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Autore: Viandante88    09/03/2009    2 recensioni
E se tra noi realmente esistessero persone 'diverse'? E se i così detti vampiri vivessero tra noi normalmente e non fossero desiderosi di sangue umano, ma bensì golosi di aglio e di tutti i cibi umani? Un sogno, un destino. Sarà Ginevra a far scoprire la verità ad un nuovo compagno, che si accorgerà ben presto di non essere ciò che sempre ha creduto. Buona lettura!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5: UNO STRANO NONNO.

Quando mi risvegliai mi sentivo davvero confusa.
' Che cavolo di sogno... Ora anche vampiro?..' Pensai tra me alzandomi a fatica.
Mi misi una mano sulla testa, mi girava un pò, forse perchè mi ero svegliata all'improvviso.
Andai di sotto e feci colazione, fortunatamente mi passò. Mi preparai e quando stavo per uscire notai una cosa.
Appeso alla cartella avevo ancora l'amuleto, con un gesto deciso lo strappai senza pensarci, poggiandolo sul mobiletto accanto al telefono.
' Felicità? Si come no!' Sussurrai io guardandolo un momento, poi aprì la porta ed uscì.
Rimasi sorpresa vedendo Lilla già davanti al cancelletto.
"Buongiorno! Come mai non hai suonato?" le domandai cercando di essere più affabile possibile, dopo tutto lei non mi aveva fatto nulla.
"Beh in verità sono appena arrivata!" Confessò lei mettendosi una mano dietro la testa e facendo la linguaccia, poi sorrise:
"Mi sembri di buon umore stamattina..." provò a tastare il terreno...
"Si, perchè non dovrei?" mi girai verso di lei con un sorriso.
"No, cioè si, però ecco, pensavo di trovarti ancora arrabbiata per..." la interruppi prima che potesse pronunciare il nome.
"Ah beh sai ci ho pensato e alla fine non ho nessun motivo per essere arrabbiata, in fondo è solo un amico. Anzi oggi ho intenzione di scusarmi
con lui per il mio comportamento!" la guardai provando ad essere il più convincente possibile.
"Capisco.." mi rispose però non del tutto convinta.
Arrivammo a scuola, mi guardai attorno ma non lo vidi. ' Forse arriverà più tardi..' pensai tra me.
La prima campanella suonò, e dopo cinque minuti anche la seconda. Entrò il professore chiudendo la porta alle sue spalle.
Damian non c'era.
Rimasi molto delusa, pur avendocela con lui avevo comunque voglia di vederlo! Sbuffai...
La giornata durò un eternità, ogni ora sembrava durarne cinque. Poi finalmente arrivarono le tredici. Libertà!
Sulla strada del ritorno Linda mi raccontò di una sua breve conversazione con Gerry durante italiano, ne era entusiasta, e io lo ero per lei.
"Secondo me tu piaci a Gerry, sai Lilla?" le dissi con tutta sincerità.
"Lo pensi sul serio?!" mi domandò agitata e speranzosa.
Annuì sorridendole. Lei esplose di felicità cominciando a strillare e saltellare. Quando la salutai ancora canticchiava.
Entrai in casa, mi tolsi la giacca, non c'era nessuno. Trovai un biglietto sulla tavola:
'Ciao tesoro, sono dovuta scappare al lavoro, se vuoi ordinati pure una pizza, ti ho lasciato i soldi accanto al telefono.
Io e papà torneremo per cena. A dopo, un bacio. Mamma.'
Sospirai: " e va bene, ordiniamoci stà pizza.." mi diressi verso il mobiletto. "Ecco i soldi..." ma prima di poterli prendere mi bloccai.
Erano tenuti fermi dal mio amuleto. Lo presi in mano, lo accarezzai, lo infilai in tasca, poi decisi.
Mi rimisi veloce il giubbino ed uscì. Sapevo che a quell'ora lo avrei trovato chiuso, ma speravo comunque di riuscire a vederlo.
Una volta arrivata cominciai a bussare alla porta d'ingresso con le persiane abbassate e la scritta CHIUSO, e insistetti, finchè non mi aprirono.
"Si signorina cosa posso fare per lei? Il negozio ora è chiuso." Era un signore anziano, ed immaginai si trattasse del nonno di Damian.
"Ehm, mi scusi per il disturbo. Io stò cercando Damian.." Dissi un pò incerta.
