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Autore: purpleblow    07/03/2009    1 recensioni
[ShikamaruShiho] "Per la prima volta provò rabbia verso quei codici, solitamente considerati come suoi amici che le tenevano compagnia per gran parte della giornata, ma quella sera no, avrebbe voluto prendere il foglio di pergamena e strapparlo con tutte le sue forze."
Questa Fanfiction è stata scritta per il Green Day.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a tutte le mosche verdi per il nostro Green Day


Azzurri



Era quasi sera, la fioca luce del tramonto illuminava a malapena la stanza, quando bastava a Shiho per leggere, seppur con difficoltà gli strani segni cui doveva decifrare. Se ne stava lì, composta sulla sedia con lo sguardo puntato sulla pergamena, i capelli rossi le ricadevano leggeri sulle spalle.
La luce, stava a poco a poco svanendo, così la giovane ragazza decise di accendere la piccola lampada posata sulla scrivania. Premette l'interruttore con le dita e tornò a concentrarsi sul foglio.
Si afferrò il mento con una mano, in fase di ragionamento, con l'altra si aggiustò gli occhiali delicatamente. Più si concentrava e meno le riusciva il suo lavoro quel giorno, non era del tutto sicura del perché, anche se un piccolo dubbio lo aveva.
Presto, nella sua mente si focalizzò l'immagine di Shikamaru, era da un po' di tempo che quel volto le tormentava il cervello, insinuandosi nei suoi pensieri. Vedeva lui, con quel suo sguardo perennemente impassibile.
Sospirò, cambiando posizione, appoggiandosi con i gomiti sul tavolo di legno. Distolse lo sguardo dal foglio, aveva bisogno di una pausa, decisamente. Si tolse gli occhiali e cominciò a pulirli con un panno, forse quell'azione avrebbe impiegato per qualche secondo il suo cervello, eliminando ogni pensiero. Ovviamente quel gesto non durò a lungo.
Era da un po' di tempo che Shiho aveva capito che la sua non era semplice attrazione, precisamente da quando lo aveva conosciuto di persona, da quando lui aveva fatto il suo ingresso nella sala di decriptazione settimane prima.
Già lo conosceva per fama, perché già da quando era solo un bambino era conosciuto per la sua intelligenza smisurata, oltre che per il clan a cui apparteneva, oltre che essere figlio di uno degli esponenti del team fra i più conosciuti, formato da suo padre Shikaku, Inoichi Yamanaka e Choza Akimichi: il team ShikaInoCho. Anche per la sua pigrizia, c'era da dirlo.
Lei, lo aveva sempre ammirato. Le poche volte che le capitava di vivere cinque minuti di vita sociale, facendo brevi passeggiate per il villaggio, lo cercava, lo seguiva da lontano con lo sguardo, arrossendo ogni qual volta succedeva che lui guardasse dalla sua parte. Lo aveva sempre considerato un ragazzo carino, però era la sua intelligenza che l'aveva attratta. Per lei in fondo, la bellezza non contava, c'era ben di più oltre a quella, lo dimostrava il suo aspetto. Non le serviva un fisico da modella, una pettinatura sempre perfetta o delle unghie sempre perfette e smaltate, tutto ciò di cui aveva bisogno era un cervello funzionante e sveglio.
Dopotutto, ciò che davvero le interessava era svolgere il suo lavoro, rendersi utile per Konoha. Non le importava la popolarità, lei se ne stava chiusa anche ventiquattro ore al giorno pur di aiutare il villaggio e davvero non le importava del resto.
Stessa cosa valeva per Shikamaru, le bastava guardarlo da lontano per sentirsi bene. Però, c'era un però... da quando avevano cominciato a lavorare insieme, il suo lavoro era passato in secondo piano, senza che lei lo volesse.
Era tutto così nuovo per lei, non le era mai capitato di distrarsi, soprattutto così tanto spesso. Codici che avrebbe decifrato in neanche un'ora, negli ultimi tempi ci impiegava il doppio.
Sospirò, inclinando la testa di lato per vedere l'ora riportata nel grande orologio appeso alla parete. Era di un verde oliva, guarda caso la sua mente vagò, collegandolo al colore del gilet di Nara. Si premette le mani sulle tempie, stanca.
