voci su di una vampira spietata che uccideva quelli della sua stessa specie senza apparente motivo.

Inevitabilmente è giunto il giorno in cui i Volturi si sono presentati alla mia porta. A dire il vero, mi hanno scovata e raggiunta dentro alla casetta abbandonata fra le campagne che avevo scelto come mio rifuggio personale.

Nelle loro eleganti vesti nere e nei loro occhi scarlatti erano racchiusi tutti i motivi per attaccarli, e ci ho anche provato, ma una nebbia oscura mi aveva avvolta rendomi improvvisamente ceca, sorda e immune ad ogni sensazione.

Ricordo di aver tentato di difendermi, crendo una bufera, ma improvvisi attacchi di dolore mentale avevano avuto la meglio su di me, mischiati a quella nebbia accecante.

Soltanto adesso, dopo tanti anni, so che Marcus aveva scelto di farsi scortare proprio da Jane ed Alec perchè sapeva che sarebbero stati gli unici capaci di fronteggiarmi.

Ritornata in possesso dei miei sensi, un ragazzo affascinante e tenebroso mi aveva teso la mano, offrendomi il suo aiuto per rimettermi in piedi.

-Ci era giunta voce della tua esistenza, così ci siamo premurati di cercarti.-

A parlare era stato un uomo adulto con lunghi capelli castani ed un aspetto immensamente fragile, dato l’estremo candore della sua pelle. Rammento ancora il suo sguardo stanco ma intenso, i suoi abiti erano i più aristocratici che avessi mai visto, nascosti sotto una preziosa mantella nera.

-Grazie all’aiuto di Demetri,- Mi disse, indicando con il mento il ragazzo davanti a me che ancora mi tendeva la mano. -Siamo, con mia somma gioia, arrivati a te!-

Mi sembra di essere tornata di nuovo a quel momento, confusa e goffamente seduta a terra, mentre il perfetto Demetri se ne stava immobile davanti a me in tutta la sua magnificenza.

-Il mio nome è Marcus e desidero invitarti al nostro Castello.- Aveva proseguito l’uomo dalla pelle di perla. -Vorrei invitarti ad unirti alla nostra famiglia.-

Non guardare Marcus era impossibile, ma io tenevo d’occhio anche Demetri e i due ragazzini dai volti angelici.

-Qual è il tuo nome?-

Alla domanda di Marcus, avevo abbassato la testa.

-Il mio signore ti ha fatto una domanda!-

La minaccia di quel Demetri mi era arrivata forte e chiara, ma non avevo potuto fare altro che guardarlo di traverso.

-Non lo so!- Erano state le mie prime parole.

Mentre Demetri e Jane avevano fatto una smorfia di rabbia, pronti a farmela pagare per l’insolenza dimostrata, Marcus si era preso del tempo per riflettere.

-Se non lo rammenti, dovremmo trovarne uno noi.- Aveva esclamato, sognante. -Che ne dici di Lilith?-

Ero rimasta in silenzio.

-Secondo le leggende mesopotamiche, era la divinità della tempesta, spesso associata a disgrazie e catastorfi.-

La spiegazione di Marcus aveva fatto fare a Demetri un sorrisino malvaggio. -Nome adatto, allora, mio signore!-

Non avevo affatto gradito l’intervento di quel ragazzo, ma la mia attenzione era stata richiamata dal sospiro di Marcus.

-Per di più, in un’antica lingua dimenticata da tutti, Lilith significa signora dell’aria!- I suoi profondi occhi  vermigli mi erano piombati addosso. -Ti aggrada?-

Inutile dire che trovassi perfetto quel nome, per quanta importanza potesse avere per me in quel periodo.

Quello che non potevo immaginare era che, con il mio sì, avessi accettato molto più che un nome.

Avevo acconsentito ad entrare a far parte dei Volturi,  la più potente e antica famiglia di Vampiri al mondo.

-Ti sei addormentata?-

Strizzo le palpebre e sollevo lo sguardo su Demetri, sempre davanti a me. Sono mentalmente tornata nella palestra creata a posta per l’addestramento delle guardie.

-Stavo pensando al mio nome.- Sospiro. -Pensi ancora che mi si addica perché indica catastrofi?-

Ride. -Una sterminatrice di vampiri non è certo un angioletto!-

-A me Lilith piaceva perché ha a che fare con il mio potere!-

Lui si stringe nelle spalle. -Preferisco Lilly!-

-Piantala!- Dico, spingendogli contro una leggera folata di vento.

Ripreso l’equilibrio come se nulla fosse accaduto, Demetri mi osserva attentamente. -Domani riproviamo con l’allenamento, e farò sul serio!-

Non rispondo.

