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Autore: Waterwall    25/12/2015    2 recensioni
E se la sorte dell'amore tra Oscar e Andrè cambiasse? Se ci fosse qualcosa che nessuno ci volesse mai dire? Magari un segreto che con la loro morte non è mai stato detto.
E se vi dicessi che sopravvivessero alla rivoluzione e il destino gli serbasse qualcosa di molto più grande?
Che Alain incontrasse l'amore della sua vita e che anch'esso nascondesse un segreto?
E che il conte di Fersen non fosse stato così santarellino come credevamo?
Se vi ho incuriositi leggete con un grandissimo "grazie" in anticipo!
Ps. L'ispirazione mi è venuta leggendo la oneshot di fuko chan "Il ricordo segreto" (se troverai mai questa fanfiction ti prego di dirmi qualcosa perchè sei bravissima *-*)
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Era mattina presto, fuori la neve imbiancava il paesaggio e il sole, pallido, la faceva brillare sotto i suoi raggi.
Quella, però non era una mattina come tante, essa era speciale. La stessa Oscar se ne accorse.
Quella mattina si destò con magnifica tranquillità, piena di energie, perché quella notte, dopo molto tempo, era la prima notte che non veniva tormentata dai suoi terribili sogni.
Si voltò verso Andrè che era ancora assopito, gli scostò un ciuffetto dal viso e gli diede un candido bacio sulla fronte. I loro sguardi si incrociarono.
<< Buon giorno amore mio. >>
Lui le sorrise amabilmente:<< Buon giorno Madam Grandier. >>
Si diedero un bacio e si alzarono dal letto.
Si sciaquarono il viso mentre, dall’altro lato della finestra si potevano sentire i canti della gente.
Andrè si affacciò dalla finestra:<< Oscar, oggi sai che giorno è? >>
Lei si asciugò il viso:<< Non saprei, perché? >>
<< Ma come?! Vieni qui, sciocchina! >> e, prendendola per mano, la portò alla finestra.
Tutta la gente era fuori, cantava, gioiva, i bambini giocavano fra la neve e danzavano.
<< Ora hai capito che giorno è oggi? >>
Lei finalmente sorrise e annuì con la testa:<< La vigilia di Natale. >>
Lui le cinse le spalle:<< Lo so che qui è tutto diverso. A palazzo Jajayes si poteva notare l’allegria, l’albero di Natale e le serve che facevano avanti e indietro ma, qui c’è vera gioia. E anche se son mezzo cieco, riesco a sentire tutta questa felicità che ci può avvolgere. Non sei contenta che il nostro bambino potrà nascere in un posto così magnifico? >>
All’ultima frase ad Oscar si mozzò il fiato:<< G-già… >>
<< Oscar tutto bene? >> lui le prese il mento fra l’indice e il pollice costringendola a guardarlo, anche se lei cercò sempre di evitare quello sguardo verde.
<< Osc… >>
La porta bussò ferocemente:<< Ragazzi, su con la vita! Oggi è la vigilia di Natale, non vorrete rimanere tutto il tempo a letto! >> la voce dirrompente di Alain gli’interruppe.
<< Arriviamo Alain! – disse Andrè – e con te faccio i conti dopo. >>
Oscar tirò un sospiro di sollievo e si andò a cambiare.
Indossò un abito azzurro acqua, dove la base più chiara ricamata veniva avvolta da un velo più scuro che finiva in delle spalline. Da sotto il seno partivano dei ricami di pizzo dorato che le risaltavano il seno e al collo si mise una collanina con una croce che fece cadere sul petto nudo.
Andrè, invece, ripescò nel baule la sua vecchia tenuta da servo che, mentre indossava, non potè fare a meno di sorridere.
Scesero a fare colazione.
L’odore dei biscotti appena sfornati enebriò l’aria e i polmoni dei presenti.
<< Ecco qui! Caldi caldi! >> Nanny li mise sul tavolo.
<< Grazie Marron Glacé. >> il generale ne prese uno con delicatezza, mostrando il comportamento da nobile.
Dall’altro lato se ne stavano Alain, Esperanza, Oscar e Andrè che guardarono la scena.
Oscar sembrò rimproverarlo con lo sguardo perché non era giusto nei confronti dei loro coinquilini; Andrè le strinse una mano per calmarla e Alain provò goffamente ad imitarlo.
Quella presa così delicata e quel movimento così elegante gli vennero quasi difficili.
Esperanza guardò entrambi ma, lo sguardo che serbò per Alain era uno sguardo quasi intimorito. Si drizzò sulla sedia, e con la delicatezza e l’eleganza da nobildonna se lo portò alle labbra.
I movimenti affusolati li notarono per bene tutti.
<< Esperanza. >>
<< Sì, Oscar? >> per come l’aveva chiamata le si gelò il sangue nelle vene.
<< Dopo colazione possiamo parlare un momento? >>
<< S-sì, certo. >>
Mangiato l’ultimo boccone Oscar ed Esperanza andarono nel salotto dove si sedettero sul divano.
<< Dimmi Oscar, ho fatto qualcosa che non dovevo? >> disse Esperanza stringendosi nelle spalle.
<< In realtà è per come hai fatto. >> la voce di Oscar era severa.
<< Non pensavo di essere stata sgarbata in qualche modo… >>  Oscar vide benissimo che Esperanza faceva la finta tonta.
<< Esperanza, dove hai imparato le tue buone maniere? >>
<< Buone maniere? – Esperanza fece un risolino nervoso – Non so’ di cosa stia parlando, sono una donna plebea come tutte le altre. >>
La voce del comandante divenne quasi minacciosa:<< Esperanza, non dire stupidaggini. Le donne del popolo … Voi due smettete di origliare! >>
Oscar si girò minacciosa verso il marito e l’ex soldato che balbettarono qualcosa e se ne scapparono nell’altra stanza.
<< Scusa per l’interruzione. Dicevo! Le donne de popolo, anche se più agraziate degl’uomini, non hanno una certa eleganza nei comportamenti; cosa che tu hai del tutto. >>
L’altra degluttì e la bionda continuò:<< Cos’è che ci nascondi, Madam Soisson? >>
Esperanza trattenne il respiro, si sentì alle strette.
<< Ecco… io … in realtà … >>
***

