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Autore: luley0    23/12/2015    1 recensioni
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=eWWi3vaC2bA
Il giorno che si incontrarono Sophia e Zayn non potevano immaginare che si sarebbero inseguiti negli anni
Sophia conosce Zayn quando ha soli tredici anni, da quel momento in poi i due saranno destinati a rincontrarsi più volte nel corso degli anni per brevi ma intensi intervalli di tempo. Arrivata all'età di ventitré anni, sul punto di abbandonare Londra e i suoi sogni nel cassetto, le si presenta l'occasione che può cambiare la vita e diventa l'assistente personale di Harry Styles. Solo successivamente scoprirà che Harry è il migliore amico di Zayn, con il quale - dopo una vita passata a trovarsi e sfuggirsi di nuovo - avrà la propria occasione per restare.
«Se ti avessi incontrato prima, forse… mi sarei innamorata di te»
«Forse»

‘Ma allora ognuno, inconsapevolmente, è artefice del proprio destino oppure è quest’ultimo a riproporti combinazioni e combinazioni fino al suo corretto compimento? ’
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Trailer della storia

Capitolo 13

«Quello era un fottutissimo bacio! — Reese poggiò il suo braccio sinistro sulle mie spalle, pesandomi addosso più del dovuto e tenendo in mano il bicchiere quasi vuoto di Margarita — mi avete fatto eccitare così tanto che per poco non finivo per limonarmi il barista!»
«Ree ti prego, non dire una parol-»
«Dovevi vedere la faccia di Zayn quando vi ha visto... — esclamò. Onestamente, non riuscivo a pensare a ciò che avevo suscitato in Zayn, stavo cercando ancora di metabolizzare l’accaduto — Hai presente quando al terzo anno Emily Foster trovò il suo fidanzato che quasi si scopava Polly nel ripostiglio della palestra? Era diventata tutta rossa e per poco non le si seccava la lingua per quanto aveva spalancato la bocca... la sua faccia è ancora perfettamente impressa nella mia test-»
Reese si congelò, spalancando la bocca e sgranando gli occhi. Le diedi una piccola spinta con il braccio «Me la ricordo Ree, non c'è bisogno di imitarla»
Quando però mi accorsi che stava fissando un punto di fronte a lei, guardai meglio nella stessa direzione.
Lanciai un urlo, «Mio Dio, non posso crederci!»
Illuminato dalle luci colorate dei led stroboscopici, il motivo della mia incredulità corrugò la fronte dalla quale partiva il suo solito ciuffo impeccabile e si aprì in un sorriso a me familiare.
«Liam!»
«Sophia! Non ci credo!»
Corsi ad abbracciare il mio amico, arrancando sui tacchi per divorare quel mezzo metro che ci separava.  Lui mi accolse a braccia aperte e poi mi strinse ciondolando da una parte all’altra.
«Cavolo Soph, ma quanto tempo è che non ci vediamo?»
Per l’esattezza, erano passati quattro anni e cinque mesi dall'ultima volta che ci eravamo visti.
Che c’è?
Ricordare le date era una delle mie doti.
Soprattutto se la data in questione coincideva con l’ultima volta in cui avevo visto Zayn. O meglio, la penultima.
Cioè, non la penultima nel senso letterale del termine. Nel senso, prima di rincontrarlo dopo tanto tempo.
OH, insomma. Avete capito.
Mi ero sentita con Liam, qualche volta; per la maggior parte erano stati messaggi di auguri per feste comandate, ma nulla che fosse più recente dei due anni.
Si era fatto crescere la barba, rasato ai lati i capelli e di sicuro aveva acquistato un paio di centimetri in più.
Gli occhi color nocciola di Liam si posarono su Reese che ancora non aveva proferito parola, e che era immobilizzata nello stesso punto di prima.
I due si scambiarono un saluto timido e discreto, quasi silenzioso, ma i loro volti rivelavano tutte le parole non dette.
Liam e Reese avevano avuto una storia. Non molto lunga, ma decisamente intensa.
 
