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Autore: saffyj    26/12/2015    6 recensioni
Seguendo i dialoghi e la storia originale... vi racconterò New Moon vissuto nei panni di Edward Cullen e soprattutto cosa è successo nei mesi passati lontano da Bella!
E' il mio primo libro ... Mi auguro vi piaccia.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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Ritornò tutto alla normalità, o quasi.
L’ospedale accolse il ritorno di mio padre con grande entusiasmo, senza nascondere la soddisfazione di essere stati preferiti ai colleghi di Los Angeles, almeno, loro credevano che la mia famiglia si fosse trasferita in quella città. Quando eravamo partiti mio padre si era inventato di aver accettato una proposta di lavoro a Los Angeles, lo aveva fatto per depistare Bella, lasciandole delle piste palesemente errate nell’ipotesi che avesse voluto seguirci. Sicuramente una famiglia di vampiri non poteva trasferirsi, o peggio lavorare, in una città assolata come Los Angeles.
Esme finì di restaurare la casa a Ithaca e di malavoglia la vendette. Fu molto lieta, invece, di comunicarmi che il restauro della mia casa natale era terminato e come mi aspettavo diede molta importanza a ciò che quelle mura significassero per me. Non me la sentii di andarci personalmente, non volevo allontanarmi da Bella, ma Esme fece diversi viaggi portandomi diverse fotografie di come fosse la casa a lavoro finito e, ovviamente, era perfetto. Essendo una donna previdente aveva anche provveduto a trovare un giardiniere ed una colf che mantenessero in ordine la casa, in attesa che tornassi a visitarla.
Rosalie ed Emmett rimasero a Forks, insieme alla famiglia.
Rosalie continuò i suoi studi on-line sull’alta moda parigina e iniziò a lavorare su se stessa per avvicinarsi a Bella, non le andava a genio, ma la gelosia era passata, doveva solo superare la scelta di Bella di abbandonare la mortalità e tutte le bellissime occasioni che comportava e che Bella non comprendeva, ma le fui grato per il tentativo e il mio rancore svanì definitivamente.
Emmett e Jasper continuarono con le ronde per cercare indizi su Victoria, erano rilegati nella nostra proprietà, non potevano controllare il territorio dei Quileutes, ma più volte avevano scorto tra gli alberi i lupi che facevano la guardia e controllavano il perimetro alla ricerca della stessa preda. Con il tempo la scia era svanita, non era più tornata, ma ero certo che non avesse abbandonato i suoi propositi. Attendavano una sua ricomparsa, eravamo pronti.
Bella riuscì a convincere suo padre a farmi entrare in casa dalla porta. Non mi era concesso vederla se non in orari stabiliti e solo sotto la super visione del padre, che passava il tempo in cui ero a casa Swan vicino a noi insultandomi nella mente, e lanciando freddure ad alta voce. Accettai tutto di buon grado, comprendevo Charlie e le sue ragioni, e poter entrare in casa sua mi avrebbe permesso di farmi perdonare dimostrandogli che non stavo giocando con sua figlia e che i miei sentimenti nei confronti di Bella erano veri e profondi.
Mi impegnai a far inviare da Bella le richieste a diverse università. Volevo che si prendesse ancora del tempo da umana, provasse ancora quell’esperienza e poi l’opzione Carlisle dopo il diploma era sfumato. Mio padre sapeva che ci tenevo veramente a sposarla ed era l’unica carta che potevo giocarmi per portarla all’altare, non mi avrebbe tradito anche in quella aspettativa. Quindi, in attesa che dicesse il fatidico sì, le feci compilare una sfilza di domande di iscrizione a ogni università esistente. Io ero già entrato ed uscito da Harvard e da altre università, non mi interessava quale mi avrebbe accettato, l’importante era poterla frequentare con Bella e che fosse in un paese potenzialmente nuvoloso e poco assolato.
A scuola molte cose erano cambiate.
Durante l’autunno del nostro presunto trasloco, quasi tutti si erano allontanati da Bella e il ritorno dei fratelli Cullen per la prima volta fu un avvenimento che suscitò interesse.
Quando, il primo giorno, arrivai nel parcheggio della scuola e mi appoggiai all’auto insieme ad Alice in attesa di Bella, tutti gli studenti notarono il nostro ritorno e smettevano di esaminarci come se fossimo una visione. Mi scappò un sorriso nel vedere gli occhi di Alice roteare verso il cielo con uno sbuffi.
Prima regola: non farsi notare! Si, come no! Sembra che abbiamo dei lampeggianti sulla testa!
Solitamente i fratelli Cullen erano fonte di interesse solo il primo giorno in una nuova città, ma con il tempo gli umani imparavano ad aver timore dei strani fratelli e li evitavano. Frequentavo da anni la scuola di Forks e da sempre nessuno si era mai azzardato ad osservarci così insistentemente, semmai una piccola sbirciatina veloce, ma nulla più, invece quel mattino tutti gli occhi ed i pensieri erano su di noi.
Il primo pensiero coerente che sentii fu quello di Mike.
Il damerino è tornato, chissà se Bella lo sa. Sicuramente sì, lei non riesce proprio a star lontano dalla gente strana.
Jacob Black, con i capelli lunghi legati e il viso più bambino di come mi era apparso nei pensieri di Charlie, era seduto al cinema con la mano stretta in quella di Bella e gli occhi persi in quelli di lei. Il volto del Quileutes, in un cambiamento repentino, che si voltava furioso verso Mike con forti tremori alle braccia e le guance leggermente arrossate.  
Strinsi i pugni a quella visione, si tenevano per mano, erano legati da un sentimento profondo, potei vederlo anche attraverso quei ricordi, in quel momento il viso di Bella non era sciupato, era combattuto tra diversi sentimenti, ma era sereno e in pace.