Mi guardò circospetto, in realtà non mi sembrava un tipo molto amichevole, faceva un pò paura.
Era abbastanza anziano, forse sugli ottantanni, capelli brizzolati, schiena incurvata, si poggiava su un bastone, col poggiamano in argento a forma di testa di drago. Gli occhi erano davvero piccoli e portava un paio di occhiali
rotondi e spessi, la sua carnagione era chiarissima, ancora più della mia, e dalle occhiaie evidenti sotto gli occhi,
sembrava soffrisse di insonia da secoli!
Dopo avermi scrutato per benino mi invitò ad entrare con un gesto della mano tenendomi aperta la porta.
"Permesso.." sussurrai entrando.
"Attendi qui, te lo chiamo." affermò il nonno senza smettere di fissarmi un momento, mi sentivo molto imbarazzata.
Forse avevo fatto male ad andare.
"Ginevra!" Sentì urlare il mio nome dalla balconata sopra la mia testa:"Aspetta scendo subito!" continuò.
Qualche secondo dopo era giù, con un espressione felice in volto. Appena lo vidi arrossì, era bellissimo.
Aveva una magliettina nera aderente sopra una pantalone della tuta bianco abbastanza largo, ed era scalzo! I capelli li aveva raccolti in piccolo codino,
tirati tutti indietro, e in volto era tutto rosso, così capii:
"Damian ma sei malato?" mi avvicinai subito preoccupata mettendogli la mano sulla fronte senza nemmeno rifletterci, in quel momento
scese anche il nonno che mi lanciò un'occhiataccia, io istintivamente tirai indietro la mano e diventai rossa, soprattutto per il contatto
improvviso con lui.
Anche Damian si sorprese e si imbarazzò quanto me, poi si girò:
"Ah Ginevra, lui è mio nonno Dragomir. Nonno lei è Ginevra una mia compagna di classe." disse per togliere l'imbarazzo.
Così allungai il braccio verso di lui, ma non ricambiò, si limitò a farmi un gesto con il capo poi si allontanò mettendosi a sistemare della merce
sugli scaffali. Io rimasi col braccio per aria, perplessa.
"Ehm scusalo, lui è fatto così. Non da subito confidenza alle persone." Mi disse Damian cercando di spiegare il comportamento del nonno.
"Senti ti dispiace se saliamo di sopra? La febbre mi è passata ma ho ancora un pò di mal di testa e preferirei sdraiarmi."
Era un pò vergognoso e molto tenero. Io arrossì di nuovo e abbassai la testa.
"Ma si certamente! Anzi scusami, che stupida ti lascio riposare, nel caso ci vediamo domani a scuola." e feci per andarmene.
Lui mi fermò per un braccio delicatamente:" No, per favore rimani. Mi fa piacere avere la TUA compagnia." e mi sorrise imbarazzato.
Chi sarebbe stato così stupido da dirgli di no...
"O-ok allora rimango volentieri.." tenni la testa bassa, il rossore aveva superato ogni limite ormai!
Salimmo e lui si distese immediatamente sul letto. Io rimasi in piedi non sapevo cosa fare.
"Hey, che fai ancora li.. vieni a sederti accanto a me!" esclamò con un gran sorriso tirandosi su leggermente.
Annuì e lo raggiunsi. Mi sedetti in maniera molto formale, tenendo giù le gambe perchè avevo le scarpe.
Probabilmente davo l'impressione di essere un pezzo di legno!
Damian scoppiò a ridere e mi si avvicinò alle spalle:
"Forza, non ti devi vergognare! Togliti le scarpe e fai come fossi nel tuo letto! Tra poco iniziano i Simpson, dobbiamo stare comodi!"
Ancora quel fantastico sorriso!
Con non poco imbarazzo rimasi scalza e mi sedetti al suo fianco. Non potevo credere di essere in un letto con
un ragazzo talmente meraviglioso sdraiato così vicino!
Aveva un profumo buonissimo, non capivo se era deodorante o proprio il profumo della sua pelle. Ma ero più propensa per la seconda.
"Allora sbaglio o tu hai lo stesso nome di tuo nonno?" gli chiesi per distrarmi.
"Già. Dragomir, significa 'colui che è prezioso', per questo hanno chiamato anche me così! Anche se senza il 'mir ' cambia significato.."
"Ah si? E che vuol dire?" chiesi incuriosita.
Lui sorrise, forse soddisfatto per il mio interesse:" Colui a cui la pace è preziosa.." Mi fece l'occhiolino, e si rigirò:
