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Autore: _GiorgiaMalfoy_99    25/12/2015    1 recensioni
Dopo la guerra tutti gli studenti torneranno a scuola per ripetere l'anno precedente, visti gli avvenimenti che avevano sconvolto le loro vite. Nella casa di Grifondoro, all'ultimo anno, entrerà una ragazza nuova, Isabella White. Ella cambierà la vita di un po' tutte le persone che incontrerà è conoscerà, in particolare quella di un ragazzo di Serpeverde...
Spero di avervi incuriosito un po' e vi lascio alla lettura!
ATTENZIONE: Silente e Sirius, in questa ff, sono vivi.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 14: Il piano

 
Quando il mattino seguente si svegliarono, tutto appariva loro come un sogno lontano, ma entrambi sapevano che la realtà era ben diversa. Così la giornata grigia finì per rispecchiare all’esattezza l’umore di Isabella e Draco.
“Ciao” mormorò il Serpeverde all’orecchio della ragazza.
“Ciao … hai dormito bene?”
“Mi dispiace doverlo dire, ma sì.”
“Perché dovrebbe dispiacerti?”
“Be’ perché vedo te piena di preoccupazioni e quindi …”
“Oh, Draco, credo che, se chiedessi a Blaise se qualche anno fa tu avessi potuto concepire un pensiero così, scoppierebbe a ridere come fa lui e mi direbbe che all’epoca si considerava felice se non lo insultavi un giorno sì e uno no.”
“E con questo cosa intendi dire?”
“Che ammiro il modo in cui sei cambiato, perché tu sei cambiato.”
“E sai anche di chi è il merito?” chiese lui, mentre disegnava con l’indice piccoli cerchi sul braccio di Isabella.
“Che domande! Il merito e tuo, tutto tuo.”
“Non sono molto d’accordo.”
“Sì che è tuo: io avrei potuto compiere le dodici fatiche di Ercole e non sarebbe successo nulla, se tu non l’avessi voluto.”
“Continuo a non essere d’accordo, ma non importa. Importa che adesso sono qui. Con te” disse infine.
Lei gli sorrise e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
“Devo dirlo agli altri” sentenziò poi.
“Lo so … è loro diritto sapere.”
“Lo farò subito. Che ore sono?”
Draco si voltò e guardò la sveglia, che questa volta non distrusse probabilmente perché non aveva suonato. Segnava le nove e mezzo del mattino.
“Bene – iniziò Isabella – io avverto i Grifondoro, tu torna a Serpeverde e sveglia Blaise e Theo: ci ritroviamo tutti qui fra un’ora.”
“Ok – rispose Malfoy, alzandosi – ma poi andiamo tutti insieme a fare colazione, cosa dici?”
“Credo che sia una buona idea. Il cibo serve sempre per mandar giù anche le notizie più brutte più facilmente.”
Bella guardò il suo ragazzo mentre si rivestiva e poi si alzò a sua volta e, dopo aver mandato un patronus a Hermione, Ginny, Harry e Ron, sparì nel bagno. Sotto il getto caldo della doccia si sforzò di pensare al modo migliore per spiegare la sua situazione agli amici, anche se sapeva che quando successivamente l’avrebbe fatto le parole sarebbe uscite ugualmente diverse da come le avrebbe volute, e di riflettere su come decidere di agire. Un bivio le si apriva davanti e la strada che avrebbe scelto avrebbe determinato la sua vita futura.

Intanto Draco scendeva le scale che portavano ai sotterranei con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni e pensava. Faceva male guardarla stare male e commoveva vedere come, anche se si trovava in un momento difficile, si dedicava comunque agli altri, trovando sempre le parole giuste per lenire qualche pena.
Nella Sala Comune, quando vi entrò, regnava il caos: c’erano bicchieri e bottiglie vuote o mezze rovesciate ovunque, persone addormentate sui divanetti e sulle poltrone e gli striscioni verdi e argento pendevano qua e là. Draco odiava il disordine, così, per quanto scocciato, fece comparire scope e spazzoloni e li incantò perché sistemassero quel disastro e non badassero a non infastidire i dormienti. Che li svegliassero pure e li rispedissero nelle rispettive stanze o nei rispettivi dormitori.
Poi proseguì verso le camere dei maschi e, giunto davanti alla stanza di Blaise, mormorò un Alohomora ed entrò, sbattendo la porta e dicendo:
“Blaise, razza di idiota! Come hai potuto permettere che la nostra Sala Comune venisse lasciata in quelle condizioni?! Alza il culo da quel letto!”
