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Autore: Mirella__    13/12/2015    1 recensioni
Buon qualcosa a voi, impervi lettori che con coraggio avete aperto il link di questa storia dalle fattezze che potrebbero sembrar grottesche, ma che invero, vi dirò, corrispondono alla realtà odierna.
Scherzi a parte e linguaggio elaborato mandato a quel paese, vi presento la mia nuova fan fiction.
Metto le mani avanti dicendo che è una parodia di storie che spesso si trovano su questo fandom.
Signori e signore, siete stufi/e di vedere un L che arrossisce quando viene osservato da Light? Allora questa fan fiction non fa a caso vostro... o forse sì?
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Un po' tutti | Coppie: L/Light
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco un nuovo capitolo di questa piccola raccolta. Inizialmente avevo pensato di scrivere una BeyondxL, una MisaxBeyond e altra robetta strana. Ma poi mi son detta: ehi! Questa storia parla di stereotipi e non di coppiette, quindi eccomi con l'ultimo mio lavoretto. La mia è una nuova song fic che spero vi faccia sbudellare dal ridere, anche se, più che come song fic, è definibile come un sotto sotto sotto sotto sotto sotto specie di musical.

Si ringrazia Sweeney Todd per l'ispirazione. La canzone è Epiphany.
 


Dai Talk Show ai Musical!

 

Ispirazione tratta da:

Pulizialand, Mellamante, Specialvalli

e...

da altri duecentomilioni autori che si dilettano in vari

tipi di song fiction.

 

Il biglietto d'invito era pregiato: dorato ai bordi, testo graziato, firma in un dolce corsivo, segno della cura e della dedizione che la persona vi aveva messo nel mandarlo a loro.

“Ryuzaki,” iniziò Light, “sembra così scorretto rifiutare. In fondo è solo una breve intervista. Cosa potrebbe mai andare storto?”

Ryuzaki diede un'occhiata veloce alla grafia, fece una lieve smorfia, nonostante questa apparisse chiara e ordinata, e tornò con lo sguardo sul monitor del proprio pc.

Light stette in silenzio, giusto un paio di secondi: voleva dare il tempo a Ryuzaki di spiegare il suo comportamento. Quando fu convinto che non si sarebbe giustificato in alcun modo, Light parlò: “Lo sai che non puoi giudicare il carattere e annessi problemi psicologici basandoti su un metodo quasi pre-scentifico come è la grafologia”.

L sospirò e scosse la testa: “Quindi sei sicuro che l'autrice di questo Talk Show non è una schizofrenica?”

Light alzò gli occhi al cielo: “Non puoi arrivare a simili conclusioni partendo dalla lettura di una stupida firma!”
L non si scompose, spostò lo sguardo ancora una volta sulla grafia ordinata e tondeggiante, poi riportò lo sguardo su Light: “Sì, posso farlo”. Asserì convinto. “Infatti la distanza che separa la D dalla seconda lettera è precisamente di...”

Light smise di ascoltare, il cervello si impostò nella frequenza: lasciamo-parlare-L-mentre-io-escogito-piani-geniali-tanto-quelle-che-dice-sono-cose-che-già-so.

“Arrivati a questo punto ho le prove, Light, quindi ti dichiaro in arresto: tu sei Kira”. Disse L, in modo laconico, facendo restare di sasso il ragazzo.

L non stava parlando forse di spazi tra una lettera e l'altra? Di calligrafia che prima andava verso il basso, poi verso l'alto? Come era arrivato a quelle conclusioni? Perché ci era arrivato? Si era perso un pezzo fondamentale del suo discorso!

Si ricordò a scoppio ritardato di sussultare, facendo inarcare un sopracciglio di L.

“Posso chiederti come sei arrivato a una simile conclusione? Non ti stavo ascoltando”.

“Kira ama parlare alla tv, lo ha fatto per mezzo del secondo Kira. C'è da dire inoltre che ha raccolto la sfida di Lind L. Tylor proprio perché era davanti al teleschermo. Adesso tu sei disposto a partecipare ad un Talk Show. Sembri smanioso di farti intervistare e il tuo desiderio di fama è paragonabile a quello di Kira. E ancora, ma questa è soltanto una riprova della tua colpevolezza, hai sussultato dopo un po' di tempo dalla mia affermazione e ti dirò perché lo hai fatto: hai pensato in un primo momento di stare calmo per dimostrare di non essere Kira, ma hai riflettuto un millesimo di secondo in più e ciò ti ha portato a una seconda conclusione. Qualunque uomo si sarebbe spaventato, se fosse stato accusato di essere Kira, colpevole o meno. Solo Kira stesso sarebbe stato calmo”.

