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Autore: ToscaSam    18/12/2015    5 recensioni
importantissimo!
Come il precedente Nate Babbane e l'Estera Rimpatriata, questa storia seguirà la trama di uno dei libri della saga di Harry Potter, solo da un punto di vista diverso. Stavolta sarà Harry Potter e i Doni della Morte a fare da sfondo alla vicenda che mi accingo a narrare.
Si tratta del QUARTO E ULTIMO capitolo di quella che vuole essere una gigantesca fanfiction, regalo per le mie più care amiche.[...]. In secondo luogo, sarà un percorso attraverso i libri di Harry Potter, solo da un’altra prospettiva, un po’ meno in luce. Il punto di vista sarà quello di studentesse “normali”, che non hanno a che fare niente con le vicende eclatanti che gravitano attorno al trio protagonista della serie.
Vorrei specificare che cercherò di essere più fedele possibile ai romanzi, nel senso che leggerò accuratamente e riporterò in chiave personalizzata tutti i momenti “generali” presenti nei libri. Voglio dire che quando si nominerà “la Sala Grande gremita di studenti”, probabilmente i miei personaggi saranno lì presenti, o che quando si parlerà di “partite di Quidditch” le mie protagoniste si uniranno al resto della scuola per fare il tifo. [...].
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nate Babbane (OLD VERSION)'
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Diciannove anni dopo
 
Quella mattina il binario 9 ¾ era particolarmente affollato.
Non era la prima volta che un’ondata di maghi e streghe particolarmente numerosa spintonasse per far sedere i propri figli sull’Espresso di Hogwarts, ma quella volta entrò nella storia.
 
« Per forza; i genitori continuano a voler accompagnare i figli in coppia. Cosa gli costa lasciare un padre o una madre a casa? Farebbero un favore all’umanità».
Adrian Pucey camminava baldanzoso nella calca, spingendo un carrello carico di valige, riuscendo a fatica a non farsi calpestare il lungo mantello di feltro.
Bianca, dietro di lui, si faceva largo tenendo per mano un ragazzino coi capelli e gli occhi scuri, di carnagione pallida. Forse anche il mare di gente in tumulto lo rendeva agitato e la sua espressione non era, in quel momento, una delle migliori.
« Adrian, hai la capacità di diventare spiritoso quando il resto del mondo è irritabile»
« Per forza, Biancaneve. Altrimenti chi ti farebbe arrabbiare oltre il limite dell’umana comprensione?»
Adrian era raggiante.
« Seriamente. Vediamo di trovare gli altri alla svelta … abbiamo ancora mezz’ora prima che il treno parta e non ho troppa voglia di stare a girare come una tonta»
« Mamma, credo di aver visto Vasil, laggiù».
Bianca guardò speranzosa nella direzione che suo figlio le indicava … ed era vero! Appoggiata al muro di mattoni del binario, c’era la famiglia Rakovskij al completo: Anton assicurava i bauli del figlio sul carrello, mentre Laura teneva per mano una bimba sui sette anni.
Bianca cercò di fare cenno all’amica, ma la gente che li distanziava era ancora troppa.
« Adrian! Laggiù, ho visto Laura!».
I Pucey fecero grandi manovre prima di poter raggiungere i loro amici.
« Oh! Ma buongiorno!»
Laura vide Bianca e l’andò a salutare, abbracciandola forte; la bimba coi capelli neri, che aveva nome Vera, non le staccò la mano e guardò con dei grandi occhioni scuri i nuovi arrivati.
Laura indossava un mantello color panna, forse un po’ troppo leggero per il fresco autunnale che aleggiava quel mattino.
Anton e Adrian si salutarono con un cenno del capo e un mezzo sorriso.
« Allora, Felix. Sei emozionato?» chiese Laura al figlio di Bianca.
Felix annuì cercando la complicità di Vasil, figlio di Laura, nonché suo amico.
Per loro due e per altri della loro combriccola, sarbbe stato il primo anno a Hogwrats.
Vasil non si era ancora cambiato, mentre Felix indossava già l’uniforme completa.
« Sapete niente degli altri?» chiese Laura.
Bianca e Adrian scossero il capo, guardandosi intorno.
Dovettero aspettare almeno dieci minuti prima che qualcun altro riuscisse a farsi vivo: Irene e Oliver, con il figlio Cedric, si Materializzarono lì vicino quasi contemporaneamente alla famiglia di Sara.
« Ecco un’altra brancata di nuovi studenti! Chi manca all’appello, di matricole?»
Scherzò Adrian, mentre le donne si salutavano sentitamente.
« Manca solo Climene, credo» disse Irene, facendo il conto dei ragazzini: Vasil e Felix parlottavano fra sé in un angolo, scambiandosi presumibilmente le figurine delle Cioccorane. Cedric, suo figlio, si era messo a parlare con quello di Sara, Garrick.
« Dean, Sara, allora avete saputo se è un maschio o una femmina?»
Chiese Bianca, alludendo al pancione di Sara.
