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Autore: Gamora96    17/12/2015    2 recensioni
Mia ed Alec sono due ragazzi molto diversi fra loro, con una sola cosa in comune. Entrambi hanno una smisurata passione per le vecchie leggende, soprattutto quelle sui cavalieri, che rischiavano le loro vite per salvare coloro che amavano! Mia vorrebbe un giorno diventare un cavaliere e creare una leggenda tutta sua, ma alle donne non è permesso entrare nell'esercito ...
Dal testo: "Chi ha deciso che questa è un'arma?"
Aaron prese posto di fronte a lei e scrollò le spalle "È in grado di uccidere, perciò è un'arma"
"Ma non è l'unica cosa che può fare. Posso usare la lama per intagliare, o per difendere una persona. Potrei anche fonderla, per creare qualcos'altro. Siamo noi a decidere cosa farne di uno strumento, perciò siamo noi l'unica vera arma"
È la prima volta che provo a scrivere una storia a capitoli. Sono una dilettante perciò spero di ricevere tanti consigli per migliorare, e spero di non essere troppo male XD
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mia guardava tristemente il corpo del sovrano riverso a terra, circondato dal suo stesso sangue che si espandeva lentamente sul pavimento liscio dal marmo chiaro. La sala del trono era molto grande. Un tappeto in velluto rosso conduceva verso la piccola scalinata alla fine della stanza su cui si trovava il trono. Sul soffitto, un enorme lampadario in diamante, più sontuoso di qualunque altro avesse mai visto, creava giochi di luce azzurri grazie alla luce della luna che penetrava dalle grandi finestre prive di tende. Alec era in piedi e la fissava in silenzio, non osando compiere una mossa. Lilith era uscita da una delle porte laterali e li aveva lasciati soli. In un'altra situazione, Mia si sarebbe lanciata al suo inseguimento, ansiosa di staccarle la testa dal collo e sentirle esalare l'ultimo respiro, ma ora le sue attenzioni erano tutte rivolte al suo vecchio compagno. Notò che il pugnale legato alla sua cintura era sporco di sangue, e un'odio immenso la soppresse
"Come hai potuto?" disse con un filo di voce "Come hai potuto fare una cosa del genere? Procurare tanta sofferenza ... non mi sarei mai aspettata un gesto tanto sciocco e crudele da te"
"Sciocco?" Alec si rabbuiò "Ho solo desiderato ciò che ogni uomo vorrebbe, e ho lottato per averlo. Non è ciò che fai anche tu? L'unica differenza tra me e te, è che io desidero cose vere e concrete, mentre tu ti ostini ad inseguire un sogno irreale e privo di significato" Mia strinse i pugni. Come poteva parlare così? Proprio lui, che lei conosceva così bene, a cui aveva donato la propria anima e il proprio cuore
"Dunque non ti penti per quello che hai fatto"
"Perchè dovrei?" fece lui divertito "Per la prima volta in tutta la mia vita, ho pensato davvero a me stesso, a cosa volevo diventare. Sono sempre stato diverso da te. Il mio obbiettivo è sempre stato quello di diventare forte, di elevarmi rispetto a tutti gli altri per non dovermi più sottomettere al volere di nessuno. Io desidero la libertà! Tu invece cosa desideri? Obbedire agli ordini di un re, rischiare la tua vita per persone che neanche conosci e a cui probabilmente non importa nulla di te"
"Libertà ..." Mia abbassò lo sguardo tristemente "Non credo che tu conosca il vero significato di questa parola. Essere liberi, non vuol dire schiacciare gli altri, disprezzarli, renderli schiavi. Un uomo saggio lo capirebbe"
Alec la interruppe "Ora non cominciare con uno dei tuoi stupidi discorsi sul senso della vita. Non li ho mai sopportati" la ragazza si accigliò di nuovo, colta di sorpresa da quell'improvvisa impudenza. Alec non era più come se lo ricordava "Sempre pronta a proteggere gli altri, a difendere il mondo intero. Sveglia Mia! Il mondo non è come lo credi tu! Questo mondo è marcio e crudele. Le persone che ti ostini a voler proteggere potrebbero un giorno decidere di rivoltarsi contro di te, o di commettere uno di quegli atti che ai tuoi occhi appaiono tanto orribili"
"Già" rispose lei tremando leggermente "Tu ne sei la prova"
Il ragazzo sorrise, facendola rabbrividire. Correndo a palazzo, aveva sperato di cogliere qualcosa nel suo sguardo. Pentimento, tristezza, rancore. Non c'era nulla di questo nei suoi occhi, e questo la aiutò a fare ciò che avrebbe dovuto fin dall'inizio. Strinse l'elsa della sua spada, sollevandola davanti ai suoi occhi "Se le cose stanno così, sarò costretta a ucciderti"
Il ragazzo si slegò il mantello nero, chiuso all'altezza del collo da una spilla dorata, e lo lasciò cadere a terra. Tirò fuori la sua spada, bellissima e luminosa, con una stupenda incisione sulla lama
"Provaci pure"

Quando le due lame si incontrarono, alcune scintille piovvero verso il basso. In un normale scontro due contro due, Mia non avrebbe mai fatto la prima mossa. Avrebbe atteso, immobile, studiando il suo avversario ed individuando le sue debolezze. Quella notte, però, non era riuscita a mantenere il suo solito sangue freddo. Si era lanciata sul suo avversario con velocità sorprendente, irrigidendosi quando la sua lama era stata bloccata. Aveva messo in quel colpo tutta la sua furia, fendendo l'aria con violenza. Qualunque avversario avrebbe avuto una certa difficoltà a bloccare un attacco come quello, eppure Alec lo fece senza problemi. Rimasero immobili per qualche secondo, guardandosi negli occhi. Le lame tremavano, tentando di prevalere l'una sull'altra
"Sei migliorato" osservò Mia con un sorriso tirato
"Anche tu"
Alec applicò una certa pressione sulla spada, costringendo Mia a ritirarsi, poi contrattaccò. Le lame cozzavano, entrando in contatto l'una con l'altra numerose volte e con furia incredibile. Se qualcuno li avesse osservati in quel momento, sarebbe rimasto senza parole di fronte a quella strana danza mortale. Bastava un minimo errore, un passo falso, e uno dei due contendenti sarebbe morto.
