Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: nutsandginger    22/12/2015    0 recensioni
Harry/Louis | Photographer!AU | Minilong di due capitoli (3.2K e 3.9K) | breve descrizione di un rapporto sessuale M/M
-
Harry è uno che ha sempre amato girare il mondo, il suo sogno sin da piccolo è sempre stato questo. Una volta arrivato a Roma, dove dovrebbe rimanere solo due settimane, decide di fermarsi tutta la vita. Un ragazzo con gli occhi azzurri potrebbe averlo corrotto, facendolo innamorare di lui.
-
O dove Harry è un fotografo che visita Roma per la prima volta e viene trasportato in parchi, musei, ristoranti e chiese da Louis, buffo cameriere di una trattoria rustica.
-
Questa fanfiction partecipa al fest "It's alright if you want to get used" indetto da @smalltimedreams e @slartjbartfast
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa fanfiction partecipa al fest "It's alright if you want to get used" indetto da @smalltimedreams e @slartjbartfast

Tipologia di storia: Minilong di tre capitoli

Numero di parole del capitolo: 3.949

Prompt scelto: numero 4 - Harry è uno che ha sempre amato girare il mondo, il suo sogno sin da piccolo è sempre stato questo. Una volta arrivato a Roma, dove dovrebbe rimanere solo due settimane, decide di fermarsi tutta la vita. Un ragazzo con gli occhi azzurri potrebbe averlo corrotto, facendolo innamorare di lui. (7 punti)

Punti extra: Playlist (10 punti)

 

A Paolo,

la mia più grande

ispirazione.

 

Eat, pray & love in Rome

 

Pray

 

 

 

Il giorno precedente erano andati a dormire presto, dandosi poi appuntamento per la mattina seguente alle 9 in punto sotto la basilica di San Giovanni in Laterano, pronti a un’altra lunga giornata di visite.

Harry in orario come sempre, Louis ovviamente in ritardo. 

Il riccio è assorto nei pensieri più profondi – in realtà sta solo cercando di tenere gli occhi aperti – quando due mani piccole e fredde si appoggiano sui suoi occhi verdi. Harry decide di stare al gioco e far contento Louis, che quella mattina sembra davvero non avere più di sette anni.

“Chi sei?”

“Indovina!”

“Sei Mickey?”

“No! Riprova”

“Maja?”

“Sbagliato”

“Non sarai forse quel rompi scatole di Louis, vero?”

La risata di Louis, preceduta da un “Coglione!”, riempie la piazza antistante alla basilica e Harry ormai non fa neanche più caso ai brividi che gli corrono tra le scapole ogni volta che sente quel suono cristallino.

Louis salta davanti al viso di Harry e gli schiocca un sonoro bacio sulla guancia – terribilmente vicino all’angolo della bocca se vogliamo essere precisi – per poi prendergli la mano e trascinarlo all'entrata della chiesa.

“Okay, io mi sorbisco questo triste e inutile giro per le chiese di Roma, solo se stasera vieni a una festa con me”. Suona come una minaccia, più che come un'offerta, ma Louis è visibilmente eccitato per quella sera e Harry è un uomo e come tale ha delle debolezze – e in questo caso la debolezza in questione è il sorriso perfetto del ragazzo che si ritrova di fronte.

“Ma Louis! Non ti sto portando a messa!”

Harry proprio non capisce cosa si possa trovare di noioso nel visitare le chiese. Sono i monumenti che preferisce: piene di storia, di silenzio interrotto solo dai leggeri passi dei turisti che rimbombano sui muri affrescati e traboccanti di piccoli dettagli che un occhio come il suo non puo' che notare. Li trova davvero luoghi affascinanti.

Louis borbotta qualcosa che il riccio non coglie, ma poi si ammutolisce e cammina lentamente sulla larga navata interna, lanciando occhiate annoiate a destra e a sinistra. Harry non puo' che togliere velocemente il flash alla macchina fotografica, come indicato su un cartello appena fuori dalla basilica, e scattare un paio di foto del ragazzo.

 

“Ma a Roma fate altro oltre che mangiare?”

Harry è nella capitale appena da due giorni ed è sicuro di aver guadagnato almeno tre chili e mezzo.