Entrambi scossero la testa e Sara precisò: « Se è un maschio lo chiamerò Colin. Il primo è stato in onore di Olivander … Sapete quanto Dean gli sia affezionato, dopo quello che hanno passato insieme. Però ho promesso a Dennis che se avessi avuto un altro maschio l’avrei chiamato come il povero Colin».
Sorrise, passandosi una mano fra i capelli rossi, lisci fino alle spalle, poi elegantemente arricciati dalle mani della natura.
Il suo figlio undicenne, Garrick, aveva un viso molto particolare, visto che alla sua carnagione scura si contrapponevano dei grandi ed espressivi occhi verdi.
« Oh, ecco Alice e Terry» indicò Dean, alzando una mano per farsi vedere.
« Io vado a loro aiutare … mi sembra che ci sia bisogno …» sentenziò Anton, preoccupato dal carico di valigie che gli Steeval si trascinavano dietro: Alice spingeva un carrello stracolmo e Terry armeggiava con non meno di tre borsoni dall’aria pesante.
Anthony Steeval, il più grande dei loro quattro figli, si portava da solo i suoi bagagli, con diligenza. Indossava già l’uniforme su cui spiccava il distintivo di Corvonero.
« Buongirno persone» salutò Alice, affaticata: « Athena, tesoro, fai scendere Harry dal carrello. Climene, tu sistema la tua roba, per piacere».
Athena, una bella bambina di nove anni, fece scendere il fratellino piccolo dal suo trono di valige.
Tutti i quattro ragazzi si somigliavano molto: oltre ai tratti del viso, condividevano lo stesso colore corvino di capelli. Gli occhi, dal taglio simile, alternavano la colorazione azzurra, come Alice, a quella scura, ereditata da Terry.
« Non vorrei dire … ma quanta roba avete portato? Ok che per Climene è il primo anno, ma … non è che avrà esagerato?»
Adrian osservò sarcasticamente quelli che sembravano i  postumi di un trasloco.
« Non è come sembra» ridacchiò Terry, mentre aiutava la figlia Climene a preparare le sue cose: « Io, Alice e i bambini rimaniamo a Diagon Alley per una settimanetta. Facciamo un po’ di vacanze prima che ricomincino le scuole Babbane».
« Hai tanto lavoro al Ministero, Terry?»
Chiese  Dean.
« Più lei che me» rispose lui, indicando Alice: « Io sono dietro alla traduzione di qualche storiella Francese … lei invece ha un sacco da fare con questa Coppa del Mondo, in Belgio »
« Devo ancora capire …» scherzò Sara: « Perché Terry lavora nel campo Babbano mentre Alice nell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale».
Tutti si fecero un’allegra risata.
« Beh, perché ho vissuto con i maghi per tutta la vita e sinceramente trovo i Babbani molto più simpatici. E poi il neo nato Ufficio della Diffusione della Cultura Babbana è veramente produttivo».
« Beh. Dovresti sentire Dario: lui ti fornirebbe i libri Babbani che vanno più in voga e Gabrielle te li tradurrebbe. Hai detto che sei dietro a cose francesi?».
La voce annunciò l’arrivo di Samantha, assieme a Lee e alla loro figlia: Esme, una ragazza di dodici anni, capelli neri ricci ,molto folti, e carnagione caffellatte. Sul suo mantello spiccava il distintivo di Grifondoro.
« Eccovi qui! Non vi trovavamo più. Ma quanta gente c’è oggi?» Samantha salutò le amiche, baciandole sulla guancia.
« Terry, sai chi c’è laggiù?» Lee salutò tutti con una generica alzata di mano, poi continuò: « Harry Potter! Però non ho fatto in tempo a salutarlo, dopo casomai ci passiamo insieme?»
Terry si emozionò: « Oh! Harry, hai sentito?» disse rivolto al figlio più piccolo, che dava la mano alla sorella Athena.
« Dopo andiamo a salutare quello di cui porti il nome. Il mago più famoso della storia!»
« Quante cerimonie …» rise Samantha: « solo per quella cicatrice? Le mie sono più belle» mostrò la guancia lucida e il braccio, scatenando la generale ilarità.
« Ehi Irene! Dove hai lasciato Moris?».
« In realtà dovrebbe già essere qui. Joe non poteva rimanere a lungo, aveva delle cose da sbrigare a lavoro …» rispose Irene, mentre suo figlio Cedric le chiedeva qualcosa da mangiare per la troppa fame.
« Oh ma che noia. Possibile che quello sia sempre così rompiscatole?» sbuffò Sara con un mezzo sorriso.
« Parli del diavolo … anzi, di satana …» esclamò Alice, sventolando la mano in una direzione imprecisata.
Tutti si voltarono a guardare fra la folla: un ragazzo alto, bello, con folti capelli castani e dei magnetici occhi celesti, camminava in loro direzione in compagnia della madre.
Erano Valentina e Arthur, che li avevano visti e si muovevano verso il gruppo di amici.
