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Autore: Rin Hisegawa    07/03/2009    1 recensioni
Magneto ha 28 anni, Mystique 17. I due si incontrano per caso, ed ha inizio una collaborazione che è destinata a durare per moltissimo tempo... La mia versione di come Raven e Erik (del SINGERverse) si sono incontrati, con qualche spunto dal comics, scritta PRIMA dell'uscita di X-Men: First Class. [MAGNETO / MYSTICA]
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erick Lensherr/Magneto, Raven Darkholme/Mistica
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Grazie ancora per il commento a Cicciolgeiri; invito tutti gli altri lettori a commentare, non importa se in modo positivo o negativo. Avevo un po' paura nel pubblicare il capitolo tre, perchè sia quello che il questo qui mostrano Erik e Raven in un'ottica non convenzionale. Continuo a pensare che tutti devono aver iniziato in qualche modo, e sicuramente non erano nè abili nè cool come sono ora. Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando! *o* Aggiornerò il prima possibile col V capitolo!

Trascorrono le ore.
Raven sorride, si lascia trascinare in giro per la sala da Erik, si finge interessata ai discorsi per lei privi di senso intavolati da tutti quegli sconosciuti. Si annoia, ma sa di dover essere paziente: si guarda attorno, attenta, e finalmente riesce a scorgere colui che stava cercando.
Warren Worthington I chiacchiera con un uomo piuttosto anziano dall'aria bonaria, a qualche metro di distanza da lei. Mystique sfiora la spalla di Magneto con un gesto delicato, un avvertimento impercettibile. Io vado da lui.
Erik annuisce con un sorriso. Agli occhi della gente, un semplice scambio di attenzioni tra quelli che, per tutti, sono due innamorati. Nella loro ottica personale, un preziosissimo passaggio di informazioni.
Leggera ed elegante, Raven scivola oltre il capannello di persone che la separa dal suo obbiettivo. Per fortuna, Worthington si è soffermato a chiacchierare a pochi passi dal buffet. Nonostante non abbia affatto fame, la ragazza si trattiene davanti agli antipasti, prendendo un piattino ed una forchetta.
Il gioco è fatto.
E' sufficiente una piccola inclinazione del polso, e la posata scivola a terra con un lieve tintinnio. Mystique si china a raccoglierla, esitando quel singolo istante che permette a Warren di raggiungerla prima di lei. L'uomo si alza di nuovo, impettito e con un sorriso smagliante dipinto in volto.
- Questa è sporca, gliene prendo un'altra – dice pacato e cortese, avvicinandosi al tavolo per deporre il piccolo oggetto.
- Oh, grazie infinite! - Raven arrossisce leggermente e sorride, con un bel sorriso studiato. Worthington è già in trappola, e lei lo sa bene.
“E' un donnaiolo incallito” ricorda, sentendo chiaramente nella testa la voce tranquilla e rassicurante di Magneto. Gli si avvicina, prendendo la forchetta che lui le porge, mostrandosi chiaramente interessata.
- Posso chiedere il nome di questa bella signorina? - chiede l'industriale, mettendo in atto tutte le sue doti di seduttore.
Anche trasformata in una ventiduenne, Raven appare più giovane di lui di almeno una ventina d'anni. “Vecchio maniaco!” pensa divertita, mentre risponde con la massima gentilezza:
- Raven Darkholme. Lei dev'essere il celebre Warren Worthington.
Com'è sciocco, quell'uomo: le attenzioni di una ragazza carina lo lusingano e gli fanno abbassare la guardia. Comincia a chiacchierare con trasporto, dilungandosi in un sacco di inutili ciance riguardo al proprio lavoro, gli hobbies, e qualche autocelebrazione non troppo velata sicuramente allo scopo di far colpo su di lei.
Mystica ascolta tutto con finto interesse, sbattendo le ciglia e sorridendo come un'idiota. Quello Worthington sa il fatto suo, dopotutto: parla di ogni cosa, ma non nomina mai le faccende davvero importanti. Adesso, si è perso in una descrizione dettagliata della propria residenza estiva in Florida.
- E mi dica, Warren, cosa ne pensa lei delle ultime polemiche riguardo alla mutazione? - lo interrompe con poco tatto, stanca di ascoltare quelle noiose chiacchiere infruttuose.
Lui la osserva a lungo, perplesso, forse chiedendosi che cosa c'entri tutto questo con la sua bellissima casa al mare. Poi i suoi lineamenti si rilassano, e sorride a sua volta.
- Vedo che si interessa di politica, signorina Raven! Anche io sono molto affascinato dall'argomento, ma ritengo che esprimersi in merito ad un problema come la mutazione in un luogo pubblico... beh, capisce quello che intendo.
Mystica annuisce, serafica, abbassando appena gli occhi per fingere un lieve imbarazzo.
- Più che di politica, signor Worthington – butta lì, colta da un lampo di genio – mi interesso di bioetica. Sto per laurearmi in biologia, e mi piacerebbe moltissimo conoscere il suo parere riguardo al problema mutante.
Non può impedirsi di calcare il tono sulla parola problema, e immediatamente spera che Warren non se ne accorga. Ma lui annuisce interessato, e le appoggia una mano sul braccio con fare non esattamente paterno. Le sue intenzioni, appaiono fin troppo chiare.
- Nella nostra casa farmaceutica siamo sempre in cerca di giovani menti, Raven. Se è interessata... beh, potremmo anche parlare di una sua collaborazione, quando si sarà laureata.
Mystique ringrazia compitamente, cercando di sembrare sincera. Cosa gliene importa di lavorare per Worthington, quando può combattere per la causa di Magneto?
- Le sono infinitamente grata, Warren, davvero. - mormora invece, camuffando il totale disinteresse con un'apparente emozione improvvisa.
Fa un profondo respiro, poi alza gli occhi e gli sorride radiosa. Worthington annuisce contento: per oggi ha fatto la sua piccola buona azione.
Adesso, è il momento del compenso.
- Perchè non andiamo a parlarne in un luogo... hem... un po' più appartato? - suggerisce, cingendo le spalle di Raven con un braccio.
Lei sorride di nuovo, come una bambola priva di volontà. E' così che funziona, del resto: per avere qualcosa, è necessario dare qualcos'altro in cambio.
Si lascia condurre al quinto piano, in una camera estremamente elegante come il resto dell'albergo. Worthington chiacchiera allegramente durante tutto il tragitto, senza sentirsi assolutamente imbarazzato: lui può assicurare ad una ragazza un futuro certo e brillante nell'industria farmaceutica... il minimo che questa ragazza possa fare, in cambio, è essere una brava bambola priva di volontà per una sera.



