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Autore: fedez_etta    23/12/2015    1 recensioni
Può un uomo imparare ad amare?
Può una ragazza diventare da ragazza modello a bastarda?
Può una ragazza uscire dal nulla e sconvolgere tutto?
Può una ragazza cambiare la sua vita per amore?
Si, se è Damon Salvatore
Si, se è Alexandra Ronaldo
Si, se è Kylie Salvatore
Si, se è Elena Gilbert
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Destrucion
Capitolo 5

Elena
<< Non immaginavo di incontrarlo di nuovo. >> rivelo.
Io e Alex siamo a casa mia e stiamo parlando di come è andato l'incontro con i Salvatore. Purtroppo abbiamo passato solo circa un ora insieme, perché sono dovuti andare via per non so quale motivo.
<< Non immaginavo tu lo conoscessi. Non mi avevi mai parlato di lui. >> dice Alex sorseggiando una tazza di caffè fumante.
<< Invece si, ti ricordi quando andai a Toronto in viaggio con i miei? Ti dissi che incontrai un ragazzo di nome Stefan, ma non ti dissi altro perché non era importante. Abbiamo passato una sola sera insieme. >>
<< Ah, si! Adesso ricordo. Però il destino è strano. >>
<< Adesso che ci penso quella fu la sera dove..
. >> divento triste di colpo.
I ricordi di quella sera tornano nella mente come l'impatto di un meteorite sulla terra.
 
Flashback
 
<< Mamma dai! Fammi rimanere. Non voglio tornare a casa. Siamo in vacanza! >> dico.
Siamo a Toronto in viaggio ma mia madre ha deciso di rovinarmi la vacanza, già non ero molto felice di passare le vacanze di Natale a Toronto, ma mia madre quando vuole qualcosa nessuno la può contrastare, infatti siamo qui da 3 giorni e siamo alla vigilia di Natale. Per fortuna è venuta Bonnie, la mia migliore amica dopo Alex, con me se no mi sarei annoiata. Alex non poteva venire perché i suoi genitori non le hanno dato il permesso. I suoi genitori la fanno vivere in una bolla di vetro. Non può fare niente, nonostante abbia un comportamento degno di nota. In nove anni che la conosco ha avuto tantissimi premi e borse di studio. I suoi sono molto orgogliosi di lei ma pretendono sempre di più. Per loro non è mai abbastanza. Alex per quanto sia tollerante, molte volte si arrabbia. E capisco anche il perché …
Tornando al viaggio, questo pomeriggio Bonnie ed io stavamo girovagando e abbiamo incontrato un ragazzo molto carino. Si chiama Stefan e ha chiesto di rivederci questa sera. Bonnie aveva subito capito che provavo dell’interesse per questo ragazzo, perciò ha fatto finta di farsi male la gamba. ha fatto una sceneggiata degna di oscar.
Adesso mi ritrovo a supplicare mia madre di rimanere almeno altri 30 minuti.
<< No! Devi tornare a casa! Dimmi dove sei che ti vengo a prendere! È’ tardi Elena. È’ la vigilia di Natale, dobbiamo stare insieme. >>
Quando mia madre ha preso una decisione, non posso negoziare. Con lei nulla è negoziabile.

<< Va bene. Sono al bar Bardi's Steak House. >>

Detto la mia postazione e chiudo la chiamata.

<< Ehi, è successo qualcosa? >> dice Stefan preoccupato.

<< No, solamente mia madre che vuole venirmi a prendere. Oggi è la vigilia e lei è legata alle festività. >>
Crede nell’unione della famiglia, nella fede in Dio e in tutte quelle cose che hanno a che fare con la religione. In famiglia nessuno ha una fede forte come lei. Fin da piccoli ci ha sempre portato in chiesa per la Messa, abbiamo seguito tutti i corsi di preparazione religiosa e ad ogni evento organizzato dal parroco, noi eravamo tra i primi a parteciparvi.

Crescendo, però, sia mio fratello che io, non abbiamo sentito la necessità di partecipare con costanza a questi eventi e quindi abbiamo messo da parte un po’ la religione. Nostra madre lo aveva accettato, perché fin da piccoli ci aveva sempre detto, che saremo stati noi un giorno a decidere cosa fare, se seguire una fede  fortemente religiosa o di avere fede  senza, però, rinunciare a spendere un po’ di tempo libero per noi.

<< Dai, non ti preoccupare. Al massimo possiamo uscire nei prossimi giorni. >> dice con un sorriso rassicurante.

