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Autore: Rota    08/03/2009    5 recensioni
Piccola raccolta di fanfic sul Team 8 di Kurenai, dove Shino, Kiba e Hinata si vedono protagonisti e si raccontano attraverso fugaci visioni, di coppia o di singoli. Che possa piacere a tutti gli amanti di questo meraviglioso Team.
Capitolo uno: Sotto la luna (ShinoKiba); partecipante alla 5° edizione del contest 2 weeks di Kurenai 88.
Capitolo due: Entomology (Shino Centric); I classificata al contest "Personaggi secondari" di beat_88.
Capitolo tre: Galeotta fu la lettera (ShinoKiba); III classificata al contest "Operazione yaoi fan girl" di rekichan e Kei_Saiyu.
Capitolo quattro: Butterfly (ShinoHinata).
Capitolo cinque: Wind (KibaHinata); II classificata al "Puppy contest" di Dreaming Ferret.
Capitolo sei: Eyes (ShinoHinata); III classificata al contest "Missione: una fidanzata per Shino" di hachi92.
[Avvertimenti, Rating e Generi a seconda della ff]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Kurenai Yuhi, Shino Aburame
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ShinoKiba 3 Image and
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Autore: Rota23
Titolo: Galeotta fu la lettera
Genere: Comico, Introspettivo, Erotico
Raiting: Rosso
Avvertimenti: One shot, yaoi, Lemon
Disclaimer: I personaggi di Naruto non mi appartengono, ma sono di proprietà esclusiva di Masashi Kishimoto
Personaggio/Coppia scelta: Hinata, ShinoKiba
Introduzione: Una lettera sancisce il terribile compito della povera e sfortunata Hinata, riprendere i propri compagni di squadra in…. “piacevoli occupazioni”. Riuscirà la giovane Hyuuga a compiere la sua pericolosa missione?
Note dell’Autore (facoltative): Dunque, pensando al personaggio di Hinata, e mettendola in un contesto simile, ho pensato che per forza ci dovesse essere una vena comica che avrebbe pervaso tutta la ff. Intendiamoci, Hinata è Hinata, è timida, insicura, dolce e buona, con un certa difficoltà accetterebbe di riprendere di nascosto i propri compagni mentre sono occupati in piacevoli occupazioni intime.
E da questo punto ho iniziato la mia ff.
Il dubbio iniziale alla fine si risolve in risolutezza, Hinata svolgerà il suo lavoro, questo è indubbio.
P.s.(per rassicurare la signora giudice Kei): ho fatto una ShinoKiba u_u Non una KibaShino. Poiché anch’io, come la signora giudice, ritengo che un Shino in funzione di uke non si possa neanche immaginare. Ecco tutto.
P.s.s.: ho usato il nome delle giudici del concorso per nominare due dei personaggi originali di questa ff solamente perché ho trovato la cosa divertente, e decisamente simile alla realtà. Lo scopo è lo stesso, io scrivo e lei riprende. Nulla più. Indi, ripeto, l’ho fatto solo per dare più comicità alla scena. Nulla di più, nulla di meno u_u

la seguente fanfiction ha partecipato al contest indetto da rekichan e Kei_Saiyu "Operazione yaoi fangirl" classificandosi terza.


Un urlo agghiacciante e un tonfo sordo, di qualcosa che cade rovinosamente a terra spezzò improvvisamente la tranquilla quiete che avvolgeva casa Hyuuga.
Qualche attimo d’attesa, poi ognuno riprese le proprie attività: chi l’allenamento, chi lucidare le proprie armi, chi bere placidamente una tazza di the.
Solo in una stanza l’atmosfera non era più né calma né tranquilla. Hinata Hyuuga, col sedere dolorante per la caduta rovinosa, teneva ancora in mano la lettera colpevole. Con sguardo terrorizzato, con la speranza di essersi sbagliata, d’aver letto male le parole scritte, rilesse da capo, più e più volte, il testo della raccomandata recapitatale.

