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Autore: LilyOok_    16/12/2015    5 recensioni
[...]Continuava a fissarmi... I suoi occhi erano come il cielo in tempesta: blu intenso con qualche lampo chiaro, come i fulmini che risplendono nelle notti di temporale.
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Darcy, capitolo uno.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due

 

Mi alzai lentamente, cercando di muovere il meno possibile la spalla.

Quella dannata freccia mi stava causando un mare di problemi.

Mi stavo trattenendo troppo a lungo in quel luogo, dovevo andar via, subito, o prima o poi mi avrebbero trovata.

Recuperai la mia giacca e me l’infilai con non poche difficoltà, poi mi infilai gli stivali e adocchiai la mia borsa in fondo alla stanza.

La aprii e tirai un sospiro di sollievo: c’era tutta la mia roba.

Prima di aprire la porta mi toccai il fianco sinistro, come d’abitudine, e mi accorsi di una cosa importante: Tempesta non era al suo posto.

Mi guardai intorno, ma della mia spada neanche l’ombra.

Dannazione! Non potevo andarmene senza la mia fidata compagna; lei era tutto per me, la mia migliore amica, la mia famiglia. Era un’estensione del mio braccio, una parte di me! Dovevo ritrovarla ad ogni costo.

Uscii piano dalla stanza e osservai il corridoio rischiarato per metà dalla luce argentea della luna.

Mi si illuminarono gli occhi quando la vidi, poggiata alla porta d’ingresso insieme ad altre armi.

La sfiorai con delicatezza e poi, senza opporre resistenza al desiderio, la sfoderai e la portai alla luce della luna, facendo risaltare le incisioni sulla lama.

Sorrisi alla spada e poi la rinfoderai in fretta e mi diressi alla porta.

Non feci in tempo a posare le dita sulla maniglia che una voce mi fece trasalire.

“Dove credi di andare?”

Mi voltai: era il giovane arciere; i suoi occhi profondi mi perforarono l’anima.

 

◦◦◦

 

Si voltò di scatto e sgranò gli occhi, ma non esitò a rispondere.

“Me ne vado.” Disse solo, rimanendo ferma a guardarmi.

“Perché?”

“Devo.”

“Non sei ancora guarita.” Le feci notare, indicando la sua spalla.

“Non importa.” Rispose, aprendo la porta e uscendo.

La seguii senza esitazione. In un certo senso non volevo se ne andasse, anche se non potevo certo obbligarla a rimanere.

“Aspetta, Darcy.” La richiamai, ma lei non si fermò né si voltò.

Darcy!” Dissi più forte, raggiungendola ma bloccandomi subito quando mi tappò la bocca con una mano. Le sue dita erano gelide come la neve che rischiarava la radura, riflettendo i raggi argentei della luna.

“Vuoi abbassare la voce?!” Si guardò intorno “Loro potrebbero essere già qui.”

“Loro... chi?” Chiesi piano, quando mi liberò.

Lei non rispose.

“Darcy?” Sussurrai.

Mi fissò negli occhi per qualche istante e vi lessi preoccupazione e anche indecisione, ma alla fine parlò: “Kili, giusto? Ascoltami bene: il vero motivo per cui ero nel bosco ieri è che stavo fuggendo. Quelli mi vogliono staccare la testa dal collo, per questo è pericoloso che io rimanga qui. A loro non importerà chi siete, mi avete aiutato e questo fa di voi carne da macello, quindi se me ne vado ora ho più probabilità di salvarvi, capito?”

Rimasi sena parole. Chi mai poteva volerla morta?

Beh, di certo non me ne sarei rimasto con le mani in mano.

“Noi potremmo aiutarti a combatterli se tu-” Provai a dire, ma lei scosse subito il capo: “No. Non immischiatevi. Non immischiarti. Lasciami semplicemente andare via. Credimi, è meglio così per tutti.”

No.” Ribattei fermamente “Non prima di essere guarita almeno. Come pensi di poter affrontare ‘loro’ con la spalla in queste condizioni?”

“Beh, devo ringraziare te per questo, mi pare!” Controbatté quasi con astio, lasciandomi un secondo senza parole.

Su questo aveva ragione... l’avevo scambiata per una grossa preda e avevo scoccato senza prima guardare cosa – o meglio, chi – era il mio bersaglio.

Stavo per ribattere quando dal folto degli alberi sbucarono due uomini armati di ascia che gridarono all’impazzata dirigendosi verso di noi.

