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Autore: Soul Mancini    29/12/2015    3 recensioni
"Camilla, una ragazza angelica.
Generosa, saggia, spigliata, intelligente, allegra.
Una migliore amica, una bella famiglia, voti al di sopra della sufficienza.
Insomma, proprio un tesoro.
Ma, si sa, non è tutto oro ciò che luccica.
Un'estate per cambiare, per trovare se stessa, per capire che la perfezione non esiste."
Ciao! ;)
Premetto che quando, anni fa, ho cominciato a scrivere questa storia, non avrei mai pensato che sarebbe andata a finire così.
Vi spiego da cosa è nata quest'idea: dopo aver letto innumerevoli romanzi e storie, mi sono decisamente stancata di protagonisti simpatici, saggi, mai in torto. Allora mi sono chiesta: "Perché non scrivere una storia dove la protagonista è così insopportabile da non trovare nessun modo per giustificarla?"
Ed ecco cosa ne è venuto fuori. Sarò riuscita nell'intento di farla odiare anche a voi lettori?
Se pensate di conoscere le persone peggiori del pianeta, leggete e cambierete idea! ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Con gli occhi da cerbiatto



Quella mattina uscii presto di casa, cercando di non portarmi appresso i miei problemi. Tutto intorno a me stava crollando e io non sapevo più dove aggrapparmi per non precipitare.

Ti devo chiedere un favore” saltò su Valentina non appena entrai in camera sua.

Okay, di che si tratta?”

Ero curiosa. Quando Valentina prendeva una decisione, ciò significava che ci aveva riflettuto a lungo e che si trattava di qualcosa d'importante.

Okay, ora ti racconto. Ieri sera Charlie mi ha mandato un messaggio: «Sono a pezzi». Io mi sono preoccupata e gli ho scritto: «Che succede?». E lui mi ha risposto: «Stasera Lalla mi ha lasciato». Ti giuro, Cami, sono rimasta a bocca aperta. Comunque gli ho scritto: «Cosa? Perché lo ha fatto?». Abbiamo continuato a parlare e ho cercato giustamente di consolarlo. Ora che è libero vorrei tanto quello che provo per lui ormai da tempo, ma non ho il coraggio di farlo!”

Oddio, Vale! E adesso potrai avere Charlie tutto per te!” esclamai al settimo cielo.

Cami, ho paura! Se mi rifiutasse potrei farmene una ragione, il problema è che sono bloccata e non so come affrontarlo!”

Ma come? È tuo amico, dovresti avere confidenza con lui! Vuoi che arrivi un'altra ragazza a rubartelo?”

Certo che no! Infatti volevo chiederti se saresti disposta a parlarci tu al posto mio. So che di te mi posso fidare, ti prego” mi supplicò.

Cosa?! Ma sei matta? Non puoi mandare una tua amica a parlarci! E poi che figura ci faccio se mi piazzo davanti a lui e gli dico: «Valentina ti ama!»? Insomma...”

Quindi il tuo è un no?” mi interruppe bruscamente.

Beh...”

Per questo puoi prenderti tutto il tempo che vuoi. Prima conoscilo, digli chi sei e poi gli parli di me, no?”

Oh, e va bene! Ma promettimi che la prossima volta sarai tu a parlare con il diretto interessato. Per questioni così delicate non bisogna mai coinvolgere terze persone, è una cosa tra te e lui.”

Va bene Cami, promesso. Grazie!” esclamò entusiasta.

Allora appena sarai guarita lo faremo” le assicurai.

Sì! Grazie, sei un tesoro!”

Risi, contenta. Non vedevo l'ora di fare questo favore a Valentina e renderla felice.


Di sera mi recai di nuovo al parco. Non riuscivo a rimanere a casa col pensiero che magari là fuori ci potessero essere Diego e Ismaele, entrambi arrabbiati con me. Dovevo assolutamente farmi perdonare da loro, non potevo vivere senza averli vicino!

Arrivai alla mia meta convinta di trovare Ismaele, dato che non mancava mai. Invece proprio quel giorno non c'era.

Mi guardai attorno, anche se avevo perso la speranza di trovare qualcuno che mi interessasse... invece Diego era lì, con il suo solito gruppo di amici. Lui non li aveva mai trascurati, neanche quando stavamo insieme; usciva con loro almeno tre volte alla settimana.

Mi avviai al loro tavolo a passo di marcia, non avevo certo paura di affrontarli!

Ciao a tutti. Diego, dovrei parlarti un attimo” esordii.

Una ragazza dai capelli castani e mossi mi osservò, poi disse: “Ciao, tu devi essere la tizia che stava con Die, vero? Com'è che ti chiami? Carla? No, forse era Cleopatra...”.

