Crossover
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Autore: Korran    12/03/2005    1 recensioni
Sono presenti personaggi di Kimagure Orange Road, Ranma 1/2, Sailor Moon e Saint Seiya (I cavalieri dello Zodiaco). Riassunto ridotto dalla webmistress ... il commento è un commento, non un capitolo (cmq, l'ho spostato nel prologo ... sei libero di togliere questo mio messaggio, quando lo vedrai)!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel giorno era cominciato davvero male per Sofia. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Infatti quella stessa mattina il gruppetto formato dalla famiglia Kasuga al completo, padre fotografo compreso, Madoka e Sofia, partì alla ricerca di questo “risolutore”. “Ma sei sicuro nonno che prendendo l’autobus arriveremo prima di mezzogiorno?” fece Kyosuke, poco convinto delle precedenti asserzioni del vecchio. “Certo, nipote, più che sicuro. In fondo non sono poi così tanti km!” Sofia era silenziosa, assorta in pensieri inimmaginabili. Ad un tratto Kurumi la svegliò dal suo “letargo mentale” con una domanda, che in fondo la fece sorridere: “Sofia, sono curiosa…..posso sapere chi sei, insomma che vita passi nel tuo mondo?….non ce ne hai ancora parlato….”. Gli altri la fissarono sbalorditi. Come poteva fregarsene dello stato d’animo della malcapitata, in quel modo? Comunque Sofia, senza disperare, si accinse a risponderle. L’autobus intanto si muoveva senza alcun problema fra il traffico caotico di Tokio. “Beh, ecco, io lavoro, ho quasi 20 anni. Sono un’impiegata.” “E ti pagano bene?” domandò il nonno, che subito dopo subì un’occhiata gelida di Kyosuke. “Non preoccuparti Kyosuke. Parlarne non mi può che far bene. Credimi. Ad ogni modo sì, signor Kasuga, lo stipendio è buono, non mi posso lamentare”. Per la prima volta la ragazza fece un sorriso talmente spontaneo, che il ragazzo credé alle sue parole. In qualche maniera stava riuscendo a rilassarsi e ad affrontare la situazione nel modo corretto. Nel frattempo, in un piccolo paesino di Tokio, Nerima, una famiglia di squinternati era in partenza. “Ehi, dov’è la spazzola?” chiese una ragazza dai capelli a caschetto di colore castano, in tutta velocità. “Uh, forse è meglio che porti con me un po’ di tè, non è mai abbastanza, eheheh”. “Uhm, credo che questa scorta di “tesorini”, mi possa bastare per il viaggio, poi arrivato a destinazione ne procurerò degli altri!” “Boh, boh, boh…..”. Un grosso panda con un cartello con su scritto: “Evviva si parte! Dove sono i biscotti di Kasumi?!?!?” “Ehi amico mio, anche nell’ultima partita di shoji dovevi barare?!?!?!? Aspettami!” Certo mancava qualcuno. Una ragazza dai capelli rossi raccolti in una treccia stava brontolando come al solito. “Maledetto vecchiaccio maniaco, prima o poi lo ammazzo. Come diavolo fa a essere così idiota?!?!? Dov’è l’ACQUA CALDAAAAAAA?!?!??!”. Il suo urlo riecheggiò in tutta la casa e ancor più in una stanza da letto, dove all’interno si trovava una ragazza con i capelli blu scuro, anche lei ormai pronta con i bagagli. “RANMA, smettila di urlare!!!!!!!!!!!!!!” gridò dapprima, poi a bassa voce continuò “bene sono pronta meglio andare, altrimenti chissà che cosa può pensare Rei……”. Non appena uscì da casa vi trovò tutti eccetto il suo fidanzato. Come al solito, pensò, è in ritardo! “RANMA, ti muovi!?!?!?!? Guarda che ti lasciamo qui!!!!! Hai sentito?!?!?”. Dall’alto piombò all’improvviso a terra, un gran bel ragazzo col codino color nero e occhi blu mare, anch’egli pronto, con uno zaino in spalla. La guardò e stizzito ribatté: “Non serve che urli così! Non sono sordo ti ho sentito….stupida…..”. “No, tu sei un baka!!!!! Se non ci muoviamo non partiamo più!!!!”. Stavano per cominciare ancora una volta a litigare, ma per loro fortuna intervenne Kasumi: “Bene, allora, visto che ci siamo tutti, è il caso di partire!”. Detto fatto si avviarono alla stazione dei treni. I biglietti li avevano già ritirati, perciò, potevano fare ancora in tempo. L’autobus, su cui viaggiavano Kyosuke e gli altri, arrivò a destinazione. Così scesero e seguendo le istruzioni del nonno, si avviarono a piedi verso il tempio del Signor Hino. Proprio in quel momento dalla parte opposta, un bimbo attraversò incautamente la strada, senza avvedersi dell’arrivo di un' auto dalla sua destra. Ci fu un attimo di terrore, subito dopo Kyosuke si tele-trasportò in aiuto del bambino, cercò di afferrarlo per la maglietta, ma qualcuno lo anticipò di quel tanto che bastò per salvare la vita al piccolo. Senza farsi notare il giovane Kasuga, ritornò al suo posto e stette a guardare chi fosse quel tipo che lo aveva preceduto. Un ragazzo alto, moro, con occhiali da sole si mise in piedi di fronte a loro, dopo essersi rassicurato delle condizioni del ragazzino. Li guardò per un istante, poi si voltò e continuò indifferente per la sua strada. “Alquanto misterioso…”fece