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Autore: Shade Owl    25/12/2015    3 recensioni
Lawrence Powell è un giovane agente dell'FBI che da poco ha iniziato la sua carriera al Bureau, e già si trova per le mani un caso estremamente importante: quello di un sadico serial killer convinto di essere il figlio del demonio, ribattezzato dalla stampa "Devil's Child".
Nonostante la giovane età, Powell è convinto di conoscere la prossima mossa del killer, motivo per il quale decide di recarsi ad Orenthal, una piccola città in cui, se sarà fortunato, riuscirà a intercettare Devil's Child e ad arrestarlo, assicurandolo alla giustizia.
Ma qualcosa, ad Orenthal, non è come dovrebbe: le persone sono strane, e fatti via via più inspiegabili circondano le vite di molti, primo tra tutti il capo delle forze dell'ordine locali, il quale dietro il suo comportamento indecoroso sembra nascondere numerosi segreti...
Genere: Dark, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Lawrence Powell si sistemò con fare nervoso il nodo alla cravatta e lisciò le inesistenti pieghe nella sua camicia bianca, cercando disperatamente di apparire il più ordinato possibile. Si sentiva preda dell’ansia più totale, e non c’era nulla che potesse fare per rimediare.
Quando una settimana prima era intervenuto durante il briefing, onestamente non si era aspettato che lo prendessero sul serio e difatti aveva dovuto discutere a lungo con molti colleghi più anziani (i quali difficilmente erano propensi a tenere di conto le opinioni di un agente di ventiquattro anni fresco di accademia) prima di far valere le sue ragioni. Tuttavia, quando il direttore in persona aveva affermato di volere sul suo tavolo una relazione scritta entro l’indomani si era decisamente stupito: al massimo aveva pensato di sentirsi dire qualcosa come “molte grazie, Powell, un’ottima teoria. Qualcuno ha altre idee?”.
E invece eccolo lì, una settimana dopo, che si accingeva a entrare nell’ufficio del direttore del Federal Bureau of Investigation per discutere faccia a faccia i dettagli della sua idea e il relativo modo di procedere successivamente.
Inspirando a fondo alzò lo sguardo verso la segretaria che, ignorandolo beatamente, continuava a rispondere al telefono o a battere tasti per scrivere un qualche documento. Poi l’interfono ronzò brevemente, e finalmente Lawrence ottenne il permesso per entrare nell’ufficio.
Prima di varcare la porta ricontrollò il proprio riflesso nel vetro, smorzato dalla veneziana scolorita dall’altra parte. La sua chioma nera e folta era appena un po’ disordinata, cosa dovuta alla scarsa cura con cui si era pettinato quella mattina, ma almeno la camicia non era così disastrata, sotto la cravatta e la giacca. Grazie al cielo.

