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Autore: Devilcat    08/03/2009    2 recensioni
Esistono delle persone così stronze che il solo guardarle ti infastidisce.
Uomini e donne egoiste, la cui sensibilità è pari allo zero.
Gente che ignora cosa sia la morale e la buona fede.
Ebbene...Nicky Vince è una di loro.
E' bella, ricca ed irritante.
Sembra avere tutto, ma può avere molto di più.
E per diventare milionaria deve solo sposarsi.
Entro sette mesi.
Nicky riuscirà a gettare al vento la propria libertà per un titolo ed un castello?
{Un piccolo assaggino..From the last chapter}
" La falce di luna, pallida e sottile, sbuca tra i grattacieli, sfiorata da una candida coltre di nubi.
Ora che ci troviamo in strada, la notte si riempe velocemente dei suoni acuti dei clacson e delle sirene della polizia.
Nonostante quell’assordante miscela di rumori fastidiosi, New York rimane magica ai miei occhi.
Una città come poche, una città pericolosa , eppure sembra possedere qualsiasi cosa tu abbia bisogno.
Forse, anche Danièl prova la stessa cosa, dato che non spiccica parola da almeno dieci minuti.
Oppure vive in Francia, in qualche casetta sperduta della Provenza, e di New York vede soltanto il caos.
Sarebbe triste, però. Nessuno può comprendere appieno la Grande Mela come un Newyorkese.
<< Nicky..bè...volevo incontrarti, anche per dirti un’altra cosa importante...>>
Sento la sua voce, ma prima di rispondergli, salgo sul taxi, e mi accomodo sui sedili posteriori.
Lui mi segue, sedendosi al mio fianco.
<< Sarebbe? >> Domando, alzando lievemente un sopracciglio color mogano.
Non riesco a capire cos’altro voglia dirmi e non sono sicura di volerlo sapere.
<< Ci sarà un galà...>> Azzarda lui, visibilmente attento a qualsiasi reazione io possa avere.
<< Un galà?>> Ripeto quella parola con voce strozzata.
Un galà da nobili. Mi sussurra una vocina al mio orecchio.
E’ questo a sconvolgermi maggiormente.
Mi ci vedo già, lì, in mezzo ad un branco di aristocratici con la puzza sotto il naso ed un atteggiamento finto
dalla punta dei capelli, fino all’unghia incarnita del pollice.
Saprò reggere il gioco oppure crollerò come un fragile castello di carte?
[Se ve gusta, dateci un sguardo XD]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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§ Seven Months §
Put a Ring on It





Capitolo 2

Se strilla, taglia la corda.








