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Autore: Ragdoll_Cat    26/12/2015    7 recensioni
È passato poco più di un anno dal crollo dello S.H.I.E.L.D. e Steve ha deciso di ritornare a Washington.
Purtroppo non è riuscito a trovare Bucky, ma una nuova sfida lo attende.
In quest'avventura però non sarà da solo.
E ricordate che certe cose, per fortuna, non cambiano mai!
Attenzione: La mia storia non seguirà la storyline del MCU.
Quindi non ci saranno riferimenti ad AoU o altro.
Dal testo:
[...]-E tu non hai ancora finito di faticare?- gli domandò, voltandosi lentamente verso di lui e guardandolo per la prima volta in faccia.
-No...
Sei tu l'unica cosa buona che mi sia capitata da quando ho deciso di cercare Bucky, perciò non voglio che tu resti coinvolta in tutto questo, ma allo stesso tempo ti chiedo scusa per aver tentato di importi qualcosa contro la tua volontà- continuò lasciandole il polso -io accetterò qualsiasi tua scelta, sia che tu decida di rimanere o di andartene comunque, per via del mio comportamento di poco fa.-
Selene non disse nulla, ma si limitò ad annullare la distanza che li separava, tuffandosi letteralmente fra le braccia di Steven.

Vi auguro una buona lettura!
[CONCLUSA]
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Accidere ex una scintilla incendia passim'
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 Bisogna essere in due perché la verità nasca: uno per dirla e l'altro per ascoltarla. 
(Henry David Thoreau)
 

 
 
*
 
-Vorrei parlarti di un’altra persona… hai mai sentito parlare di Bucky Barnes?-
 
Il tono scherzoso di Steve era stato immediatamente sostituito da uno molto più grave.
 
Selene aveva notato questo cambiamento e quindi si era limitata ad annuire brevemente un paio di volte.
 
-Cosa sai dirmi di lui?-
 
-Molto poco. Quello che sanno tutti; sergente del 107° fanteria. Prigioniero di guerra, liberato durante l'azione di Azzano. In seguito membro dell'Howling Commando e l'unico ad essere caduto sul campo durante la seconda guerra mondiale- snocciolò rapidamente Selene; la giovane si fermò non appena capì che aveva completamente frainteso la domanda di Steven; si morse nervosamente il labbro inferiore prima di continuare -scusami, io ti ho parlato del Sergente Barnes, ma in realtà tu mi hai chiesto se conoscevo Bucky. No, non ho mai sentito parlare di Bucky; raccontami qualcosa di lui Steven- concluse.
 
-Quanto tempo hai?-
 
-Tutto il tempo del mondo.-
 
A quel punto si risedettero sulle altalene e Steve dopo aver preso un profondo respiro, iniziò a raccontare.
 
-Bucky è il mio migliore amico, mio fratello, Selene
È difficile per me ricordare un solo momento della mia infanzia in cui Bucky non era presente; abitavamo nello stesso gruppo di case popolari, dividevamo lo stesso cortile...-
 
-Quando e come vi siete conosciuti? Eravate compagni di giochi?-
 
-Dunque, io avevo cinque anni e lui sei e ci siamo conosciuti durante una zuffa...-
 
-Come?-
 
 
*****
 
 
 
Era un settembre particolarmente afoso e tutta Brooklyn soffocava sotto una cappa d'umidità che rendeva difficile anche respirare.
I bambini però sembravano immuni a tutto ciò e correvano allegramente e lanciavano gridolini di gioia.
Uno di loro però non poteva seguirli a causa della sua salute malferma; quel bambino era Steve.
Le spalle magroline si alzavano e si abbassavano rapidamente per via della respirazione accelerata, dovuta al suo problema d'asma. I grandi occhi azzurri, nascosti da un impertinente ciuffo di capelli color del grano, osservavano con bramosia quei giochi, quelle corse a lui preclusi. Tuttavia c'era qualcosa in cui nessuno poteva batterlo: il gioco delle biglie.
Era bravissimo, riusciva a vincere ogni volta, perché prima di agire pianificava attentamente una strategia che gli permetteva di non perdere nemmeno una sfera, quasi fosse un capitano dell'esercito il cui obiettivo era sì vincere, ma allo stesso tempo riportare a casa tutti i suoi soldati, sani e salvi.
Non infieriva sugli sconfitti, infatti non teneva per sé le biglie che gli sarebbero spettate in quanto vincitore, ma le restituiva ai legittimi proprietari, perché per lui l'importante era stare insieme agli altri.
 