Edward Cullen, wow!!! Chissà come la prenderà la psicopatica il ritorno del suo bello che l’ha scaricata, non voglio proprio perdermi la scena…
Jessica camminava a pochi passi da Mike, la fulminai con lo sguardo, non doveva permettersi di insultare la mia fragile Bella. Iniziai a pensare come poter far pentire quella ragazzina viziata e piena di sé che era così superficiale da non comprendere il tormento che stava torturando Bella in quel buio periodo.
Molti altri studenti mi notarono e tutti erano curiosi di vedere la reazione di Bella al mio ritorno.
Nei loro pensieri Bella era spenta e con un colorito poco sano che vagava per i corridoi come uno zombi. Era ancora più taciturna del solito ed era completamente assente, cercava di camuffare il suo dolore con risposte semplici e con dei sorrisi tirati, ma la sua incapacità a recitare non convinse nessuno, allontanandoli da lei come se fosse una malata di mente.
Alice mi guardava con volto divertito, non poteva leggere i pensieri dei nostri compagni, quindi non poteva vedere quelle immagini tristi, ma aveva notato lo sguardo stupito degli altri studenti man mano che si accorgevano della nostra ricomparsa.
Il pick up rosso entrò nel parcheggio, Bella era serena e il sorriso le attraversava il volto.
Parcheggiò vicino alla mia Volvo. Le andai incontro e le aprii la portiera, le porsi la mano per aiutarla a scendere e appena fu in piedi di fronte a me la abbracciai e la baciai in maniera dolce, delicata, lasciandomi trasportare da tutto l’amore che provavo per lei.
Ma come è possibile?  Vidi attraverso gli occhi di mia sorella il volto di Jessica. Era deformato dalla rabbia e dallo stupore, tra tutti le reazioni che si era immaginata, quella non era assolutamente prevista.
Come volevasi dimostrare, mah! Alla fine sono strani entrambi forse sono proprio fatti l’uno per l’altra pensò Mike, e da quel momento non riuscii più a reputarlo insopportabile.
FINALMENTE!!! Bella sarà al settimo cielo, se lo merita dopo quello che ha passato! Angela, i suoi pensieri puri e la sua vera amicizia nei confronti di Bella non era mutata.
Mi allontanai delicatamente da Bella sorridendo, il suo fiato era corto e il suo cuore martellava fortissimo.
“Andiamo” le sussurrai mentre facevo scivolare la mia mano nella sua e appoggiavo il braccio libero sulla sua spalla. Ero tornato e non avrei permesso a nessuno di farle del male o di ferirla in alcun modo, guardai i miei compagni e li salutai a testa alta con un sorriso.
Sei incredibile! Pensò Alice mentre faceva scendere gli occhiali da sole sugli occhi e si avvicinava a Bella disinvolta.
“Ciao Bella”
“Ciao Alice” la sua voce era leggera, serena, come se ogni cosa fosse tornata al suo posto.
Mentre camminavamo per i corridoi o seguivamo le lezioni, tutti i pensieri erano rivolti a noi due.
Chi era felice, chi era stupito, chi era infastidito … eravamo al centro dell’attenzione come se fosse il nostro primo giorno scuola.
Nessuno si domandò dove ero stato in quei mesi, l’unica domanda era: come è possibile che stiano ancora insieme!
In sala mensa ci sedemmo nel tavolo dei compagni di Bella, e notai che la ricomparsa dei fratelli Cullen aveva creato una netta divisione: Angela e Ben erano felici del nostro ritorno e sollevati dal vedere Bella di nuovo serena. Lauren, Jessica e Mike non erano affatto entusiasti della nostra ricomparsa e i loro sentimenti verso Bella erano particolarmente ostili, ma erano bravi a mascherare i loro veri sentimenti e questa loro capacità permise di rendere comunque piacevole la pausa pranzo.
Le giornate a scuola erano perfette, ero il compagno di banco di Bella e potevo starle vicino senza essere assalito dai pensieri ancora irritati di suo padre, e grazie a Angela e agli altri compagni riuscii a ricomporre una parte del tempo che mi ero perso durante la mia assenza.
I pensieri che preferivo erano quelli di Angela, era buoni e premurosi nei confronti della sua amica, e soprattutto erano molto dettagliati.
Dopo i primi mesi di catatonia di Bella, Angela aveva notato un miglioramento nell’umore e nell’aspetto della compagna. C’erano ricordi che la ritraevano con delle fasciature sulle ginocchia, sulle braccia e anche un enorme cerotto sulla testa. Nel periodo delle fasciature il viso di Bella era più sereno, più vivo. I suoi occhi erano di nuovo profondi e pieni di curiosità, e il suono della campana di fine scuola era come un richiamo a una nuova avventura… aveva ragione Charlie, ero tornato nel momento in cui i pezzi di Bella si stavano ricomponendo.
Quei ricordi facevano scaturire in me un senso di sollievo, vederla felice mi faceva sentire meno in colpa per ciò che avevo fatto, ma mi facevano anche accrescere la gelosia. Sapevo esattamente da cosa era stato causato quel cambiamento: Jacob Black, il licantropo.
Non capivo da dove provenivano tutti quei lividi e quelle lussazioni, Alice mi aveva detto che Bella si era data agli sport estremi, ma non sapeva dirmi esattamente in cosa consistevano.
Una sera, in camera sua, mentre Charlie russava nella camera accanto, presi coraggio e le chiesi ciò che i ricordi dei compagni e di suo padre non mi avevano raccontato.
Le spostai una ciocca di capelli dal viso e accarezzandola delicatamente sulla guancia le chiesi
“Quindi in mia assenza ti eri data agli sport estremi!” chiesi disinvolto inarcando un sopracciglio
Il suo cuore iniziò a correre e le sue guance si colorarono di vergogna, si nascose il viso appoggiandolo al mio petto, ed io la stuzzicai.