“La vita è troppo breve per mettersi a dieta, riccioli d'oro

Louis ha una vera e propria ossessione per i capelli di Harry. Appena ne ha l'occasione vi inserisce le piccole e affusolate mani e inizia a fare dei grattini, quasi stesse coccolando un gatto – forse qualche volta Harry ha finto di fare le fusa, giusto per accontentare l'altro. Altre volte, invece, soprattutto quando vuole infastidirlo, gli tira qualche boccolo o semplicemente lo spettina completamente. Non che Harry passi ore davanti allo specchio tentando di tenere a bada quel nido che si trova al posto dei capelli, ma almeno una sistemata deve dargliela, e Louis coglie sempre l'occasione perfetta per stravolgerli completamente.

Sono seduti su una panchina dopo ore e ore di camminata in giro per la città e ormai Harry ha perso la cognizione spazio-temporale, tanto da non sapere in quale delle tantissime piazze romane siano e ha una vaga idea dell'ora solo grazie al sole, che inizia già a tendere leggermente sull'aranciato.

“Devo inviare un barattolo di Nutella a Gemma, la amerà sicuramente” Harry si sta leccando via la crema spalmabile, che è diventata ormai la sua droga, dal proprio pollice e Louis pensa che potrebbe girare un porno amatoriale composto solo dai movimenti brevi e decisi della lingua rosa attorno a quelle dita lunghissime e- stop. Contegno Tomlinson.

“Sai qual è la cosa che preferisco della Nutella?” Louis si gira completamente verso Harry, un sorrisetto furbo a incorniciargli il viso baciato dal sole.

“Spara” Harry lo imita, sistemandosi meglio sulla panca.

“Si possono fare un sacco di giochetti sessuali” Louis dovrebbe seriamente ricevere un premio per la grazia con cui riesce a tenere la sua espressione impassibile – anche se in realtà la maggior parte del lavoro lo fanno gli enormi occhiali da sole che ha rubato al riccio e che ora riposano sul suo naso.

Harry sputa il the freddo che stava bevendo, mancando per poco un Louis che ormai si contorce dalle risate.

“Louis Tomlinson non hai neanche una goccia di pudore nel tuo corpicino?” Harry cerca di mostrarsi sconvolto, fallendo miseramente. E’ colpa di Louis se non puo’ fare altro che ridere e sorridere in sua presenza, ok? Probabilmente gli avrà drogato qualche bevanda per renderlo così succube al suo terribile umorismo.

“Cosa vorresti intendere con la parola corpicino, Gulliver?”

“Hey non è mica colpa mia se piccolo come sei, mi vedi come un gigante”

Il poco the che Harry aveva avanzato finisce sulla strada insieme alla bottiglia, dopo che Harry è stato preso d’assalto con il solletico.

“Okay, OKAY HAI RAGIONE TU! Sono io ad essere sproporzionato, HAI RAGIONE!”

Louis ferma il solletico soddisfatto e Harry tira un sospiro di sollievo. Quando pero’ riapre gli occhi perde nuovamente il respiro, ritrovandosi a due centimetri dal viso di Louis e realizzando il peso del corpo del ragazzo a cavalcioni sul proprio. Gli occhi di Louis sono ancora più belli visti da così vicino e Harry si fa scappare un “voglio fotografarti”. Louis ridacchia furbo prima di lasciare un bacio umido sull’angolo della bocca rossa del riccio. E questa volta Harry è sicuro che non sia stato un errore.

 

“E' meraviglioso, non trovi?”

Sono rimasti per un po' seduti in un parchetto e poi Louis ha improvvisamente afferrato il polso di Harry e l'ha trascinato per mezza città. Ai piedi di una salita vertiginosa, Harry ha inchiodato e Non è che hai intenzione di buttarmi giù da una collina, vero? Sono troppo giovane e bello per morire ora” ha detto leggermente isterico, ma Louis non ha voluto saperne di dargli spiegazioni e si è avviato per la salita, questa volta intrecciando le sue dita con quelle di Harry.

Click.

Harry non puo' che scattare l'ennesima fotografia di quel tramonto mozzafiato. 