Quel giorno però era andata diversamente; qualche settimana prima era arrivata una nuova famiglia nel quartiere. Il figlio maggiore, Danny Edwards era un bulletto di prima categoria; tiranneggiava i bambini più piccoli, umiliandoli e sbeffeggiandoli quando cadevano dalla bicicletta e si sbucciavano le ginocchia; tirava le trecce delle bambine che piangenti correvano dalle loro mamme.
Steve pur avendo solo cinque anni non aveva paura lui, tremava dalla rabbia quando vedeva quelle cattiverie, doveva fare assolutamente qualcosa.
In quella afosa giornata settembrina finalmente aveva potuto intervenire: aveva sfidato Danny ad una gara con le biglie.
Grazie alla sua biglia preferita (di vetro azzurro come gli occhi della sua mamma) aveva vinto tutte le biglie dell'avversario, che poi aveva ridistribuito agli altri bambini come risarcimento.
Felice di aver compiuto una buona azione era pronto per tornare a casa, quando sentì una mano strattonarlo per il colletto della camicia; un secondo dopo era a terra, nella polvere.
 
-Ridammi le biglie, Rogers!-
 
Steve si rialzò prontamente e lo affrontò a testa alta:-Non le ho più! Le ho date via!-
 
-Allora prenderò le tue!-
 
Danny gli strappò il sacchetto di mano con un ghigno di soddisfazione stampato in faccia.
 
-Quelle sono mie!-
 
-Non più!-
 
Steve, il piccolo e mingherlino Steve, a quel punto lo caricò a testa bassa infischiandosene del fatto che il dodicenne fosse il doppio di lui.
Il primo pugno andò a segno, ma poi iniziarono i guai; Danny con un solo colpo lo fece ritornare a terra e nel contempo gli spaccò un labbro, che iniziò immediatamente a sanguinare.
Ma Steve non si arrese e di alzò di nuovo, con le manine strette a pugno, pronto a ricominciare. Aveva un aspetto spaventoso: l'occhio destro iniziava a gonfiarsi, aveva un'abrasione lungo la guancia dovuta alla caduta e dal labbro continuava a sgorgare il sangue, eppure teneva la testa alta ben deciso a non lasciarsi sopraffare.
 
-Non ti basta?-
 
-Posso andare avanti tutto il giorno!-
 
-Anch'io!-
 
Danny stava per colpirlo nuovamente, quando all'improvviso Steve udì una vocetta acuta esclamare: -Lascialo stare!-
 
Il bullo restò fermo con il pugno sospeso a mezz'aria e si voltò per vedere chi avesse parlato. 
-Prenditela con uno della tua taglia!- continuò quel bambino che era magrolino quanto Steve.
 
-Cosa vuoi Barnes?-
 
-Le biglie!- gli rispose Bucky strappandogli nel contempo il sacchetto di mano.
 
Danny non aveva alcuna intenzione di perdere e si voltò verso Bucky, che nel frattempo si era allontanato di qualche passo, correndo verso di lui.
Bucky agì d'astuzia, rovesciando sul selciato le sfere di vetro e quando Danny le calpestò, cadde a terra.
 
Nel frattempo alcune bambine erano andate a chiamare le loro mamme e stavano arrivando i rinforzi.
 
Bucky si diresse verso Steve, che si stava rialzando a fatica e senza dire nulla gli tese la mano per aiutarlo nell'impresa.
 
-Grazie...-
 
-Come ti chiami?-
 
-Steve Rogers e tu?-
 
-James Barnes, ma tutti mi chiamano Bucky.-
 
-Grazie Bucky.-
 
In quel momento arrivarono le mamme: Sarah con ancora indosso la divisa da infermiera tutta spiegazzata e Martha con la sorellina di Bucky in braccio e la figura già arrotondata dalla terza gravidanza.
 
-Steve! Tesoro mio, cos'è successo? -
 
-Niente mamma, sto bene.-
 
-Dobbiamo pulire e disinfettare le ferite, scusami Martha...-
 
-Vai pure Sarah, se ti serve aiuto chiamami pure, nessun problema.-
 
Sarah Rogers condusse il figlio a casa, gli tolse i pantaloncini e la camicia per esaminarlo attentamente; la salute malferma del figlio era fonte di un'enorme preoccupazione per lei. Steve era la luce della sua vita e temeva costantemente di perderlo; adesso aveva iniziato pure a fare a botte.
 
Una volta medicate le escoriazioni, che fortunatamente erano superficiali, anche se l'occhio sarebbe rimasto chiuso e gonfio per un bel po', domandò al figlio:
-Si può sapere che cosa ti è preso?-
 
-Danny è cattivo con gli altri bambini- le rispose Steve con voce leggermente incrinata.
 
-Questo non è un buon motivo per picchiarlo. Steve non puoi fare a pugni...-
 
-Perché sono malato?-
 
-No, tesoro mio, non per questo.-
 
-Perché no, allora?-
 
-Non è una cosa da bambini educati, ecco perché.-
 
Steve a quel punto la guardò negli occhi e Sarah per un momento rivide il suo Joseph; Steve aveva lo stesso sguardo di suo padre.
 