Il lavoro, sommato alla pesantezza dei pensieri che le riempivano la mente, le avevano causato un gran mal di testa. Pensò che forse era il caso di concedersi un breve riposo, ma accantonò subito l'idea dato che non era riuscita a concludere ancora niente.
Per la prima volta provò rabbia verso quei codici, solitamente considerati come suoi amici che le tenevano compagnia per gran parte della giornata, ma quella sera no, avrebbe voluto prendere il foglio di pergamena e strapparlo con tutte le sue forze.
Non nascose a se stessa, che aveva deciso di restare nello studio per il semplice fatto che sperava di scorgere Shikamaru sull'uscio, pronto a darle una mano. Una volta le aveva detto che se aveva bisogno di una mano, lui l'avrebbe aiutata con la decifrazione.
"Perché due menti come le nostre sono meglio di una." quella frase riecheggiò nella sua mente, come se lui l'avesse pronunciata in quel momento. Inconsciamente, forse, le aveva fatto un grande complimento. Sapere che lui pensava fosse intelligente, era già una gran cosa per lei. Ogni volta che ci pensava le veniva da sorridere, ma non quella volta.
Lui non era lì, quella sera non era venuto. Si era illusa, si era sempre illusa di un po' di compagnia, probabilmente per lui aiutarla era un passatempo e quella sera aveva altro da fare e lei, come una sciocca continuava a sperare che lui varcasse quella soglia, che istintivamente guardava ogni due minuti.
"Rassegnati, non verrà. È ora che tu finisca di decifrare questi codici." esclamò, sperando che dicendolo ad alta voce sarebbe riuscita a toglierselo dalla mente. Purtroppo non funzionò, perché puntualmente i suoi occhi si spostarono sulla porta. Niente.
Per l'ennesima volta sospirò, più rumorosamente del solito però. Questa situazione la infastidiva, possibile che quel ragazzo le impediva di svolgere i suoi compiti? Ovvio, non aveva nessuna colpa lui, nemmeno sapeva di essere la causa del suo perenne fastidio allo stomaco, in ogni caso un minimo voleva incolparlo. Doveva pur prendersela mentalmente con qualcuno.
Decise di rimettersi a lavoro, stava perdendo tempo. Prima di iniziare, strinse tra le dita il manico della brocca poggiata sulla scrivania e si versò un po' d'acqua nel bicchiere, risanando la gola secca fino a pochi istanti prima.
Si aggiustò gli occhiali sul naso e fissò il foglio, adesso suo nemico per la prima volta. In tutta la giornata era riuscita a tradurne solamente la metà, perciò si mise di buona lena e mordicchiandosi le labbra cominciò a pensare a cosa potessero significare quei segni.
Sembrava aver funzionato, l'acqua l'aveva un po' rinvigorita, era riuscita a decifrare un'altra riga di quei simboli contorti, ne fu felice. Finalmente aveva riacquistato la sua solita concentrazione.
Sorridendo, si portò la matita alle labbra e ne mordicchiò la cima in legno, osservando ancora l'inchiostro. Non guardava la porta da ormai trenta minuti, era un record.
Proprio mentre pensava a questo, sentì uno scatto seguito da un lieve cigolio, che la fece scattare dalla sua posizione come una molla, direzionando lo sguardo sull'uscio che si era appena aperto.
Improvvisamente la sua gola tornò arida. Lui era lì, in piedi che la fissava incredulo. Sapeva che l'avrebbe trovata lì, ma erano le occhiaie che si intravedevano da sotto le lenti degli occhiali che lo sorpresero. Da quanto tempo non dormiva?
"S-Shikamaru-san! C-Come mai sei qui? M-Mi hai spaventata, non mi aspettavo visite!" disse tutto d'un fiato, ignorando il calore che cresceva sulle sue guance. Era vero, non se lo aspettava, era tardi.
"Scusami, avevo da fare un paio di cose, per questo ho fatto tardi." disse seccato. Non a causa sua certamente, ma per il fatto che era stato trattenuto a lungo da sua madre.
"N-Non preoccuparti, non sei obbligato a venire... davvero." esclamò di rimando, abbassando lo sguardo conscia del tono impacciato che le era uscito. Lui le si avvicinò senza dire nulla, parlò solo dopo aver afferrato una sedia dall'angolo della stanza ed essersi seduto al suo fianco.
