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Autore: Variabile    10/03/2009    5 recensioni
Herleve è una ragazza normale la cui vita viene completamente stravolta dal ritrovamento di uno specchio. Uno specchio molto, molto particolare. Perchè riflette tutta la stanza, ma non l'uomo che vi ci si specchia.
E cosa desidera di più un vampiro, se non uno specchio che svela la sua immagine, ma non solo? Ad Herleve si apre un mondo nuovo, parallelo e perfettamente incastrato con quello comune, fatto di vecchie leggende. Uno specchio che riflette la stanza, gli oggetti, ma non le persone che vi ci si specchiano.
Ma i vampiri, quelli si che li riflette. Chi volesse AUMENTARE il carattere di scrittura, può farlo schiacciando CTRL + la rotellina del mouse in avanti!
STORIA TERMINATA: ULTIMO CAPITOLO AGGIUNTO!
Genere: Romantico, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12 Capitolo Tredicesimo.
E' un poco triste che questa storia termini con questo capitolo, mi fa sorridere perchè il tredici è un numero che mi è sempre piaciuto. Porre la parola "Fine" è difficile per tutti, per ogni cosa. La parola "fine" viene sprecata da tutti, effettivamente ogni cosa noi vorremmo durasse in eterno. E' una parola che chi scrive storie e racconti come me, ama ed odia.
Abbiate pietà di questo finale, vi porgo l'ultima ammenda.
Ringrazio chi con questa storia è stato rapito da quest'universo parallelo, chi come me ha sognato i miei personaggi, chi ha riso delle vicende, chi ha pianto.

Grazie, a tutti.


