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Autore: Mue    15/12/2015    4 recensioni
Drusilla, sesto anno, Corvonero, odia due cose: il proprio nome e David Steeval, il tracotante, biondo e terribile migliore amico di James Potter. E ama due cose: il Quidditch e Tristan Vidal, il capitano della sua squadra.
Allora perché decide di mettersi con il suo migliore amico, scommette di far innamorare di sé il saccente Steeval e stringe un improbabile legame con il bizzarro Lorcan Scamandro?
Un'antica leggenda, vecchie storie di Folletti ribelli a Hogsmeade e un ballo a Hogwarts per una ricorrenza potrebbero ingarbugliare ancora di più questa situazione o darle finalmente la chiave della porta per il paradiso.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Lorcan Scamandro, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'I Figli della Pace'
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XV.
Il sorteggio

 

 

La Sala Grande, la sera del venti gennaio, era spoglia e solenne come sempre, gli addobbi natalizi scomparsi, le tavolate di nuovo affollate di studenti nella classica divisa nera di Hogwarts.
Drilla arrivò imprecando in goblinese alla tavola di Corvonero. La professoressa Bones le aveva rifilato un’altra “T” in Pozioni perché era riuscita a fondere il calderone e il tavolo su cui stava appoggiato tentando di far amalgamare la sua Soluzione di Magitermia Superiore ficcandoci una radice di Rilcoflone. D’altro canto come poteva sapere che i Rilcofloni a contatto con le Viviminacee Cornute creavano una reazione abrasiva pari a quelle dell'Acetone Iperconcentrato di Nonna Acetosella?
“Assurdo! Un’altra “T”! E’ la volta buona che mia madre mi mandi una Strillettera!” mugugnò di pessimo umore. “E piantatela di ridere, voi due babbei. Si può sapere perché avete quelle facce soddisfatte?”
Stuart ed Emily si affrettarono a nascondere i sorrisi allegri e si sedettero con inguaribile buonumore accanto all’amica. Era da quando aveva fatto la scenata a Rose Weasley nel dormitorio di Grifondoro che sembravano stranamente raggianti.
“Pazzesco! E dire che ho fatto esattamente quello che mi ha detto Stuart” proseguì lagnosamente Drilla.
“Io, in realtà, non ti ho mai detto di versare quella polvere di Piombo di Golem…” cominciò Stuart.
“Potresti stare zitto se non sei interpellato?” scattò Drilla, schiaffando sul tavolo la borsa piena di libri. “Oggi durante Trasfigurazione mi hai rotto un’altra Gobbiglia.”
“E allora? Ormai di Tristan non può importartene di meno.”
Drilla meditò per un breve istante su quella faccenda. “Già, vero” fu la sua conclusione. “Però le partite di Gobbiglie mi piacevano davvero.”
Stuart sorrise.
Emily, invece, si era fatta seria al nome di Tristan. “Ma, Drilla, ora che ti sei accorta che non ti importa nulla di lui, non c’è ragione per cui tu debba continuare a stare alzata fino a notte fonda a cercare informazioni su quel Medaglione, no?”
Drilla s’inalberò. “Ma certo che sì, invece!” replicò. “Ho ancora da vincere la scommessa con Steeval, giusto?”
Emily rimase stupefatta. “Cosa?! Ma non hai ancora rinunciato?”
“Mai!” annunciò seria Drilla. “Non gli farò mai vincere la scommessa!”
Stuart alzò gli occhi al cielo. “Per questo non posso dire in giro che non stiamo insieme?”
“Non provarci nemmeno!” lo redarguì precipitosamente Drilla. “Non gli darò mai questa soddisfazione! Anzi, chissà come si starà rodendo il fegato dopo l’altro giorno, quando ho detto chiaro e tondo che la nostra unione è al di sopra di Tristan.”
“Peccato che sia una menzogna bella e buona.”
“Però, insomma, Drilla” intervenne Emily, dubbiosa, “non puoi continuare a recitare per sempre. E nemmeno costringere Stuart a farlo! Prima o poi anche lui dovrà pensare ad una ragazza! Anzi, Stuart, non credi che…”
