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Autore: 144kagome_alice144    25/12/2015    4 recensioni
Sasuke e Naruto sono dei semplici ragazzi di sedici anni, o almeno così credono. Una crudele verità aleggia sul loro passato e solo il loro fratello maggiore la conosce. Fra la scuola e i vari impegni, riusciranno a sopportare il peso del loro cognome? Riusciranno a vivere e ad amare?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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                                                                    Taiyo no egao


 
Un caldo raggio di sole entrò dalla finestra, sorpassando le tende lillà, posandosi sugli occhi ancora chiusi di una giovane ragazza. Quest’ultima si mosse impercettibilmente, disturbata da quel fascio di luce calda. Lentamente aprì i suoi occhi cristallini, notando la bellissima giornata che le si mostrava al di là della finestra.

Sempre con calma si mise a sedere sul ciglio del letto, lasciando ricadere i suoi capelli corvini sulle spalle. Inavvertitamente fece cadere i suoi occhi chiari sulla piccola sveglia riposta sul comodino di fianco al letto. Questa segnava le sette e quaranta. La ragazza sorrise, per poi assumere un espressione di puro terrore quando razionalizzò che ore fossero in realtà.

Con uno scatto prese la sveglia e la fissò intensamente, sperando che si fosse sbagliata. Purtroppo non era così: “ Oddio, fra venti minuti dobbiamo essere a scuola!! “

Si alzò di scatto, piombando nella camera accanto. Sakura dormiva beatamente, con la testa sommersa dal cuscino. < Sakura! Sakura! Svegliati Sakura! > la chiamò Hinata. < Mmm, Hinata che c’è..? > chiese ancora assonnata, mantenendo gli occhi chiusi.

< Sakura, ieri ci siamo scordate di mettere la sveglia! Sono le sette e quaranta! Fra venti minuti dobbiamo essere a scuola! > < CHE COSA!!?? - un urlo sovraumano, capace di risvegliare l’intero Giappone, uscì dalla bocca della ragazza che si alzò di scatto, guardando anche lei la sveglia – Maledizione! E adesso cosa facciamo Hinata? > chiese ormai completamente sveglia.

< Io vado a preparare la colazione e il pranzo, tu intanto vestiti! > la rosa annuì correndo in bagno. La rosa si preparò in tempo record, uscendo dal bagno e trovando la corvina già vestita e pettinata. Si scambiarono un’occhiata poi la rosa andò in camera lasciando il bagno all’amica.

< Sakura! > la richiamò Hinata dal piano di sotto. Mancavano dieci minuti al suono della campanella e la rosa non era ancora pronta.

< Arrivo! – esclamò l’altra – Ma dove avrò messo il libro di educazione domestica!? > si domandò nervosa, guardando sotto il letto. Per fortuna lo trovò, anche se un po’ impolverato. Si chiese come ci fosse finito lì, ma quando posò gli occhi sulla sveglia sbiancò, precipitandosi al piano di sotto

< Eccomi Hinata scusami.. - esclamò mentre di corsa scendeva le scale. Purtroppo, però, scivolò, scivolando per i restanti gradini, atterrando con tutto il suo peso sul polso fasciato. – Ahi!! Che male! > < Sakura! > La corvina si precipitò da lei, preoccupata.

< Non ti preoccupare – disse cercando di trattenere le lacrime dal dolore – Andiamo che è tardi. > Hinata annuì, aiutandola ad alzarsi e, insieme, si diressero veloci verso la scuola.



< Dobe, smettila! > Un irritato Sasuke camminava tranquillo, con affianco suo fratello che lo guardava male. Da quando erano usciti di casa, lontani dal fratello maggiore, Naruto non aveva fatto altro che ricordargli di essere gentile e disponibile con i compagni e, soprattutto, di non litigare con Sakura.

< Bhe.. – riprese il biondo, poggiando e mani che reggevano la cartella dietro la testa – Non vorrai mica che Itachinii-san venga a conoscenza del tuo caratteraccio..? > lo ricattò con un sorrisetto, marcando bene l’ultima parola.

