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Autore: Mordekai    14/12/2015    1 recensioni
Una ragazza con un potente potere proibito, una Regina di ghiaccio che nutre odio nei confronti del Regno di Huvendal e del suo Re Searlas. Arilyn, la protagonista di questa avventura dovrà salvare i suoi amici e Darrien.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando tutti si ripresero dal sortilegio che li aveva fatti piombare in un sonno quasi eterno, si chiesero quale fosse stata la causa.

‘’Bregoldir è stato qui. C’è stato uno scontro tra me, Arilyn e lui. Per la maggior parte dello scontro abbiamo avuto la meglio, ma alla fine sono stato sopraffatto. Dovete complimentarvi con Arilyn, non con me.’’- disse Darrien incitando gli altri ad applaudire.

L’intero castello venne invaso da applausi, fischi e sbattere di scudi. La ragazza venne investita da quel fragore assordante che la costrinse a tapparsi le orecchie.

‘’Grazie a tutti per i vostri complimenti, sono contenta di avervi salvato.’’- disse con tono timido la ragazza e nuovamente tutti esplosero con urla, scudi che si scontravano e applausi. Darrien prese Arilyn per la mano e la portò via da quel baccano. Giunti in un corridoio non poco lontano dalla sala principale, entrambi si fermarono a pochi metri l’uno dall’altro:

‘’Non pensavo che tutte quelle persone gioissero.’’- disse la ragazza ridendo e osservando come la folle si abbracciasse o di come le guardie scontravano i loro scudi, sembrando dei bambini in festa.

‘’La verità è un’altra, non è così Arilyn?’’- domandò d’un tratto il ragazzo, guardando fuori dalla finestra, a braccia conserte.

‘’Cosa? Che stai dicendo Darrien, io l’ho sconfitt-‘’

‘’Stai mentendo a te stessa. E’ stato lui ad estrarre il pugnale e posandolo nella tua mano si è trafitto da solo, o sbaglio?’’

Arilyn divenne pallida nel sentire quelle parole. Darrien sapeva la verità di quello scontro:

‘’Darrien, non è così, che stai-‘’

‘’I tuoi occhi dicevano la verità Arilyn. Nonostante lui ti abbia salvato dal Grande Gelo, ti ha usato per raggiungere il suo scopo, anche se alla fine era solo un uomo imprigionato dal potere della Regina. Sono deluso, non per il fatto che lui ti abbia usato, ma perché me l’hai nascosto. Mi hai nascosto la verità. E se ti chiedi come faccia a sapere del Grande Gelo, ho sentito tutto.. ’’

Furono queste le ultime parole del ragazzo prima di lasciarla da sola nel corridoio e dirigersi nel proprio alloggio. Seppur era giorno, Arilyn si sentì invadere da profonda oscurità, opprimente, asfissiante. La ragazza uscì dal castello, dirigendosi nel giardino del Re. Lì la neve aveva ricoperto ogni centimetro di spazio verde che il giardino potesse offrire. La ragazza si diresse sotto uno degli alberi e iniziò a sferrare pugni contro la corteccia, fin quando le nocche non iniziarono a sanguinare e le lacrime a rigarle il viso. In lei sentiva ribollire la rabbia, ma il suo potere non sembrò manifestarsi.

‘’Avanti maledetto potere, che aspetti? E’ solo colpa tua se mi trovo in questa situazione. E’ colpa tua se adesso…Se adesso…’’

Le parole le morirono in gola, lasciando spazio solo al rancore. ‘’E’ solo colpa mia’’- continuava a ripetere a se stessa, rimproverandosi e maledicendosi per la sua codardia. Dai cespugli ben curati del giardino uscì Edan, vestito con una maglia color miele e il tipico sorriso spensierato. La ragazza si rese conto della sua presenza e lo osservò sedersi al suo fianco.

‘’Arilyn, la colpa non né tua né del tuo potere. Errare fa parte di noi e sono proprio gli errori che ci aiutano a migliorare. Tu hai voluto mentire a fin di bene?’’

‘’Sì…’’- rispose con voce roca la ragazza.

‘’A volte mentire può essere utile, ma in questo caso non lo è stato. Hai fatto solo del male a te, ai tuoi amici, e soprattutto a Darrien. Aspetta che la sua delusione svanisca e parlaci. Rivelagli il motivo per cui lo hai fatto e vedrai che capirà. E tu ti sentirai meglio.’’