-Cosa posso fare allora?-
 
-La prossima volta vieni da me, ci penserò io.-
 
-Ma mamma...-
 
-Niente “Ma mamma” signorino! Niente liti, mi sono spiegata?-
 
-Sì, mamma...-
 
-Bravo il mio bambino- gli disse prima di abbracciarlo forte -è ora di cena, cosa vorresti mangiare?-
 
-Maccheroni al formaggio.-
 
-Va bene, te li preparo subito.-
 
A quel punto udirono dei leggeri colpi alla porta:
-Steve vai a vedere chi è per favore?-
 
-Sì, mamma!-
 
Steve aprì l'uscio di casa e si trovò davanti Bucky Barnes.
 
-Ciao Bucky. Cosa c'è?-
 
Bucky non gli rispose, infatti si limitò a tendergli la mano destra su cui vi era appoggiata la biglia blu di Steve:
-Non è molto, ma è l'unica che sono riuscito a trovare, mi dispiace...-
 
-È la mia biglia portafortuna, grazie Buck!- gli disse Steve sorridendo.
 
-Buckyyyyy!- la voce del signor Barnes risuonò nell'aria notturna -La cena è pronta!-
 
-Arrivo!- gli urlò di rimando -Devo andare Steve, ci vediamo domani- e Bucky dopo averlo salutato fu inghiottito dal crepuscolo.
 
-Chi era tesoro?-
 
-Un amico, mamma- le rispose Steve mentre faceva scorrere le dita lungo la fredda e liscia superficie di vetro della sua biglia.
 
-Bene, sono contenta, dai vieni ad aiutarmi a preparare la tavola.-
 
*****
 
-Da quel momento non ci siamo più divisi; è stato lui ad insegnarmi a tirare qualche pugno, visto che non ne volevo sapere di restare in panchina- concluse Steve con un sorriso tirato.
 
Selene lo aveva ascoltato con la stessa attenzione che lui le aveva prestato quando era stata lei a raccontargli del suo passato.
Per questo gli domandò:
-Hai sempre parlato di Bucky al presente, come mai?-
 
-Perché lui è vivo- le rispose guardandola negli occhi.
 
-Come?-
 
Steve a quel punto le rivelò cos'era effettivamente accaduto un anno prima, dalla scoperta del progetto Insight e che era collegato all'HYDRA...
 
-... infranto la parete dell'ascensore... lottato contro il Soldato d'Inverno... deciso di distruggere gli Helicarrier e di pubblicare tutti i segreti dello S.H.I.E.L.D. su Internet... per salvare milioni di persone ho quasi ucciso Bucky e lui ha quasi ucciso me... mi ha ripescato dal Potomac... l'ho cercato per oltre un anno, in tutto il mondo, ma senza risultato...-
 
Quando Steve terminò cadde fra loro un silenzio rotto solamente dal frinire dei grilli e il cigolio delle catenelle delle altalene.
Selene a quel punto aveva gli occhi talmente sgranati che sembravano (era proprio il caso di dirlo) due enormi biglie verdi.
 
-Sono parecchie informazioni da assimilare me ne rendo conto...-
 
-In effetti... dammi un attimo...-
 
Steve le sorrise e annuì brevemente.
 
-Steven, fammi capire, Bucky il tuo migliore amico non è morto nel 1945 ma è stato trasformato in una macchina assassina con un braccio bionico, ed è stato usato dall'HYDRA per commettere attentati ed omicidi e quando i suoi servizi non erano richiesti prima di ibernarlo gli resettavano il cervello per poter continuare ad esercitare su di lui il controllo. Giusto?-
 
-Hai centrato il punto.-
 
-L'anno scorso il meccanismo è andato in pezzi e lui è riuscito, grazie al tuo aiuto, a ricordare qualcosa ed a scappare; da quel momento però non l'hai più visto.-
 
-Esatto.-
 
-Questo progetto Insight, come funzionava esattamente?-
 
-Non credo di essere il più adatto per spiegarti il suo principio di funzionamento, ma ci proverò; dunque l'algoritmo analizzava i “pensieri” delle persone, attraverso le scelte passate in modo tale da eliminare chi non fosse utile all'HYDRA; avrebbero ucciso gli agenti dello S.H.I.E.L.D., Natasha, Clint, Tony, Bruce, persone innocenti che in futuro magari avrebbero potuto fermare l'HYDRA, nessuno sarebbe stato al sicuro, perché gli Helicarrier avrebbero potuto colpire in qualsiasi momento, in qualsiasi punto del globo.-
 
-Ho capito... però...-
 
-Però?-
 
-Peccato che sia andato distrutto, avresti potuto usarlo.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Buon Natale!!!!
Un po' in ritardo... ^_^
Come promesso ecco il nuovo capitolo!
Non sono riuscita a pubblicarlo ieri, ma oggi dopotutto è Santo Stefano... quindi è l'onomastico di Steve! ^_^
Grazie a Lady Windermere, LadyRealgar, DalamarF16, Ella Rogers e LillaPizzi94 per le vostre recensioni.
Grazie ad Armidia per aver scelto la mia storia per la sua lista delle preferite e LillaPizzi94 per aver deciso di ricordarla. 
Niente note lunghe questa volta, ci sentiamo l'anno prossimo! ^_^
Un grosso bacione!
Ragdoll_Cat
  
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