« Ma quanta bella gente! Ecco i nostri nuovi scolari! Tutti pronti per Hogwarts?» salutò Valentina, rivolgendosi agli undicenni, che nel frattempo si erano messi a parlare delle Case di Hogwarts. Risposero di si con un misto di eccitazione e paura.
« Boris, ma che ci fai qui? Vai a Hogwarts con il treno degli studenti?»
Domandò Valentina incrociando lo sguardo di Irene, accorgendosi che era sempre lì.
« Si, ho chiesto alla preside di poter venire in treno. Mi piace l’Espresso. Sul carrello ci sono sempre un sacco di cose buonissime da mangiare».
Irene da un paio d’anni insegnava Divinazione a Hogwarts, dividendo la cattedra con il Centauro Fiorenzo.
« Ma uooh! Che vedo lì? È un distintivo da Prefetto, quello, Arthur?»
Alice, emozionata, indicò l’uniforme del bel ragazzo: sotto lo stemma di Serpeverde figurava una P scintillante.
« Si» disse lui con voce suadente: «Mi è arrivato con la lettera, quest’anno!»
« Complimenti! Ma non iniziare a togliere punti a Grifondoro, eh!» Esme gli batté una mano sulla spalla, con amicizia.
« Come mai abbiamo l’onore di non vedere il brutto muso di Joe?» disse Samantha, mentre dava un buffetto ad un vecchio e sonnacchioso Hoo-Hoo, chiuso nella sua gabbietta.
« “Brutto” per via della cicatrice? In quel caso non hai troppa autorità per parlare, se permetti …»
Joe arrivò dall’altro lato della piattaforma.
« Scusate il ritardo, ma i Babbani non la smettevano di fissarmi e non riuscivo a trovare il momento adatto per entrare nel binario»
« Mhm … colpa della barba di sicuro» Terry scherzò alludendo all’innocente barba che Joe si era fatto crescere, che era sì meno terrificante della cicatrice, ma insieme creavano una combo piuttosto pittoresca. Sembrava lo stereotipo del “tipo losco” di qualsiasi film Babbano.
Anton si lisciò involontariamente la sua, più folta e più scura.
« Dara è in ritardo come sempre.» constatò Bianca, guardando il grande orologio appeso al muro; segnava le undici meno dieci.
« Si sarà persa a farsi l’acconciatura …» esclamò Terry con una fragorosa risata.
« Guardate un po’ laggiù!» disse Sara indicando un punto vicino alla locomotiva scarlatta.
Due belle bambine, identiche, ma con uniformi differenti, si stavano avvicinando al treno con una certa velocità. Avevano un viso molto grazioso e i capelli castani scendevano in grossi boccoli da bambola. Si erano pettinate con un’identica acconciatura, che lasciava ricadere sulle spalle di entrambe la voluminosa schiera di boccoli.
Non si sarebbe notata alcuna differenza, da lontano, ma un’attenta ispezione avrebbe rivelato che una aveva gli occhi celesti, l’atra verdi.
Quella con l’uniforme di Hogwarts si apprestò a caricare i bagagli sul treno, aiutata dalla sorella, che le passava le valige da terra.
« Antoinette, se quest’anno non ti fai sontire pas puor scinque mesi come l’anno scorso, sgiuro che ti vongo a scercare e te le do!»
Gridò quella a terra, con l’uniforme azzurra svolazzante.
Antoinette sbuffò, scendendo dalla carrozza, visto che era ancora troppo presto per partire.
« Non è vero che non mi sono fatta  sontire, bujiarda! Ti mondavo una letterina ogni fine settimana»
« Oui, mais sci scrivevi sompre solo “sciao, come stai? Qui tutto bene”. Io invesce ti scrivevo scerti papiri lunghissimi …»
« Se a Beauxbatons avete tompo da perdere non è colpa mia …»
« Antoinette! Marie! Fatela finita di litigare! Dovreste salutarvi e volervi bene … che pazienza. Franz. O dov’è? François, dì qualcosa alle ragazze!».
Dara arrivò mezza trafelata, trasportando una gabbia con un gufo marrone e minuto, poi si voltò verso il gruppo consistente dei suoi amici e gridò:
« E fai poco lo spiritoso, Stivale, che ti ho sentito. Non sono io quella che ha fatto tardi … dovresti saperlo, hai due figlie femmine anche te!»
Lanciò letteralmente la gabbia col gufo sul treno, che fortunatamente Antoinette afferrò.
« Anche peggio! Io ci ho aggiunto pure due figli maschi» le rispose Terry, divertito.
Qualche istante dopo arrivò anche François, che era stato evidentemente investito dalla folla del binario 9 ¾.
Ne era riemerso spettinato e stravolto; con aria scandalizzata si sistemò il mantello elegantemente appuntato su una spalla da una spilla d’oro.
« Non vedo l’ora di acompaniare Marie a Beauxbatons. Qui en Angleterre sc’è sompre un mascello incredibile!».
« A dire il vero, io non vedo l’ora di aver finito tutte queste consegne e di essere di nuovo a casa a schiacciare una di quelle dormite che mi ricorderò per secoli». Concluse Dara, palesemente sconvolta da quella che era stata senz’altro una giornata di “fai/sfai/rifai i bagagli”.
