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Autore: Hikari_F    26/12/2015    1 recensioni
Sono ormai tre anni che Kotaru ha accantonato la speranza di trovare qualcuno che gli stia accanto senza prendersi gioco di lui o picchiarlo, pagando cara la scelta infelice di essersi dichiarato gay pubblicamente il primo anno di liceo. Sembra impossibile che, un giorno, qualcuno possa guardare oltre il pregiudizio ed imparare ad amare il piccolo ed imbranato ragazzino per ciò che è davvero. Eppure un giorno, quasi come fosse un disegno divino, Kotaru si ritrova a fare la conoscenza di Ryota, suo affascinante e taciturno senpai. E se il filo rosso del destino volesse condurlo proprio da lui?
Un racconto introspettivo, a tratti malinconico, scritto in prima persona dallo stesso Kotaru.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Masashi è completamente nudo davanti a me. In un altro momento, probabilmente, un'immagine del genere mi sarebbe piaciuta; nonostante le mie esperienze sessuali siano prossime allo zero, fatta eccezione per i delicati approcci con Ryota, al vecchio Kotaru avrebbe fatto piacere sentirsi svestire dalle mani esperte di un ragazzo così bello e affascinante.

Ma le cose sono cambiate e io non sono più l'adolescente di qualche mese fa. Il lavoro, l'indipendenza e la relazione col senpai Ryota hanno contribuito a dare una spinta alla mia maturità. Sono consapevole di non amare Masashi. Sono consapevole di non avere la minima intenzione di andare a letto con lui. Eppure, molto probabilmente, è proprio quello che succederà.

-Ti amo.- Sussurra, inebriandosi del mio profumo e baciandomi la pelle, man mano che la spoglia -Non puoi minimamente immaginare come mi senta in questo momento.-

Sospiro e poggio la testa sul cuscino, guardando alla mia destra. Se proprio ne ha tanta voglia che faccia pure, per me cosa cambia se sarà stasera o tra due anni? Nulla...nulla cambierà. Sono destinato a vivere senza amore, senza Ryo.

-Kota...- Dice, irrigidendosi e fermandosi un istante prima di poggiarsi sul mio corpo, ormai spogliato del tutto -...Perché non reagisci? Le mie premure non ti fanno alcun effetto?-

Non cambio posizione. Resto con la guancia premuta contro il cuscino, in silenzio.

-Continua.- Mugugno appena, atono.

-No...non posso farlo. Non posso fare l'amore con un manichino.- Dice, infilandosi i pantaloni con fare disgustato -Non sono uno stupratore.-

-Mi dispiace.- Replico, coprendomi con il lenzuolo ed evitando il suo sguardo.

-Anche a me.- Sospira, indossa anche il cappotto ed esce di casa senza aggiungere altro. Una parte di me è devastata da quello che è appena successo; è come una doccia gelida, uno schiaffo da parte della realtà, che mi ha urlato a gran voce che non importa quanto mi impegnerò. Non potrò mai amare nessun altro.

L'altra parte di me è sollevata. In un angolo nascosto di me, questa conferma era tutto quello di cui avevo bisogno.

-Cosa posso fare, Haku?- Sospiro, stringendo a me il corpo caldo del mio akita -Io non ce la faccio a vivere così.- La lingua umida mi lambisce il viso, quasi a volermi consolare. Abbozzo un sorriso e ripenso a Ryota. Desidero scrivergli, desidero andare da lui, ma il ricordo di come sono andate le cose tra noi brucia come una ferita ancora aperta. Mi preparo ad andare al lavoro, non ho intenzione di tardare.

In cucina c'è sempre tanto movimento; non faccio in tempo a mettervi piede che mi sento investire da un collega che porta un enorme sacco di verdure.

-Presto.- Mi intima, passandomi il coltello -Il sottocuoco è a letto con gli orecchioni, per un po' ci toccherà sgobbare anche per lui. Inizia da queste.-

-Cazzo.- Bisbiglio tra me e me, gettando un'occhiata rapida dall'altra parte della stanza. Davanti all'enorme lavabo già pieno di piatti c'è il senpai Ryota, coperto di detersivo ed acqua; come ad ogni turno di lavoro lo evito il più possibile, ma non posso sopprimere le farfalle nel mio stomaco. Mi sorprendo a guardarlo di nascosto mentre lavora e, come sempre, percepisco il suo sguardo su di me. Lavoro distrattamente e come al solito le mie mani si coprono di tagli, ma non riesco a smettere di farlo. Mi sembra quasi di sorvegliarlo, di controllare che le cose gli vadano per il verso giusto. A un certo punto della serata mi volto a guardarlo e, nello stesso istante, anche lui sta guardando me. Mi ritrovo ad immaginare come sarebbero andate le cose stasera se, invece di Masashi, l'uomo nudo sul mio letto fosse stato lui. Molto probabilmente non si sarebbe alzato da lì almeno per tutta la notte. Arrossisco al pensiero e sorrido d'istinto; deve essersene accorto perché la sua espressione muta repentinamente, lasciando trasparire stupore. Un istante dopo è di nuovo chino sul suo lavoro ed io decido di fare altrettanto. Dopo gli parlerò...sì, è proprio quello che ho intenzione di fare; a che pro stare divisi se ciascuno non desidera nulla all'infuori dell'altro? Questa convinzione mi dà forza per tutta la serata, facendomi affrontare con più leggerezza la montagna di lavoro.