“Non credo un bel niente” la interruppe amabilmente Stuart. “Anzi, mi sto cominciando davvero a divertire. E almeno quelle idiote del primo e del secondo anno mi stanno lasciando in pace.”
“Allora non c’è nessun problema” affermò Drilla, battendo soddisfatta un pugno sul tavolo.
“Nessun problema per cosa?” domandò una voce sognante alle loro spalle.
Sobbalzarono tutti e tre.
“Ciao, Lorcan” lo salutò Stuart, mentre il ragazzo si sedeva vicino a loro.
“Ciao. Avete sentito? I Folletti vogliono organizzare un’altra sommossa, ma stavolta da dentro la scuola.”
“Cosa?!” esclamò Drilla sbigottita.
“Già” fece lui sereno. “Il Ballo dell’Armistizio si avvicina, no? E devono partecipare anche loro.”
Emily, al solo pronunciare la parola “ballo” sbiancò.
“E questo che ha a che fare con le rivolte?”
“Oh, lo scoprirete” rispose Lorcan. “Anzi, credo che Mc Kinnon lo stia per annunciare.”
Il preside, effettivamente, si era alzato dal suo posto alla tavola degli insegnanti e con un battito di mani aveva zittito l’intera Sala Grande.
“Studenti e studentesse! Innanzitutto spero che queste prime due settimane di scuola dopo le vacanze siano cominciate bene per tutti voi.”
Le parole del preside furono accolte da un mormorio sarcastico.
“Come sapete, febbraio si avvicina” proseguì Mc Kinnon imperterrito. “E, com’è tradizione, saranno ospiti della nostra scuola i Folletti a quel grande evento che è il Ballo dell’Armistizio.”
Rivolse un’occhiata intorno, ma gli studenti continuarono a tacere, perciò proseguì: “Spero che ciascuno di voi abbia un abito da cerimonia per partecipare a questa occasione irripetibile, soprattutto le dame.”
Le ragazze della sala si accigliarono, chi più o chi meno perplessa.
Anche Drilla si fece attenta. “Perché le ragazze?”
“A questo proposito, è bene che v’informi di una delle tradizioni del ballo di cui finora non siete venuti al corrente” proseguì Mc Kinnon. “Un mese prima del ballo vengono scelte dieci delle nostre studentesse tra quelle degli ultimi due anni perché abbiano l’onore di avere per cavaliere dieci dei nostri ospiti…”
Nella sala scoppiò un boato di protesta femminile, e il resto del discorso di Mc Kinnon fu sovrastato dal vocio di protesta.
“E’ assurdo” esclamò Electra Zabini.
“Inammissibile!” disse una ragazza del sesto anno di Grifondoro.
“Non ha senso!” fece loro eco una del settimo anno di Serpeverde.
Drilla scoppiò a ridere. “Bene, ecco il rischio che correranno tutte le ragazze che parteciperanno al ballo!” disse ad alta voce.
Emily sembrava sull’orlo di uno svenimento. Stuart, invece, fissava accigliato Mc Kinnon che aveva interrotto a metà il discorso e cercava di recuperare l’attenzione degli studenti.
Lorcan si chinò tra loro, con aria lugubre. “Sapevo che sarebbe successo.”
“Che vuoi dire?” fece Drilla, ancora in preda a risa convulse.
“Beh, la prima volta i Folletti hanno cercato di ribellarsi a Hogwarts attaccandola dall’esterno e ma non ci sono riusciti. Ora stanno semplicemente cercando di minare il sistema dall’interno.”
“Non dire assurdità” sbuffò Drilla, smettendo di ridere.
“E’ la pura verità. Prenderanno le dieci ragazze e la notte del Ballo sveleranno i loro intenti, usandole come ostaggi e minacciando di tagliare loro i nasi se il Ministero della Magia non accetterà le loro richieste.”
“Perché i nasi?” chiese Stuart, incuriosito.
“Stuart! Non ci crederai davvero?!” Drilla non poteva credere che stesse davvero dando corda alle fesserie che Lorcan si ostinava a sostenere.
Lui scrollò le spalle. “Perché no? Potrebbe essere interessante.”
“Insomma, smett…”
“Tagliano i nasi perché il fiuto per i Folletti è il senso più importante” spiegò serio Lorcan, interrompendo Drilla. “E’ con quello che sono riusciti a infiltrarsi nel settore finanziario dei Maghi, no? Con il fiuto per gli affari…”
Drilla alzò gli occhi al cielo, esasperata.
