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Autore: _Sam12    19/12/2015    2 recensioni
Non sapeva dire cosa l'avesse colpita di lei, forse una parola o il modo in cui piegava di lato la testa quando sorrideva. Rimase tra i suoi pensieri tornando quando meno se lo aspettava.
Si incontrarono per caso ad una gita, e si ritrovarono per caso anche in seguito, come a chiedersi cos'è a questo punto che può avere davvero senso.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 3


La seguii per una decina di metri cercando di starle dietro e di non inciampare nelle radici e nei sassi sparsi sul sentiero, finché la chiamai.

Lei si voltò squadrandomi sorpresa: “E tu che ci fai qui?”

“Ho visto quello che è successo con Naomi..e pii tu ti sei allontanata dal gruppo...ero preoccupata...” balbettai realizzando l'assurdità di quello che avevo fatto.

Lei mi lanciò un'occhiata sprezzante: “E cosa ti ha fatto pensare che volessi essere seguita, timida ragazza apatica?”

“Io...” balbettai.

“Appunto.” disse lei.

Aveva lo sguardo serio, indecifrabile, me ne sarei volentieri andata vergognandomi per sempre di questa conversazione, ma un particolare mi fermò: aveva gli occhi lucidi e teneva le mani nascoste nelle maniche della felpa come se tremassero.

“Scusa...” borbottò Valeria dopo qualche secondo di silenzio.

“No...hai ragione tu, non avrei dovuto impicciarmi...” mi scusai facendo per andarmene.

“Emma...”

Mi voltai stupita.

“Ti va di fare una strada alternativa?”mi chiese con un sorriso stentato.

“Non ci perderemo?” chiesi perplessa.

“No, sono già venuta qui altre volte con la parrocchia, conosco questa strada. In realtà dovremmo arrivare anche prima degli altri.”

“Allora va bene.” acconsentii stupita del suo cambiamento improvviso d'umore.

La seguii per qualche minuto, poi chiesi: “Quindi il gruppo viene spesso qui?”

“Più o meno questa gita viene riproposta tutti gli anni.”

Continuammo a camminare a passo veloce, e non provai a rallentare come per paura di dovermi rimettere a parlare.

Dopo un po' mi tolsi la felpa e la infilai nello zaino: era da tanto che non c'era un'estate così calda.

“Cos'hai per pranzo?” mi chiese lei a questo punto.

“Panino al cotto.”

“Pure io..” sospirò lei portandosi uno mano sullo stomaco “sono appena le dieci e ho già fame.” aggiunse tragica.

“Anch'io..” mugugnai ridendo subito dopo.

“Guarda laggiù!” esclamò Valeria indicando un punto più in basso di noi.

La casa dove avevamo lasciato gli zaini ora era piccolissima sotto i nostri piedi, dovevamo essere saliti davvero tanto.

“Di qua.” disse Vale salendo su una roccia e poi su quella seguente.

“Emm..non sarebbe meglio seguire il sentiero?”

Lei non rispose neanche, ma proseguì senza voltarsi per la sua strada improvvisata.

Sbuffai e la seguii a mia volta sempre più certa che tutto ciò non stesse realmente accadendo a me.

Poggiai un piede sulla prima sporgenza di roccia, poi feci forza con le mani e mi sollevai puntando un ginocchio sulla seconda.

Erano solo quattro metri circa e tutte le mie lamentele potrebbero sembrare esagerate, ma vi garantisco che qualsiasi sforzo fisico più del necessario non è mai stato la mia passione.

Quando arrivai in cima mi sedetti accanto a lei che se ne stava fresca come una rosa seduta a gambe incrociate aspettandomi.

“Hai proprio avuto un'idea fantastica...e ora da che parte dovremmo andare?” borbottai a metà tra l'ironico e l'irritato.

“Guarda là.” rispose lei indicando un punto poco più in basso di noi.

Guardai dove mi aveva indicato: “E' bellissimo...” sussurrai incantata.

C'era un laghetto dalla superficie luccicante e chiara che brillava immerso tra gli alberi.

“A me va un bagno.” esclamò Valeria alzandosi in piedi.

Sbarrai gli occhi sperando che stesse scherzando.

“A te no?” insisté lei ora sorridendomi quasi euforica per la sua stessa proposta.

“Non lo so...non possiamo...”

“Sei una di quelle persone che fanno sempre quello che devono quando devono, giusto?” mi chiese storcendo il naso divertita.

“Ecco, io...” cercai di dire arrossendo.

“Non lo saprà mai nessuno, prometto.” esclamò allora lei in tono pomposo.

Risi per scacciare la tensione crescente.

“Andiamo su...” disse, mi prese una mano tirandomi in piedi e corremmo giù dalla discesa.

Quando arrivai al limite dell'acqua mi piegai sulle ginocchia per riprendere fiato.

Valeria lasciò cadere lo zaino a terra e slacciò gli scarponcini per sfilarseli e abbandonarli accanto ad una roccia.

Si avvicinò all'acqua e con circospezione vi immerse la punta di un piede: “Ah, che fredda!” esclamò rabbrividendo.