Solo dopo aver terminato la sua arringa si preoccupò di guardarsi veramente intorno: c’erano vestiti ovunque, i libri e il materiale che era sulla scrivania erano finiti per terra, la sedia era rovesciata. Ma ciò lasciò Draco più perplesso fu il notare dell’intrigante intimo nero da donna ai piedi del letto. Sotto le coperte Blaise gli sorrideva sornione, tenendo Ginevra tra le braccia. La rossa si era tirata le lenzuola addosso e sembrava essere tutto fuorché felice di vederlo.
“Buongiorno anche a te, Draco. Sì, lo so già, tra un’ora da Isabella. Ci deve parlare di qualcosa di importante.”
“Vedo che ti sei divertito ieri sera.”
“Sì, posso dire di essermi divertito” affermò l’amico, lanciando uno sguardo fugace alla sua ragazza.
“Avresti anche potuto cercare di informarti, dopo avermi visto correre via con Isabella in seguito al patronus di Silente” continuò sempre più irritato.
Blaise capì che la situazione non era delle migliori e decise che avrebbe fatto meglio a risparmiare le battute per quella mattina.
“E lo stesso vale per te, signorina” aggiunse Draco guardando Ginny.
“Mi dispiace Dra … ero convinto che saresti tornato indietro, ma non l’hai fatto e noi …”
“Va bene, basta così. Ma vedete di arrivare puntuali. Vado a svegliare Theo e voglio sperarlo di non trovare pure lui a letto con mia sorella” concluse duro, mentre usciva sbattendo la porta.
“Deve essere stato veramente qualcosa di grave …” disse Zabini quando furono di nuovo soli.
“Il messaggio di Silente diceva che l’avevano trovata. Non so spiegarti cosa intendesse e non so chi mai dovrebbe essere sulle tracce di Bella.”
“Neanche io … Che ne dici di una doccia calda per svegliarsi bene prima di andare?” chiese poi mentre un ghigno malizioso si affacciava sul suo volto.
“Tu sei una Serpe della peggior specie – soffiò Ginny – Ma che donna ti resisterebbe mai?”
Blaise si alzò, raggiunse la sponda opposta del letto e prese in braccio la ragazza che disse:
“Però ti avviso: hai un quarto d’ora, poi dobbiamo essere fuori.”
“Tecnicamente, visto che la doccia la facciamo contemporaneamente, potresti darmi anche di più di un quarto d’ora, ma non ti preoccupare: mi basta e avanza.”
Ginevra scoppiò a ridere mentre lui apriva la porta del bagno spingendola con la schiena.

L’umore plumbeo di Draco sembrava diventare più scuro ogni attimo che passava, ma trovando Theodore già vestito e intento a pianificare attentamente il suo calendario per la settimana successiva, non poté che migliorare un po’: a quanto pareva non tutti i suoi amici erano dei nullafacenti irrecuperabili come Blaise.
“Buongiorno Draco” lo salutò con la sua solita compitezza.
“Un buon giorno oggi non lo è di certo. Tra un’ora devi essere anche tu davanti alla torre dei Grifondoro. Isabella deve comunicarci una cosa importante.”
“Della quale tu sei già a conoscenza, visto il tuo umore.”
Draco annuì, mentre faceva materializzare una sigaretta e l’accendeva, prima di portarsela alle labbra e di fare un lungo tiro.
“Poi aggiungiamo l’aver beccato Blaise a letto con la Weasley in questo frangente e allora …” disse, mettendosi a fissare intensamente l’acqua scura del Lago Nero fuori dalla finestra di Theo. L’amico non rispose e allora Malfoy si voltò di scatto e gli disse con tono imperioso e puntandogli un dito contro:
“E tu vedi non farti mai beccare da me nella stessa situazione con mia sorella, perché, come ho già detto a Zabini, potrei quanto meno affatturarti.”
L’interessato sospirò e, senza dare peso alla minaccia, invitò Draco a sedersi.
“No, non mi siedo. Me ne vado. Ci vediamo tra un’ora.”
“Come vuoi” concluse Theo, mentre una seconda porta, la sua, veniva sbattuta.

Tornato nella sua stanza, Draco spense la sigaretta, consumata fino al filtro, e si spogliò: aveva bisogno di una doccia per schiarirsi le idee. Sotto l’acqua fredda un pensiero centrale si delineò nella sua mente: per nessun motivo avrebbe permesso a qualcuno di portargli via Isabella, mai. Era una visione immutabile ed egoistica, volta esclusivamente al proprio benessere, ma infondo Draco Malfoy era anche questo: un terribile egoista, che amava solamente Isabella più di sé stesso e, in quanto Serpeverde, un uomo che per ottenere e mantenere gli oggetti dei suoi desideri non esitava di fronte a nulla. Asciugatosi e vestitosi uscì, incamminandosi nuovamente per tornare da dove era venuto. Stava per imboccare le scale quando si sentì chiamare:
“Signor Malfoy!”