“Stai scherzando, vero?” fece Emily con voce flebile.
“No. E quando hanno tagliato i nasi, passano agli occhi, perché è risaputo che gli esseri non umani hanno occhi che vedono benissimo, anche di notte. Perciò è il loro secondo senso più importante. E dopo gli occhi…”
Emily era cadaverica.
“Piantala, Lorcan! Emily, non preoccuparti, non è vero nulla…”, la rassicurò Drilla.
“Non è per quello…” fece lei debolmente. “E’ che… il ballo…” si interruppe, deglutendo rumorosamente.
“Non sceglieranno mai te!” affermò Drilla con sicurezza. “Insomma, hai il ragazzo e…”
“SILENZIO!” tuonò una voce possente.
Quebec si era alzato dal tavolo e aveva dato sfoggio della notevole prestanza delle sue corde vocali.
La Sala Grande ricadde in un silenzio assoluto.
Mc Kinnon si schiarì la voce. “Stavo dicendo…”, riprese tranquillo, “che saranno scelte dieci ragazze che avranno l’onore di rappresentare Hogwarts in questa occasione e partecipare al ballo insieme ai nostri ospiti. Avendo noi insegnanti deciso di dare una possibilità a tutte le studentesse di ogni Casa di avere quest’onore…”
Un borbottio scontento attraversò la stanza, ma nessuno osò lamentarsi apertamente, soprattutto perché Quebec era ancora in piedi al suo posto al tavolo degli insegnanti e fissava tutte le tavolate con cipiglio minaccioso.
“… abbiamo deciso per un sorteggio e abbiamo trovato le dieci studentesse che ci rappresenteranno. …”
Un altro coro di protesta si levò da tutte le esponenti del genere femminile della scuola, e nemmeno le minacce e la voce possente di Quebec bastarono a zittirlo. Tutte le ragazze di Hogwarts erano inorridite alla prospettiva di trovarsi per cavaliere, al posto del loro sognato principe azzurro un basso Folletto inquietante.
“SILENZIO!” ripeté Quebec, invano.
“… e queste dieci ragazze”, stava dicendo Mc Kinnon, cercando di sovrastare il vocio, “…parteciperanno alle lezioni di danza con un noto maestro di quadriglia, Kallias Van Duyne e al ballo…”
La Sala Grande si zittì di colpo.
“Van Duyne?” fece qualcuno.
Quel Van Duyne?”
“La stella del Teatro Flamel?”
“Esattamente” rispose Mc Kinnon senza scomporsi, lieto di aver riacquistato l’attenzione. “Verrà qui tre volte alla settimana e le ragazze sorteggiate potranno imparare da lui la…”
“Mi offro” esclamò una ragazza alzando la mano.
“Anch’io” fece un’altra.
“Pure io!”
In un attimo tutte avevano cambiato idea. Servirono altri cinque minuti buoni per riportare di nuovo al silenzio gli studenti –anzi, più che altro le studentesse.
“Mi dispiace, ma i nomi sono già stati decisi. Il direttore di ogni Casa provvederà a informare le dirette interessate. Ora vi lascio alla cena.”
Si sedette tranquillamente e prese a discorrere con l’insegnante di Antiche Rune. La Sala Grande si riempì istantaneamente di un chiacchiericcio frastornante ed eccitato.
“Chi diavolo è Van Duyne?” chiese quasi immediatamente Stuart
“Chi è… stai scherzando, vero?!” esclamò Drilla. “Non sai chi è Van Duyne?!”
Stuart scrollò le spalle.
“Nemmeno io, a dire il vero” mormorò Emily, che si era un po’ ripresa.
“Cosa?!” fece lei, incredula. “Ma… è semplicemente una delle celebrità più importanti del Mondo Magico!”
Stuart inarcò un sopracciglio. “Ovvero?”
“E’ una star! Sa cantare e ballare benissimo, soprattutto grazie al suo famoso Incantesimo Alipes: sembra che quasi voli sulle piante dei piedi, dovreste vederlo!”
“Lo vedremo, se davvero verrà a fare lezione qui” replicò Stuart perdendo ogni interesse. “Comunque, a giudicare dall’entusiasmo, mi aspettavo qualcosa di più eccezionale…”
“Stuart Dunneth, Kallias Van Duyne è eccezionale. E lo vedrai con i tuoi stessi occhi!” lo redarguì Drilla.
“Per caso hai cambiato anche tu idea e vuoi offrirti per il ballo?” domandò Stuart, sogghignando.
Drilla serrò le labbra. “Non ballerò mai con uno stupido Folletto. MAI!”