“1 Giugno XXXX

Gentile signorina H.,
la informiamo che, come ogni anno, la riunione dello YFCK, Yaoi Fan Club di Konoha, si terrà il giorno 25 Settembre XXXX, nella Sala dei Congressi del Municipio.
Per motivi tecnici anche piuttosto gravi non ci è stato possibile organizzare, come ogni anno, il Momento Video, momento fondante delle nostre riunioni.
Indi, per non privare le nostre collaboratrici di un momento così intenso e totalmente dedicato alla passione che tutte ci lega, lo Yaoi, la novità dell’edizione di quest’anno è la seguente: obbligatoriamente, pena l’esclusione alla partecipazione, ogni membro del Club dovrà recare alla riunione un video amatoriale riguardante una coppia selezionata accuratamente da noi per ognuna delle partecipanti. Per lei, signorina H., è stata scelta la coppia formata dai signori Kiba Inuzuka e Shino Aburame.
Le verrà recapitato il più presto possibile tutto il materiale occorrente.
Spero vivamente di incontrarla anche quest’anno alla riunione.
Distinti saluti (e buona fortuna)
                                                                   Le signore Presidentesse
Reki Chan
Kei Sayu”

Gli occhi della sfortunata Hyuuga ripassarono una, due, tre volte su quelle lettere, e ogni volta la disperazione aumentava. Shino e Kiba… proprio Shino e Kiba le erano capitati!
Passi per Kiba, non sarebbe mai stato un problema fare un video yaoi su di LUI, ma con Shino…. Con Shino sarebbe stato impossibile.
Sapeva fin troppo bene della relazione che legava i due, ormai da tempo immemore. Non che i due gliene avessero mai parlato direttamente, ma persino lei si era accorta degli sguardi che si scambiavano dell’affetto sincero che veniva celato da pacche sonore sulle spalle, della rabbia sempre più tenue che Kiba mostrava nei confronti dell’altro.
O dei suoi sorrisi maliziosi, che gli scappavano ogni tanto.
O dei rari sorrisi di Shino che rivolgeva a lui e a lui soltanto.  

Ma Shino non aveva mai permesso che la cosa potesse venire fuori, allo scoperto. Di certo, non per paura di qualche giudizio, di qualche cattiva parola. Non era quello che importava a Shino.
Odiava il rumore, semplicemente. Odiava che si chiacchierasse su ciò che faceva, su come gestiva le sue relazioni, su come si comportava col suo amante… Era faccende private, sue, personali!
Odiava il rumore, e per questo aveva imposto il silenzio, anche al rumorosissimo Kiba.

Per Hinata, quindi, anche solo l’idea d’avventurarsi in un’impresa simile la portava ad una cupa, totale depressione istantanea. Con che faccia avrebbe chiesto a Shino di posare per lei, o addirittura farsi riprendere in… “piacevoli occupazioni” con Kiba?
L’avrebbe guardata male, e come minimo non le avrebbe rivolto più la parola. Già parlava poco, dopo una cosa del genere avrebbe rotto direttamente ogni legame con la casa Hyuuga. E questo per il Team 8 sarebbe stata la catastrofe più nera.
Presa dall’agitazione, Hinata camminava avanti e indietro per la sua stanza.
Come risolvere la questione uscendone indenni?
Certo non era nelle sue intenzioni abbandonare il Club, non dopo tutti quegli anni d’intensa e sentita partecipazione ma cercare di riprendere i suoi amici equivaleva a una missione di livello S!

E intanto che la povera Hinata si disperava in camera sua, due figure, tre contando anche il cane, fecero la loro comparsa nel grande giardino davanti casa Hyuuga.

Bussarono infine alla sua porta, facendola sussultare.
-C-chi è?-
La voce calma e tranquilla di Neji la raggiunse da dietro la porta spessa di legno.
-Madamigella Hinata, ci sono visite per lei!-
Visite? Chi mai poteva farle visita in un momento catastrofico come quello?
Poi una seconda voce maschile.
-Ehi, Hinata! Dobbiamo andare a mangiare! La maestra Kurenai ci sta già aspettando!-  
La porta venne spalancata dall’interno in un solo istante, sulla soglia la povera, disperata Hinata trovò ad attenderla suo cugino e la coppia che tanto era destinata a sconvolgerle la vita, Shino Aburame e Kiba Inuzuka.
L’entomologo la guardò fisso, come sempre serio e impassibile.
-Non ti sarai forse dimenticata del nostro appuntamento, vero Hinata?-
Si doveva festeggiare il fidanzamento della maestra Kurenai col maestro Asuma tutti assieme… come dimenticarlo?
Balbettando, Hinata tornò dentro la sua stanza.
-C-certo che mi ricordavo… mi cambio e arrivo in un attimo!-
Si appiattì contro la porta di nuovo chiusa, sospirando, mentre l’Inuzuka già borbottava d’impazienza fuori, nel corridoio.
E adesso, che avrebbe fatto?