Tutti i presenti scoppiarono a ridere sghignazzando come scimmie e facendo stupide ipotesi sul mio nome. Insopportabili.

Camilla” li corressi. “Diego, è urgente!”

Lui si alzò controvoglia. “Cosa vuoi, Camilla?” chiese spazientito.

Vieni.”

Lo afferrai per un polso e lo trascinai via. Arrivammo dietro il muro del bar, in modo che nessuno potesse sentire la nostra conversazione.

È inutile quello che stai facendo, non dovresti nemmeno essere qui” disse lui in tono piatto.

No Diego, ora ascoltami, dato che ieri non hai voluto farlo. Hai ragione, ho sbagliato, non ci sono scuse per ciò che ho fatto. Tu sei un tesoro, non te lo meritavi proprio e mi prendo tutte le colpe. Ma l'unico mio desiderio è che tu non mi abbandoni!” spiegai caricando il mio tono di voce di tutta la disperazione che provavo in quel momento.

Mi hai fatto soffrire molto, lo sai?” ribatté.

Lessi l'indecisione nei suoi occhi, forse stavo riuscendo a farmi perdonare! Doveva essere così!

Per favore, Die! Se oggi sono qui è perché ti voglio davvero bene, so che sei arrabbiato, ma ti chiedo solo di darmi un'altra opportunità! Ti assicuro che questa volta non butterò tutto all'aria! Perdonami!” implorai, sbattendo le ciglia come un povero e innocente cerbiatto. Quel metodo funzionava sempre, era capace di addolcire chiunque.

Sembri davvero pentita... va bene, ti do una seconda possibilità. Ma saremo solo amici” sentenziò.

Lanciai un grido di gioia. “Grazie Die, grazie davvero! Ti voglio bene!” esclamai gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte a me.

Lui non si ritrasse, anzi, ricambiò l'abbraccio e scoppiò a ridere.

Mi sei mancata, Cami!” esclamò con gioia.

Anche a me era mancato il suo modo allegro di vivere ogni situazione. Forse la nostra storia d'amore era finita per sempre, ma da quel giorno sarebbe nata un'amicizia capace di resistere a qualsiasi intemperia.

Quella sera andai via dal parco con il cuore colmo di gioia. Ma qualcosa ancora non andava per il verso giusto: dov'era Ismaele?


Chiary, ho bisogno del tuo aiuto!” esclamai facendo irruzione in camera di mia sorella.

Erano passati un paio di giorni da quando avevo fatto pace con Diego e tutto stava andando a gonfie vele tra noi. Io e lui eravamo usciti assieme e ci eravamo divertiti molto, proprio come ai vecchi tempi.

Ero anche andata a trovare Valentina. Doveva stare a casa ancora qualche giorno per via dell'influenza, ma non vedeva l'ora di guarire per rivedere Charlie e permettermi di attuare il nostro piano.

Che c'è?” chiese Chiara, senza distogliere lo sguardo dal suo pc.

Andai a sedermi vicino a lei, sul letto. “Tu hai degli amici di quindici anni, vero?” domandai.

Sì, perché?”

Per caso qualcuno di loro frequenta l'Agrario?”

Sì, Lorenzo e Andrea, perché?”

Perfetto! Puoi chiedere ad entrambi se conoscono Ismaele e se sanno dove abita?”

Ah, ecco dove volevi arrivare! Beh, l'hai baciato e non sai nemmeno il suo cognome! Sei messa male, bella mia!” pontificò mia sorella in tono acido.

Sì, so quello che stai pensando, ma ho bisogno di questo favore!”

Lei fece spallucce. “Va bene, glielo chiedo, ma me ne lavo le mani. Tanto se lo faccio o non lo faccio, non cambia niente: sei lo stesso una cretina.”

Ancora con questa storia?! Non puoi giudicarmi per ogni cosa che faccio, solo perché tu sei una santarellina e ti comporti sempre bene e bla, bla, bla...” protestai, dirigendomi verso la porta.

Entro quel pomeriggio ottenni le informazioni che mi servivano. Ismaele abitava in periferia, in una strada che conoscevo appena.

Verso le cinque e un quarto uscii di casa sotto il caldo sole estivo e attraversai quasi tutto il paese per arrivare a destinazione. Parte della strada in cui abitava Ismaele era sterrata, e dovetti evitare di inciampare sui numerosi sassi e rompermi l'osso del collo.

Arrivai davanti a una casa circondata da una fitta vegetazione, dall'aspetto piuttosto malinconico e austero. Controllai il numero civico: quattordici. Era l'abitazione giusta.