La sua vicinanza le provocò un irritante battito accelerato, sperò con tutta se stessa che quel rumore non si sentisse, perché il cuore le batteva furiosamente nel petto. Si morse le labbra, cercando di ritrovare la calma interiore, con scarsi risultati purtroppo.
"Beh, te l'avevo promesso no?" lei stette in silenzio, non sapeva cosa dire e preferì così, probabilmente avrebbe balbettato cose senza senso. Non ce ne fu comunque bisogno, perché fu lui a interrompere nuovamente quel silenzio "Sarò anche svogliato, lo ammetto. In ogni caso, la pigrizia non funziona sulle promesse." quella frase rese Shiho improvvisamente serena, per un attimo aveva dimenticato l'immensa agitazione che si era stagliata dentro di sé. Non percepiva più né il mal di testa, né il fastidio allo stomaco.
Alzò con decisione lo sguardo e annuì, poi gli porse la pergamena in modo che lui la esaminasse, con la speranza che almeno lui riuscisse a decifrare qualcosa, dato che lei era ormai k.o. da quando lui era entrato. Ormai non sarebbe più riuscita a rendersi utile.
Shikamaru afferrò il foglio, sfiorandole le dita, senza accorgersi del sussulto della ragazza, né delle sue guance che si erano pericolosamente imporporate. Shiho si voltò verso la finestra, improvvisamente interessata a ciò che c'era fuori nonostante non si vedesse niente per via dell'oscurità.
"Mmm... è strano..." disse pensieroso il ninja osservando i simboli e la rossa si voltò verso di lui.
"S-Sei riuscito a decifrarli?" lui annui, sempre mantenendo l'espressione assorta, continuando imperterrito a esaminare il foglio che teneva fra le mani, poi, si voltò verso di lei perplesso.
"Sì, ma non mi riferivo ai codici. Tu sei strana." Shiho avvampò improvvisamente, che stesse sospettando qualcosa? Prese un profondo respiro e si fece coraggio.
"P-Perché?" non era riuscita a mantenere il tono distaccato che sperava di ottenere.
"Di solito questi codici sono uno scherzo per te, dico bene?" non poté far altro che annuire, cercando di nascondere l'imbarazzo che quello strano discorso aveva generato. Non trovò nulla con cui ribattere, stette solamente in silenzio, facendo finta di concentrarsi sul foglio che lui aveva appoggiato sulla scrivania. Non stava guardando i simboli, in realtà non stava guardando nulla, davanti a sé aveva il vuoto.
"Secondo me sei solo molto stanca. Da quanto tempo non dormi?" il tono di lui era fermo, ma celava una lieve preoccupazione. Si era reso conto che quella ragazza si stava ammazzando di lavoro. Va bene fare del bene al villaggio, ma non riducendosi ad uno straccio, anche lei meritava di riposare.
"B-Beh... ieri ho fatto molto tardi, dovevo finire una decriptazione e oggi ho cominciato questa, ma non sono affatto stanca." si lo era, ma non era quello a renderla così. Si sentì sollevata però lui non si era minimamente accorto di nulla.
"Secondo me dovresti dormire un po', le tue occhiaie si commentano da sole." carino da parte sua preoccuparsi, ma ogni tanto un po' di tatto non guastava. L'aveva ferita inconsapevolmente. Quelle occhiaie le aveva perché da tempo la sua mente era sovraccaricata ed era lui il principio di quella stanchezza, perché anche se avesse dormito quel tanto che bastava, non riusciva a riposarsi per via dei pensieri.
"F-Forse, sì." nell'atto di abbassare il capo per nascondersi dalla sua vista, gli occhiali le scivolarono sul naso togliendo quella barriera che c'era tra le lenti e i suoi occhi.
"Azzurri." disse lui in un sussurro, lei lo guardò confusa. Cosa era azzurro? "Avrei giurato fossero verdi..." aggiunse contemplando le iridi della ragazza, che non aveva ancora compreso a cosa si riferisse.
"T-Ti stai riferendo al codice? Azzurri... ha a che fare con l'acqua? P-Potrebbe essere un codice del villaggio della pioggia o..." venne interrotta dalle parole di Shikamaru.