Il mattino seguente la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure fu più movimentata del solito. E non per merito di Ravenscar, che li tenne impegnati per tutto il tempo in un difficile quanto noioso esercizio di concentrazione che avrebbe loro permesso di acquisire la base degli Incantesimi Distruttivi di Secondo Livello, tra i più difficili dell’intero programma scolastico, ma per l’evidente esagitazione delle ragazze della classe. Tutte, ovviamente, tranne Emily, che, come sempre, si concentrava al massimo sugli esercizi, e Drilla che, come sempre, si distraeva per un nonnulla.
“Basta così!” esclamò Ravenscar esasperato, dopo la decima volta che riprendeva due ragazze che, anziché fare l’esercizio, chiacchieravano tra loro. “Questa mattina non c’è verso di far lezione! Finiamo dieci minuti prima, ma se la prossima volta non siete preparati sulle basi, sarà peggio per la vostra media scolastica.”
E, seccato, si mise a correggere i compiti che gli alunni gli avevano consegnato per quel mattino.
“Ehm, professor Ravenscar?” fece Virginia Pride, alzando la mano.
Ravenscar alzò gli occhi, irritato. “Che cosa c’è? Hai domande sulla lezione, Pride?”
“Ehm, no… mi chiedevo solo…” fece una pausa, tesa, e le altre ragazze si fecero sfuggire delle risatine, “mi chiedevo solo se non deve per caso dirci i nomi delle… ehm, ragazze scelte. Dato che è il nostro direttore di Casa e ieri il Preside ha detto…”
“So benissimo cos’ha detto il Preside, e so benissimo cosa devo fare, Pride. Avviserò chi è stato scelto al suono della campanella, non durante la lezione che voi avete disturbato.”
Virginia fece una faccia delusa, e anche le altre ragazze si abbacchiarono. Drilla sbuffò. “Ben vi sta.”
La campanella, dieci minuti dopo, fu un sollievo. Le ragazze scattarono in piedi, eccitate, mentre i maschi borbottarono infastiditi e si diressero verso la porta. Drilla era completamente indifferente: prima di Natale era stata una delle poche ragazze che non avevano firmato la partecipazione al Ballo, e quindi non correva alcun rischio di venire scelta, anche perché non aveva nessun abito da cerimonia.
Ravenscar sospirò. “E va bene. E’ stata sorteggiata Leigh.”
Eva Leigh emise un grido di esultanza, mentre le altre si imbronciarono.
Emily emise un sospiro di sollievo.
“Visto?” disse Drilla, allegra. “Nulla di cui preoccuparsi.”
Emily sorrise.
“E anche Hale” soggiunge Ravenscar.


 

   
 
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