“Erano solo tuffi dagli scogli o gli sport erano vari?” mentre glielo chiedevo lottavo per allontanare la visione di Alice di Bella a Port Angeles.
“Perché me lo chiedi?” chiese leggermente confusa e imbarazzata.
“Perché voglio conoscere ogni momento della tua vita e quei otto mesi, anche se dolorosi da ricordare, ne fanno comunque parte”
“Moto e Trekking” rispose veloce
“Moto e Trekking?!?” ero sconvolto, con il poco equilibrio e il senso dell’orientamento nullo di Bella erano sport che definirli estremi era quasi riduttivo. Le avevo chiesto di non fare nulla di stupido e pericoloso, e lei aveva cercato gli hobby più stupidi e pericolosi.
“Erano gli unici che mi permettevano di sentirti” si scusò
La abbracciai, il mio senso di protezione stava urlando, l’avevo lasciata per tenerla lontana dal pericolo, ma non avevo tenuto conto che lei era la calamita dei pericoli.
“E dove hai preso una moto?” non avevo visto nessuna moto a casa sua o nei pensieri che avevo spiato ed ero certo che Charlie non era a conoscenza di avere una figlia motociclista.
“Le abbiamo costruite io e Jake… nel suo garage … cioè le ha ricostruite lui, mentre io guardavo…”
Strinsi i denti e soffocai il ringhio, ma non riuscii a trattenere il veleno che riempì la mia bocca al pensiero che un licantropo fosse stato così vicino e per così lungo tempo vicino a lei. Non era solo l’antico odio tra le nostre specie a rendermi così furioso, dovevo ammettermelo, la gelosia era ancora più pressante.
“Il trekking era per ritrovare la nostra valletta… da sola…”
Avevo capito da dove derivavano tutte le fasciature e per quella sera avevo messo già a dura prova il mio autocontrollo, la mia curiosità poteva attendere.
Unii le mie labbra alle sue tenendole il viso tra le mie mani. Quando il suo cuore iniziò a battere un ritmo zoppo ed il fiato iniziò ad essere sempre più corto, le baciai la fronte e mi coricai vicino a lei “Adesso dormi, abbiamo tutto il tempo per parlarne” iniziai a cullarla cantando la sua ninna nanna.
Non protestò e si mise comoda con la testa appoggiata al mio duro petto e dopo pochi minuti il suo respiro regolare mi confermò che si era addormentata. Aggiunsi una coperta tra i nostri corpi e le spostai la testa sul cuscino, sicuramente più comodo che la pietra del mio corpo e mi rilassai accanto a lei immaginandola in sella ad una moto, con i capelli al vento e l’aria che le colpiva il viso facendole lacrimare gli occhi per la velocità. Una giacca in pelle attillata da motociclista e degli alti stivali neri. Era sensuale… ma stonava con la fragile ed impacciata Bella che conoscevo.
Le mie domande le avevano risvegliato dei ricordi sopiti. Per tutta la notte fu agitata e più volte nominò il Quileutes ed altri a me sconosciuti.
“No Sam, non andate, vi uccideranno… Jake, me lo hai promesso… Emily non farli andare…
Paul… Embry … Jared …”
Erano discorsi confusi, ma ogni volta che nominava il giovane Black un uncino arpionava il mio torace.
Dopo quella chiacchierata in camera sua, il nome Jacob Black o Jake iniziò ad essere presente in molti discorsi di Bella. Le veniva naturale nominarlo, ed io non riuscivo a nascondere pienamente il fastidio che mi creava quel nome. Essendo molto attenta si accorse di quali sentimenti facevano nascere in me quei racconti, così iniziò ad evitare di nominare i soggetti.
Ma non lo aveva dimenticato e sentiva forte la mancanza della persona che le stette vicino quando il suo cuore era in pezzi ed io ero lontano. L’aveva aiutata a ricomporre il suo cuore, con l’intenzione che lo donasse a lui. L’aveva salvata dalle grinfie di Laurent uccidendolo, mentre io correvo per l’America meridionale nel vano tentavo di braccare Victoria. Avevo diversi motivi per odiarlo: la sua specie era da generazioni uno dei nostri peggior nemici; amava Bella ed ero certo che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riaverla, ed era stato più bravo di me a proteggerla. Lo odiavo, ma gli ero anche grato. In mia assenza l’aveva protetta e l’aveva fatto perfettamente, permettendomi di ritrovarla salva e non a pezzi, in tutti i sensi, e per questo gli ero immensamente grato oltre che debitore.
La sera, appena uscivo da casa Swan, scacciato con ghigno soddisfatto da suo padre, lei correva al telefono per provare a contattare l’indiano, e ogni sera riappendeva la cornetta infastidita senza riuscire a parlargli. Dispiaciuto per il suo dolore, ferito per il suo sentimento nei confronti di Black, ma soddisfatto che le telefonate fossero sempre a vuoto, correvo a casa dalla mia famiglia per ritornare da lei quando Charlie dormiva.
Una sera arrivai che già era coricata a letto, con ancora i capelli bagnati, mi coricai vicino a lei e la strinsi tra le braccia, ma era irritata, mi baciò con passione e il suo cuore mi confermò che non era arrabbiata con me, qualcos’atro la disturbava. Provai a farla parlare, ma lei non cedette.
La coccolai ed attesi che si addormentasse maledicendo l’inutilità del mio dono con i suoi pensieri.