Le gemelle si separarono, poiché Antoinette aveva visto Esme, sua compagna di Casa e grande amica e le era saltata addosso.
Marie si associò alla comitiva dei genitori.
« Marie, hai visto Céline?» chiese Dara alla figlia vestita di azzurro.
« Uh! Céline? Viene qui anche Dario?! È un sacco che non lo vedo!» si emozionò Irene: « Devo ancora fargli conoscere Tegamina II!» disse allungando la mano al figlio, che le porse una bestiola tutta allegra.
Era una Puffola Pigmea più grassa della vecchia Tegamina, ed esattamente l’opposto: gialla fotonica con occhietti bianchi.
« Si, Dario ha detto che si Smaterializzava con Gabrielle per salutarci. È una vita che non si fa sentire, quel peleno» continuò Dara, guardandosi intorno stufa.
Marie Belhome era amica per la pelle di Céline Nub; a Beauxbatons erano inseparabili.
Non ci volle molto perché arrivasse la famiglia Nub, anche se ormai il treno stava per partire.
Dario e Gabrielle erano al di sopra di ogni fretta: erano lì solo per compagnia e, come fece notare Adrian, solo per aumentare quel dolce ammasso umano che pullulava nella stazione in quel primo di settembre.
Gabrielle era in splendida forma e non pochi colli maschili si voltarono in sua direzione; ma lei non se ne curava minimamente e allacciava a sua figlia il fiocco dell’uniforme di Beauxbatons.
Céline Nub era una bella bambina, con lunghi capelli biondi e un paio di occhi color castagna, incorniciati da occhiali rettangolari.
Irene soffocò Dario in un abbraccio stritolatore che durò parecchi minuti: entrambi erano molto emozionati di rivedersi dopo così tanto tempo; Dario e Dara erano quelli che si vedevano più di rado, nel grande gruppo, visto che tutti e due abitavano in Francia con le rispettive famiglie.
« A che ore avete la partenza?» chiese Valentina, guardando le due figlie di Francia che erano Marie e Céline, nelle loro uniformi azzurrine.
« A messosgiorno. Fasciamo apena en tompo pour salutar voi e mia sorela … Céline, a proposito: guarda en peu se vedi i tuoi cujini in jiro» Rispose Gabrielle, rivolgendosi poi alla figlia.
« Li ho visti io di sfuggita poco fa» ammise Dario ammiccando verso un gruppo di persone: « anzi, a dire la verità ho un mezzo scoop ma non so se è il caso che lo sappiate».
« Dario … sei un lezzo. Non puoi dire le cose a metà» Sarina lo fulminò con lo sguardo.
« E va bene. Gabrielle, però tu tappati le orecchie … e anche tu Céline. Sua cugina Victoire si stava … diciamo … intrattenendo con Ted Lupin, laggiù».
« Victoire fasceva cosa?!» Gabrielle virò la testa con una mossa che fece fluttuare i suoi lunghi capelli biondi e scintillanti.
La conversazione, comunque, non continuò in quella sede, perché Felix Pucey era sceso dal treno e si era diretto da sua madre con un’espressione poco promettente in faccia.
« Mamma. C’è una bambina che mi ha guardato la targhetta col nome e mi ha detto che anche il suo gatto si chiama Felix».
Pareva molto contrariato da ciò.
Bianca alzò le spalle: « Beh. Anche io mi chiamo Bianca ma ho i capelli scuri …»
Felix la guardò con gli occhi spalancati.
Adrian ridacchiò, mentre spostava scherzosamente Bianca di lato: « Credo che tua mamma intendesse dire che non te ne deve fregare niente. Puoi sempre chiederle se lei si chiama Cacca e che i suoi genitori hanno sprecato una grande occasione a non chiamarla così, perché le avrebbe donato …»
Bianca lo guardò scandalizzata, ma padre e figlio scoppiarono in una fragorosa risata.
Felix dette un bacio a tutti e due, poi fece dietrofront e tornò sul treno.
« Certo però che è un po’ un nome da gatto, eh …»
Ammise Laura, quando il bambino fu distante.
Bianca alzò un sopracciglio.
« È latino».
« Può essere anche sanscrito … » rise Laura mentre faceva ciao con la mano a suo figlio Vasil, che la salutava dal vetro.
« Vuol dire felice, Laura. Da quando è morta quella vecchiaccia di mia zia Austere ho deciso che nella mia famiglia si sarebbero dati solo nomi felici.».
Adrian strizzò l’occhio a Laura: « E sicuramente tutti i nostri trisnipoti si ricorderanno questa regola. Lo pensi anche tu, vero Laurina cara?»
Laura rise, mentre si stringeva ad Anton per via dell’arietta autunnale. Un marito bulgaro mastodontico con un giaccone di pelliccia, era proprio quel che ci voleva.
Anche Vera, la sua secondogenita, salutava il fratello con la piccola mano.
« Vogliamo parlare del nome che hai dato alla povera Vera?» disse Bianca impermalita.
