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Autore: Fastenia_93    14/12/2015    1 recensioni
Edward Cullen e Isabella Swan.
Si sono amati come non mai. Di quell' amore che ti sfinisce. Di quell' amore che ti rende fragile come una piuma ma nello stesso tempo forte come una roccia. Di quell' amore che è capace di farti toccare il cielo con un dito ma che è anche capace di farti sprofondare nella più nera depressione se qualcosa dovesse andare storto.
Si sono lasciati.
Si sono odiati.
Ma se di mezzo c’è il destino due anime come loro si rincontreranno sempre…
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciaooo :)). Eccomi qui dopo tanto tempo... Dopo un mese esatto dalla pubblicazione dell'ultimo capitolo eccomi qui con il capitolo 8. Mi scuso infinitamente per il mostruoso ritardo ma a causa di vari problemi non trovavo mai il tempo per completare il capitolo. Però mi sono ritagliata del tempo e sono riuscita a finirlo.
Ringrazio tutte le persone che seguono la storia e mi scuso ancora per questo mio ritardo.
Vi lascio al capitolo. Buona lettura e spero che anche questo capitolo ci piaccia.

Alla prossima, che spero non sia passato troppo tempo.
Un bacio. :*
Ciaooo :))
Fastenia_93




…If Two Souls Are Destinated Always Meet…


…Capitolo 8…


…Basta! Voglio Essere Felice Anche Io…

 
POV Bella

Pensavo che la volta che i miei genitori venissero a trovarmi dopo mesi fosse più allegra e serena. E invece mi ritrovo nella sala d’attesa del JFK Airport in preda all’ansia. Non ho paura del giudizio dei miei genitori, sia chiaro, ma non so nemmeno io di cosa ho esattamente paura o di cosa potrebbe succedere. La mia mente immagina gli scenari pi crudeli nel caso mio padre ed Edward si dovessero scontrare. Ma poi penso alla gioia che proverò quando li rivedrò dopo tutti questi mesi di distanza. E penso anche a quanto ne sarà entusiasta la mia piccolina.
I miei genitori dovrebbero arrivare a minuti ma l’aereo sarà sicuramente in ritardo. Mia madre mi ha inviato un messaggio con l’orario del volo e con il probabile arrivo calcolando anche il fuso orario.
Guardo la tabella dove sono scritti gli orari dei voli ed noto che effettivamente il volo sul quale dovrebbero essere i miei genitori è in ritardo.
Mi siedo sulle poltroncine che si trovano nella sala degli arrivi dell’aeroporto.
Non appena vedo uscire i primi passeggeri mi affretto a farmi notare.
Non appena li vedo non esito un attimo a tuffarmi fra le loro braccia. Quanto mi sono mancati. Loro non aspettano altro che potermi abbracciare e cos’ fanno. Rimaniamo abbracciato per minuti interi. Voglio imprimere in me il loro odore e voglio sentire quell’amore che solo i genitori ti possono dare. Sicurezza, amore, conforto, perdono.
Quando ci stacchiamo da questa morsa di abbracci ci guardiamo tutti e tre negli occhi.
“Ciao tesoro. Come stai? Tutto bene? E la piccola?” mia madre con le sue solite domande a raffica senza neanche darmi il tempo di parlare. Dopo anni e anni mi chiedo se ogni volta che mi pone sempre le stesse domande, a mio parere anche esasperanti, respiri.
“Sì mamma. La piccola è da suo padre ma stiamo bene non ti preoccupare”
Appena go pronunciato questa frase i miei genitori si voltano a guardarmi e sui loro volti scorgo le mille domande che vorrebbero farmi. Anticipando le loro questioni gli dico che ne parleremo con più calma a casa dove mi sembra un luogo di gran lunga più appropriato.