Kyosuke. “…. e che carino!!!!”concluse Kurumi. Sofia lo conosceva. Sapeva questo, ma ancora non aveva intuito la sua identità. Qualcosa le diceva che lo avrebbe rivisto. Quel giorno era stato davvero duro per Usagi. Due interrogazioni e un compito in classe l’avevano completamente buttata a terra. Non la si riconosceva. Così per tirarle un po’ su il morale, Makoto e Minako con la complicità di Amy, la portarono in una gelateria. Di sicuro le sarebbe tornato il sorriso. “Uff, che giornata terribile! Non me n’è andata bene una!” sbuffò la nostra testolina buffa. “E dai Usako, in fondo, che cos’è un compito in classe in confronto a un combattimento con i nemici?”fece Minako per rincuorarla. Già immaginava come le erano andati sia il compito che le interrogazioni. Non appena ordinarono i loro gelati, le quattro ragazze si accorsero che dalla porta del locale, erano entrati degli strani tipi. Notarono tra gli altri, un ragazzo davvero carino, con i capelli raccolti in un codino particolare. Purtroppo per loro videro anche Happosay, ormai lanciato verso la povera Amy, la quale riuscì a malapena a schivarlo. Ranma, senza attendere oltre, si avventò sul vecchio maniaco e gli piombò sulla testa, bloccandolo all’istante. “Brutto idiota, quando imparerai a lasciar stare le ragazze che incontri?!?!?!?Pervertito!!!”. “R-Ranma, lasciami andare, altrimenti il tuo maestro ti punirà!”. “Maestro???? Maestro un corno!!!!! Di certo non sei tu un esempio da seguire, soprattutto se si parla di galateo!”. Ranma era furioso, anche in quel luogo dovevano farsi riconoscere, pensò. “Scusatelo” intervenne Akane rivolta alle quattro ragazze, ancora sbigottite da quel vecchio maniaco e dal suo “allievo”, poi continuò “E’ un viziaccio del signor Happosay, quello di rincorrere e abbracciare ogni ragazza che incontra, mi spiace…..”.Un colore rosso si fece notare sulle gote della ragazza, alla quale rispose una tranquilla e serena Amy: “Oh, non dispiacerti, non è niente. Figurati eheheh”. “Comunque, io sono Akane Tendo e loro rappresentano la mia famiglia” asserì indicando Soun, Nabiki e Kasumi. “E gli altri tre?” chiese curiosamente Minako, interessata a quel ragazzo affascinante. “Beh, lui è il signor Genma, lui appunto è Happosay, antico maestro di arti marziali di mio padre e di Genma e infine Ranma…..”. “……che è il suo ragazzo…..” concluse per Akane Nabiki sorridendo maliziosamente. Che peccato, pensò Minako, è fidanzato! “Beh, io sono Usagi e loro sono le mie amiche Amy, Makoto e Minako! Piacere di conoscervi!” disse Usagi, tornata alla sua solita allegria. “Piacere nostro!”esclamò Kasumi anche per gli altri. “Perché non vi sedete con noi. Ci sembrate delle persone simpatiche!”. Era Makoto, trasportata dalla gioia di Usagi. E così i due gruppi si lasciarono andare ad una chiacchierata, come dei vecchi amici, che si rincontrano dopo molti anni di distacco. Sembrava per l’appunto una rimpatriata, si disse Akane, ricordando la domenica precedente, in cui ricevette la chiamata di Rei, sua cugina, che la invitava a passare una settimana al tempio. “Sai, il nonno vorrebbe rivedere tutti voi! Che ne pensi? Non credo che la scuola sia un problema….sono solo 7 giorni no?”. Le disse Rei quel pomeriggio. “No, non è un problema. Il guaio è che in famiglia, vivono anche altre persone e non ci sentiamo di lasciarle qui da sole……”. “Ehi, Akane, se alludi al tuo fidanzato e a parenti annessi” il tono sembrava quello di Nabiki, in effetti “li puoi far venire qui tranquillamente!”. Insomma era riuscita a convincerla. In fondo sua cugina era cocciuta quanto lei. Erano parenti di sicuro. Solo che la ragazza non capiva come fosse possibile una sinergia tale fra persone così diverse, che non si conoscevano affatto e che molto probabilmente non si sarebbero più riviste in futuro. Tutto si sarebbe spiegato, le disse una vocina dal suo interno. Eccoli, erano arrivati al tempio. Sembrava un luogo speciale, pensò Sofia. Sentiva che le era familiare. Chissà poi perché. Presto tutto le fu chiaro. Vide un anziano signore avvicinarsi a loro allegramente. “Oh, caro vecchio mio, come te la passi???”. Era Hino. “Benone vecchio mio! Scusa il mancato preavviso, ma sono venuto a farti visita perché ho bisogno del tuo aiuto”. “Oh davvero? Beh, ne parleremo davanti a del tè e dei biscotti. Venite, su! Rei vieni fuori ho bisogno che tu prepari del tè per favore!”. Dopo pochi istanti, uscì una ragazza molto carina dai capelli lunghi di colore nero corvino. Probabilmente, aveva l’età di Kurumi e Manami, pensò Kyosuke vedendola avvicinarsi a loro. “Salve a tutti! Mi chiamo Rei. Voi sareste….?”