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Autore: enemyarrives    14/12/2015    2 recensioni
Fino a che punto un vuoto può essere riempito, o una ferita rimarginata? E un cuore spezzato può essere riparato tanto facilmente? I ricordi torneranno sempre a tormentarci ed i protagonisti di questa storia lo sanno bene.
“E’ possibile sentirsi soli, in un posto pieno di gente? Credo proprio di sì, perché era così che mi sentivo costantemente. Non avevo più nessuno, nemmeno una famiglia. Avevo persino dimenticato cosa volesse dire averne una ed era tutta colpa mia, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro." (Dal capitolo 8.)
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lo so. So che è passato più di un anno e mi ripresento così, improvvisamente, con un nuovo capitolo. Ho avuto un periodo molto difficile, non mi andava più di scrivere, avevo abbandonato tutte le cose che amavo fare. Poi mi sono detta: perché? Io ci tengo a questa storia, voglio concluderla, voglio che i lettori sappiano come va a finire. Quindi mi sono rimessa a scrivere e, prometto, che stavolta la finisco, lo giuro. 
Mi dispiace molto per la mia assenza, spesso entravo solo per rileggere le vostre recensioni e, se qualcuno avesse aspettato o se ancora volesse leggere la storia, sarei la persona più felice del mondo. 
Mi siete mancati davvero, spero di non deludervi ancora. 

Mando un abbraccio enorme a tutti,
                                                 Martina.



POV Claire.
Guardai ancora una volta quella faccia assonnata che mi guardava sconvolta, dentro di me si agitava un misto di sensazioni indescrivibili. Erano mesi che non lo vedevo e, fino a quel momento, non avevo realizzato quanto mi fosse mancato vedere lui, i suoi occhi, sentire la sua voce, nonostante fossi ancora arrabbiata. Non capivo più niente quando me lo trovavo davanti. Non era la prima volta che eravamo rimasti lontani così a lungo, eppure sentivo ancora quell’uragano di emozioni che non si sarebbe calmato facilmente.
Ero completamente ammutolita, anche se avrei voluto dirgli tante di quelle cose, riempirlo anche di insulti, riversargli addosso tutta la frustrazione e la rabbia che avevo provato in quei mesi. Durante il viaggio, mi ero preparata mentalmente anche un discorso da fargli. Eppure, in quel momento, non riuscivo a dire nulla, stava diventando alquanto imbarazzante.
Non so se per la situazione, per il nervosismo, o per la felicità di vederlo, ma cominciai a ridere, provocandogli un’espressione ancora più stupita.
Finalmente, dopo aver smorzato l’imbarazzo, sorrisi sarcastica e lo guardai, dritto negli occhi.
“Che ci faccio qui, eh? Bella domanda…”
Scossi la testa e feci spallucce. Lui rimaneva immobile, non riuscivo a capire cosa provasse, era soltanto molto sorpreso.
“Che hai deciso? Mi fai entrare o rimaniamo tutto il giorno qui?”
Dissi, sbuffando lievemente. Pian piano mi stavo sbloccando, speravo solo di riuscire a dirgli tutto.
“S-sì, entra…”
Si scostò per lasciarmi passare, mentre entravo. Mi guardai intorno, era così strano stare lì, nell’ambiente dove aveva vissuto senza di noi. La camera non era nulla di particolare, era piccola, con un letto singolo e una scrivania e, tra l’altro, era tutto in disordine. Tipico di Shannon.
“Ancora non mi hai risposto.”
Disse improvvisamente, chiudendo la porta.
Mi girai per guardarlo, feci un bel respiro e mi sedetti sul letto, scostando i vestiti ammucchiati su di esso.
“Bene. Sinceramente non so da dove iniziare, vorrei chiederti tante cose, dirti quello che ho provato in questi mesi, mentre sei stato via. Ma tutto questo si può esprimere in un’unica domanda. Perché? Perché l’hai fatto? Perché non torni? Perché mi hai ignorata per tutto questo tempo?”
Le parole iniziarono a scorrere fuori senza che riuscissi a controllarle, mentre un’espressione colpevole si faceva spazio sul suo viso. Non si muoveva, era appoggiato con la schiena alla porta e teneva lo sguardo basso. Che mi stesse evitando di nuovo? Non lo sapevo. Mi avrebbe risposto stavolta? Non sapevo nemmeno questo. Volevo solo risolvere tutto, una volta per tutte.