La bimba dai capelli neri fortunatamente non faceva caso al fatto che si stesse parlando di lei.
Laura chiuse le palpebre in espressione solenne:
« È per una nobile storia che si chiama Severa. Avete letto tutti la Vita di Severus Piton»
« E grazie a dio si può abbreviare in “Vera” …» continuò Bianca, bubbolando.
« A me, comunque, Felix sembra un bel nome» convenne Valentina.
Tutti si voltarono all’unisono verso di lei, sgranando gli occhi.
Evitarono di ricordarle che aveva litigato per tutti e nove i mesi della gravidanza con Joe per decidere il nome di suo figlio. O meglio … per stipulare una trattativa di pace.
Lei voleva chiamarlo tassativamente Merlin, ma invece Joe, categoricamente, si era rifiutato.
Alla fine, dopo mesi e mesi di guerre mondiali, si erano accordati nel chiamare il povero nascituro Arthur – Joe aveva un cugino che si chiamava così, quindi poteva anche essere un nome di famiglia, invece che un rimando a re Artù – .
Valentina, però, non era stata capace di dargliela vinta e per evitare risvolti tragici, avevano dovuto optare per Arthur M. Blusvich, dove la “M” stava proprio per Merlin.
Mentre i genitori e i ragazzi troppo piccoli (o di Beauxbatons) si erano animati con questa discussione, l’Espresso di Hogwarts partì sbuffando.
Irene si strinse ad Oliver, salutandolo. Salì su uno scompartimento diverso dal figlio.
Il piccolo Cerdic iniziava la sua avventura a Hogwarts in compagnia di Tegamina II.
Aveva trovato uno scompartimento con tutti gli altri undicenni: Alice vide Climene sederglisi accanto, sistemandosi gli occhiali molto grandi sul naso. Terry sapeva che si sistemava gli occhiali in quel modo solo quando era particolarmente nervosa.
Athena e Harry, ancora troppo piccoli per raggiungere i fratelli, rimanevano a terra con la prospettiva di passare una settimana a Diagon Alley con i genitori.
Anthony invece, l’avevano visto in uno scompartimento più lontano, insieme ad Arthur e ad alcuni amici comuni.
Valentina si affiancò a Joe ed insieme constatarono che Arthur era proprio un figlio di cui essere orgogliosi.
Vasil, Felix e Garrck, continuarono la discussione sulle figurine delle Cioccorane, accorgendosi a fatica degli occhi pieni di affetto che li guardavano.
Vasil somigliava molto alla sorellina Vera: capelli e occhi neri, ereditati dal padre; lineamenti morbidi e gentili, ereditati dalla madre.
Sara e Dean videro che Garrick aveva liberato la sua gatta, Ciccia, dalla gabbietta e ora girellava felice sulle ginocchia dei ragazzi.
Felix si era già dimenticato della faccenda del suo nome ed esibiva la collezione di figurine per gli amici.
Adrian e Bianca si promisero di scrivergli un sacco di lettere. Erano ansiosi di sapere in quale Casa venisse sorteggiato, ma di certo non avevano preferenze. Sapevano entrambi che in ognuna di esse crescevano e si formavano maghi – ma soprattutto persone – meravigliosi.
Céline, insieme a Marie, rimase a terra con i genitori. Anche loro non vedevano l’ora di partire per Beauxbatons.
Dara e François si concessero una romantico mano nella mano, che nessun altro vide, nella calca della stazione, ma che entrambi sentirono bruciare meravigliosamente forte come un tizzone ardente.
Esme e Antoinette, che l’anno precedente avevano fatto tremare tutta Hogwarts con trovate di ogni genere, erano ora sedute in uno scompartimento di sole Grifondoro e già parevano nel pieno di una conversazione che di certo riguardava le rispettive estati.
Fu qualcosa nell’espressione troppo sorridente di Esme, che fece suonare un campanello d’allarme nella mente di Samantha.
 
« Lee, cos’aveva Esme in quel baule?»
Disse osservando il treno che ingranava sempre di più e lentamente prendeva velocità.
Solo adesso si ricordava che era entrato tutto perfettamente in un solo baule. Eppure era certa che Esme e Lee ne avessero caricati due.
« Non ne ho idea. Ma lo sai come sono le femmine … si portano dietro un mucchio di vestiti»
« Lee non è che George le ha mandato, come l’anno scorso, il suo regalo di compleanno dal negozio?»
Lee tentennò: « Sono certo che l’ha lasciata a casa, quella scatola»
« Ah! Quindi c’era una scatola»
« Ehm … lo sai che ho scritto una lettera alla McGranitt e che si ricorda di me? Ha detto che senz’altro faranno fare la cronaca delle partite a Esme, quest’anno»
« Sempre se non fa saltare in aria qualcosa! Come è già successo con il gabinetto l’anno scorso! E allora ce la rimanderanno a casa imballata a pezzettini!»
« Ma lo sai che lei e Antoinette stanno sempre insieme ai figli di George … Come posso dirle di non combinare disastri? ... ».
