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Autore: a k u r o s a    17/12/2015    2 recensioni
Ambientata dopo lo scontro con Enel. Come sempre è una nakamaship, completata con una particolare intesa tra capitano e primo ufficiale. E' molto angst. Se non vi piace non leggete.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Roronoa Zoro
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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n/t: le parole scritte in corsivo sono prese da una poesia di John Masefield, Sea Fever, che per ovvie ragioni non ho tradotto.
Questa storia è ambientata subito dopo lo scontro tra Rufy e Enel, quando la ciurma si riunisce attorno a Rufy, ma è un momento che non esiste nella serie e capirete alla fine perché. Vi lascio alla lettura di questa storia meravigliosa e ci risentiamo alla fine, perché questo pezzo merita davvero.

I Must Go Down to The Seas Again

I must go down to the seas again, to the lonely sea and the sky,
And all I ask is a tall ship and a star to steer her by,


«Dov'è la Going Merry?» Rufy boccheggia in preda al panico perché improvvisamente non riesce a ricordare l'ultima volta che sentì le onde rilassanti sotto di lui e il basso ronzio del suo ottavo membro dell'equipaggio. Prova ad alzare la testa ma fallisce eppure il terreno è soffice, quasi come un cuscino così non fa male. Invece, apre prudentemente gli occhi e trova nuvole luminose di luce bianca e fredda ovunque e non i consueti marrone e blu caldi. Le novità sono cosa buona, divertente e Rufy ama niente di più che una bella avventura. Eppure in questo momento, nella spessa foschia di dolore e fatica, lui desidera qualcosa di familiare, qualcosa di rilassante, qualcosa che sia sua.

«La Going Merry sta bene, Rufy. Ci sta aspettando da qualche parte al sicuro».

Ah. Qualcosa che sia sua. Rufy volta il capo verso una direzione dalla quale provengono le parole del suo compagno e sorride. Usop ama la nave quasi più di chiunque altro e se dice così allora certamente deve essere vero. Però qualcosa stona, qualcosa nel modo in cui l'allegria nelle parole di Usop è dura e forzata come quando Usop è triste ma prova a fingere di non esserlo. Così per distrarlo, Rufy chiede cos'è successo e ride in quelli che paiono i momenti giusti ma il dolore nella sua testa è così intenso che davvero non riesce a capire una singola parola di ciò che viene detto.

And the wheel's kick and the wind's song and the white sail's shaking,
And a grey mist on the sea's face and a grey dawn breaking.


Una luce accecante trova la sua strada negli occhi di Rufy e lui grugnisce mentre istintivamente si tira indietro. Si chiede dove sia Robin perché sembra che il sole abbia deciso di prendere posto nei suoi occhi invece che nel cielo e lui preferirebbe avere le stelle (sette per ognuno di loro) ed è sicuro che Robin conoscerebbe le risposte. La luce si rifiuta di arrendersi così Rufy chiude gli occhi saldamente serrati e da qualche parte alla sua destra sente un sospiro d'angoscia che riconosce. Con gli occhi ancora chiusi, prova a girare la testa per sorridere alla sua renna perché lui davvero sta bene e sa che tutto ciò non è nulla che le medicazioni di Chopper e il cibo di Sanji non possano sistemare. Ma una mano tocca la sua fronte, frenando dolcemente i suoi movimenti e Rufy si immobilizza all'istante. C'è una piccolissima esitazione nelle dita sottili e Rufy sa che se si muove anche un poco, Robin si tirerà indietro. Lui ha visto Robin piangere una volta, e nonostante i crolli dell'edificio e la caduta delle rocce, i suoi singhiozzi lo avevano raggiunto forti e chiari. Robin era stata respinta via troppo spesso, lui si maledirebbe se lasciasse che accada di nuovo. Allora rimane dove sta, lottando per rimanere sveglio e immobile e alla fine sorride quando la mano si assesta dopo aver sistemato via la sua frangia.

I must go down to the seas again, for the call of the running tide
Is a wild call and a clear call that may not be denied;


«Svegliati idiota! Rufy! Rufy! Giuro, se non apri gli occhi ora, muori di fame per una settimana!»

Rufy costringe gli occhi ad aprirsi. La minaccia del suo cuoco è abbastanza spaventosa ma la pura intensità di rabbia fusa in ogni singola parola lo mette in allarme. Nami gli aveva detto tempo fa che Sanji da l'impressione di qualcosa quando in realtà è qualcos'altro e Rufy pensa che lei ha ragione perché tutte le volte che Rufy si è appena svegliato da notti di febbre alta dopo una battaglia Sanji lo rimprovera e lo picchia più del solito ma il cibo che serve sembra sempre avere più carne del solito. Rufy non sa cosa vuol dire per Sanji essere così arrabbiato, o come sia realmente Sanji quando finge di essere arrabbiato ma Sanji è un suo compagno e se c'è qualcosa che fa arrabbiare il suo compagno è compito del capitano sistemarla.

Lui cerca di concentrarsi ma il dolore che era nella sua testa si è spostato in tutti i punti del suo corpo e onestamente gli serve tutto se stesso per non chiudere di nuovo gli occhi. Sanji e Chopper discutono accanto a lui ma Rufy può solo afferrare parti come concussione e no e un poco più velenoso no con un mai e poi mai arrendermi. Rufy sta ancora cercando di capire cosa ha sentito quando Chopper si allontana velocemente e Sanji si siede accanto a lui

«Sei sveglio capitano?»