Il maggiore lo fulminò, per poi sbuffare e annuire. < Questa me la paghi.. > sussurrò fra i denti < Hai detto qualcosa? > < No, nulla! >

< Ah!! Ma quelli sono i fratelli Uchiha!! > < Oddio, come sono belli!! > quelle voci femminili e stridulanti fecero capire ai due di essere arrivati a scuola.

< Hey Naruto, Sasuke! > I due interpellati si girarono e notarono due ragazzi che gli venivano in contro. < Lee, Neji! > esclamò contento il biondo, tirando una gomitata nel fianco a Sasuke < Buongiorno.. > disse il moro, non togliendo lo sguardo assassino da suo fratello. < Buongiorno a voi! – disse il ragazzo con il caschetto – Andiamo in classe! >

I quattro si diressero verso la propria aula, non badando a tutti gli schiamazzi che facevano le ragazze. < Certo che questa scuola è molto movimentata.. > disse Naruto. < Bhe, diciamo pure che è la nostra classe ad essere “ famosa “.. - spiegò Lee.

I due Uchiha lo guardarono incuriositi, al che il moro continuò – Vedete, nella nostra classe ci sono gli studenti più importanti di tutto l’istituto, come Neji e- >

< Lee, così stai esagerando.. – lo interruppe Neji, riportandolo alla realtà. Il castano spiegò – Siamo una classe come un’altra, soltanto che gli altri ci vedano come quello che non siamo. > I due Uchiha annuirono, capendo esattamente che cosa il moro cercava di dirgli.

< Bhe, comunque tu sei pur sempre il nipote del preside e Hinata è sua figlia. In più, lei e Sakura sono a capo del consiglio d’istituto, per questo sono acclamate e rispettate da tutti > < Non è per questo – Lo interruppe, questa volta più bruscamente, il castano. – Loro sono molto diverse da quello che appaiono, lo sai Rock Lee. > < Si, hai ragione Neji. Scusami. >

I due Uchiha non avevano capito gran che dalla conversazione, ma di una cosa erano più che certi: Neji aveva ragione, quelle ragazze erano molto diverse da quello che volevano apparire.

Continuando a parlare i quattro raggiunsero l’aula. Mentre i due Uchiha si andarono a sistemare al loro banco Ino e Ten Ten si diressero verso Neji, preoccupate. < Hey, Neji – chiese la bionda – Hai mica visto Sakura o Hinata? >

< No, perché? > < Non sono ancora arrivate.. > disse, abbassando il capo. < Non devi preoccuparti, magari avevano una qualche riunione con i consiglio d’istituto.. > disse calmo lui. < No – a rispondere era stata la castana, preoccupata quanto l’amica – Stamattina non avevano alcuna riunione. >

< Mi spiegate perché siete così preoccupate? > La ragazza con gli chignon abbassò la testa, mentre Ino strinse forte i pugni, cercando di frenare le lacrime. Nessuno in quel liceo sapeva del passato delle due, tranne le amiche che temevano succedesse una cosa come quattro anni fa.

< Hey, che succede? > chiese Naruto avvicinandosi, mentre Sasuke se ne stava più indietro. In quel momento suonò la campanella e un secondo dopo la porta si spalancò.

Due ragazze, una dai corti capelli rosa e l’altra con i capelli corvini, si accasciarono in terra, stanche e stremate per la corsa, ma felici di essere arrivate puntuali. < Ce.. l’abbiamo.. fatta.. > disse Sakura, cercando di riprendere fiato. Hinata le sorrise.

Ino e Ten Ten, vedendo che le amiche erano sane e salve tirarono un sospiro di sollievo. Le ragazze che erano appena arrivate, accortasi degli sguardi di tutti puntati su di loro, arrossirono, alzandosi in piedi. Ino si avvicinò a Sakura e l’abbracciò forte.

Nessuno, tranne le quattro ragazze, capì quel gesto.

< Sto bene, Ino-pig.. > sussurrò la rosa all’orecchio della bionda, facendola sorridere.

