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Autore: deborahdonato4    31/12/2015    2 recensioni
Nico di Angelo ha appena capito i suoi sentimenti nei confronti del solare Will Solace. Quando finalmente possono passare del tempo insieme, per conoscersi meglio... Arrivano gli altri spasimanti di Nico, per nulla felici di vederlo con Will.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason/Nico, Nico di Angelo, Nico/Will, Percy/Nico, Will Solace
Note: OOC | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Cupido era seduto sul ramo di un albero quando vide spuntare il figlio di Ade. Per qualche secondo, Cupido lo osservò divertito, poi scese, atterrando agilmente di fronte all'altro.

Nico arretrò di un passo, pronto al combattimento.

«Noto con piacere che ti sei liberato di Solace.» disse Cupido, ridacchiando. «Deve essere stato paralizzante, per lui, vederti andar via.»

Nico sibilò tra i denti stringendo l'elsa del Ferro.

«Calmo, calmo.» sorrise Cupido, e Nico si chiese se avrebbe potuto ucciderlo nei panni di Jason. Ma era un dio, quello stupido del dio dell'amore. «Non intendo combattere contro di te.»

«Ma io sì.» sbuffò Nico. Attaccò il dio, che per la sorpresa fece un passo indietro, alzando le mani e bloccando il futuro colpo della spada.

«Combatti contro l'Amore, di Angelo?» chiese il dio, curioso. «Posso estrarre diversi significati da questo.»

«L'unico significato che devi cogliere è che mi stai sul culo, quindi è meglio se mi stai alla larga. Preferisco tua madre.»

Nico si buttò di nuovo contro di lui, e Cupido fece comparire una spada bianca. Si difese dall'attacco di Nico, arretrando per via della forza dei colpi dell'altro.

«Lo sai che non puoi uccidermi, vero?» domandò Cupido, parando una finta e restando in posizione di difesa.

«Ferirti mi farà stare meglio.» disse Nico, serio, tornando all'attacco.


Nei successivi cinque minuti, Cupido si difese dagli attacchi continui di Nico, senza abbassare mai la guardia. Il figlio di Ade non sembrava volersi fermare, e il dio ne rimase stupito. Ade glielo aveva detto, suo figlio non era un tipo che demordeva facilmente.

Cupido sibilò. Aveva perso la concentrazione, e aveva lasciato che l'altro lo ferisse sulla spalla.

Sul volto di Nico comparve un sorrisetto. «Vedo il tuo icore.»

«Vedo dei denti saltati se non stai zitto.» sbuffò Cupido, e fece comparire le frecce, scagliandole tutte insieme contro Nico.

Il figlio di Ade fece un passo indietro, stringendo forte l'elsa della spada. Si mosse veloce, colpendole tutte e spezzandole a metà prima che potessero sfiorarlo.

Ansante, Nico si voltò verso Cupido. Il dio dell'amore lo stava guardando a debita distanza, con la fronte aggrottata.

«Cosa devo fare per farmi lasciare in pace da te?!» urlò Nico.

Cupido gli scagliò contro un'altra dozzina di frecce, e Nico le spezzò tutte. E spezzò anche quelle che il dio gli spedì dopo. E quelle dopo ancora.


Nico lasciò cadere il Ferro, esausto. Cadde a terra in ginocchio, cercando di riprendere le forze. Una freccia lo colpì alla spalla, e Nico chiuse gli occhi per il dolore. Non aveva nemmeno la forza per urlare.

«Nico di Angelo.» disse Cupido, avvicinandosi a lui, e un'altra freccia gli penetrò nello stomaco. «Mi hai sorpreso.»

Nico alzò gli occhi su di lui, mentre il dolore allo stomaco si faceva più forte. Fu tentato di prendere il Ferro e colpirlo nuovamente, ma non aveva energia.

Il dio si inginocchiò di fronte a lui. Nico chiuse gli occhi. Non voleva vederlo.

«Ora che farai, mi ucciderai?» domandò Nico, frustrato.

«Immagino che ti dispiaccia, morire. Raggiungere gli Inferi di tuo padre per un'altra strada.»

«Accetto la morte.» disse Nico, e il dio aggrottò la fronte. «Ma devi lasciare in pace Will.»

«E perché?»

«Perché non si merita che un dio come te gli giri intorno. Lasciagli vivere la sua vita in pace. Lascialo felice.»

«Ma se tu muori lui non sarà felice.»

«Capirà. L'ho fatto per lui.»

Cupido fece una smorfia. «Perché, Nico? Perché ti lasci uccidere per lui? Lo ami?»