Bussò, due colpi rapidi e accennati, e non appena ricevette risposta varcò la soglia, cercando di non apparire troppo inquieto: non voleva fare una figura tanto grama davanti al suo capo, specialmente in una simile occasione. Se fosse riuscito a giocarsela bene, non solo avrebbero chiuso il caso (che tra l’altro andava avanti da mesi), ma il suo nome non sarebbe più stato “Powell, la matricola”. Come minimo.
- Ah, Powell… scusa se ti ho fatto aspettare.- disse sbrigativamente il direttore mentre gli faceva cenno di sedersi davanti a lui - Allora, cosa mi dici? La famiglia? Tuo padre?-
- Tutto bene, signore, grazie.- rispose con la massima disinvoltura che riusciva a ostentare, mentre prendeva posto - Si può dire che non sia mai stato meglio come adesso che è in pensione.-
- Eeeh, lo capisco… dopo trent’anni di onorato servizio, meritava un po’ di riposo…- ridacchiò lui, facendo tremolare un po’ le guance piene.
Il direttore Augustus Bell era un uomo decisamente imponente, col suo metro e novanta per cento chili, tradita dai profondi occhi azzurri e i capelli grigi ma ancora folti. Questo, unito alla sua capacità di dire sempre la cosa giusta, gli dava una sorta di doppio potere che, se da un lato aiutava le persone a sentirsi a proprio agio in sua presenza, dall’altro gli garantiva la possibilità di intimidire chiunque lo facesse irritare troppo. Lawrence, che era cresciuto ascoltando i racconti di suo padre su quell’uomo che per lungo tempo era stato un suo collega, ora che si trovava a tu per tu con lui non riusciva a decidere in che modo comportarsi: poteva parlare liberamente ed esporre nel dettaglio la sua idea o era meglio sondare prima il terreno?
L’imbarazzo di fare una scelta, tuttavia, gli venne risparmiato dal direttore in persona che, abbandonando il sorriso amichevole, giunse le mani sulla bella scrivania scura e sospirò, mentre un riflesso che aveva un che di cupo gli attraversava gli occhiali.
- Seriamente, adesso…- esordì - Ti ho fatto venire per parlare di quella tua teoria.-
E indicò con un cenno il fascicolo davanti a lui, che Lawrence riconobbe subito: era lo stesso che aveva studiato per settimane e settimane, a volte perdendoci il sonno e, quasi, l'appetito.
- Sì, signore.- disse lui - La prossima mossa di Devil’s Child.-
- Esattamente.- brontolò scocciato l’uomo, mentre un altro lampo gli illuminava gli occhi - Siamo alla quinta vittima, e abbiamo già abbastanza problemi con tutto il resto del Paese. Non possiamo permettere che questo squilibrato continui ad aggirarsi per gli Stati Uniti impunemente. Ne ho abbastanza.-
- Quindi è d’accordo con me?-
- Sì e no, figliolo.- replicò lui, assumendo un’aria quasi condiscendente - Lo riconosco, hai la stoffa per seguire le orme di tuo padre Benjamin, e la possibilità che tu abbia ragione c’è, ma non posso dare nulla per scontato. Orenthal è una città molto piccola, saranno sì e no tre, quattromila anime, ed ha uno dei più bassi indici di criminalità della sua contea. Sarebbe strano se sapessero cos’è un omicidio.-
- Proprio per questo credo di avere ragione.- ribadì - Ho studiato l’intero percorso e i metodi di Devil’s Child, e se continua ad andare verso nordest si ritroverà sicuramente ad Orenthal.-
- Ma perché proprio lì?- chiese il direttore Bell, sistemandosi di nuovo sulla poltrona girevole - Ci sono altre città sul tragitto, non tanto più grandi ma con più vittime potenziali. E poi, non è detto che proseguirà verso nordest. Secondo l’opinione di Wendell è più facile che si diriga di nuovo a sud, seguendo l’interstatale.-
- Anche quella è una possibilità. Svierebbe le indagini, senza dubbio.- concordò Lawrence - Ma non possiamo lasciare nulla di intentato. Per questo ho comunque considerato altre due possibili destinazioni, anche se ritengo Orenthal la più probabile: dobbiamo essere pronti a tutto, se non vogliamo che scappi.-
- Questo è vero.- ammise il direttore, sospirando - Senti, per quanto mi piacerebbe, non posso mobilitare un’intera task force, al momento. Se acconsento, andrai da solo e dovrai farti aiutare dalle forze dell’ordine locali, e lo stesso varrà per i tuoi colleghi che manderò nelle altre due località che hai segnalato. Questo almeno finché uno di voi non avrà in mano qualcosa di concreto, perché in quel caso verrò personalmente a cavallo suonando la tromba.- aggiunse con un sorrisetto.
- Ne sono consapevole.- ammise, mascherando una certa delusione: sperava che almeno uno o due colleghi potessero accompagnarlo - Bene, in questo caso posso credere di avere la sua approvazione?-
Il direttore annuì massaggiandosi il mento, lo sguardo ancora fisso sul fascicolo.
- Vai.- disse - E portami dei risultati, siano essi contrari alla tua teoria che favorevoli. Abbiamo bisogno di qualcosa di definitivo, almeno per una volta… quegli avvoltoi della stampa ci stanno strappando le interiora da settimane, non vedono l’ora che troviamo un’altra vittima per cavarci anche gli occhi e lasciarci ad agonizzare sotto il sole.-
Lawrence sorrise, benché trovasse la metafora più rivoltante che divertente.
- Non si preoccupi, signore.- disse, alzandosi e tendendogli la mano - Le garantisco che non se ne pentirà. Partirò immediatamente.-
- Ottimo.- rispose Bell, stringendogli a sua volta la mano - Io contatterò l’Ufficio dello Sceriffo e il Sindaco di Orenthal. Mi assicurerò che ti diano la massima collaborazione.-
 

Finalmente me ne riparto con una storia nuova. Sono mesi e mesi che ho interrotto le pubblicazioni, e per ora non me la sento di riprendere in mano ciò che ho lasciato in sospeso, ma intanto comincio con questa, come regalo di Natale (pur non essendo natalizia).
Spero di rimanere costante, almeno un po', nella pubblicazione. Ho già pronti i primi capitoli, e confido di scrivere gli altri il prima possibile.
Per adesso vi auguro buona lettura, ci rivediamo al primo capitolo!

   
 
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