“Jake, sono fantastiche, quella nera tienila tu … quella rossa è perfetta … Jake, no, l’ho rotta, ho sbagliato freno… voglio riprovare Jake… ho bisogno di te Jake… devo cambiarmi prima di andare all’ospedale … Jake… Jacob…”
Finalmente il giorno arrivò e i sogni profondi terminarono… le ultime ore passarono tranquille e non parlò più, ero ferito come se mi avessero frustato per ore, durante la mia lontananza si era affezionata molto al Quileutes, ma ora che ero tornato non avrebbe più avuto possibilità di rivederlo. Non era la gelosia, ma il patto a imporlo, il patto stipulato da Ephraim Black con Carlisle decenni addietro. Ora che eravamo tornati non potevano entrare nei nostri territori come noi non potevamo entrare nei loro, non rispettare il patto significava scontro aperto. Ringraziai nei miei pensieri Charlie perché con gli arresti domiciliari di Bella, non le era permesso uscire di casa né tantomeno andare a La Push, evitandomi l’orribile compito di proibirglielo io.
Dopo quella sera i sogni di Bella furono sovente rivolti verso Jacob Black e ai suoi compari licantropi. Una notte lo accostò a Paride di Romeo e Giulietta. Era angosciata dal nessun lieto fine per quel personaggio, dal nessun lieto fine di Jacob. Non lo aveva mai chiamato amore, ma sempre migliore amico, e questo mi rese meno geloso, ma non del tutto.
Un sabato pomeriggio, quando andai a prenderla a lavoro salì in macchina irritata.
“Ma che maleducato!” disse arrabbiata corrugando la bocca “E’ un’offesa bella e buona”
Cosa era successo? Mike si era permesso di offendere Bella? Avevo già la mano sulla maniglia della portiera per scendere e fare un piccolo discorsetto a quell’insulso e inutile umano, quando Bella continuò.
“Billy…” ok, aveva riprovato a telefonare a Jacob Black, Mike non c’entrava nulla, anche se in quel momento torcere un collo mi avrebbe sicuramente aiutato a far sbollire la rabbia.
“…ha detto che lui non vuole parlare con me” disse esasperata con lo sguardo fisso sulla pioggia fuori dal finestrino “Che era in casa, ma non gli andava di fare tre scalini per prendere la cornetta del telefono! Di solito Billy risponde che Jacob non c’è, che è impegnato, dorme o qualcosa del genere. Voglio dire, non che io non sappia che sia una bugia, ma perlomeno è una risposta educata. A questo puto penso che anche Billy mi odi. Non è giusto!” sbottò
“Non è colpa tua, Bella” le dissi dolcemente, accarezzandole la fronte per spianare la V che era comparsa tra i suoi occhi lucidi di rabbia “Non è te che odiano”
“A me pare di sì” mormorò testarda incrociando le braccia al petto.
“Jacob sa che siamo tornati e di sicuro si è accertato che sto di nuovo con te. Non oserà avvicinarsi. La sua ostilità ha radici troppo profonde”.
“Che stupidaggine. Lui sa che non siete… come gli altri vampiri”
“Ha altre buone ragioni per mantenersi a distanza” oltre all’odio che le nostre razze si tramandavano da generazioni tra me e Jacob Black era anche una questione di gelosia. Non lo avevo più visto fisicamente dal ballo della scuola dell’anno precedente, e già in quella occasione l’attrazione che provava per Bella era molto forte. Nei ricordi di Mike, Charlie e Alice ero riuscito a comprendere l’amore che provava per lei, era forte e molto profondo. Sapevo con certezza che un nostro incontro sarebbe sfociato in una lotta all’ultimo sangue. Entrambi non eravamo disposti a perdere Bella, e la sua natura animale era molto meno gestibile e più selvaggia della mia.
Bella guardava fuori dal finestrino con aria triste, si mordeva il labbro inferiore e suoi occhi erano lucidi.
“Bella, noi siamo ciò che siamo. Io so controllare me stesso, ma dubito che lui ne sia capace. E’ molto giovane. Probabilmente un nostro incontro sfocerebbe in rissa e non so se saprei fermarmi prima di uc…” mi bloccai, non volevo ferirla e sapevo l’affetto che provava per quel mutante e mi corressi velocemente “…prima di fargli del male. Non ti farebbe affatto piacere e non voglio che accada”.
Rabbrividì
“Edward Cullen, stavi per dire “ucciderlo”? Rispondi” sibilò offesa folgorandomi.
Distolsi lo sguardo e guardai la strada, il semaforo era verde, ingranai la marcia e ripartii lentamente.
“Cercherei… con tutte le mie forze… di non farlo”
Mi fissò a bocca aperta, incredula. Non riuscivo a togliere gli occhi dalla strada, i suoi sentimenti per il mio giurato nemico erano molto profondi, profondi come lo squarcio che la gelosia mi stava infliggendo.
Beh” continuò dopo un profondo respiro “E’ impossibile che succeda qualcosa del genere… quindi, inutile preoccuparsi. Inoltre, Charlie starà già controllando l’ora. Meglio che ti sbrighi a portarmi a casa, prima che il ritardo mi procuri altri guai” ed abbozzò un sorriso.
Il suo cuore ricominciò ad accelerare, e i miei muscoli si rilassarono ad ogni battito. Il suo cuore pulsava per me, non per quell’imprevedibile e selvaggio Quileutes.
Appena arriva mi sente… una moto … una moto… Bella su una moto… ma è impazzita… ma cosa le è passato per la testa … una moto…
I pensieri di Charlie erano così forti che riuscii a sentirli prima di arrivare sulla strada di fronte a casa Swan.
“Sei già nei guai Bella” la avvisai
Si aggrappò al mio braccio stringendolo impaurita ed allungò il collo verso la direzione che stavo fissando alla ricerca di un qualche pericolo.
“Cosa? Cosa c’è?”
“Charlie…”
“Mio padre?” strillò in preda al panico
La guardai sereno, era nei guai, ma non grossi come immaginava.
