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Autore: Therys    07/03/2009    9 recensioni
Salve a tutti! Ed eccomi che torno all'attacco con una nuovissima FF! L'avevo iniziata mesi fa, ma poi per motivi che non ricordo l'ho abbandonata...non so se continuarla, quindi ve la propongo per sapere cosa ne pensate! Deidara si ritrova coinvolto in una missione particolare, talmente importante da far mobilitare metà Akastuki. Non conosce l'obiettivo della missione fin quando non si trova davanti una ragazzina...ma non una come tante! Shiori è una musicista Anbu del Villaggio della Nuvola, una vendicatrice ingegnosa e con delle capacità fuori dal normale. Accetterà la proposta che le verrà fatta? Come reagirà il nostro bel biondino alle prese con sensazioni mai provate? Un vero scontro fra titani: testardi allo stesso modo, rivali in tutto, entrambi disposti a lottare per la propria arte, ma ugualmente fragili, bisognosi di affetto e con la stessa domanda in mente: lasciare vincere l'oroglio o no? [DeidaraXnuovo personaggio] recensite, eh?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Akasuna no Sasori , Akatsuki, Deidara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Mi accorsi che qualcosa non andava sin da quando aprii gli occhi

Perdono! Perdono! Perdonooo! Vi imploro perdono! Ma davvero, nell’ultimo periodo sono così impegnata che non ho avuto proprio tempo! ç____ç Ma non pensate che vi ho abbandonati, lettori silenziosi e non. In questo tempo non ho fatto che scrivere ogni volta che avevo un po’ di tempo a disposizione. Capisco anche di aver lasciato il tutto ad un punto davvero importante, ma finalmente ecco il tanto atteso 9 °capitolo. È leggermente più lungo dei precedenti, ma davvero ricco di sorprese. Spero vi piaccia e che basti a farmi perdonare per l’incredibile ritardo! Buona lettura ^^*Therys*

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*Mi accorsi che qualcosa non andava sin da quando aprii gli occhi. La stanza era vuota e dalla finestra non si vedeva quasi nulla a causa della pioggia. Ma la cosa che mi aveva stranita era una, e anche molto evidente: il silenzio! C’era un silenzio innaturale! Nessun urlo o schiamazzo, nessuna esplosione, nessuna preghiera nell’aria, nessun rumore. Il che era molto, molto strano. Ma ero troppo stordita per trovare una spiegazione a tutto ciò. Avevo passato una notte infernale, mi ero svegliata centinaia di volte, e quel poco che avevo dormito avevo fatto sogni strani e confusi, che mi riempivano di angoscia. Avevo sperato che la mattina non arrivasse mai, così non avrei dovuto affrontare tutti i problemi che essa portava con sé. Ma purtroppo non sono ancora in grado di sperimentare una tecnica per prolungare all’infinito la notte. Presi un respiro profondo,  inspirando l’inebriante profumo delle lenzuola, nonché quello di Deidara, poi mi alzai. Avevo un mal di testa insopportabile, così forte e lancinante che mi provocò un capogiro, facendomi ricascare sul letto. Aspettai che la fitta scemasse. Per un attimo pensai di essere tornata indietro nel tempo, alla sbronza di capodanno…e forse sarebbe stato meglio, così non avrei ricordato nulla della sera prima. Invece ricordavo tutto, e anche troppo bene! Scossi la testa per allontanare quei pensieri e riprovai ad alzarmi, ma più lentamente per evitare ulteriori capogiri. Entrai in bagno, beandomi per qualche istante di quel silenzio. Mi sciacquai il viso con acqua gelida, ma piacevole. Mi soffermai per un po’ sorreggendomi con le mani al lavello, osservando l’acqua che scorreva. Nel silenzio udii dei sussurri, ma non vi badai. Uscii dal bagno, trovandomi nella mia stanza. Lo sguardo mi cadde sulla cappa a nuvole rosse poggiata sul letto di Sasori…le sue parole continuavano a echeggiare nella mia mente. Decisi di provare a distrarmi uscendo dalla camera. Non incontrai nessuno nel corridoio, ma i brusii si fecero più intensi. Chissà perché, ma avevo la vaga sensazione di stare dimenticando qualcosa di veramente importante…inoltre avevo un caldo pazzesco, anche se probabilmente c’erano 9 gradi o giù di lì. Cercando di ricordare cosa stavo dimenticando, entrai in cucina e rimasi bloccata sull’uscio. A capotavola era stata allestita una colazione ricca e decorata, con tanto di nastrini attorno alle posate e al bicchiere. Lungo il lato del tavolo erano schierati i membri dell’organizzazione, che probabilmente in teoria sarebbero dovuto essere zitti e ordinati; stavano bisticciando cercando di parlare piano. Non appena mi notarono smisero di litigare, si misero in ordine e sorrisero. Allora capii cosa avevo dimenticato…

“Buongiorno e buon compleanno!” dissero ordinatamente e all’unisono. Io arrossii.

“Ehm…grazie!” dissi. Ad un cenno di Konan, ognuno di loro si mosse in direzioni diverse. Hidan mi mise addosso una vestaglia, Pain mi accompagnò al tavolo, dove Itachi scostò la sedia per farmi accomodare. I restanti presero a servirmi cibo, caffè e spremute. “Ma perché tutto questo? Davvero, non era il caso!” dissi un po’ commossa.

“Certo che era il caso, uhn! Mica si compiono 18 anni tutti i giorni!” disse Deidara con uno dei suoi sorrisi abbaglianti. “Giusto! E poi te lo meriti” aggiunse Sasori. I nostri sguardi si incontrarono e sentii una morsa allo stomaco. Sorrideva, ma era il sorriso più falso che avessi mai visto. “Grazie mille…a tutti voi” dissi. Ad un tratto, però, notai che mancava qualcosa…o meglio, qualcuno.

“Dov’è Tobi?” chiesi. Si guardarono intorno, alla ricerca del membro mancante.

“Ditemi che se n’è andato! Vi prego!” disse Deidara raggiante alla sola idea. Perfido! Ma le sue speranze erano del tutto vane. La porta della cucina si aprì, rivelando una figura. “Oddio! Vi prego, ditemi che non è vero!” disse Deidara con tutt’altro tono. Attorno alla maschera di Tobi, e quindi al suo viso, c’erano 7 grossi petali di cartone rosa, a formare un fiore, su ognuno dei quali era scritta una lettera a formare la scritta AUGURI. Sull’ultimo petalo, però, c’era scritto il mio nome. Tobi mi si avvicinò porgendomi un grande mazzo di rose rosse. Non disse nulla. Io lo guardavo sconvolta, presi i fiori e lessi il bigliettino:

Tanti auguri di buon compleanno! Per la mia cara Shiori-chan, 18 splendide rose rosse. 18 perché sono gli anni che compie, rose perché Shiori-chan è la rosa dell’Akatsuki, che dietro a tutte quelle spine nasconde bellezza, delicatezza, fragilità e bisogno di affetto e protezione! Ti voglio tanto bene! Il tuo amico Tobi^^

P.s: Tobi è un bravo ragazzo!

Leggendo quelle parole mi si riempirono gli occhi di lacrime. Scattai in piedi e abbracciai Tobi con forza. “Grazie, Tobi! Grazie!”

“Tobi voleva fare a Shiori-chan un regalo più bello, ma Tobi ha avuto tanto da fare e non ha potuto!”

“Ma no, va benissimo così, davvero! Grazie infinite!”

“Tobi è tanto felice!”