<< Andrè secondo te di cosa staranno parlando? >>
<< Sinceramente non ho molte idee Alain. >> grande bugia per non far allarmare l’amico.
Stavano facendo avanti e indietro davanti alle porte chiuse del salone.
<< Voi due invece di ciarlarvi perché non venite a darmi una mano? >> era giunta Nanny seguita da Madam.
<< Arriviamo nonna. >>
<< Cosa dovremmo fare? >> Alain la trovò come una salvezza per distrarsi un po’.
<< Mi aiuterete a pulire e sistemare le camere da letto e la stanza da pranzo e poi metterete nei vasi tutte quelle Stelle di Natale laggiù. >> e indicò dei mazzi enormi di fiori.
I due poveretti sospirarono e si misero subito a lavoro.

***

Esperanza finì il racconto e scoppiò a piangere tra le braccia di Oscar che era tra lo sconvolto e il sorpreso ma, era come se una parte di lei riuscisse a comprenderla.
<< Oscar, mi sento uno schifo! Sono una persona terribile! Perché tutto questo, chi sono io veramente, non riesco a dirlo a mio marito … Sono un mostro! >>
Oscar la strinse forte:<< Non sei un mostro, hai solo paura.- le asciugò le lacrime e le alzò il viso – Facciamo così: questa sera, dopo la cena di Natale dirai tutto. >>
<< M-ma io non so’ se riuscirò a farlo … >>
Oscar sorrise dolcemente:<< Ci sarò io al tuo fianco. >>
Esperanza ricambiò ricambiò il sorriso e l’abbracciò forte.

***

Nel pomeriggio e, nella nuova dimora “Grandier”, erano tutti a lavorare.
Le donne in cucina per fare i vari manicaretti per il cenone e gli uomini messi a sistemare gli ultimi regali sotto l’albero.
Giunta la sera, tutti si misero a tavola e mangiarono fino a quasi sentirsi male aspettando che scoccasse la mezza notte.
<< Auguri di Buon Natale! >> dissero brindando tutti insieme e cominciando a prendere i regali.
<< E buon compleanno a mia moglie. >> disse sorridendole Andrè, mentre lei arrossiva.
Aprirono i regali, ovviamente tutti comprati dal generale.
Ad Esperanza venne regalato un nuovo vestito color bordeaux e pizzo nero; ad Alain venne regalato un nuovo cappotto blu ; ad Andrè una nuova sella e, invece, ad Oscar diede una lettera che le raccomandò di leggerla semplicemente prima di andare a letto.
Poi arrivò il momento dello scambio di regali tra coniugi.
Esperanza diede ad Alain una sciarpa rossa fatta da lei con le loro iniziali ad un estremo, Oscar diede ad Andrè una collanina d’oro: la sua croce che portava al collo.
<< Così saprai che sarò sempre con te. >>
Lui le sorrise:<< Non avrò mai dubbi. >>
Si abbracciarono forte e poi Andrè e Alain si scambiarono uno sguardo:<< Mi dispiace per voi due: i nostri regali sono uguali ma, li vedrete solo in camera! >> e scoppiarono a ridere.
Le due ragazze , invece, sbuffarono sonoramente.
Poi Alain guardò Oscar:<< E quindi, comandante, quanti anni fate? >>
Esperanza gli pestò un piede:<< Alain! E’ maleducazione! >>
La bionda rise:<< Tranquilla Esperanza! Ne faccio trentaquattro. >>
Alain fischiò:<< Li portate bene! E mi raccomando, voglio che il mio nipotino cresca bene! >>
Oscar e Andrè risero, poi Andrè continuò:<< E tu, Esperanza? Quanti anni farai? >>
Lei degluttì, il respiro mozzato.
Alain continuò:<< Esperanza, alla fine non sappiamo niente di te, neanche io che sono tuo marito. Cogli questa occasione per parlarci anche del tuo passato. >>
Lei cominciò a guardare in giro alla ricerca di aiuto.
Oscar le si avvicinò e le presa la mano:<< Andrà tutto bene, tranquilla. >>
<< Va bene … >>
Tutti i presenti si sedettero al tavolo ed Esperanza cominciò:
<< Io, come voi ben sapete, sono di origine spagnola. La mia famiglia è composta da i miei genitori e quattordici fratelli e sorelle, compresa io. Il mio cognome però non è Cortés … >>
Alain si mise più retto sulla sedia:<< Esperanza? >>
<< Il mio cognome è di Borbone … >>

***

Nel palazzo di Versailles, quella sera, Maria Antonietta guardava il cielo mentre cullava sua figlia tra le braccia:<< Buon Natale, amica mia. >>






E con questo capitolo, a voi che seguite questa fanfiction, vi auguro un meraviglioso Natale. <3
Un grazie speciale a quelli che per tutti i capitoli recensiscono la storia e per chi la segue silenziosamente.
Fatemi sapere come vi sembra!
Un grosso abbraccio.
Vostra, Waterwall

 
   
 
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