22 Settembre 2012
«Liam vuole sapere se per te e Zayn va bene vederci a Londra, questo weekend — Reese mordicchiò una malcapitata matita, girando velocemente le pagine del calendario da tavolo che teneva in mano — io sarò lì già da lunedì per i corsi all'università. Tu potresti prendere il treno venerdì, appena ti liberi.  La famiglia di Liam è fuori, quindi il posto per dormire c'è. A meno che tu e Zayn non abbiate qualche altro piano...»
La bionda lasciò la frase in sospeso, alzando e abbassando le sopracciglia in modo ridicolo. Alzai gli occhi al cielo e le diedi le spalle, dandomi la spinta per far muovere la poltrona girevole su cui ero seduta.
«Per me è ok»
«Em, vuoi venire? — Reese lanciò sulla scrivania matita e calendario, per poi sporgersi dal letto e cacciare fuori la valigia gialla che nascondeva sotto la rete — il divano nel soggiorno si apre. Non è il massimo in quanto a comodità ma... meglio di nulla!»
«No, grazie — Emma si tolse l'ennesima maglietta presa nel cesto di vestiti che Reese non metteva più e che - puntualmente - faceva indossare a noi perché ancora troppo nuovi per metterli via (alcuni avevano addirittura l’etichetta) — non voglio reggere la candela a nessuno. Godetevi il vostro weekend da luna di miele»
«Scema! Sai che non ti farei mai reggere la candela. Per inciso, quella maglia ti sta da paura. Avessi io le tue tette! — disse Reese, mentre Emma ancora in reggiseno storse la bocca indecisa su cosa provarsi dopo— comunque ho già pensato a tutto io, Liam ha un cugino... e si dia il caso che è libero»
«Com'è?» chiesi, ed Em rispose al posto della bionda «Sarà un mostro... – esclamò – no, Ree! L'ultima volta che ti sono stata a sentire ed ho accettato un appuntamento al buio, il tizio in questione era gay e ho passato tutta la serata a chiedermi cosa avessi che non andasse!»
«Questo non lo è, ne sono certa»
«Ne sei certa?»
«Beh, sì. Abbastanza»
«Abbastanza non è abbastanza per me!»
 
«È Liam? Liam, Liam?» Emma chiese sussurrando al mio orecchio, mentre osservava l’oggetto della nostra discussione bere un drink ad un paio di passi da noi.
«No, Emma, è una pollo allo spiedo con il ciuffo — si intromise Reese stizzosamente, posando sgraziatamente l’ennesimo bicchiere vuoto sul vassoio di un cameriere che passava di lì — certo che è lui! Secondo te avrei gli occhi fuori dalle orbite se non fosse lui!?»
«Nervosetta, eh?» rispose l'altra dopo aver mangiato la ciliegia che galleggiava nel suo drink, dello stesso rosso delle sue labbra tinte.
«No! Perché mai dovrei essere nervosa del fatto che il mio ex con cui mi sono lasciata in malo modo per telefono è proprio a pochi metri da me! — grugnì Ree, poi iniziò ad agitare la mano a mo’ di ventaglio — c'è troppo poco ossigeno in questo locale, sto andando in iperventilazione»
«Vado a salutarlo» annunciò Em, spostando i capelli ondulati dietro le spalle e puntando nella direzione di Liam.
«Cosa!? dove diavolo credi di andare? — Ree l’afferrò per la gonna del vestito in pizzo che portava — non dobbiamo dare nell’occhio!»
«Ree, Liam ci ha già viste e anche salutate» le ricordai.
«Sì, ed è stato già terribile così. Non ho intenzione di ripetere la scena»
Risi di fronte a quel concentrato di melodramma che era la mia amica, ma la risata mi si smorzò quando vidi Harry riapparire magicamente. Salutò Liam con una spallata amichevole - e fin là nulla di strano, in fondo Liam era amico di Zayn quindi non era difficile immaginare lo fosse anche di Harry.
Il colpo di scena inaspettato, però, arrivò ben presto.
«Hai conosciuto la nuova fidanzata di Harry? — fu Zayn a parlare, appena si avvicinarono di più a noi.
Liam trasalì, aggrottando le sopracciglia e oscillando, stranito, tra me e Harry.
Anche quello non mi parve strano, Liam sapeva bene che io e Zayn avevamo avuto una storia. Scoprire che fosse sopraggiunta una terza persona, loro amico per giunta, doveva avergli messo una certa confusione in testa.
Io, di certo, non ci stavo facendo una buona figura.
«Sophia... e Harry?» farfugliò.
«Suppongo che vi conosciate già — solo a quel punto prese parola Harry, che aggiunse al calderone un'informazione fondamentale — Soph, ricordi il cugino di cui ti ho parlato?»
Certo che mi ricordavo. Harry non parlava mai di se stesso, e l'unica volta che si era aperto mi aveva fatto intuire di aver passato un'infanzia poco serena. L'unica cosa certa che sapevo era che fosse cresciuto con suo zio e suo cugino.
«Liam è mio cugino»
Ah.
Per poco non mi affogai con la mia stessa saliva.
«Cosa?!»
 