. “Uh….ciao Rei. Che bella nipote che hai caro vecchio mio! EHEHEH”disse il nonno Kasuga e continuò “comunque piacere di conoscerti. Io sono un vecchio amico di tuo nonno e questa è la mia famiglia …..uh beh…..eccetto le due ragazze dietro a mio nipote Kyosuke. Una è la sua fidanzata, Madoka, mentre l’altra è Sofia, una conoscente”. “Ohh, piacere di conoscervi” fece Rei, fermandosi per un istante, notando che Sofia la fissava con fare interrogativo. “Piacere nostro !!!” risposero in coro, ad eccezione di Sofia, la quale continuava a non capirci proprio nulla. “Beh, che fate fermi lì??? Forza entriamo!”esclamò il signor Hino allegramente. E così fecero. Mentre la nipote del vecchio amico del nonno di Kyosuke stava preparando il tè, quest’ultimo e Madoka si avvicinarono a Sofia. “Che cosa c’è?” domandò preoccupata una Madoka molto dolce. “eh?….ehm…niente, niente….solo che ….”. “Che …. Cosa?” fece Kyosuke incuriosito. “No, niente. Ecco….questo tempio, Rei, il signor Hino….fanno parte di un altro anime molto famoso nel mio mondo e credo anche il ragazzo di prima….”. Rispose Sofia sempre più confusa. “Davvero????E come si intitola?” domandò Madoka ancor più meravigliata del fidanzato, il quale invece sembrava non avere problemi di comprensione. “Non credo di potervelo dire….non posso…. Insomma il vostro mondo merita di non essere sconvolto ulteriormente, basto già io…a rovinare l’esistenza di voialtri!” rispose Sofia dispiaciuta della situazione che si era venuta a creare. In fondo che ci faceva lei lì, in un mondo non suo e che avrebbe subito solo degli immensi danni se lei si fosse immischiata. “Non dire stupidaggini, Sofia” esclamò Kyosuke infastidito dall’atteggiamento della ragazza “non è così che si affrontano i problemi! Ci siamo noi qua e poi non sei per niente un guaio per il nostro mondo, anzi! Devi solo avere fiducia in noi e soprattutto in TE!!!!” alzò il tono della voce nell’ultima frase, tanto che gli altri si girarono verso i tre, desiderosi di una qualche spiegazione, in particolare modo sembrava che Rei ne avesse maggiore bisogno. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, interrotto dall’arrivo di un gruppo numeroso di persone. In effetti arrivarono le inner senshi nella loro veste normale, capeggiate dalla mitica Usagi e la famiglia di Ranma e Akane, oltre che due strani gatti tenuti alla lontana dal ragazzo col codino. La sorpresa fu che dietro a loro, arrivò un altro gruppetto di senshi, le outer ovviamente non trasformate, al cui fianco vi era oltre a Mamoru, anche Chibiusa. In quel preciso istante Sofia si alzò di scatto in piedi, tutti la fissarono stupiti di quel gesto davvero strano. La ragazza a bocca aperta fissò la principessa Serenity. Erano proprio loro! Insomma….le guerriere Sailor e la famiglia Tendo-Saotome al completo. Per un attimo le mancò un battito, in quanto sentiva che già in passato li aveva incontrati, ma non alla televisione o magari nei sogni di quando era più piccola, più semplicemente in un’altra vita. Ecco che la mente tornò a un sogno di una settimana prima, che lei aveva completamente cancellato dalla memoria e che ora invece, chissà perché, la travolse completamente. Cadde come in trance sotto lo sguardo preoccupato di tutti, ma in particolare di Kyosuke e del nonno. Entrambi intuirono che se quella ragazza si trovava nel loro mondo, non era stata semplice casualità, ma per qualcosa di ben più importante. Sofia cadde a terra, allora Kyosuke aiutato dal padre, la fece stendere sul divano che si trovava lì a pochi passi. Nel frattempo, Sofia nel suo “sogno” o ricordo, si ritrovò sotto il chiaro di luna accanto ad un palazzo noto alla sua memoria anche se ancora poco. “Che ci faccio qui” pensò cominciando a camminare. A dire il vero non stava decidendo lei le sue azioni, era come se fosse guidata verso un luogo a lei ignoto. Si voltò a sinistra, notò un lago su cui i raggi di luna riflettevano il loro colore argentato. Gli si avvicinò sempre contro la sua volontà e osservò il volto sull’acqua. Lo sgomento e il terrore si dipinsero sul suo volto. Chi era??? Non era lei. Doveva essere un sogno, non c’era altra spiegazione. Al tempio la situazione non andava meglio. “Che le succede Kasuga?” fece Madoka alquanto in ansia. “Non lo so….io ….non lo so….è come in coma…..nonno?!?!?”.Kyosuke si affidò all’anziano signore per cercare una risposta, ma l’uomo non seppe che dire, fu così che al suo posto intervenne Setsuna, la quale intuì qualcosa. “Credo sia immersa in un sogno o qualcosa del genere, anche se è strano che così all’improvviso sia svenuta. Qualcosa deve aver influito”. La ragazza venne osservata da tutti gli altri con fare interrogatorio, ma la sailor non andò oltre. “Io intanto vorrei capire chi è…..”fece Makoto. “Beh in effetti, non la conoscete, come non conoscete nessuno di noi….ehm….” fece Manami. Kurumi l’aiutò e dopo una breve spiegazione ai nuovi arrivati, i quali rimasero letteralmente stupiti alla notizia che nel mondo di Sofia erano degli anime, riposero nuovamente l’attenzione su Kyosuke e il nonno. “Quella ragazza….”si disse Mamoru “io l’ho già vista…. Ma dove?”