Ristorante del centro del Villaggio, rinomato per i suoi primi e i piatti a base di carne.
Schiacciata in un angolo, non partecipando in alcun modo al chiasso e all’allegria a lei circostante, la povera primogenita Hyuuga stava maledendo in tutti i modi possibili la lettera galeotta e il suo destino ingrato.  
Mentre Kiba faceva, come suo solito, chiasso in modo quasi vergognoso, alzando ogni volta il suo dannatissimo bicchiere per brindare alla salute e alla futura felicità della maestra, Shino si limitava a cercare d’ignorare la sua esistenza continuando a mangiare in silenzio e facendo dei pacati quanto discreti complimenti a Kurenai quelle rare volte in cui la bocca di Kiba non emetteva più alcun suono, poiché troppo occupata a mandare giù acqua e cibo.
Ma fu quando la maestra Kurenai andò in bagno che accadde ciò per cui Hinata desiderò con tutta sé stessa di sprofondare nella terra e di non tornare mai più in superficie.

La povera ragazza fissava ostinatamente il proprio piatto e il suo contenuto, troppo timorosa per alzare anche solo gli occhi; Kiba, giustamente, si preoccupò della cosa.
-Ehi, Hinata… stai bene? Oggi di comporti in modo strano…-
Lei abbozzò un sorriso, cercando di sembrare sincera. Mancava solamente che scoprissero le sue intenzioni, poi davvero sarebbe stata la fine.
-Tutto bene, Kiba… grazie!-
Tornò al suo cibo, cercando di chiudere lì il discorso.
Ma Kiba non era convinto, era troppo taciturna Hinata, quel giorno. Strana, come se fosse imbarazzata della loro presenza. Si rivolse indi a Shino.
-Non trovi anche tu che oggi Hinata sia strana?-
L’entomologo alzò il viso, scrutando la compagna di squadra, come ad analizzarla per qualche istante interminabile. Infine decretò, pacatamente.
-Non mi pare sia molto diversa dal solito…-
Kiba non si diede per vinto, neanche di fronte a lui.
-Ma non dice una parola!-
Il giovane Aburame lo guardò dritto negli occhi.
-Hinata è sempre stata riservata…. A differenza di te, non spreca parole a caso!-
Kiba lo guardò male, Shino trovava sempre il modo d’innervosirlo, facendolo zittire con una frecciatina poco simpatica.
Ma questa volta non si diede vinto così facilmente, o almeno non avrebbe permesso che la cosa finisse così, come Shino desiderava.
Si avvicinò quatto quatto all’Aburame, mettendogli a tradimento una mano sulla coscia, avvicinando al contempo le labbra al suo orecchio, e soffiandoci col suo alito caldo.
-A dire parole a caso c’è chi è maestro, non è vero Shino?-
Hinata alzò gli occhi verso loro due esattamente nel momento in cui la lingua di Kiba guizzò fuori dalla sua bocca per dare una veloce, quando umida lappata all’orecchio del compagno di squadra. Non vide la mano dell’Inuzuka avvicinarsi pericolosamente all’inguine di Shino, né l’occhiata tutt’altro che irritata che gli rivolse, il sorriso malizioso che increspò le sue labbra.
No, Hinata semplicemente tornò a fissare il suo piatto con insistenza, il colore viso tendente al porpora. Sentì di sfuggita un borbottio scomposto provenire dalla coppia, indi si concentrò ancora di più sulla bella bistecca al sangue che aveva nel piatto, cominciando a pensare in fretta e furia.

“Dunque, devo assolutamente ricordarmi di dire alla cuoca di casa di fare questo tipo di bistecca, di parlare col cuoco del locale per farsi spiegare come fa a cucinarla così bene e così buona, a lei davvero non esce così…”
-Ti pare il momento e il luogo di fare certe cose?-
-Mio caro, sembri così teso… magari qualche carezza ti distende un po’…-
-Kiba, leva quella mano da lì!-
-Normalmente ti piace che io metta la mano lì…-
-Se vuoi mettere ANCORA la mano LI’, faresti meglio a toglierla, ORA!-
“Eppure lei è una grandissima cuoca, mi domando come mai non sia in grado di fare un piatto simile! Le dirò che è uno dei miei preferiti, si, ho deciso!”

