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Autore: Bellaura    27/12/2015    0 recensioni
La storia, narrata dal punto di vista di Bella, si svolge dopo 7 anni dalle vicende narrate in Breaking Dawn da Stephenie Meyer.
Renesmee è cresciuta, adesso è adulta e ha raggiunto il massimo della sua evoluzione, la sua crescita si è fermata e rimarrà con questo aspetto per sempre.
Bella ed Edward vivono felici la loro famiglia e la loro eternità.
Ma quanto ancora durerà tutto questo? E se il pericolo fosse di nuovo dietro l'angolo?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Successivo alla saga
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La città eterna

 

In serata arrivammo al Hotel con un'automobile dai vetri oscurati che Edward aveva preso per agelovarci negli spostamente e che probabilmente avremmo usata poche volte.

Dopo aver fatto il Check In, il Concierge ci accompagnò nella nostra camera seguiti dal facchino che trasportava i nostri bagli, che avremmo potuto tranquillamente portare noi con nessun sforzo a differenza di quel povero giovanotto ma dovevamo comportarci più umanamente possibile.

L'albergo era di lusso ed era molto elegante con tutti i comfort possibili ed immaginabili, situato in una via ad angolo con Piazza di Spagna.

«Mr e Mrs Cullen, ecco la vostra Suite», disse il Concierge, aprendo la porta dell'alloggio che ci avrebbe ospitato durante la nostra vacanza a Roma.

Accennai un lieve sorriso all'uomo. Era un italiano sulla sessantina, media statura, abbastanza robusto, capelli e barba brizzolati.

Mentre il facchino portava dentro i nostri bagagli, io mi girai attorno guardando molto scrupolosamente la Suite. Sinceramente non avrei mai immaginato di visitare Roma, ne tanto meno alloggiare in un'elegantissima Suite con vista su Piazza di Spagna.

Sentii squillare il cellullare, nell'istante in cui mi trovai nel piccolo terrazzo ad ammirare il paesaggio romano. Infatti oltre alla Piazza si intravedevano altri pezzi storici della Capitale italiana.

«Pronto?», domandai, dopo aver preso il telefonino dalla borsa, quando lo poggiai sul mio orecchio destro.

«Mamma, siete arrivati?», mi domandò Renesmee, un pò preoccupata, d'altro lato della linea telefonica. L'avevo sentita poco prima di lasciare Londra e le avevo promesso che una volta arrivata all'abergo l'avrei chiamata, ma mi aveva anticipata.

«Sì, tesoro. Siamo appena entrati nella Suite», le risposi continuando a guardare il paesaggio davanti a me.

«Va bene, mamma. Adesso ti lascio», mi avvertì lei.

Ed io che speravo di poterle parlare con più tranquillità adesso, pensai facendo un sospiro profondo.

«Jacob tra poco mi viene a prendere. Vado a pranzo da nonno Charlie e Sue», aggiunse, forse prevedendo la mia reazione.

«Ok, tesoro. Un bacio.», le dissi, mentre Edward si avvicinò al mio fianco.

«Ciao, mamma. Salutami a papà. Baci», mi rispose lei e, senza darmi il tempo di rispodere che suo padre la salutava, riagganciò.

Guardai mio marito nei suoi occhi color miele, vedendolo stranizzato dal comportamento di nostra figlia, ed io gli risposi facendo spallucce. Non si era mai comportata così e, anche se fosse stata di fretta, avrebbe almeno scambiato due parole con il padre.

«Ormai è una giovane donna, dobbiamo farcene una ragione...», cercai di giustificarla con Edward.

Renesmee aveva avuto una crescita molto veloce, anche troppo, e per noi era stato difficile abituarci. Adesso aveva sette anni di vita, ma era come se ne avesse più o meno diciotto.

«Lo so», mi rispose lui con una certa nonchalance.

Lo presi per mano e rientrammo dentro, guidandolo verso il salotto della Suite, che aveva lo stesso stile lussuoso ed elegante del resto del Hotel ma aveva anche un non so che di romanticismo.

«Allora... mi spieghi cosa hai in serbo per questa nostra vacanza romana?», gli chiesi una volta giunti nella stanza.

«È una sorpresa», mi rispose disivolto, sedendosi su una poltrona, e con il suo sorriso sgembo tra le labbra, che io baciai istintivamente con passione mentre mi sedevo sopra le sue gambe.

«Ti odio..», gli sussurrai dandogli un leggero colpo al petto. «...e odio le sorprese, lo sai», proseguii con un sorrisetto malizioso mentre le mie labbra bramavano le sue.

«Ed è per queso che noi andremo a visitare la nostra prima tappa», mi disse stancandosi da me, facendomi alzare.