Entrambi conoscevano perfettamente lo stile di combattimento dell'altro, i suoi punti deboli, così come la sua forza. Alec incalzava Mia con colpi feroci e sfiancanti, che avrebbero sfinito qualunque soldato privo di una certa esperienza. Non era il caso di Mia. La ragazza si muoveva leggera lungo la sala del trono, parando con rapidità e precisione ogni colpo inferto dall'avversario, e rispedendoli al mittente con abilità. Non tratteneva mai un fendente troppo a lungo, per non affaticare le braccia sottili, e non smetteva mai di camminare. Sapeva che, per quanto riguardava la forza bruta, Alec era in netto vantaggio su di lei, e non poteva concedergli nessuna chance di colpirla a mani nude.
Poi accadde qualcosa di inatteso. La sua spada iniziò a tremolare, assottigliandosi e trasformandosi improvvisamente in qualcosa di inaspettato. Un serpente, che si voltò verso di lei sibilando con aria di sfida. Quell'improvviso cambiamento, la fece sussultare. Alec approfittò di quella distrazione per attaccare. Spinse la lama in avanti, puntando dritto verso il cuore della ragazza. Questa, rendendosi conto dell'errore commesso, indietreggiò, scartando di lato.
La lama le ferì una spalla, disegnando un evidente taglio sulla pelle nuda. Mia strinse i denti, sentendo la rabbia montare. Si lanciò su lui, colpendolo al viso con il pugno chiuso a facendogli perdere l'equilibrio
"Dovresti sapere che non amo il gioco sporco"
Attaccò ancora, stavolta con un fendente orizzontale. Alec indietreggiò, ancora confuso per via del colpo alla testa. Sentì il sapore del sangue nelle labbra e sorrise, mentre tentava di evitare i colpi dell'avversaria, sempre più rapidi ed insistenti
"Non sei cambiata affatto"
Sollevò la lama, parando un colpo particolarmente pesante, e i muscoli delle braccia tremarono per un momento. Di nuovo, i due giovani si ritrovarono uno di fronte all'altro, in quella che si poteva definire una situazione di stallo. Lo sguardo di Mia era molto diverso da quello che le aveva visto all'inizio della battaglia. I suoi occhi erano feroci, selvaggi. Alcuni riccioli erano attaccati alla sua pelle, per via del sudore e i muscoli erano in tensione, guizzanti di vita. Un piccolo rivolo di sangue le attraversava il braccio destro, che nonostante tutto teneva con decisione la presa sulla lama.
Alec, dal canto suo, aveva il naso rotto. Il sangue gli colava sulle labbra e i muscoli erano tesi per lo sforzo. Era da tanto che non affrontava uno scontro tanto complesso, eppure la sua espressione era euforica, febbrile, quasi malata.
"È questo che ho sempre amato di te" disse mostrando i denti sporchi di sangue "La tua determinazione, la tua forza. Ne sono sempre stato geloso"
Mia rabbrividì vedendo la pazzia negli occhi del ragazzo "Perchè non la smetti di inseguire quel sogno tanto sciocco? Unisciti a noi! Potremmo stare di nuovo insieme, creare un mondo nuovo e perfetto. Nessuno potrebbe ostacolarci!"
La ragazza si fece triste "Stare con te, era tutto ciò che desideravo" strinse le mani sull'elsa sottile, finché le nocche non le divennero bianche "Ma questo desiderio, è morto da un bel pezzo"
Colpì ancora, stavolta con tanta violenza che la spada di Alec volò a terra, lontano dal suo padrone. Mia lasciò andare la sua arma e lo colpì allo stomaco con un calcio, poi lo gettò a terra, sedendosi sul suo petto. Tirò fuori il pugnale che aveva alla cintura e lo sollevò verso l'alto, vedendo la lama brillare alla luce della luna.
Alec sbattè la testa a terra e la vista gli si annebbiò. L'unica cosa che riuscì a vedere, fu lo sguardo di Mia, pieno d'odio e di terminazione. Sorrise. Dunque era quella la sua fine. Era felice che a donargliela fosse la donna che in tutti quegli anni aveva tanto amato.
Mia esitò ancora un istante, poi abbassò la lama
   
 
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