-Ti amo, Ryota.- Farfuglio, la mia voce è più flebile di un respiro -Tra poco te lo dirò.- Aggiungo. Ma quando mi volto verso la sua postazione mi accorgo che non c'è più. Probabilmente saremo solo noi in cucina a dover fare gli straordinari.

Mentre torno a casa mi arriva un sms di Masashi. Lo leggo rapidamente prima di cestinarlo.

 

Sono dispiaciuto di come è andata stasera.

Mi sembra di capire che non hai intenzione

di lasciarti il passato alle spalle. In tal caso buona vita.

 

Le sue parole esprimono una grandissima amarezza, ma in fin dei conti credo sia giusto così. Se avessimo continuato a vederci ne avremmo sofferto entrambi...io perché consapevole di star vivendo un'illusione. Lui, perché non avrebbe mai visto il suo amore ricambiato.

 

-Accomodati.- Dico; mi siedo meglio sul divano e cerco di fare spazio anche per Kota, nonostante le mie mani stiano tremando. Sono stato travolto da una marea di sensazioni contrastanti e, in verità, mi sento ancora un po' stordito dai baci che ci siamo scambiati.

-Grazie.- Mormora, sedendosi allo stesso posto dove sedeva sempre quando vivevamo insieme -Perché sei arrivato a tanto?- Chiede, mordicchiandosi il labbro.

Prendo fiato e scelgo con cura le parole da usare.

-Sono successe tantissime cose.- Dico -Ho scoperto che Tsubaki era tormentata da un bullo che l'aveva costretta con la violenza a stare con lui.-

-Me lo ha detto.- Sospira -Mi ha detto anche del fatto che hai parlato con tua madre e che gli hai dato una lezione.-

-Mia madre mi aveva detto che la violenza porta solo altra violenza...ma quando ho visto te e Masashi sull'autobus, diretti a casa tua...non sono più stato capace di controllarmi. Ho sfogato la mia rabbia sull'aguzzino di Tsu, giurando che sarebbe stata l'ultima volta, scegliendo di riversarla tutta nel Karate...soprattutto quando ho scoperto che l'hai baciato.- La mia voce trema appena nel dire questa frase.

-Non ero in me.- Mormora, tenendo gli occhi bassi -Ero come...un ubriaco. Per tutto il tempo, avrei potuto dire e fare cose che non avrei mai fatto in condizioni normali. Se può farti stare meglio, sappi che non ho mai amato Masashi, né mai potrà accadere.-

Non rispondo e continuo il mio monologo -Ma adesso...non potrò più. Mi hanno cacciato via dal club e non potrò più praticare alcun tipo di attività sportiva. I miei muscoli hanno subito danni irreversibili a causa dell'eccessivo allenamento.-

-Ryo...- Sussurra, portandosi una mano sulla bocca -Ma...questo è...-

-Oltre a questo si è aggiunta la rivelazione di Masashi. Dopo quella ho definitivamente perso la ragione...è stato come morire. Che mi importava delle conseguenze? “Mi sono fatto Kota.”- Sputo quella frase con disgusto -Sì, è proprio così che ha detto. Come se tu fossi stato una puttana o peggio, un oggetto.- Stringo i pugni ed il mio corpo trema di rabbia -Puoi pensare tutto quello che vuoi di me. Ma dopo un'affermazione del genere, non sono stato capace di mantenere il controllo.-

-...Cosa?- Lo sguardo di Kota è vacuo. Mi volto a guardarlo e gli prendo una mano.

-Non importa. Io non...non ce l'ho con te. Non importa quel che hai fatto con lui, perché adesso appartiene al passato e...-

-Che cos'è che ha detto?!- Sbraita, levandosi in piedi -Anzi. NO. Non ripetere, perché non ce la faccio nemmeno a sentirlo!- Ruggisce e prende a camminare avanti e indietro, torturandosi una ciocca di capelli.

-Calmati...qual è il problema?-

Kotaru mi racconta, trattenendo a stento la rabbia, di come Masashi abbia tentato di portarlo a letto e di come miseramente abbia fallito. Mi parla della sua scelta di chiarire con me e di sistemare le cose, poco prima che io perdessi la calma e venissi sospeso a causa della mia violenza.

