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Autore: Cicciolgeiri    08/03/2009    2 recensioni
"Guardo mio...figlio, la sua forza, la sua bontà, la luce che irradia ovunque. E ciò non fa che rafforzare, più di ogni altra cosa, la speranza, la fede. Come è possibile che non esista qualcosa di più, per uno come Edward?"
E se quello che hai sempre sperato, un'altra possibilità, esistesse davvero? Fic ambientata dopo Breakin Down, senza alcuno scopo di lucro. Recensite in tanti.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Lo stupore di quello sguardo innamorato mi riempì, mi penetrò come la più affilata delle lame, rapito e confuso come la prima volta che l’avevo vista l’accolsi tra le mie braccia. Era lì e non smetteva di baciarmi, di accarezzarmi mentre mi ripeteva: “Grazie. Sei il regalo più bello che potevi farmi!”.
“Ti accontenti di poco” le risposi “ non me lo merito”.
“Sì invece” disse sulle mie labbra.
Ero immerso nel suo sguardo, felice e pieno d’incertezze. Non potevo darle nessuna delle risposte che cercava, perché neanche io sapevo cosa dirle, ero accanto a lei, nella tranquillità della nostra casa e la tenevo stretta a me in silenzio, consapevole del fatto che, avendola al mio fianco, tutto sarebbe stato possibile. Lo sapevo, perché con la sua luce mi guidava e non finiva mai di sorprendermi, ed ero certo, non ne era neppure consapevole. Quanto amore lì, tutto per me, non ci avrei sperato, né rinunciato. Mai.
“Devi andare via di nuovo ?” disse all’improvviso, quasi in un sussurro.
“Si. Devo” feci, controvoglia.
“Peccato” rispose tenendomi stretto.
“Solo peccato! Tutto qui?”
“Sì” mi stava sorridendo.
“Niente suppliche?” cercavo di provocarla.
“Prima vai, prima torni” fece con logica impeccabile.
“Carlisle ti manda i suoi saluti” le mie mani tra i suoi capelli.
“Grazie” disse, “ricambia i miei.”
Tenendoci stretti restammo immobili e silenziosi.
All’improvviso spezzò quella quiete tra noi : “Sei preoccupato?”
“No” risposi, ma suonò poco convincente.
“Sei sicuro?” insistette.
“Non ti mento, lo sai” sospirai. Conoscevo cosa voleva sapere.
“Sì lo so…ma quando succederà?” sussurrò piano.
“Non saprei dirlo con precisione, ma immagino presto” fu come se un brivido l’avesse percorsa.
“Ti senti pronta?” mi affrettai a chiederle. In fondo stava assecondando un mio desiderio. Un altro dei tanti. Che grande egoista ero!
“Sempre e comunque.”
La sua risposta non mi stupì. Quando si trattava di me non aveva mai esitato.
“Come faremo con Renesmee? Sarà in grado di riconoscerci e accettarci...dopo?”
“Faremo di tutto Bella e poi lei ricorda come eri. Per me immagino che forse, sarà un po’ più complicato” sentii che mi stringeva più forte la mano.
“Edward” esitò un istante, “ho pensato di affidarla a Jake, nel frattempo che non sia tutto concluso. La trasformazione, intendo. Con lui sta volentieri e non sentirebbe troppo la nostra mancanza.”
“Va bene, Bella . Sono d’accordo. Mi fido di Jake. Saprà badare a lei.” ero sincero, lo sapeva. Mi sentivo in debito verso Jacob Black e affidargli mia figlia era un passo in più verso una comprensione maggiore.
“Quanto…” domandò interrompendo i miei sensi di colpa.
“Quanto cosa, Bella?”
“Quanto ci vorrà?”
“Non lo so, tesoro. Crediamo quanto la volta precedente.” “Sarà doloroso?”
La presi tra le braccia. Sentivo che aveva paura. "Non dovrebbe, amore; fastidioso sì, ma non pensiamo doloroso.
Il cellulare squillò. Lo presi e guardai il numero: “Carlisle”. Risposi: “Ok. Arrivo”.
“Bella, devo andare.” Era delusa, lo vidi. Aveva sperato di rimanere con me un po’ di più, la conoscevo, sapevo che ogni separazione era per lei dolorosa.
“Ci siamo ?” chiese e la sua voce tradiva l’ansia che provava.
“Questo era l’ultimo test.”. Le sollevai il viso e la baciai con trasporto e tenerezza, prolungando il più possibile quel momento.
“Mi sento in colpa” disse.
“Perché?” la guardai perplesso.
“Sono stata un’egoista, ero talmente felice che non ho condiviso il poco tempo a disposizione con nostra figlia e ora tu devi andare . Sono una pessima madre. Ti ha aspettato così tanto”. Sul suo viso si disegnò un’espressione mortificata. Era addolorata.
“Non fare così, Bella, non è vero sei un’ottima madre. Eri solo tanto felice di vedermi e Renesmee lo sa” cercai di consolarla.
Passai nell’altra stanza, e vidi mia figlia seduta per terra circondata da fogli e matite colorate. Si accorse di me e sorridendomi felice mi venne incontro tenendo nella manina un foglio. La guardai corrermi incontro. Da quanto camminava così bene? Mi rammaricai di essermi perso quella tappa importante della sua vita.
Si aggrappò alle mie gambe alzando il visino per guardarmi: “Ciao, papà!” esclamò.
“Ciao,piccolina” le risposi, “come stai?”
“Bene. Dove stai andando? Giochi con me?”
“Vorrei tanto, ma papà non può” la sollevai e la strinsi a me con tenerezza baciandole la fronte.
“La mamma sarà di nuovo triste.”
“Lo so, ma tu l’aiuterai, vero?”
“Sì” fece, poco convinta “Questo è per te”. Mi porse il foglio, dove aveva raffigurato noi tre. Se avessi avuto nei miei occhi lacrime in quel momento le avrei versate e mi sembrò che lei lo capisse, perché accarezzandomi mi fece vedere quanto mi amava . Quanto amava me e sua madre.

Ecco il quinto capitolo: come sempre voglio ringraziare ledyang e franci_cullen per aver recensito (GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!) e anche tutti gli altri che hanno inserito questa storia tra le loro preferite. BUONA LETTURA A TUTTI E CONTINUATE A SEGUIRE. ^^
  
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