Finita la frase, L guardò con soddisfazione nascosta la figura accovacciata di Light.

Infatti il più giovane aveva deciso di staccare la spina. Doveva riflettere! Se avesse voluto sopravvivere avrebbe dovuto trovare una risposta arguta, sagace, ma soprattutto rapida. Come convincere L della sua innocenza?

Aspetta, non devo convincerlo della mia innocenza. Devo convincerlo della mia colpevolezza e delle mie ragioni! Una persona intelligente come L sicuramente sarà dalla mia.

Fatto questo piccolo ragionamento, Light scattò sull'attenti.

“I had him!”

( L'ho afferrato!)

Disse con una strana intonazione della voce, che fece smarrire L per qualche istante. Quello di Light, era stato un urlo secco, arrabbiato.

“Light, stai bene?” Sussurrò con il cucchiaino del caffè tra le labbra. “Chi hai acciuffato?” Chiese flemmaticamente.

“I head swear, i had him!”

( Lo giuro, l'ho afferrato!)

Light indietreggiò assieme alla sua sedia girevole, guardando Ryuzaki con un sorriso felino tra le labbra. Era Ryuzaki quello che aveva catturato, solo che il detective ancora non lo sapeva.

 

“Easy now, hush love hush, i keep telling you...”

( Calma adesso, silenzio, amore, silenzio, continuerò a raccontarti...)
 

L si portò una mano alle labbra. Perché diamine si era messo a cantare?
 

“When? Why do i wait? You told me to wait! Now he'll never come again!”

(Quando? Perché dovrei aspettare? Tu mi hai detto di aspettare! Adesso lui non verrà più!)
 

Light iniziò a guardare con rabbia cieca i nomi che gli apparivano davanti agli schermi dei pc, indicandoli a L come un forsennato. Poi si voltò verso di lui e gli strinse il polso in una presa decisa. Era il momento.

 

“Ascoltami L.

There's a hole in the world like a great black pit
And it's filled with people who are filled with shit
And the vermin of the world inhabit it.
But not for long...

They all deserve to die! Tell you why, Mr. Lawliet, tell you why”.

 

(C'è un vuoto nel mondo come un grande buco nero

pieno di gente colma di merda

e i parassiti del mondo ci abitano, ma non per molto...

Loro tutti meritano di morire, Mr. Lawliet, e ti dirò perché.)

 

“Più che sapere il perché – che tra l'altro è perfettamente ipotizzabile – vorrei capire la motivazione per la quale stiamo cantando”. Mormorò L, ignorando del tutto ciò che Light sembrava volergli sbattere in faccia: non c'era gusto se gli rendeva tutto così facile. Va bene che non aveva alcuna pista su cui lavorare da almeno dodicimila anni - almeno così pare sommando tutte le fan fiction del fandom – ma non c'era bisogno di dare di matto a metà serie dell'anime facendo finire i soldi dei produttori nel c... ! *Parte tagliata*

Light continuò a parlare. Il suo era un discorso sentito, accorato: desiderava con tutto se stesso che L lo ascoltasse, ma quest'ultimo della sua confessione pareva non sapesse cosa farsene.

 

“Because in all of the whole human race, Mr. Lawliet, there are two kinds of men and only two: there's the one they put in his proper place and the one with his foot in the other one's face. Look at me, Mr Lawliet, look at you”.

( Perché in tutta la razza umana, Signorino Lawliet, ci sono due tipi di uomini, solo due: colui che sta nel posto che gli si addice e colui che mette i piedi in faccia ad altre persone. Guarda me, Mr. Lawliet, guarda te.)

 

L sgranò gli occhi, capendo solo in quel momento cosa Kira stava cercando di fare! Portarlo al lato oscuro offrendogli non biscotti, ma un motivetto davvero orecchiabile e niente male! Quanto erano vere quelle parole!

Mello ne sapeva qualcosa – pensò affettuosamente Ryuzaki – il biondo doveva ricordare bene quando Near gli aveva preso il posto in classifica e il viaggio in crociera che L aveva promesso al numero uno!

Light continuava la sua arringa. Era davvero bravo nell'improvvisazione, un ottimo oratore. A Ryuzaki sarebbe piaciuto averlo con se da piccolo, a mo' di narratore.

“Now we all deserve to die
Tell you why, Mr. Lawliet, tell you why.
Because the lives of the wicked should be made brief
For the rest of us death will be a relief
We all deserve to die.”