Queste furono le parole di Edan prima di allontanarsi, sgranchendosi le gambe e sorridendo, lasciandosi illuminare dai raggi del sole.
‘’Oh, probabilmente Darrien è ad allenarsi ora. Sai dove trovarlo.’’- si girò di scatto Edan sorridendo ancora.

Passarono alcuni minuti da quando l’uomo lasciò il giardino, il sole sembrava più luminoso nonostante le nuvole che minacciavano Huvendal. Arilyn si asciugò le lacrime e si diresse nella sala degli allenamenti, in parte distrutta dal precedente attacco. Darrien era lì, con varie fasciature sulle braccia e davanti a lui un manichino semi distrutto. Osservava come ogni colpo assestato contro il fantoccio lo deformava fino a renderlo un ammasso di paglia e legno impossibile da riutilizzare.

‘’Darrien…’’- disse la ragazza.

Il ragazzo si voltò con irritazione per essere stato interrotto durante l’allenamento. Non appena notò Arilyn con le guance e gli occhi arrossati l’espressione adirata si ammorbidì appena.

‘’Che sei venuta a fare qui, non vedi che sono alquanto impegnato?’’- domandò Darrien con freddezza. Il suo tono era simile a mille spilli di ghiaccio che penetravano nella pelle.

‘’Io…Io sono venuta per parlarti.’’

‘’Mi dispiace, ma ho altro da fare. Sono ancora adirato per quello che hai fatto.’’- rispose senza espressione e si voltò per tornare al suo allenamento, ma Arilyn lo trattenne per un braccio con forza. Il ragazzo la fulminò con lo sguardo costringendola a lasciargli il braccio:

‘’Scusami…non volevo essere invadente, ma devi ascoltarmi, per favore…’’- rispose lei.

‘’Avanti, ma non rubarmi troppo tempo.’’

Arilyn fece un lungo respiro per riordinare i pensieri e impostare il discorso, cercando di non far trasparire la sua agitazione di fronte la persona che amava e allo stesso tempo gli incuteva timore. Quando la calma si ripresentò disse:

‘’ Darrien, so di averti deluso per ciò che ti ho nascosto. La verità è che per non apparire debole ai tuoi occhi, ho deciso di… ho deciso di fingere di aver sconfitto Bregoldir. Sono stata stupida a mentirti, e a lasciare che al castello tutte quelle persone mi reputassero la sua assassina e la loro salvatrice. Perdonami."

Il ragazzo sembrò essere colpito dalle sue parole, nonostante riuscisse a restare inespressivo. La ragazza ricambiò il suo sguardo accennando ad un sorriso. Quel momento venne interrotto proprio da Darrien che le passò vicino senza nemmeno degnarla di un saluto.

L’imbarazzo di Arilyn venne sostituito da una scarica di rabbia improvvisa che avvampò sul suo viso:

’Ingrato!’’- urlò la ragazza con le guance rosse e gli occhi che sembravano infiammarsi di odio incontrollato. Una luce abbagliante iniziò ad avvolgerla.

‘’Sei solo un ingrato, Darrien. Io ti chiedo di perdonarmi e ignori completamente la mia richiesta. Sei troppo orgoglioso per accettare le scuse di una semplice ragazza?’’
Arilyn era fuoribonda, le vene sul suo collo erano gonfie e pulsanti, il viso contratto nella rabbia più incontrollata di sempre e le lacrime le rigavano le guance. La ragazza scattò verso Darrien per colpirlo al volto con un fascio di luce e prontamente il ragazzo lo evitò spostandosi a destra. Un lampo accecò il giovane per pochi secondi, ma non bastarono ad Arilyn per colpirlo al petto. Lui era più agile e, come un fantasma, comparve alle sue bloccandole le braccia dietro la schiena.

‘’Lasciami andare. Cosa c’è, il tuo orgoglio non ti permette di perdonarmi?’’

‘’Basta Arilyn, per favore…’’- disse Darrien con tono di malinconia, accompagnato da un sospiro. Quel ‘’per favore’’ fece calmare lentamente la giovane e il potere pian piano svanì.
‘’Non è l’orgoglio che mi impedisce di perdonarti, non fa per me. Però Arilyn…’’ Il ragazzo lasciò andare la presa e si trattenne nel continuare. I suoi occhi era lucidi, come se bastasse poco per farlo piangere.