 
Ma poi il treno fu lontano; troppo perché i genitori continuassero ancora a guardare in sua direzione.
Era stata una giornata caotica, ma sostanzialmente felice.
Andava tutto bene.
 
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Angolo dell’autrice
Finisce dunque qui l’avventura che è stata Nate Babbane.
Non posso non fare qualche considerazione, che spero non vi risulti noiosa ma anzi, un pieno coronamento del progetto.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: quello che devo dire in primis è GRAZIE. Senza il supporto dei lettori questa fanfiction non sarebbe mi andata avanti.
Considerazione numero 1: la fanfiction è arrivata alla sua fine. Non ci credo. Non riesco a credere che io abbia portato un progetto fino alla fine. Soffro di un’autostima molto bassa, quindi sono sempre alla ricerca di doni da fare agli altri per sentirmi dire che qualcuno mi apprezza …. Finire questa storia è un dono che mi sono fatta da sola: la consapevolezza di essere in grado di fare qualcosa di questo tipo, mi dovrà servire dinnanzi a qualsiasi altro progetto.
Vi ringrazio dal profondo del cuore. Permettetemi di rivolgermi in questo momento ai miei amici – i protagonisti della fanfiction – perché davvero si meritano una considerazione speciale: io spero davvero che questo regalo vi abbia fatto piacere. Lo so che vi ho costretti a leggere una storia lunga e impegnativa. Mi dispiace per questo … e spero sinceramente che non vi sia costato fatica, noia o imbarazzo.
Avete usato il vostro prezioso tempo per leggere questa storia, durante periodi di impegno decisamente grandi: alcuni di voi avevano la maturità lo scorso giugno, e ora che avete iniziato l’università siete stati dietro alla vicenda nonostante gli esami. E anche quelli che lavorano, hanno deciso di trovare il tempo per questa storia.
Quindi, davvero … davvero. Sono commossa e grata. A tutti voi. Perché siete miei amici e non so cosa farei senza persone così.
Spero che questa fanfiction sia servita in qualche modo a fare gruppo ancora di più, perché per me è stato anche così. Ci tengo ad ognuno di voi in maniera speciale e spero che non ci allontaneremo, adesso.
Volevo solo dirvi che per me siete la prima scelta. Nel senso che, com’è normale che sia, forse alcuni di voi considerano questo gruppo come “secondario” mentre le amicizie più vere sono altre. Per me no. Per me voi Tegamini  siete gli amici più cari, veri e sinceri che ho. Siete le persone in cui ripongo ogni fiducia e di cui so che posso fidarmi.
Quello che per me è stato davvero la cosa più bella di sempre è in realtà tutto quello che è nato dalla fanfiction: a partire dai discorsi sul gruppo di Whatsapp (che, tutti devono sapere, si chiama “Tegamina boss di maphyah”) fino alle serate in cui, in assenza di altri argomenti, ci mettevamo a parlare della fanfiction.
In quel momento avrei voluto non esserne l’autrice, per evadere da quel senso di presunzione che avevo paura di suscitare in voi. Era così bello sentire voi che parlavate, che facevate supposizioni, che commentavate … non so nemmeno come ringraziarvi oltre!
Non posso dimenticare la giornata di Lucca Comics. Voi avete deciso di vestirvi da voi stessi/personaggi della fanfiction e avete speso soldi per comprare le cravatte, gli stemmi e creare i gadget.
Vi voglio bene. Siete persone preziose e sono grata a ognuno di voi per quel pizzico di bene che vuole anche a me.
Nate Babbane  è dunque dedicato:
a Sara, la mia piccola compagna di Grifondoro. Se prima ti conoscevo in generale, adesso sei per me un punto di riferimento. Sei un’amica vera, una con cui fare dscorsi seri o stupidi. Sei quella con cui adoro andare alla mensa universitaria, prendere caffè al Macchi, guardare Star Wars e tutto quello che condivido con te. Non ti spoilero il biglietto del regalo di Natale, perché mi verrebbe quasi da ripetere le stesse identiche parole.
a Irene, che da quando andiamo all’asilo è la mia migliore amica. Bisogna alla fine svelare anche il significato di Boris, Moris e Mortino (che sono io). Oddio, forse non ce l’ha un gran significato … come faccio a spiegarlo senza che sembriamo da ricoverare in manicomio? XD in pratica, in origine c’entrava qualcosa il cartone animato di Madagascar. A Irene e Valentina era presa bene di parlare con quell’accento strano di re Julien … e così Irene è diventata re Julien (che per qualche strano motivo noi chiamiamo Boris … ma sono certa che una spiegazione c’è) e Valentina è Maurice (Moris). Io sono Mortino, il terzo elemento .. perché boh. Ma perché mi dilungo in questo, nel ringraziamento speciale di Irene? Forse perché con te mi ricordo di aver riso così tante volte e così bene … sarebbe scemo dire che senza di te, la mia vita sarebbe sempre stata più triste e più stupida. È troppo simile ad una frase fatta dei Baci Perugina, però non riesco a tradurla altrimenti. Grazie Boris, per aver letto la mia storia e per essere la persona che senza dubbio mi conosce più di me stessa.