<< Mi piacerebbe molto. Ti do il mio numero così mi invii il tuo. >> propongo e il sorriso che mi ricambia mi da la conferma.
Mi passa sul suo telefono con la tastiera dei numeri attivata ed io digito il mio numero telefonico. Glielo passo e quando lui tocca la mia mano per prendere il suo telefono, una scossa parte dalla mia mano per arrivare ad ogni singolo centimetro del mio corpo. Non so quale sia il motivo per cui io mi senta così. In fin dei conti io non conosco bene Stefan e non posso dire di provare qualcosa di serio per lui. Forse è solo attrazione fisica, o anche l'attrazione per una relazione di un viaggio. Non so, per la prima volta non voglio dare spiegazioni ai miei sentimenti. Di solito tendo sempre a giustificare tutto, che si parli di eventi, sentimenti o anche pensieri, ma questa volta, voglio concedermi di vivere il momento e di privarmi di risposte. Gli sorrido e solo ora noto i suoi occhi. Questo pomeriggio quando l'ho incontrato, avevo visto i suoi occhi, ma non mi ero resa conto di quanto siano profondi e intensi. Il verde che circonda la pupilla è come un rovo in cui crescono le more. Io amo le more. Ok, mi sto divagando.
<< Ehi, Elena mi ascolti? >> dice muovendo le mani di fronte ai miei occhi, facendomi tornare all'attimo in cui eravamo, dimenticandomi così tutti i pensieri in cui lui era il protagonista.
<< Si, scusa. Stavo pensando a quanto ero stata stupida quando mia madre mi aveva raccontato del viaggio ed io non volevo. Non avrei mai immaginato di conoscere una persona come te. >> dico diventando leggermente rossa per la confessione finale.
<< Ed io sono felice che tua madre non ti abbia dato ascolto e che abbiate fatto questo viaggio. Fino a quando rimanete qui? >>
<< Mamma non ha stabilito ancora la data di ritorno, perché torniamo con la macchina e quindi non c’è bisogno di prenotare. Molto probabilmente circa verso il 5 gennaio. >>
<< Perfetto! Abbiamo ancora molto tempo da spendere insieme, quindi non preoccuparti. Infondo è la vigilia di Natale, e capisco che i tuoi famigliari, vogliano passarla con il numero maggiore di persone. Io abito qui, quindi non scappo. >> dice ridendo.
La sua risata è qualcosa di unico, come una dolce melodia che non hai mai sentito ma nella tua mente è già impressa. È’ incredibile che così tanta bellezza è presente in un unico corpo, è quasi egoistico. Nella mia cittadina,  Mystic Falls, ci sono ragazzi molto carini, ma di certo la loro bellezza non raggiunge questa. Potrei sembrare anche una ragazza che pensa solo all’aspetto fisico, anche se non è così, ma non posso non pensare certe cose. Io sono una delle prime, a credere, che la bellezza interiore sia la cosa più importante in una persona, ma quando vediamo un ragazzo bello non possiamo trovargli per forza un difetto. Nel senso che appena incontri una persona, vedi l’aspetto e non il carattere. Quindi un ragazzo bello ma con un carattere di merda, avrà delle possibilità in più rispetto al ragazzo meno bello ma con un carattere a dir poco migliore dell’altro. Questo perché l’impatto visivo condiziona il modo di pensare, al di là del carattere della persona che osserva. Mi ha sempre affascinato questo pensiero, come la percezione visiva possa condizionare qualsiasi cosa, che siano emozioni o anche delle vicende. Io senza la vista non potrei vivere. Mi capitò di leggere in un libro, di un esperimento  in cui una ragazza non avrebbe potuto vedere per un weekend intero. Io non ne sarei mai capace perché amo avere tutto sotto controllo, per quanto possa avere fiducia per la persona con cui sono, non riuscirei mai a concedere questo, diciamo, “privilegio”. Però, non nego, che mi interesserebbe provare anche per un solo giorno, cosa le persone ceche provano, anche se, mi sembrerebbe una mancanza di rispetto, perché loro a differenza mia, non hanno la possibilità di provare la vista.
Ad un tratto il suono del clacson mi riscuote dai pensieri. Mi volto e riconosco al volo la macchina di mio padre, con lui e mia madre a bordo. Mi rivolto verso Stefan e gli dedico un sorriso triste.
<< Sono arrivati i miei genitori, devo andare. È’ stato un vero piacere per me conoscerti e spero che utilizzerai il numero che ti ho lasciato. Ciao Stefan. >>
Gli do un leggero bacio sulla guancia e vado verso la macchina. Vi entro e dedico il mio sguardo a Stefan, che guarda in direzione della macchina, dal finestrino.
<< Spero che tu ti sia divertita. Mi dispiace aver dovuto interrompere la serata, ma sai che ci tengo molto a queste feste. >> interrompe, mia madre, il silenzio con una voce dolce.
Le rivolgo uno sguardo altrettanto dolce. Non posso essere arrabbiata con lei per avermi “rovinato la serata”. È’ mia madre ed è normale che voglia passare il Natale con me. Anche perché, con la scusa di “non aver sfruttato al meglio la serata” Stefan ha il mio numero e spero con tutta me stessa che lo utilizzi.
<< Tranquilla mamma. Anche se siamo stati poco insieme, ci siamo divertiti. Mi ha fatto vedere tantissimi posti belli. Magari un pomeriggio ci può fare una visita guidata in alcuni luoghi storici. >> dico speranzosa.
<< Beh, se lui potrà perché no!? >> dice aumentando la mia speranza.
Le sorrido di  ricambio. Proseguiamo la strada con tranquillità, fino a quando sento la macchina andare fuori strada e finire in acqua. Mi dimeno cercando di togliermi la cintura di sicurezza e aprire la porta. Cerco di avere gli occhi aperti per vedere dove mettere le mani, e vedere i miei genitori se riescono nella mia stessa impresa. Dopo aver provato e riprovato, il respiro mi manca e non vedo altro che il buio.
 