-Sapevo che non era una bellissima persona.- Sibila -Ma parlare di ME come di un oggetto sessuale...non avrei mai pensato qualcosa di simile.-

-Quindi tu e lui non...-

-No, Ryota. Non ho mai fatto niente del genere con nessuno, all'infuori dei preliminari con te.-

-Scusami...- Biascico -Scusami per aver permesso alle sue stronzate di influenzarmi.-

-Non importa.- Dice, sfiorandomi con le dita -Hai agito in quel modo perché era stata insultata la mia dignità e di questo ti ringrazio. Tuttavia, adesso che ci siamo chiariti...forse è il momento di voltare pagina, non credi?-

Annuisco -Ho lasciato il lavoro.-

-Lo so.-

-L'ho fatto perché intendo usare le mie energie per entrare all'accademia di fumetto.-

-Ma è una cosa meravigliosa!- Risponde -Io ti supporterò con ogni mezzo.-

-Grazie.- Dico, baciandogli timidamente la fronte -Mi basta averti al mio fianco.-

-Ho promesso di non lasciarti andare mai più.- Replica -Ed è quello che intendo fare.-


Mi risveglio nel letto di Ryota. Dopo tutto il tempo passato distanti avevo quasi dimenticato quanto fosse confortante e piacevole dormire insieme; le luci del mattino mi ricordano che ho lasciato Haku a casa senza cena e senza colazione.

-Devo andare.- Farfuglio, sono ancora vestito perché ieri sera ci siamo addormentati così, durante i baci e le coccole arretrate da recuperare. Un vantaggio, dal momento che devo correre a casa e poi a scuola.

-Kota...- Mormora, afferrandomi la manica -Resta con me.- I suoi occhi verdi mi si posano addosso ed il suo sorriso, così raro e così ipnotico, mi impedisce di disobbedire.

-Ok, niente scuola.- Dico -Ma almeno lasciami andare da Haku a dargli da mangiare.-

-Poi...tornerai?-

-Tornerò. E vivrò con te, se lo vorrai.-

-Sì.- Biascica nel dormiveglia -Ti amo.-

-Ti amo anche io.- Rispondo; gli bacio velocemente le labbra e corro a casa dove, dopo aver nutrito il cane, inizio anche a preparare i bagagli. Più tardi parlerò con il proprietario per disdire il contratto d'affitto.

Non mi sentivo così vivo e così felice da un'eternità; voglio restare con il senpai, voglio avere cura di lui. Voglio far crescere il nostro legame e, quando se la sentirà, fare finalmente l'amore con lui.

 

-Ma chi abbiamo qui?- Cantileno, mettendomi in ginocchio e sentendomi subito seppellire da una quarantina di Kg di pelo; è la prima volta che incontro Haku, ma credo proprio di piacergli. Lo testimoniano lo scodinzolio incessante e le continue leccate.

-Haku, ti è simpatico Ryota?- Chiede Kotaru, inginocchiandosi e prendendo anche lui la propria dose di coccole canine -Direi di sì.- Sorride.

-Anche lui mi piace. Adoro i cani, specialmente quelli così grandi.-

-Allora, dobbiamo trovargli una sistemazione.- Riflette, cercando un posto in cui sistemare il cuscinone che gli farà da cuccia.

-Possiamo ingegnarci e costruire una cuccia in un angolo del terrazzino.- Propongo, immaginando già il progetto -Ovviamente sarebbe solo una sistemazione estiva. Adesso che fa ancora un po' freddo potrebbe sistemarsi in un angolo del salotto.-

-Mi sembra un'ottima idea.- Replica. Un istante dopo ha già sistemato le sue cose nell'armadio e mi aiuta a fare ordine nel caos di casa mia. Dopo la sospensione stavo praticamente vivendo in un porcile.

-Hai trovato già un impiego?- Chiede, non appena si accorge della massa di giornali sul tavolo, con gli annunci cerchiati in rosso -Fattorino, commesso...be', non sembrano cattive proposte.-

-Sono quasi tutti a tempo pieno, però. Ce n'è uno che mi interessa più degli altri.-

-Mh, cioè?-

-Questo qui.- Dico -Commesso part-time in una fumetteria. Potrebbe essere un buon inizio, soprattutto in vista di quello che intendo fare a livello lavorativo.-

-Sì, in effetti è un primo approccio all'ambiente. Ma sì, credo sia perfetto!-

-Mi presenterò domani al colloquio. Tra questo tipo di impiego e lo studio avrò abbastanza tempo da prepararmi per l'accademia.-

-Ryo, sono così felice! Andrà tutto bene.- Mi conforta, prendendomi le mani -Sono orgoglioso di te.-

-Amore mio.- Mormoro, per poi chinarmi a baciarlo piano -Grazie.-

Sto vivendo la mia rinascita. In questo momento, mi sembra che niente possa più andare storto.