. Sofia non capiva. Tutto era così assurdo in quel momento. Si trovava in un luogo incantato, non sapeva dove si trovasse, eppure vi era già stata altre volte. Ma quando? E poi per quale motivo si trovava lì proprio in quel giorno? E oltretutto chi era la persona riflessa sull’acqua del lago?Di certo non era lei, no, non poteva. “Sofia, svegliati, forza fidati di noi, stiamo tutti qui! Sofia!!!”. “Questa voce…”si disse Sofia “la conosco…Kyosuke…è lui……KYOSUKE!!!!! AIUTAMI!!!!! FAMMI USCIRE DA QUI!!!!!!!!” “SOFIA!!!!” “KYOSUKE!!!!”urlò la ragazza in preda al panico. “Mi sente!”esclamò il giovane esper rivoltò al nonno. L’anziano allora si concentrò e chiese di fare altrettanto ai presenti: “So che vi è difficile, ma Hino sa che in questi casi è necessaria la volontà di tutti perché possa ritornare in sé! Dobbiamo concentrarci su di lei. FORZA!!!”urlò a gran voce. Gli altri lo seguirono e tutti insieme si concentrarono. Un’aurea di energia bianca si sollevò dai loro corpi e si avviò verso la povera ragazza ancora in preda al terrore del sogno. “Aiuto!!!”. Detto questo sentì uno strano formicolio provenire da tutto il corpo, quel corpo che non riconosceva come suo o meglio….NON RICORDAVA che fosse suo. Una luce apparve come per incanto e all’interno poté scorgere i visi dei suoi nuovi amici. Questa volta il corpo agì come lei richiese, senza esitare un attimo. Si addentrò nella sfera di luce, socchiudendo gli occhi per la difficoltà di fissare quel bagliore così intenso. Immediatamente riaprì gli occhi, facendo sobbalzare Madoka al suo fianco. Le pupille di Sofia erano dilatate come quelle di un gatto nella notte e il suo volto era pallido. Pian piano riprese il colorito rosa e le pupille ripresero la loro forma normale. Dopo di ché la ragazza impaurita da quel che ebbe visto si allontanò dal gruppo. Non sembrava più in lei. “Sofia, che ti prende?” chiese Manami sorpresa dall’atteggiamento così diffidente della giovane, che tanto si era fidata di loro poco tempo prima. “Io….io …..n-n….non lo so……so solo che ho paura!!!!”detto questo si mise le mani sul volto sconvolta e calde lacrime scesero sulle guance. La prima persona che le si avvicinò fu Madoka, la quale comprendendo l’ansia e il terrore dipinte sul volto della ragazza, le tese un braccio e poi l’altro per abbracciarla. Dapprima non vi fu risposta alcuna. Subito dopo Sofia si lasciò andare ad un abbraccio disperato con l’amica. “E’ meglio uscire da qui” sussurrò Mamoru a Usagi, ancora confusa. Amy rispose al posto dell’amica: “Sì, Mamoru, forse il nostro arrivo l’ha sconvolta per qualche strana ragione e il vederci qui non l’aiuta affatto!”. “Concordo” aggiunse Makoto “usciamo qualche minuto, poi magari se si sente meglio, cerchiamo di capire se è possibile aiutarla!”. Strizzò l’occhio a Minako, che la seguì in giardino, insieme agli altri. Ranma non si era mai sentito così. Non capiva che cosa avesse Sofia, ma in qualche modo sentiva che anche lui aveva sofferto per la stessa ragione. Un dubbio gli annebbiò la mente: “ e se anche lei fosse…..” ma poi rendendosi conto dell’assurdità che aveva pensato concluse fra sé e sé “no, impossibile, che vado a pensare?”. Akane notò che il fidanzato era assorto in qualche strano pensiero. Avrebbe voluto sapere che cosa stava pensando, ma non glielo chiese. Si limitò a seguire il gruppo in giardino. Gli unici a rimanere ancora all’interno del tempio furono Kyosuke, Madoka ancora abbracciata a Sofia piangente, il vecchio Kasuga e Setsuna. Persino il signor Hino decise di uscire con la nipote, non sapendo che pesci pigliare! “Sofia, su dicci, cos’è successo in quei minuti?” cominciò Kyosuke rattristato nel vederla così distrutta. “Certo, se non te la senti, non devi per forza dircelo adesso!”esclamò Madoka, volgendo uno sguardo di rimprovero al fidanzato. “Oh beh certo…ovvio….”aggiunse allora il ragazzo. “Mi….”deglutì cercando di trovare le parole adatte in una situazione del genere. Si vergognava di quanto aveva visto. Ma era il caso? Comunque continuò lentamente: “….ecco io mi sono ritrovata in un luogo bellissimo, stellato sotto il chiarore della luna accanto a un laghetto. Non sembrava un paesaggio “terrestre”, ma può darsi che lo fosse….anche se c’era la luna…..non so…..”. “Continua pure, non preoccuparti” l’aiutò Setsuna, la quale sembrava essere l’unica ad avere intuito qualcosa. “Beh, il mio corpo seguiva una direzione prestabilita, non ero io a decidere dove andare. Poi ad un tratto mi sono avvicinata al laghetto e mi sono specchiata”. “Eri una specie di spettatrice di te stessa”la interruppe il vecchio Kasuga. “Sì esatto Signore! Proprio così! Solo che quando mi sono specchiata, il volto che ho visto molto chiaramente per via della luna non era il mio …..”. “E di chi era?” domandò Setsuna. “Ebbene io non lo so. Semplicemente era di un ragazzo!”