Anche io lo ero, e giuro che quel bigliettino mi aveva intenerita così tanto che mi veniva da piangere! Gli altri, che mi avevano guardata male non appena ero saltata al collo di Tobi, adesso stavano leggendo il bigliettino causa del mio intenerimento. Vidi i loro sguardi divenire…beh..direi pucciosi! Qualcuno, come ad esempio Deidara, Sasori e Pain, cercarono di mantenere un certo contegno, ma sicuramente erano inteneriti almeno quanto me. Konan mi restituì il biglietto e dopo averlo riletto, il mio impucciosimento mi indusse ad abbracciare nuovamente Tobi. “Tanti auguri Shiori-chan!” disse giulivo, con quel suo sguardo così tenero! Lo abbracciai ancora più forte, poi gli spostai leggermente la maschera dal viso e gli stampai un bacio sulla guancia. Nella cucina cadde il silenzio. Probabilmente ero la prima nella storia dell’Akatsuki a osar fare una cosa simile, e sinceramente ebbi un po’ paura di quella che sarebbe potuta essere la reazione di Tobi. Il silenzio fu interrotto dalle urla di quest’ultimo. Scoppiammo tutti a ridere, mentre Tobi prendeva a scorazzare felice per il covo urlando come un matto. Dopo aver ringraziato tutti i miei compagni, optai per una doccia. Mi ci voleva proprio per rilassarmi! Guardai il mio riflesso nello specchio del bagno. Beh, avevo un anno in più, eppure mi vedevo esattamente uguale al giorno prima. E anche interiormente non sentivo alcuna differenza…bah! Forse ero io che non andavo! Dopo mezz’ora sotto l’acqua e dopo essermi vestita, tornai in camera per rifare il letto ma trovai Konan già intenta a sistemare. Stava finendo di spolverare il comodino, e non appena mi vide si sedette sul letto, invitandomi a fare altrettanto. “Che c’è?” chiesi senza capire.

“Qui sono io quella che deve farti un paio di domande! Cosa è successo? Racconta”

“Di che parli?”

“Non prendermi in giro, Shiori. È evidente che non stai bene! Deidara ha detto che hai avuto il sonno agitato stanotte, hai i nervi a fior di pelle, tu e Sasori vi lanciate occhiate strane, lui dice di non sapere nulla e per giunta tace quando si parla di te, cosa che non faceva fino a due settimane fa! Per non parlare dei suoi fastidiosi sbalzi d’umore in stile ‘sindrome premestruale’! È successo qualcosa con lui?”

Mannaggia, non le sfugge proprio nulla! Esitai qualche istante, poi mi resi conto che avevo bisogno di parlarne con qualcuno, di sfogarmi e chiedere consiglio, perché da sola non riuscivo a trovare alcuna soluzione. Mi resi anche conto del fatto che quelqualcuno’ non poteva assolutamente essere Deidara! Per cui, mi arresi. Mi sedetti accanto a Konan e le raccontai la discussione della sera prima con Sasori. Lei non lasciò trapelare alcuna emozione, se non puro e semplice stupore. Non appena terminai il racconto si passò una mano fra i capelli. “Gran bel casino” commentò.

“A chi lo dici! Ma io adesso che dovrei fare?”

“Esprimi alla vecchia Konan le tue riflessioni e i tuo pensieri” disse atteggiandosi da psicologa.

“Beh…io voglio bene a Sasori. Gli voglio molto, molto bene! Un bene dell’anima!”

“E Deidara?” ecco! La stessa domanda che mi ponevo io!

“Io…voglio bene anche a lui!”

“No! Risposta errata! Tu non gli vuoi bene! Tu lo ami! Si, lo ami! Non solo lo hai ammesso, ma si vede! Dai tuoi gesti, dai tuoi sguardi! Lo ami perdutamente, Shiori! Perché ti ostini a mentire a te stessa?”

“Cerchiamo di essere obiettive Konan! Con Deidara non ho uno straccio di speranza! È una storia destinata a non decollare. Mentre Sasori…lui mi ama…e io amo lui”

“Ma non quanto ami Deidara!” Tacqui. Era vero! Per me Sasori era come un fratello, ma nulla di più. Purtroppo.

“Chissà forse…se io provassi a stare con lui…riuscirei ad amarlo di più” sussurrai sconfortata.

“No! No, no, no, no! Assolutamente no! Questa è la cosa più sbagliata che tu possa fare! È una lama a doppio taglio! Farà male sia a te che a lui. Tu vuoi dargli una possibilità perché ti senti in colpa e non vuoi che lui stia male per te. Ma se tu diventassi la sua donna pur essendo innamorata di Deidara finirai per logorarti ogni giorno sempre di più, soffriresti e diventeresti un corpo senza anima! E Sasori non è stupido! Non lo è affatto! Capirebbe che stai soffrendo prima ancora che tu stessa te ne renda conto, e starà male di conseguenza

“Gira e rigira Sasori soffrirebbe!” sbottai con rabbia.

“Non è detto. Chissà, magari la prenderà bene”

“Konan, tu ieri non lo hai visto! Stava male! Soffriva! Per colpa mia! MIA!”

“Soffrirà molto di più se segui quel tuo piano assurdo

“Che devo fare, Konan? Io non voglio che soffra!”

“Vuoi un consiglio? Sii sincera con lui sin da ora”

“Ma soffrirà”

“Questo è inevitabile! Ma lui è un uomo maturo, dato che forse hai scordato la sua età! Prima o poi gli passerà! Sarà solo questione di qualche giorno! E prima o poi ti ringrazierà per essere stata sincera con lui

Guardai Konan negli occhi. Aveva ragione, non c’era ombra di dubbio. Ma per Sasori mi dispiaceva troppo!

“Riflettici su, Shiori!” disse Konan poggiandomi una mano sulla spalla. Sospirai.

“Grazie del consiglio, Konan” dissi. Lei sorrise.

“Figurati!”

Shioooooooriiiii!” urlarono tre voci nel corridoio. Dopo pochi istanti Deidara, Hidan e Tobi fecero capolino nella stanza. “Si?” chiesi.

“Pain ci ha detto di distrarti…ehm, cioè…farti compagnia!” disse Hidan. Konan lo guardò male. “Vado a preparare il pranzo” annunciò alzandosi dal letto.

“Ti do una mano” dissi, ma Konan mi fermò.

“No, oggi sei la festeggiata! Riposa!” disse con un gran sorriso, poi uscì dalla camera, lasciandomi sola con quei tre matti. “Tobi, giuro che se non ti togli all’istante quei petali dalla testa prima ti faccio sacrificare da Hidan, poi faccio esplodere i tuoi resti” minacciò Deidara. Notai che in effetti Tobi aveva ancora i petali attorno alla maschera e scoppiai a ridere. “Se a Shiori-chan piacciono, allora Tobi li tiene!” esclamò convinto. Deidara si spiaccicò una mano in fronte, poi mi guardò e rise anche lui, e di conseguenza anche Hidan. Cominciammo a scherzare fra noi e chissà per quale razza di motivo, e soprattutto come, mezz’ora dopo ci trovammo a cantare sulle note di  It’s raining man e a fare parodie dei Backstreet Boys. Mi sentivo una perfetta idiota, ma devo ammettere che mi sono divertita e vedere Hidan, Tobi e soprattutto Deidara ridere in quel modo è stato un vero toccasana.

“A tavola!” urlò Konan dalla cucina.

“Cazzo, finalmente! Stavo morendo di fame,santo Jashin!” disse Hidan uscendo dalla stanza.

“Tobi va a mangiare! Perché Tobi è un bravo ragazzo!” disse Tobi seguendo Hidan. Io stavo per andare con loro, ma…

“Aspetta un secondo, Shi” mi voltai verso Deidara.

“Che c’è?” chiesi voltandomi verso di lui con un gran sorriso. Era mia impressione o era arrossito?

“Ehm…ecco, senti…” si bloccò.

“Si?”