«Mi sei mancata da morire»
Zayn mi abbracciò.
Non riuscivamo a vederci quasi mai, per colpa della lontananza e dei vari impegni che riempivano le nostre vite.
Io frequentavo l’università di Stockport, mentre Zayn lavorava in un’agenzia pubblicitaria come stagista. Ma conoscevo così poco di lui, della sua vita o delle sue abitudini. Non conoscevo la sua famiglia, con cui non aveva neanche un buon rapporto, né i suoi amici a parte Liam.
«Non ti mancavo così tanto» risposi dura.
Non riuscivo a definirci. Ci vedevamo poco, ci sentivamo poco e, come se non bastasse, l’ex fidanzata di Zayn era una costante nelle nostre vite.
«Sophie, sono qui… qual è il problema?»
«Il problema? Il problema è che questo weekend sono venuta per stare con te… con te, Zayn. Non con Reese e Liam. Ma ieri sono stata tutto il giorno in giro con loro, rovinandogli anche quei pochi momenti in cui riescono a vedersi… perché tu non potevi lasciare sola la tua ex!»
«Piccola – Zayn sospirò rumorosamente, provando a fare un passo verso di me ma vedendosi rifiutato nuovamente – lo sai cosa sta succedendo, te l’ho spiegato… il padre di Giselle è stato condannato a quindici anni di reclusione proprio ieri. Lei e la madre non hanno nessuno… e io le conosco da quando sono piccolo, ci sono cresciuto in quella famiglia»
«Sì, e non puoi abbandonarle… lo so»
Ma alla fine ero io a sentirmi abbandonata.
Cercavo di non essere egoista, di pensare che Zayn stesse facendo qualcosa che gli rendeva onore e che il mio essere comprensiva giovasse alla relazione. Tuttavia ogni volta che era con lei, e non con me, la gelosia mi divorava.
Zayn però mi implorava con il suo sguardo da cucciolo bastonato a cui proprio non sapevo resistere e come tutte le altre volte non riuscii a spingerlo via di nuovo.
«Giselle è una mia amica, niente di più. E giuro che per tutto il giorno non ho fatto altro che pensare a te – le sue mani scesero lungo la mia schiena – non avrei mai dovuto lasciarti da sola, lo so, ma in qualche modo mi sento in dovere di aiutare»
Stetti in silenzio, e l’unica cosa che feci fu quella di abbandonarmi alle attenzioni di quel ragazzo con gli occhi scuri e il sorriso mozzafiato.
Ma l’errore fu proprio lì.
Non aver parlato chiaramente sin dall’inizio.
«Se solo ci fosse un modo per farmi perdonare – rise, strofinando il naso nell’incavo del mio collo mentre prendeva a sbottonarmi la camicetta così lentamente da essere frustrante – sempre se per te vada bene… ovvio…»
«Liam e Reese sono in giro per Londra, la casa è tutta per noi… - sussurrai – potresti avere la tua occasione per riparare»
Lasciò cadere per terra la mia camicia, e poi si sfilò la sua maglia rivelando il fisico ben definito macchiato da quei tatuaggi che lo rendevano più sexy se possibile, poi mi prese in braccio e io incrociai le gambe intorno a lui.
«Non hai idea di quanto ti desideri… -  la sua voce roca al mio orecchio mi provocò un formicolio in mezzo alle gambe, e ad aiutare non era di certo la sua lingua che accarezzava il mio collo, o il fatto che si stesse liberando dei pantaloni – questa attesa è straziante»
Non avevamo ancora avuto la nostra prima volta.
Inizialmente non era nelle mie intenzioni correre troppo, ma la lontananza e delle intense sessioni di messaggi spinti non avevano fatto altro che aumentare la voglia che avevo di lui.
E anche lui era nelle mie stesse condizioni, a giudicare dalla protuberanza dei suoi boxer neri.
Pensai che la regola del ‘nero sfina’ non valesse in quel caso.
In quel caso, e nel caso di mia zia Beck.
Ma non roviniamo l’atmosfera.
Zayn si buttò sul divano del salone di Liam, e io sopra di lui.
«Potresti smetterla di essere così eccitante?»
Risi sulle sue labbra, continuando a baciarlo e a muovermi ritmicamente nel modo che lo faceva ansimare di più.
Zayn gettò la testa all’indietro sulla spalliera del divano, emettendo un sospiro di piacere, e fece scendere le sue mani fin sul bordo del mio pantalone.
Il momento era perfetto, l’eccitazione era a mille e sentivo il bisogno fisico di spingermi più in là mentre con la mano salivo sul mio petto e lui provava a far saltare i miei bottoni.
Gli unici a saltare, purtroppo, però fummo noi.
«Porca puttana – Zayn imprecò al rumore della porta e di alcune voci provenienti dall’ingresso – il padre e il cugino di Liam sono tornati»
Presi la mia camicetta per terra e Zayn la sua roba, poi mi afferrò la mano trascinandomi verso la porta di servizio.
Per fortuna, Liam non viveva al centro di Londra ma in una casa indipendente con tanto di giardino. E fu lì che ci nascondemmo, fin quando non sentimmo nuovamente lo sbattere della porta.
E quella fu la volta in cui quasi incontrai il cugino di Liam, ma che io ricordavo principalmente come la volta in cui avevo quasi fatto sesso con Zayn.
 