Magneto ascolta distrattamente le opinioni di Rossini riguardo alla guerra fredda, bevendo a piccoli sorsi da un bicchiere di champagne. Di solito, lo champagne gli piace; stasera, non sente neppure il sapore.
Tutti i suoi pensieri sono rivolti molti piani al di sopra di quella sala, verso due persone che non sono né Rossini né il suo stuolo di facoltosi tirapiedi.
Nervoso, si domanda come se la stia cavando Raven.
Lei e Worthington sono saliti al piano superiore già da più di mezz'ora. Mezz'ora... infondo, cosa sono trenta minuti? Eppure, trenta minuti sono così tanti per ottenere delle semplici informazioni...
Davvero, Magneto non sa più che cosa pensare.
- E, come le stavo dicendo, secondo me questa situazione di stallo non ci porterà a nulla di buono! - esclama Rossini sventolando minacciosamente l'indice in direzione dei suoi interlocutori.
Erik annuisce meccanicamente, e davvero della nucleare adesso gliene importa il giusto. Non ora, non quando la sua collaboratrice se ne sta rinchiusa in una stanza d'albergo con un uomo proverbialmente donnaiolo e nemico dei mutanti.
Non considerando il fatto che Raven non è ancora in grado di cavarsela da sola.
“Accidenti a lei! Le avevo affidato un compito semplice, per essere sicuro che non ci fossero intoppi!”
I suoi occhi saettano continuamente verso la hall adiacente, con la scala che conduce ai piani superiori. Sta morendo dalla voglia di salire, e andare a controllare di persona a che punto sia la situazione.
“Forse sta solo aspettando il momento giusto per farlo parlare.” Deve tranquillizzarsi. Non è da lui, preoccuparsi così.
E se Worthington avesse deciso di metterle le mani addosso? Beh, infondo a lui di questo non deve importare. Se Mystique vuole portare a termine la propria missione, deve anche essere pronta a correre qualche rischio.
Eppure... Erik pensa a Raven, alla sua Raven, nelle mani di quell'uomo.
Si scusa con gli altri, lascia il bicchiere quasi pieno su un tavolo nell'angolo e si precipita su per le scale.
Sa benissimo di non essere altro che un bambino viziato, che non sopporta l'idea che qualcun altro tocchi il suo giocattolo nuovo. Sa benissimo di non potersi affezionare a nessuno, perchè la vita è una partita a scacchi e lui è il Re; gli altri, esistono solo in funzione della sua vittoria.
Sa benissimo anche di essere completamente solo, in quella partita, ed è felice così. Tuttavia, non può permettere che Worthington faccia del male a Raven. Perché in lei c'è un enorme potenziale: quando Magneto la guarda, vede ciò che lei potrebbe diventare, un giorno.
E gli piace.
Ansante, Erik raggiunge il quinto piano; non gli è neppure venuto in mente di prendere l'ascensore.
Gli è bastato il tempo di dare un'occhiata al quadro con le chiavi, alla reseption. La numero cinquecentodue è l'unica assente all'appello. Sentendosi pervadere da una collera incontrollabile, si avvicina alla porta della stanza incriminata. E' chiusa, ovviamente, ma questo non è un gran problema.
Dall'interno, non si ode alcun suono.
Dandosi del paranoico per aver messo in atto tutta quella scenata, Magneto si sofferma solo per un attimo ad ascoltare quella quiete palpabile. Ogni cosa sembra perfettamente silenziosa.
Ogni cosa, tranne l'urlo straziante che squarcia all'improvviso la calma innaturale del corridoio. Seguono delle grida confuse, parole rabbiose pronunciate da una voce maschile.
- Maledetta mutante, piccola bugiarda, io ti ammazzo!
Idiota.
E' il primo pensiero che sorge alla mente di Erik, mentre senza la minima fatica fa saltare la serratura metallica della porta cinquecentodue. Quella piccola idiota di Raven, si è fatta subito scoprire.
“Giovane. Inesperta. Vittima da quando è nata dell'odio da parte dell'homo sapiens.” si corregge poi, quando le idee cominciano a chiarirsi e la rabbia cieca lascia il posto ad un feroce istinto di vendetta. Perché quel porco, quel pervertito, se ne sta a cavalcioni sul bacino di Raven, coi pantaloni già calati per metà.
Lei si dibatte, terrorizzata e infuriata, tentando di mordere e graffiare con tutte le proprie forze: ma è ancora inesperta, non ha ancora imparato a combattere. Fa pena, ridotta così.
Per la paura, o forse come reazione spontanea all'aggressione, Mystique ha nuovamente assunto le sue sembianze mutanti. Una mossa molto stupida, ma cosa ci si può aspettare da una ragazzina spaventata? Worthington ha tentato di violentarla... e lei non era pronta per mettere in gioco così tanto.
“Quando si vuole ottenere qualcosa, è necessario essere pronti a rischiare.”
“Scusami, Erik, io non lo sono.”