 

Il senpai Ryota è stato assunto come commesso in fumetteria. Il nuovo impiego sembra fargli bene...be', certo. Un conto è passare le serate e parte della notte e consumarsi le mani lavando piatti, un altro è occuparsi di vendita diretta. Piacerebbe anche a me lavorare lì, dopotutto ho anche una certa cultura in merito...ma a causa del personale che scarseggia al ristorante mi stanno pagando più del solito e, vivendo in due con un cane a carico, i soldi non sono mai abbastanza.

Stiamo mettendo un bel gruzzolo da parte. Se tutto va bene, entro un anno o anche meno potremo trasferirci in un appartamento migliore.

-Tsubaki! Ehi, Benvenuta.- Dico, salutandola caldamente -Non hai paura dei cani, vero?-

-No, che idea!- Esclama, lasciando che Haku la annusi da capo a piedi. Due minuti dopo le sta già facendo le feste -Che soffice che sei, Haku!-

-Entra, mi dai una mano a preparare la cena mentre aspettiamo Ryo?-

-Certo, lui dov'è?-

-Ha detto che avrebbe fatto un po' tardi, si è trattenuto a scuola per sistemare delle faccende.-

-Ah...per la sospensione?-

Annuisco -Si sta facendo in quattro per guadagnarsi di nuovo la stima di compagni e insegnanti.-

-In fin dei conti è l'ultimo anno...manca pochissimo al diploma.- Esita prima di chiedermi -E quel Masashi? Che ne è stato di lui?-

-Be', è stato dimesso dall'ospedale un paio di giorni fa ed è tornato a scuola. Mi dispiace per lui ma non me la sento di averci a che fare dopo aver scoperto cosa pensava di me.-

-Cioè?-

-Mh.- Mi mordo la lingua. Ryota non le ha ancora detto nulla! -Lunga storia. Comunque, anche se Ryo ha la sua dose di colpe, c'è da dire che è stato pesantemente e a lungo provocato prima di agire in quel modo.-

-Sì.- Sospira -Comunque, mettiamoci al lavoro.- Dice, indossando un largo sorriso e facendo spazio sul piano da lavoro -Quando Ryota tornerà a casa troverà una cena così gustosa da fargli dimenticare in un attimo tutte le peripezie della giornata.-

Cuciniamo divertendoci come dei matti. Mi ritrovo a pensare che il ragazzo di cui Tsubaki si innamorerà sarà una persona molto fortunata...è dolce, altruista, ma anche simpatica e mai banale. Se la cava abbastanza bene in cucina, sicuramente meglio di me...anche se, dopo tutto il tempo passato a lavorare al ristorante, ho acquisito una certa manualità per induzione.

-Questa zuppa è straordinaria.- Commenta, assaggiandola.

-Mettici anche del tofu a cubetti. Al ristorante fanno così!- Non appena concludo la frase sento la scampanellio della porta; è il senpai. Ha il viso distrutto ma, non appena il suo sguardo si posa su di me, non riesce a trattenersi dal sorridere.

-Che giornata, accidenti.- Sospira -Ehi, Tsu. Buonasera, che bello rivederti in giro per casa!-

-Avevo tanta voglia di passare di nuovo del tempo con voi, adesso che le cose sono di nuovo a posto.-

Si abbracciano e poco dopo siamo a tavola. Mettiamo su anche dei pop corn da mangiare mentre guardiamo un film in DVD; avevo quasi dimenticato quanto fosse confortante una serata di questo tipo.

-Resta a dormire da noi.- Propone Ryo -Il posto c'è.-

-Vero, io potrei dormire sul divano.- Suggerisco.

-Ragazzi, resto più che volentieri, a patto che nessuno dorma sul divano. Vi lascio passare la notte insieme.- Dice, con una strizzatina d'occhio -Per quanto tempo speravate di nascondermelo?-

-Ma di che parli?- Balbetta Ryota.
Tsubaki scoppia in una fragorosa risata -Ehi, anche se non siamo una famiglia tradizionale sei pure sempre mio fratello. Ti conosco, e riesco a leggerti dentro. So che siete una coppia, non siete bravi a nasconderlo...soprattutto tu, fratellone.-

Arrossisco e gioco con Haku in disparte per celare il mio imbarazzo.

-Quindi è...così trasparente?-

-L'amore non puoi nasconderlo.- Commenta la ragazza, continuando a sorridere dolcemente -E sono così felice al pensiero che finalmente anche tu l'abbia trovato.-

-Ero sicuro che avresti capito.- Risponde il senpai, abbracciandola forte.

Dopo aver scrollato la coltre di disagio sotto cui mi ero nascosto, decido di entrare nella conversazione. Tsubaki è bravissima a rimettere tutti a proprio agio e, in men che non si dica, torniamo a chiacchierare piacevolmente.