«Cosa sono queste facce da funerale» disse Niall nell'unico raro momento in cui le sue labbra non erano incollate a quelle di Emma.
Era arrivato per ultimo, seguito da una delle sue guardie del corpo – quella sera era di turno Derek – e spogliandosi della sua giacca di jeans semi-felpata, neanche troppo pesante per il gelo che c'era fuori, era rimasto con una semplice t-shirt blu mare. Gli metteva in risalto gli occhi, nonostante l'ambiente fosse illuminato a tratti.
Niall aveva sorpreso Emma da dietro, chiudendola fra le sue braccia muscolose e poggiando il mento sulla spalla scoperta di lei.
Stavano facendo sul serio – o almeno così appariva a chi li vedeva da fuori.
Su Emma non avevo alcun dubbio; anche se evitava di confidarsi con me, la conoscevo troppo bene. Lei non era mai stata il genere di ragazza da storielle senza impegno.
Niall, invece, mi stava sorprendendo.
Tirai un piccolissimo respiro di sollievo vedendo come lui non avesse problemi a baciarla e tenerla per mano in pubblico, in ogni caso ciò non rappresentava nessun patto di monogamia scritto e firmato dal diretto interessato. Motivo per cui evitai di esultare prematuramente.
Non potevo negare, però, di vedere Emma felice come non lo era da molti anni.
Quando sorrideva trasmetteva gioia e spensieratezza, e di sicuro nessuno più di lei poteva meritarselo.
Ecco perché ero così spaventata da Niall e le sue intenzioni.
«Vorrei commentare quanto siano schifosamente carini quei due, ma credimi... non ho ancora metabolizzato la presenza di Liam qui, e il fatto che lui sia il cugino di Harry»
«Non lo dire a me» risposi a Reese mentre da lontano osservavamo Liam e Harry discutere animatamente.
 