a Dario, il nostro re del Fangirl. Dario che ha sopportato di leggere questa storia mentre anche lui, in realtà, ha scritto qualcosa di ben più impegnativo e grande! Ora che ho finito, mi impegno a leggere il tuo lavoro: tutto e con impegno. Dario che non smetterò mai di ringraziare per le vagonate di cuori che spediva su Whatsapp all’uscita di ogni capitolo. Dario che ci ha ingozzate come maialini per il suo compleanno, con il più buono dei buffet (facendoci credere che l’aveva cucinato lui, tsé … sarai anche un Tassorosso ….. ma conosciamo la tua indole di Serpeverde malefico!).
a Valentina, che è l’energica fonte di allegria, quando siamo in gruppo. Le risate comincino con lei e finiscono quando lei va via. Abbiamo anche pensato di farla studiare da qualche scienziato, perché è un fenomeno inspiegabile! A lei dobbiamo la creazione della Pagina Facebook dedicata a questa serie (che trovate qui) e grazie a lei si mantiene viva.
a Bianca, che nella fanfiction ho bistrattato come un burattino. Buona, cattiva, multicolor, con fidanzati vacanti etc … scusa per tutto quello che ti ho fatto! XD e ti ringrazio per aver accettato tutto con entusiasmo e allegria. Grazie dei tuoi disegni, che sono una gioia infinita per me. Ogni volta che mi mostri un disegno nuovo, io esplodo di felicità. Il mio preferito resta quello che mi ritrae, quello che avevi fatto per ringraziare dei 50 iscritti alla pagina. Grazie dei tuoi commenti e della tua attiva partecipazione, sempre e incondizionatamente. Ricordo i vestiti che disegnasti all’inizio della storia, per il Ballo del Ceppo e non potrò mai scordarmi la registrazione della tua risata sganasciata per “la pantera sullo squalo bianco, sul drago, sull’aereo”.
a Laura, che, lo sappiamo, non sarà mai cattiva: #lauranonseicattiva, anche se ti sei comprata gli anfibi neri borchiati da vera Serpeverde rockettara. A te che mi hai sempre sostenuta, mi hai sempre detto che amavi la fanfiction e che ti piaceva leggere i capitoli. Come si fa a non ringraziarti? Sei la persona più buona, paziente, altuista che io conosca e anche se sto facendo il bis di frasi Perugina, credici! Lo penso davvero. È bello andare all’università nella stessa città.
a Alice, che fa parte di quelli che ho conosciuto di nuovo grazie alla combriccola creatasi attorno alla fanfiction. Sei una persona speciale, come non se ne trovano quasi mai: non sei banale, ma anzi! Mi piace ascoltare le tue opinioni sui libri che entrambe abbiamo letto. Mi piace parlare con te di qualunque cosa ci capiti. Sono davvero contenta che la nostra amicizia si sia approfondita e spero che la fine della fanfiction ci sproni a rimanere sempre e comunque in contatto. Ogni volta che leggevo i tuoi commenti e le tue teorie, sul gruppo di Tegamina, ero una bimba felice: hai azzeccato al 99% tutte quelle teorie che io speravo non indovinaste mai. E poi i tuoi commenti su Terry … e Anthony … ohh come si fa a dire addio a tutto questo? Grazie, Alice! Per il tuo incredibile supporto, in ogni occasione.
a Dara, la nostra regina, la nostra Maria Antonietta. Lei che è diventata la mia confidente numero uno in ogni campo. Non riesco a stare senza il tuo parere, si parli di cani, di gatti, polli, cammelli, persone, film o yogurt avariati. Senza dubbio sei uno dei personaggi che ho amato di più scrivere e far muovere nella fanfiction. La tua immedesimazione mi è servita come ali, per riuscire a volare alto e superare i momenti in cui perdevo le speranze per la fiction. E anche i tuoi disegni. Perché per chi non lo sapesse, Dara fa disegni meravigliosi, in campo di moda. Rimango folgorata dalla sua fantasia e capacità, quando disegna vestiti, accessori e trucchi. Grazie per essere l’amica complementaria di cui tutti hanno bisogno. È bello avere qualcuno che sa sempre dirti in faccia quello che pensa e che, ogni tanto, la pensa diversamente da te. Grazie.
a Giulia, cui ho dedicato il personaggio di Gabrielle Delacuor. Rettifico: Gabrielle mi ha preso un po’ la mano, in effetti ed è diventata qualcosa di differente da te. Tu sei una ragazza bella, adorabile e buona, che non ha nulla a che vedere con quella primadonna presuntuosa con la puzza sotto il naso XD. Grazie per aver letto i capitoli, per averli commentati e per esserti appassionata. Mi sono divertita moltissimo a Lucca Comics insieme a te. Prima o poi ti infilerò la divisa di Beauxbatons, sai! (scherzo! Ahah). Davvero, rinnovo il grazie e ti mando un abbraccio fortissimo. Senza lettori esterni la fanfiction sarebbe stata senz’altro più grigia. Tu l’hai resa viva! Grazie!
a Katun92 (Kat!! <3) che ha commentato l’ultimo libro con costanza ed entusiasmo. Come ti ho sempre detto, ogni volta che leggevo una tua recensione mi emozionavo e scoppiavo di felicità. Ci hai voluto bene e ti sei affezionata a noi, senza neppure conoscerci. Ora ti percepisco come un’amica e non potevo non aggiungerti alla lista dei ringraziamenti. Ti meriti un posto speciale nei cuori delle Nate Babbane. Ti vogliamo tutti molto bene. Grazie.