Louis l'ha portato su quello che ha scoperto essere il Gianicolo, un colle che si innalza per circa un'ottantina di metri su Roma, città che ora, mentre il sole sta tramontando, è ancora più bella del solito.

“Amo vedere i tramonti dall'alto” Harry quasi sussurra, come se parlare ad alta voce significhi spezzare la magia che quel sole rosso e rosa crea.

“Lo so” Louis non si gira a guardare il riccio in parte a se. Sa che se si girasse troverebbe uno spettacolo ancora migliore del sole che tramonta. Harry sembra ringiovanire ogni volta che vede qualcosa che gli piace davvero. Probabilmente ora i raggi del sole si riflettono nei suoi occhi chiari, facendoli diventare color ambra, i riccioli ridicolmente lunghi e non raccolti nel solito chignon svolazzano con la leggera brezza serale e il sorriso completo di fossette emana un bagliore mille volte più accecante di quello solare.

“Me l'hai detto ieri sera” Louis risponde alla tacita domanda di Harry.

A Harry si riscalda il cuore per il fatto che Louis ricordi un piccolo dettaglio come questo.

Gli ultimi raggi di sole di quella lunga e piena giornata, illuminano il profilo elegante del viso di Louis, mettendogli in risalto la linea dritta del naso e le labbra fini. 

Click.

“Hey! Mi hai fatto una foto” Louis si obbliga a guardarlo negli occhi.

“Eri bellissimo, non potevo non fartela” Harry non ha scuse.

 

Sono circa le dieci di sera quando alla porta della camera d'albergo di Harry bussa qualcuno.

Harry appoggia il diario di pelle sul davanzale della finestra e, dimenticandosi di indossare solo una maglia bianca e sdrucita e un paio di boxer, va ad aprire.

Fuori dalla porta c'è Louis in skinny neri e bretelle, bretelle cazzo.

“Hai dieci minuti per farti una doccia e vestirti decentemente. Andiamo a vivere la Roma notturna!”

Louis sembra uscito da un film come Sex And The City, ma abbiamo appurato che nessuno – Harry men che meno – sa dirgli di no.

Poco dopo Harry profuma dello shampoo scadente dell'albergo e indossa una Fedora, una camicia dalla fantasia improponibile e dei jeans bianchi talmente aderenti che Louis ha iniziato a chiedersi come il ragazzo possa respirare.

Camminano per le vie ciottolate e illuminate di Roma, incontrando bambini che ridono, gruppi di ragazzi già alticci e famiglie felici.

Sono in una stradina deserta e poco illuminata quando si iniziano a sentire delle grida e della musica. Sbucano poi in una piazza enorme, con un obelisco nel mezzo. Quella che durante il giorno è una piazza riempita solo di qualche turista, quella sera è occupata da un palco illuminato da luci verdi, viola e rosse sul quale una band a Harry sconosciuta suona un pezzo di indie rock, facendo ballare e urlare il pubblico.

Harry guarda Louis e Louis lo sapeva, lo sapeva che avrebbe fatto quell'espressione totalmente estasiata.

La mano destra di Harry finisce a proteggere la sua amata fotocamera, mentre quella sinistra è ben salda tra le dita di Louis, ormai modellate alle sue, che lo sta conducendo proprio sotto al palco, infiltrandosi tra la massa di gente sudata e felice, che balla compatta.

Harry lascia – un po' a malincuore – la mano di Louis e scatta qualche foto al palco, al frontman e al pubblico, che, illuminato dalle luci colorate crea un effetto magico. Quando poi si gira in cerca di Louis, questo si è lasciato totalmente andare al ritmo della canzone e, mani in alto e occhi chiusi, ondeggia lentamente i fianchi. Harry gli scatta una foto. Il flash colpisce il viso di Louis, che si stende in un sorriso consapevole. Louis apre gli occhi e gli allunga una mano. Subito Harry la afferra e inizia a molleggiarsi, un po' scoordinato, seguendo il ritmo dettato dalle mani di Louis che si sono spostate sui suoi fianchi.