Magneto si scaglia verso l'uomo, il volto contratto dalla collera bruciante. Se solo potesse, vorrebbe farlo fuori; ma non può, perchè la verità verrebbe subito a galla.
- Maledetto! - grida, gettando a terra Worthington e cadendo assieme a lui.
Warren si divincola, stupefatto, non ancora completamente conscio di quanto è appena accaduto.
- Lensherr? - domanda, confuso – Cosa...?
Magneto lo costringe a terra, con le proprie forze oppure aiutandosi con il potere. Raven non lo sa, non capisce, si sente stordita. Tutto quello che riesce a fare è scivolare giù dal letto, e trascinarsi verso la porta con le gambe tremanti.
- Cosa le stavi facendo, eh, mostro?
Worthington ansima ancora, nervoso, ed un sogghigno un po' obliquo si apre sul suo volto collerico.
- Mostro io, eh? Ma l'hai vista? Perchè difendi un simile rifiuto umano, Lehnsherr? - ride.
Erik non risponde, si limita ad osservarlo disgustato. Con un ultimo strattone, libera l'uomo dalla salda presa in cui l'aveva intrappolato.
- Non provare ad aprir bocca, Warren, altrimenti la prossima volta non sarai così fortunato.
Si volta, e fa per andare via.
Mystique fa appena in tempo a gridare un avvertimento, che gli permette di scansarsi per un pelo dal pugno che Worthington ha tentato di sferrargli.
- Pessima idea, Warren.
Magneto torna a fronteggiare l'industriale, la collera chiaramente visibile nei suoi occhi color acquamarina. Vuole ucciderlo, farlo a pezzi, vederlo implorare perdono. Ma questo non è né il tempo, né il luogo adatto.
- Con questo gesto hai segnato la tua condanna, amico – sogghigna, prima di cingere le spalle di Raven con un braccio ed allontanarsi assieme a lei giù per il lungo corridoio.