“Charlie… probabilmente non ti ucciderà, ma ci sta pensando seriamente”
Ecco il succhiasangue, vediamo adesso come la mettiamo. Bella non è una sua proprietà. Non è della sua specie, lei ha un cuore che pulsa e finché sarò in vita giuro che continuerà a pulsare. Devo solo avere la possibilità di rivederla, di parlarle, di farla rinsavire.
La voce mentale di Jacob Black mi raggiunse inaspettata.
Imboccai la strada per casa di Bella, ma le passai davanti e parcheggiai vicino al bosco da dove era arrivata la voce di Black.
“Che ho fatto?” esclamò Bella
Lancia un’occhiata verso la moto rossa luccicante, parcheggiata in bella mostra nel vialetto.
Una moto… con tutte le volte che le ho raccontato di quei ragazzi che abbiamo raccolto morenti sulla strada… cercava veramente di suicidarsi… e Jacob l’ha pure coperta… io lo copro di botte … Bella non vedrà più la luce del sole… credevo fosse più matura … una moto… con Jacob… quei due… ecco cosa facevano tutto il giorno in garage… a si, adesso mi sente… le faccio passare la voglia…
Vieni succhiasangue, vieni! Il branco mi ha inviato a rinfrescarti la memoria.
“No! Perché? Perché Jacob mi ha fatto una cosa del genere?” era infuriata ed incredula.
Le lacrime iniziarono a rigarle le guance e le mascelle erano serrate dalla rabbia, scuoteva la testa, non poteva credere che il suo fidato amico le avesse fatto un gesto del genere. Teneva i pugni chiusi e le spalle erano leggermente incurvate, tremava e continuava a mormorare perché?
“E’ ancora qui?” sibilò
“Si. Ci aspetta laggiù.” Il veleno aveva invaso la mia bocca e i muscoli erano contratti per l’attacco, ma cercai di rimanere calmo, non volevo che Bella vedesse il mio lato peggiore, io ero meglio di quel cane e glielo avrei dimostrato da subito.
Ringraziai di essere fatto di marmo, questo mi permise di non far trasparire la rabbia che mi scuoteva mentre indicavo il luogo in cui mi stava attendendo Jacob Black.
Bella saltò giù dall’auto alla carica contro Jacob, aveva i pugni serrati e l’atteggiamento risoluto, gli occhi non nascondevano l’istinto omicida… mi fece sorridere vederla in quel atteggiamento nei confronti del suo ex migliore amico. Finalmente aveva inteso cosa intendevo quando le dicevo che erano imprevedibili, anche se devo ammettere, era il gesto meno pericoloso che poteva aspettarsi da uno della sua specie.
La afferrai per la vita. Anche se la sua rabbia mi faceva piacere, non volevo che affrontasse un licantropo da sola e senza difese.
“Lasciami andare! Voglio ucciderlo! Traditore!” urlava rivolta verso la foresta mentre si divincolava furiosa tra le mie braccia.
Mah… l’ho fatto per te, perché mi manchi, perché ti amo, perché voglio che stai lontano da lui, che torni da me… Jacob non era più tanto certo e tronfio, era addolorato per la reazione di Bella, non era quella che si aspettava, anche se mi domando come credeva che potesse reagire dopo essere stata tradita.
“Ti farai sentire da Charlie. E una volta tornata in casa, murerà la porta.”
Guardò verso casa, scrutò la moto e la collera accrebbe ancora di più.
“Concedimi solo un round con Jacob, poi affronterò Charlie” e ritornò alla carica cercando di liberarsi dalla mia presa.
Io non volevo litigare con Bella, sono rimasto solo per avvertire il succhiasangue. Codardo, non viene nemmeno da solo, si copre dietro di lei. Vigliacco!
“Jacob Black vuole vedere me. Per questo è ancora qui.”
Smise di lottare e mi guardò con aria spaventata, il viso era diventato bianco come il latte e gli occhi cercavano una risposta ad una domanda che non mi aveva posto.
“Parlare?”
“Più o meno”
“Quanto “più”?” la voce le tremava mentre gli occhi saettavano dal bosco a me.
Le spostai una ciocca dal viso “Non preoccuparti. Non vuole combattere. E’ qui in qualità di… portavoce del branco”
“Ah”
Pure in ritardo… non solo devo sopportare quel Cullen … adesso me la riporta a casa pure in ritardo … ma quando arriva mi sente … una moto ….
Lanciai un’occhiata verso la casa e stringendo la presa sulla vita di Bella la portai verso il bosco, dovevamo sbrigarci o Charlie avrebbe stretto ulteriormente i limiti della sua libertà.
“Dobbiamo sbrigarci, Charlie è impaziente”
Non ero un codardo, non avevo paura di affrontarlo da solo. Anzi sarei stato felice di poterlo affrontare faccia a faccia, anche se gli ero grato per aver protetto Bella in mia assenza, gli avrei fatto rimangiare i suoi pensieri insieme ai suoi denti. Ma non volevo che Bella affrontasse da sola suo padre, era troppo arrabbiato e sapevo che se l’avessi accompagnata Charlie avrebbe sfogato la maggior parte dell’ira su di me evitando di accanirsi troppo su di lei, quindi la trascinai nel bosco con me e poi l’avrei scortata a casa.
Il veleno e i muscoli reagirono all’odore del nemico. Dopo pochi passi nella foresta, l’odore nauseante del licantropo che riempiva l’aria mi colpì allo stomaco e mi fece arricciare il naso. Era come tenere il naso a contatto con il pelo selvaggio di un cane bagnato dalla pioggia. Smisi di respirare per evitare di dover ancora annusare quella puzza.
Jacob ci attendeva appoggiato ad un tronco ricoperto di muschio a pochi passi dall’inizio del sentiero. Teneva le braccia conserte con un’espressione dura e sprezzante sul volto.
Guardò Bella ed i suoi occhi per un istante si addolcirono.