“Maledizione... corri!” Gridò Darcy e mi prese per mano, fuggendo verso il fitto bosco che coronava la radura.

 

◦◦◦

 

Sfrecciavamo tra gli alberi il più velocemente possibile.

Stava succedendo di nuovo, stavo mettendo in mezzo innocenti per l’ennesima volta.

Questo giovane ragazzo non meritava di finire in questo vortice pericolo.

Ma ormai non potevo farci nulla.

Non potevo cambiare le cose.

Ed era anche in parte colpa sua; avrebbe dovuto lasciarmi andare via, non insistere.

Se l’era cercata.

 

“Non ci sfuggirai ancora una volta!” Gridavano le voci dietro di noi.

Darcy, maledetta, fermati!”

Prendetela, forza!”

Gli uomini erano diventati tre, poi quattro.

Io e Kili continuavamo a correre, con i polmoni che bruciavano per lo sforzo e le gambe che diventavano sempre più pesanti da sollevare.

Inoltre, la neve non aiutava.

Lasciavamo tracce, troppe tracce.

“Kili,” Lo chiamai “dividiamoci. Sarà più semplice depistarli.”

“No, non ti lascio con quella spalla cos-”

“La vuoi smettere di preoccuparti? Me la sono cavata per vent’anni, non ho bisogno che qualcuno mi protegga! Ora vai!” Gridai, seccata, spingendolo nella direzione opposta alla mia.

Eravamo abbastanza distanti perché non vedessero chi era andato dove e soprattutto, il buio era a nostro favore.

Estrassi Tempesta dal fodero e con molta fatica – potevo usare soltanto un braccio e questo mi rallentava – ruppi un ramo con delle foglie attaccate e poi deviai verso un gruppo di arbusti, strusciando le foglie sulla neve per cancellare i miei passi.

Stavo facendo troppo rumore, lo sapevo bene, ma non avevo scelta: era la mia unica possibilità di depistarli almeno per un po’ di tempo.

Dopo essermi assicurata di aver coperto bene le mie tracce, mi arrampicai.

La spalla sinistra era un globo di fuoco e il dolore era terribile.

Arrivata abbastanza in alto mi fermai e mi poggiai dolorante con la schiena al tronco dell’albero.

Mi guardai la ferita: sanguinava. L’avevo riaperta.

Bella mossa, Darcy.

Il bruciore era terribile e mi era venuto il fiatone.

Dannata freccia! Se solo Kili non mi avesse scambiata per un animale a quell’ora sarei stata bella che lontana e non m’avrebbero mai più trovata.

Accidenti!

Sentii dei sussurri e mi sporsi di poco, notando due uomini proprio sotto il mio albero che si stavano scambiando parole in una lingua che da quella parte del Belegaer, il Grande Mare, non esisteva quasi più.

Erano in pochi rimasti ancora a conoscerla.

Ad un tratto si dispersero in direzioni diverse e con molta, moltissima, fatica scesi dal ramo e mi diressi in fretta verso una parete rocciosa non molto distante.

Lì trovai un’insenatura nella pietra e mi ci accovacciai.

Chiusi gli occhi per la stanchezza e mi addormentai.

 

◦◦◦

 

Le prime luci dell’alba fecero capolino tra le fronde degli alberi.

L’avevo cercata per tutta la notte, ma non ero riuscito a trovarla.

Ero stato attento a non incappare in quegli uomini. Mentre ci inseguivano, li avevo sentiti pronunciare parole incomprensibili, anche se avevo intuito il senso delle loro frasi: volevano Darcy, questo era certo, e come aveva detto lei la volevano morta.

Per questo non ero tornato indietro.

Avrei benissimo potuto lasciarla al suo destino e tornare a casa, ma dopo quello che le avevo fatto non potevo e poi, il solo sapere che qualcuno avrebbe potuto ucciderla mi faceva raccapricciare.

Giunsi ai piedi di una montagna e rasentai ogni crepa, ogni piccola grotta senza trovarla.

Chissà dove era andata a finire... D’improvviso venni afferrato da dietro e una mano mi tappò la bocca, trascinandomi all’interno di un’incavatura nella parete che era sfuggita alla mia vista.

Mi dimenai ma il suo sussurro mi quietò all’istante.

“Calmati, sono Darcy.” Mi disse e io annuii con il capo.

Mi lasciò andare e mi voltai.

Sgranai gli occhi: la giacca era imbrattata di sangue e aveva il volto e il collo ricoperti di sudore.