Durante il tragitto verso casa, Erik non parla quasi mai.
Lascia che sia Mystique a raccontare tutto, con frasi frammentate e confuse, dal momento in cui ha avvicinato Worthington senior a quando lui ha tentato di saltarle addosso.
Warren l'ha portata nella camera cinquecentodue, dicendole di volerle parlare della casa farmaceutica. Una misera scusa, ovvio, ma una promessa fin troppo allettante per Raven.
Abbastanza da farle dimenticare la prudenza, consolandosi col pensiero di poter scommettere fino in fondo visto che la posta sembra essere tanto alta. Si è sbagliata.
Dalle scarse notizie che è riuscita a sottrarre a Worthington, Raven ha appreso che la cura è ancora un'utopia più che una realtà; Warren ha un'ipotesi riguardo all'origine di questa medicina fantomatica, ma per adesso le sue ricerche sono confinate ad un piccolo laboratorio di secondaria importanza.
Non ci sono i fondi per preoccuparsi di una cura contro il gene mutante, visto che i mutanti sono ancora così pochi. Magneto lo sapeva già, ma questa è la conferma decisiva.
“A quale prezzo, Erik?” sembrano chiedergli gli occhi di Mystique, nei quali aleggia ancora l'ombra cupa della paura appena provata.
- Credevo di poterlo sopportare, io... credevo di essere più forte – conclude, alzando lo sguardo per fronteggiare qualsiasi espressione incontrerà in quello di lui.
Non vi scorge un bel niente.
Sembra completamente disinteressato, ora che le notizie importanti sono terminate. Magneto guida, in perfetto silenzio, immerso nei propri pensieri.
E' adirato? Impossibile stabilirlo. E allora, perchè non dice una parola? Raven vorrebbe chiedergli spiegazioni, ma capisce che non è l'idea migliore in un momento del genere.
“So bene di aver sbagliato, Erik. Ma non ripeterò per due volte lo stesso errore.” Stringendo i pugni in grembo, come a voler distruggere anche solo il ricordo della passata esperienza, Mystique giura a se stessa che imparerà ad essere forte.
Imparerà a combattere, a difendere, a mentire, a svendere il proprio corpo se necessario. Un giorno, Magneto sarà costretto a pensare di non poter fare a meno di lei.
Non può sapere, la giovane mutante, che l'uomo resta in silenzio per camuffare l'apprensione. Anche lui, la sua decisione l'ha già presa. E mentre viaggiano senza dire una parola attraverso le strade deserte, tutti e due giurano a se stessi che oseranno, tenteranno una strada differente, abbandoneranno anche quel poco di moralità che era rimasto a contaminare i loro piani.
Andrà tutto bene. Non ti deluderò, Erik. Entrambi hanno fatto delle promesse, ed entrambi ne sono venuti meno. Adesso, è il momento di alzarsi dalle macerie per ricostruire qualcosa di completamente nuovo.

Rin-chan's hetare notes ~

1) La Raven trasformata... ho pensato a lungo quanto valesse la pena di far sapere in giro il vero nome di Mystique, magari sarebbe stato meglio presentarla in pubblico con un'identità falsa. Poi però mi è venuto in mente che stiamo parlando di una mutaforma: il suo vero nome è perfetto per ogni luogo dove nessuno la conosce col suo vero aspetto; tanto, eventuali apparizioni successive potrà farle cambiando identità a piacimento. Bisogna inoltre tener presente che nei film tutti sanno chi è, quindi probabilmente il suo nome dev'essere abbastanza noto... in qualche modo deve pur essersela fatta, quella fama! :D
2) In questo capitolo, Raven è un po' troppo remissiva. Quando è trasformata, lo fa perchè ovviamente sta recitando un ruolo; in seguito... beh, lei dice di “aver avuto paura ad andare a scuola, da piccola” {X-Men I} quindi probabilmente doveva essere una bambina piuttosto complessata. Trovandosi di fronte ad una situazione che ha già vissuto altre volte, come essere minacciata, ha reagito istintivamente e si è messa nei guai. Adesso Mystique sta ancora imparando il mestiere; col tempo, diventerà quella che noi tutti amiamo. :3
3) La Guerra Fredda. Mi sono scervellata un sacco per pensare ad un argomento di dominio pubblico in quel periodo, ed ecco cosa è saltato fuori. Non ho idea se la timeline storica di X-Men si sia svolta allo stesso modo di quella “reale”, ma ho buone ragioni di pensare che sia così. In tal caso, cavolo, Magneto ha visto una bella quantità di avvenimenti importanti nel corso della propria vita! *,*
4) Spero di essere riuscita a rendere l'idea del rapporto fra Mystique e Magneto, in questo capitolo. Non c'è nulla di romantico fra loro. Non voglio spoilerare il seguito di questa fic, comunque posso dire che sto cercando di rendere le cose tali da poterla concludere stabilendo una certa continuity con i film... quindi, regolatevi di conseguenza. XD
5) Giusto perchè lo sappiate no, Worthington non ha fatto niente a Raven. Stava per violentarla, ma Magneto è arrivato in tempo {sorvoliamo sul fatto che la 502 fosse l'unica chiave mancante, cosa quasi impossibile ma indispensabile ai fini della storia} e per questa volta Mystique ha avuto fortuna {non si contano i casi in cui invece avrà dovuto svendersi, come il II film lascia intendere più che bene XD... ma questo non è affar mio.} :P
  
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