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Autore: Maura_Grey50    27/12/2015    0 recensioni
Non fatevi ingannare dal titolo, non è la classica storia d'amore, ma è comunque un amore eterno.
La storia è ispirata alla mia esperienza di vita, in ricordo di una persona per me importante.
Spero che vi piaccia, Buona Lettura...
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Io vado a farmi una doccia” gli dico a Poul con la speranza che viene anche lui.
“Arrivo anch’io!” mi dice con entusiasmo.
“Lo speravo che mi dicessi cosi” gli dico sorridendo.
Dopo la doccia Poul va in camera a prepararsi, invece io rimango in bagno avevo portato il vestito e i trucchi, mi asciugo i capelli ma nel frattempo accendo la piastra.
Un ultimo tocco di lacca con i brillantini per far stare i capelli e dargli un po’ di brillantezza, esco dal bagno e cerco le scarpe.
“ Poul hai visto i miei sandali bianchi? “
“Intendi questi?” mi dice sorridendo e con le scarpe in mano.
“Si esatto proprio queste. Grazie” gli dico mentre mi avvicino a lui.
“Wow, già sei bella senza tacchi non voglio immaginare con questi, sarai fantastica”
“Dai smettila di dire stupidaggini e dammi le scarpe”
“Se queste sono stupidaggini allora farmene dire tante”
È sempre tenero e molto carino, mi fa tanti complimenti e a volte non me li merito ma lui me li fa comunque, anche quando non mi sento bella.
“ Beh, te sei un vero schianto. Come sempre”
 
“Dai Poul, sbrigati che se no perdiamo l’autobus” gli dico mentre corro.
“Ma stai tranquilla piccola, che passa ogni 5 minuti” mi dice lui.
Saliamo sull’autobus e come al solito ce un sacco di gente e si muore di caldo, visto che l’aria condizionata non ce è i finestrini non si aprono.
Arrivati a Zrce ci sono i ragazzi che ci aspettano come ci eravamo messi d’accordo oggi, ci salutiamo e ci fanno strada per iniziare la serata.
Entriamo al Papaya e ci dirigiamo subito a prendere da bere ci carichiamo per bene, dopo aver fatto la fila finalmente abbiamo i nostri cocktail e ci buttiamo in pista a ballare.
Dopo qualche ora uno dei ragazzi ritorna con in mano una boccetta, “ Aspetta quando se ne andato?” penso.
Erik si avvicina a me e mi porge la boccetta e mi fa segno di tirare su con il naso.
“ Ma che cose?” gli urlo per farmi sentire sopra la musica.
“ La chiamano la droga dei gay, perché ti apre il culo” mi risponde lui ridendo.
Allora tiro su con il naso questa sostanza, al primo impatto sembra di tirare su della menta ma appena passano esattamente 4 secondi hai la testa che fluttua tra le nuvole, ti senti leggera come se ti fossi appena fatta una canna.
Ora invece di ballare mi sembra di volare e una sensazione stupenda.
 
Mi sveglio con la luce che si fa spazio tra le fessure delle persiane, mi metto a sedere per capire dove sono, ho la testa che mi scoppia mi giro di colpo per vedere se Poul è al mio fianco ma niente sono in camera da sola.
Mi alzo con molta fatica perché alla mia testa le piace fare le giravolte, senza nemmeno capire come ci sono riuscita mi trovo in bagno mi svesto e mi infilo subito sotto la doccia, un bel getto d’ acqua fredda mi risveglia bene.
Esco dalla doccia un po’ più rigenerata, quando esco dal bagno mi trovo Poul sul terrazzo che mi sorride.
“Cosa ci fai qui?” gli dico mentre varco la portafinestra.
“Ti ho preparato la colazione, beh in realtà e come se facessimo pranzo visto che sono le 14.00” mi risponde.
“Ma come ci sono arrivata a casa, non ricordo molto dopo aver tirato su quella roba”
“Sei arrivata in spalla, è un peccato che non ricordi la serata perché ci siamo divertiti un sacco, soprattutto arrivati a casa.”
“No davvero? Lo abbiamo fatto e io non me lo ricordo uffa ero messa male”
“No, tanto male no, ma eri una vera pantera, beh se vuoi ti faccio vedere le foto della serata cosi magari ti viene in mente qualche ricordo.”
“Quali foto? Dimmi che hai solo le foto di quando eravamo a Zrce e non quando siamo arrivati a casa”
“Ehm, diciamo che non avevo il tempo di farci le foto quando siamo arrivati a casa”
“Meno male, dai mangiamo che ho una fame”
“Ok pantera” mi dice ridendo.
 
Stiamo uscendo per una nuova serata, ma stavolta molto più tranquilla, anche perchè ho ancora la sbronza della sera prima.
Stiamo andando verso Novalja centro, c’è un sacco di gente e non c’è un posto dove mangiare, giriamo per più di un ora fino a che non troviamo un locale carino dove si mangia il pesce pescato di giornata.
Entriamo e ci fanno subito accomodare, il cameriere ci porge il menù con molta calma cerco di capire che cosa c’è scritto sul menù visto che non c’era traccia di una parola in italiano.
Quando riesco a capire qualcosa ordino come primo un bel piatto di spaghetti allo scoglio, di secondo un bel salmone alla griglia e come contorno patate al forno.
La serata passa molto tranquilla, si ride si scherza è una semplice serata tra innamorati, mi sono sempre piaciute le cene romantiche.
 
La settimana è passata lenta siamo riusciti a goderci la vacanza in pieno divertimento e relax, i bagagli purtroppo sono già in macchina, un ultimo controllo per vedere di non aver dimenticato nulla e si parte.
Stavolta è Poul a guidare per tutto il tragitto abbiamo cantato e riso io mi sono anche addormentata per un paio di ore, cosi sono riuscita a dare il cambio e far riposare anche Poul.
“Ed eccoci qui, Italia siamo tornati” dico con un po’ di malinconia.
“Già, Italia siamo tornati.” Dice Poul sarcastico.
Ci fermiamo in un autogrill per mangiare qualcosa e anche per sgranchirci le gambe.
Ci avviciniamo verso l’entrata quando sentiamo un bel rombo di motore, appena mi giro una 20 di Maserati di tutti i tipi che cercano parcheggio.
“Ci deve essere un raduno da qualche parte” dico mentre continuo a fissare quel gruppo di auto.
“Sono fantastiche” mi dice Poul.
 
“Siamo a casa!” dico mentre giro la chiave per spegnere l’auto.
“Dai forza, portiamo i bagagli in casa” mi dice Poul
“Va bene!”
“Ce le hai te le chiavi?”
“Si” gli rispondo mentre gli faccio dondolare le chiavi che ho in mano.
“Ok, allora incomincia a salire e ad aprire io arrivo con il resto dei bagagli”
Salgo le scale è quando apro la porta ce un mega striscione con cui scritto:
                                           VUOI SPOSARMI?
   
 
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