Bussai alla porta con mano tremante. Quel luogo non mi trasmetteva molta tranquillità, neanche il bosco che la sovrastava al lato opposto aveva un aspetto rassicurante.

Ad aprire la porta fu Rosemary.

Ciao Mary, ti ricordi di me?” esordii.

Certo che mi ricordo, tu sei Camilla, l'angelo di Mae!”

Risi. “Tuo fratello è in casa?”

Sì, adesso vado a chiamarlo!” Detto questo, scomparve e io rimasi ad attendere sulla soglia.

Dopo pochi secondi, Ismaele si materializzò di fronte a me. I raggi del sole facevano brillare la sua enorme massa di boccoli ramati.

Ciao, Ismaele” lo salutai con un sorrisetto imbarazzato.

Lui fece un cenno con il capo e uscì di casa, dirigendosi verso il boschetto.

Io lo seguii in silenzio.

Arrivammo presso una rudimentale panchina di pietra e legno situata in mezzo agli alberi e ci sedemmo.

Ora puoi parlare” disse.

È questo il bosco dove vieni di solito?”

Lui annuì distrattamente.

Mae, se sono venuta qui... è perché voglio chiederti scusa. Non è giusto quello che ho fatto a Diego, mi rendo conto di essere stata pessima. Ma con lui è tutto risolto, siamo tornati amici. Ma se ho fatto quel che ho fatto, l'altro giorno al parco, non era certo per ferirti, anzi, era ciò che volevo. La lontananza da te in questi giorni mi ha fatto davvero soffrire, mi sono accorta che tu... beh... mi piaci molto...”

Io non voglio far soffrire nessuno, mi dispiace davvero molto per Diego. Odio essere la causa di tanti problemi, semplicemente mi ha dato fastidio che tu non mi abbia parlato di lui e della vostra relazione.”

Ti prego Mae, non te ne devi più preoccupare, è tutto finito con Diego, noi due possiamo essere felici insieme. Quest'esperienza mi ha cambiato e ti assicuro che mi sono pentita.”

Utilizzai il metodo degli occhioni dolci anche con lui. Dovevo assolutamente riconquistarlo, mi piaceva troppo e la sola idea di non averlo accanto mi faceva impazzire. Lo avevo notato già da quando stavo con Diego, non potevo più lasciarmelo scappare! Sì, forse avevo tradito Diego, ma non ero certo andata a letto con un altro come facevano molte ragazze della mia età! Era stato un innocente bacio quello tra me e Ismaele, del resto non mi sembrava di aver fatto qualcosa di così grave. Ismaele mi piaceva davvero e prima o poi lo avrei detto a Diego, senza che quella strega di Nadia intervenisse e rovinasse tutto. Non la sopportavo proprio.

Pian piano qualcosa negli occhi di Ismaele si stava accendendo. Vedevo la mia seconda possibilità prendere forma davanti a me, sapevo che ce l'avrei fatta anche quella volta.

Prima che potessi anche solo accorgermene, mi attirò a sé e mi baciò con trasporto.

Il mondo non mi era mai sembrato così bello come in quel momento. Tutto quel che volevo era al mio fianco.

Questo sarebbe un sì?” gli chiesi con un enorme sorriso sulle labbra.

Non lo so, tu che dici? Si potrebbe scambiare per un no?” ribatté lui ricambiando il sorriso.

Lo strinsi forte a me e posai la testa sulla sua spalla.

Restammo tanto tempo insieme, nel bosco. Non avrei mai voluto separarmi da lui e da quel luogo così bello da sembrare incantato.

Ismaele mi spiegò che per arrivare nel bosco c'era anche un'altra strada: bisognava raggiungere un vicolo cieco poco distante da casa mia, scavalcare la staccionata che lo delimitava e camminare per un po'.

Mi portò ad esplorare i dintorni: la distesa di alberi non era molto grande, al centro si trovava una vecchia capanna di legno abbandonata e l'altro ingresso era dalla parte opposta rispetto alla casa di Ismaele.

Eppure, se attraverso il paese a piedi, devo fare il doppio della strada per arrivare a casa. Non avrei mai creduto che abitassimo così vicini!” esclamai stupita.

Alle otto dovevo tornare a casa, volevo passare dal bosco, ma Ismaele mi consigliò di non farlo perché non lo conoscevo abbastanza bene e mi sarei potuta perdere.

Gli chiesi il numero di telefono e gli diedi il mio.

Quel giorno andai a letto con il sorriso stampato sulle labbra. Tutto si stava pian piano risolvendo.

   
 
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