. “Un ragazzo? Sei sicura?”le chiese Kyosuke alquanto sorpreso. “Sì ne sono sicura. I suoi occhi! Dovevate vedere i suoi occhi! Non esprimevano nulla, solo disperazione e dolore”. “Ha parlato?”domandò Madoka. “No. Subito dopo ho sentito la voce di Kyosuke che mi diceva di fidarmi di voi. E di svegliarmi. Poi ho visto una luce immensa apparire accanto a me, ho intravisto i vostri volti e non so come, in quel momento il mio corpo ha seguito la mia volontà. E mi sono risvegliata. Il resto lo conoscete”. “Quello che ti ha sconvolto, sono stati gli occhi di quel ragazzo?” questa volta era l’anziano Kasuga a intervenire. “In parte sì, in parte….il fatto che io fossi un uomo. Io sentivo a tutti gli effetti di essere quel ragazzo. Ero un ragazzo. Che cosa significa??? Io voglio ritornare a casa! Questo è un sogno, un maledetto sogno da cui non riesco a svegliarmi, ditemi che è così o impazzirò….”. La voce divenne sempre più bassa, fino a diventare un leggero soffio. Setsuna cercò di incoraggiarla: “Sofia, ascolta. Qualunque sia il motivo per cui tu ti trovi qui, lo scopriremo. Secondo me tu sei qui, non per errore del nonno di Kyosuke, ma per un motivo più profondo. Presto scopriremo di che cosa si tratta!”.Le sorrise. La giovane ricambiò. Sofia conosceva il segreto delle guerriere Sailor e quindi anche il suo, perciò Setsuna comprese che Sofia aveva inteso, in che modo l’avrebbero aiutata. “Chissà che sta succedendo là dentro?!” chiese Haruka a Michiru. Quest’ultima non seppe che dire e a sua volta guardò Hotaru: “Ehi piccola, che cosa c’è?”. “Eh?ehm nulla. Mi chiedevo solo chi fossero quelle persone…”. La ragazzina ormai tredicenne indicò il gruppo di Ranma. “Già, hai ragione. Non li ho mai visti prima” fece Haruka e si avvicinò così al gruppo delle inner. “Potresti anche presentarci Usagi, non credi???” fece la bionda guerriera stizzita. “Ops” fece la principessa, rendendosi conto dell’errore “hai ragione Haruka, scusaci. Beh questi sono Ranma e Akane. Quei due signori sono rispettivamente il padre di Ranma, Genma Saotome, mentre l’altro è il signor Soun Tendo, padre di Akane. Le due ragazze sono le sorelle di Akane, si chiamano Kasumi e Nabiki, mentre l’anziano pervertito, è Happosay maestro (non si sa bene di cosa) di Ranma. Akane è cugina di Rei e sono tutti venuti sin qui per una breve vacanza”. “Sì è vero, Haruka, sono miei parenti. Li ho invitati al tempio, ma non pensavo che Usagi e le altre li conoscessero e venissero qui assieme a loro….”. Aggiunse Rei. “Beh…comunque….piacere di conoscervi!”fecero le outer insieme a Mamoru e Chibiusa. Ranma e gli altri contraccambiarono. “Rei, li abbiamo incontrati per caso da Moran. Quel maniaco pervertito….”fece Usagi, indicando Happosay “si è lanciato contro Amy e così Ranma lo ha bloccato, dandoci l’opportunità di conoscerci!”. Finì la ragazza, divertita da come Rei osservava disgustata il vecchio. “Capisco” ribatté la mora osservando in malo modo Happosay, che al contrario, la mangiava con gli occhi: “Accidenti, che bella bambina. Piacere sono Happosay, ti va di uscire con me, baby?”. “Eh, che cosa? Non provarci vecchiaccio!!!! Ci hai rotto ormai col tuo modo di fare!!!!” rispose Ranma al posto di Rei. “Ranma ha ragione, maestro, non è il caso di importunare così una giovane ragazza” fece Kasumi come suo solito gentilmente. Il vecchio non sembrò ascoltare nessuno dei due, ma fu il signor Hino, nonno di Rei e Akane, a fermarlo: “Ehi, non ti conosco, ma non ti permetto di toccare ne Rei ne le sue amiche, chiaro?”. Happosay lo guardò annoiato e dopo un paio di secondi, si lanciò verso la povera Madoka, che proprio in quel momento stava uscendo dal tempio per aggiornare i ragazzi. La ragazza cacciò un urlo vedendoselo arrivare di fronte come una scheggia, ma l’urlò più grande venne cacciato dallo stesso maniaco, sotterrato dal peso di Ranma e dai calci di Haruka, stufa di quel guasta feste. “Allora Madoka, come sta?”chiese il nonno di Rei ansioso. “Beh, ora sta molto meglio. Ha solo bisogno di tempo per digerire il fatto di trovarsi in un mondo a lei sconosciuto, ma che allo stesso tempo hai dei segreti che solo lei conosce. In fondo se ci pensate, seguendo le nostre vite sui manga e alla televisione, ci conosce molto di più di quanto io conosca voi, ovviamente….”spiegò la giovane. “E’ vero, sembra davvero incredibile come storia…”incalzò Mamoru. “L’importante è che ora si senta meglio!”esclamò Makoto entusiasta. Non era da tutti i giorni conoscere della gente del genere, pensò. Di sicuro sapeva dei loro poteri, si disse. “Possiamo vedere come sta?”chiese Rei a Madoka. “Certo, Certo, ora potete rientrare, anche perché lei non ha intenzione di passare la notte qui. Dovremo trovare un posto dove trasferirci temporaneamente” concluse. “Perché non vuole restare? Di posto ce n’è in abbondanza!” disse il signor Hino, quasi offeso. “Credo non voglia