“Io non vorrei forzarti, ma…spero che tu non pensi che ieri mi sia bevuto la cazzata che era tutto a posto. Beh, nulla di male se non vuoi parlarmene, è solo che…

“Ben detto, non mi va di parlarne” dissi improvvisamente ostile. Mannaggia! Se n’era accorto anche lui! Feci per uscire, ma mi trattenne. “Scusa, non volevo farti arrabbiare! E solo che ieri mi ha fatto male vederti in quelle condizioni, perciò…cerca di non ridurti più in quello stato, d’accordo?

Il mio sguardo si addolcì all’istante. “Oh, Deidara” gli carezzai il viso. “Mi vizi troppo con le tue preoccupazioni!” dissi. Lui sorrise. “ Comunque grazie. E ti prometto che non mi ridurrò più così, ok?” il suo sorriso si allargò.

“Ora sono più tranquillo” disse.

“Perfetto”

“Aspetta…non ho ancora finito” arrossì di nuovo. “Ecco, oggi è il tuo compleanno, per cui io…

“Shiori-chan, fa presto! Il pranzo si raffredda!” Tobi irruppe nella stanza e mi trascinò via prima che Deidara finisse la frase. “Razza di cretino!” urlò il biondo. Giunta in cucina, trascinata da Tobi, osservai stupita il tavolo, sul quale stava la metà dei miei piatti preferiti. Ringraziai Kisame e Konan, artefici di quel banchetto, poi dopo aver brindato ‘alla mia salute’ divorai tutto ciò che mi misero davanti. Mi ridussi completamente sazia! Nel pomeriggio, parlai con i miei compagni dei loro compleanni passati, poi cantai a squarciagola in preda a una strana euforia, e alla fine mi convinsero a vedere uno di quei film strappalacrime ma al contempo avventuroso. Tutto questo accadde sotto il costante e imbarazzante sguardo di Sasori. Non mi rivolse la parola per tutto il giorno, ma non distolse lo sguardo da me nemmeno per un istante. Alla fine del film, stufa di sguardi indiscreti, mi dileguai in camera. Non volevo sentirmi osservata per almeno 5 minuscoli minuti. La porta si aprì dopo pochi istanti, e Deidara entrò, chiudendosi poi la porta alle spalle. “Finalmente soli!” esclamò. Lo guardai interrogativa. “Non ho ancora finito di parlarti, ma se mi perdo nei meandri dei miei discorsi non ne usciamo più!” aprì un cassetto e ne uscì una scatolina con sopra un fiocco.

“Non dirmi che hai osato!” dissi. Lui sorrise.

“Suvvia, è solo un pensierino!”

“Giuro che sei hai speso molto, io…”

“Guarda che questa volta non ho speso nulla

Lo guardai con circospezione, cercando di capire se stesse mentendo o meno. Sospirai e molto lentamente aprii il pacchettino.

Si, ok, hai ragione è orribile! Si! Decisamente orribile! E non so nemmeno perché alla fine ho deciso di dartelo, insomma è una cosa così stupida! Solo che l’ho fatta pensando a te quindi credevo che questo avrebbe reso il regalo…più carino e artistico! Ma di artistico non ha davvero nulla! Nemmeno esplode, capisci? Non esplode! Ti ho regalato una cosa che non esplode, ma sono scemo o cosa? Scusami, non avrei nemmeno dovuto mostrartelo” era decisamente nervoso. Parlava a vanvera, mentre io rimanevo a fissare ammaliata la statuetta bianca che avevo fra le mani. Eravamo noi due. Io e lui. Abbracciati, sorridenti, precisi nel più minuscolo dettaglio. Era una statuina davvero magnifica! Intanto quel pazzoide continuava a blaterare. Senza dare ascolto alle sue suppliche di non guardare cos’altro ci fosse all’interno del pacchetto, afferrai il foglio ripiegato che si trovava in fondo alla scatolina. Deidara arrossì violentemente non appena lo aprii. E forse si aspettava urla o chissà cosa. Ma si sbagliava se contava in una mia reazione violenta! Si sbagliava di grosso! Era di sicuro il disegno sul quale lavorava da giorni…ed era stupendo! Ritraeva me! Si, esatto, proprio me! In tutte le mie fasi: mentre dormivo, mentre pensavo, mentre leggevo, triste, arrabbiata, sorridente, mentre suonavo, cantavo, giocavo a nascondino con Tobi (si…gioco a nascondino con Tobi, qualcosa da obbiettare? Sappi che non ti conviene contraddirmi!), mentre cucinavo e perfino mentre picchiavo Hidan. Erano almeno 50 disegnini in un unico, grande foglio. Era un collage di tutti i momenti della mia giornata. Non potevo non adorarlo! Era così fedele alla realtà e così bello! Deidara ormai era cremisi, continuava a parlare nervosamente e devo ammettere che avevo perso il filo del suo discorso (che a essere sinceri un filo logico non lo aveva mai avuto). Lo abbracciai così forte che le parole gli morirono in gola. Gli si mozzò il fiato. Ero così felice che mi si riempirono gli occhi di lacrime. Dannazione, sto diventando troppo sensibile! Negli ultimi tempi piango come una vecchia in menopausa depressa! E questo non va bene per niente! No, no, no, no! Mi servono lezioni di ‘trattenimento lacrime’!

“Fa così schifo da farti piangere?” chiese il biondo, notando le mie stramaledette lacrime.

“No, no, al contrario! È un regalo stupendo! È bellissimo! Grazie! Sei davvero un artista, devo ammettere che mi hai stupita!

“Hai mai dubitato che io fossi un artista?” ridacchiò.

“Certo che no!”

“Beh, avrei anche io voluto regalarti qualcosa di più. Ma ho avuto lo stesso, identico problema di Faccia a Rotella…siamo tornati ieri dalla missione, quindi…

“Ma no, non devi assolutamente preoccuparti! Penso che questo sia meglio di qualsiasi regalo costosissimo. Grazie ancora!”

Gli diedi un bacio sulla guancia, poi provvidi a trovare una cornice carina per il disegno, e lo appesi accanto al mio letto. “Davvero ti piace così tanto?”

“Da impazzire!”

“Bah! Che gusti strani che hai! Ma sto morendo di fame. Andiamo a vedere se la cena è pronta”

Mi afferrò per mano e mi trascinò fino alla cucina. Una volta entrata, mi piovve addosso una marea di coriandoli colorati e sul tavolo galleggiava uno striscione con su scritto ‘Buon compleanno’. Sorrisi felicissima, notando il secondo banchetto della giornata che era stato allestito. Tra feste e compleanno sarei ingrassata come una balena per davvero! “C’era bisogno di tutto questo? Tutto il giorno mi avete riempita di attenzioni…così mi viziate!” dissi facendo fuori la torta, dopo aver spento con un soffio e con la canzoncina di sottofondo ben 18 candeline rosse. “In che lingua dobbiamo dirtelo?” chiese Konan.

“Te lo meriti!” dissero tutti all’unisono. Io scoppiai a ridere, sorseggiando un po’ di birra. La serata trascorse allegra e divertente. Scherzammo, parlammo tutto il tempo. Ma io ero nervosa, con quel paio di occhi nocciola perennemente puntati su di me. Mi sentivo osservata, spiata…violata della mia privacy! “Ehm…scusate…bagno!” dissi. Già, troppa birra stimola la diuresi…come Rocchetta! Plin plin! Ok, ok, la smetto! Sto cominciando a pensare che non reggo tanto bene l’alcool…sarà impressione mia? Boh! Uscii dalla cucina, sempre con quei fari nocciola addosso. Sarebbe stato più vicino il bagno del corridoio, ma avevo bisogno di isolarmi una manciata di minuti, giusto per rilassarmi e non sentirmi troppo osservata. Camminavo lentamente lungo il corridoio. “Vogliate scusarmi, torno subito” disse  una voce facendomi trasalire.