*  *  *
 
«Scusami se non ti ho fornito tutte le informazioni sulla mia famiglia quando abbiamo iniziato questa farsa!» Harry provò a contenere il tono di voce, senza tuttavia ottenere il risultato sperato. Per fortuna c'era troppo casino per attirare l'attenzione.
Benché ci fossimo appartati in un corridoio che - a quanto avevo capito - era riservato al personale, il rimbombo della musica ad alto volume rendeva impossibile qualsiasi conversazione o discussione.
«Sono stata insieme a Zayn, se te lo fossi dimenticato! — gli puntai un dito contro, gridando — era ovvio che conoscessi Liam. Come hai fatto a dimenticarti di dirmi che era tuo cugino»
«Non capisco quale sia il problema» si toccò i capelli, per l'ennesima volta da quando ce l'avevo davanti. Chiaramente innervosito dalla mia scenata, tanto da farmi domandare se fossi io ad essere esagerata o lui ad essere disumanamente impassibile a qualsiasi evento o contrattempo.
La seconda, senza dubbio.
«Dov'è il dramma, Soph? — Harry scrollò le spalle — sembri appena uscita da una di quelle soap argentine dove la protagonista dà di matto ad ogni cambio di scena»
«Cosa... ma… — mi bloccai… poi, pensandoci. Protagonista che dà di matto, soap argentina… — hey, aspetta... Per caso guardi Cuori in tempesta
«Cosa?! io… - iniziò a tossire in modo strano –  No, cosa? No.. io, cosa?»
«Oh, dai. Non ci credo! Tu guardi Cuori In Tempesta!» lo punzecchiai sul petto con l'indice, iniziando a ridergli in faccia.
Con garbo.
«Oh Dio, non ci credo»
Forse non con molto garbo.
«La nonna di Reese è una fan sfegatata... dovresti... Ah, dovresti conoscerla!»
Va bene, iniziai a ridere sguaiatamente.
«C-cosa? Hey... —Harry si guardò intorno quasi preoccupato che qualcuno stesse sentendo, come se fosse stato possibile con quel baccano! — la notte non riesco a dormire e… e ci sono sempre quelle dannate repliche in tv!»
Era strano come un secondo prima stessimo baciandoci per ‘finta’ a ridosso del bancone del bar, quello dopo litigando per il suo presunto cugino, quello dopo ancora a ridere per un motivo stupido qualsiasi.
«Ascolta Sophia, non è una tragedia. Spiegherò tutto a Liam... come stanno realmente le cose tra noi»
«Sì, così l’unico a non sapere la verità sarebbe Zayn! Già sono troppe le persone che sanno di noi, cioè non di noi… noi. Ma di noi nel senso che sanno che noi non siamo noi… hai capito no? — gesticolai mentre lui mi guardava con quel suo solito sguardo da ‘rinchiudetela in manicomio’ — ok, ho dato di matto. Il fatto è che io e Liam siamo amici... e.... non ci credo che è tuo cugino!»
«Piccolo il mondo, vero?» scherzò il riccio, sorridendo a mezza bocca mentre si guardava le mani.
«Noi...come è possibile che noi non ci siamo mai incontrati? Abbiamo frequentato Liam per un bel po' di tempo, e ora esce fuori che è tuo cugino»
Ok, in realtà anni prima aveva rischiato di trovare me e Zayn nudi sul divano di casa sua. Ma in quel momento non collegai realmente, avevo del tutto rimosso quell’episodio. O meglio, avevo rimosso il fatto che in casa, insieme al padre di Liam, era entrato anche il cugino. Cioè Harry.
Altro che Cuori in tempesta.
La mia storia poteva far intimidire qualsiasi copione di soap opere argentine.
Harry sorrise, e alzò le spalle per la seconda volta in quella conversazione.
«Immagino che non era destino»
L'ennesima risposta evasiva di Harry.
«Andiamo! potresti essere più vago!? Ogni volta che c'è in ballo il tuo passato svii con frasi senza senso»
«Tu pensi che non abbiano senso». Sospirò. – Cosa dovrei dirti del mio passato? Avevo cinque anni quando mi trasferii da mio zio a Londra...»
«Ragazzi — i riccioli cenere di Meredith spuntarono dalla porta di servizio da cui eravamo sgattaiolati — vi ho cercato ovunque»
Harry passò una mano sotto la mezza manica della sua maglietta bianca, poi alzò il sopracciglio attendendo cosa avesse da dire la ragazza.
In quel momento l’avrei uccisa.
Finalmente stavo ottenendo qualche informazione in più da quella faccia di bronzo riccioluta e…
«Mio padre è nella sala accanto, vuole parlarvi»
Trasalii, e anche se non stavo più guardando verso Harry immaginai che avesse fatto lo stesso.
 