Era la McGranitt, che nel suo famoso mantello verde si avvicinava a passo svelto al Caposcuola di Serpeverde.
“Buongiorno professoressa” rispose piatto.
“Signor Malfoy, il professor Silente mi ha messo al corrente di ciò che sta accadendo, come del resto è suo dovere. Le faccio solamente presente che, nel caso abbiate bisogno di qualche cosa, Silente ed io siamo a vostra disposizione.”
Tutto si sarebbe aspettato Draco dalla McGranitt, tranne che questo, così rimase in silenzio per un attimo, alla ricerca delle parole più giuste da utilizzare e poi la ringraziò a nome proprio e di Isabella in modo forse banale, ma sicuramente senza lasciar trapelare quel senso di stordimento che l’aver avuto un’offerta d’aiuto dalla Capocasa di Grifondoro gli aveva provocato. Benché sapesse che era naturale che la professoressa di Trasfigurazione si preoccupasse per una sua studente, trovava ancora strano che manifestasse la sua preoccupazione con lui, un Serpeverde. Ma forse doveva solo tagliare il cordone ombelicale che lo legava alla divisione in Case come qualcosa di più che una tradizione di Hogwarts e una formalità.
Così, scuotendo la testa in preda ai suoi profondi pensieri, iniziò a salire le scale a cui piaceva cambiare per raggiungere la sua meta. Il suo Rolex segnava le 10:20, ciò significava che a breve sarebbero tutti stati lì. Si appoggiò con la schiena alla parete mentre la Signora Grassa cominciava a lamentarsi del fatto che in quegli ultimi tempi troppi Serpeverde entravano e uscivano dalla sua Sala Comune per i suoi gusti e che questo di certo non contribuiva a mantenere una buona reputazione per Grifondoro. Draco la ignorò e, riversata la testa indietro, riprese a riflettere: avrebbe potuto chiedere a sua madre di nascondere lui ed Isabella in una delle residenze di villeggiatura dei Malfoy, ma dubitava che Bella avrebbe accettato: avrebbe detto che non voleva essere di peso a nessuno e neanche Merlino in persona avrebbe potuto dissuaderla dalla sua convinzione. Poco dopo fu proprio la Signora Grassa a distoglierlo dai suoi cupi pensieri, smettendo di colpo con il suo borbottio e proclamando vivacemente: “Parli del diavolo e spuntano le corna! O forse dovrei dire: parli delle serpi e spuntano le loro lingue biforcute!”
Draco aprì gli occhi e vide avvicinarsi Ginevra con al seguito Blaise e Theo. Poi il ritratto riprese, rivolto alla Grifondoro:
“E tu, signorina, che porti il nemico all’interno! Perché lo fai, svergognata?!”
Ginny inspirò a fondo e poi rispose:
“La guerra è finita, è ora che pure i quadri all’antica come te rinnovino il proprio modo di pensare. E ora apri per favore; Calendula Officinalis!”
“I quadri all’antica … ma quali quadri all’antica!” riprese la tela tra sé e sé, dopo aver aperto per far passare i quattro studenti.

All’interno della Sala Comune incontrarono Hermione, Harry e Ron, poi salirono tutti insieme e raggiunsero la stanza di Isabella. Lei li fece accomodare tutti come meglio poteva, poi iniziò:
“Bene, ora che siete qui è il momento di raccontarvi la verità. Vi prego solo di tenervi le domande per quando avrò finito. Ad ognuno di voi è stato detto che io sono qui per studiare, per fare una sorta di anno all’estero, come direbbero i Babbani, ma non è così: io ho chiesto ospitalità al professor Silente perché avevo bisogno di scappare dalla mia famiglia e soprattutto dal matrimonio che per prima mia madre voleva, vuole, impormi.”
Tante facce stupite si disegnarono sui volti dei presenti, tranne che ovviamente su quello di Draco, che ascoltava impassibile, come se in realtà non fosse affatto presente, ma assorbito da qualcosa d’altro. Bella riprese:
“Il problema che mi ha costretta a lasciare in quel modo la festa di ieri è che i miei genitori sono riusciti a trovarmi. Hanno scritto a Silente facendo appello alla sua carica di Ministro della Magia e gli hanno intimato che, se non mi espellerà dal paese entro un mese, saranno loro a venirmi a prendere.”