“Dove vai, Danna?” a quella domanda, forse per nervosismo, forse per paura, mi misi a correre. Non sentii nemmeno la risposta. Arrivata in camera mi sigillai in bagno chiudendo a chiave. Mi poggiai contro la porta, respirando con affanno. Razza di fifona che non ero altro! Ma per quale motivo mi stavo angosciando così tanto? Di cosa avevo paura? Di  Sasori? Ma dai! Poteva aver avuto migliaia di motivi per alzarsi da tavola! Magari voleva sgranchirsi le gambe, o andare in bagno! Ceeeerto…perché ora Sasori ha bisogno di sgranchirsi le gambe e andare in bagno! Si, Shiori, sei la numero uno! Di sicuro stava andando in bagno! Perché le marionette vanno in bagno! Certo! E Kisame odia l’acqua! Aaaaah! Ok, mi stavo facendo prendere troppo dal panico! E ciò solitamente mi portava a fare e dire idiozie! Già che ne dico troppe normalmente, figurarsi quando ero in preda al panico. No, dovevo calmarmi! Cosa mi faceva pensare che si fosse alzato da tavola per seguire me? Stavo diventando un po’ troppo egocentrica, forse. Figurarsi se Sasori, con tutte le cose che aveva da fare, si metteva a seguirmi! Non era mica un ragazzino immaturo. Si, non avevo di che preoccuparmi, di sicuro si era alzato per altri motivi! Rincuorata in parte da questo pensiero, mi ricordai perché ero in bagno, ed eliminai un po’ di birra dal mio corpo. Mi sistemai i capelli e cercai di rendere il mio viso meno pallido e sconvolto. Si, anche uno scemo si sarebbe accorto che qualcosa non andava! Il mio viso era un libro aperto! Provai a sorridermi allo specchio, ma quella sembrava più una smorfia di dolore che non un sorriso. Sbuffai arresa e uscii dal bagno. Mentre aprivo la porta, contemporaneamente qualcun altro faceva lo stesso da fuori. Risultato? Finii addosso al suddetto qualcuno, che si rivelò essere Sasori. Il mio stomaco fece una capriola con doppio avvitamento, e di sicuro ero arrossita. “Oh, scusa! Credevo fossi nell’altro bagno” si scusò con un sorriso.

“No…f-figurati! T-tanto avevo…avevo già finito” smettila di tremare e balbettare Shiori! Smettila subito! Di cosa hai paura? Sta calma! Rilassati!

“Menomale. Io dovevo soltanto prendere il disinfettante, Tobi si è graffiato con un coltello ed è messo che frigna come un bambino” ridacchiò.

“Oh povero”

Si, povero. Mi aspetti o preferisci andare?”

Se gli dicessi che volevo assolutamente allontanarmi probabilmente ci sarebbe rimasto male o, peggio, avrebbe capito tutto.

“No, no, ti aspetto” dissi frettolosamente. Mi appoggiai alla parete del bagno, accanto alla porta, mentre lui cercava di prendere il disinfettante, messo forse troppo in altro per entrambi. Ma i pregi dell’essere un marionettista sono tanti, come ad esempio poter prendere gli oggetti a parecchia distanza con i fili di chakra. Ero così nervosa che quasi nemmeno lo guardai, riflettendo sul fatto che era quasi del tutto impossibile che Tobi si tagliasse con un coltello e avesse bisogno di disinfettante…insomma, ho sempre pensato che dietro quella maschera si nascondesse un vero e proprio talento! Uno shinobi degno di questo nome, e tutt’ora rimango delle mie convinzioni. Ma ciò, tradotto, significava che quella di Sasori era soltanto una scusa.  Ragion per cui, non appena ebbe preso il disinfettante feci per precipitarmi fuori dal bagno, allungai una mano verso la porta, ma non riuscii ad afferrare quella maniglia. Un filo di chakra si avvolse attorno ad essa, e la porta si chiuse di scatto. Cominciarono a tremarmi le gambe. Non ci voleva un genio a capire che era Sasori a comandare quel maledetto filo! Feci per aprire la porta, ma non ci riuscivo. “Ok, scherzetto divertente, Sasori. Adesso apri” dissi, voltandomi nervosamente verso di lui. Sorrideva. Ma era un sorriso strano, uno di quelli che solitamente rivolgeva ai suoi nemici.

“Nervosa, Shiori?” chiese.

“Certo! Soffro di claustrofobia, mi danno fastidio le porte chiuse!” improvvisai. Il tremore si era sparso anche nel resto del corpo, mi tremava anche la voce. “Se davvero tu soffrissi di claustrofobia non potresti stare nel covo” disse avvicinandosi un po’ a me. Io non risposi. Portai istintivamente la mano al fodero, ma non trovai la mia spada. La portavo sempre con me, ovunque, anche in bagno! Ma quel giorno proprio l’avevo lasciata in camera! Maledizione!

“Hai paura di me, Shi?”

“No, certo che no, perché dovrei?” bugiarda! In quel momento avevo una paura terribile. Ma perché? Cosa poteva mai fare?

“Mi chiedo la stessa cosa. Non voglio mica farti del male. Voglio solo parlare un po’ con te, posso?

“Se vuoi soltanto parlare potremmo anche tornare in camera

“Non mi va che qualcuno si metta a origliare. Voglio parlare con te e te soltanto”

“Ok, parliamo! Come va, Sasori?” dissi fingendomi calma e rilassata, ma con voce tremante. Continuava ad avvicinarsi. Sorrise.

“In questo momento va benissimo. E tu? Come procede il diciottesimo compleanno?”

“Una meraviglia! Che mi racconti di bello?”

“Che per la prima volta in cinque mesi sono da solo con te per davvero. Finalmente” mi uscì dalle labbra una risatina nervosa.

“Già, è vero, è da tanto che non parliamo da soli
“Non sai che tortura che è stata per me dovere aspettare così tanto! Cinque mesi…io odio aspettare!”

“Ma odi anche fare aspettare la gente, no? Allora perché non mi dici cosa vuoi così me ne vado?” tipica frase di quando ero spaventata. Il suo viso assunse una strana espressione.

“Hai davvero paura di me? Pensi che potrei mai farti del male? Alla mia piccola? Al mio prezioso diamante?” mi carezzò il viso e io arrossii violentemente. Risi nervosamente per la seconda volta.

“No, non ho paura! Davvero”

“E allora perché stai continuando a tremare?”

“Non ne ho idea” improvvisamente si fece serio. Poggiò definitivamente la mano sulla mia guancia.

“Vuoi forse prendermi in giro? Hai paura. Non ti farò del male, giuro. Come ho già detto voglio solo parlare”

Si ma…allora sbrigati a dirmi cosa vuoi, perché mi stai facendo preoccupare”

Continuavo a tenere una mano sulla maniglia, ma quel filo di chakra era troppo resistente per me. Non riuscivo ad aprire.

“Siamo impazienti, eh?”

Si, sono tanto impaziente, Sasori! Tantissimo!”

“Rilassati”

Prese a massaggiarmi le spalle, e io sospirai. Ero nervosa, ma dovevo mostrarmi calma per convincerlo a dirmi cosa voleva, anche se una mezza idea l’avevo. “Questa notte eri molto nervosa…come mai?”

“Tanti motivi”

“C’entra la discussione di ieri?”

Si, non ho intenzione di mentire”
“Mi dispiace. Non avrei dovuto dirti nulla”
“No, hai fatto bene secondo me”

“Ieri non ti ho dato il tempo di parlare. Mi sentivo in colpa per essere stato così debole.

“Non devi sentirti in colpa” Già…tu non devi! Sono io il mostro fra i due. Mi ostinavo a tenere il viso basso. Dovevo parlargli, era il momento giusto. Ma non volevo. Non me la sentivo di distruggerlo. “Per favore, mi fai uscire?” chiesi sentendo l’imminente bisogno di piangere.

“Non capisco perché continui ad aver paura…
“Non ho paura di te, Sasori. Ho paura di me stessa.”

“C’è…c’è qualcosa che devi dirmi?”