«Posso almeno sapere dove stiamo andando?», gli chiesi, prendendo la borsa che avevo lasciato sul tavolino del salotto.

«L'hai vista poco fa...», rispose lui, dandomi le spalle. «... quando eri nel terrazino»

E alle sue ultime parole capii che stavamo andando a Piazza di Spagna. Un conto era vederla da sopra un terrazzo, un'altro era visitarla.

 

Uscimmo dalla Suite, prendendemmo l'ascensore e, quando arrivammo al pian terrenno, Edward consegnò il pass al Concierge. Poi mi prese per mano, uscimmo dal Hotel, voltammo a sinistra e qualche metro dopo ci ritrovammo in Piazza di Spagna. Era davvero bella e, se forse perchè era sera, aveva un'atmosfera magica.

«Come spiegeremo il fatto di non poter uscire di giorno?», domandai a mio marito con gli occhi persi ad ammirare la Piazza, che riuscivo a vedere nella sua vera totale bellezza con la mia super vista da vampira.

«Ho detto che sei allergica ai raggi solari», rispose ridendo lievemente, mentre passeggiavamo mano nella mano avviandoci verso la Barcaccia.

Risi anch'io scuotendo la testa alle sue parole. Migliore scusa di questa non poteva trovarla. Credo che fosse la più azzeccata per essere più credibili.

Poi tirai fuori dalla mia borsa – le borse erano uno degli accessori a cui Alice era riuscita a farmi un pò adorare – il mio smartphone per fare alcune foto alla Piazza, alla Barcaccia, alla Scalinata di Trinità dei Monti.

«Grazie», dissi ad Edward, mentre continuavo con le foto.

«Di cosa?», rispose lui facendo finta di non sapere a cosa mi riferissi.

«Di questa vacanza, sciocco!»

Sorrisi come una bambina quando riceve il regalo che desiderava per Natale. Sapeva quanto mi sarebbe piaciuto visitare l'Italia, ad eccezione di Volterra dove avremmo fatto uno spiacevole incontro coi Volturi, ma sopratutto avrei voluto visitare Roma, la città eterna, e anima del mondo occidentale con secoli di storia alle spalle tra guerre, condottieri, tiranni e pontefici.

«Potete fare una foto a me e mio marito?», domandai ad una coppia di turisti giapponesi sulla trentina, vicina a noi davanti la Barcaccia.

«Sì! Sì!», mi rispose la donna in perfetto inglese con un gesto del capo.

Sorrisi a lei, poi al suo accompagnatore e le porsi il mio cellulare. Presi Edward per mano e ci mettemmo in posa davanti il monumento in attesa dello scatto. Un flash partì dall'aggeggio tecnologico e la giovane, che ringraziai, me lo ridiede.

Dopo proseguimmo la nostra passeggiata, camminando mano nella mano come una coppia di fidanzatini, verso la Colonna dell'Immacolata Concezione. Anche lì ci fermammo ad ammirare il momumento con la sua spiritualità e bellezza e scattai qualche foto.

Tutte le foto che avrei fatto durante questa gita a Roma le avrei mostrate a Renesmee e alla mia famiglia.

«Adesso andremo presso la seconda tappa del nostro tour», richiamò la mia attenzione Edward.

«Dove?», domandai con molta curiosità, mentre ipotizzavo ogni possibile luogo storico dove saremmo potuti andare a quell'ora.

«Andiamo al Colosseo», sussurò piano in modo che gli umani non riuscissero a capirlo.

«Ma a quest'ora sarà chiuso!», dissi sorpresa con lo stesso tono di voce che Edward aveva usato poco prima.

«Fidati di me», disse guardandomi negli occhi e poggiando un piccolo bacio sulle mie labbra. «Per noi niente è impossibile».

Strinsi con maggiore forza la sua mano e lo seguii. Se c'era qualcuno di cui mi fidavo più di qualunque altro, quello era lui.

Raggiungemmo il Colosseo dal suo lato interiore e corremmo dentro, evitando che nessuno potesse notare la nostra presenza.

Rimasi abbagliata dalla bellezza di quel monumento storico, senza parlare perchè non c'erano parole adatte che potessero andare bene per descrivere ciò che pensavo in quella visita. Riuscivo a vedere bene ogni dettaglio dell'edificio nonostante il buio grazie ai miei occhi da vampira.

«Vieni...», mi sussurrò piano Edward prendendomi per mano per giudarmi in quella gita.

Sorrisi. Era buffo vederlo fare come una normale giuda turistica, anche se di normale tra noi due non c'era nulla e mai c'era stato.

«Sei mai stato qui prima d'ora?», gli domandai dubbiosa vendendolo parlare con tranquillità e disinvoltura mentre mi spiegava tutta la storia sul Colosseo.