A quel punto anche il giovane Malfoy rimase di stucco.
“Come? Di questo non si era parlato ieri sera!”
“Lo so, Draco. Silente mi ha fatto avere una lettera stamattina in cui me lo ha spiegato.”
“Dobbiamo impedire entrambe le cose: che ti espella e che ti vengano a prendere i tuoi!”
Per la seconda volta in quella funesta giornata i nervi del Serpeverde erano messi a dura prova e questo si vedeva chiaramente dalla frequenza con cui il suo sopracciglio destro si alzava e si abbassava a tempo con l’enfasi che metteva nelle sue parole.
“Chiederò a mia madre di nasconderci in una delle residenze estive di famiglia; non potranno venire a cercarti in una proprietà privata, figuriamoci se poi è di proprietà dei Malfoy.”
“Ecco che ci risiamo …” mormorò Ron tra sé e sé.
“E tu tappati quella bocca Weasley, non ho bisogno di sentirti parlare in questo momento.”
“Ok, basta. Smettela entrambi – aggiunse Hermione – Dovete lasciar finire Bella. Credo che abbia ancora qualcosa da dirci.”
Il silenzio calò di nuovo nella stanza e la giovane sfortunata parlò di nuovo:
“Draco, apprezzo quello che tu vuoi fare, ma non posso passare tutta la mia vita a nascondermi.”
“Non sarebbe per tutta la vita; prima o poi quel verme si stancherà di aspettare e ci lascerà in pace!”
Isabella guardò fino nel profondo di quei tormentati occhi grigi e rimase in silenzio.
“Tu non ti arrenderai a loro, non è questo che vuoi fare. Dimmi di no” continuò Draco, mentre la sua voce si avvicinava pericolosamente al punto di rottura.
“No, questo mai. Ma riuscirò a vincere lealmente. Tornerò a Venezia, ma ci tornerò con te.”
L’espressione del ragazzo mutò dallo sconforto, alla sorpresa, all’incredulità, alla determinazione.
“Mi stai chiedendo di sposarti?”
“Sicuramente non ora, ma la semplice idea che potrei avere un futuro altrettanto brillante, potenzialmente migliore, senza Alberto Ca’ D’Oro dovrebbe spingere i miei genitori a darmi, o meglio a darci, una possibilità. Dovrai solo dimostrarti migliore di lui.”
Isabella sostenne l’intenso sguardo del suo ragazzo finché il suo celebre ghigno non comparve sul suo viso e finché Blaise non si alzò a corse a strapazzare l’amico gridando:
“Bravo il mio Malfoy! Quanto ci divertiremo! Una gara a chi è il migliore: pare fatto apposta per te amico mio!”
Draco lo fissò con uno sguardo cinereo:
“Sono ancora arrabbiato con te Zabini e poi per che ragione stai parlando di noi al plurale?”
“Mi sembra evidente che io verrò con voi. Tu hai seriamente bisogno di una guida nel complicato mondo italiano e il sottoscritto, come sai, ci ha passato parecchio tempo. Io conosco posti, persone, fonti …”
“Tu non ci verrai Blaise, non puoi venirci” continuò caparbiamente l’altro.
“Hai bisogno di me Draco. Mi presenterò come tuo fratello, venuto con te per consigliarti.”
“Tu mio fratello? Neanche un neonato babbano ci crederebbe” sentenziò il Caposcuola di Serpeverde.
“Be’ senti, i tuoi potrebbero avermi adottato. E poi in fin dei conti io sono il tuo insostituibile fratello di spirito.”
“Nessuno ha ancora interpellato me – si inserì Ginny – Sicuramente non ti lascio andare in Italia senza di me. Come ti controllerei poi?”
“Hai così poca fiducia in me tesoro?”
“Oh, io ho moltissima fiducia in te, amore, solo non ne ho nelle donne che finiresti per incontrare.”
“Ginny, tu non vai da nessuna parte senza il permesso di mamma e papà” aggiunse Ron.
“Ronald, so benissimo che mamma e papà finirebbero per mobilitare una squadra speciale di Auror per riportarmi a casa, ma non temere, ci penserò io a scendere a patti con loro, grazie.”
“Allora è fatta – concluse Blaise – Abbiamo un mese per preparare le nostre vacanze natalizie a Venezia!”
In quel medesimo istante finì per scatenarsi il putiferio: Hermione discuteva di logistica e trasporti, Harry sembrava intenzionato a smuovere Ron dalla sua posizione scettica e Isabella e Draco vedevano delle nuove opportunità davanti a loro. 
  
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