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Autore: Variabile    07/03/2009    1 recensioni
Herleve è una ragazza normale la cui vita viene completamente stravolta dal ritrovamento di uno specchio. Uno specchio molto, molto particolare. Perchè riflette tutta la stanza, ma non l'uomo che vi ci si specchia.
E cosa desidera di più un vampiro, se non uno specchio che svela la sua immagine, ma non solo? Ad Herleve si apre un mondo nuovo, parallelo e perfettamente incastrato con quello comune, fatto di vecchie leggende. Uno specchio che riflette la stanza, gli oggetti, ma non le persone che vi ci si specchiano.
Ma i vampiri, quelli si che li riflette. Chi volesse AUMENTARE il carattere di scrittura, può farlo schiacciando CTRL + la rotellina del mouse in avanti!
STORIA TERMINATA: ULTIMO CAPITOLO AGGIUNTO!
Genere: Romantico, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11 Capitolo Undicesimo.
Olaf era uno degli "altri". Altri vampiri, che vivevano da soli o in piccoli gruppi. Dovevano essere un centinaio, o poco più. Ma non fu quello il mio primo pensiero quando egli apparve dal folto degli alberi con il suo incedere cadenziato e misurato.
La neve volteggiava ancora e si posava delicata sui rami contorti delle betulle. E Olaf apparve così, una lunga giacca nera d'altri tempi, la barba e i capelli biondi e lunghi. Negli occhi cremisi brillava una luce di superbia e superiorità inconscia, soprannaturale.
Si arrestò a quattro metri da noi, sorridendo. -Edric... Cosa hai fatto?-
Il suo tono mi ricordò momenti della mia infanzia. Era la voce di un padre che sgrida il figlio per un errore grossolano e pericoloso, che sgrida il figlio per aver giocato col fuoco.
-Lei è Herleve...- esordì il vampiro alle mie spalle.
-Sono già a conoscenza del suo nome! Non è quello che mi interessa, Edric. Tu non avresti dovuto, era nei patti.-
Alistair si era materializzato al mio fianco, avendo udito le voci portate dal vento.
Edric sorrise amaramente: -I patti... Oh Olaf, suvvia. Li stipulammo cinquecento anni or sono-
-Taci! Non avresti dovuto rendere immortale una comune umana. Ora la dovremo togliere di mezzo...-
Avessi avuto ancora del sangue, certamente sarei impallidita e fossi stata in grado, quella frase mi avrebbe tolto il respiro.
-Ed è qui che tu erri. Ella non è una comune umana, bensì la posseditrice dello specchio-
Olaf spalancò gli occhi, rimanendo immobile per qualche interminabile secondo.
-Quello specchio?-
-Ovviamente...-. Perchè Edric non aveva mantenuto il segreto? Pareva così bramoso che lo specchio fosse solo nostro possesso.
Un turbinio di neve si alzò fra noi ed Olaf, sollevato dal vento.
Avanzò di qualche passo, almeno finchè sia Alistair che Edric digrignarono i denti. La mano cadaverica di Olaf era protesa verso di noi, come un ramo spoglio nella nebbia. -Voglio vedere-
Per qualche attimo si udì solo il vento, poi nemmeno quello. -Voglio che la posseditrice mostri la mia anima. Sono più di mille e mille anni che io non mi vedo riflesso-
Alistair fece una smorfia. Edric si voltò verso di me, i capelli fradici di neve che ondeggiavano per il vento, e mi sorrise. -Ed in cambio?-
-In cambio vi posso offrire il mio aiuto. Sapete benissimo che Demetrio e la sua sposa Persefone arriveranno presto, e con loro anche Astianatte...-
Vi fu nuovamente una pausa nella conversazione, io avrei ardentemente desiderato correre via, senza mai voltarmi. Correre, correre veloce, fino alla spiaggia e oltre la scogliera. Tuffarmi nel mare e nascondermi sul fondale, annidandomi fra le alghe e rimanere lì per l'eternità. Olaf era un bel problema.
-Vieni, maestro- sussurrò Edric, arresosi all'insostenibilità della situazione. -Ma prima, presta giuramento che manterrai fede alle tua parole-