Alcune cose le sapevo già, le avevo studiate quando andavo al liceo. Ma la maggiorparte no, che forse nemmeno gli abitanti di Roma e le stesse guide turistiche conoscevano.

«No, Bella. Non direttamente. Perchè?» mi guardò stranizzato dalla mia domanda, fermandosi dal camminare, e gli spiegai il motivo della mia domanda.

«Ho fatto alcune ricerche prima di partire e poi ho visto il Colosseo dai pensieri di alcuni umani quando eravamo in Albergo.»

Ecco perchè mi aveva dato quell'impressione. Poggiai le mie labbra sulle sue dandogli un piccolo e casto bacio. Notai il suo sorriso sgembo dipingersi sul suo volto dopo.

«Bene. Adesso continuiamo il nostro tour.», mi disse con voce calma riprendendomi per mano ed io mi lasciai guidare da lui.

 

Dopo aver finito di visitare il Colosseo, uscimmo senza farci notare da nessun umano. Io cercai di capire cosa avesse intenzione di fare mio marito.

«Adesso, Signora Cullen, ho un'altra sorpresa per lei», mi informò lui facendomi un sorriso sgembo, consapevole l'effetto che mi faceva.

A quanto pare era in vena di sorprese per il mio ventiseiesimo compleanno. Sbuffai, arredendomi. Ma gliel'avrei fatta pagare una volta ritornati a Forks.

«Di cosa si tratta?», gli domandai fingendomi il più possibile incuriosita.

«Ti ho detto che è una sorpresa, Bella!», ribattè lui. «Se te lo dico, che sorpresa è?»

Sbuffai di nuovo. Lui per tutta risposta mi prese per mano puntando i suoi occhi su di me attirando i miei, così ci guardammo negli occhi per un eterno istante. Mi perdevo in momenti come quelli, il mondo mi era estraneo ed esistevamo solo noi due.

«Andiamo», mi richiamò alla realtà e ci avviammo alla successiva tappa della nostra vacanza romana.

Facemmo una lunga passeggiata tra le vie romane fino ad arrivare a Colle Pincio, dove c'era la grande terrazza dove si poteva vedere Roma in tutta la sua bellezza. Edward strinse più forte la mia mano e mi guidò lì per perderci in quel panorama della Città eterna, come era eterna la nostra vita insieme.

«Buon compleanno, Bella!» mi disse lui, accorgendomi che un nuovo giorno era arrivato, quello del mio compleanno.

Dopo la trasformazione in vampiro, avevo imparato a vederlo diversamente quel giorno. Se da umana non era da festeggiare, adesso che ero una vampira lo era. Se non fossi nata, neanche Renesmee sarebbe esista. E poi erano sette anni che non invecchiavo più, avevo ventisei anni ma ne dimostravo più o meno diciannove. Risi.

«Perchè ridi?», mi domandò Edward con curiosità. Lui non riusciva a leggere i miei pensieri per il mio scudo mentale.

Allora appoggiai le mie mani sulla sua testa, chiusi gli occhi e mi concentrai affinché riuscissi a staccare per qualche minuto il mio scudo da me lasciando che Edward entrasse nella mia mente. Con il tempo e con l'allenamento ero riuscita a controllare meglio il mio dono.

Sentii ridere anche Edward, mentre nella mia mente ripetevo ciò che avevo pensato prima.

«Grazie...», sussurrai posando le mie labbra sulle sue baciandolo dolcemente.

«No. Grazie a te», disse lui.«Questo giorno è da ricordare. Se non fossi nata, la mia vita sarebbe ancora una notte oscura con poche stelle e senza Luna perchè la mia Luna sei tu, Bella. Tu hai dato luce alla mia vita eterna donandomi il tuo amore e nostra figlia».

Le mie labbra si piegarono in un dolce sorriso, ma anche i miei occhi ridevano. Ero felice. Edward avvicinò le sue labbra alle mie baciandomi, prima dolcemente e poi più intensamente con passione ed amore, tutto quello che le nostre anime e i nostri cuori provavano l'uno per l'altra.


Ciao a tutti!

Finalmente, dopo tanto tempo (credo circa un anno), sono tornata a scrivere e pubblicare la mia storia.
Spero di poter continuare sia grazie al vostro interessameto, sia al tempo che mi potranno concedere i miei impegni di studio.
Mi auguro che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e di avere molte recensioni da parte di voi lettori. Detto questo, vi invito a inserire la storia tra le vostre preferite, da seguire e da ricordare, e me tra i vostri autori preferiti.

Buone feste!
Baci :*
Bellaura ♥

   
 
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