-Domani ho lezione un'ora dopo. Magari vi accompagno a scuola, prima di andare.- Aggiunge Tsu, mentre sta per chiudere la porta di quella che una volta era stata la mia stanza -Lì vicino vive un mio compagno di classe. Kota, tu lo conosci, è Shin.-

-Ah, certo. Quel ragazzino con le lentiggini.-

Annuisce -Sì, dopo avervi salutati passo a chiamarlo, così avrò compagnia.-

-Se vive così vicino alla nostra scuola come mai frequenta un'altra?- Chiedo, incuriosito.

-Non lo so. Ha frequentato il primo anno da voi, ma dal secondo in poi studia nella mia. Onestamente non gli ho mai chiesto il perchè.-

-Com'è che l'hai conosciuto?-

-Kota.- Dice Ryo, in tono beffardo -Cos'è questo interrogatorio? Sei forse geloso delle amicizie di Tsubaki?-

Rido -No, che idea...era solo per chiacchierare.-

-Be', ci siamo conosciuti un po' di tempo fa. Non c'era lezione da me e così andai in classe di Ryota...mi pare che fossi in terza, vero? Sì, eri in terza, e mi avevi mandato un messaggio dicendo di aver dimenticato il pranzo ed i soldi. Avevi da poco cominciato a lavorare ed eri sempre stanco e distratto.-

-Sì...ricordo.- Replica il senpai -Tu ti sei precipitata a scuola e mi hai portato un panino di un fast food. Era in uno stato terribile, le patatine e la salsa erano sparse per tutta la confezione.-

-Sì...- Ride lei -Perché mentre stavo per portartelo mi sono scontrata con Shin in corridoio. Si è ribaltato e per questo ti è arrivato in quelle condizioni. Lui voleva farsi perdonare offrendomi il suo bento, ma ho gentilmente rifiutato. Comunque non faceva che scusarsi in continuazione e mi chiese in che classe fossi. Gli ho detto che studiavo in un'altra scuola e da allora non ci siamo più visti, fino al secondo anno...quando si è trasferito nel nostro istituto. A ben pensarci, non mi è mai saltato in mente di indagare su questo trasferimento.-

Io e Ryota ci scambiamo uno sguardo d'intesa. Tsubaki deve piacergli proprio parecchio per spingerlo a frequentare una scuola così lontana da casa sua! Se dopo averlo conosciuto di vista parteggiavo per lui, adesso mi sento proprio il suo cheerleader.

-Vieni qui, Kota.- Sussurra il senpai, avvolgendo il mio corpo tra lei sue braccia e baciandomi dolcemente il collo -Stasera fa tanto freddo, non voglio che ti prenda un raffreddore.-

-Shhh...- Mormoro -C'è Tsubaki di là. Potrebbe sentire e pensare chissà cosa.-

-Ok.- Anche se è buio posso sentire che sta sorridendo -Buonanotte, Kota.-

-Buonanotte.- Rispondo, voltandomi per un fugace bacio prima di addormentarmi.

 

-A che ora inizia la lezione?- Chiedo a Tsu, mentre ci avviamo a scuola. Ho ripensato al fatto che si vedrà con un ragazzo, stamattima. Com'è che si chiamava...ah, già, Shin. Devo ammettere che non mi sento molto tranquillo al pensiero che mia sorella abbia un corteggiatore...ma Kota mi ha rassicurato di averlo incontrato e di aver notato che si tratta di un ragazzo molto timido ed impacciato. Forse, data la passata esperienza, è meglio che Tsu abbia a che fare con una persona di questo tipo.

-Tra circa due ore. Farò in tempo a mangiare qualcosa di buono in caffetteria e arrivare persino in anticipo, non preoccuparti. Gli autobus sono sempre puntuali in questa stagione.-

-Bene.- Siamo arrivati al portone; Kota saluta Tsubaki con un cenno e, prima che si volti per andare da Shin, la avvolgo in un fortissimo ed affettuoso abbraccio.

-Buona giornata, piccina.- Dico, carezzandole le guance soffici. Niente da fare, per me resterà sempre una bambina.

-Buona giornata a voi. Ryo, ti vedo apprensivo...non preoccuparti. Ti invio un sms appena arrivo a scuola, ok?-

-Sì, dai.- Sorrido e ci salutiamo definitivamente. Prima di andare in classe saluto Kota con un bacio velocissimo sulle labbra e non mi interessa se gli altri studenti ci vedono; dopo quello che è successo con Masashi sembrano tutti abbastanza spaventati da me e, almeno per la tranquillità di Kotaru, questo è un vantaggio.

Le lezioni proseguono in modo tranquillo; ho recuperato gli appunti persi durante la sospensione e, lentamente, sto acquistando nuovamente il rispetto da parte degli insegnanti. Masashi non ha preso provvedimenti di nessun tipo; l'ho ridotto parecchio male e in tutta onestà mi aspettavo che si vendicasse in qualche modo. Ogni tanto getto uno sguardo al suo banco, da quando è tornato dall'ospedale è ancora più amato e popolare di quanto non fosse già. Forse non se la sente di rovinare la propria reputazione proprio adesso che è praticamente alle stelle.