disturbare signor Hino” intervenne un Kyosuke molto più rilassato, uscendo in giardino. “Nessun disturbo, anzi”. Finì il vecchio signore. Ad ogni modo rientrarono nella sala da pranzo. Il tempo era volato. Erano le cinque del pomeriggio. E di avvenimenti ne erano accaduti tanti quel giorno. Intanto Sofia si trovava con Setsuna in una camera per gli ospiti, una delle tante presenti. Le due stavano chiacchierando. “….quindi mi stai dicendo che conosci tutti noi….e i nostri poteri….oltre ai probabili segreti degli altri…..”fece Setsuna. Ne aveva passate tante, ma quella circostanza era ancor più incredibile di quelle trascorse. “sì, come ti ho detto, siete molto conosciuti, sia voi sailor, sia Ranma e la sua vita e sia Kyosuke e il suo “mondo”. Però c’è qualcosa di strano, sai?”. “Che altro ci può essere di strano?” chiese sarcasticamente la guerriera di Plutone. “Beh, ecco io ….oggi venendo qui ho intravisto Mamoru, mentre aiutava un bimbo in pericolo (stava per essere investito da un’auto), e mi è sembrato di conoscerlo….al momento ho pensato che fosse anche lui un personaggio degli anime del mio mondo, come poi si è realmente rivelato. Successivamente, qui al tempio, nello stesso istante in cui siete entrate, mentre io, Kyosuke e il nonno di Rei, discutevamo, e ho visto di nuovo “Tuxedo Mask” …eheheh….beh….lui insomma...ho avuto la sensazione di averlo già….. incontrato! Ecco la parola giusta! Non semplicemente visto, ma incontrato di persona. Non so dove, non so come, ma ho avuto questo sentore….ti sembro idiota vero?”. “No, non lo sembri affatto. Non so dirti ancora nulla. Posso provare a trovare delle risposte ai tuoi quesiti, ma mi ci vorrà del tempo”. “Beh, detto da te che sei la guardiana dello spazio-tempo…..^___^”. “Eheheh…hai ragione….”. “Forse è meglio scendere, così posso vedere le altre eroine e la coppia più strampalata del mondo!”esclamò scherzosamente Sofia, sorridente come mai aveva fatto da quando si era ritrovata catapultata in quell’universo. “Bene, ottima idea! Scendiamo!”. “Che ne pensate se ceniamo assieme? Mi piace avere tanta gente a farci compagnia! Vero Rei?”. “Si, nonno, lo so!”rispose Rei a tono. Proprio in quell’istante dalla porta apparvero Setsuna e Sofia. “Eccoci qua!”. Era Setsuna ad aver preso parola. Sofia era intenta ad osservare tutte quelle persone. Ragazze come lei al vederle, che però nel momento opportuno diventavano delle eroine leggendarie per la terra o per meglio dire, per quel loro universo parallelo…E che dire di Ranma e Akane. Si notava subito che si volevano bene, seppur anche in quella circostanza tentassero di nasconderlo. Infine Kyosuke e Madoka. Altra coppia leggendaria degli anime che aveva visto alla TV. Tutto ciò era incredibile. MA VERO. Una domanda la sconvolse. Lei Sofia, 20 anni, era VERA? Perché si trovava lì? Forse Kyosuke e Setsuna avevano ragione. C’era un motivo preciso della sua presenza. Quale? Il sogno c’entrava qualcosa? Assorta com’era da quei pensieri cupi, non notò il modo in cui la osservava Mamoru. Egli infatti si ricordò di un sogno che poco tempo prima aveva fatto, ma non ci aveva dato importanza, in quanto totalmente estraneo alla sua vita. O almeno così aveva pensato. Con il suo abito regale, camminava in un giardino bellissimo, composto da fiori di ogni genere e mille colori si paravano alla sua vista. Al suo fianco la principessa Serenity gli teneva la mano, si scambiavano sguardi innamorati e timidi, subito dopo si avvicinava a loro un ragazzo, più giovane di lui ma di poco. Forse un anno. Il suo volto aveva dei lineamenti familiari. Occhi castani, capelli corti castani scuri,robusto, di bell’aspetto e alto quanto lui. Sorrideva. Si inginocchiava di fronte a loro e diceva: “Miei futuri sovrani, vi devo ringraziare. Siete le persone che amo di più al mondo. Grazie di esistere. Ma a quanto pare una persona vi fa concorrenza”. Diceva ironico. La principessa Serenity rispose, mentre il principe Endimyon continuava ad ascoltare: “Lo sappiamo, sei innamorato. Lei è mia amica. E’ una guerriera. E ti ama”. “Lo so”ribatteva lui “ma Serenity, quella ragazza è più cocciuta di te!!!eheheh”.Un sorriso. “Ehi, attento a quello che dici!!!! Endimyon digli qualcosa, tuo fratello mi prende sempre in giro!!!!!”