«Signor Styles, signorina...»
«Mills. Signor Finch, per me è un onore rincontrala» gli strinsi la mano, sorridendo a trentasei denti. Finalmente mi trovavo faccia a faccia con lui.
Sebbene fossi stata ospite ad una delle sue feste, non avevo avuto occasione di presentarmi.
«Sì... Per me è lo stesso» Harry mi imitò e io tentai di trattenere una risata. Mi stava scimmiottando.
«Bene, siamo tutti – la voce grave di Finch e il suo gesto della mano, mi fecero intuire che in quella stanza appartata lontano da musica e festeggiamenti non eravamo solo noi tre – vieni pure Malik»
Non potevo crederci.
E a quanto sembrava, neanche lui.
«Che significa questo? – chiese il moro quasi innervosito – pensavo dovessimo parlare della mia cliente»
«Infatti, è quello che faremo – Finch si accomodò sul divanetto marrone, versandosi da sé ciò che riconobbi essere Whisky – voglio proporvi una collaborazione ragazzi. La modella che rappresenti, Zayn, è molto famosa in America, ma solo ultimamente si sta facendo conoscere in Europa – Zayn annuì confuso – mentre Styles… Meredith mi ha parlato di Niall Horan. Primo in classifica per venti settimane e un fanbase potentissimo, ma non ancora così famoso in America da garantire il sold-out ad un possibile tour»
«Cosa sta cercando di dirci? Pensavo stessimo per concludere l’accordo… tra noi due» Zayn si intromise nuovamente, in modo alquanto aggressivo.
«Vi propongo di collaborare, avete bisogno l’uno dell’altro – Finch spostò lo sguardo su di me, poi continuò – sapete quanto è potente un gossip? Più di una campagna pubblicitaria o di un album di venti successi»
«Con tutto il rispetto, Signore, ma di questi accordi non siamo nuovi – si intromise Harry, e io lo guardai come per chiedergli di che stesse parlando – la cliente di Zayn non è neanche così tanto famosa»
«Tu pensa al tuo di cliente che…» sbottò il moro, ma Finch fu più veloce.
«Non sei attento Styles…il curriculum di Kayla non raggiunge neanche i 200 caratteri in word, questo è vero – Finch prese tempo, diede un sorso al suo drink e poi continuò – ma ha qualcosa che Niall Horan, per ora, si sogna…»
A quel punto capii l’intero disegno.
«L’impatto mediatico su una diversa fetta di pubblico» dissi ad alta voce.
«La tua assistente è sveglia – commentò Finch – Kayla è molto seguita sui social, dunque non solo attira un target diverso da Horan, ma un pubblico oltreoceano. Lo stesso vale a parti invertite. Ognuno ha da guadagnare in questa storia»
Rimasi senza parole.
Fino a quel momento avevo avuto a che fare solo con la faccia luccicante del mio nuovo lavoro. Sentii lo stomaco ritorcersi, poi aspettai che Harry o Zayn parlassero.
«Cosa dobbiamo fare?» parlò il secondo.
«Una frequentazione, una frequentazione seria. Uscite, paparazzate, poi interviste, foto. Rapporto di esclusività, magari un reality… poi ci penseremo. I punti cardine sono nel contratto, venite domani nel mio ufficio e discuteremo i dettagli»
Zayn si girò a guardare Harry, che con un cenno di consenso – serio – gli fece capire di voler procedere. Rimasi immobile, ma tutto quello che avrei voluto in quell’istante era girare i tacchi e andarmene.
Harry però non era dello stesso avviso, nonostante continuassi a cercarlo con lo sguardo.
«Ah – disse Finch – mi raccomando di comunicare l’accordo ai diretti interessati già da stasera. Non dovranno farsi vedere in dolce compagnia di altre persone»
 