Durante l'intervallo disegno un coniglietto con la biro rossa, aggiungendo all'ultimo minuto un paio di occhiali identici a quelli di Kota. L'immagine mi fa sorridere; aveva delle cuffiette a forma di coniglio la prima volta che ci siamo incontrati e probabilmente questa caricatura lo irriterà un po'. Non è la prima volta che faccio un disegno per burlarmi di lui e ormai conosco le sue reazioni, sa che se lo prendo in giro non è mai con cattiveria, ma adora stare al gioco.

Gli mostro il mio scarabocchio durante il pranzo; non appena lo vede inizia a piagnucolare e finge di essersela presa, facendomi scoppiare a ridere.

-Non mi somiglia per niente!- Sbotta.

-Che dici? Guarda che mi offendi, stai forse mettendo in dubbio le mie doti artistiche?-

-Non sono io!- Continua a strepitare -Dammi qua, che lo strappo.-

-Se non ti somiglia allora non hai motivo di strapparlo.- Lo stuzzico, sollevando il foglio per tenerlo fuori dalla sua portata -Che c'è non ci arrivi?-

-Uffa! Dai, Ryota, cazzo!- Sbuffa e si solleva sulle punte, ma non riesce comunque a raggiungere il disegno.

Mi abbasso come per porgergli in foglio ma, al contrario, lo metto in tasca e gli schiocco un sonoro bacio sulla punta del naso.

-Torno a lezione. A dopo, coniglietto.-

-Dannazione!- Esclama, rosso come un peperone -Non finisce qui!- Mentre si allontana mi accorgo che sta sorridendo.

Le ore di spiegazione si protraggono più a lungo del previsto. Manca davvero poco al test di ammissione per l'accademia del fumetto e mi sto facendo in quattro per affrontare quello e l'esame finale del diploma. Esco dall'aula esausto, consapevole che trascorrerò il pomeriggio a prepararmi per il test; aspetto Kota di fronte al portone della scuola e, dopo alcuni minuti, un ragazzetto piccolo e col viso coperto di lentiggini compare al mio fianco.

-Ehi tu.- Dice, con un fil di voce. Tossisce e ripete, con un tono che dovrebbe suonare autoritario -Ehi, tu!-

Sorrido leggermente -Dici a me?-

-Sì, dico proprio a te.- Sbotta -Ti ho visto stamattina con Tsubaki. Innanzitutto che razza di uomo sei se ti fai accompagnare a scuola dalla tua ragazza?! Inoltre...è appena uscita da una storia difficile.- Deglutisce e continua a guardarmi con aria di sfida -Io sono debole. Incredibilmente debole, ma sappi che...se la farai soffire, giurò che farò qualsiasi cosa per fartela pagare!- Si zittisce e resta a fissarmi serio serio, stringendo i pugni.

Gli getto un'occhiata stupita prima di scoppiare in una fragorosa risata.

-Cazzo, sei davvero tenero a preoccuparti così per mia sorella.- Dico, nel tentativo di rassicurarlo -Sei un ragazzo molto coraggioso.- Aggiungo.

-Quindi...tu e lei non...-

-Ieri sera ha dormito a casa mia e del mio compagno. Siccome aveva lezione più tardi ha pensato di accompagnarci a scuola, dal momento che è vicina a casa tua. A proposito...vi siete più visti?-

-S...sì.- Balbetta -Siamo andati a fare colazione e poi a scuola.- Dice d'un fiato, mentre le sue guance si colorano di rosso.

-Bene. Buona fortuna, allora.-

Kota arriva di corsa alle nostre spalle.

-Ehi...- Ansima -Scusa il ritardo, l'insegnante non la finiva più di spiegar...ehi! Ciao, Shin.- Lo saluta cortesemente -Che ci fai da queste parti?-

-Io volevo...ehm...-

-Abita qui vicino e voleva farci un saluto. Dopotutto è un caro amico della nostra Tsu.- Spiego, tentando di non metterlo a disagio.

-Ma davvero? Quindi vi conoscete già?-

-Adesso sì.- Replico -Shin, io sono Ryota. Piacere di averti conosciuto.-

-Il piacere è tutto mio.- Mormora -Adesso...vado a casa. Ci...ci vediamo!- Si allontana sorridendo. Le mie parole devono averlo rassicurato.

 

-Tsu?-

-Sì, fratellone?-

-Ho conosciuto Shin, il tuo compagno di classe. Devo ammettere che è proprio una persona simpatica.-

-Lo è!- Risponde -Uno studente brillante, ma mai presuntuoso. Non ha molti amici, ma è gentile e di buon cuore. Gli voglio molto bene.-

-Be', credo che lui ti voglia un po' più che bene.-

-Come?- Increspa le labbra e mette giù le bacchette, guardandomi con aria imbarazzata.

