Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Mrs_Nella    13/12/2015    2 recensioni
Ero seduta su quei maledetti gradini. Ero stata una stupida a pensare che tra me e Greg potesse esserci qualcosa. Improvvisamente sentii una presenza al mio fianco e mi voltai. Non potevo credere che proprio lui, con quei suoi occhioni azzurri e capelli biondi, fosse venuto a cercarmi, anche se ci conoscevamo da qualche ora appena.
-
*dalla storia*
-
"Il primo che arriva al tronco vince e si fa offrire qualcosa dall’altro, ci stai?” chiese, illudendosi di poter vincere. [...]
“Non ti lascerò vincere!” le ultime parole famose.
-
“Sediamoci un attimo e ascoltiamo un po’ di musica” e mi trascinò sul divano facendo partire lo stereo. Era solo la base musicale, e lui iniziò a cantare. [...]
“…Never felt like this before, are we friends or are we more?” nell’udire queste parole sentii un brivido di piacere lungo la schiena. Quella frase descriveva alla perfezione quello che c’era tra di noi.
-
"È una sensazione diversa da quella che provo quando bacio le altre ragazze. Mi hai colpito subito, e non so perché. C’è qualcosa di diverso in te”. Lo disse in una maniera tale da farmi sentire davvero diversa, speciale. Nessuno mi aveva mai detto una frase del genere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Liam, svegliati. Ti ricordi quello che devi fare oggi?” chiamai il mio amico, scuotendolo leggermente per la spalla.
“Non voglio fare un bel niente, non servirà a cambiare la situazione, già lo so” mormorò lui tirando su le coperte fin sopra la testa.
“Muovi quel culo e smettila di fare il bambino!” lo strattonai, fino a farlo alzare.
Impiegammo più tempo del dovuto a prepararci, così, quando arrivammo dal fioraio per prendere le rose (20, cioè il numero di rose che si utilizzano per esprimere la veridicità dei propri sentimenti), scesi al volo lasciando lui parcheggiato in seconda fila.
Il tragitto fu molto silenzioso, tranne che per qualche suo sbuffo o sospiro.
“Stefy, non è che potresti aspettarmi in macchina qua?” domandò il moro quando arrivammo a un parcheggio a qualche decina di metri dall’ufficio dove lavorava la ragazza.
“Sarò qui, ma ora vai, tra pochi minuti arriva” e così dicendo scese dall’abitacolo, nascondendosi dietro il grande mazzo di rose. Lo vidi allontanarsi, ogni tanto voltandosi indietro, ma tutte le volte gli facevo segno di proseguire.
Si appostò vicino all’ingresso dello stabile dove Sophia lavorava, la faccia dietro i fiori. Dopo qualche minuto, infatti, vidi arrivare la ragazza, e lui le si parò davanti. Parlarono per una ventina di minuti, lui si inginocchiò e le diede il mazzo, lei affondò la faccia tra le rose, per nascondere le lacrime, poi si sorrisero, intensamente e a lungo, in silenzio, fino a quando lui non la prese per i fianchi e la baciò, le braccia di lei dietro il collo di lui, il mazzo di fiori sempre in mano. Li osservavo con il sorriso sulle labbra, felice per aver convinto il mio amico a buttarsi, e ancora più contenta che tutto stesse filando per il verso giusto.
A un certo punto lui la prese per mano, dirigendosi verso la macchina, così che io scesi per far posto alla ragazza, nel caso avesse voluto salire, ma non lo fece.
“Ecco chi mi ha fatto capire tutti i miei errori” disse Liam avvicinandosi, senza mollare la mano della sua (di nuovo) ragazza.
“Hai fatto tutto tu, io non c’entro niente” commentai, alzando le braccia in segno di innocenza.
“Grazie Stefy per averlo fatto rinsavire. Hai avuto tu tutta l’idea di quello che doveva dirmi? Perché non sembrava molto un discorso da Liam...” scherzò lei, guardandolo di sottecchi.
“Gli ho solo detto di far parlare il cuore e scollegare l’unico neurone che ha in testa, per il resto è stato tutto merito suo” risposi con una scollata di spalle.
“Ogni tanto faccio qualcosa di buono, allora” si intromise il ragazzo in questione.
“Occhio che potrei abituarmi a tutto questo romanticismo” lo punzecchio Soph.
“Potrei essere più romantico, ogni tanto” disse lui, fissandola con gli occhi di chi è stato troppo tempo senza qualcosa che lo faceva stare bene.
“Okaaaaay” mi intromisi. “Non voglio rovinare niente ma... Potreste accompagnarmi almeno fino alla stazione che prendo il primo treno che passa e poi potete continuare ad amoreggiare?”
“Tranquilla, ti accompagno fino a Manchester, Soph non può lasciare il lavoro, nemmeno per me” disse Liam allegro, mentre la ragazza si stringeva nelle spalle.
“Ti ricordo che stacco alle 5 oggi, poi sarò tutta per te” gli ricordò lei.
Liam ci strinse in un abbraccio a tre, e noi ricambiammo. “Le mie ragazze! Come farei senza di voi?” e noi scoppiammo a ridere.
“Liam, mi lasci andare? Sono già in ritardo di mezz’ora, che devo recuperare oggi pomeriggio. Ci vediamo dopo” cercò di liberarsi la mora, per poi dargli un bacio mentre io salivo in macchina.
 