“Cosa ti è successo?” Le chiesi subito, ma non appena formulai la domanda mi resi conto che il sangue era sgorgato dalla ferita che le avevo procurato io.

Dovetti guardarla in un modo che non le piacque poiché girò il capo dall’altra parte, arrabbiata.

“Mi dispiace...” Mormorai, abbassando gli occhi.

“Non è colpa tua. Voglio dire, lo è! Ma ormai quel che è fatto è fatto ed è inutile piangere sul latte versato.”

“Lascia almeno che ti pulisca la ferita.” Le dissi e lei arrossì di colpo, facendo risaltare i suoi occhi scuri.

“Non ce n’è bisogno, posso farlo da sola.” Fece un passo indietro.

“Non essere sciocca. Avanti, siediti.” Le presi una mano e la tirai lentamente verso il basso, mentre mi inginocchiavo davanti a lei.“Togliti i vestiti, avanti. Giuro che non guardo.”

Con riluttanza, Darcy si sfilò la giacca rivelando la camicetta bianca sporca di sangue.

Voltò il capo altrove, mentre si fece scivolare via anche quella.

Mi sentii arrossire per l’imbarazzo quando scoprì i seni tondi e sodi.

Mi imposi di non guardare ma di concentrarmi sulla ferita; raccolsi una manciata di neve e ce la poggiai sopra, in modo da bagnarla e anestetizzarla un po’.

Rabbrividì, ma non disse nulla.

Si abbracciò il petto con una mano e così facendo coprì anche le sue nudità.

Con l’altro braccio la vidi afferrare la camicetta e strapparla, tirandola con i denti: “Usa questa per rifare la fasciatura.” Mi disse e io cercai di utilizzarla al meglio.

Subito dopo feci per togliermi la casacca ma lei mi fermò.

“Ti ringrazio, ma userò la mia giacca per coprirmi. Non puoi rimanere a torso nudo in mezzo alla neve.” Mi canzonò, infilandosi la sua giacca nera con le borchie di ferro.

“Cosa faremo, adesso?” Le chiesi, preoccupato.

“Nella mia borsa ci sono degli oggetti che intendo rivendermi. Con quelli otterremo abbastanza soldi per fare provviste e comprarci dei vestiti più pesanti... e magari pagare un medico che mi ricucia la spalla.”

“Scusa se te lo chiedo ma... chi erano quegli uomini? Tu riuscivi a capirli, non è così?”

“Sì.” Risposi, spiccia. Non potevo dirgli chi erano veramente, non adesso.

Okay, gli avevo rivelato il mio vero nome, ma non sapevo ancora fin dove potevo spingermi con lui.

 

◦◦◦

 

Come sospettavo lei conosceva quella strana lingua.

Il mistero attorno a quella ragazza cresceva sempre di più e io ero pieno di domande alle quali sapevo non avrei ottenuto risposte.

“Senti” Iniziò Darcy, rompendo quel silenzio “Mi dispiace, okay? Però io ti avevo avvertito che era meglio che me ne andassi. Ti sei messo da solo in questa situazione e io non ho alcuna intenzione di badare a te. Lo so che ti starai chiedendo un mucchio di cose sul mio conto, ma non posso darti le risposte che cerchi. A questo punto ti chiedo solo di fidarti di me.” Disse, come se mi avesse letto nel pensiero, posando i suoi occhi tempestosi nei miei.

“Va bene, mi fiderò di te, Darcy. Ti aiuterò, qualunque sia il prezzo. Oramai non posso più uscirne, lo hai detto tu, quindi non ho altra scelta.”

 

◦◦◦

 

“Bene...” Tirai un sospiro di sollievo. Per fortuna non mi aveva chiesto nulla.

Dovevo ammettere che quel Nano era davvero coraggioso.

Meglio così, perché avremmo dovuto combattere prima o poi, lo sapevo bene.

Se Ahkkár mi avesse trovata lo scontro finale sarebbe stato inevitabile.

Ma noi eravamo due contro un esercito. Perché Ahkkár avrebbe smosso tutto il Grande Mare pur di ritrovarmi.

 

Sospirai e mi poggiai stanca alla pietra fredda.

“Stai bene?” Mi sentii chiedere e riaprii gli occhi.

Non era il momento di crogiolarsi.

“Sì.” Risposi. Raccolsi tutte le mie forze e mi alzai. “Dobbiamo andare via di qua. C’è una città nelle vicinanze?”

Kili ci pensò su, poi annuì.

“Andiamoci.”

 

 

Arrivammo nel tardo pomeriggio.