Nico strinse i pugni, mentre il calore nel suo petto prendeva forma. «Sì, lo amo.» ammise.

«Ma non lo ricordi. Come fai ad amarlo?»

«Questo dovresti spiegarmelo tu, no?»

Nico alzò una mano tremante e si strappò una freccia. Poi l'altra. Non voleva che Will vedesse il suo corpo ricoperto di frecce. Si sentì assalire da un attacco di nausea, e il suo istinto fu quello di vomitare addosso al dio. Ben gli stava.

«Lo ami.» ripeté Cupido. «Ma l'unica cosa che ricordi di lui è la mezza giornata di oggi.»

«Già.»

«Lo ami perché credi che sia giusto così? Infondo lui ha detto di amarti. E il suo amore è il più puro che io abbia mai visto. Vuoi ricambiare i suoi sentimenti perché pensi sia la cosa migliore?»

Nico rimase in silenzio per qualche secondo, a riflettere. Poi strinse la mano attorno alla freccia e la conficcò nel collo del dio. Sapeva che non l'avrebbe ucciso, ma gli avrebbe fatto vivere la morte in modo diverso.

Il dio lanciò un grido, più per lo stupore che per il dolore, e un flutto di icore si riversò dalla ferita.

«Lo amo!» esclamò Nico, lasciando la presa sulla freccia, e sdraiandosi a terra. Il dolore alle spalle non era nulla in confronto al dolore allo stomaco. «Lo amo, e so che non si può amare una persona dopo una mezza giornata, ma è così. Lo amo nel modo stupido in cui può amare un ragazzino della mia età. Lo amo... e tu dovresti saperlo.»

«Lo so, bastardo.» annuì il dio, togliendosi la freccia dal collo e massaggiandosi la ferita. «Ma volevo che ti sentisse.»

Nico si chiese di chi stesse parlando quando sentì dei rumore di piedi sulla strada. Si mise seduto, sentendo un forte dolore allo stomaco. Posò una mano sulla ferita, sentendo il suo sangue caldo abbandonarlo.

«Nico.»

Il figlio di Ade alzò gli occhi sul biondino. Il volto di Will era una maschera di dolore. Si inginocchiò accanto a lui, e gli prese la mano sporca di sangue.

«Dovevi restare con me.» singhiozzò Will, stringendogli forte la mano e controllandogli la ferita allo stomaco.

«No, Will. Lui... lui avrebbe ucciso te.»

«Lo avrei preferito.»

Nico gli tenne stretta la mano tra la sua. Non aveva molta forza di parlare, o di muoversi, e guardò le lacrime calde che dal volto di Will scivolavano fino a lui.

«Will...» mormorò Nico, e l'altro lo zittì.

«No, risparmia il fiato.» Will si voltò verso il dio, che si stava pulendo l'icore dalle mani. «TU! Restituiscimi i miei poteri! Posso salvarlo!»

Il dio lo ignorò, occupato com'era a strofinare via l'icore dalla giacca.

Will si tolse la maglia e tamponò la ferita dell'altro. Nico pensò che fosse tutto inutile, ma lo lasciò fare. Will avrebbe sofferto di più nel sapere che non poteva fare nulla.

Lo guardò mentre gli posava entrambe le mani sulla ferita, e cominciava a mormorare un incantesimo. Nico notò che le mani del figlio di Apollo non si stavano illuminando. Era senza potere.

«Will, lasciami... morire...» mormorò Nico, cercando di prendere la sua mano.

«No, non ti lascio morire.» disse Will. Con le guance rigate da lacrime Nico notò quanto fosse carino, adorabile. Ma senza le lacrime e gli occhi gonfi, e con un bel sorriso, lo era di più.

«Dimenticami.» sussurrò Nico, stringendogli la mano. «Will...»

Un'onda di energia scaturì dalle mani di Will, e Nico sobbalzò. Will lanciò un grido trionfante e urlò l'incantesimo in greco. Nico lo guardò sorpreso, senza parole... e risentì la vita scorrere nelle sue vene.

«Non ti dimentico!» urlò Will, mentre un sorriso luminoso quanto le sue mani gli compariva in volto. «Non ti posso dimenticare, io ti amo!»

Nico si rimise seduto. La ferita allo stomaco era guarita. Si voltò verso Will, sconvolto, lasciandosi stringere dal suo abbraccio con un braccio solo.

«Come..?» mormorò Nico. Le domande erano tante, e non seppe da quale cominciare.

Will lo stritolò nell'abbraccio, poi gli prese il volto e lo baciò. Nico ricambiò con energia ed entusiasmo.