< Em, em > Ad interrompere quel momento ci pensò il professor Kakashi. Le due si staccarono e, come i compagni, si diressero ognuna al suo posto. < Buongiorno ragazzi. – salutò il professore, venendo ricambiato educatamente dalla classe – Oggi andremo aventi con il programma >

Così deciso si voltò, prendendo a scrivere delle formule matematiche sulla lavagna. Tutti, lasciandosi scappare un piccolo sbuffo, presero a seguire la lezione.

Sasuke era intento a seguire la spiegazione. Anche se non sembrava lui, al contrario del fratello, era molto bravo in matematica e gli piaceva molto il modo con cui Kakaschi spiegava quella materia.

< Tutto chiaro? > chiese dopo aver spiegato un difficile passaggio. Una mano, dal fondo della classe, si alzò titubante. < Potrebbe ripetere, per favore? > chiese Naruto che non ci aveva capito nulla.

Il professore sbuffò, ripetendo al biondino le cose appena spiegate. Il moro lanciò un’occhiata al biondino che, evidentemente, continuava a non capire e poi i suoi occhi si fermarono sulla compagna di banco.

Sakura non aveva scritto niente sul suo quaderno e questo fece pensare che si ritenesse un genietto e che non avesse bisogno di prendere appunti. Stava per riprestare attenzione alle parole del professore, quando i suoi occhi scuri si posarono sul polso destro della rosa.

Infatti, l’Haruno, per tutta la lezione non aveva fatto altro che guardarsi il polso che le doleva moltissimo. Appena aveva provato a sollevare la penna un dolore lancinante le si era sparso dalla mano fino alla testa, facendole venire voglia di vomitare.

Sasuke notò che sotto quella fasciatura il polso doveva essere gonfiato e riuscì ad intravedere anche un colorito violastro, in netto contrasto con la sua pelle candida. Spostò lo sguardo sul suo volto che teneva nascosto sotto la frangetta.

La fissò per un lungo istante, cercando di trovare almeno un segno, quando si accorse di una piccola goccia d’acqua scivolarle dalla guancia fino alla gonna della divisa. Non ci mise molto a capire che stava piangendo. Sorrise dolcemente notando che quella ragazza aveva davvero una forza incredibile.

Nonostante il dolore non voleva cedere, non voleva far preoccupare gli altri e questo non valeva solo per il dolore che gli stava procurando il polso.


Quando la campana suonò, tutti in classe tirarono un sospiro di sollievo. Dopo aver educatamente salutato l’insegnate, ognuno si mise a parlare con il compagno, in attesa della prossima materia.

Sasuke, inaspettatamente, si alzò e, facendo molta attenzione, prese Sakura per il polso sano e la trascinò fuori dall’aula. L’azione del moro era stata così veloce e inaspettata che nessuno aveva avuto il tempo di fermarli.

< Fermo! > gridò Ino, con l’intenzione di seguirlo. < No aspetta, Yamanaka! – la fermò il biondo che sapeva che se il fratello si era comportato così ci doveva essere un motivo – Lasciali da soli, vedrai Sasuke non le farà niente! >

La bionda spostò lo sguardo sul biondino. I suoi occhi furiosi si scontrarono con quelli decisi e sicuri di lui. Alla fine cedette, sperando che non succedesse niente di grave alla sua amica: la paura di quella mattina le era bastata.


< Hey! Fermati! Uchiha! > gridava la ragazza dagli occhi smeraldo, mentre cercava di liberarsi, inutilmente, dalla presa ferrea ma non troppo, del ragazzo. Quest’ultimo continuava dritto per la sua strada, non badando né alle urla della ragazza né alle occhiate che riceveva dagli altri alunni.

Dopo qualche minuto che girava per la scuola, l’Uchiha si fermò all’improvviso davanti ad una porta bianca, felice di averla trovata. La rosa, non accorgendosi che il ragazzo si era fermato, gli andò addosso, sbattendo contro la sua schiena, ricoperta solo dalla camicia.

Arrossì, scostandosi subito dopo, spostando il suo sguardo confuso e imbarazzato dalla porta al volto del ragazzo. Constatò che quella era l’entrata dell’infermeria, ma non ebbe il tempo di riflettere che i suoi occhi si posarono sul volto dell’Uchiha. Era serio e in perscrutabile, ma su quelle labbra, quasi sempre senza espressione, era ben visibile un sorrisetto di vittoria.