. Suo fratello!!!!! Il sogno era finito, lasciando mille dubbi al povero Mamoru quel mattino. Poi però non ci dette peso. Poteva essere un sogno e basta. Ora non ne era più sicuro. Eppure, si disse il giovane, quella ragazza ha dei lineamenti familiari. Che c’entri qualcosa lei col mio sogno? Avrebbe voluto chiederglielo, ma chi era lui per pretendere di parlarle come se niente fosse? Non si conoscevano ecco tutto. Non aveva diritto di importunarla con domande sciocche e inutili. E così lasciò perdere. Le due ragazze si aggiunsero alla compagnia. Cenarono alle sette. La cena fu davvero ottima. Si poteva notare dalle facce soddisfatte di Ranma e suo padre, pronti sempre a spazzolare tutto. “Complimenti alla cuoca!”esclamò il nonno Kasuga. “Grazie” risposero all’unisono Rei e Kasumi. “oh….allora ….complimenti alla cuoche…eheheh!!!” si corresse il vecchio signore. Dopo aver gustato quella deliziosa cena, Usagi e le altre, decisero che fosse il momento di andare. Ormai si erano fatte le 22:00. Il giorno seguente ci sarebbe stata scuola….e….. “OH NOOOOO!!!!!! Domani c’è compito di inglese????!!!?!? Amy , perché non mi dai mai una buona notizia uffi……”….come sempre era Usagi, la studentessa modello del gruppo Sailor….ehm……..circa…..meno quasi…… Rimasero solo coloro che erano ospiti degli Hino. “Sofia, tu potresti dormire nella stanza di Rei…che ne pensi?”. Domandò il signor Hino. “Ehi, volevo andare io con Rei!!!”protestò Happosay, che però dovette accontentarsi di Soun, Ranma e Genma. "Povero Ranma, chissà quanta acqua fredda dovrà sorbirsi questa notte!". Pensò Akane. Sofia rispose: “Ok, per me va bene, basta che non dia fastidio…”. “Nessun fastidio, figurati!”rispose Rei, sollevata sapendo che Happosay era in un’altra stanza. Entrata nella camera di Rei, notò quanto ordine ci fosse. Altro che camera sua, pensò Sofia. In questo assomigliava sicuramente a Usagi. Sorrise. Usagi. Che personaggio! E’ proprio come nel cartone animato….uno spasso….la salvatrice del mondo messa in crisi da un compito di inglese….pazzesco!!!!! Intanto anche Rei la raggiunse e vedendola sorridere, Sofia le chiese: “Rei, perché sorridi?”. “Beh, hai una faccia buffa, tutto qua”. “MMMMmmmhhh…”borbottò Sofia non capendo il motivo di tale ilarità. “Ehi non prendertela, solo che sei una tipa strana. Sorridevi nel vuoto….”. “Stavo pensando a Usagi. Notavo come fosse identica all’anime del mio mondo. Beh in effetti è lei….di persona….che concetto complicato…..”. “^____^ eheheh ancora quella faccia…..sei simile a Usagi”. Rei la prese nuovamente in giro. Questa volta anche Sofia rise. “Hai ragione siamo simili. L’unica differenza è che lei è una principessa, io no”. “Beh, chi lo avrebbe mai detto, eh?”. “Già il destino fa di noi quello che meno ci aspettiamo!”. Al momento sembrava una frase nata dalla spontaneità. Subito dopo però Rei e Sofia si fissarono sbalordite. Quella frase ricordava qualcosa a entrambe. Chi l’aveva proferita? E quando? Dopo brevi attimi di silenzio, fu Rei a romperlo. “E’ una frase che ho già sentito dire, anche tu hai questa sensazione?”. “Sì”. Fu l’unica parola che Sofia disse. Il sonno ormai stava prendendo il sopravvento. “Meglio coricarsi!”. Non se lo fece ripetere due volte. Era stanca, confusa, si sentiva estranea, ma meno rispetto la mattina. Era come se qualcosa le dicesse che quella era la sua seconda casa. O forse la prima? Prima di chiudere gli occhi ripensò all’ultima frase detta a Rei. Il destino fa di noi quello che meno ci aspettiamo. Lasciò andare quel sogno per quella sera. Era stanca. Aveva sonno e non era il caso di rimuginarci su. Anche Rei ripensò a ciò, ma come Sofia, decise di lasciar perdere e di addormentarsi. “Aspetta Endimyon. Io non ce la faccio. Uffa!!!! Non vale hai barato!”. “Io???? Ma se sei partito 2 secondi prima di me?”. “Non è vero. Che fratello ingrato. Io ti faccio conoscere Serenity e tu mi ringrazi, vincendo una gara che sarebbe stata mia se tu non avessi approfittato della mia distrazione!”. “Ah ecco…ti sei distratto fratello! La prossima volta invece di continuare a guardare Mars, concentrati su quel che fai!”. “Io non guardavo Mars!”. “Certo, certo, come no!”. “Ahhh smettila”. MARS: “Sbaglio o ho sentito nominare il mio nome?”. ENDIMYON: “Sì Mars, stavamo giusto parlando di te”. Le sorrise. E guardò il ragazzo al suo fianco, che diventato paonazzo, non alzò lo sguardo. MARS: “E che dicevate?”. ENDIMYON: “Ehm…che cosa dicevamo….su di te…me lo ricordi ERIC?”. ERIC: “Ecco, io non me lo ricordo …”. MARS: “Come scusa? Non te lo ricordi? Che memoria corta che hai…”. Fece la ragazza sorridendo compiaciuta. L’immagine si sfuocò improvvisamente. Al posto dei due ragazzi Mamoru vide Usagi con Chibiusa al suo fianco. Erano le donne del suo futuro, però. “Mamoru!” “Usagi, Chibiusa. Come mai siete qui?”. “Siamo venute in sogno a te dal futuro, perché dobbiamo parlarti papà”. “E di che cosa piccola?”. Usagi prese la parola: “Il mondo è ancora in pericolo. Le guerriere sailor dovranno affrontare nuovi nemici. Questa volta non sarai solo tu un loro aiuto. Nuovi alleati si scopriranno e un guerriero dovrà essere il loro protettore. Un cavaliere dello zodiaco”. “Come ? Un Cavaliere dello zodiaco?”chiese stupito il ragazzo. “Sì, ma dovete trovarlo al più presto! Il nemico sta tornando inesorabile. Cerca la risposta!”