Il tempo passa, ma loro due continuano a ballare insieme, le mani di Louis che sono scese leggermente sopra ai glutei di Harry e quelle del riccio che giocano con le ciocche della nuca dell'altro. Si guardano negli occhi, le fronti leggermente sudate a contatto, si fanno guidare dall'altro, si sorridono e osservano l'uno il corpo dell'altro, entrambi accaldati, entrambi con la stessa scintilla nello sguardo.

Harry ha caldo, gocce di sudore scendono dalle tempie e i ricci sono totalmente spettinati. Si sente ubriaco, nonostante non abbia bevuto niente. Non sente altro che i polmoni vibrare a ritmo, la testa leggera e la presa ferrea ma delicata delle piccole e affusolate mani di Louis su di se.

 

I piedi di Harry urlano vendetta, mentre Louis lo trascina su una carrozza dell'ultima corsa della linea A di Roma. 

Nonostante siano le due passate la metropolitana è piena, ma Harry riesce a rubare un posto libero a un ragazzetto visibilmente ubriaco. Louis gli si mette di fronte, appoggia la fronte sul metallo fresco di un palo e scrive velocemente su un telefono che ha decisamente visto tempi migliori.

Harry mette a fuoco Louis e lascia che le luci della galleria al di fuori del treno si sfuochino e scatta.

Louis ormai riconosce il rumore dello scatto e sorride nuovamente, ma non dice niente, continuando a schiacciare lo schermo rigato del cellulare. Deve aver inteso quanto Harry ami fotografarlo.

“Zayn mi ucciderà per il ritardo, ma non potevamo andarcene prima della fine del concerto”

Harry annuisce d'accordo e “Chi è Zayn?” chiede con la voce roca, causa del suo cantare a squarcia gola durante il concerto.

“E' un mio amico. Stiamo andando alla sua festa adesso” e Harry è stanco, vero, ma ama le feste, ama incontrare gente nuova e – deve ammetterlo – ama bere fino a dimenticare anche il suo nome. 

“E lui com'è?” Harry si sta quasi addormentando, ha bisogno di prestare attenzione a qualcosa e non potrebbe mai perdersi un discorso di Louis, così scegli di farlo parlare ma Louis dice solamente E' strano per poi zittirsi fino alla fermata alla quale devono scendere.

 

La casa di Zayn – che Harry ha scoperto essere un tatuatore piuttosto conosciuto – è la concretizzazione del suo sogno di appartamento. Si tratta di un open-space, con muri di mattoni rossicci a vista pieni di quadri – molto probabilmente dipinti da Zayn stesso –, una cucina in acciaio ultra accessoriata e più a destra si intravvede da delle tende semi-trasparenti un letto matrimoniale. Il divano blu elettrico è stato probabilmente spostato contro una parete, per lasciare il centro del loft come pista, dove la maggior parte degli invitati sta ondeggiando a ritmo di una qualche musica elettronica.

Louis afferra la mano di Harry, che ormai non fa quasi più caso a quel gesto, e lo guida verso il divano, dove una ragazza biondo platino è spalmata su un ragazzo di cui si vedono solo le mani che stringono possessivamente i glutei di lei.

“Mi dispiace interrompere la pomiciata, ma esigo i saluti dal padrone di casa” Louis ridacchia, per niente dispiaciuto.

La ragazza si solleva, svelando sotto di se un ragazzo leggermente scuro di carnagione, con capelli neri e una leggera barba a incorniciargli il viso magro. Gli occhi color miele si accendono quando si posano sulla figura di Louis.

“Ce l'hai fatta ad arrivare Loulou, complimenti” le labbra carnose del ragazzo si tirano in un sorriso sghembo.

“Harry, questo strafottente è Zayn, Zayn questo è Harry”

Harry stringe la mano completamente tatuata di Zayn che lo osserva da capo a piedi per poi lanciare un'occhiata a Louis.

Louis ha parlato a Zayn di Harry, il riccio ne è sicuro ora.

“Piacere Harry. Louis mi ha detto che sei un fotografo. Beh, sentiti libero di scattare quanto tu voglia nella mia casa, un po' di pubblicità per i miei quadri non fa mai male” Zayn gli fa un occhiolino e si alza dal divano, raggiungendo la ragazza di prima e abbracciandola da dietro.