La festicciola si esaurì abbastanza in fretta, lasciando così libera Hinata di tornare nella sua stanza e lasciarsi andare alla disperazione, un’altra volta.
Prima di riuscire a buttarsi sul letto e dedicarsi ad un pianto liberatorio, i suoi candidi occhi caddero quasi per sbaglio su un pacchettino rettangolare, decisamente spesso, poggiato sopra la propria scrivania.
Che aveva detto Neji quando lei era entrata in casa?
Ah, si…
“-E’ arrivato qualcosa per lei, signorina Hinata… le è stato portato in camera…-“
L’aveva ascoltato distrattamente, troppo intenta a pensare al proprio cuscino e al suo prossimo uso.
Titubante, si avvicinò al mobile e indi al pacchetto. Lo prese in mano con dita quasi tremanti, lo scartò piano, allungando così, senza rendersene neppure conto, i minuti della propria agonia.
Scoprì d’aver finalmente ricevuto videocamera e cassette, tre, per la precisione.
Caso mai una non ne bastasse una soltanto.
Hinata stette ferma a fissare quella videocamera e quelle cassette per un tempo interminabile, indefinito, senza fine.
Poteva sempre rispedirle indietro, o distruggerle adducendo come scusa di non averle mai ricevute… Poteva semplicemente ignorare la cosa e andare alla Riunione facendo finta di essere all’oscuro dell’intera faccenda….

-No, questo mai!-
Alla fine si risolse, risoluta più che mai.
Cos’erano questi dubbi, questo tergiversare?
Aveva ancora un onore? Una dignità? Certo che si!
Voleva partecipare alla riunione del suo amatissimo Yaoi Fan Club? Certo che si!
Dunque, i problemi non sussistevano, doveva fare quel maledetto video. Doveva, in nome della sua dignità di yaoi fangirl. Assolutamente.
Doveva, anche per la felicità e la gioia delle sue compagne yaoiste.
Sorrise, e strinse il pugno al petto come a giurare a sé stessa di andare fino in fondo alla questione.
E con quest’animo in corpo si mise infine a dormire, pronta ad affrontare con risolutezza la giornata a venire.

Certo, tra il semplice volere e il fare effettivo c’è una differenza abissale. Ed Hinata lo scoprì ben presto.
Per quanto stessero assieme, come compagni di squadra ovviamente, non era ancora riuscita a coglierli in atti “compromettenti”, né uno sguardo diverso dagli altri, né un qualche contatto fisico anche leggero, qualche parolina di troppo…. nulla di nulla.
Era arrivata persino a seguirli dopo gli allenamenti, per vedere se si intrattenevano da qualche parte, assieme. Era stata delusa anche da questo tentativo fallimentare.
Shino sembrava più frigido del solito, e Kiba troppo irritato della cosa per insistere a stare con lui.
Proprio in un momento simile la loro relazione doveva traballare?
Aveva passato quasi un mese a rincorrerli senza successo, ormai Hinata aveva perso quasi ogni speranza…

L’occasione propizia che gli si presentò fu verso fine Agosto.
Avevano appena svolto una missione difficile e complicata, erano riusciti ad impedire l’unione di due organizzazioni criminali residenti al Villaggio della Roccia e a catturarne anche i Boss. Davvero un ottimo lavoro.
Estenuante, pericoloso… ma ottimo.
Erano tutti e tre particolarmente eccitati, in special modo Kiba lo dimostrava blaterando senza sosta una parola dopo l’altra, una frase dopo l’altra, senza che nessuno dei due suoi compagni di squadra avesse ancora dato segno d’interessarsi al suo discorso.
Fu solo quando Shino gli rivolse uno sguardo diverso dagli altri, non tanto per il silenzio che lo circondava, tanto per la sua intensità, uno sguardo che mai Hinata gli aveva visto rivolgere a qualcuno, che Kiba si zittì all’istante.
Lo guardò col medesimo sguardo, e per qualche istante rimasero zitti, tutt’e tre. Poi Kiba si rivolse a Hinata con un sorriso, quasi urlando.
-Hinata, non ti dispiace tornare a casa da sola, vero?-
Sorrideva, e aveva una strana luce negli occhi. Famelica, quasi…
Hinata sorrise dolcemente.
-Ma certo… allora vi lascio, a domani!-
S’incamminò da sola, svoltando infine un angolo, lasciandoli finalmente soli.
Attivò il Byakugan, li vide avvicinarsi l’uno all’altro, mentre Akamaru se ne corse via ad un cenno distratto del padrone. Shino infine, guardandosi attorno circospetto, condusse celermente il compagno a casa sua, non troppo distante da quel punto.