Sentivo i crampi della fame e a giudicare dai brontolii del suo stomaco, anche Kili era affamato.

Per tutto il viaggio ero rimasta in silenzio; pensavo a quella donna, la mamma di Kili... Mi dispiaceva moltissimo averle strappato così suo figlio.

Ricordavo il volto della mia, quando... scossi il capo; lei non avrebbe voluto che ricordassi quel momento.

Di sicuro lo stavano cercando e lui invece era lì con me, una totale sconosciuta con dei segreti oscuri che non poteva rivelargli.

Che strana compagna di viaggio dovevo essere.

Forse non era poi così furbo come dava a vedere, per fidarsi di me.

“Per prima cosa dobbiamo trovare un guaritore.” Mi disse Kili, non appena varcammo la soglia della cittadina di pietra, ignaro dei miei pensieri.

“Prima dobbiamo avere i soldi per pagarlo, il guaritore.” Gli feci notare, dirigendomi verso una bottega di antichità. “Questo è quello che fa per noi.”

Entrammo, facendo tintinnare un campanellino sulla porta.

Un Nano ci fece cenno di avvicinarsi al bancone.

“Buonasera, vorrei venderle dei vecchi oggetti di mia nonna.” Dissi, un po’ nervosa.

Il vecchio Nano mi sorrise avidamente: “Mostrami cos’hai, bambina.”

 

◦◦◦

 

Darcy tirò fuori dalla borsa una quantità abbondante di gioielli d’oro e pietre preziose che sparse sul bancone.

Al vecchio Nano dall’altra parte si illuminarono gli occhi, che erano di un verde slavato.

“La tua cara nonnina doveva essere davvero benestante per permettersi queste rarità.” Osservò.

Darcy si strinse nelle spalle, con fare assolutamente noncurante.

“Rarità?” Chiesi io. Ai miei occhi, quelli sembravano dei normalissimi gioielli.

“Conosco questa manifattura. Nella mia lunga vita mi è capitato una sola volta, in passato, di avere l’onore di vederle. Non c’è dubbio, queste meraviglie provengono da oltre il Grande Mare!”

Sgranai gli occhi alla sua affermazione.

Oltre il Grande Mare! Era da lì che proveniva Darcy?

Nessuno sapeva cosa ci fosse dopo il Grande Mare.

Il mio maestro Balin mi aveva insegnato che vi era un luogo chiamato Terre Immortali, ma non aveva mai accennato ad altro.

Forse la geografia che conoscevamo era sbagliata... ma questo poteva confermarmelo soltanto la ragazza impavida e testarda che avevo davanti.

Chissà chi era veramente.

 

Quando uscimmo mi guardò e per la prima volta mi sorrise.

Trecento monete d’oro! Lo sapevo che quelle cianfrusaglie valevano qualcosa da questa parte! Abbiamo racimolato un bel gruzzolo, non trovi?”

Annuii, sorridendole di rimando. Per un istante, uno solo e brevissimo, irraggiungibile, mi era sembrata bella e spensierata.

Beh, bella lo era davvero.

“Ora troviamo il guaritore.”

 

 

“Tre monete d’oro andranno bene.” Aveva detto il medico, quando ebbe finito di chiudere la fasciatura.

Si era fatto pagare bene, il furbetto.

“Quanto tempo dovrò portarla? Non c’è nulla che possa accelerare la guarigione?” Aveva invece chiesto Darcy, mentre poggiava una quarta moneta sulla scrivania di legno.

“Solo del buon riposo.”

 

 

Con un sospiro, Darcy si sdraiò sul letto.

Ormai era notte.

Nella locanda ci eravamo rifocillati e avevamo anche trovato una stanza libera, sfortunatamente con un solo letto doppio.

“Ti consiglio di smettere di fissarmi e di metterti a dormire.” Mi disse d’un tratto, riscuotendomi, come se anche con gli occhi chiusi si fosse accorta che la stavo fissando.

Si girò di lato, dalla parte della spalla buona e si coprì meglio.

Io mi avvicinai e titubante chiesi: “Posso?”

Lei nemmeno si girò quando mi rispose: “Se non vuoi dormire per terra...”

Allora mi tolsi i pesanti indumenti che avevamo comprato e i miei vecchi stivali pesanti e mi sdraiai accanto a lei.

Quel letto era troppo stretto.

 

◦◦◦

 

“Domani compreremo un arco per te, poi andremo a Sud o a Est... Qual è la via più breve per Rohan?”