Lo studio fotografico del grande Julius McRoy, in Cliffside Park, è una sala avvolta da una leggera penombra rosata. Ci sono stata così tante volte, per affari e non, che oramai posso considerarlo una mia seconda casa. Le pareti color pesca accolgono una miriade di sue foto. Bellamente incorniciate o semplicemente incollate al muro.. Foto di modelle. Foto con modelle . Perchè Julius, oltre ad essere schifosamente ricco e famoso, è anche molto attraente. Attira ragazze a frotte come una calamita..Da giovane era un promettente modello, tutti i migliori stilisti lo volevano per le loro sfilate.
Valentino, Versace, Stella McCartney, Giorgio Armani..Questi sono solo alcuni nomi di coloro che, in passato, hanno cercato di accaparrarsi un Julius adone, tutto muscoli e niente cervello.
Ma questo non gli bastò per molto, lui cominciò a desiderare molto di più. Ed ecco che abbandonò la scene dei defilè, per poi intrufolarsi dietro le quinte di Hollywood..
Mentre Coco Chanel piangeva la sua dipartita dal mondo succulento della moda, Julius cercava un manager che potesse rappresentarlo. Fu Kevin a conoscere per primo le sue fotografie e rimase immediatamente colpito dalla sua abilità nel cogliere l'attimo giusto, la luce giusta...lo sguardo giusto. Devo ammettere che fu intelligente, da parte sua, porre sotto la sua ala protettiva un Julius poco furbo.
Poco furbo, perchè nessuna persona sana di mente avrebbe accettato Kevin come manager. Kevin è praticamente impossibile, più pressante di una sanguisuga, con lo stesso umorismo dell'uccello del malaugurio.. è capace di sbucare ovunque ed in qualsiasi momento.
Non tenta nemmeno di sembrare simpatico...
Eppure, grazie a lui, in soli tre anni Julius ha ottenuto un successo colossale ed ora è il fotografo più gettonato di tutta New York. A differenza degli scatti altrui che rasentano la perfezione, Julius è la perfezione. Confrontarsi con lui significa aggiudicarsi una sconfitta assicurata.
Ed anche io devo molti miei trionfi a quel manager dalle mille risorse.
Ora che ci penso..Io e Kevin ci siamo incontrati per caso sei anni fa...
<< Cliffside Park. Sono cinquanta dollari.>> Mi dice il taxista, premendo pesantemente il piede sul freno. Poi si volta verso di me e getta una sua manaccia sotto il mio naso. Vuole i soldi.
<< Ecco a lei.>> Rispondo con voce acuta. Poi gli porgo una banconota da cinquanta dollari assieme ad alcune monetine sparate. << Si beva un caffe alla mia salute, con questa mancia>> Aggiungo briosa, poi apro la portiera, salutando New York con un mio sorriso sfacciato.
<< Se tutti fossero come me..Il mondo sarebbe certamente un posto migliore>> Dico tra me e me, scappando dal denso fumo grigio che fuoriesce da uno dei tubi di scappamento del taxi. La macchina gialla sfreccia via, lasciando ai passanti un odore acre di bruciato. La mano comincia a svolazzare davanti al mio naso, per scacciare quella puzza fastidiosa.
Soltanto ora, mi guardo bene attorno. << Questa..questa è la tredicesima di Ridgestreet. Fantasy Store è alla dodicesima. Ed ora come faccio?> Mormoro, mentre la disperazione mi assale.
Stralunata, oso compiere qualche passettino verso la vetrina di uno Starbucks. L'idea di farmela a piedi per un paio di kilometri non mi stuzzica molto e tutti sanno che qui, alla dodicesima di Ridgestreet, un taxi non si ferma mai, nemmeno se paghi ogni minuto con un lingotto d'oro.
Sarebbe comodo e semplice chiedere aiuto a Kevin, ma sono troppo orgogliosa per applicare verità teoriche su realtà pratiche. E per di più, sono in ritardo già di mezz'ora. Julius sarà sicuramente inferocito, mi adora, ma odia profondamente i ritardi. E come dargli torto? Lui è un fotografo da duemila dollari all'ora, non uno che se ne va in giro a regalare rullini agli sconosciuti.
Siamo legati da un sorprendente affetto sincero, ma questa non me la perdonerà.
Dopo i miei scatti, ha programmato un servizio fotografico con Kate Moss, dato che intende"Salvare la modella del secolo" e non accetterà, da me, alcuna scusa.
Calpesto il marciapiede con i miei tacchi dodici, frustrata ed arrabbiata con me stessa e con il taxista. Se solo qualcosa mi andasse bene oggi ...Prima il guardone, poi Kevin ed anche quel dannato testamento. Ed in tutto questo non ho ancora deliziato le mie papille gustative con un buon caffè caldo.
Entro subito nel locale ed avvisto un tavolo libero accanto alla finestra. Lo occupo, attraversando di corsa tutta la sala, prima che qualcuno me lo soffi proprio sotto il muso. Non appena prendo posto sulla sedia, percepisco l'inconfondibile aroma del caffè appena preparato, che possiede il magico potere di rilassarmi.