-Mi aspetto che tu ci metta un po’ d’impegno!-

-Ed io mi aspetterei che la smettessi con questa storia!-

Contorce la bocca in una smorfia particolarmente disgustata, come se avesse assaggiato un frutto aspro. -Se non vuoi migliorare nel corpo a copro, potresti sempre dare più forza al tuo potere...-

Capisco bene il messaggio nascosto nelle sue parole e subito mi ritorna in mente il fiocco rosso fra i capelli della prima bambina che ho uscciso, con una morsa che mi stringe il petto. Appoggio la fronte sulla mano e mi mordo il labbro.

-Adesso non cominciare con la solita storia!-

-A no?- Esclama, furente. -Non vuoi cibarti di umani, come è naturale che sia, e questo ti indebolisce notevolmente! E dovrei fare finta di niente?-

Odio l’espressione schifata con cui mi sta fissando in questo momento, e di certo nascondermi il viso dietro le mani non basterà a celarmi dal suo risentimento verso di me.

-Per di più il tuo assurdo vegetarianismo fa andare su tutte le furie Aro e Caius, e lo sai benissimo!- Continua. -E hai anche il coraggio di lamentarti se voglio allenarti?-

-Perchè non lo capisci?- Provo, inutilmente.

-Capire cosa? Che ti rifiuti di bere sangue umano per la tua assurda moralità?-

Rimaniamo a guardarci negli occhi per interminabili istanti, fino a quando Demetri scuote la testa e trattiene un ringhio.

-Sai cosa c’è? Fai come diavolo ti pare!-

Si volta e attraversa, rigido e composto, l’ampia sala di marmo circolare. Prima di raggiungere l’alto portone finemente lavorato, si ferma e si volta per metà verso di me.

-Sai anche un’altra cosa?- Chiede, tagliente. -Stare con te sta davvero inziando a stancarmi.-

Incasso il colpo raccogliendo le ginocchia al petto e le avvolgo con le braccia. Demetri non ha soltanto la straordinaria capacità di rintracciare chiunque ovunque, sa anche trovare l’esatto modo per farmi del male.

Sempre.

-Heidi starà tornando con la cena. Sei sicura di non voler venire con me?-

Fatico a trattenere la mia rabbia, ma lo guardo dritto in faccia. -Sei sicuro di riuscire a non cadere nel letto di Heidi anche sta volta?-

Demetri si volta del tutto, tuffa le mani nelle tasche dei pantaloni e solleva il mento, spavaldo. -Sei gelosa?-

Respiro profondamente, gli occhi intrappolati dai suoi. -Nemmeno per sogno!-

Il rosso delle sue iridi vibbra e il suo sogghigno famelico gli mette in mostra i canini affilati, quando si ci passa sopra la lingua.

Sostengo il suo sguardo fino a quando mi da le spalle e abbandona finalmente la palestra. L’eco dei suoi passi mi rimbomba nelle orecchie, ricordandomi il battito del mio cuore perso per sempre.

Raccolgo i miei lunghi e lisci capelli castani per portarmeli su una spalla, mi faccio coraggio e mi rialzo.

A volte vorrei essere una normalissima persona, ed invece sono uno dei membri più importanti dei Volturi grazie alla mia capacità di dominare il vento. Sono senza passato ma mi ostino a cibarmi unicamente di animali e, per quanto mi scocci ammetterlo, Demetri ha raggione su due cose.

La prima è che il mio potere ha dei limiti, la seconda è che il colore ambrato dei miei occhi fa storgere il naso ad Aro e Caius.

Forse un giorno gli darò maggiormente ascolto, e coglierò il suo avvertimento, per ora mi limito ad affrontare la tempesta di ogni mio singolo giorno.

Non avrò mai un’esistenza semplice, d’altro canto, faccio parte dell’antica e potente famiglia dei Volturi.

E ormai, nel bene e nel male, non ho più scampo.

 

 

 

Continua...

 

 

Buon pomeriggio a tutti, grazie per aver letto e spero che la mia idea vi piaccia.

Volevo creare una storia che svela i retroscena della famiglia dei Volturi, con tutti i lati positivi e negati che fare parte della Guardia può avere.

Attraverso una storia d’amore un po’ particolare e complicata, racconterò di semplici attimi di vita quotidiana ma anche di scelte difficili e momenti di sofferenza.

Ci saranno tutti i personaggi noti e cercherò di seguire la trama originale.

 

Mi farebbe enormemente piacere avere qualche vostro commento, ovviamente potete pormi domande o dirmi cosa non vi è piaciuto. Acetto consigli e sarò felice di rispndervi!!

 

Grazie, un bacio e a presto!

   
 
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