“Ora capisci perché l'ho definito strano?” Louis lo guida verso la cucina.

“Non è strano, è un artista”

“Voi artisti siete tutti strani”

Harry vorrebbe controbattere a questo luogo comune degli artisti strani, ma Louis gli piazza in mano un bicchiere pieno di un liquido chiaro e Harry ne butta giù un sorso senza fare domande.

“Alla salute” dice Louis prima di bere a sua volta il contenuto del proprio bicchiere.

 

Sono le quattro di mattina quando un Harry completamente ubriaco si siede in parte a Louis, sul tappeto al centro dell'appartamento di Zayn, ormai quasi completamente vuoto. Sono rimasti in una decina, di cui Harry riconosce solamente  Niall e Liam, Perrie – come si è poi presentata la ragazza che scambiava tranquillamente saliva con Zayn sul divano – e ovviamente Zayn, che, come Louis, sta rollando quella che ha tutta l'aria di essere una canna. Harry è incantato da come le mani di Louis lavorino veloce rollando la sigaretta alla perfezione, e scatta giusto qualche foto.

Louis si prende di dritto il primo tiro, aspirando a pieni polmoni e trattenendo il respiro per qualche secondo, gli occhi chiusi. Alza poi lo sguardo verso Harry e gli si avvicina, gli prende i capelli dalla nuca, obbligandolo ad alzare la testa. Harry intuisce all'ultimo secondo le sue intenzioni e, appoggiando una mano sul fianco dell'altro per tenersi in equilibrio, apre la bocca ed inspira il fumo dalle labbra di Louis che sfiorano le sue.

Harry espira e Louis gli si siede tra le gambe sorridendogli tranquillo.

Harry davvero non sa come faccia ad essere ancora vivo, con un cuore pulsante, e non a terra, morto stecchito, dopo quello che Louis ha appena fatto.

Niall, in parte a loro, si lamenta di volerne provare un po' e Louis prima di passargliela aspira ancora un paio di volte e allunga la sigaretta tra le labbra di Harry, invitandolo a farne qualche tiro, per poi passarla a Niall e farsi piccolo, appoggiandosi al petto ampio di Harry. Harry sente ancora in bocca il sapore della saliva che Louis ha accidentalmente lasciato sul filtro.

 

Qualche ora dopo Harry si ritrova sul tetto a fumare da solo – questa volta una semplice sigaretta.

Louis si era addormentato tra le sue braccia, mentre lui cercava di non ridere alle battute senza senso di Niall per non svegliarlo. Aveva poi avuto bisogno di aria e aveva adagiato Louis sul divano, premurandosi di coprirlo con una coperta di pile prima di salire le scale che aveva scoperto portassero sul tetto del palazzo.

Il sole tarda a sorgere, ma Roma è già sveglia. Gli autobus sono già strabordanti di giovani studenti diretti a scuola e si possono sentire i primi clacson di automobilisti già stressati.

Al rullino della fotocamera di Harry, oltre a foto di Louis brillo e fatto, si aggiungono anche molti scatti di quel bellissimo panorama.

La porta alle spalle di Harry sbatte e, illuminato dai primissimi raggi di sole, si intravvede Louis avvolto da una coperta che lo fa sembrare ancora più piccolo. Il ragazzo si siede silenziosamente in parte a Harry e gli passa un lembo del plaid, di modo che possa coprire entrambi, per poi poggiare la testa sulla spalla destra di Harry.

“E' la prima volta che vedo un tramonto e un'alba di seguito” la voce di Louis è forse ancora più acuta del normale e i brividi sono ormai di casa sulla schiena del riccio.

“Come stai?” Louis sembra davvero provato dalla sbronza di poco fa.

“Di merda”

“Vuoi che chieda a Zayn se ha delle banane per un frullato anti-sbornia?” 

Il favoloso trucco del frullato di banane, latte e miele glielo aveva insegnato un suo amico in Germania, in seguito a una delle grandi serate passate a bere birra in un pub di Berlino. Un trucco funzionante quanto vomitevole, pero'.

“Harry non parlarmi di banane quando sei attaccato a me e sono ancora un po' ubriaco, potrei non rispondere delle mie azioni” gli occhi di Louis sono chiusi e il viso è stanco, ma le labbra riescono ancora a piegarsi in un piccolo sorrisetto furbo.