«Quando mi sono svegliato non ero più paralizzato.» disse Will, separandosi dalle sue labbra di qualche centimetro. Nico gli asciugò le guance. «E mi sono messo a cercarti. E ti ho trovato qui. Non scappare più da me.»

«Mai più.» Nico sorrise e riprese a baciarlo. Will lo attirò contro di sé, le mani bollenti.

I ricordi di Nico tornarono tutti insieme, come un'esplosione, come i poteri guaritivi di Will, e si lasciò scappare un gemito nella bocca del biondo. Appoggiò la fronte alla sua spalla, mentre tutto tornava al suo posto.


Percy, Leo e Jason erano entrati nella cabina di Ade. Avevano portavo via Will, e legato lui al letto. Poi, a turno, avevano usato il suo corpo come se fosse un giocattolo... tranne Leo, inizialmente. Con Leo era stato un vero idiota, ma chissà come sarebbero andate le cose se non lo avesse fatto.

Nico si asciugò le guance. Aveva iniziato a piangere senza rendersene conto. Il dolore lo assalì, percepiva le loro mani sul suo corpo, le loro labbra su di lui, nonostante tutto il tempo passato.

«Nico...» mormorò Will, stringendolo.

Il figlio di Ade chiuse di nuovo gli occhi. Ora ricordava anche di aver preso delle pillole, e di essersi svegliato in compagnia di quei tre. Non ricordava chi fosse Will, e a questo strinse il ragazzo con più forza. Percy e la spiaggia, Jason e la cabina, Jason che colpiva l'altro biondo con un fulmine...

«Will, non voglio più dimenticarmi di te.» mormorò Nico, aprendo gli occhi e mettendo a fuoco con fatica il volto del discendente di Apollo. «Non voglio più perderti. Ti amo.»

«Nico, non lo voglio nemmeno io.» Will gli accarezzò i capelli, ignorando le lacrime. «Non dimentichiamoci a vicenda, okay?»

Nico annuì, asciugandosi le guance, e riprese a baciarlo. Era tornato anche il suo potere.


«Ma io non ho ancora finito!»

Nico e Will si voltarono di scatto verso il dio. Entrambi provarono l'impulso di proteggere l'altro, e alzarono le mani di fronte a sé nello stesso momento. Da una parte c'era la luce, dall'altra le tenebre.

«Hai finito, invece.»

Nico riconobbe quella voce. Battendo le palpebre, cacciando via il resto delle lacrime, Nico riconobbe tre figure di fronte a lui. Cupido, nelle vesti di Jason, ma grandi ali bianche spuntavano dalla sua schiena; un ragazzo che assomigliava molto a Will, ma molto più alto; e un uomo vestito di pelle nera. Gli ultimi due erano piuttosto furiosi.

«Non ti lasceremo di nuovo giocare con i nostri figli come se fossero dei pupazzi.» ringhiò il ragazzo, e Will lo fissò a bocca aperta.

«Cosa..?» mormorò Nico a Will, che scosse la testa.

«Ma...» disse Cupido, ma gli altri due lo interruppero.

«Ti rendi conto di quello che hai fatto passare a Nico?!» urlò Ade, e la terra tremò sotto i loro piedi. Una decina di scheletri comparve attorno a Will e Nico, e Nico capì che avrebbero fatto loro da scudo.

«O quello che ha passato Willy?» gridò Apollo. Teneva un arco fatto di luce nella mano, e sembrava pronto ad usarlo contro Cupido. «Gli hai fatto passare le pene dell'Inferno! Scusa, Ade.»

«No, Apollo. Io non farei mai passare cose del genere nemmeno negli Inferi.» sibilò Ade. «Ho una coscienza.»

«Anch'io ho una coscienza.» sbuffò Cupido, facendo un passo indietro, scoccando occhiatacce all'arco e agli scheletri. «E volevo assicurarmi che quei due si amassero veramente!»

«Perché non ci assicuriamo che ti piacciano le frecce?» disse Apollo, puntando l'arco contro di lui. «Perché sono sicuro che non sia così.»

Cupido arretrò di un altro paio di passi, ma prima che Apollo potesse scoccare la freccia Ade tossicchiò.

«Ci stanno guardando.» borbottò.

I tre Dei si voltarono verso Nico e Will, stretti l'uno all'altro, con le espressioni sorprese e impaurite.

«Ah, giusto.» annuì Apollo, abbassando l'arco. «Magari prima facciamo questo...»

Apollo schioccò le dita, e Nico e Will crollarono uno addosso all'altro, addormentati.

 

Buon anno nuovooo :) <3

   
 
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