“E questa era l’ultima valigia” disse Liam entrando nella mia camera. “Hai proprio bisogno di tutta questa roba?”
“Certo. Sono i vestiti e gli oggetti con cui vivo, solo che prima erano in una casa, e non dovevano essere spostati, se non pochi per volta, mentre ora sono tutti insieme in un buco di camera. Almeno non devo condividerla con nessuno per adesso” risposi mettendo alcune cose nel piccolo armadio vicino alla finestra.
“Grazie, Liam. Di tutto” esclamai di punto in bianco, una volta fatto entrare il mio amico nella stanza. Ci sedemmo sul letto e gli buttai le braccia al collo e lui mi strinse forte. Rimanemmo così per qualche minuto, fino a quando non mi spinse leggermente e ci trovammo sdraiati, uno accanto all’altro, sopra il copriletto. Restammo in quella posizione a chiacchierare ancora un po’, lui che continuava a ringraziarmi per quello che avevo fatto per lui e Soph, io che continuavo ad ascoltarlo, nonostante avesse ripetuto le stesse cose più o meno da quando eravamo partiti dal suo paese.
“È quasi ora che tu vada, sono quasi le 11, tra un po’ hai appuntamento con la tua ragazza” gli consigliai tirandomi su a sedere.
“Ho ancora un po’ di tempo, e ho voglia di stare un po’ con te” disse imitando il mio gesto. Gli sorrisi grata, per poi appoggiarmi a lui.
“Posso offrirti il pranzo?” domandò. Io accettai, ma gli dissi di sbrigarsi, perché alle due avevo la prima lezione.
All’una e mezza eravamo già di nuovo in camera, che cercavo i libri che mi servivano.
“Stefy, volevo ringraziarti per questo mese insieme e devo farti una confessione...” disse prima di salutarci. “In realtà sono due le confessioni” continuò.
“Quali... che confessioni?”
“La prima è che mi sono trovato davvero bene con te, e che quando succedeva quello che succedeva, anche solo un bacio, mi sentivo bene, mi piaceva quello che c’era, sentivo qualche sentimento, e cercavo di metterlo in quello che facevo. Non era solo un gioco per me, se non fosse per tutto il contesto con Niall, e il fatto che ero ancora molto legato a Sophia, beh, secondo me poteva nascere qualcosa di più serio, almeno da parte mia” ammise. Notai che era molto imbarazzato, la faccia paonazza. Poi trasse un respiro di sollievo, come se si fosse tolto un peso, e continuò. “E la seconda è che... c’è un’altra persona a sapere quello che è successo. Louis ci ha scoperti, quella sera a casa sua, e non sono riuscito a negare. Ma ha promesso di tenere la bocca chiusa. So che doveva essere un segreto, ma è stato più forte di me” disse quasi in colpa. Adesso era il mio turno di parlare.
“Beh, la prima confessione vale anche per me. Eravamo in sintonia, in tutto, e magari sì, se il contesto fosse stato un altro magari avremmo potuto avere qualcosa di più vero, ma chi lo può dire? Anche io non posso negare di aver sentito qualcosa in quei momenti, qualcosa di bello intendo” dissi a mia volta, più imbarazzata di lui, che si era aperto in un mezzo sorriso. “E poi... allora siamo in quattro a sapere quello che è successo. La stessa sera, quando sono andata di sopra con Charlie. Era tutta una trappola, e ho ammesso tutto” conclusi, con una faccia da finta pentita. Ci lasciammo andare a una mezza risatina, poi mi mise un braccio sulle spalle e mi accompagnò fuori per lasciarmi andare a lezione.
“Un’ultima cosa. Sai dirmi qual è la stanza di Alessandro?” domandò sulla porta.
“La 43 al terzo piano del complesso blu. Perché?”
“Così, per sapere” rispose evasivo.
“Liam... Non fare cazzate” lo ammonii, ma lui mi promise che sarebbe stato tranquillo. Mi fidai, così mi diressi verso l’aula.
 