“Perché non mi guardi e non rispondi?” chiesi, dopo un silenzio anche troppo lungo.
Shannon sospirò e alzò lievemente gli occhi verso di me.
“Non pensi che possa aver sofferto anch’io?” disse, con un filo di voce.
Appena disse questo, con quell’espressione sul viso, con un tono di voce così malinconico, tutta la rabbia che provavo iniziò a sparire. Più lo guardavo e meno riuscivo ad avercela con lui. Inoltre, il suo atteggiamento era cambiato. Se prima si comportava evitandomi, trattandomi male, adesso penso che si sentisse in colpa per essere sparito in quel modo. Anch’io avevo provato la stessa sensazione, non potevo colpevolizzarlo troppo.
“Non dubito del fatto che tu abbia sofferto, nemmeno mamma e Jared sono stati bene. E nemmeno io, Shannon.”
Mi alzai, avvicinandomi a lui e annullai la distanza che ci separava, prendendogli le mani.
Era la prima volta che lo toccavo dopo mesi. Era decisamente passato troppo tempo.
“Vorrei solo sapere perché. Vuoi starmi lontano?” continuai, guardandolo dritto negli occhi.
In risposta, sospirò lasciandomi le mani per poggiarmele sulle guance ed asciugarmi le lacrime. Nemmeno mi ero accorta di aver iniziato a piangere, ero troppo concentrata nel guardare il suo viso che mi era mancato più di qualunque altra cosa e, quel gesto, mi fece sobbalzare il cuore.
“No, Claire, non voglio starti lontano. Ma ho avuto paura. Quando sei andata via, hai lasciato un vuoto dentro di me, ho cercato di colmarlo con la droga, con una vita sbandata, andando con ragazze di cui non mi importava niente, ma è servito solo a peggiorare tutto. Avevo sempre te in mente, probabilmente mi sono anche lasciato trascinare per evitare di pensare ai problemi, a tutte le mancanze che ho avuto per anni..”
“Ma perché non torni? Perché non affrontare questi problemi? Io ti avrei ascoltato, se solo mi avessi detto tutte le cose che ti facevano star male. Lo avremmo fatto tutti, siamo la tua famiglia e tu per me sei..” Un fratello? No, non lo era. Non lo vedevo così da tempo, da quando mi ero resa conto di provare qualcosa di più, di provare dei sentimenti a me sconosciuti. Ma lui provava ancora lo stesso per me? Erano passati mesi da quando mi aveva confessato di essere innamorato di me, ma eravamo stati lontani, lui aveva intrapreso il percorso che aveva sempre sognato, di diventare un batterista, ormai era cambiato tutto. Di certo non il mio, di cuore.
“Sono cosa, Claire?”
Alzai lo sguardo e trovai i suoi occhi molto più vicini di prima. Avevo sempre adorato i suoi occhi, cambiavano colore a seconda del tempo. D’estate, se faceva molto caldo, potevano diventare di un verde talmente profondo da farti perdere completamente la testa. In quel momento, erano color nocciola, con qualche pagliuzza verde. Stavo decisamente perdendo la testa.
“Claire?” mi richiamò, distogliendomi dai miei pensieri.
Arrossii ed abbassai nuovamente gli occhi, non sapevo se fossi stata capace di reggere il suo sguardo e fare un discorso coerente nello stesso momento.
“Beh, da quando mi hai confessato i tuoi sentimenti, qualcosa dentro di me è cambiato” cominciai a parlare, decisa a confessargli tutto, anche se mi avrebbe respinta. “Ti ho sempre visto in un modo diverso, rispetto a Jared, ma non negativamente. Tu sei sempre stato qualcosa di più, so che ovviamente pensavo che fossimo fratelli, ma in cuor mio ho sempre saputo che c’era qualcosa che non andava. Forse speravo che non fossi mio fratello, perché, inconsciamente, ho sempre provato qualcosa di forte per te. E, quando finalmente tu mi hai detto di essere innamorato di me, tutto è diventato chiaro, ho iniziato a capire perché mi preoccupavo in un modo diverso per te, perché sentivo un fastidio costante, quando ti vedevo con altre ragazze e, soprattutto, perché mi batteva il cuore quando mi sfioravi soltanto. Ma, quando me ne sono resa conto, tu eri già troppo lontano, mi sentivo ferita e abbandonata. E anche adesso, non so se provi le stesse cose, se mi vuoi ancora…”
Mi fermai, avevo la voce incrinata per le lacrime che stavano per uscire di nuovo. Mi ero tenuta dentro quelle cose troppo a lungo e, in quel momento, quando stavo finalmente dando forma ai miei pensieri, mi sentii troppo fragile, non ero pronta ad un rifiuto. Ero spaventata.