*  *  *
 
«Sophia, ascolta… non si tratta di questioni personali, è lavoro» Harry provò a parlarmi nuovamente.
«Non si tratta di questioni personali? – ripetei – seriamente? State per obbligare due persone a stare insieme per finta!»
Urlai e poi, arrossendo, mi resi conto di cosa avevo appena detto. Io e Harry stavamo facendo finta, ma eravamo entrambi consenzienti, soprattutto consapevoli del fatto che la nostra vita privata non sarebbe stata sbattuta su un qualsiasi tabloid. O almeno credevo.
«Non obbligheremo nessuno – sbuffò – il contratto dovrà essere firmato in primo luogo da loro due»
«Non pensavo fossi così Harry – sputai – pensavo avessi un’etica»
«Ti rendi conto che questa è la nostra unica possibilità di lavorare con Finch? Non è il tipo di persona che regala seconde occasioni – Harry mi si avvicinò, prendendomi una mano, ma io la scacciai tenendo lo sguardo fisso nel suo – Soph, non guardarmi così, l’ho fatto anche per Louis»
Reese e Louis erano entrambi presenti al nostro dibattito. Il secondo sembrava assorto nei suoi pensieri, salvo alzare la testa dopo aver sentito il suo nome.
«Che vuol dire?» chiesi, guardando prima Harry e poi voltandomi verso il mio amico.
«Vuol dire che l’uscita di quest’album sarà determinante anche per la mia carriera – rispose Louis – se Niall non riesce a raggiungere il successo sperato, getterei fango sull’etichetta discografica. E mio padre…»
«Nessuno pensa ad Emma?! – a quel punto non mi trattenni, ed aprii il vaso di pandora – Niall dovrebbe troncare con lei all’istante»
«Possiamo percorrere altre vie – a quel punto parlò Reese, mentre Louis rimase congelato con le mani nei capelli e lo sguardo vacuo – non è detto che la proposta di Finch sia infallibile. Abbiamo molti contatti in America, potremmo…»
«Andiamo Reese! Finch sguazza in questo mare da più di trent’anni, sappiamo entrambi che oltre l’idea lui possiede i mezzi – disse Harry – rifiutare l’offerta sarebbe un suicidio»
«Cazzo Louis! Dì qualcosa!» sbottai. Gli occhi azzurri del castano erano colmi di tensione. Non era difficile capirlo considerato che ormai lo conoscevo come le mie tasche. Non riuscivo a spiegarmi cosa gli prendesse. Louis voleva bene ad Emma, no? Si sarebbe opposto.
Doveva opporsi.  
«Cosa dovrei dirti?» si alzò di scatto dalla poltrona su cui sedeva.
«Che ti importa del tuo artista, — avanzai verso di lui — ma soprattutto che ti importa di Emma e di come ne uscirà distrutta dal vedere il ragazzo con cui si frequenta su tutte le copertine con una modella!»
«Soph, ora calmati» Reese poggiò una mano sulla mia spalla.
«Suppongo che tu sia d'accordo con loro» constatai, dopo un breve silenzio.
«Io… penso che la decisione spetti a Niall»
Annuii, sorridendo. Mi era tutto chiaro.
«Immagino che tutti qui dentro state sperando che Niall dica di sì. E sono sicura che farete di tutto per convincerlo»
Se poco prima mi ero sentita costretta a dover rimanere nella stanza di Finch, in quel momento mi sentii perfettamente libera di andarmene.
 