-Allora non l'ho notato solo io.- Dice Kota, ridacchiando.

-Sembra che la mia sorellina abbia uno spasimante. Se è così speciale come dici, perché non provi a dargli una chance?-

Arrossisce violentemente e fa una smorfia.

-N...no! Ma cosa dici...siamo amici da tanto tempo...e poi...- Si nasconde il viso tra le mani -Nooo, non sono assolutamente interessata a lui. Ecco.-

-Be', fai quello che ti senti.- La rassicuro -Ad ogni modo, è pazzo di te. Non eri tu che dicevi che quando l'amore c'è si vede? Ecco, io e Kota lo abbiamo visto.-

Kotaru annuisce, dandomi man forte.

-Mh.- Mugugna e torna ad attaccare i suoi spaghetti di soba -In verità...io non l'ho mai visto in quel senso.- Riesce a dire infine, chiudendo definitivamente il discorso.

Nelle settimane successive vengo completamente sepolto dai miei impegni e finalmente arriva il giorno del diploma. Non partecipo alla cerimonia, non ho voglia di sentire gli sguardi pungenti dei compagni e i loro giudizi...ciò che conta è essere finalmente uscito da quella scuola e che, a breve, sosterrò il test d'ingresso per l'accademia.

-Andrà tutto bene.- Mi rassicura Kotaru, dando uno sguardo al mio abbigliamento -E non appena avrai finito passerò a prenderti.-

Tra meno di due ore sarò all'accademia, davanti al test per cui ho studiato senza tregua per mesi. Tra meno di due ore starò mettendo in gioco il mio futuro.

-Beato te che puoi goderti le vacanze.- Sospiro -Per me il percorso inizia adesso.-

-A partire dall'anno prossimo non saremo più a scuola insieme.- Dice, con un malinconico sorriso -Ho un po' paura al pensiero di tornare ad andarci da solo...ma non credo che qualcuno abbia più voglia di farmi del male.-

-Sanno che in ogni caso ci sarò io a difenderti.- Rispondo, sospirando -Il violento Ryota, quello che ha mandato un compagno di classe all'ospedale. Ecco chi sono.-

-Non mi interessa quello che dicono!- Esclama -Io e te siamo consapevoli di come stanno le cose, e questo è quanto.-

-Già.- Controllo la borsa per assicurarmi di avere tutto quello che mi occorre e faccio un'ultima carezza ad Haku.

Dopo il test io e Kota ci rilassiamo al Bistrot, conversando con leggerezza. Sono abbastanza tranquillo sull'esito ma, in casi come questi, non si può mai stare abbastanza sereni.

-Quando saprai?- Ciede Kota, sorseggiando un the freddo alla pesca.

-Tra una settimana, più o meno, verranno affissi i nomi degli ammessi. Che ne pensi di andare al negozio di bricolage? Costruiamo la cuccia per Haku.-

Annuisce e ci dirigiamo al negozio. Più ci penso, più sono teso per quello stupido test.

 

-Buongiorno, Ryo.- Sussurro; sono già vestito di tutto punto e Ryota ancora dorme, ma non avevo cuore di svegliarlo. Il gran giorno è finalmente arrivato, oggi scopriremo se è riuscito o meno ad entrare all'accademia del fumetto. So quanto questo esito sia importante per lui. So quanto si sia impegnato e come abbia dato tutto se stesso in nome di questo esame. Cerco di farlo rilassare con una colazione leggera e portando la conversazione su altri argomenti ma la tensione è evidente e non è capace di nasconderla.

-E se non sono passato?-

-Riproverai il prossimo anno e, nel frattempo, continuerai a migliorarti.-

-Io non...-

-Basta.- Lo zittisco, abbracciandolo dolcemente -Finiamo la colazione e poi andiamo a toglierci il pensiero, ok?-

-Ok.- Risponde, rigirando nervosamente il cucchiaino nella sua tazza di the.

Il tabellone con i nomi affissi è enorme e seminascosto dalla folla di studenti ansiosi, chi entusiasta, chi in lacrime. Approfittando della mia corporatura minuta mi intrufolo tra la gente e arrivo di fronte all'elenco, scorrendo rapidamente i nomi uno dopo l'altro, alla ricerca di quello di Ryota. Quando lo vedo non posso frenare un grido di gioia.

-Ce l'hai fatta, Ryo!- Esclamo, tornando indietro sempre sgomitando e tuffandomi fra le sue braccia -Hai passato il test. Ci sei riusci...- non faccio in tempo a concludere la frase che le sue labbra si posano sulle mie, baciandole appassionatamente, mentre il mio corpo viene stretto nel suo abbraccio. Credo di non averlo mai visto così felice. La gente si volta a guardarci con strane espressioni, ma che importanza ha? Ryota è al settimo cielo, ed io non potrei essere da meno. Soltanto alcuni mesi fa eravamo entrambi sull'orlo della disperazione, e adesso...adesso, finalmente, stiamo assaporando una gioia incontrollabile.