Improvvisamente sentii due braccia attorno a me, che mi stringevano forte. Mi ritrovai a piangere con la guancia poggiata al petto di Shannon, mentre lui mi accarezzava i capelli per calmarmi. Mi aggrappai con le mani alla sua maglietta, come se non volessi più lasciarlo andare, come se avessi paura che potesse scappare di nuovo. Chiusi gli occhi, abbandonandomi in quelle braccia che mi facevano sentire al sicuro, ma che potrebbero aver avuto anche il potere di distruggermi.
“Quello che provo per te non è mai cambiato, Claire. Anzi, se è possibile, è ancora più forte di prima. Non so come mostrartelo, so di aver sbagliato, di essere scappato perché avevo paura. Un tuo rifiuto mi avrebbe distrutto completamente. Mi dispiace tantissimo di averti fatta soffrire, non avrei mai voluto che succedesse tutto questo. E non sai quanto sono felice di sentirti dire queste cose, l’ho sognato così tante volte che adesso mi sembra impossibile che sia reale.”
Sospirò sui miei capelli, stringendomi ancora di più.
In quel momento, dopo tanto, troppo tempo, mi sentii completa di nuovo, come se tutta l’angoscia e la tristezza che avevo provato in quei mesi fosse sparita. Le sue parole mi fecero battere ancora più forte il cuore, finalmente avevo la conferma che io amavo lui e che lui amava me. Ed ero certa che questo non sarebbe mai cambiato.
Alzai lo sguardo con gli occhi ancora lucidi, per guardarlo di nuovo. Sorrisi e lo abbracciai stretto, decisa a non lasciarlo andare.
“Adesso sei fregato, lo sai? Non mi allontanerò da te nemmeno per un secondo.”
Rise e mi strinse ancora più forte.
“E’ tutto quello che ho sempre voluto.”
Poggiò la fronte alla mia, sorridendo e, nei suoi occhi, scorsi tutto l’amore che provava per me. Per la prima volta, mi sentii davvero amata e sicura dei sentimenti che entrambi provavamo.
Mentre ci guardavamo negli occhi, Shannon si avvicinò lentamente, annullando ogni distanza tra noi e, quando poggiò le labbra sulle mie, sentii quasi le vertigini. All’inizio, il contatto tra le nostre labbra fu tenero, quasi incerto, ma, quando gli circondai il collo con le braccia, inclinò la testa e approfondì il bacio. Era la prima volta che baciavo qualcuno e mi sentii pienamente contenta di aver aspettato, perché era di quanto più bello ci fosse al mondo. Baciare Shannon mi provocò un mix di sensazioni, che partivano dalla bocca dello stomaco e si diffondevano in tutto il corpo. Il cuore mi batteva a mille, mi tremavano leggermente le mani e le labbra si scaldarono, al contatto con le sue. Fu un bacio atteso, disperato, perché entrambi lo avevamo sognato e voluto per tanto di quel tempo che neanche ci sembrava reale. Avrei voluto che tutto si fermasse in quel momento.
Non so per quanto ci baciammo, ma quando ci staccammo eravamo entrambi a corto di fiato e ci sorridevamo imbarazzati. Shannon mi prese in braccio come una bambina e si sedette sul letto, adagiandomi sulle sue gambe, poi mi strinse a se, poggiando il mento sull’incavo del mio collo. Passai le dita tra i suoi capelli lunghi e lo guardai attentamente. Aveva la barba leggermente ispida sul mento e sulle guance, gli occhi socchiusi, le labbra carnose, che avevo appena finito di baciare, erano arrossate. Era bellissimo.
“Perché mi fissi?”  rise, alzando lo sguardo su di me, facendomi arrossire.
“Scusami..è che mi sei mancato troppo.”
“Anche tu mi sei mancata.” rispose, accarezzandomi dolcemente i capelli.
“Mi prometti che smetterai di farti del male?” sussurrai, poggiando la fronte alla sua.
Sorrise e mi strinse ancora di più a se.
“Adesso che ho te, non ho più bisogno di farmi del male. Tu sei la mia cura.”

 
   
 
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