POV’S LIAM
 
“40... 41... 42... ecco la 43!” dissi parlando tra me e me. Avevo intenzione di dire qualche paroline a un certo coglioncello, e stavo per farlo. Stavo per bussare, quando sentii dei passi all’interno, così aspettai che qualcuno uscisse. Infatti, dopo meno di un minuto si parò davanti a me un ragazzo con i capelli castani, poco più basso di me.
“Sei Alessandro?” domandai senza emozione nella voce.
“Sì, sono io. Hai bisogno di qualcosa?” chiese lui squadrandomi.
“Di fare due parole con te.” Stavo cercando di controllarmi, i pungi lungo i fianchi.
“Veramente sto andando a lezione, magari un’altra volta” disse beffardo.
Mi misi davanti a lui, sbarrandogli il corridoio. “No. Ho detto ora. Riguarda Stefania” continuai, ormai con sguardo gelido e i nervi pronti a saltare.
“Mi dispiace, non ho niente da dire su di lei” proseguì altezzoso. Portai le mie mani sulla sua maglietta, e lo strattonai, a denti stretti.
“Pezzo di merda che non sei altro, valle a chiedere immediatamente scusa per quello che hai fatto al suo compleanno, e chiama anche Niall, spiega tutto anche a lui. Hai tempo fino a stasera, altrimenti sono cazzi tuoi” lo minacciai, senza alzare il tono della voce, ma solo mantenendo il contatti visivo e digrignando i denti.
“Non mi fai paura, chi ti credi di essere?” rise lui.
“Una persona che ha molto a cuore Stefania, e che può schiacciarti come una formica.” Gli diedi un altro scossone, stavo per caricare un pugno, come avevo fatto con Niall, ma sapevo che questa volta non sarebbe servito a niente sprecare delle energie con la persona che avevo davanti. “Cosa ti ha fatto perché tu la riducessi così? Non si merita tutto quello che sta passando, non capisco il motivo del tuo divertimento nel vederla soffrire.”
Sembrava stesse ragionando sulle mie parole, capendo i suoi sbagli, così mi chiese il numero di Niall, ma gli feci effettuare la chiamata in vivavoce dal mio telefono. Si diedero appuntamento per le 4 di quel pomeriggio in un bar a Wolverhampton, in modo che avrei potuto tenerli sott’occhio, almeno fino a quando Sophia non avrebbe finito il turno di lavoro. Dovetti intromettermi anche io per convincere il biondo ad accettare, ma alla fine riuscii a convincerlo.
Andammo subito vicino all’aula di francese, così feci uscire Stefania, e Alessandro si scusò, nonostante lei, appena lo vide, cercò di tornare dentro.
 
POV’S STEFY
 
“Cosa vuoi?” chiesi brusca.
“Scusarmi con te. Non... non dovevo baciarti, era solo un modo per avere ancora il controllo su di te, ma non avevo capito che se volevo recuperare un buon rapporto avrei dovuto prendere un’altra strada. Ho chiamato Niall, ci vediamo tra due ore, e parlerò anche con lui. Voglio solo che si sistemino le cose, ho capito di essere stato un coglione, uno stronzo, e che tu non meriti di stare così male. Ti ho rovinata due volte, e adesso voglio fare in modo di riaggiustare qualcosa. So che non mi potrai perdonare, ma volevo che tu sapessi che mi dispiace” disse per tutta risposta. Guardai Liam, che mi fece un cenno della testa.
“Accetto le tue scuse, ma no, non ti posso perdonare. Non so quanto tu possa fare, se non altri danni. Ora torno a lezione. Ciao Liam” risposi, e mi girai salutando solo Payne.
 