“Sud-Est.”

“Perfetto.”

Lo sentii sospirare e tremare.

“Hai paura?” Gli chiesi allora, senza voltarmi.

“No.”

 “Ma sei preoccupato.” Stavolta la mia era un’affermazione, non una domanda.

“No.”

Bugia.

Feci vagare lo sguardo sulle nubi cariche di pioggia che oscuravano il cielo, impedendo alla luna di mostrarsi.

“Non mentire. Stai tremando.”

“N-no, io... non sto affatto tremando di paura! H-ho solo freddo.” Balbettò, di colpo come se fosse in imbarazzo.

“Di la verità, questo letto è troppo piccolo, non è così?” Scherzai, emettendo una risatina divertita.

“No, io non ho detto questo!” Si agitò, in preda al panico.

Risi di gusto e mi voltai supina. “L’ho detto io.” Sorrisi, guardandolo di sottecchi.

Ci fu un lungo silenzio.

Sapevo che non stava dormendo.

“Mi hai dimostrato che posso fidarmi di te. Per ricambiare, posso dirti che sì, se te lo sei chiesto, io vendo dalle Terre oltre il Grande Mare.” Dirglielo fu come se una parte di me si sentisse più leggera.

Sciocca, non puoi fidarti di nessuno, mi diceva una vocina fastidiosa nella mia mente, ma io la scacciai.

Quel Nano, quel ragazzo, non era cattivo o meschino. E se lo era, mi ingannava bene.

“Cosa c’è dall’altra parte?” Mi chiese, all’improvviso, come se avessi pigiato il bottone giusto per avere la sua totale attenzione. Peccato che quel che stavo per dirgli avrebbe sicuramente tradito le sue aspettative.

“Criminalità, contrabbando, pirateria, guerre... è così che sono cresciuta”

“E tu cosa sei? Hai una spada, quindi non sei una semplice... Umana. E degli uomini che parlano una strana lingua vogliono la tua testa. Cosa sei, Darcy?”

Gli rivolsi uno sguardo dispiaciuto.

Non era il momento per rivelagli anche quello.

C’erano troppe cose che vivevano celate anche alle menti più acute di questa parte di Arda.

Non era il momento perché esse venissero rivelate.

“Fatti bastare quel che ti ho detto, per ora. E adesso dormi, domani partiremo all’alba.”

 

◦◦◦

 

Lei dormiva già da un po’ quando mi decisi a chiudere occhio anch’io.

Il suo respiro regolare, il suo corpo così vicino al mio e i suoi capelli scuri sparsi sul cuscino mi mettevano a disagio, in un certo senso.

Non sapevo nulla di lei.

Darcy aveva detto che per vent’anni se l’era cavata da sola... che fosse una criminale anche lei oppure aveva semplicemente dovuto combattere per sopravvivere? Facevo bene a fidarmi? Decisi di non rivelarle il mio status sociale, per il momento. Così come lei non mi aveva rivelato il suo.

Mi addormentai con un pensiero opprimente: cosa andavamo a fare a Rohan?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Angolino autrice-


Buonasera peopleeee :D

Scusate la mia assenza ma ho dei problemi con il modem e ho finito i giga sul telefono quindi nemmeno con l'Hot-spot sono riuscita ad aggiornare.

Ora pare essere tornato tutto a posto e così... eccoci!

 

Vi prego di dirmi se avete trovati errori che li correggerò prontamente ^^


Scusate se qualcosa non va ma ho problemi con l'HTML di EFP quindi ne ho usato un'altro dove non esiste un valore intermedio tra 14 e 18.... e potete immaginare quanto io sia felice di ciò -.-"...


MA bando alle ciance e parliamo di cose serie:

Sono fuggiti!!!


Forse non l'ho detto prima, ma rimedio subito: questa storia sarà diversa. Niente Erebor, niente Nani, niente Draghi, niente di niente. Ci saranno cose del tutto nuove e del tutto inventate da me, tipo le terre piene di criminali oltre il Grande Mare!

Diciamo che è un esperimento!

Spero che vi potrà piacere (?)


Ad ogni modo... why Rohan? Eh eh eh *faccina da spoiler* non posso dirvelo u.u


Cosa faranno adesso i nostri eroi?

Mah...

A voi le deduzioni!


Ora scappo a studiare!

Vi sbraccico e vi riempio di coccole!

La vostra Juls!

 

 

 

 

ps: ho provato a dare un volto (a grande richiesta :p) alla nostra Darcy!

 

   
 
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