“Si…ma non so come”

Sorrise. “Spesso le parole sono inutili. I gesti servono molto di più” sperai in vano che non avesse frainteso. Mi alzò il viso e con molta, molta delicatezza e discrezione, ma soprattutto con insicurezza, mi baciò. Ecco. Aveva frainteso. Pensava che volessi dirgli che ricambiavo il suo sentimento? Maledizione a me. Avrei dovuto respingerlo! E dovevo farlo se non volevo che la situazione prendesse una brutta piega. Ma non ci riuscivo. Gli avrei spezzato il cuore. Come potevo? Stupidamente ricambiai il suo bacio, seguendo il mio piano, piuttosto che quello di Konan. Non appena dischiusi le labbra, mi abbracciò e approfondì il bacio quasi con disperazione, facendomi sentire un vero schifo. Lo avrei distrutto. Se gli avessi trafitto il cuore con la spada avrebbe sicuramente sofferto di meno.  Gli occhi mi si riempirono di lacrime, per la centesima volta quel giorno. Appena si allontanò dalle mie labbra non ebbi nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi. “Non sai quanto ho aspettato questo momento” sussurrò, per poi riprendere a baciarmi. Il senso di colpa aumentava istante dopo istante. Quando per la seconda volta si distaccò da me, dalle mie labbra uscì un singulto trattenuto. “Che c’è?” mi chiese dolcemente. Era così gentile e amabile. Perché tutte a me?

“Scusami” singhiozzai. “Scusami tanto, Sasori. Perdonami”

“Perché ti scusi?” mi asciugò le lacrime.

“Perché…ti amo…”

“Anche io ti amo, non devi scusarti” sorrise.

“No, Sasori…io ti amo…ma non come vorresti tu

La sua espressione cambiò di nuovo. “In che senso?”

“Come puoi amare una stronza come me? Dovresti odiarmi, e forse sarebbe meglio così

“Non potrei odiarti nemmeno se mi uccidessi

È quello che sto per fare…anche se non fisicamente.  “Dovresti”

“Ho già detto che ti amo, non potrei mai odiarti, neanche fra cento anni.”

“Devi odiarmi, Sasori! Perché io…io ti amo, ma non come tu ami me

Mi alzò il viso costringendomi a guardarlo. “Shiori…”

“Io ti amo come un amico, ti amo come un fratello, e non potrei fare a meno di te. Ti devo molto, hai sempre fatto tanto per me da quando sono qui, e giuro che non vorrei dirtelo…ma non ti amo come vorresti…non ti amo in quel senso” non disse nulla, forse troppo ferito e sconvolto o forse intenerito dalle mie lacrime.

“Perdonami. Scusa, ti sto spezzando il cuore. Sono un mostro” presi a singhiozzare nuovamente.

“No, non sei un mostro…sei soltanto sincera. Grazie.”

“Tu meriti molto di più. Meriti qualcuna che ti ami per davvero e come meriti. Io giuro che vorrei poterti rendere felice, amarti fino a farmi esplodere il cuore, donarti ogni giorno della mia vita…è solo che…

“Che non sono Lui, dico bene?”

Lo guardai. Sorrideva amaramente. “Lui chi?” chiesi.

“Deidara. È perché non sono lui, vero?”

Lo abbracciai e continuai a piangere sulla sua spalla. “Mi dispiace. Scusami” Dissi fra i singhiozzi.

“Non devi scusarti. Davvero, non sono arrabbiato con te. Ma dimmi la verità: sei innamorata di lui?

Senza smettere di piangere, annuii. Mi strinse a sé come un padre che vede la figlia piangere. “Su, smetti di piangere. E soprattutto smetti di sentirti in colpa. Hai fatto la cosa giusta.”

“Ma stai soffrendo”

“Avrei sofferto di più se tu non mi avessi detto nulla. E ora basta lacrime. Non roviniamo la serata” mi asciugò le lacrime con tutta la dolcezza che possedeva. Perché? Perché ero innamorata di Deidara che non avrebbe mai ricambiato i miei sentimenti e non di Sasori? Perché dovevo essere io a far soffrire lui e non viceversa? Poggiò le labbra sulla mia fronte, carezzandomi i capelli. “Non piangere più, ok? Non ne hai motivo. Giuro su Hiruko e tutte le mie marionette che non sono arrabbiato con te. Continuerò a volerti bene, sarà come se non fosse successo nulla. Ti supplico, smetti di piangere” cercai di impormi un po’ di contegno.

“Vado a prenderti un po’ d’acqua va bene?” mi chiese.

“Si”

“Ok, non ti muovere”

Sorrise, mi diede un secondo bacio in fronte e fece per uscire.

“Sasori” chiamai.

“Dimmi”

“Grazie…per essere stato comprensivo”

“No, grazie a te per essere stata sincera

Mi rivolse un altro sorriso e uscì dal bagno e poi dalla camera. Ripresi a piangere. Per quanto lui cercasse di negarlo, era molto deluso e triste. Era evidente. E io, per quanto le sue parole potessero essere dolci, continuavo a sentirmi un mostro.*

 

“Certo che sono via da un po’ quei due, eh?” disse Hidan esprimendo ad alta voce i pensieri di tutti. “Beh, considerando che Shiori ha fatto fuori quattro bottiglie di birra è normale che stia in bagno a lungo” osservò Konan.

Si, ma Sasori? Quello mica va in bagno!” riprese l’albino. Io non dissi nulla. Avevo una strana sensazione. Le parole di Sasori mi avevano sconvolto così tanto e colto alla sprovvista che non sapevo più cosa aspettarmi dal mio Danna. Nella peggiore delle ipotesi aveva deciso di dichiararsi a Shiori, lei gli era saltata al collo e in quel momento stavano pomiciando felicemente, magari sul mio letto. La sola idea mi fece rabbrividire. Decisi di distrarmi e non pensarci. Mi concentrai sull’ennesima ipotesi tirata fuori da Hidan. Konan era molto strana. Era come se sapesse qualcosa, ma non poteva dirla. E conoscendo quanto era sveglia Miss. Origami-fra-i-capelli non mi sarei affatto stupito. Non appena udimmo dei passi nel corridoio, cadde il silenzio. Di una cosa ero certo: Non era Shiori. Lei camminava sempre in modo fluido ed elegante, e anche quando era arrabbiata aumentava solo un po’ il passo. Ma anche Sasori solitamente era molto pacato. Quelli erano passi nervosi, quasi una marcia. Ci guardammo l’un l’altro, senza sapere che aspettarci. Come previsto era Sasori, ma non era in sé. Camminava a testa bassa. “Ehi, che succede, scricciolo? Tutto bene?” chiese Hidan. Sasori non lo guardò, non lo degnò nemmeno di attenzione. Si voltò verso la parete e sferrò un pugno così potente che essa si riempì di crepe. Trasalimmo tutti. “Sasori, per l’amor del cielo!” disse Konan spaventata. Ma anche questa volta lui non prestò attenzione. Scostò la mano dalla parete e si voltò verso di me, seduto a due passi da lui. Con uno scatto fu accanto a me, mi afferrò per il collo con violenza quasi brutale. Non riuscivo a respirare, aveva una presa saldissima. Sentivo gli altri urlare, dire chissà cosa, ma non riuscivo a capire nulla, bloccato dallo sguardo carico di odio di Sasori. “Tu sia maledetto! Bastardo! Maledizione a te che riesci sempre a ottenere ciò che vuoi! Tu sia Maledetto!”