Fine Flashback

 
Dopo aver finito il mio Flashback mentale, mi ricongiungo alla realtà e mi rendo conto che Alex mi sta stringendo forte in un abbraccio, mentre incontrollata verso miriadi di lacrime. Quello fu il giorno in cui persi i miei genitori. Non so come mi salvai. Dopo aver perso i sensi, mi risvegliai in ospedale. Mio fratello, per fortuna, disse ai miei che non voleva venire a prendermi, e che quindi rimaneva con Bonnie. E ringrazio il cielo, che lei fece finta di farsi male se no anche lei sarebbe rimasta coinvolta nell’incidente e non so cosa le sarebbe successo.
<< Tranquilla, ci sono io. >> dice Alex tra una carezza e l’altra.
Dopo la morte dei miei, è stato difficile affrontare tutto. I genitori sono una parte di noi più che importante, essenziale. Per quanto delle volte noi ci possiamo arrabbiare, loro sopporteranno le nostre urla e ci daranno una mano per crescere. Io ho sempre sottovalutato la presenza di un genitore, ma quando li ho persi, e sono dovuta crescere con  mia zia, la sorella di mamma, ho capito che è un compito importante, e che non tutti sono pronti a farlo. Essere genitori significa essere capaci di trasmettere delle cose a delle persone, e questo può accadere solo se si posseggono già delle cose. I miei ne avevano tantissime da trasmettere, peccato che non ne abbiano avuto il tempo…
La loro morte ha accesso anche un lutto cittadino, poiché mio padre era un dottore che si era dimostrato gentile con tutta la popolazione. Al funerale si sono presentati in molti e vedere al mio fianco i miei amici mi ha dato moltissima forza. Jeremy, mio fratello, non è riuscito ad andare avanti subito. Tra i due, lui è stato quello che ha sentito di più la mancanza e c’è stato un periodo in cui mi dava la colpa dell’accaduto. Mi ripeteva sempre che se non fossi uscita quella sera, non sarebbero morti o che avrei dovuto prendere il pullman per tornare a casa. Mi ha fatto moltissimo male avere mio fratello contro, ma poi grazie a mia zia, a Bonnie e ad Alex, lui ha smesso di darmi la colpa di tutto e adesso il nostro legame è veramente stretto, come dovrebbe essere tra fratello e sorella.
Dopo un pianto che non avevo più da tempo, sciolgo l’abbraccio di cui Alex non mi ha mai privato in questi anni e mi asciugo le lacrime con il dorso della mano.
<< Scusa se ho avuto questo sfogo. È’ solo che la sera in cui incontrai Stefan, fu la sera dell’incidente. Loro mi erano venuti a prendere e stavamo tornando a casa. Era una serata tranquilla anzi bellissima, perché avevo incontrato Stefan e sembrava così irreale. Ma poi si è trasformata nella notte più brutta della mia vita. Per questo c’è stata solo una sera con lui. Gli avevo dato il mio numero, ma il telefono è finito in acqua e non ho potuto rispondere. Ma pure se non fosse caduto e che per miracolo non si fosse rotto, non gli avrei risposto subito. Non ero nelle condizioni di poterlo incontrare. Erano appena morti i miei genitori. Quale persona avrebbe avuto la forza di farlo dopo un colpo del genere!? Ma vederlo oggi è stato strano. >>
<< Uuhhh Stefan ha toccato una corda del tuo cuore, la corda dell’amoreee. >>
<< Smettila di fare la stupida
! >> dico ridendo.
Ci guardiamo per un secondo con sguardi seri ma poi scoppiamo a ridere senza una vera ragione. È’ bello avere una persona su cui contare che in qualsiasi momento ti da la forza di andare avanti e di goderti ancora la vita.
Le nostre risate vengono interrotte dal suono del campanello. Mi alzo e apro la porta. Di fronte a me compaiono le figure di Stefan, Damon, una ragazza e un ragazzo.
<< Stefan! Damon! Che ci fate qui? Come fate a sapere dove abito? E chi sono loro? >> chiedo a raffica.
<< Ti risponderemo a tutto ma ti prego facci entrare. È’ più serio di quanto tu possa immaginare. >> risponde Stefan
Al suo sguardo implorante, che mi ha già ipnotizzato tempo fa, non riesco a dire di no.
Li faccio entrare e mentre si siedono preparo dei bicchieri con del succo di frutta. Alex mi guarda con uno sguardo che cerca conferme, conferme che neanche io ho. 
   
 
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