E allora Hinata fece quei pochi metri che la separavano da casa propria di corsa, entrò nella villa muovendosi il più velocemente possibile, arrivando in camera sua, afferrando camera e cassette, tornando in strada e correndo verso la casa di Shino.
Arrivò sotto l’edificio con il fiato grosso, ansimando. Ora il problema era mettersi in una posizione idonea alla ripresa. Si ricordò di aver visto, la sola e unica volta che era stata ospite degli Aburame, che la camera di Shino si affacciava su un grande albero di mele, e che il ragazzo le aveva confidato che spesso saliva sul grande albero uscendo dalla finestra, appostandosi sui suoi rami.
Corse intorno alla casa alla ricerca dell’albero, alla fine lo vide e sorrise trionfante.
Vi si arrampicò sopra con facilità, arrivando finalmente all’agognata finestra.
Vide le ante socchiuse, uno spiraglio di qualche centimetro si apriva sulla stanza dalle finestre aperte verso l’interno, lasciando intravedere quasi tutto e lasciando trasparire i rumori.
Era più che sufficiente questo, no?
Mise la prima cassetta nella videocamera, e cominciò a girare, proprio quando la porta della stanza si aprì, e Shino e Kiba entrarono, avvinghiati l’uno all’altro.

Appena varcata la soglia dell’appartamento, aveva capito che in casa non c’era anima viva, tranne loro ovviamente; Kiba non aveva resistito. Aveva abbracciato Shino da dietro cominciando a torturargli il collo con baci e morsi.
-Finalmente! Non ce la facevo più a starti lontano!-
Gli girò il mento, baciandolo sulla bocca, lavorando con la propria lingua sulle labbra e al loro umido interno. Le mani scesero troppo in basso, subito, senza aspettare, con una certa urgenza.
Shino lo fermò in tempo, prima di cadere nell’oblio dei sensi. Stava già ansimando.
-Non dobbiamo restare qui… i miei genitori potrebbero tornare…. Andiamo in camera mia…-
Kiba gli sorrise, cominciando a spogliarlo della giacca.
Fecero quel poco tragitto verso la camera sbattendo ripetutamente contro il muro, con le rispettive lingue nella bocca dell’altro, le mani a vagare sulla pelle, sul corpo del compagno.
Arrivarono indi alla meta, dopo diversi minuti.


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La schiena di Shino sbatte contro la porta della camera del ragazzo, Kiba non é certo tipo d’andarci tanto per il sottile….
Le mani dell’Inuzuka, ormai senza più freni, scendono verso il bacino dell’entomologo, e con nervosismo e una certa fretta, mentre con la bocca gli impedisce quasi di respirare, gli slaccia i pantaloni, facendoli scivolare alle sue caviglie. Quando va ad accarezzare la zona inguinale, trova il sesso di Shino gonfio, dolorosamente pulsante. Sogghigna malizioso.
-Sei impaziente, sento….-
Shino sbuffa, spazientito. Lo bacia nuovamente, non vuole più sentirlo parlare.
Liberandosi veloce dei pantaloni, lo spinge sopra il letto, quasi con violenza. Lo raggiunge subito, mettendosi sopra di lui e prendendogli i polsi tra le dita sottili, inchiodandolo così al materasso.
Lo riempie di baci, e di morsi. Mentre Kiba trema, imprecando a volte, a volte gemendo o dicendo parole sconce, la bocca e la lingua di Shino scendono pian piano dal viso al petto, passando dal mento e dal collo, fermandosi sul pomo d’Adamo a succhiare e a lasciare una traccia del suo passaggio, seguendo la linea dei muscoli scolpiti e passando, più e più volte, sui capezzoli, ad usare lingua, labbra, saliva e denti.
Lascia i polsi solo per poter andare ancora un poco più giù, verso il bacino e le gambe ancora coperte dell’Inuzuka, mentre le mani di questo si arpionano al lenzuolo del letto.
Ansimano pesantemente entrambi.
Le dita di Shino si muovono rapide e precise, slacciando e abbassando quei pantaloni scuri in pochi secondi. La sua lingua calda lecca famelica il rigonfiamento ben visibile da sopra i boxer, facendo gemere sommessamente Kiba come se scariche elettriche avessero attraversato tutto il suo corpo.
Lappa ancora e ancora, finché l’altro, con un ringhio animalesco e un colpo d’inguine che solleva il bacino dal materasso sbattendolo quasi contro il viso di Shino, gli fa’ sentire tutta la sua frustrazione e la sua voglia.
Gli sono abbassati anche i boxer, così che si ritrova nudo davanti agli occhi dell’altro.
Sorrise malizioso allo sguardo penetrante ed eccitato dell’entomologo, per nulla imbarazzato della situazione.