L'odore di fumo grossolano solletica il naso di Rufy ma l'odore gli ricorda Sanji e la cucina e i piatti caldi e fantastici così Rufy decide che non gli importa. Nota che le mani che tengono e accendono la sigaretta stanno tremando. Rufy decide di tenere compagnia al suo cuoco e chiede di avere della carne. Sanji curiosamente dice di sì.

And all I ask is a windy day with the white clouds flying,
And the flung spray and the blown spume, and the sea-gulls crying.


«Nami? Non piangere» Rufy sbatte gli occhi verso Nami quando si sveglia per trovarla inginocchiata accanto a lui. Una parte di lui si accorge dell'aria stantia e delle ceneri di scarto accanto alla sua testa ma davvero non è importante perché in questo momento Nami sta piangendo. Lei cerca del suo meglio per ingoiare le lacrime ma il labbro tremolante è familiare e a Rufy non piace.

«Non preoccuparti Nami» Rufy promette seriamente. «Batterò Arlong e gli dirò che tu sarai per sempre la mia compagna».

Il tremolio peggiora ma gli occhi di Nami si addolciscono estremamente mentre gli accarezza la guancia.

«Hai già battuto Arlong, Rufy. So che sono la tua compagna per sempre».

Rufy è confuso perché non capisce come mai lei possa essere così triste se già lo sa. Lui sorride comunque perché sa che Nami segretamente ama le risate e i sorrisi dei suoi compagni e poi si acciglia quando vede le lacrime. Attende per un momento prima di dirle molto seriamente.

«Non devi preoccuparti, Nami. Batterò Arlong e gli dirò che tu sarai per sempre la mia compagna».

I must go down to the seas again to the vagrant gypsy life.
To the gull's way and the whale's way where the wind's like a whetted knife;


Qualcosa nell'aria cambia e Rufy sa perché.

«Zoro,» Rufy respira e pensa finalmente. Inala il suo primo ufficiale ed è felice di vedere che Zoro è ancora Zoro, ancora forte e sicuro e vivo anche se improvvisamente non riesce a ricordare perché mai Zoro non dovrebbe esserlo. Aggrotta la fronte pensando ma Zoro si allunga e poggia una mano sui suoi occhi. Non è il palmo grezzo a fargli male ma qualcosa nel rigido affetto e la parola successiva viene fuori come un lamento.

«Zoro».

Sono così stanco.

Rufy implora Zoro di capire, e certo Zoro capisce.

«Lo so,» Zoro mormora ma non sposta via la mano e a Rufy non importa. «Va tutto bene Rufy».

«Ma-»

Rufy prova ma non riesce a finire la frase. C'è qualcos'altro e non è così semplice e Zoro dovrebbe saperlo ma Rufy non ricorda il perché. Quando ci prova, più si sforza a pensare e più spessa diventa la nebbia e Rufy rimane a chiedersi cosa sta cercando di ricordare in primo luogo.

«Zoro?»

Rufy non è sicuro di cosa stia cercando di chiedere e cos'è che vuole sentire.

Zoro sa entrambe le cose.

«Va ancora bene,» Zoro risponde ma c'è una punta di qualcosa di triste e doloroso e qualcosa che non è Zoro. Ma Zoro dice che va bene e Zoro non gli mentirebbe mai così Rufy lentamente si rilassa mentre la sua fiducia supera le sue preoccupazioni. «Puoi riposare adesso».

And all I ask is a merry yarn from a laughing fellow-rover,
And quiet sleep and a sweet dream when the long trick's over.


L'ultima cosa che ricorda è qualcosa che suona come singhiozzi smorzati, ma niente potrebbe mai far piangere Zoro. Così Rufy è sicuro che sia solo una risata.



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n/t: vorrei solo scrivere due parole in onore di questa storia che in assoluto è la più bella che abbia mai letto nell'intero fandom.
"I Must Go Down to The Seas Again" è stata una delle prime storie che ho letto quando scoprii akurosa e credo che fu proprio questa lettura a sancire il mio amore per le sue storie. Raramente ho pianto leggendo una fanfiction, ma questa ha meritato ogni lacrima ed emozione provata. Non mi è bastata una sola volta. Ho dovuto leggerla e rileggerla per capire, per interpretare ogni sfumatura nascosta rigo per rigo. E ad ogni passaggio l'emozione diventava sempre più devastante. Tradurla non è stato tanto più semplice. Avevo desiderato tradurla fin da subito, ma l'ondata di sensazioni che mi lasciava ogni volta era tale che rimandavo continuamente. Alla fine mi sono cimentata ed è stato qualcosa di incredibile. A parte il tremore delle mani sulla tastiera e quel senso soffocante di qualcosa che dentro fa veramente male, la parte più difficile è stato riuscire a spremere il succo di ogni parola per fare una traduzione che rispecchiasse il più da vicino il significato originale. Difficile è stato riuscire a mantenere il ritmo e soprattutto a conservare quella stessa profondità della storia originale. Vorrei scrivere un saggio su questo racconto, ma non lo farò. Mi farebbe invece molto piacere leggere le vostre sensazioni e sapere cosa questa storia ha lasciato a voi. Spero che vi sia piaciuta, che vi abbia emozionato come ha fatto con me.
Vi ringrazio per la lettura.
   
 
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