‘’Io ho perso fiducia in te. Senza di quella, non posso perdonarti.’’

Quelle parole sembravano echeggiare nella sala così tanto da renderle assordanti. Darrien abbassò la testa e si diresse nel suo alloggio, cercando in tutti i modi di non farsi vedere debole. Un silenzio angosciante, nessun rumore percettibile. Tutto sembrava ovattato alle orecchie di Arilyn, tutto privato del suo suono. Un battito sordo. Un battito di un cuore così impercettibile da sembrare assente. Il mondo attorno la ragazza si spense, e l’oscurità l’avvolse nuovamente, togliendole ogni forza.
Cadde sulle proprie ginocchia, mentre nelle sue orecchie sentiva ancora quelle parole.

 ‘’Ho perso fiducia in te. Non posso perdonarti.’’

D’un tratto un mano sfiorò il volto della ragazza, destandola dal suo stato di catalessi. Una folta chioma nera e riccia, occhioni scuri e un sorriso che avrebbe sciolto il cuore. Era Aithwen, comparsa senza farsi notare. La ragazzina strinse Arilyn in un lungo abbraccio, continuando a sorridere e cercando di farla sorridere di nuovo.

‘’Ho ascoltato tutto Arilyn…’’- disse improvvisamente la ragazzina appoggiando la fronte a quella di Arilyn, per poi allontanarsi leggermente.

‘’Dove ti eri nascosta?’’- domandò lei.

‘’Dietro una delle colonne. E per la prima volta ho visto il tuo potere, è magnifico.’’- rispose la ragazzina tenendo saldo il sorriso sul suo volto. La giovane, dopo essersi asciugata le lacrime, uscì dalla sala degli allenamenti a testa bassa, seguita da Aithwen che la osservava quasi impotente. Giunti al loro alloggio, Arilyn cadde a peso morto sul letto, restando con gli abiti che riportavano i segni della sconfitta. Una sconfitta morale.

‘’Vorrei poterti aiutare Arilyn…Ma come? Dimmelo ti prego…’’- disse fra sé e sé la piccola Aithwen, provando ad immaginare il dolore che stava provando la sua amica. Un dolore indescrivibile.

Mentre ad Huvendal si respirava un po’ di libertà e serenità, al Picco dove la fortezza della Regina di Ghiaccio si ergeva imponente e minacciosa, l’aria era impregnata di odio e disappunto. Tyrahieh scrutava la valle sottostante e Huvendal. Quest’ultimo le fece venire una scarica di furia cieca, così forte da farle distruggere il muretto di vetro dell’altana dalla quale era affacciata.

‘’Quell’incompetente di Bregoldir. Farsi sconfiggere da una mocciosa insignificante come Arilyn è da stolti. Era il mio uomo migliore, un grande stratega e alla fine si è fatto battere con facilità.’’

‘’Mia Regina, la sua morte sarà vendicata e la testa di Arilyn esposta come trofeo.’’- esordì Liedin comparendo dal nulla alle spalle della sua Regina, diversa da quando il potere oscuro del Ghiaccio era in possesso del suo corpo e della sua mente. I capelli era più corti e madreperlati, il suo corpo più snello e slanciato, protetta da spalliere di ferro, bracciali di cuoio e ginocchiere fatte dello stesso materiale. Nei suoi occhi c’era solo odio e voglia di vendicarsi per essere stata esiliata. L’origine del suo odio era Arilyn, la ragazza che ha odiato fin da subito quando ha messo piede ad Huvendal.

‘’Noto nei tuoi occhi la mia stessa sete di sangue. Vedere quei miseri popolani, quei moscerini, essere schiacciati e soffocati dalla forza del nostro potere ci renderà invincibili, e ogni altro regno si inginocchierà a noi, supplicandoci di risparmiarli.’’- esordì la Regina, con un ghigno malvagio che la rendeva inquietante nella penombra.

‘’Sì, mia Regina. Huvendal soccomberà, come tutti i regni alleati ad esso.’’- rispose la ragazza.

‘’Vai Liedin, raduna i Taurus, rendili più letali possibile e semina la morte. Macchiati del loro sangue.’’

Un bagliore bianco si sprigionò attorno alla regina, rigenerando il suo volto e il braccio. La donna si rallegrò della sua guarigione, iniziando a ridere diabolicamente:

‘’Cosa le suscita tanto divertimento, mia Regina?’’