A chi ha ricevuto il volantino a Lucca Comics e si è cimentato nella lettura.
a tutti quelli che hanno recensito/ favorito / seguito i quattro capitoli della storia:
- books_are_my_reality , CaptainSwan_05, Daphne BS, fabicap89, Meteandatica, Shurq Elalle, the real slim shady,  tixit (che ha commentato tutto il primo libro!! <3 ), Trollollove, hufflerin, annarella1212, Astoria_Felicis, HInny_Romione, Kaithlyn24, Lupacchiotta94, Rocket Girl, xxJudeSharp__, Anonimadelirante, Triscele_Celtica98, _imjusteri, 18Ginny18, andry_grace, Aregilla, ImbrattaCartaVirtuale, pagemaster91, PrimaStellaADestra.
A Valentina, compagna di università di Dara, che si è scaricata tutti i libri e ha detto di volerli leggere …grazie!!!
 
Nate Babbane è finito, ma sono sicura che non mi riuscirà mai di dimenticarlo.
GRAZIE.
 
Vi lascio ora alcuni aneddoti sui nostri personaggi (si, mi sento un po’ come la zia Row).
Appuntamento a qualche futuro ed eventuale spin-off!
Godetevi questa lista! Un bacio!
 
  • Esme farà la cronaca delle partite di Quidditch
  • Esmeralda, il Lugano Nano, rimarrà a proteggere la Foresta Proibita, ma nessuno di loro la vedrà mai più
  • Lee Jordan gestirà una radio di attualità, aiutato da Samantha, che lavorerà però principalmente come giornalista  per La Gazzetta del Profeta.
  • Samantha chiederà a sua figlia Esme di mettere ogni anno un barattolo di Gelatine Tutti i Gusti +1 all’interno del sentiero della Foresta Proibita
  • Dara e François vivranno a Parigi e ogni fine settimana andranno a Maison Lavande per pranzare con Amélie e Gilbert
  • François lavorerà al Ministero Francese, come diplomatico nelle contese fra maghi
  • Dara entrerà nel campo della Moda dei Maghi in Francia e Madama Malkin, a Diagon Alley, sarà la sua rivenditrice ufficiale per l’Inghilterra. Il suo brand si chiamerà “Darà”
  • Alice e Anton saranno colleghi di lavoro nella Cooperazione Magica Internazionale
  • Bianca troverà una cura alla sua allergia per i draghi, grazie agli studi del San Mungo
  • Sara e Valentina diventeranno Guaritrici al San Mungo e prenderanno in esame il caso di Bianca, ottenendo diversi riconoscimenti.
  • Il secondogenito di Sara sarà un maschietto, e si chiamerà Colin
  • Al suo quinto anno di Hogwarts, Alice è stata fatta Prefetto
  • Dall’anno successivo alla battaglia di Hogwarts, Laura tornò a giocare come Portiere della squadra di Quidditch e al suo settimo anno ne fu il Capitano
  • Irene insegnerà Divinazione a Hogwarts per tutta la vita e riceverà riconoscimenti ufficiali dalla comunità dei Veggenti, per le sue qualità
  • Gabrielle lavorerà come cameriera al Tarrasque Avide e non considererà mai nessuno spasimante (che abbonderanno!), rimanendo sempre e indiscutibilmente fedele a Dario.
  • Dario aprirà una libreria allo scopo di vendere libri Babbani ai maghi. Diventerà un recensore molto richiesto dagli scrittori magici.
  • Nonna Climene morirà circondata dall’affetto dei suoi cari, ad una veneranda età. Farà in tempo a veder nascere Arthur e a presenziare alle nozze di Alice (di cui sarà testimone, creando scompiglio durante la celebrazione, per le troppe bestemmie).
  • Dopo la morte di nonna Climene, il Patronus di Alice diventerà uno stambecco, che è simile a una capra e vive sulle montagne.
  • La famiglia di Pucey, come molte altre antiche discendenze magiche, era abbastanza ricca da permettere alla famiglia di vivere delle proprie rendite. Tuttavia, Bianca insisterà per rendersi utile e troverà lavoro al Serraglio Stregato, come aiutante per la cura degli animali, magici e non.
  • Laura verrà presa in apprendistato dallo speziale di Diagon Alley e imparerà, con un corso accelerato, qualche base di Alchimia, per riuscire ad ottenere un diploma di Pozionista.
  
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