Il ragazzo, non badando allo sguardo fisso su di lui della ragazza, entrò. < Scusi, c’è qualcuno? > chiese. Dopo nemmeno un minuto, da dietro una tendina banca comparve una donna dai capelli marroni e gli occhi dello stesso colore, con due strani quadrati viola sulle guance.

Quando vide i due ragazzi sorrise dolcemente < Salve, io sono Rin Nohara e sono l’infermiera della scuola, voi siete? > Il ragazzo non rispose, così toccò a Sakura che, liberatasi dalla presa sul polso sinistro disse < Io sono Sakura Haruno e lui è Sasuke Uchiha > pronunciò il suo nome lanciandogli un’occhiataccia, continuando a non capire perché l’aveva portata lì.

< Cosa posso fare per voi? > chiese gentilmente la donna. Questa volta fu l’Haruno a rimanere in silenzio. Sasuke, dopo aver dato un occhiata al polso si fece avanti < Potrebbe controllarle il polso? > domandò indicando il polso destro della rosa che, come se fosse stato chiamato riprese a dolere alla ragazza in modo sempre più forte.

In quei minuti che era stata in compagnia del moro se lo era completamente dimenticato, così da non sentire il dolore. Istintivamente si portò il polso al petto, sorreggendolo con l’altra mano.

La donna si avvicinò con cautela alla rosa e , sempre con modi gentili, le prese il polso, controllandolo. Al tocco leggero della donna, Sakura strinse i denti, sentendo un fortissimo dolore espandersi in tutto il corpo.

L’infermiera guardò attentamente la sua reazione e, sospirando disse < Fortuna che sei venuta qui subito, ma non te lo hanno detto che fa male tenere il polso in queste condizioni?! – la sgridò.

La ragazza abbassò lo sguardo, consapevole della stupidaggine che aveva compiuto non facendosi vedere da un medico il giorno prima. La donna riprese a parlare, questa volta con parole più dolci – Dovresti ringraziare questo ragazzo, lui si è accorto bene di quanto ti faceva male.. Comunque, adesso vieni, siediti sul lettino che te lo fascio. Tu, Sasuke, se vuoi puoi rimanere a farle compagnia, avvertirò io il vostro insegnante > dichiarò, accompagnando i due dietro la tendina bianca.

Fece sedere la ragazza sul lettino, mentre il moro si sedeva sulla sedia affianco. La signorina Rin prese dalla sua scrivania delle bende e delle pomate e iniziò a fasciare per bene il polso della ragazza. Quest’ultima cercava di resistere al dolore che le provocava ogni tocco della donna, stringendo il lenzuolo sotto le sue mani.

Dopo una diecina di minuti, la donna aveva finito. Si alzò e domandò ai due in quale classe erano.

Dopo aver risposto, i due rimasero soli, mentre la signorina andava ad avvertire il loro insegnante che per quell’ora sarebbero rimasti in infermeria. Sakura non osava alzare lo sguardo dal polso che ancora le faceva male.

Continuava ad accarezzarlo, indecise se alzare gli occhi o no. Si sentiva addosso lo sguardo del ragazzo e, questo, non l’aiutava di certo < Non lo toccare o non ti guarirà più > disse ad un certo punto Sasuke, prendendole delicatamente la mano sinistra e allontanandola dal polso.

La rosa guardò ogni singolo movimento delle loro due mani a contatto, perdendosi in quelle parole così semplici ma così calde. Quando le loro mani si staccarono ebbe il coraggio di guardarlo < Grazie.. > sussurrò, come se ringraziarlo dovesse rimanere un segreto.

Il moro non rispose, si limitò a girare il viso verso la finestra che dava sul cortile. Calò un pesante silenzio imbarazzante, rotto solamente dai respiri di entrambi. Dopo un tempo che a Sakura parve non finire mai, il moro tornò a fissarla:

< Non dovresti far preoccupare così le tue amiche > La rosa inarcò un sopracciglio, non capendo a che cosa si stesse riferendo. Poi l’immagine di Ino che l’abbracciava le passò veloce nella mente. Sospirò, capendo che forse quel ragazzo l’avrebbe potuta aiutare.

