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Autore: Mue    21/12/2015    5 recensioni
Drusilla, sesto anno, Corvonero, odia due cose: il proprio nome e David Steeval, il tracotante, biondo e terribile migliore amico di James Potter. E ama due cose: il Quidditch e Tristan Vidal, il capitano della sua squadra.
Allora perché decide di mettersi con il suo migliore amico, scommette di far innamorare di sé il saccente Steeval e stringe un improbabile legame con il bizzarro Lorcan Scamandro?
Un'antica leggenda, vecchie storie di Folletti ribelli a Hogsmeade e un ballo a Hogwarts per una ricorrenza potrebbero ingarbugliare ancora di più questa situazione o darle finalmente la chiave della porta per il paradiso.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Lorcan Scamandro, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'I Figli della Pace'
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XVI.
Una traccia e una farsa

 

“Non può dire sul serio!”
Drilla era scioccata. Più o meno come metà del resto delle sue compagne di classe; ed Emily, che boccheggiava, stordita.
Ravenscar era serissimo. “Ti sembra che stia scherzando?”
“Ma… ma non Emily! Con tutte le ragazze che ci sono in giro e che vorrebbero farlo…”
Le esponenti del sesso femminile presenti annuirono con convinzione. “Infatti!”
“Professore…”
“La prego…”
“No!”
Lo sguardo duro che rivolse loro segnò la fine della discussione. L’uomo prese i compiti sulla cattedra, li infilò sottobraccio e uscì impettito.
Drilla guardò Emily, di un colorito piuttosto malsano.
“Emy…”
La ragazza scosse la testa, muta, e, senza spiccicare una parola, dimenticandosi persino della borsa e dei libri se ne andò.
Drilla fece per correrle dietro, ma Stuart, rimasto appena fuori dalla porta, la abbrancò per un braccio. “Lasciala in pace!”
“Ma…”
“Che cosa pensi di poter fare?” disse lui ragionevole. “L’hanno scelta, e Ravenscar ha detto che non accetterà cambiamenti di sorta.”
“Ma non è possibile… è inaudito! Bisogna fare qualcosa! Insomma…”
Stuart scosse il capo. “Non c’è proprio niente da fare.”
“Dannazione, ma perché? Non può… mi offrirei persino io al suo posto se potessi!”
“Ma non puoi” affermò Stuart tranquillo.
Drilla inveì contro i professori, i Folletti, i balli, David Steeval –che non c’entrava nulla ma ogni scusa era buona per tirarlo in ballo- e qualunque altro possibile responsabile della faccenda che le venisse in mente.
Stuart, invece, era cogitabondo.
“Si può sapere perché te ne stai lì immobile senza dire nulla? Ti lascia così indifferente la sorte di Emily?”
Stuart si acciglio. “Non esageriamo! Non la stanno mandando proprio al patibolo!”
“Stuart Dunneth! Tu sei il più insensibile…” iniziò rabbiosa Drilla, mentre i loro compagni di classe guardavano da uno all’altra interessati.
“… orribile, egocentrico…”
“Mi è venuta un’idea” proclamò tutt’a un tratto Stuart, che non le stava minimamente prestando attenzione.
“… e sleal… cosa?”
“Vieni con me!” fece lui, prendendola per un braccio.
“Si può sapere che ti prende?” chiese Drilla correndogli dietro.
“Drilla, sei davvero disposta a offrirti al posto di Emily?” domandò lui ansimando e guidandola su per un passaggio segreto.
Drilla esitò. “Io… sì, certo, se servisse a evitarle…”
“Bene, allora forse possiamo farcela.”
Un’altra rampa di scale, e Stuart si fermò, trafelato e senza fiato davanti a un grosso ritratto.
“Sai, dovresti fare qualcosa per la tua forma fisica da topo di biblioteca” osservò Drilla che era ancora fresca dopo una rosa dopo la corsa. Poi alzò gli occhi e emise un gemito. Non di nuovo lei!
“E voi due cosa ci fate di nuovo qui?”
L’enorme dama del Cinquecento li fissava altera da sopra il vasto abito sfarzoso che ingombrava il ritratto.
Felix felicis!” disse Stuart ad alta voce.
La donna non si mosse. “Mi spiace, ma hanno cambiato la parola d’ordine proprio ieri, ragazzino” disse malevola. “Quindi consiglio a entrambi di sloggiare dal mio pianerottolo. Ne ho abbastanza di essere disturbata.”