Si vede il sesso  di Kiba sparire tra le labbra di Shino, e poi grida estasiate, ringhi, imprecazioni, e deboli e umidi rumori di saliva in sottofondo.
Da un ultimo ringhio frustrato e insoddisfatto lanciato dall’Inuzuka quando fu abbandonato da quella bocca calda si può bene intuire come Shino l’abbia portato al limite per poi lasciarlo a un passo dall’orgasmo.
Sorride l’Aburame, allargando le gambe di Kiba e mettendosi in mezzo, facendo strusciare la propria vistosa erezione contro quella gonfia dell’Inuzuka.
Sudano, entrambi, rendendo lucide le pelli, facendole scivolare l’una sull’altra.
Shino prende i fianchi di Kiba, sollevandolo un poco dalle lenzuola e prendendolo con una sola spinta. Gridano entrambi per il piacere.
Ed alla prima seguono altre, innumerevoli, sempre più profonde, sempre più frequenti.
Una mano dell’Aburame scivola sul sesso del compagno, cominciando a masturbarlo allo stesso ritmo del proprio bacino.
E Kiba si alza a sedere, artigliando come una belva la sua schiena, lasciando segni rossi di sangue, urlando tutto il suo piacere.
Un ultimo urlo sgorga dalle loro gole, liberandosi nell’aria.
L’urlo più forte, più caldo.  

Shino si piega sul materasso, poggiandovi il corpo ormai inerme di Kiba e lasciandosi andare su di questo lui stesso.
Ansimano, ansimano pesantemente.
Un sorrisino soddisfatto si dipinge sul volto del solo Kiba, mentre Shino esce dal suo corpo caldo e si stende infine sulle lenzuola fresche, depositando un ultimo, dolce bacio su quelle labbra rosse e lucide.




Un boato d’applausi si elevò nella grande stanza quando la pellicola proiettata sullo schermo giunse alla sua conclusione.
Più di una delle molte presenti si alzò dal suo posto, cominciando a fischiare e a gridare la propria gioia. La stanza ormai, era piena di fagirls festanti e in visibilio.
Hinata, seduta al posto d’onore accanto alle presidentesse in quanto regista della pellicola in questione, era completamente rossa in viso per l’emozione e per la grande felicità.
Sapeva di aver fatto un buon lavoro, ma mai si sarebbe aspettata una reazione del genere.
Sorrideva felice alle sue compagne, godendosi il meritato premio per il suo duro lavoro.