‘’E’ tempo che Searlas comprenda cosa significhi realmente perdere.’’- rispose lei. La megera protese le mani verso il cielo e, come se fossero preda di spasmi involontari, si illuminarono di bianco splendente. D’un tratto, il cielo iniziò a tuonare, accompagnato da saette che squarciarono le nuvole e da un vento impetuoso.

‘’Ammira l’immenso potere del ghiaccio.’’

La neve, che prima cadeva in leggeri fiocchi, si tramutò in una devastante tempesta di grandine. I suoi chicchi erano grandi come una balla di fieno e, nonostante la mole, la loro discesa era rapida. Huvendal venne investita brutalmente; le mura del regno non ressero all’impatto e si frantumarono in cumoli di pietra che, a loro volta, colpirono le case e gli abitanti. Urla disperate si udivano dal castello e le Guardie piombarono all’esterno. Quel che videro fu solo una distesa di cadaveri e detriti, prima di essere colpiti anche loro dalla grandine, che sfondò l’ingresso, il tetto e alcuni alloggi. Arilyn e Aithwen si svegliarono di soprassalto, allarmate dal caos che c’era nel castello. Anche il loro alloggio era in parte crollato.

‘’Muovetevi con quelle barelle, non possiamo lasciarli morire qui!’’- disse una delle guardie cercando di estrarre due allievi feriti da sotto una trave, aiutato da altri compagni. Quella Guardia era Darrien, con alcuni rivoli di sangue che gli macchiavano la fronte. Non appena vide Arilyn e Aithwen, ordinò loro di correre nella sala del trono.
‘’Veloci, non c’è altro tempo da perdere.’’- urlò Darrien alle ragazze.

‘’Permettici di aiutare.’’- rispose Arilyn cercando di rimuovere qualche detrito dal corridoio. Il comandante le prese la mano, fermandola e poi la baciò con forza, quasi a voler fondere le sue labbra con la ragazza.

‘’Adesso vai, non voglio che ti accada nulla.’’- rispose il ragazzo con determinazione.

Le due giovani, non potendo fare altro, si diressero nella sala, ma la calca delle guardie e degli altri allievi divise Arilyn dalla sua amica. D’un tratto la ragazza venne investita da una tremenda esplosione e andò a sbattere con la testa contro una colonna, perdendo conoscenza. Grida distanti, esplosioni continue, detriti che si accumulavano, polvere e sangue erano gli elementi che facevano parte di un quadro che rappresentava solo la morte in tutta la sua temibile presenza.

Un vento gelido e pungente si fece largo nel castello, congelando ciò che incontrava sul suo cammino. Arilyn si svegliò dal suo sonno, con il che le colava sul viso, imbrattandole le mani e gli indumenti. La sua vista era ancora offuscata dal violento colpo ricevuto e a malapena riconosceva il luogo.

‘’Che cosa abbiamo qui? La prediletta di Searlas. Ma guardati, così debole, piccola…Indifesa.’’- disse una voce carica di odio. La ragazza si rese conto di essere in pericolo, ma le sue gambe non riuscivano a muoversi, così come tutto il corpo.

‘’L…Lie..’’

‘’Oh, cosa ti succede? Sei diventata balbuziente?!- provocò nuovamente la donna. ‘’Complimenti, mi hai riconosciuta nonostante l’urto che hai preso.’’

Liedin era lì, immobile e a pochi passi dalla sventurata giovane. Nella sua mano stringeva un pugnale fatto interamente di ghiaccio, destinato ad uccidere la sua vittima. La spregevole donna afferrò Arilyn per il collo e la guardò dritta negli occhi:

‘’Ho atteso così tanto per vederti soffrire. Ho atteso a lungo nel vederti inerme, debole e indifesa come un cane bastonato. E adesso posso finalmente macchiarmi del tuo sangue.’’

‘’Liedin…’’

‘’Oh, ma guarda un po’, hai ritrovato la parola.’’

‘’E’ opera della Regina…Ti ha soggiogato con il suo potere…’’

‘’Zitta maledetta! Avere questo potere… Sentirmi forte e superiore ad ognuno di voi è una sensazione fantastica. E adesso tu assaggerai la fredda lama della morte.’’

