#04 Ad un appuntamento
Non
aveva niente da mettersi. Cazzo. Non c’era
niente che gli stesse bene, e che non lo facesse sembrare un nerd o un
dongiovanni incallito. Perfetto, grandioso… meno di venti
minuti e Spagna
sarebbe venuto a prenderlo, e lui era ancora in mutande. Non poteva
farsi
vedere semi nudo da lui. Certe strategie di conquista poteva andare
bene al
crucco o a Grecia, ma con lui era tutta un’altra storia. Era
esile e magrolino,
senza particolari attrattive.
Se il bastardo l’avesse visto così, se ne sarebbe
andato via senza tanti
complimenti.
Rabbrividì, ma non per il freddo.
‘’ Cazzo, ci sarà qualcosa che non mi
faccia sembrare un coglione!’’ si disse, guardando
la massa informe sul suo letto.
Aveva riversato lì tutto il suo guardaroba, maledicendo
Feliciano per aver preso in prestito la
sua camicia
preferita, l’unica cosa decente in mezzo a quella
paccottiglia.
‘’ Un giorno lo ammazzo –
imprecò, buttando in un angolo una maglietta nera
–
Ammazzo lui e il mangia crauti. Magari non in
quest’ordine.’’
Meno quindici minuti. Non era assolutamente pronto. Dio aveva deciso di
prendersi gioco di lui, o di vendicarsi del numero sproporzionato di
bestemmie
che quotidianamente rivolgeva a qualche suo santo. Ok, aveva un
caratteraccio…
ma doveva davvero essere punito solo per questo? Francia era un
pervertito,
Russia uno psicopatico. Perché non se la prendeva con loro?
Dannazione, meno dieci minuti. Aveva bisogno di più tempo,
aveva bisogno…
‘’ Fratellone! – Seborga
spalancò la porta senza badare alla privacy del
maggiore – Il tuo fidanzato è
qui.’’
E aveva bisogno di avere dei fratelli meno imbarazzati, grazie tante.
‘’ Esci!’’ gli urlò,
rosso in viso. Adesso che diavolo doveva fare? Lui era già
lì.
‘’ Ma lui è venuto per te, Roma.
Anzi…’’
Non gli piaceva quando Seborga non finiva una frase. E non gli piaceva
quando
taceva. Significava guai in arrivo.
‘’ Hola,
Lovi.’’
Ecco, aveva ragione. Da sopra la spalla del fratello si stagliava
Spagna, con
un mazzo di gigli bianchi in mano.
Francia doveva avergli dato i suoi consigli di stile, i gigli erano il
suo
marchio di fabbrica. Anche Romano avrebbe voluto chiedere dei consigli
a
Feliciano o Emma, ma si era vergognato troppo.
‘’ Tu cosa ci fai qui?!’’ gli
fece, prendendo una delle magliette sul letto per
coprirsi. Voleva morire.
‘’ Abbiamo un appuntamento,
no?’’
‘’ Ma sei in anticipo, idiota. E io sono
nudo!’’
‘’ E di che ti preoccupi? – intervenne
questa volta Seborga – Tanto è chiaro a
tutti che Spagna ti preferisce nudo, ansimante
e…’’
Romano gli lanciò una scarpa in faccia. Aveva ancora un amor
proprio da
difendere.
(422
parole)
Nota
autore
Headcanon
presente in questo capitolo: Romano è molto insicuro sul suo
aspetto fisico. Si
vede troppo magro e poco atletico per attirare l’attenzione
di qualcuno. Per
fortuna, Spagna non è dello stesso parere.
Ogni
capitolo della raccolta, presenterà una mia
headcanon. Spero che risultino di vostro gradimento.
Minimo
due recensioni per continuare.