Non sembrava una persona molto loquace e non credeva che sarebbe andato in giro a raccontare i suoi segreti. Inoltre, quegli occhi neri come il cielo notturno le davano sicurezza e la spronavano a parlare. Soltanto che per lei era difficile, non ne aveva mai parlato apertamente con nessuno, nemmeno con le sue amiche.

Quello che era successo quattro anni fa era ancora una ferita, una delle tante, non cicatrizzata sul suo cuore. Abbassò lo sguardo, cercando la forza che non aveva per iniziare quel lungo e doloroso discorso. Non la trovò e, con un sorriso malinconico e rassegnato, puntò i suoi occhi chiari sul pezzo di cielo che intravedeva dalla finestra, non vedendolo davvero. La sua mente era tornata indietro nel tempo.

< Ino non era preoccupata per il polso.. > la voce le uscì rotta e sforzata. < Non devi per forza raccontarmi le cose.. > cercò di fermarla il moro, capendo che era difficile e doloroso per la ragazza. Sakura lo guardò, facendogli capire quanto avesse bisogno di sfogarsi con qualcuno. Il moro si perse in quel verde acqua così puro, ma allo stesso tempo così triste.

La ragazza continuò < Successe tutto quattro anni fa. Andavo ancora alle medie. Ero in classe con Ino e Ten Ten, Hinata non la conoscevo ancora – sorrise, ricordandosi quel periodo – Era da poco che vivevo da sola – Una fitta al petto la percosse.

Ricordare tutto le faceva dannatamente male, ma ne aveva un disperato bisogno. Sasuke l’ascoltava, cercando di infonderle forza con lo sguardo – Quel giorno ero in ritardo. Uscì di casa in tutta fretta, correndo. Ero quasi arrivata a scuola quando.. >

Si interruppe. Un conato di vomito la fece tossire, impedendole di continuare a parlare. Velocemente, davanti ai suoi occhi passarono tutte le immagini di quel maledetto giorno. Era come se il suo corpo volesse farla crogiolare nel suo dolore fino alla fine, eppure il suo cuore non voleva.

Il suo organo vitale che le batteva nel petto continuava a dirle di lasciarsi andare, di liberarsi una volta per tutte almeno di quel dolore che le impediva di essere una normale ragazzina come tutte le altre.

Sasuke, preoccupato per la reazione della ragazza, si alzò di scatto, avvicinandosi, non sapendo assolutamente che cosa fare. Quella ragazza gli sembrava così debole ed indifesa mentre veniva scossa dalla forte tosse, mentre in realtà sapeva bene che era molto forte, forse anche più di lui.

La ragazza, in un momento di lucidità, vide la reazione del moro ed, inconsciamente, sorrise, contenta che si preoccupasse per lei. Con la mano sinistra riuscì a raggiungere la mano calda e grande di lui. La strinse forte, cercando di trarre da lui la forza necessaria per sconfiggere il suo dolore.

Ancora una volta i suoi occhi si rispecchiarono nel nero infinito di lui che questa volta, a differenza delle altre, lasciavano trasparire preoccupazione e angoscia. Mentre rimaneva a fissarlo, una voce, immensamente dolce ma estremamente lontana si fece sentire nella sua mente. All’inizio non capiva quello che diceva, sentiva solo dei sussurri, poi le si presentò davanti un’immagine e tutto le fu più chiaro.

Era lei da piccola ed era sdraiata sulle ginocchia di una donna anziana con dei lunghissimi capelli rosa, della sua stessa tonalità e due vitali occhi marroni. Le stava accarezzando la testa, confortandola come ogni volta.

“ < Sakura, ricordati sempre che nella vita incontrerai tantissimi ostacoli ma tu dovrai superarli sempre a testa alta > < Ma come faccio, nonna? > aveva chiesto lei ingenuamente < Ascolta sempre e solo il tuo cuore > “

Quella frase, quelle parole e quel dolce sorriso materno che le accompagnavano fecero calmare quasi del tutto la ragazza che riprese a respirare regolarmente. Lasciò la mano del ragazzo, il quale, vedendo che si era calmata, tornò a sedersi.