. “Io…”. Mamoru non finì la frase, perché una luce fortissima lo travolse, svegliandolo di colpo. Quel sogno. Un sogno premonitore. Un aiuto dalla sua amata Usagi dal futuro. Un cavaliere dello zodiaco? Ne aveva sentito parlare, ma non credeva esistessero guerrieri di quella specie. Invece….sembrava fosse così. Ne avrebbe dovuto parlare con le altre l’indomani. Al tempio le cose per alcuni non erano diverse. Il sonno non arrivava per Sailor Mars. Era stata una giornata particolarmente pesante. L’arrivo di Akane e della sua famiglia, l’arrivo dell’amico del nonno e di Sofia, oltre a quanto accaduto a quest’ultima. Tanti pensieri le affollarono la mente. Si chiedeva come mai una ragazza normalissima venisse coinvolta in qualcosa di insostenibile come quella vicenda. Ancora più meravigliata fu dal fatto che quanto le era stato raccontato quel pomeriggio, era pura fantascienza fino a un paio di giorni fa e ora invece era la semplice verità. Una verità difficile da concepire per chiunque, a maggior ragione per un essere umano senza poteri di nessun tipo. Tentò di socchiudere gli occhi. Niente…decise di alzarsi senza disturbare la ragazza accanto a lei. La guardò. Sorrise. Finalmente si è rilassata, si disse, dorme della grossa, bene. Dopo averla fissata nuovamente, accertandosi di non fare rumore, richiuse la porta alle sue spalle e si avviò nella stanza in cui era solita chiedere aiuto al potere del fuoco. Forse avrebbe fatto chiarezza su quanto accaduto. Si accinse a iniziare il consulto. Prima però si concentrò sulla fonte dei suoi dubbi: la nuova arrivata. Ebbe una visione. Un palazzo enorme davanti a lei. Sembrava esserci una festa. Si avvicinò e osservò meglio tutti gli invitati che stavano entrando. Notò Mamoru affiancato da un ragazzo alto quanto lui. Davvero carino, pensò. Arrossì al pensiero e continuò ad osservare. I due ridevano. Si avvicinò loro una ragazza mora…era lei. “IO? CHE CI FACCIO QUI?”. Capì che forse era lei, ma nella sua vita precedente ai tempi del regno argentato. In effetti in cielo non vi era la luna, ma un pianeta azzurrino. Era di sicuro la Terra. Si trovava sulla luna. Nessuno la notò seguire la Rei di quell’epoca. Entrò. Vide persone ballare, altre chiacchierare tra loro. Intravide la principessa Serenity tendere la mano verso quello che doveva essere Endimyon. L’altro ragazzo rimase impassibile e guardò la controfigura della Rei del passato. Entrambi sorrisero. Cominciarono a ballare. Chi era quel ragazzo? Un amico di Endimyon? E lei lo conosceva? Seppur i ricordi della sua vita passata le fossero tornati in mente, probabilmente alcuni non si erano ancora rivelati. La vista cominciò ad annebbiarsi, stava tornando alla realtà, pensò. Voleva continuare a osservare per capire il motivo di quella visione, non doveva chiudere gli occhi o tutto sarebbe sparito. Prima di cedere definitivamente vide quel che non si sarebbe aspettata. La Rei passata e quello sconosciuto si spostarono in terrazza, tenendosi per mano e fissandosi come mai le era accaduto nel presente. Purtroppo per lei, la visione terminò così come era venuta. “Accidenti!”esclamò delusa “invece di chiarirmi le idee, sono più confusa di prima. Che cosa significa quella visione? Che cosa c’entra con gli avvenimenti di oggi? E poi perché io non ricordo quel tipo? Che sia un semplice sogno senza fondamento?”. Ora il sonno era scomparso del tutto. Scese in cucina. Un po’ di latte caldo, forse l’avrebbe aiutata. Vide la luce accesa e sorpresa entrò comunque. Al suo interno c’era Akane. “Akane, ciao !”esclamò Rei. “Ciao Rei…scusa, ti ho svegliata?”. “No, non mi sono mai addormentata a dire il vero. Non ho sonno stanotte”. Sbuffò e le si sedette a fianco “e tu, come mai in piedi alle 2 di notte?”. “Nemmeno io riesco ad addormentarmi, sarà per gli avvenimenti della giornata….”. “Stessi miei motivi quindi….”. “EH già, è proprio vero che abbiamo lo stesso carattere!”disse divertita Akane. “Già”rispose la cugina “vuoi del latte caldo?”. “Magari, grazie”. “Che cosa ti ha turbato di più di questa faccenda?”. Akane la fissò triste e le rispose: “quella povera ragazza e tutto quel che le è accaduto….come è possibile che debba soffrire così. Non so il motivo della sua perdita di sensi, ma non deve essere piacevole, vivere in un MONDO di sconosciuti…”. “A dire il vero, lei ci conosce…”fece Rei. “…sì lo so, solo che noi non conosciamo per nulla lei !”. “Questo è vero, ma è fortunata. Kyosuke e Madoka la stanno aiutando e credo che oltre a loro, tutti noi cercheremo di aiutarla, per quanto possibile, a tornare da dove è venuta”. “Sì, io lo farò e anche Ranma. Lo conosco, non si tirerà indietro. Certo…è strano ….”. “Cosa?” “Ranma….sembra che lui intuisca qualcosa, ma non so proprio cosa….”. “Dici davvero?”. “Sì, certo. Comunque domani avremo le idee più chiare!”. “Sì ne sono certa Akane!”. E così bevvero il latte caldo. Dopo di che rientrarono nelle loro rispettive stanze. E finalmente si addormentarono.
  
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