Drilla si mise le mani sui fianchi. “Senti un po’, grassona…”
“Di nuovo? Ragazzina impudente, se non smetti di chiamarmi così…”
“Ma è quello che sei!” ribatté Drilla malefica.
La donna grassa si erse in tutta la sua notevole statura e l’ancor più notevole ampiezza. “Niente affatto! Io, ragazzina sconsiderata, sono stata la dama più corteggiata di Hogwarts dei miei tempi, ma il pittore che mi ha ritratta mi ha ridotta così perché era geloso e non voleva che prestassi attenzione agli altri uomini!”
“Oh, certo! Anche il mio ritratto tra cinquecento anni può mettersi a raccontare in giro che io ero alta, bionda e con un fisico mozzafiato. Tanto chi c’è che possa contraddirlo?”
La signora del ritratto si accigliò. “Se proprio vuoi saperlo qualcuno c’è! Anzi, prova a chiedere a quel signore laggiù. E’ stato con me a Hogwarts!” asserì indicando un quadro cinque metri più a destra.
Drilla raccolse la sfida. “Voglio proprio vedere!”
Stuart sospirò, esasperato. “Drilla, non abbiamo tempo da perdere…”
Drilla lo ignorò e andò al quadro in questione: all'interno della cornice due uomini erano immersi in una difficile partita a scacchi. “Ehm, scusate…”
Uno dei due alzò una mano senza distogliere gli occhi dalla scacchiera. “Un attimo, per favore. Sto per fare la mossa vincente.”
L’altro saltò su. “Che cosa dici! Io sto per fare la mossa vincente!”
“Tu?” disse il primo uomo, derisorio. “Mio caro, mi spiace dirtelo ma sei veramente in una brutta situazione.”
“Cosa? Ma se mi basta spostare il cavallo per farti scacco matto!”
Il primo uomo si grattò il mento. “Per la barba di Merlino, è vero! Bene, allora sposterò il mio re!”
“Ma… non vale! Mi hai estorto dalla bocca la mia prossima mossa con un inganno!”
“Niente affatto…” iniziò l’altro.
La discussione degenerò in una baruffa generale, e i personaggi degli altri quadri migrarono interessati sul luogo per assistere alla zuffa.
“SCUSATE!” gridò Drilla, che stava cominciando a spazientirsi.
I due litiganti smisero di accapigliarsi e si ricomposero.
“Al vostro servizio, madame.”
“Quella donna grassa laggiù… era davvero bella da giovane?”
I due ritratti si sporsero verso la fine della cornice. “Oh, voi parlate della Signora Grassa!”
“Sì, quella” rispose Drilla, pensando che il nome fosse davvero appropriato.
“Beh, sì, in realtà lo era. Però poi si scoprì che era tutto un trucco.”
Drilla si accigliò. “Un trucco?”
“Sì, esattamente. Sembra che possedesse” aggiunse sibilando, “un amuleto magico che rendesse belli.”
Drilla spalancò la bocca.
Un amuleto che rende belli…
Può essere...?
“Sì, e si dice che… Ehi, dove andate?” gridò il ritratto, vedendola partire in quarta di nuovo verso la Signora Grassa.
“Drilla, che è quella faccia?” domandò Stuart spaventato.
Drilla non lo ascoltò: scandagliò la Signora Grassa in cerca di qualcosa, una qualsiasi cosa che somigliasse a un medaglione, a una moneta…
“Allora, cosa ti hanno risposto?” domandò tracotante la donna.
“Tu hai il Medaglione, vero?!” esclamò Drilla in tono accusatorio. “Cioè, lo avevi, vero?”
Vide i numerosi doppi menti della donna fremere per un attimo, poi lei si accigliò. “Non so di cosa tu stia parlando!” disse, ma a Drilla non sfuggì che con una mano si infilasse nella scollatura qualcosa che aveva legato ad una catenella intorno al collo.
“Sì, lo avevi!” la accusò Drilla. “Lo hai appena nascosto!”
“Io non ho nascosto proprio niente” fece lei. “Anzi, perché non ve ne andate? Mi state disturbando e basta!”
In quell’istante, però, la Signora Grassa, corredata di cornice, dovette spostarsi di lato perché qualcuno uscì dal dormitorio: David e Jamie.