La ragazza prese un bel respiro e continuò < Attraversai la strada, senza guardare. Non vidi la macchina, come lei non vide me.. e allora.. > < Ti ha investita > finì il ragazzo, con un tono della voce pacato e tranquillo, quasi distaccato.

La ragazza lo fissò, capendo che lo aveva fatto per aiutarla. < Esatto. Ricordo solamente il rumore assordante dei freni dell’auto e delle urla, poi più niente.. – si fermò, prendendosi una pausa, sentendosi più leggera – Mi sono risvegliata all’ospedale. I medici mi dissero che ero stata incosciente per tre settimane. Quando mi svegliai trovai Ino addormentata al mio capezzale. Devo averla fatta spaventare tantissimo.. >

Mentre la ragazza continuava a fissare il lenzuolo sotto di sé, il moro la guardava. Quella storia gli aveva fatto ricordare l’incidente che era avvenuto a suo fratello. Chissà se anche lui ci soffriva tanto come lei. Strinse i pugni a quel pensiero, quando venne riportato alla realtà dalla rosa < Sono proprio una pessima amica.. >

Il ragazzo la fissò, incapace di dire niente. Il silenzio che si era formato venne interrotto dal ritorno dell’infermiera < Ragazzi, forse è meglio che torniate in aula. Sakura, vedi di non forzare troppo quel polso.. > si raccomandò.

< Si, la ringrazio signorina Nohara > si congedò la rosa, lasciando l’infermeria insieme al silenzioso Uchiha.

Il tragitto dall’infermeria alla classe lo fecero nel silenzio più assoluto, soltanto a qualche metro dalla loro aula Sakura si fermò, richiamando l’attenzione di Sasuke < Uchiha.. So che non abbiamo iniziato nel migliore dei modi, ma volevo ringraziarti per quello che hai fatto e- >

< Non sei pessima > la interruppe lui, rimanendo voltato dalla parte opposta < Come? > chiese lei < Non sei una pessima amica. Però, se vuoi un consiglio, non ti tenere tutto dentro. Cerca di condividere il dolore con i tuoi amici che, da quello che ho visto, ci tengono molto a te >

Sakura rimase senza parole. Quello era il primo discorso, articolato in più di una frase, che sentiva da quel ragazzo senza che lui fosse arrabbiato.

Sorrise, finalmente libera da una parte di quel dolore, come se fosse tornata bambina. Congiunse le mani dietro la schiena e, camminando velocemente, raggiunse il ragazzo, affiancandolo e superandolo. Fece altri due passi poi si voltò, sorridente, proprio come una bambina.

< Grazie Sasuke > disse, dirigendosi poi verso l’aula. Il ragazzo rimase immobile, stupito di ciò che aveva appena visto. Quel sorriso era uno dei più belli e dolci che avesse mai visto e quegli occhi avevano perso quella punta di oscurità, tornando a risplendere come un vero smeraldo.

Quelle due parole entrarono nel cuore del ragazzo come un dolce sussurro, facendolo battere alla follia. Capì in quell’istante che era quella la vera Sakura e, anche se non se ne rendeva ancora conto, le piaceva molto di più così.

Sorrise, mettendosi le mani nella tasca dei pantaloni, seguendo quella ragazza tornata bambina. 




Spazio autrice:

Salve!! Di nuovo.. ahahah

Il fatto è che nel capitolo precedente mi sono scordata una cosa importantissima!!

AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI VOI!!! E UN GRAZIE SPECIALE A TUTTE LE PERSONE CHE LEGGONO E RECENSISCONO LA STORIA!!

Ah, prima che me ne dimentichi, spero che in questo capitolo non abbia reso Sasuke troppo OOC... Comunque il titolo vuol dire: Sorriso del sole ( o Sorriso solare.. il senso è quello )

Alla prossima!!                                                        144kagome_alice144




 
  
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