La ragazza, con occhi iracondi e il viso solcato da un ghigno terrificante, alzò la sua lama e sferrò il colpo, ma Arilyn riuscì ad evitarlo con le poche forze rimaste nelle sue gambe. La megera urlò per averla mancata. La giovane cercò in tutti i modi di alzarsi e fronteggiarla, ma quel che ricevette fu solo un violento calcio nello stomaco che la fece vomitare sul freddo pavimento del palazzo. Liedin scoppiò una fragorosa risata nel vedere la sua futura vittima soffrire, prima di essere uccisa dalle sue stesse mani.

‘’I tuoi avi saranno contenti di accoglierti.’’- disse la traditrice di Huvendal. Alzò nuovamente il suo pugnale, ma prima che potesse conficcare nel petto della ragazza, la donna venne avvolta da un fumo denso e oscuro. Le urla di dolore echeggiavano nel corridoio. Il suo viso si stava lentamente sciogliendo a causa di quell’ombra oscura. Arilyn in un primo momento si sentiva confusa, ma riuscendo a muoversi lentamente dalla sua posizione, notò il comandante che controllava quell’oscurità. Darrien era accecato dalla rabbia e cercò in tutti i modi di far soffrire Liedin per aver commesso una tale ed effimera azione contro una persona indifesa, ma decise di diminuire la forza del suo potere:

‘’Tu! Tu, Darrien, sarai il prossimo.’’- disse la donna liberandosi dalla nube, mostrando il suo viso tumefatto e ustionato.

‘’Non ci saranno altre vittime. Troppo sangue è stato sparso e troppe vite spezzate. Vattene. Ora.’’

Gli occhi del comandante persero il colore azzurro del cielo, lasciando spazio ad un inteso e penetrante nero della notte. Liedin, adirata si fiondò su di lui con la lama di ghiaccio. Darrien fu rapido e la trapassò da parte a parte con il suo potere. In preda alla collera, la donna affondò la lama nella spalla di Darrien e scomparve, dissolvendosi in cristalli di neve.
Il comandante senza badare troppo al pugnale nella sua spalla, andò da Arilyn e la prese tra le sue braccia:

‘’Darrien…’’

‘’Non una parola. Ho fatto ciò che dovevo. Ora ti porto da Nestor..’’- rispose il ragazzo, proseguendo il cammino tra il labirinto di detriti e ghiaccio. Arilyn, ormai stremata, ferita e stordita, piombò nuovamente nell’oscurità, ma non più sola.

Huvendal, regno ricco di vita e colore, venne brutalmente colpita dalla collera della Regina. Dall’alto del suo castello osservava il capolavoro ultimato, ma non badò molto a Liedin quando comparve al suo fianco, con il ventre bucato.

‘’Huvendal è in ginocchio. Ottimo lavoro con Arilyn, ma mi hai delusa quando ti sei scontrata con Darrien.’’

‘’Era…più forte.’’- rispose lei.

A quella frase, la regina si girò di scatto e afferrò Liedin per il collo, stringendolo, affondando le unghie nella sua carne:

‘’Nessuno è più forte di noi. Ricordalo bene Liedin. Io ti ho dato quest’opportunità e sarà meglio che tu non la sprechi così. O le conseguenze saranno davvero spiacevoli. Adesso vattene e non farti vedere fino a nuovo ordine.’’

La Regina tornò nella sua sala del trono. Le sue creature, i Taurus, si inginocchiarono. Con fredda eleganza, si sedette sul trono e rimase ad osservare il sangue del suo sicario che colava lungo la mano.

Nella fredda e oscura notte, solo una luce splendeva, squarciando il buio. Le fiamme di un regno nemico.

‘’Huvendal, presto soccomberai alla mia vendetta. Arilyn, Darrien.. Le vostre teste verranno impalate all’entrata del mio castello, seguite da tutte le altre dei vostri amici. E tu… Searlas, figlio mio. Tu soffrirai di più. Soffrirai fino ad implorarmi, in ginocchio, di smettere. Il tuo corpo sarà cibo per i miei Taurus e del tuo regno resteranno solo le macerie. Sarà solo un silenzioso cimitero.’’

Con queste parole, la Regina era pronta a sferrare il suo ultimo e devastante attacco ad Huvendal e ai suoi cittadini. Arilyn e Darrien erano solo gli obbiettivi secondari della sua futura vendetta.

Il motivo principale della sua collera era Searlas, suo figlio.

‘’Figlio, preparati a morire.’’


 
   
 
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