“Okay...allora sarebbe meglio tornare indietro...” cercai di proporre di nuovo.

“Ma chi è che ha deciso cosa è meglio e cosa no?” mi squadrò lei ironica “hai sbagliato tutto seguendomi, Emma, ora paga le conseguenze delle tue azioni.” rise immergendo anche l'altro piede nell'acqua trasparente.

Si voltò di nuovo a guardarmi a scoppiò a ridere.

“Ehi...” borbottai cercando di assumere con scarso successo un'espressione offesa.

“Mi vuoi forse lasciare in acqua da sola? Forza su, così avrai un motivo per ricordare questa vacanza, tutto l'odio verso di me la renderà indelebile.” rise di nuovo allontanandosi dall'acqua e tornando alla roccia dove aveva lasciato le scarpe.

Stavo per dire qualcosa come che non avevo alcun costume, ma le parole non fecero in tempo ad uscirmi di bocca, che lei senza tanti complimenti si sfilò la maglia e i pantaloni piegandoli e lasciandoli ordinatamente sulla roccia rimanendo in mutande e reggiseno.

Arrossii involontariamente e mi voltai perché non si notasse: era ovvio che non avremmo usato alcun costume, come avevo potuto pensarlo?

Mi sfilai a mia volta le scarpe e la maglia lentamente come per guadagnare tempo e lasciai tutto a caso in giro.

Effettivamente Valeria sembrava molto più ordinata di me.

La raggiunsi al limitare dell'acqua.

“Conto fino a dieci e ci tuffiamo.” disse.

“Non ci pensare neanche...”

“Ma non è così fredda!”

“No, e poi no...”

“Cinque, quattro, tre...”

“No, no Vale no, senti io...”

“Due...”

“Valeria, no, non ci provare!” le gridai.

“Uno!”

Feci per allontanarmi, ma lei mi afferrò per un polso e inciampammo tutte due dentro l'acqua.

Riemersi inspirando una boccata d'aria.

Lei non mi lasciò il tempo di riprendermi che mi schizzò.

Chiusi gli occhi e li riapri due o tre volte prima di riuscire a tirarle qualche nome, ma lei stava già ridendo e nuotando poco più in là.

Scoppiai a ridere pure io, avrei effettivamente potuto elencare quella mattina tra le più assurde della mia vita.

Galleggiai sull'acqua facendo il morto.

Il cielo a tratti era cosparso di nuvole, e talmente limpido in altri, mentre la luce sembrava disperdersi tra le foglie degli alberi sopra di noi riemergendo in alcuni punti e colpendo ciò che ci stava attorno.

Sentii l'acqua muoversi e Valeria mi raggiunse, si lasciò galleggiare a morto sull'acqua accanto a me.

“Se non pensi che questa sia acqua, sembra quasi di volare.” dissi, arrossendo subito dopo per aver espresso un pensiero che reputavo così stupido ad alta voce.

Lei chiuse gli occhi e sorrise annuendo.

“Oh no!” esclamai sbuffando poco dopo.

“Brava, distruggi pure il mio volo con una stupida lamentela!” mi prese in giro lei ridendo.

“Questa è una cosa seria...mi sono completamente bagnata i capelli!”

“Pure io, ma dove sta il problema?”

“Ma i tuoi sono corti...”

“Prima che raggiungiamo gli altri si saranno già asciugati, vedrai.” mi rassicurò scuotendo la testa con un mezzo sorriso.

“Come è possibile che i catechisti non si accorgano della nostra assenza?” chiesi mentre il mio sguardo era concentrato su una foglia chiara che fluttuava cadendo sull'acqua.

“L'ho già fatto altre volte e non se ne sono mai accorti, di solito non fanno l'appello, e comunque fino a dopo pranzo non ci ritroviamo assieme a loro.” mi spiegò.

Restammo per qualche secondo in silenzio, poi mentre ancora galleggiavamo sopra la superficie dell'acqua, lei mi prese una mano nella sua.

Per un attimo il respiro mi si bloccò involontariamente in gola, poi mi voltai verso di lei e vidi che mi stava sorridendo amichevole, allora le sorrisi anch'io, e il mio cuore tornò a battere normalmente.

Era tutto così calmo e tranquillo, quel posto non sembrava appartenere alla vita reale, e comunque certamente non alla mia.



Salve a tutti! Spero tanto che questa storia vi stia almeno un po' incuriosendo, e che non sia troppo noiosa...

Ringrazio tantissimo tutti quelli che mi stanno seguendo, non sapete quanto sono stata felice nel vedere che c'era qualcuno che non ha ritenuto un obrobrio questa “cosa” uscita non so come dalla mia testa.

Ho già in mente i prossimi due capitoli, quindi dovrei riuscire a pubblicarli ancora a distanza di una settimana uno dall'altro e spero di riuscire a continuare in questo modo anche per i seguenti.

Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, per avere un consiglio o anche una critica, l'importante è che non mi gettiate delle zucche o delle arance, perché l'arancione non mi dona affatto.

Credo anche di non essere affatto divertente con le mie battute idiote, ma abbiate pazienza, cerco di fare del mio meglio ahah

A presto!

Sam

  
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