"I tuoi occhi... sono azzurri." esclamò infine, senza togliere lo sguardo dal suo. Lei restò per un attimo immobile, come per realizzare ciò che lo shinobi aveva appena detto. Si portò velocemente una mano sul volto, cercando di rimettere le lenti al loro posto per nasconderle gli occhi, ma lui la fermò, ponendo una mano sopra la sua. La sentì tremare leggermente a quel contatto, poi abbassò lo sguardo e notò che anche le labbra erano scosse da un tremito.
Allontanò la mano dalla sua, portandola successivamente sulla stanghetta di ferro della montatura, sfilandoli delicatamente, senza che la mano di Shiho opponesse resistenza. Per la prima volta Shikamaru poté vedere i suoi occhi, senza la barriera che da quando l'aveva incontrata le copriva il volto.
"Perché non li togli mai?" chiese, forse più a se stesso che a lei. La rossa, si affrettò a volgere lo sguardo da un' altra parte, si sentiva scoperta senza le sue lenti, adesso sarebbe stato facile per lui capire le sue emozione e lei non voleva. Non voleva una delusione, sarebbe stato troppo.
Shikamaru la fece voltare nuovamente verso di lui, con l'aiuto della mano poggiata sulla calda guancia di lei, incantato dalla bellezza nascosta della giovane kunoichi. Era davvero bella, ammise che non aveva mai pensato potesse essere così affascinante.
Ci fu un lungo silenzio tra i due, accompagnato solo dal ticchettio fastidioso dell'orologio verde a muro. Nessuno dei due osava parlare, lei perché troppo imbarazzata, lui perché rapito da quella visione.
Era la prima volta che una donna gli faceva quell'effetto, forse perché lei era diversa da tutte le altre, non curava l'aspetto ma quella era una delle sue caratteristiche più belle, la rendeva unica e non frivola come tutte le altre ragazze del villaggio. Non le importava nient'altro che del suo lavoro e questo la rendeva uno scalino sopra tutte. Si rese conto in quel momento, che desiderava testare la morbidezza della sue labbra, che aveva osservato poco prima.
E lo fece. Shikamaru la baciò. Un bacio caldo, veloce ma allo stesso tempo significativo.
Shiho non riusciva a credere a quello che era appena accaduto, com'era possibile che lei -semplice ragazza per niente attraente a suo parere- fosse riuscita ad ottenere ciò che da un po' di tempo desiderava? Com'era possibile che lui l'avesse le avesse accarezzato le labbra con le sue?
Si sentiva impotente sotto il suo sguardo, la faceva impazzire, credette di non respirare da qualche minuto dopo che lui l'aveva colta del tutto alla sprovvista. Ripensava al bacio, alla sensazione di calore che aveva provato, allo stomaco che aveva cominciato a contorcersi e infine, senza rendersene contò appoggiò la testa contro la sua spalla. Stava così bene che le sembrava quasi un sogno, voleva restare così per sempre.
Shikamaru le circondò la vita con un braccio, lasciando che la ragazza si abbandonasse del tutto a quel contatto, lasciando che si addormentasse sulla sua spalla. Infatti, la stanchezza la colse all'improvviso e per una volta Shiho dormì senza alcun pensiero.
Il ninja stette a sorvegliarla tutta la notte, incapace di spostarsi o di svegliarla per avvertirla che forse avrebbe dormito meglio nel suo letto. Non lo fece, perché anche lui stava bene così, con la consapevolezza di avere un dolce angelo assopito accanto a sé.



Note dell'autrice:
Ebbene, l'ho scritta. Sono molto contenta di questo lavoro, perchè scritto appositamente per il "Green Day" il nostro giorno verde, dedicato completamente allo ShikaShiho.
Come scritto all'inizio è dediacata a tutte le Mosche Verdi, ma soprattutto a quelle che conosco, quelle dello "ShikaShiho Fan Forum" alla quale mi sono affezionata. Perciò lo dedico soprattutto a questo piccolo gruppo di Mosche Verdi, confidando che in futuro (ma anche ora se volete) vi iscriviate numerose care Mosche Verdi, augurandomi che questo gruppo si allarghi sempre più!
Il titolo è provvisorio, non mi piace molto, troppo banale! XD
   
 
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