Non riuscii a cogliere il significato delle sue parole. Cercavo di respirare, provare a reagire, ma senza risultati. Sentivo che se fossero trascorsi altri due minuti come minimo sarei morto. Pain si avvicinò a Sasori e gli strinse il polso. “Lascialo subito, Sasori! Questo è un ordine!” sibilò guardandolo male. In risposta il Danna strinse ulteriormente la presa attorno al mio collo. Konan urlò qualcosa. Hidan poggiò una mano sulla spalla di Sasori. “Avanti amico, non fare scherzi lascialo andare! Cazzo, così lo uccidi!” con mio sommo stupore intervenne anche Tobi che si lanciò su Sasori spostandolo via bruscamente. Tossii e presi a respirare con affanno, portandomi una mano al collo finalmente libero. Non ero mai stato così felice di saper respirare.“Adesso smettila di fare cazzate! Che ti passa in quella testa? Stavi per ucciderlo, razza di cretino!” urlò Tobi. Mi stupii. Non aveva mai parlato con tali termini da quando lo conosco. Non aveva mai parlato con autorità. Non aveva mai detto qualcosa seriamente. “Tutto ok?” mi chiese Konan premurosamente. Annuii, cercando di trovare un senso a tutto ciò. “Che diamine credevi di fare? Se lo uccidevi, come minimo…Shiori” Pain interruppe il suo discorso non appena notò Shiori sulla soglia della cucina. Sasori si voltò a guardarla. “Shiori, io…”

“Lo avevi giurato! Avevi giurato di non essere arrabbiato, avevi giurato che era tutto ok, che sarebbe tornato tutto come prima!” urlò Shiori sull’orlo delle lacrime. Stava per continuare a parlare, ma fu colta da un singhiozzo. Si passò una mano fra i capelli e corse fuori. “Shiori! Torna qui!” urlò Konan correndole dietro. “Mi dispiace…ma soltanto per lei.” disse Sasori. Mi guardò con odio. “Tu adesso vieni con me, testa di legno! Parliamo!” urlò Tobi. Afferrò Sasori per un braccio e lo trascinò con sé chissà dove. Nella cucina cadde il silenzio. Ero così confuso. Non capivo nulla. Cosa era successo? Perché Sasori era arrabbiato? Perché Shiori piangeva? Cosa si erano detti?

“Io personalmente facevo il tifo per il rossino” disse Itachi rompendo il silenzio. Si beccò uno scappellotto da Kisame. “Fai tanta scena ma sei stato il primo a scattare in piedi quando Sasori ha afferrato Deidara” disse Kakuzu ridendo.

“Che c’entra, era per aiutare Sasori” disse l’Uchiha.

“Certo, e allora perché ti si è attivato lo Sharingan?”

Itachi arrossì. “Ma smettila!”

“Tutto a posto?” mi chiese Pain.

“Più o meno” risposi. “Sono ancora confuso. Non riesco a capire.” Dissi.

“Beh, è una storia complicata. Non fare domande”

“Credo di averne il diritto visto che stavo per rimetterci io!”

“Non posso risponderti” tagliò corto Pain. Io tacqui. Solitamente Pain non prendeva le parti di nessuno, ma se non voleva rispondermi, sotto c’era qualcosa di importante. Decisi di restare in silenzio, a scavare nella mia mente alla ricerca di un motivo. Davvero, non riuscivo a capire nulla! Per me era tutto assurdo! Sapevo solo che ripensando a Sasori e ciò che aveva fatto poco prima…mi veniva quasi da piangere.

 

***L’aria era gelida e il vento soffiava con insistenza contro le pareti. Fuori dalla finestra era ben visibile il paesaggio che era stato nuovamente imbiancato dalla neve che era scesa nel pomeriggio in morbidi fiocchi. Tobi camminava nervosamente su e giù per la stanza, atteggiandosi da vero sé stesso e mettendo da parte l’atteggiamento giulivo ed esaltato che assumeva di solito. Io intanto stavo seduto su quel letto, tenendo lo sguardo fisso nel vuoto. Tobi si fermò di scatto e mi guardò trucemente. “Ora, si può sapere cosa diamine ti è saltato in mente?” urlò quasi fuori di sé. “Potevi ucciderlo, maledizione!  Stavi per ucciderlo!” parlava come se io non fossi a conoscenza di ciò che avevo fatto. Ma lui non capiva…non poteva capire come mi sentivo! Volevo urlare, ma non lo facevo per orgoglio. Volevo uccidere, ma non lo facevo per divieto altrui. Volevo piangere, ma non lo facevo perché non avevo più lacrime per farlo ormai da anni. “Ma mi stai ascoltando?” sbottò Tobi. Io annuii distrattamente. “Cosa è successo, Sasori?” chiese.

“Lo odio” risposi semplicemente.

“Anche se ciò non giustifica il tuo comportamento…comunque, perché?”

“Perché è così e basta! Lo odio! Lo odio! Lo odio!”

“Invece di blaterare, perché non mi spieghi cosa è successo?”

“Ottiene sempre ciò che vuole quel fottuto moccioso! E questo mi fa incazzare! Io dalla vita non ho mai avuto niente e non ho mai chiesto nulla di speciale! Ho patito le pene dell’inferno senza mai lamentarmi! E la prima volta che chiedo un pizzico di felicità, che chiedo di potere fare una cosa semplice come amare liberamente mi viene negato anche questo!” urlai.

Basta! Non ne potevo davvero più! Ero stanco di subire le ingiustizie di questa vita! E proprio io che mi ero trasformato in arte pur di sfuggire alla morte…adesso avevo una voglia matta di incontrarla. Ma davvero l’amore porta a tanto? Davvero io stavo soffrendo così tanto…solo per amore? Oppure ero sempre stato insoddisfatto della mia vita, e il rifiuto di Shiori era stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

“Le hai parlato?” chiese Tobi sconvolto “Non ci posso credere! Le hai parlato sul serio! Ti avevo detto di non farlo! Di aspettare!”

“Lo so cosa mi avevi detto, ma io odio aspettare! È stato più forte di me! Le ho detto tutto, senza tralasciare nulla…e lei…lei è stata così dolce e comprensiva…” mi raddolcii al solo ricordo. Le sue lacrime mi avevano fatto più male del suo rifiuto!  “Sapevo che sarebbe andata così, Mad…cioè…Tobi…sapevo che sarebbe andata male. Ma non mi aspettavo né le sue lacrime, né tutta quella dolcezza, né che avrei trovato conferma della mia tesi

“Raccontami tutto, Sasori. Nel dettaglio.” Disse Tobi sedendosi di fronte a me, pronto ad ascoltarmi con tutta la serietà che nascondeva dietro quella maschera. Io sospirai e presi a raccontare tutto nel particolare, mentre lui si limitava ad annuire di tanto in tanto. Quando ero in procinto di finire mi interruppe: “Beh, Shiori è fatta così. Si sarà sentita in colpa e di certo sarà confusa. Per questo piange. Non vuole vederti soffrire, è ovvio. Anche se…se non ricambia…sei molto importante per lei, non fa che ripeterlo.”

“Lo so, ma io non voglio che si senta in colpa. Non è colpa sua se la amo, e nemmeno se lei non ricambia. I sentimenti non si possono comandare. Purtroppo”

“Sarebbe tutto troppo facile se i sentimenti si comandassero, Sasori. Vivere sarebbe troppo, troppo semplice. Ma ancora non mi hai detto qual è stata la tua ‘scioccante scoperta’…certo, se non vuoi dirmela…

Abbassai gli occhi e in preda ad un altro attacco di rabbia sferrai un pugno all’armadio. Tobi trasalì e io, incredibile ma vero,  provai un dolore acuto alla mano. “Ama lui” dissi con una voce che nemmeno sembrava la mia. Avevo un groppo alla gola, che si sciolse facendomi male e facendo uscire dalle mie labbra un verso che identificai come un singhiozzo.  E questa che novità era? Io, Akasuna no Sasori piango? No…impossibile! Io non piango! Non piango! “Shiori è innamorata di lui, capisci? Di Deidara!” dissi con la voce spezzata da quei maledetti singhiozzi, sfogandomi in un pianto privo di lacrime. Tobi mi guardò semi-sconvolto. “Sapevi che era così” sussurrò.