Ed il preludio terminò in fretta. Demetrio era a terra, la schiena contro una betulla, la quale fletteva paurosamente. Udii delle grida, anche mie, ma mi sembrava di essere così lontana dalla vicenda. Non era facile uccidere i vampiri, per gli umani, ma quando si avevano armi pari era tutto più semplice e veloce.
L'immortale protese le mani illuminate dalla luce lunare, con rabbia, allontanando l'altro nosferatu.
Alistair l'aveva morso sul braccio. Mai l'avrei immaginato così violento. Eppure l'odio cieco porta a fare cose incredibili agli occhi dei più. Sembrava voregli strappare l'arto, e questi si divincolava impotente. Mi chiesi come mai nessuno intervenisse, eppure... Eppure era come se fossimo inchiodati al suolo, comentificati alla neve, come se fossimo morti. I suoi compagni avrebbero voluto salvarlo, sicuramente.
Tempo di riscuotersi da quel terribile incubo, tempo di udire il rumore di qualcosa che cede e si spezza, come il ramo di un albero, che tutto era finito. Cercai di non osservare il macabro spettacolo di cui tutti eravamo stati autori. Con un ultimo grido, di paura, di rabbia, di odio, Alistair aveva portato all'Oltretomba il nemico. La cui unica pena era stata di amare la donna sbagliata.
-Tu!- udii una voce angelica, la stessa che avevo udito poco prima. -Tu! Cos'hai fatto! Demetrio, oh... l'amor mio!- Fu allora che tutto si sbloccò.
Persefone, si mosse in fretta contro Alistair, in cui aiuto venne Edric. Presto anche Astianatte si schierò contro di noi, e Olaf era al mio fianco, come promesso. Eravamo superiori, numericamente parlando. Persefone però era forte, e mossa dall'amore e dall'odio.
Olaf ed Astianatte combattevano già, saltando da un ramo all'altro delle esili betulle, gridando e spingendosi. In attesa del minimo errore dell'altro.
D'un tratto, più per fortuna che per bravura, Astianatte cadde. Cadde al suolo, fra la neve. Mi ricordo le grida: herleve, attaccalo, uccidilo prima che si alzi di nuovo! uccidilo finchè è per terra! uccidilo! 
Obbedii. Quando si avevano armi pari, tutto era più semplice e più veloce, no?
Di quel finale combattimento, io ne serbo ancora il ricordo. Ricordo la neve bianca, le grida, i colpi, la paura. Mi ricordo Alistair ed Edric, il mio amore, in seria difficoltà.
Perchè, alla fine, c'era un problema. Non puoi uccidere ciò che ami, anche se molti sostengono il contrario. Se ami veramente una persona, alzare un solo dito contro la stessa è per te una cosa estranea e aberrante. Alistair non poteva combattere contro Persefone. Non contro la donna che aveva amato tutta la sua vita immortale, che aveva sognato. Era impotente.
Fu Edric a salvare il biondo nosferato da morte certa. Era un duello mortale, una danza magica e terribile. Uno spettacolo contorto e perfetto. I colpi si assecondavano uno dopo l'altro, fra i corpi esanimi di Astianatte e Demetrio, fra gli alberi. Clangori metallici, grida, frasche che cadevano al suolo e atterravano fra la morbida neve. Chiusi gli occhi piena di terrore, poco prima che il mio amore colpisse definitivamente Persefone.
Tutto questo per uno specchio. Tutto questo per leggere nella propia anima.
Le voci di Alistair ed Olaf che invocavano aiuto, che invocavano il mio nome, era flebili e lontane. Fu la voce di Edric a riscuotermi dal tepore. Era una voce roca e malata. Con due o tre passi veloci mi avvicinai all'albino.
Perchè non era morto. Non era mai stato morto, non ancora. I vampiri possono piangere? Dopo tutto questo tempo ( un battito di ciglia, per un immortale, dice ancora Alistair... ) me lo chiedo ancora. Non credo sia possibile, io sarei annegata in quel mare di lacrime. Mi ci sarei fatta cullare, mi sarei affogati di mia spontanea volontà. I suoi occhi cremisi, i suoi bellissimi occhi vermiglio erano opachi. Avvicinai le mie labbra alle sue, con foga e disperazione. Mi scostai quando lui accennò a voler parlare. E' strana la morte di una creatura immortale.
-Herleve...- sussurrò, come aveva fatto tante volte, ma questa volta il tono della sua voce era strano. Questa volta si stava spegnendo.
-Herleve, io non sò se esista qualcuno lassù. Non ne sono sicuro, ma credo di sì. Lui mi ha fatto rincontrare te, il più bel dono che potesse farmi, davvero.-
Gli strinsi le mani, non volevo dicesse quelle cose. Non volevo che se ne andasse. -Ti prego, Herleve... Prega per la mia anima. Prega per me, non voglio morire e sprofondare nell'oscurità...- La sua voce era lamentosa, come quella di un bambino assonnato che prega il genitore di lasciare accesa la luce finchè non si addormenta. -...Io ti amo, io...-
Non tossì, non si dimenò. Non gli mancava il respiro, era una così troppo umana. Si spense e basta, con dignità, in silenzio. Ripensai alla prima volta che lo avevo visto, in camera mia.
E' strana la morte di una creatura immortale. E' strana la morte della persona che si ama.
Fa male, fa malissimo, è un dolore che ti mozza il respiro.
Percepii le braccia di qualcuno, cingermi affettuosamente le spalle.
Sciolsi una preghiera istintiva, diversa da quelle che mi avevano insegnato, per la sua anima, per i suoi errori. Era tanto che non pregavo ( più di un battito di ciglia, Alistair... ).
Aprii gli occhi leggermente. Non potevo credere a ciò che vedevo. Lui era luce.
Dopo anni di cammino nell'oscurità lui era la luce che brillava nella notte.
Una lacrima, una sola e sorprendentemente, rigò il mio viso.
Mi alzai in piedi, piena di sconcerto.
Olaf era stupito, ma triste. Aveva perduto il suo allievo. E Alistair aveva perduto il suo amico, e la donna che amanva.
Perchè alla fine, anche il buono perde. Perchè non esistono ne vincitori ne vinti, e solo tre erano sopravvissuti.
-Non è giusto!- gridai io.
Alistair mi abbracciò, cercando di calmarmi. Strinsi i pungi, urlando nella notte, senza pensare che anche lui soffriva come me. -Non è giusto! Maledizione!-
-Lo sò...- mormorò con dolcezza al mio orecchio, cercando di placare quei soghiozzi senza lacrime che riempirono l'aria.
-Non è così che doveva finire! Dov'è il "per sempre felici e contenti"?-
-Non esiste, non per sempre...-
-Anche i vampiri non esistono, allora!-
-Allora nè tu nè io, nè Olaf, nè Edric siamo mai esistiti...- le sue parole servivano a poco, ma le apprezzavo.
Olaf ci guardava melanconico e preccupato. Si sarebbe occupato lui di tutto, poi.
-Andiamo...- mi disse tutto d'un fiato il biondo.
-Si, andiamo.-




Fine.

***
Ho finito. Forse non vi aspettavate un finale simile, posso capirlo... Ma abbiate pietà con le recensioni... Ecco, non scrivetemi che sono un mostro senza cuore o giù di lì, capito?
E' un finale giusto, senza ne vincitori ne vinti. Triste, certo.
Spero vi sia piaciuto, dopotutto.

Variabile.

  
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