***
 
Ora è il momento della verità. Non ho nessuna via di fuga e se l’avessi non l’accetterei per il semplice motivo che se io ora come ora mi facessi assalire dalla paura o dall’ansia scapperei come ho sempre fatto nella vita. Scapperei come ho fatto quando ho scoperto di essere incinta non facendo sapere niente alla famiglia Cullen, e se anche Edward a quel tempo non avesse voluto sapere niente di sua figlia ovviamente sbagliando, io non potevo privare mia figlia di una parte della sua famiglia. Non potevo costringere Edward ad accettare la paternità e non potevo di certo imporgli un figlio ma avevo il dovere e il diritto di far conoscere a Reneesme una parte importante della sua famiglia.
Quindi devo mettere da parte la paura e affrontare la mia vita. Cavolo ho 26 anni!
Siamo seduti in salotto e sto raccontando per filo e per segno tutto quello che è accaduto dalla prima volta che ho incontrato Carlisle, dalla decenza in ospedale  della mia piccolina e la cena e poi l’incontro con Edward fino ad ora.
“Tesoro non riesco ad immaginare cosa tu possa aver provato trovandoti in cos’ poco tempo in una situazione tanto assurda. Cioè prima la piccola che sta male e poi l’incontro con Carlisle e tutta la famiglia Cullen ma quello che più mi preoccupa è sapere come tu ti sia sentita quando hai visto Edward dopo tutti questi anni e dopo come vi siete lasciati ma soprattutto dopo quello che lui ti aveva fatto”
Che tenera la mia dolce e svampita mamma.
“Non ti nego che ne sono rimasta totalmente scioccata. All’inizio, quando Reneesme si è sentita male al ristorante, ho avuto così tanta paura che per un momento mi sono trovata solo e smarrita come se in un secondo ero ancora la Bella di quel giorno di quattro anni fa quando ho scoperto di essere incinta e sola e in un bagno. Avrei tanto voluto qualcuno che mi stesse vicino e che mi tenesse la mano, avrei tanto voluto che qualcuno mi stesse vicino e mi dicesse ‘Bella non ti preoccupare, Reneesme starà bene’. Ma mi giravo, mi guardavo intorno e non c’era nessuno. Ero sola in una maledetta, bianca e asettica sala d’aspetto di un maledetto ospedale aspettando che mi dessero notizie di mia figlia. So che sto solamente esagerando e che è stata solo una banale infiammazione dell’appendice ma tu mi capirai benissimo come mi sono spaventata. Poi all’improvviso è apparso Carlisle. E lì è successo come se il mondo mi fosse caduto addosso un’altra volta, dopo tutto quello che ero riuscita a costruirmi in questi anni nella vita sia dal punto di vista materiale che dal punto di vista emotivo, e poi mi ritrovo lui e di conseguenza tutta la famiglia Cullen davanti nel giro di un paio di giorni. Ho raccontato loro tutta la verità ed è come se mi fossi tolta un enorme peso che mi stringeva il cuore e non mi permetteva di respirare per tutti questi anni in cui non ci siamo né visti né sentiti. Ma il colpo più grosso l’ho ricevuto quando l’ho rivisto dopo quattro anni. Lì è veramente crollato tutto. In un attimo ho rivisto tutto quello che abbiamo passato insieme, sia i belli momenti che i brutti momenti, ho pensato tutto quello che avremmo potuto essere ma che non siamo mai stati e che forse non saremo mai” scoppio a piangere tra le braccia amorevoli di mia madre e le carezze affettuose di mio padre. Mi hanno ascoltato in silenzio. Mi hanno sempre supportato e nonostante tutto si dicono orgogliosi di me e di quello che sono diventata. Non li ringrazierò mai abbastanza. Io li amo con tutto il mio cuore.