Sei sempre più bella, mi sei mancata!
Ma ritornarono spietati mentre li puntava verso di me.
Eccolo! Finalmente posso vedere in faccia il famoso sanguisuga e con un ghigno si drizzò dall’albero, leggermente sporto in avanti e con i pugni serrati.
Appena si mosse mi parai davanti a Bella.
Lei si sporse per guardarlo in faccia e vidi tramite Jacob le saette che le uscivano dagli occhi dirette verso di lui. Il suo ghigno diminuì, vedere l’odio che in quel momento Bella provava per lui fu un forte schiaffo in faccia per il licantropo, che addolcì il viso in una smorfia di dispiacere.
Appena Bella mise a fuoco il dispiacere sul volto di Jacob il suo odio si smorzò trasformandosi in affetto e malinconia.
Non devo distrarmi. Ho un compito da svolgere. Avrò tempo per farmi perdonare!
“Bella” la salutò con un cenno e tornò svelto a fissarmi con aria di sfida.
 “Perché?” gli chiese Bella in un sussurro “come hai potuto farmi una cosa del genere?”
Il suo ghigno svanì definitivamente, ma mantenne un’espressione dura dicendole “Per il tuo bene”
Dovevo far qualcosa, qualunque cosa, per allontanarti da lui. Mi manchi!
“Come sarebbe a dire? Vuoi che Charlie mi strangoli? O speravi che gli venisse un infarto, come a Harry? Sarai anche arrabbiato con me, ma come hai potuto fare una cosa simile a lui?”
Jacob trasalì. L’immagine di un indiano con i capelli grigi coricato su un letto di ospedale con le mani giunte sul petto, gli occhi chiusi e le labbra bianche ed il viso di Charlie che sostituiva quello dello sconosciuto vorticarono nella mente di Jacob, facendolo soffrire. Non aveva pensato a Charlie, aveva solo pensato ad un modo per allontanarla da me, non avrebbe mai voluto far del male al padre di Bella.
“Non voleva far del male a nessuno. Sperava solo in un castigo che ti impedisse di passare altro tempo con me” le spiegai dato che Jacob sembrava imbarazzato a confessare il suo vero intento.
Mi fissò pieno di odio, aveva capito che stavo leggendo nei suoi pensieri.
“Oh, Jake! Sono già in castigo! Perché credi che non sia ancora venuta a La Push a prenderti a calci nel sedere, dopo tutte le telefonate a cui non hai risposto?”
Credevo che fosse questo lurido succhiasangue ad impedirtelo, non avevo immaginato che fosse Charlie.
 “E’ così?” le chiese confuso e subito si zittì pentito della domanda
Non è il sanguisuga, ma Charlie. Ma perché?
“Pensava fossi io a impedirtelo, non Charlie” diedi voce ai suoi pensieri
“Piantala” sbottò Jacob, e le sue braccia iniziarono a tremare in preda a delle forti convulsioni, pronto a trasformarsi. Strinse forte i denti ed i pugni e con mia grande sorpresa trattenne la trasformazione.
“Bella non esagerava, a proposito delle tue… qualità. Perciò, immagino che tu sappia già perché sono qui”
Il patto prevede che non mordiate nessun essere umano, non puoi trasformarla o lo infrangerai!
Ed io, ti giuro, farò tutto ciò che mi è concesso per non permettertelo. Lei non è una di voi, lei è umana, ha un corpo caldo, ed un cuore che batte. Ha dei sentimenti, una famiglia, una vita, non ti permetterò di rubarglieli.
“Sì” confermai a tutti i suoi pensieri, aveva ragione, lei non era come noi, lei era pura e calda e toglierle la vita non era assolutamente ciò che volevo, ero fuggito per evitarle quel destino, ma ero anche consapevole della sua volontà di diventare una di noi e delle conseguenze di una nostra separazione, non avrei ricommesso l’errore. Se era ancora viva era grazie a lui, che l’aveva salvata da Laurent, da Victoria e dalla furia dell’oceano e chissà quante altre volte mentre mi trovavo a miglia di distanza, la mia rabbia venne sostituita dalla gratitudine “Però prima che cominci, vorrei dire una cosa”
Jacob rimase in attesa stringendo e rilassando le mani per controllare la rabbia che lo avrebbe trasformato.
“Ti ringrazio” continuai “Non esistono parole per dirti quanto ti sia grato. Ti sarò debitore per il resto della mia… esistenza” ero sincero, sapevo che aveva salvato Bella dal baratro nel quale stava sprofondando durante la mia assenza e se l’avevo ritrovata ancora sana di mente e nel corpo era grazie a lui. Anche se era il mio peggior nemico, gli ero debitore ed avrei pagato quel debito se me lo avesse permesso.
Cosa stai farfugliando?
Mi fissò disorientato, guardò velocemente Bella per capire di cosa stessi parlando, ma era altrettanto confusa.
“Per aver salvato la vita a Bella” chiarii pieno di gratitudine. “Quando io… non ho potuto farlo”
“Edward” mi chiamò Bella, ma la zittii alzando la mano e continuai a fissare Jacob.
Come potevo non salvarla! Ho raccolto i pezzi che avevi abbandonato, l’ho salvata dai tuoi simili perché la sua vita è importante per me! Non potevo farla morire, io la amo…
“Non l’ho fatto per te” terminò a voce alta secco
“Lo so. Ma ciò non annulla la gratitudine che provo. Penso di dovertelo dire. Se mi è concesso di fare qualcosa per te…”
Ritorna dove sei stato in questi mesi, lasciaci in pace e permettile di vivere una vita vera insieme a qualcuno più vivo di te, qualcuno che non deve mettere fine alla sua vita fermandole il cuore, ma facendoglielo battere ancora più forte. Pensò sollevando un sopracciglio.