"Senti.." iniziò lui improvvisamente:" Mi dispiace per ieri, non volevo farti arrabbiare.." Non mi guardava in viso,
si era messo un braccio sugli occhi, e la sua mano sfiorava il mio.
Non sapevo cosa rispondergli, non spettava a lui scusarsi, ma a me.
"Damian tu non devi scusarti di nulla. Sono io che ho sbagliato, insomma non sono affari miei le ragazze che frequenti..." mi interruppe.
Si alzò di scatto: "No, davvero io quella tipa non la conoscevo nemmeno, mi si è presentata e si è presa un pò troppa confidenza!
Ma sul serio non ho niente a che fare con lei!"
Senza nemmeno rendersene conto mi si era avvicinato moltissimo, i nostri visi erano ora a pochi centimetri l'uno dall'altro.
Ci guardammo negli occhi per qualche istante, poi ognuno si rigirò dall'altra parte.
Mi ero sbagliata. Ora avevo raggiunto il massimo rossore!
Rimanemmo in silenzio per tutta la puntata del cartone, ma probabilmente anche lui non era attento, perchè proprio come me
non rise neppure una volta, e quando finì il silenzio si fece più intenso.
' Devo trovare qualcosa da dire..' continuavo a ripetermi. Poi dissi la cosa più stupida che potesse venirmi in mente.
"Sai stanotte ti ho sognato, ed eri un vampiro!" mi pentì subito di quelle parole, ora chissà che pensava!
Si girò verso di me e guardandomi stupito mi chiese:" davvero?" non sembrava irritato, ma più... felice.
Io annuì, sorridendo.
"Un vampiro! ahahah davvero un sogno strano! Forse eri così arrabbiata con me che mi hai sognato nella parte del cattivo!" e continuò a ridere.
Meno male, l'aveva presa bene! Però forse non aveva tutti i torti, poteva essere proprio quello il motivo...
Mi misi a ridere anche io. In quel momento salì il nonno.
'Che strano non averlo sentito fare le scale, con un bastone come quello avrebbe dovuto fare parecchio rumore.. ' pensai tra me.
Non appena ci vide così ricominciò a squadrarmi e domandò:
"Vi state divertendo?.." Io cessai subito diventando seria.
"Oh nonno! Beh Ginevra mi stava raccontando un sogno che ha fatto! Pensa ha sognato che ero un vampiro! ahahah"
l'uomo si incupì e spalancò gli occhi dalla sorpresa, poi con tono arrabbiato si rivolse a me:
"Ora èmeglio che lei vada. Mio nipote ha bisogno di riposare." Non ebbi possibilità di replica e mi alzai annuendo.
"Nonno ma ora mi sento meglio!" cercò di protestare lui, ma non servì a smuoverlo.
"Non preoccuparti, ha ragione. Ci vediamo domani a scuola se te la sentirai.." Gli dissi cercando di mostrarmi tranquilla.
Mi salutò con la mano un pò triste e io ricambiai sorridendo.
Non appena fuori, il sorriso mi si tolse dal volto. 'Quanto è scortese quel vecchietto!"  e feci una linguaccia rivolta al negozio,
poi corsi verso casa. Nonostante tutto mi sentivo abbastanza felice e serena!

"Nonno si può sapere perchè sei stato così scortese, non.."
"Damian non devi più parlare con quella ragazza. E' un ordine!" disse con tono autoritario.
"Ma cosa? Perchè mai..?"
"Non c'è altro da dire. Ora riposa!"

Arrivata a casa, cominciai a canticchiare, non vedevo l'ora che arrivasse domani.


 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie di cuore ladystorm94 per la tua stupenda recensione!!! Sei davvero carinissima, mi hai davvero incoraggiato,
e guarda anche se tu fossi la mia unica lettrice se davvero ti può aiutare la continuerei solo per quello!
Ti auguro di stare presto meglio! Grazie ancora! Fammi sapere che ne pensi di questo! Bacio!
*Grazie bella95! Sono molto felice di ricevere le tue recensioni anche in questa ff. Grazie mille! Spero mi dirai ancora che ne pensi!
*Grazie pacci!! ti voglio bene!
 Ringrazio tutti voi che leggete, non siete molti ma spero continuerete a farlo! E se riuscite fatemi sapere che ne pensate!
 Grazieeeee!
 Baci!
  
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