«Sophia, aspetta»
«Che vuoi Harry?» tentai di prendere il telefono dalla borsa, senza guardare direttamente il mio interlocutore, ma il nervosismo mi portò soltanto a combinare un guaio più grosso. Tutto il contenuto di rovesciò sul marciapiede di fronte al locale da cui ero uscita.
Harry, senza giubbino né niente mi aveva seguito fino a fuori.
Mi chinai nel raccogliere gli oggetti sparpagliati per terra e il riccio mi imitò.
«I tuoi assorbenti con ali» ridacchiò porgendomi la confezione.
«Grazie» gliela strappai di mano, e velocemente recuperai anche il rossetto. O, dovrei dire, quello che era rimasto del rossetto.
«Possiamo parlare?» accovacciato di fronte a me, mi bloccò le mani.
«Non dobbiamo parlare di niente»
«Io credo di sì — la mano di Harry tremava sulla mia, chiaro segno che stesse per congelarsi — sto qui finché non mi concedi cinque minuti»
«Entra dentro, prenderai un malanno» alzai gli occhi al cielo, sfuffando.
«E tu sarai l'unica responsabile» la sua risata si confuse con un altro brivido.
Era così frustante avere a che fare con lui. Se ne stava lì in pieno Dicembre con una maglietta a maniche corte, i muscoli tesi dal freddo e neanche l'ombra di voler cedere.
«Sei..»
«Geniale?»
«Insopportabile»
«Entriamo dentro»
 
«Quando ho accettato questo lavoro... — mi fermai, consapevole di essere stata così ingenua —non pensavo di dover sottostare a certe condizioni. Non sono così, e lo so che non dovrò essere io a mentire a tutto il mondo riguardo chi frequento... ma sarò comunque una complice, e non posso accettarlo. E non posso accettare che Emma soffra, come oltretutto avevo previsto, e che venga fatta fuori perché qualcuno dai piani alti ha pensato che sia di troppo... Lei è una persona, come anche Niall. Trovo assurdo che Finch li consideri degli oggetti»
Tenevo lo sguardo fisso alle luminarie che impreziosivano Londra nel periodo natalizio, da una delle finestre del locale. Peccato tirasse un vento così forte da far sembrare che quelle stelle luminose appese lungo le strade potessero cadere da un momento all'altro.
«A volte penso che tu sia uscita da un libro di favole — commentò Harry — non ho nessuna intenzione di coinvolgerti, non direttamente almeno. Ma tu sei la mia assistente, e per quanto io ascolti i tuoi consigli... devo fare quello che è più giusto per Niall professionalmente»
«E a chi pensa a quello che è giusto umanamente?» alzai la voce d'istinto.
Non potevo credere che contasse solo la scalata verso il successo ad ogni costo.
«Parli come se lo stessi per costringere a prostituirsi. È solo una falsa relazione, devono fare delle uscite pubbliche e pubblicare foto sui social... Non la fare lunga. Io e te stiamo facendo praticamente la stessa cosa per raggiungere un fine… Quindi non venirmi a fare la predica»
«Ci sono dei sentimenti in mezzo, Harry!» sbottai.
«C'è la tua amica in mezzo, ecco perché ti interessa tanto. Se Emma non si stesse frequentando con Niall, questo discorso da moralista non ci sarebbe mai stato»
«Poteva essere Emma, come una qualsiasi altra ragazza. Non mi sta bene quando si gioca con i sentimenti delle persone, come fai a non capirlo?! — i miei toni si stavano scaldando — ma a quanto pare tu non sai che significa avere dei sentimenti, o tenere a qualcuno e non volere che soffra!»
«Forse no, ma tu sei molto brava a sputare sentenze senza sapere un cazzo di me – disse duro – volevo solo discuterne con te, non convincerti che il mio modo di agire fosse quello giusto… Fa quello che vuoi, se non ti sta bene come agisco sei libera di licenziarti»

 



Quasi un mese che non aggiorno (?!), sono stata davvero molto impegnata ed in più è un periodo che per questa storia mi sembra di aver perso un po' l'entusiasmo iniziale... talvolta mi sento bloccata e non mi piace ciò che scrivo. Spero che sia un momento, ma comunque cerco di mettercela tutta ogni volta per non pubblicare qualcosa che reputo una vera schifezza.

La trama si infittisce... Liam e Harry sono cugini... e per poco Emma non rischiava di avere un appuntamento al buio con Harry! Tutti i personaggi sono collegati gli uni agli altri, per questo bisogna stare molto attenti per non farsi sfuggire nulla!

Ho pubblicato lo spin-off su Emma e Louis anche qui su Efp.. se volete passare questo è il link -> Look after me

Buone Feste a tutti,  grazie a chi segue la storia e soprattutto a chi si ferma a recensire... mi riempite di gioia :*

   
 
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