I due si bloccarono appena usciti dal buco del ritratto.
“Ma questo sta diventando un vizio!” esclamò David scontroso, vedendo Drilla e Stuart.
Jamie, invece, li accolse con atteggiamento più amichevole. “Ciao, ragazzi! Che ci fate qui?”
“Emily è stata scelta per il ballo” spiegò rapido Stuart.
Il sorriso scivolò dal viso di Jamie in meno di un battito di ciglia. “Co… cosa?!”
“Dovrà ballare con un Folletto” spiegò Stuart.
L’espressione di Jamie passò dallo sconcerto alla rabbia. “NO! Non lo permetterò!”
“Nemmeno noi” si affrettò ad annuire Stuart. “Infatti ho avuto un’idea.”
“Vale a dire?” chiese David, incrociando le braccia.
“Ora ve la spiego. Ma mi serve che Drilla e David mi facciano un enorme favore.”
Drilla e David si guardarono. “Varrebbe a dire?”
“Per una volta, dovreste collaborare.”
I due sbottarono perfettamente all’unisono. “MAI!”

Il corridoio su cui si affacciavano le aule di Artimanzia, Difesa contro le Arti Oscure e Antiche Rune era particolarmente affollato, quel giorno. Il motivo? Dalle finestre di quel luogo si aveva un’ampia visuale dei prati che si estendevano scoscesi dal castello fino al cancello della scuola. E quel giorno era previsto l’arrivo di Van Duyne, che sarebbe probabilmente passato dal cancello in questione.
“Ma ti rendi conto? Verrà proprio qui!” trillò eccitata una ragazza.
“Ah, perché non sono anch’io del sesto o del settimo anno?” sospirò un’altra con le lacrime agli occhi.
“Mi pare di aver visto qualcosa…” fece una terza, speranzosa.
“Oche” disse Drilla a voce particolarmente alta. Era appoggiata allo stipite della porta di Difesa contro le Arti Oscure, in attesa dell’inizio della lezione. Al suo fianco Stuart, stranamente rilassato, ed Emily, che invece negli ultimi giorni era tesa come una corda di violino.
Ovviamente, il commento di Drilla non passò inudito, tanto che un gran numero di teste si voltò dalla sua parte, contrariato.
“Qualcosa da dire, Cook?” domandò una incrociando le braccia in segno di sfida.
Drilla continuò a mantenere il tono distaccato e derisorio. “Non so cosa ci troviate di bello ad andare a ballare con un fantoccio come quello. Senza contare che poi dovreste ballare con i Folletti.” Ghignò.
“Tu senza dubbio insieme a un Folletto non ci staresti male. Anzi, sarebbe già un bel cavaliere per te” rispose una voce familiare.
Drilla serrò la mascella e si girò lentamente. “Steeval” constatò a denti stretti.
“Salve, pulcino” fece lui irriverente, ben piantato in mezzo al corridoio e la borsa gettata su una spalla.
“Vedo che siamo tornati alle vecchie abitudini” disse Drilla a denti stretti. “Strano, però, che il signor-Grifondoro-perfetto-ricco-biondo si fermi a parlare con i pulcini.”
David scrollò le spalle. “Sai, sono indeciso se ritenere una fortuna o una sfortuna che tu non venga al Ballo. Senza di te il panorama sarà decisamente migliore, ma se fossi venuta ci sarebbe stato davvero da ridere: una cornacchia addobbata a festa.”
Emily si morse un labbro nervosamente. “Drilla, Quebec è nell’aula, vi sentirà…”
Drilla estrasse la bacchetta, ignorando del tutto Emily. “Ritira quello che hai detto!”
David estrasse a sua volta la propria. “No!”
Stupeficium!
Lanciarono lo stesso incantesimo. Lo stesso istante.
Emily e parecchie ragazze strillarono.
Drilla si scansò di lato, e lo Schiantesimo di David colpì in pieno un quadro da cui i personaggi saltarono via terrorizzati. David si chinò, e quello di Drilla finì…
Protego!
Un colpo quasi pigro di bacchetta, e lo Schiantesimo si infranse, dissolvendosi contro la barriera evocata da Quebec.