“Si che lo sapevo…ma è una cosa che odio!” sferrai un secondo pugno all’armadio. Tobi mi si avvicinò lentamente e mi poggiò una mano sulla spalla. “Mi dispiace…ma lo hai detto anche tu stesso: i sentimenti non si possono comandare

“Infatti…è proprio questo che fa più male

“Lo so, ti capisco. Ma se tu la ami davvero come dici…”

“Dovrei solo cercare di renderla felice. E sei lei è innamorata di Deidara…non posso che mettermi da parte

“Sarà dura, Sasori. Ma puoi farcela. Sei un uomo forte…dimostralo anche questa volta

Lentamente i singhiozzi si spensero, fino a sparire del tutto. Con loro sparì anche la rabbia, e in parte anche il dolore. Tobi non si era mosso da lì. Stava accanto a me, comprensivo e bravo consigliere, da buon amico. “Va un po’ meglio?” chiese.

“Si” risposi semplicemente.

“Un’ultima cosa, Sasori…giura che non farai cazzate, intesi? Nessuna scenata, nessuna depressione, nessuna sofferenza…non ti dico di farlo per me, perché in fondo non sono che un amico come tanti…ma di chiedo di farlo per lei

Sorrisi. “Tranquillo. Farò il bravo, giuro”

“Bravo! E ora lo vuoi un abbraccio?” due pomelli rosa spuntarono in corrispondenza delle sue guance e allargò le braccia verso di me. Ecco…era rimasto serio per troppo tempo! Ed eccolo tornare il Tobi di sempre. “E allora? Un abbraccino piccino picciò?”

“No, Tobi, grazie. Mi hai già aiutato fin troppo”

“Almeno il cinque me lo dai?”chiese speranzoso. Io  risi, poi lo accontentai colpendo la sua mano con la mia. “Yeeeeeeee!” saltellò giulivo.

“Adesso vado a sbrigare una cosa. A dopo, Tobi. E grazie”

Prego, Sasori”

Ridacchiando uscii dalla stanza. Il corridoio era vuoto, ma sentivo le voci degli altri in cucina. Non appena entrai tacquero tutti. Con lo sguardo cercai Shiori, ma non trovai né lei, né Konan e nemmeno Deidara.  “Se è lei che stai cercando è ancora fuori con la mia Konny…ehm…con Konan” disse Pain arrossendo un po’.

“Grazie dell’informazione” dissi, poi mi diressi verso l’uscita del covo.

Konny? Ahahahahahah!” disse Hidan scoppiando a ridere, seguito dagli altri.

“Dacci un taglio, idiota!” ribatté Pain. Mi concessi  un sorriso, prima di uscire nell’aria gelida di gennaio. Le notai quasi subito. Erano sotto la betulla che cresceva rigogliosa poco distante dal covo. Shiori era seduta per terra, rannicchiata su sé stessa, Konan in ginocchio accanto a lei, le dava pacche sulla spalla, sussurrandole chissà cosa. Entrambe mi davano l e spalle. Fu la più grande ad accorgersi per prima della mia presenza. “Chi è, Konan?” chiese Shiori con voce tremante. Provai una fitta al cuore. Konan mi guardò come a chiedere il permesso, e io annuii. “Sono io, Shi…” dissi. Lei non rispose. Si rannicchiò di più, diventando se possibile ancora più piccina. Sospirai e mi inginocchiai accanto a Konan, carezzando i capelli di Shiori. “Avevi giurato che non eri arrabbiato!” disse Shiori, in un freddo rimprovero.

“Lo so, ho sbagliato. Perdonami”

Konan spostò lo sguardo da me a Shiori un paio di volte, poi si alzò “Vi lascio soli” disse, poi rientrò al covo. Io attesi una risposta, che non arrivò mai. Stanco di quella situazione, presi l’iniziativa (cosa che quella sera avevo fatto troppe volte) e la abbracciai. “Scusami, Shiori. Non volevo fargli del male…e non volevo farne nemmeno a te

“Ma lo hai fatto”

“Lo so bene, e mi dispiace. Non ero in me. Ma purtroppo a cuor non si comanda. So cosa provi per Deidara, e rispetto i tuoi sentimenti. Per questo ti chiedo di dimenticare ciò che è successo questa sera, e tornare ai vecchi tempi. Alla vecchia amicizia. Mi basta questo. Ti prego, Shi…”

Non sapendo cos’altro dire, attesi nuovamente una sua risposta.

“Questa è forse una supplica, Vecchio?” chiese ridacchiando.

Si, in effetti. Non voglio rovinare tutto ciò che ho costruito con te. Per vivere mi basta la tua amicizia, il tuo affetto. Non chiedo altro”

“Mi vuoi davvero così tanto bene da chiedermi questo dopo che ti ho spezzato il cuore?”

“Non hai spezzato un bel niente. Sono io che ho sbagliato, non tu. E voglio rimediare…e allora? Mi perdoni o no?”
“Non hai nulla da farti perdonare”

“Certo. Nulla a parte che ti ho rovinato il compleanno e ho quasi fatto fuori il ragazzo che ami” dissi sarcasticamente. Shiori alzò il viso e mi guardò, sorridendo. “Scemo” disse poggiando la testa sul mio petto. Devo ammetterlo. Rabbrividii a quel contatto. Ma mi fece rabbrividire di più l’idea che Shiori sorridesse. “Quindi ristabiliamo la vecchia alleanza?” chiese ridacchiando.

“Certo, senza rancori né robaccia simile”

“Affare fatto, scricciolo” mi strinse la mano.

Affare fatto, scimmietta

“Scimmietta?!

Si, esatto”

“Perché scimmietta?”

“Perché scricciolo?”

“Perché sei piccino!”

“E tu scimmietta perché sei una scimmia”

Miiiii!” scoppiò a ridere, e io sentii un’incredibile pace interiore. Il suo sorriso era un vero toccasana. “Ora che abbiamo ristabilito l’armistizio…credo di dovere andare a scusarmi con il biondo” dissi. Le diedi un bacio sulla tempia, poi mi alzai.

“Dì a Konan che resto qui ancora un po’, giusto il tempo di godermi un po’ di fresco.”

“Ok, basta che non ti becchi la polmonite

“Tranquillo” ci scambiammo un sorriso.

“Un’ultima cosa, Shiori”

Dimmi, Vecchio”

“Riguardo Deidara…” la sua espressione si fece curiosa.

“Si?” chiese.

“Voglio che tu mi prometti una cosa.”

“Ok…spara”

“Promettimi…che farai di tutto per conquistarlo ed essere felice con lui. Promettimi che userai ogni mezzo, che giocherai tutte le tue carte, che darai anima e corpo per conquistarlo. Se non potevo averla io…volevo almeno che fosse felice e con la persona che veramente amava. Il suo viso divenne cremisi. “C-cosa?” chiese sbalordita. Io sorrisi.

Si, hai capito bene. Lo prometti?” nonostante il rossore sulle guance, sorrise e annuì.

Si, lo prometto, Sasori”

“ Molto bene” le rivolsi il mio sorriso più sincero, poi  tornai dentro. Konan bisbigliava qualcosa che non capivo a Pain e gli altri,  ma non me ne curai. Percorsi il corridoio fino alla mia camera. Aprendo la porta, trovai Deidara seduto sul letto di Shiori, che si girava fra le dita il plettro che la mia musicista preferita gli aveva regalato per Natale. Teneva lo sguardo basso, e in un primo momento nemmeno si accorse della mia presenza. Spinsi la porta, che si chiuse con un tonfo. Allora Deidara alzò gli occhi su di me. “Danna…” sussurrò. Sembrava spaventato. Dovevo avergli messo paura prima, con il mio tentato omicidio. Mi sentivo tremendamente in colpa. Mi sedetti di fronte a lui, con calma e pacatezza, cercando di fargli capire che non ero lì per concludere l’opera. Mi guardò senza capire, ma restò in silenzio. Fui io il primo a parlare. “Scusami” dissi, guadagnandomi uno sguardo stupito e perplesso. “Sono stato un perfetto idiota. Non volevo farti del male, prima. Ho perso il controllo…” provai a spiegare, ma non trovai le parole adatte.