Harry ride, ma non commenta.

Il sole sorge timido dietro ai colli che circondano la capitale e Harry rimane senza fiato.

“E' meraviglioso”

“Lo è davvero” Louis risponde subito e senza pensarci, ma la sua attenzione è rivolta a ben altro che non sia l'alba.

Cosa se ne fa di un sole che sorge se è appoggiato al suo sole personale che non è mai tramontato?

Harry si volta verso di lui, sentendosi osservato e Louis è colpito da quanto Harry sia ancora più bello con i raggi del sole che gli accarezzano il viso.

Si guardano negli occhi per qualche minuto, senza dire niente. 

Harry si sente nudo, gli occhi di Louis stanno scavando dentro la sua anima.

Louis si sente senza fiato, sta lentamente annegando nello sguardo color speranza dell'altro.

Ed è istintivo per Louis poggiare una mano fredda sulla guancia bollente di Harry e per Harry chiudere gli occhi e poggiare le labbra piene su quelle di Louis.

Il bacio è leggermente scoordinato, causa la canna fumata qualche ora prima e i troppi drink.

Harry è il primo a posare una mano sulla spalla di Louis e allontanarlo leggermente perché “Siamo ubriachi”. Louis lo guarda leggermente stordito, per poi alzare le spalle e sdraiarsi all'indietro, chiudendo gli occhi e rilassando la mente.

Harry fa fatica a respirare, la mente è ancora annebbiata e l'unica cosa su cui riesce a concentrarsi è il sapore di Louis sulla sua lingua.

“Fanculo, ti bacerei anche da sobrio”

Harry si lascia completamente andare, adagiandosi sul corpo di Louis, una gamba in mezzo a quelle del ragazzo sotto di lui, e lo bacia nuovamente, questa volta con più passione.

Louis sorride e allunga le sue mani sui glutei dell'altro, per poi risalire tutta la schiena e ancorarsi tra i ricci morbidi.

Harry mugola quando Louis gli sfila la t-shirt leggera, si sente accaldato ma ne da la colpa ai raggi del sole che ora risplendono caldi sulla sua schiena liscia. 

Louis pensa di poter venire sul momento – senza essere stato toccato e nei boxer come un dodicenne – solo perché nota lo scintillio di un piercing sul capezzolo sinistro di Harry. Decide quindi di prendere in mano la situazione, ribaltando le posizioni e mettendosi a cavalcioni sul riccio.

Le labbra di Harry si riempiono di morsi, come il collo su cui ora Louis sta lasciando una macchia violacea che urla “Mio”

Presto i vestiti di Harry giacciono da qualche parte sul tetto e il suo corpo nudo e pieno di brividi riempie la coperta di pile.

Un gemito esce dalle sue labbra, quando la lingua calda di Louis saggia tutto il corpo, lasciando dolci baci e contrastanti morsi. 

Ed è quando Louis inizia a stuzzicargli l'interno coscia che Harry soffia un leggero “Ti prego”, perché ha voluto le labbra di Louis su di se dal primo momento che l'ha visto e ora non puo' proprio aspettare.

Ti prego, Louis, fottimi”.

 

*

 

Il rumore continuo della macchinetta che picchietta sul suo braccio sinistro è rilassante e aiuta Harry a non pensare alla sua partenza imminente. 

Il suo sguardo cade sulla colorata penisola italiana, patria della bellissima Roma che ha visitato ormai tanto tempo fa. Ora, dopo la Russia, il Giappone e il Cile, anche il Kenya sta prendendo colore, lasciando il ricordo della bellissima esperienza appena passata. 

Vicino a lui, stessa posizione e stessa espressione di leggero dolore l'amore della sua vita. Sul braccio destro una bussola sta prendendo forma, home al posto del nord geografico. 

Casa.