-Bisogna festeggiare!- Esclamo, non appena smette di baciarmi e stringermi -Chiamo Tsubaki. Organizziamo un pranzo speciale, magari invita anche Shin e...-

-No, no!- Dice, con un largo sorriso. Mi prende la mano e passeggia al mio fianco senza nascondere l'entusiasmo che gli illumina gli occhi -Andiamo a casa. Voglio fare l'amore con te.-

Quelle parole svegliano le farfalle nel mio stomaco ed il viso mi va in fiamme, ma non rispondo. Mi limito a fare un sorrisetto ebete e camminiamo fianco a fianco fino al nostro appartamento; la chiave gira nella serratura e non appena entriamo Ryota inizia a spogliarmi, ignorando le feste di Haku. Continuando a baciarmi e spogliarmi mi porta fino in camera dove ci ritroviamo seminudi sulle lezuola; il cuore mi batte all'impazzata e la mia testa inizia a fare decine e decine di scenari che, tuttavia, cozzano contro il muro della realtà. Ryo non è ancora pronto a farlo; quello che accade subito dopo, seppur piacevole, non è diverso da quello che abbiamo già fatto in passato. Anche se è qualcosa di intimo e molto importante, in cuor mio speravo davvero che l'avremmo finalmente fatto...ma amo Ryota. Rispetto le sue scelte ed i suoi limiti e posso continuare ancora ad aspettare.

-Ti amo.- Sussurra, continuando a sorridere mentre stringe a sé il mio corpo nudo e sudato -Sei tutta la mia vita.-

-Ti amo anche io.- Rispondo, baciandogli la mano -Non ho mai avuto dubbi. Sapevo che ce l'avresti fatta.-

L'ombra del trauma di Ryo è riaffiorato ancora una volta. Chissà se arriverà il giorno in cui sarà pronto a lasciarsi andare, ad affidarsi completamente a me. Non posso far altro che aspettare.

 

Non mi va di essere sospettoso, ma è da un po' di tempo a questa parte che lo vedo. Sempre alla stessa ora, sempre nello stesso luogo...deve essere più giovane di me di un anno o due. Mi osserva quando esco dalla fumetteria e ho l'impressione che faccia un pezzo della mia stessa strada o, per meglio dire, mi segua per un tratto. Se è un ladruncolo resterà con un pugno di mosche, non porto mai denaro con me all'infuori di qualche spicciolo, ed il mio cellulare è un modello vecchio e di scarso valore. Se è uno che vuole attaccar briga, si ritroverà con il setto nasale rotto; è vero, i miei muscoli sono andati a puttane e non mi alleno più da mesi, ma credo di ricordare ancora come mollare qualche pugno.

Il sole sta per tramontare e la via è deserta, ad eccezione di me e del mio strano stalker. Prendo fiato e mi decido a parlargli.

-Ascolta.- Dico, pacato -Non è la prima volta che mi segui. Come vedi, sono molto calmo...hai qualche problema?- Sbotto.

Immediatamente dopo avverto un rumore di passi e prima che possa dire una sola parola sono completamente circondato. Il tipo che mi seguiva si avvicina e fa cenno agli altri di non muoversi.

-Hai mandato il nostro capo all'ospedale, lo sai?- Sibila, ordinando ai suoi compagni di immobilizzarmi.

-Di chi state parlando?- Sbraito.

-Lo sai benissimo. Il nostro capo aveva trovato una ragazza ma tu sei andato a rompergli le palle per costringerlo a lasciarla. Gli hai fatto male, lo sai? Ci ha messo un sacco di tempo a riprendersi...ma adesso ci penseremo noi a fartela pagare, codardo.-

-Quel pezzo di merda del vostro capo picchiava mia sorella!- Grido, furioso come non mai e iniziando a dimenarmi, mordere e calciare nel tentativo di liberarmi...ma sono troppi, ed io troppo debole.

“La violenza porta solo altra violenza.”

Le parole di mia madre risuonano nella mia testa mentre mi guardo intorno, per la prima volta terrorizzato e schiacciato come anni prima, quando ero vittima di bullismo.

Un istante dopo, sono in balia della loro ferocia.

*Note*
Grazie per essere arrivati fino alla fine del capitolo, anche questo mostruosamente lungo TToTT che dire...mi scuso per aver aggiornato dopo tutto questo tempo, ma ci sono stati gli esami all'uni e si sa come vanno queste cose *blusha per la vergogna* Uhm, be'...che dire...sono in asia per Ryota ç_ç speriamo bene e, intanto...ci vediamo al prossimo capitolo. Buone feste!
_Hikari chan <3

 

   
 
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