Poco prima delle 8 stavo per uscire dalla doccia, ma sentii dei colpi forti sulla porta della mia camera. Mi misi l’accappatoio e un paio di slip, e andai a sbirciare chi fosse dall’altra parte della soglia, aprendola appena. Come feci girare la maniglia, la porta si spalancò ed entro in camera Niall. Rimasi un attimo sconvolta dalla sua apparizione, ma rimasi ancora più sconvolta da quello che successe dopo. Mi trovai la faccia tra le sue mani, le sue labbra premute sulle mie, i miei occhi spalancati che guardavano i suoi chiusi. Dopo appena un istante, quando sentii le sue labbra dischiudersi, misi le mani sul suo petto e lo allontanai da me, guardandolo confusa e indietreggiando di un passo.
“Stefy, devo parlarti. Sono stato un cretino? Sì. Avrei dovuto fidarmi di te? Esattamente. Ero geloso? Certo. Devo smetterla di fare delle domande e darmi delle risposte come sto facendo? Sì” esclamò tutto d’un fiato, mentre io mi ero appoggiata alla scrivania.
“Cosa vuoi da me?” chiesi distaccata.
“Ho parlato con Alessandro, e mi ha spiegato tutto. Sono stato un cretino a non darti l’opportunità di spiegare, e a non credere a quel poco che ti avevo fatto dire. Ti prego, scusami. Mi dispiace così tanto. Ero... ero accecato dalla gelosia, dalla rabbia, da tutto. Ti ho rovinato il compleanno, ho rovinato il nostro rapporto, ma adesso è tutto a posto, ho capito i miei errori e ti chiedo scusa, ti chiedo di darmi un’altra possibilità. Ricominciamo da dove ci eravamo interrotti. Ho bisogno di te, mi sei mancata. Mi sono comportato da stronzo con te, evitandoti. Liam ha provato a farmelo capire, anche quando mi ha tirato quel pugno, ma non è servito a niente. Non allora, almeno. Torna insieme a me, prendiamo un aereo e scappiamo da qualche parte, solo noi due, che ne pensi?” rispose avvicinandosi a me e appoggiando il suo corpo al mio, le mani sulle mie guance, le labbra di nuovo a un soffio dalle mie, tanto che potevo sentire il suo respiro.
“No” e ripetei il gesto di allontanamento. “Non posso. Tu non immagini quanto ci sia stata male, e quanto ci stia male ancora adesso...”
“Torna con me, smettila di soffrire” mi interruppe lui.
“Non posso, ho perso la fiducia in te ormai, e tu l’hai persa in me. Per quanto sia stata bene con te, non riuscirei a tornare insieme. Non ora, almeno. Pensi di saltartene fuori con due scuse campate in aria e far tornare tutto come prima? Ci vogliono ben più di due frasette del genere per aggiustare tutto. E se mi conoscessi bene come pensavo, sapresti che cosa avrei voluto. Ma non questo di sicuro. E adesso, se permetti, ho appuntamento con le mie compagne, e sono in ritardo.” Lo lasciai di sasso, le braccia inermi lungo i fianchi, e mi girai per cercare qualcosa da mettere nell’armadio. Tutto, pur di evitare il suo sguardo. Sentivo gli occhi pizzicare, ma dovevo resistere, almeno fino a quando non sarebbe uscito dalla stanza. Sentii i suoi passi avvicinarsi a me, mi lasciò un bacio sui capelli. Chiusi gli occhi e resistetti all’impulso di girarmi e baciarlo, trattenendo il fiato. Dopo un istante, si girò e se ne andò. Era ormai sulla soglia, quando aggiunse ancora una frase.
“Speravo di poterti riconquistare. La mia vita è uno schifo senza di te. Vorrei almeno poter essere tuo amico, o qualcosa che si avvicini vagamente.” Annuii energicamente con la testa, le lacrime che ormai non resistevano più. “Perfetto. Ci vediamo presto, amica. E sappi che ti amo ancora” concluse, soffermandosi su quella parola. Ma la mia attenzione era tutta rivolta all’ultima frase.
 
POV’S NIALL
 
Ero stato un coglione sperando di riconquistarla così. Amici. Che cosa schifosa. Ma dovevo accontentarmi. In macchina, ne parlai con Liam.
“Se la vuoi davvero, lotta, sorprendila. Non lasciarti andare così. Provaci, fino a quando non ti va bene” continuava a ripetermi. Dopo mezz’ora decisi di non parlare più.
Stavo già per scendere dalla macchina, quando mi venne in mente una cosa.
“Liam, grazie. E scusa per tutto. Ho bisogno solo di una mano, da tutti voi. Posso contarci?”
“Quello che vuoi, io ci sono” rispose, sorridendomi, e battendomi la mano.

 
 
Ovviamente sono in ritardo xDVolevate che mi smentissi alla fine della storia?
Beh, penultimo capitolo, e tutto è al suo posto o quasi. Nel prossimo potrà succedere di tutto, sia in senso positivo che negativo. Fatemi sapere che ne pensate, o cosa credete che succederà!
E soprattutto.. Ve lo aspettavate il rifiuto di Stefy? ;)
Bene, torno sui libri di chimica, a presto! xx
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Mrs_Nella