Hinata saltellò allegra per tutto il tragitto dalla Riunione del YFCK a casa sua.
Il suo video era quello che aveva riscosso più successo in assoluto.
Persino le presidentesse si erano vivamente complimentate con lei, chiedendole se voleva diventare Regista Ufficiale del Club.
Ovviamente, lei aveva cordialmente rifiutato, ma ciò non toglieva che la cosa la riempisse d’orgoglio. Troppo felice, non s’accorse d’essere seguita finché non sentì la voce di Shino dietro le spalle.
-Spero che tu ti sia quantomeno divertita, Hinata….-
Il cuore della povera ragazza mancò un battito dallo spavento.
Si girò lentamente, ritrovandosi davanti agli occhi la figura statuaria dell’Aburame.
-C-ciao Shino…Come mai qui?-
Calò un silenzio teso tra i due, finché il ragazzo non rivelò la crudele verità.
-So che hai girato un video su me e Kiba… e so anche l’argomento del suddetto video…-
Non poteva esserci rivelazione peggiore.
Ma Hinata, non contenta di aver ricevuto una sola batosta, ne volle ricevere un’altra.
-E… e come l’hai scoperto?-
Shino la guardò dritta in faccia, facendole spietatamente aspettare qualche secondo di silenzio gravoso.
-L’albero su cui ti sei appostata era pieno di miei insetti… li avevo appostati lì in caso qualcuno usasse l’albero indebitamente per venire da me….ed evidentemente è servito a qualcosa…-

L’umore di Hinata cambiò repentinamente.
Dall’euforia più alta, alla disperazione più cupa. Shino, con poche semplici frasi, con la sua sola presenza a dir la verità, era riuscito a smontare una giornata perfetta in pochissimo tempo.
Veramente molto bravo.

Fu peggio di una doccia fredda per la povera ragazza. Decisamente molto peggio…
Primo, perché nonostante tutto quello che aveva fatto, era stata scoperta in flagrante.  
Secondo, perché, essendo ormai scoperta la sua infamante azione, rischiava seriamente di compromettere la propria squadra.

Cercò di dire qualcosa, di scusarsi col compagno, ma le parole non vollero uscirle dalle labbra, ostinatamente grippate alla sua lingua.
Guardando fisso il terreno, troppo intenta a trovare una ragione e una motivazione sensate per quello che aveva fatto, non s’accorse che Shino s’era avvicinato fino ad arrivarle davanti.
Spalancò gli occhi dalla sorpresa quando lo vide così poco distante.
-Ma a tutto c’è un rimedio, Hinata… Potrei anche perdonare la tua azione e fare finta di nulla…-
Il volto della giovane si illuminò di speranza, di gioia e di riconoscenza. Mai avrebbe sperato in una soluzione del genere.
Stava quasi per abbracciarlo, quando lui la fermò con un gesto della mano e continuò a parlare.
-... ma come potrei farlo? Non è una cosa da poco, quello che hai fatto, Hinata… certo, potrei farti un favore per un altro favore… a quel punto sarebbe uno scambio equo… non ti pare?-
A quel sorriso sadico, così innaturalmente dipinto sul volto dell’entomologo, la giovane Hyuuga rabbrividì di paura.
-Che genere di favore vuoi che ti faccia, Shino?-
Vide il sorriso sadico allargarsi ancora di più, come a sancire la sua condanna definitiva.

Kiba camminava nervoso pestando il suolo con forza, disegnando un cerchio davanti alla propria porta di casa. Stava aspettando Shino, e il ragazzo era in ritardo di ben 5 minuti.
Cosa anomala, e decisamente sospettosa.
Quando lo vide arrivare, calmo e pacifico, gli andò subito incontro.
-Allora, sei riuscito a convincerla?-
Ricevette uno sbuffo come risposta. Riprese, incredulo e imperterrito.
Come poteva essere?
-Cioè, Hinata ha acconsentito a farsi riprendere con Temari, la sua ragazza?-
Ora Shino lo guardò male.
-Mi sembra d’aver già risposto…-
Kiba lanciò un urlo, felicissimo.
-Allora siamo a cavallo! Oh faremo un figurone allo Konoha’s Yuri Festival di quest’anno!-
Shino lo guardò piroettare per qualche minuto, lasciando che sfogasse la sua gioia come meglio credeva. Kiba era ancora incredulo di tanta fortuna.
-Ma come ci sei riuscito?-
Un sorrisino furbo capitò sul viso dell’Aburame.
-Mi doveva un favore….-
Si avvicinò al compagno ormai calmo, fino ad arrivare a avvicinare pericolosamente le proprie labbra all’orecchio dell’altro, sussurrandovi piano.
-A proposito di favori… che ne diresti di riprendere il discorso di qualche giorno fa’?-
Si sentì leccare lascivamente l’orecchio, e la ritenne una risposta più che affermativa.

 
Vorrei ringraziare chiunque abbia commentato e letto i capitoli di questa raccolta.
Grazie mille, dal profondo del cuore.
Meg
   
 
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