 

( Adesso tutti noi meritiamo di morire.

Ti dico perché, Mr. Lawliet, ti dico perché.

Perché le vite dei malvagi dovrebbero essere abbreviate.

Per il resto di noi la morte sarà un sollievo. Noi tutti meritiamo di morire.)

 

L tirò su le labbra nell'imitazione di un sorriso. “Vedo che ti sei messo di impegno per rendere la tua uscita di scena tanto... spettacolare”.

Il tono di voce di Light cambiò, si fece più dolce, i movimenti improvvisi e secchi che avevano accompagnato quella sua improvvisazione divennero una tenue stretta sul suo stesso corpo.
 

“And I'll never see my Justice
No I'll never hold my love to me – finished!”

( E mai vedrò la mia giustizia

No, io non stringerò mai il mio amore a me – basta!)
 

Light riprese a sfogliare freneticamente le pagine del Death Note, che aveva fatto apparire dal nulla sotto lo sguardo incuriosito dei tre migliori detective del mondo. Scorse tutti i nomi e prese una penna, fino ad arrivare ad una pagina bianca.
 

“Alright! You sir,” indicò un nome e un volto sullo schermo del pc, “you sir,” ne indicò un altro, “how about a slowly death?
Come and visit your good friend Kira.
You sir, you sir? Welcome to the list”

( Forza! Lei signore! Lei! Che ne dite di una morte lenta?

Vieni e visita il tuo buon amico Kira.

Lei signore? Benvenuto nella lista!)

E mentre urlava e gesticolava, scriveva nomi sui fogli immacolati del quaderno. L osservava curioso quel suo modo di fare, cercando di capire perché Light si stesse infervorando tanto nella scrittura. Purtroppo la penna che Light aveva preso era ad inchiostro liquido e ora L si ritrovava con la maglietta a pois e la parete multicolor.

Una volta finito di trascrivere i nomi sul quaderno, Light si poggiò alla scrivania, il fiato furioso usciva dalla sua bocca, facendolo somigliare ad un diavolo di toro.
 

“I will have my new world.
I will take salvation”.

( Io avrò il mio nuovo mondo!
Io poterò salvezza!)

 

Parole che erano state dette con calma, la calma che veniva prima della tempesta.
 

“Who sir, you sir?
No one in the chair, come on! Come on!
Kira's waiting. I want you bleeder.
You sir – L Lawliet.
My darling don't be shy!”

( Chi signore? Tu, signore?

Non c'è nessuno sulla sedia, forza! Forza!

Kira sta aspettando. Voglio te, canaglia.

Tu signore – L Lawliet.

Mio caro, non essere timido!)

 

Il sorriso affilato di Light divenne un vero e proprio ghigno quando voltò la sedia libera verso di L, come ad invitarlo a cambiare la sua per prendere posto vicino a lui.
 

“Not one man, no, no ten men.
Not a hundred can assuage me -
I will have you!
In the meantime I'll practice on dishonorable throats.
And my consciousness lies in ashes
And I'll never see my justice again”.

 

( No, non un uomo, non dieci.

Non cento potrebbero calmarmi.

Io ti avrò.

Nel frattempo farò pratica su gole disonorevoli.

E la mia coscienza giace in cenere,

e mai vedrò la mia giustizia ancora.)


L alzò gli occhi al cielo: in conclusione era sempre così: i suoi criminali impazzivano e a lui finiva il divertimento.

“Beh... non mi resta che dichiararti in arresto, Light...” doveva ammettere, però che aveva perso il filo del discorso. Quali accuse gli aveva mosso per arrestarlo?

“Per cosa?” Chiese Light, mettendo in difficoltà il detective stesso.

“Per... la tua canzone! Questa è una confessione in piena regola!”

Light scoppiò a ridere: “Ma cosa stai dicendo, Ryuzaki? Questa è solo una rivisitazione di Epiphany, una piccola perla musicale tratta da Sweeney Todd”.

L si grattò un piede contro l'altro, i grandi occhi neri si restrinsero a due fessure. Le labbra poi si distesero e un piccolo sospiro sfuggì loro. “Torniamo a lavorare, Light”.
 

“But the work waits!” Sussurrò Light, fiero di se stesso, tornando a sedere alla sua postazione. “I'm alive at last! And I'm full of joy!”

( Ma il lavoro aspetta! Sono vivo alla fine! E Sono pieno di goia!)
 

Gli occhi di Kira brillavano. L non era mai stato tanto confuso.
“Quindi andiamo a quel Talk Show?”
“Può darsi”.
Kira 1 – L 0

  
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