“Non è mia prerogativa” risposi negando con il capo
“E di chi è, allora?” ruggì
“Sua” risposi indicando con lo sguardo Bella “Io imparo alla svelta, Jacob Black, e non ripeto mai lo stesso errore. Finché non sarà lei a dirmi di andare, resterò qui.”
“Mai” sussurrò Bella incatenando il suo sguardo al mio.
Io ti amo Bella, potrei offrirti una vita vera, non puoi scegliere lui, lui ti aveva lasciata, lui ti ucciderà, io ti amo…
“Hai bisogno di altro Jacob? Volevi mettermi nei pasticci? Missione compiuta. Magari Charlie deciderà di iscrivermi all’accademia militare. Ma ciò non basterà a tenermi lontana da Edward. Niente può riuscirci. Che altro vuoi?” gli chiese Bella irritata.
Mi guardò pieno di odio, ferito dalle parole di Bella, e scandì bene le parole perché fossero chiare
“Volevo soltanto ricordare ai tuoi amici succhiasangue alcuni punti fondamentali del patto che hanno deciso di rispettare. Il patto è l’unica cosa che mi impedisce di tagliargli la gola, qui e ora” continuava a fissarmi minaccioso, tratteneva l’istinto di uccidermi per non spaventare Bella e perché il capo branco glielo aveva proibito, e lui non poteva non eseguire gli ordini dell’alfa.
 “Non abbiamo dimenticato” lo rassicurai con tono piatto
“Quali punti?” chiese Bella
“Il patto è molto chiaro. Se uno qualsiasi di loro morde un essere umano, la tregua è rotta.” specificò guardandomi fisso negli occhi “Morde non uccide” specificò spostando lo sguardo sprezzante verso Bella.
 “Non sono affari tuoi” replicò piccata
 “E invece, maledizione…” esclamò sorpreso dalla decisione e risolutezza di Bella.
Maledizione! Non puoi veramente voler morire solo per stare con questo schifoso succhiasangue. Io posso darti lo stesso amore senza cambiare nulla della tua vita, senza allontanarti da Charlie.
Non puoi veramente volere questo, io ti amo, lui non è giusto per te… lui ha conficcato i suoi artigli troppo profondamente, ti farà soffrire… non puoi voler diventare un mostro, una succhiasangue, abbandonando la vita …
I tremori ricominciarono aumentando insieme alla rabbia, premette i pugni contro le tempie, chiuse gli occhi e si raggomitolò su se stesso cercando di mantenere il controllo. Una forte ondata mi colpì, la trasformazione era molto vicina.
“Jake? Stai bene?” Bella fece un passo verso di lui preoccupata.
“Attenta! Rischia di perdere il controllo” la afferrai e la misi dietro di me facendole scudo con il mio corpo.
Non volevo che gli artigli del lupo potessero sfiorarla, ma Jacob riuscì a rimanere nella forma umana e mi lanciò un’occhiata di puro odio.
“Ah. Io non oserei mai farle del male” il viso sciupato di Bella che scendeva dal pick up, le loro mani intrecciate mentre passeggiavano spensierati sulla spiaggia, le loro risate in un garage con delle parti di moto smontate sul pavimento, il viso rilassato e sereno di Bella in un piccolo salotto e tantissimi altri ricordi dei loro momenti insieme nel quale Bella era felice.
Fece un sorrisino compiaciuto nel vedere la smorfia di dolore che attraversava il mio volto.
Gli ringhiai e lui strinse i pugni in posizione di attacco. Voleva che perdessi il controllo per dimostrare a Bella quale mostra aveva scelto, ma non gli diedi la soddisfazione.
“BELLA!” la voce di Charlie riecheggiò nella foresta “TORNA IMMEDIATAMENTE IN QUESTA CASA!”
Non solo in ritardo, vedo la macchina di Cullen, cosa crede di fare? Di scappare nella foresta?
Ci riprendemmo dai nostri pensieri, ed entrambi fummo preoccupati per Bella e per ciò che l’attendeva a casa.
“Merda!...” Disse tremante Bella
Forse fargli vedere la moto non è stata la mossa giusta, ma dovevo tentare!
Jacob si ricompose, i tremori erano scomparsi e i suoi pensieri erano solo più rivolti al pasticcio che aveva commesso e ai sensi di colpa nei confronti di Bella.
 “Mi dispiace davvero. Dovevo fare il possibile… provare” si giustificò amareggiato Jacob guardandola con occhi innamorati.
“Grazie” rispose Bella con voce tremolante mentre guardava preoccupata verso casa.
“Una cosa ancora.” Dissi senza muovermi e in modo calmo, non sapevo se avessi ancora avuto un’altra occasione “Non abbiamo trovato tracce di Victoria, nella nostra porzione di territorio, e voi?”
Siamo in allerta e continuiamo a setacciare il territorio per scovarla. Ma la rossa non si è più fatta vedere nel nostro territorio da quando siete tornati.
“L’ultima volta è stata quando Bella era … via. Le abbiamo fatto credere di poter penetrare le difese. Abbiamo stretto il cerchio, pronti a intrappolarla… Ma a quel punto è volata via come un pipistrello. Per quanto ne sappiamo, potrebbe aver sentito l’odore della vostra femmina e abbandonato la caccia. Da quel giorno non ha più messo piede nelle nostre terre.”
Annuii “Quando tornerà, non sarà più un vostro problema. Noi…”
“Ha ucciso nel nostro territorio. E’ nostra” sibilò Jacob
“No…” Bella si era posta tra noi due e ci esaminava spaventata
“BELLA! VEDO LA SUA AUTO E SO CHE SEI LAGGIU’! SE NON TORNI IN QUESTA CASA ENTRO UN MINUTO…”
“Andiamo” le dissi appoggiandole la mano in vita.
Lei si voltò verso Black tormentata e riluttante a lasciarlo.