<< Cosa desidera?>> Mi chiede un cameriere,comparso magicamente al mio fianco. Tenta di infondere alla propria voce ed alla sua espressione un tono incolore. Probabilmente mi ha riconosciuta. Stelle Gemelle è un film che ha girato le sale di tutto il mondo ed io ero la sua protagonista. Ma è solo uno dei tanti film di cui sono stata interprete. Per non parlare delle pubblicità..
<< Un caffè. Grazie>> Rispondo, abbozzando un sorriso. Non sono in vena di autografi, nè di qualsiasi altro gesto di venerazione nei miei confronti.
Nemmeno il tempo di svestirmi del cappotto che il cameriere ritorna, posando sul mio tavolo il caffè..Soffio con le labbra sulla tazzina fumante, scegliendo nell'ammasso di carta colorata la bustina di zucchero più graziosa. Ad essere sinceri preferisco la zolletta, anzichè la bustina...Purtroppo bisogna accontentarsi nella vita.
Al caffè, però, non posso rinunciarvi. E' tutto, ma tutto non è caffè.
Per me quel liquido marroncino è una sveglia prepotente, le vitamine di cui il mio corpo ha bisogno, addirittura il sostegno morale nelle situazioni più difficili. Una costante alla quale non posso dire di no.
Il primo sorso è sempre il migliore, quello che ti pizzica la lingua, quello che ti dice tutto del caffè. Assaporarlo è un piacere unico che gusto lentamente, trattenendolo nella bocca, mentre il resto lo scolo senza pensarci troppo.
Sono così immersa nei miei pensieri che non mi accorgo subito del ragazzo inquietante. Alto, scheletrico e pallido se ne sta beato proprio di fronte a me, illudendosi che io lo abbia notato.
<< Posso farti un ritratto?>> Mormora con voce tremante, scrutandomi con i suoi occhi grigi e tristi.
Alla sua domanda, alzo lo sguardo verso di lui. Mi farebbe quasi tenerezza, se non avessi paura del suo sguardo. Il suo modo di osservarmi mi spaventa. Untuose ciocche castane coprono la sua fronte e due profonde occhiaie violacee solcano le sue guancie. Quello che dovrebbe apparire un sorriso è più una smorfia sgraziata, niente in confronto al sorriso sghembo che gli indirizzo.
<< Non credo sia il momento..opportuno>> Rispondo titubante, cercando nella borsa qualche dollaro con il quale pagare il conto. Fuggire, fuggire, fuggire. Questa è la mia priorità. Adesso.
<< Perchè non vuoi farti ritrarreee da me?>> Ulula improvvisamente lo sconosciuto. Poi alza le braccia al cielo, gemendo e sbattendo i piedi sul pavimento di mattonelle veneziane. Velocemente l'attenzione di tutti i clienti del locale convergono su di lui e..su di me..ovviamente.
<< Ma quella è Nicky, vero? << Nicky Vince qui?>> << E proprio la Vince? >> Sento bisibigliare qua e là. Ma i miei occhi non si distraggono. Fissano, fintamente disinteressati, il povero matto, giunto al mio cospetto.Nessuna mossa affrettata. NESSUNA mossa affrettata! Questo è quello che mi dice il cervello..
<< Mi devi scurare..- Esclamo, interrompendo la crisi isterica del ragazzo - ma devo proprio andare..>>. Mi alzo, senza alcuna esitazione, e scatto verso l'uscita. Ma sono troppo lenta ed il matto mi raggiunge, strattonandomi per la giacca. I miei occhi diventano ghiaccio ed esaminano la mano dello sconosciuto aggrappata saldamente al mio braccio.
I nostri sguardi si incrociano, follia contro ragione. E capisco che non ho nessuna via di fuga.
<< Togli la tua mano...Ora..>> Sibilo tagliente, accompagnato da una mia occhiata gelida, intimidatoria. Voce inaspettatamente rauca. Non posso sopportare questa situazione un minuto di più. Al mio tre mentale attacco..1.....2....e....
<< Hai sentito cosa ha detto la signorina?>> Sbotta una voce maschile, alle mie spalle. Il tono è così aggressivo che anche io provo paura e se fossi nel maniaco scapperei, senza farmi vedere mai più. Con soddisfazione punto gli occhi sul ragazzo e felicemente mi accorgo che ora non è più tanto spavaldo.
<< Io..io..volevo farle un ritratto.. Io...io..sono bravo>> Balbetta impaurito, levandomi la mano da dosso, con mio grande piacere. E fugge. Corre verso la porta e, dopo averla spalancata, sguscia fuori. E pensare che cinque minuti fa ero io quella che doveva darsela a gambe. Le cose cambiano in fretta, per fortuna...
Mi volto verso il mio salvatore. Voglio proprio sapere chi si sia preso la briga di difendermi contro quel ragazzo......
.......
..... E' possibile che Brad Pitt abbia un sosia?
In fondo si dice che ognuno di noi abbia sette sosia sparsi per il mondo. Magari non è proprio una palla.
Dopotutto non esiste cosa che non possa essere smentita, tranne la morte ovviamente..


Continua...









Scusate il ritardo!!!
Ringrazio tutti voi con un bacio grandisssssimo ed in particolare:
Tomsimo, Yellow B, Niacara, lilli84 e birri per aver inserito la mia ff tra i loro preferiti*-*
Spero tantu che questo ciappy vi sia piaciuto:)
Alla prossima.
Mary.


  
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