Il vampiro, che era già avanzato verso di noi, si fermò e la sua mano scattò veloce verso quel luogo dove molto tempo prima c'era stato un cuore.
-Giuro solennemente che vi aiuterò, in cambio richiedo di essere fatto riflettere nello specchio. Siete testimoni-
Ci avviammo a passi rapidi nella neve, a passi veloci entrammo in casa e chiudemmo la porta. Diedi una rapida occhiata alla portafinestra, stava albeggiando.
Raccolsi lo specchio e lo presi fra le mie mani, ben consapevole che non avevo la minima idea di ciò che avrei visto.
Olaf si spinse accanto a me, con delicata impazienza. Aveva atteso una eternità, dopotutto.
Per qualche secondo chiusi gli occhi, poi, riaprendoli mi concentrai sullo specchio, e sul vampiro dietro di me.
Vi erano stati uomini al suo fianco, aveva combattuto e questo in un vortice di colori, foreste, prati e fiumi, cascate. Feste antiche e cerimonie pagane ormai perse nel tempo, vi era stata una compagna. Poi tutto era divenuto più oscuro, ma più nitido. Il freddo aveva preso il posto degli altri sentimenti, l'odio aveva sostituito l'amore. Vidi un funerale, una pira che brillava nell'oscurità della notte e secoli di lutti. Poi, d'un tratto, di nuovo colori e volti, e voci. Il buono da una parte, il male dall'altra. Perchè infondo, questo era il mio compito.
-Cosa hai visto? Ha visto qualcosa?- domandò preoccupato il millenario nosferatu.
-Ho visto la tua vita..- biasciai attonita, perchè questa esperienza era stata ancora più vivida.
Battè le mani sorridente, proclamando la sua soddisfazione, dicendo che non era cambiato dalla sua rinascita.
-Herleve... Dovrai essere assetata. Andiamo, amore...- sussurrò Edric, rimembrandomi che era dalla mia trasformazione che non mi nutrivo.
Lo seguii sospinta dalle sue mani, chiedendomi quanto giusta fosse la mia azione.
Aberdeen era coperta da un manto di neve, quando arrivammo. Le strade era tutte uguali viste dai tetti, ma la mia bocca era secca ed arida. Mi trascinò in un vicolo, avventandosi su di un uomo. Gli ruppe il collo con le mani, facendolo smettere di gridare all'istante. Rimasi allibita di fronte a quel gesto di violenza estrema, e malgrado la sete impellente, non potevo non rimanerne inorridita.
L'albino si voltò verso di me, sorridendo. -Herleve... Ti prego, non è il momento di moralismi. Morirai, e per sempre, se non ti nutri...-
Avrei voluto ribattere, ma mi trascinò accanto a sè, avvicinando il mio viso al collo dell'uomo.
Aprii la bocca, esattamente come avevano fatto altri prima di me, lo morsicai, saggiando il suo dolce sangue.
Chiusi gli occhi, sperando che quel dolce tormento finisse presto.

Fu Edric a staccarmi, chiedendomi di lasciarne anche a lui. Soddisfatta la sete, fecimo ritorno alla villa. Rimasi in silenzio per il breve tragitto, finchè l'immortale non si voltò verso di me, sussurrando: -Ascolta, Herleve... Tu mi hai chiesto di renderti ciò che sei... E' nella tua, nella nostra natura tutto ciò. Accetta te stessa, piccola. Fallo per me-
C'era bisogno ch'io fossi forte, perchè come Olaf aveva accennato, Demetrio, Persefone ed Astianatte stavano arrivando...


***
Scusate il ritardo, sono davvero mortificate, ma per una serie di motivi ed impedimenti non mi è stato possibile aggiungere questo capitolo ( che se avete notato è più lungo ^^ )... Mi auguro vi sia piaciuto, ed apprezzo il vostro supporto ed interessamento.
Ho una notizia meravigliosa per voi. Ieri, camminando per strada, ho immaginato il finale della storia. Credo sia molto bello, degno di un racconto di vampiri dalle sfumature dark e romantiche.
Recensite numerosi
Variabile.
  
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