“Scusa” bisbigliò dispiaciuto Jacob “Ciao, Bells”
“Lo hai promesso. Sempre amici, no?” chiese conferma Bella disperata, strinsi i denti e chiusi gli occhi per non far trasparire la gelosia che mi stava sopraffacendo.
A cosa servirebbe?
“Sai che ho cercato di mantenere la promessa, ma… non vedo perché insistere. Non ora…” con la voce rotta Jacob disse la cosa più sensata che avesse mai detto o pensato, doveva stare lontano da lei.
“Mi manchi” sussurrò mentre tendeva il braccio verso di lei come se potesse toccarla l’ultima volta.
“Anche tu” farfugliò Bella mentre tendeva anch’essa il braccio per toccarlo.
“Jake” e fece un passo per avvicinarsi a lui, ma la trattenni. Non volevo che gli si avvicinasse, per timore e per gelosia.
“Tutto okay” mi promise fiduciosa in attesa che la liberassi.
“No, invece no” le mie braccia erano ferme, non intendevano lasciarla permettendole di correre tra le braccia di quel mutante. Avevo sofferto vedendo i loro abbracci nei ricordi, non sarei riuscito a trattenermi vedendolo in prima persona.
“Lasciala andare. E’ ciò che vuole.” Mi ringhiò Jacob furioso facendo due lunghi passi avanti.
Hai paura che cambi idea? Che preferisca un corpo caldo e un cuore vivo, invece che una statua senza cuore? Non sei degno di lei, lasciala andare. Non è tua!!! Sei un mostro succhiasangue, lei merita di meglio!
Spostai Bella dietro il mio corpo, il veleno era abbondante nella mia bocca e i muscoli erano pronti all’attacco. Avrei staccato la testa di quel cane ancor prima che riuscisse a trasformarsi. Mi rannicchiai per compiere il salto.
Bravo, falle vedere il mostro che sei, dimostrale che la sua scelta è sbagliata. Che sei solo un assassino… ti aspetto, vieni sanguisuga!
“No! Edward” mi implorò Bella cercando di trattenermi per il braccio
“ISABELLA SWAN”
“Andiamo! Charlie è impazzito! Sbrigati” mi implorò con la voce piena di panico e mi abbracciò per tranquillizzarmi. Le posai il braccio attorno alla vita e mi diressi all’uscita della foresta senza staccare gli occhi dal mio rivale.
Gli ero debitore per aver protetto Bella in mia assenza, ma ciò non gli permetteva di giudicare il nostro amore. Lui era come me, era un immortale, un assassino e la sua natura selvaggia e incontrollabile era più pericolosa di me per Bella.
Non ho speranze, ha scelto lui. Ha scelto il succhiasangue. Addio Bella!
Il suo dolore per quella rivelazione era straziante, non riuscii a godere della vittoria, capivo come si sentiva, anche io avevo provato quel tormento. E Jacob, anche se era innamorato della mia amata ed era un licantropo, era colui che le aveva rivelato il mio segreto, permettendoci di stare insieme, l’aveva difesa da Victoria e da Laurent in mia assenza, e l’aveva aiutata a rimettere insieme i pezzi nel quale l’avevo lasciata dopo la mia partenza. Comprendevo il sentimento che li univa, il suo amore per lei, e l’amicizia che voleva Bella, ma non era possibile, le nostre specie erano in lotta da generazioni e lei aveva scelto di stare con me.
Il pensiero che avesse ragione sul fatto che era più adeguato di me a rendere felice Bella mi dilaniava. Bella con lui non avrebbe dovuto trasformarsi, avrebbe vissuto una vita normale. Nel momento in cui Jacob avesse smesso di trasformarsi sarebbe ritornato mortale, accompagnandola nella vecchiaia, avrebbe potuto darle dei figli e il cuore di Bella avrebbe continuato a battere e la sua anima sarebbe stata sicuramente salva.
Ma lei voleva far parte della mia famiglia e io avevo già provato il dolore di quella separazione, non aveva giovato ad entrambi, non avrei ricommesso lo stesso errore.
Strinsi leggermente più forte la vita di Bella. Eravamo destinati a stare insieme, Jacob aveva svolto il suo compito, ma adesso c’ero io a proteggerla.
Uscimmo dalla foresta e la accompagnai ad affrontare Charlie.
Bella aveva affrontato vampiri sadici, vampiri antichi, aveva vissuto con i licantropi, ma il terrore sul suo volto quando vide il padre sulla porta era ineguagliabile, era terrorizzata come non l’avevo mai vista prima.
“Sono qui” e lo sarò per sempre le sussurrai
E insieme ci dirigemmo verso casa pronti ad affrontare la sfuriata.

 
E' TRISTE CLICCARE SUL CONCLUSO... SIGH!
MI MANCHERA' QUESTO EDWARD CULLEN ED IMMEDESIMARMI IN LUI CERCANDO DI NON METTERCI TROPPO DEL MIO, MA CERCANDO DI ATTENERSI AL PERSONAGGIO DEL LIBRO. MI E' PIACIUTO E MI SONO VERAMENTE DIVERTITA!
SPERO CHE SIA PIACIUTO ANCHE A VOI LEGGERLA E MI AUGURO DI POTER LEGGERE LE VOSTRE OPINIONI !

L'ULTIMO CAPITO ERA GIA' PRONTO DA TEMPO, MA HO VOLUTO PUBBLICARLO OGGI COME MIO REGALO DI NATALE PER VOI, SPERO VI SIA GRADITO E COLGO L'OCCASIONE PER AUGURARVI BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!

CONTINUATE A SEGUIRMI! 
E PER L'ANNO NUOVO VI PROMETTO UNA NUOVA FF!!!
A PRESTO 
SAFFYJ alis ELISA
   
 
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