“Ma bene” disse lui, scostandosi dalla porta dell’aula di Artimanzia e dirigendosi verso di loro con un’espressione malevola. “Ma bene. Che cos’abbiamo qui? Steeval e Cook che lanciano Schiantesimi nei corridoi… devo ricordarvi le regole della scuola, signori?”
Drilla e David avevano abbassato le bacchette e fissavano Quebec, tesi.
“Cinquanta punti in meno a Grifondoro e Corvonero” annunciò sadicamente Quebec. “E una bella punizione per tutti e due direi.”
I due ragazzi abbassarono lo sguardo.
“Steeval, da quant’è che non pulisci i bagni del primo piano? Magari il giorno prima del Ballo, così siamo sicuri che i nostri ospiti li troveranno puliti.”
Drilla non riuscì a trattenere un sorriso.
“Credo che tu non abbia niente per cui sorridere, Cook.”
“Professore, la prego, non l’ha fatto apposta…” intervenne Emily con una vocina sottile sottile.
Quebec la squadrò da cima a fondo. “Ho chiesto il tuo parere, Hale?”
“N-no, ma…”
“Van Duyne!” strillò una studentessa eccitata.
Di colpo tutto il gruppo di studentesse pigiate nello stretto corridoio si precipitò alle finestre.
“Oh, sì, è lui!”
“Non posso crederci! E’ qui davvero!”
“SILENZIO!” tuonò Quebec. “Filate subito tutte alle vostre aule! ADESSO!” aggiunse ringhiando, e le ragazze, borbottando, eseguirono restie l’ordine, alcune che ancora si spingevano per stare dalla parte delle finestre mentre andavano via.
“E quanto a voi” soggiunse quindi Quebec, rivolgendosi a David, Drilla e Emily –Stuart se n’era rimasto in disparte tutto il tempo- “Hale, sbaglio o tu sei una delle dieci ragazze scelte per il Ballo?”
Emily impallidì, senza capire cosa c’entrasse quella domanda. “Io… sì, ma…”
“Bene, allora per esserti impicciata in faccende che non ti riguardano, non parteciperai alle lezioni di Van Duyne. E tu, Cook, prenderai il suo posto. Anche al Ballo” aggiunse, vedendo che lei stava per dire qualcosa. “Vediamo se così imparerai ad apprezzare i nostro ospiti.”
E, detto questo, voltò loro le spalle e tornò nella sua aula. “Steeval” esclamò, soffermandosi un attimo sulla soglia. “I bagni li pulirai senza guanti e senza magia.”
Poi si sbatté la porta alle spalle.
Ci fu un lungo istante di silenzio. Poi Stuart sorrise. “Grazie, David.”
Emily sorrise a sua volta arrossendo. “Grazie anche da parte mia... quello che hai fatto...”
David si ficcò le mani in tasca e la interruppe bruscamente. “Giuro che qualcuno dovrà ripagarmi questo favore” borbottò, e se ne andò di malumore.
Stuart ridacchiò e si volse verso le due ragazze. Emily, non riuscendo più a trattenersi, lo abbracciò. “Grazie mille anche a voi. Stuart, sei un genio; ed mi hai pure preparato la Felix Felicis facendomene bere un sorso. E anche tu, Drilla. Hai... ti sei offerta al mio posto... Ma come sapevate che sarebbe successo?” si interruppe, commossa.
Stuart strizzò l'occhio. “Con un po' di fortuna si può fare tutto. Ma se non fossi incappato nella parola d'ordine di Grifondoro dell'altra settimana non mi sarebbe mai venuta in mente, quindi è anche merito di Drilla, che mi ci ha trascinato.”
Drilla sorrise compiaciuta, poi si accigliò. “Comunque aspetta a gioire, Emily. Ora ti toccherà andarci con Jamie.”
Emily si rabbuiò di colpo.
“Mi spiace disturbare questa discussione così commovente, ma la lezione sta cominciando” disse una voce alle loro spalle.
Sobbalzarono tutti e tre e si ritrovarono Ravenscar alle spalle.
“Professore…” fece Drilla incerta.
Aveva sentito tutto? Sarebbe andato da Quebec per dirgli di cambiare la punizione?
L’uomo li scrutò uno ad uno, quindi sorrise. “Un'incredibile dimostrazione di talento in Pozioni, Stuart. Cinquanta punti a Corvonero, e ora muovetevi se non volete che ve ne tolga venti ciascuno per il ritardo.”


 

   
 
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