***
 
I miei genitori sono rimasti una settimana a casa mia ma poi sono dovuti ripartire per motivi di lavoro. Mio padre aveva preso solo una settimana di ferie dal lavoro e quindi non si poteva protrarre di più essendo lo sceriffo di Forks mentre mia madre sentiva la mancanza della sua amata Phoenix e del sua amato Phill. In questa settimana ne abbiamo approfittato tutti e tre per parlare e per stare un po’ insieme come non accadeva da un sacco di tempo. I miei genitori hanno trascorso molto tempo con la loro nipotina preferita ed anche unica. Fortunatamente le volte che Reneesme doveva passare del tempo con il padre la accompagnavo io come ho sempre fatto. Con la famiglia Cullen le cose sono rimaste come congelate nel tempo ovvero non c’è più quel rapporto che avevamo una volta. Non riesco più ad avere il rapporto di quell’amicizia stretta quasi fraterna con Alice, Rosalie, Jasper o Emmet. Non riesco neppure ad avere quel rapporto che una volta mi univa ad Esme o a Carlisle. Mentre con Edward parliamo solo ed esclusivamente dei beni e dei bisogni di nostra figlia. Da poco più di un paio di giorni mi sono arrivate le carte dell’avvocato in cui mi affermano che finalmente Reneesme ha il cognome che le spettava alla nascita. Adesso si presenta a tutti con grande orgoglio con il nome di: Reneesme Carlie Cullen. Credo che non potrebbe essere più felice di così.
Approfittando del tempo che la piccola passa con il padre e con la sua famiglia ho avuto più tempo per crearmi e per vivermi la vita di una normale ventiseienne. Mettiamo in chiaro una cosa non mi pento assolutamente di aver avuto Reneesme a soli ventidue anni, la amo più della mia stessa vita e non mi pento neanche di essere diventata donna così presto ma ora che ho la possibilità voglio godermi un po’ di tempo libero che ho. Con questo tempo a mia disposizione ne ho approfittato per conoscere meglio la mia segretaria, Angela, una graziosa ragazza che ha qualche anno in meno di me ma che da subito si è dimostrata affabile e gentile, siamo diventate migliore amiche con lei posso parlare veramente di tutto. E anche lei mi parla di tutto. Mi racconta molto spesso della sua famiglia e del suo fidanzato, Ben, il grande amore della sua vita e anche l’ultimo a detta sua. Angela è una persona all’apparenza riservata e timida ma se la conosci bene si rivela un’abile ascoltatrice, una buona consigliera e una persona molto solare ed allegra infatti ha conosciuto anche mia figlia con la quale sono entrate subito in sintonia tanto che la piccola oramai la considera una zia acquisita insieme a Ben anch’esso considerato uno zio da Reneesme. Molto volte ha provato a farmi uscire la sera quando Reneesme nei fine settimana dorme da suo padre ma finora non me la sento di uscire e di andare in giro per locali e farmi un aperitivo con Angela, Ben e altri amici che lei conosce.

***
 
 
Mi trovo in giro per le vie di New York ormai manca poco per le feste natalizie e come ogni anno sono alla ricerca dei regali da donare ai più cari. Reneesme desidera tanto la nuova Barbie e in questo periodo non è tanto facile trovarla. Non capisco come in una città delle dimensioni di New York io non riesca a trovare questa dannata bambola. È da circa una settimana che giro negozi su negozi per trovarla. Ho persino compilato una lista con tutti i negozi di giochi della città e non sono pochi anzi sono molto di più di quanto mi aspettassi. Me ne sono rimasti solamente sei dei cinquanta negozi stilati in lista da visitare.
Camminando negli immensi corridoi degli affollatissimi centri commerciali vado alla ricerca di questa dannata bambola. E pensare che è solo l’ultimo regalo che devo prendere gli altri li ho già presi tutti.
Finalmente ho trovato il tanto cercato negozio, mi affretto ad entrare. Dieci minuti dopo esco soddisfatta e orgogliosa di me stessa, mi sento appagata e felice di aver vinto. Dopo numerose ricerche e ore spese a camminare per vie affollate e tempo speso tra code infinite sono riuscita nel mio intento: ho trovato il regalo perfetto per la mia piccolina.
Uscendo dal negozio vedo una figura a me molto famigliare. Quando essa si gira resto basita ed esterrefatta. Edward è mano nella mano con una ragazza bionda e stanno guardando una vetrina di una rinomata gioielleria.
Io che inconsciamente ancora speravo di poter formare una famiglia con lui e Reneesme e magari anche altri figli, forse ci saremo anche sposati. Come al solito la cretina che si fa troppi film mentali sono sempre e soltanto io.
Ma adesso basta Edward Cullen. Tu da ora in poi per me non esisti più e se mai tu dovessi esserci sarà solo perché sei e sarai il padre di Reneesme.
Forse ha ragione Angela. È ora che anche io mi rifaccia una vita.
Volto le spalle al passato e a tutti i miei sogni impossibili.
 
   
 
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