“Ma danna, io…?”

“Non fare domande, per favore. Semplicemente accetta le scuse di un vecchio idiota, se puoi. E non ti chiedo di scusare soltanto il mio gesto di prima ( che fra l’altro è stato davvero stupido e osceno), ma…anche il mio comportamento degli ultimi tempi. Non mi rendevo conto di ciò che facevo. Non mi rendevo conto che facevo del male alle due persone più importanti della mia vita: te e Shiori. E pensavo che trattandola così le avrei forse dimostrato il mio affetto? Idiota che non sono altro! Pensavo perfino di odiarti, per ciò che provi per lei, non capendo che in fondo…stai esattamente come me. Forse mi infastidiva il fatto che tu fossi un passo avanti a me…che avessi ottenuto le sue labbra, almeno una volta. Che tu possa darle ciò che io non ho più. Ma adesso, dopo aver combinato questo bel casino, ho capito. Ho capito che, nella tua idiozia, nella tua ‘purezza’ da ragazzino, nella tua…emerita deficienza…puoi renderla più felice di quanto non potrei fare io. E ti chiedo scusa per averlo capito così tardi.

Deidara mi guardava sconvolto, con gli occhi azzurro cielo che brillavano di stupore ed emozione ( credo proprio  che siano stati i suoi occhi i primi a fare perdere la testa a Shiori!). “Io…ma dico, vuoi farmi piangere, vecchio idiota?” sbottò cacciando via le lacrime.

“Ci ho provato” ammisi.

“Sei uno stupido! Beh, lo sapevo già, ma non credevo lo fossi così tanto!

“Che ho detto di stupido?”

“Tutto! Dalla prima all’ultima parola, uhn! Non ti devi scusare di nulla!”

Sorrisi. Sempre il solito baka!

“Io credo  proprio di si…”

“E hai anche detto…che sono importante per te?”

“Certo. Sei il mio nemico per eccellenza, mio rivale artistico, un vero baka che non riesce nemmeno a capire il vero concetto di arte…e sei anche….il mio migliore amico. È ovvio che sei importante, no?” Cielo, quanto mi costa dirlo! Io odio dire queste cose! Soprattutto a lui! Eppure, i suoi occhi si riempirono nuovamente di lacrime, che cacciò via all’istante. È sempre stato troppo orgoglioso per lasciarsi commuovere. “Sei tu che non capisci l’arte, Danna...perchè l’arte è…”

“Un’esplosione, lo so”

Mi guardò stupito. “L’hai detto! Hai detto che l’arte è un’esplosione! L’hai detto davvero!” disse.

“No, Alt! Mettiamo i puntini sulle i! Secondo TE l’arte è un’esplosione! La vera arte è quella eterna!”

“Non mi stuzzicare, Danna! L’arte è esplosiva!” mi guardò male. Io rimasi a fissarlo, poi scoppiai a ridere. “Ma è mai possibile che cinque minuti senza litigare non possiamo stare?” rise anche lui.

“Sarà perché…in fondo ci vogliamo bene”

“In fondo. Ma molto in fondo”

“In fondissimo! Mooolto mooooolto in fondissimo!”  

Sorrisi. Era bello avere attorno persone così comprensive. E dire che mi aspettavo una sfuriata secolare, o un agguato!

“Posso considerarmi perdonato o no?” chiesi. Lui portò una mano al mento, fingendosi pensieroso. “Mmh…fammi un po’ pensare…solo se ammetti di nuovo che l’arte è un’esplosione” ecco, qualche idiozia dell’ultima ora ci stava!

“Te lo scordi, Deidara! Tutto tranne questo”

“Ok…allora considerati perdonato, Danna” sorrise (Il suo sorriso era di certo la seconda cosa che aveva stregato Shiori! Odio dirlo, ma aveva un gran bel sorriso, il biondo). Ci guardammo per qualche istante. “Ehm…a questo punto che dovrei fare?” chiese.

“Beh…solitamente ci si abbraccia a questo punto…

…………….

…………….

…………….

Naaaaaa! Va bene così” dissi all’unisono con lui. Ridemmo. Mi alzai lentamente. “Vado di là. Credo che abbiano appena intrapreso un torneo di ‘ruba mazzetto’ e non ho intenzione di perdermelo” dissi. Non è che fosse del tutto vero…ma non ero mai stato capace di trattenere conversazioni così a lungo. E per quella sera, avevo parlato anche troppo. “Ok…vai e vinci, Danna. Vinci questa battaglia anche per me” disse Deidara con atteggiamento da ‘comandante di una legione di soldati’.

“Tu non vieni?”

“No, sto qui in camera ad aspettare Shi”

“A proposito di Shiori” mi  puntai gli occhi nei suoi.

“Si?” chiese.

“Voglio che tu mi prometta una cosa.”

“Ok…dimmi”

“Promettimi…che farai di tutto per conquistarla, essere felice con lei e soprattutto renderla felice! Promettimi che userai tutti i mezzi, che giocherai tutte le tue carte, che darai anima e corpo per conquistarla. Promettimi che la proteggerai e la renderai la donna più felice della terra. Vinci questa battaglia anche per me, Deidara.

Il biondo arrossì violentemente. Stessa identica reazione di Shiori allo stesso, identico (non del tutto) discorso. Sorrise. “Promesso. Puoi giurarci, Danna.”

“Guarda che ci conto” feci per aprire la porta. “Ah…e se per caso tu la fai soffrire…io ti castro con le mie stesse mani! E poi ti faccio fuori!”

Scoppiò a ridere, e annuì. “Tranquillo. Non potrei mai farle del male”

Gli rivolsi un ultimo sorriso, poi uscii dalla stanza. Sospirai sollevato. Per la prima volta dopo chissà quanto tempo, mi sentivo appagato! Contento delle mie azioni. Ero soddisfatto, e anche piuttosto felice, direi. Era come…se avessi raggiunto lo scopo della mia vita. Strano, direi. Con quel senso di vaga felicità, saltellai (ebbene si! saltellai!) in cucina.***

 

Ebbene questo è quello che sono riuscita a combinare durante il mio poco tempo libero. Spero sia venuto fuori qualcosa di leggibile, almeno, e soprattutto spero di avervi stupiti almeno un po’. Beh, adesso siete liberi di picchiarmi o insultarmi per il triste destino di Sasori, ma uccidervi ve lo sconsiglio per tanti motivi: 1. qualcuno deve pur mandare avanti questa follia, e solo io so come andrà a finire ^^ 2. beh…credo che avrete più voglia di uccidermi dopo il prossimo capitolo, che giuro, sarà ben peggiore di questo! Anche questa volta ringrazio tutti, ma proprio tutti i lettori, sia quelli che recensiscono, sia quelli che non lo fanno! Un grande bacio anche a tutti coloro che hanno aggiunto ai preferiti il frutto della mia mente bacata. Beh, che dire? Se siete arrivati a leggere fino al 9° capitolo avrete sicuramente tanta pazienza, per sopportarmi! Comunque vi ringrazio perché state accompagnando me e la cara Shiori in questa avventura e perché date a entrambe la forza di andare avanti con le vostre recensioni (è vero! Grazie, cari! T.T sono commossa! N.d.Shi). Anche questa volta purtroppo non so con precisione quando aggiornerò, ma spero di farlo al più presto! Tanti baci e tante grazie! Recensite, mi raccomando! ^^

*Therys*

  
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