Quella casa che ora, dopo tanti anni di crescita – sia esteriore, ma soprattutto interiore – Harry puo' riconoscere nell'aeroporto di Roma Fiumicino, dove tutto è iniziato. Quello stesso aeroporto rumoroso e sempre affollato che stanno attraversando ora, valigia nella mano e circa dodici ore di volo alle spalle. La puo' ritrovare nel caricare i trolley nel baule del taxi, mentre la sua anima gemella snocciola stancamente all'autista l'indirizzo del loro appartamento. E nell'appoggiare la testa nel collo di Louis ed essere inondato dal suo profumo, che ormai è diventato il proprio.

Per Harry la parola casa non è più soltanto quell'ammasso di tristi e grigi mattoni che compongono il loro mini appartamento al quinto piano senza ascensore. Louis è casa. 

 

“Abbiamo viaggiato per il mondo. Abbiamo fatto davvero molti viaggi e il nostro appartamento è ormai pieno di souvenir. Ma io posso dire che sono sempre stato a casa. Ho girato il mondo, ma sono sempre stato a casa. Perché la mia casa è lui, Louis Tomlinson” Harry alza la flute riempita di Champagne, concludendo il suo interminabile discorso.

“Ed è per questo, miei gentilissimi ospiti, che vi chiedo di non stupirvi se tra la moltitudine di cattedrali, tramonti e albe, paesaggi felici, tristi e inquietanti che costituiscono la mostra che vi presento oggi, troverete anche qualche scatto di mio marito” la voce gli trema leggermente “Ad esempio con solo un lenzuolo leggero che copre il suo bellissimo corpo scurito dal sole australiano. Non stupitevi, perché lui fa parte di me e, nonostante tutto quello che i miei occhi hanno visto, lui rimane la mia opera d'arte preferita in assoluto”.

Harry fa un passo avanti, fa passare lo sguardo sugli invitati all'evento. Riconosce Niall sorridente, Zayn abbracciato a Perrie e Liam mano nella mano con Sophia. Scorge sua madre sorridere e sua sorella alzare i pollici per incoraggiarlo. E infine fissa senza esitazione gli occhi in quelli lucidi di Louis, che si asciuga velocemente una lacrima e gli sorride, mimando con le labbra un “Sono orgoglioso di te”.

 

-

Ciao a tutti! 

Questo è l'ultimo capitolo di questa mini-mini-mini-long.

Ho un paio di cose che vorrei precisare e ci tengo particolarmente che voi sappiate:

Vorrei come prima cosa ringraziare @ingestita su twitter per avermi fatto quel banner stupendo e avermi prestato assistenza informatica.

Vorrei inoltre precisare che non sono di Roma, ne ci sono mai stata, quindi ringrazio tanto Mary, il mio tesoro, per avermi dato tutte le informazioni.

E vi faccio giusto un'annotazione per dirvi che il personaggio di Harry è ispirato a Paolo Raeli che è tipo la mia anima gemella. E' un fotografo veramente bravo e vi consiglio di visitare il suo instagram (@paoloraeli).

Come avrete notato, il titolo è liberamente scopiazzato da “Mangia, Prega, Ama”, libro (o film per i più pigri) che vi consiglio assolutamente di leggere (o vedere).

Ho deciso di dividere questa storia in due capitoli, e la cosa non è casuale. Il primo, Eat, si basa su Harry che assaggia i vari cibi italiani. Per la mia “malformazione scolastica” come un bambino che scopre il mondo mettendo ogni oggetto che gli si presenta davanti in bocca, così Harry scopre tutti gli angoli più remoti della bellissima Roma. Se siete interessate/i a un approfondimento vi reindirizzo allo sviluppo psico-sessuale di Freud e, in particolare, alla fase orale.

Questo secondo capitolo è quello che mi porta un po' alla blasfemia. Di fatti il 'pregare' del titolo si riferisce in primo luogo alla visita delle chiese e si rivede poi nella tanto agognata voglia di essere fottuto di Harry, tanto da arrivare al pregare, appunto, Louis.

 

Dovrei aver detto tutto, quindi vi chiedo una piccola recensione per farmi sapere se questi due piccoli capitoli vi sono piaciuti o no. 

Per chiedermi qualcosa, o semplicemente parlare un po' potete trovarmi su twitter (@nutsandginger) e altri social che trovate nella bio di efp.

 

Un grosso bacio,

Lotus.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: nutsandginger