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Autore: LightSnow    01/01/2016    2 recensioni
Quanti di voi odiano i Promessi Sposi? *Le mani alzate si stagliano fino all' orizzonte* Ok, ok... Domani mi interrogheranno su questi, e oggi, finiti i riassunti, mi sono chiesta come sarebbe questo romanzo nell' universo di One Piece! Tutti li abbiamo fatti o li stiamo per fare a scuola, e sappiamo tutti come va a finire...però taglierò tutte le parti troppo noiose, l'arricchirò con avventura e comicità, e vediamo se riusciamo a trasformare una storia odiata dalla maggior parte di voi in qualcosa di leggibile XD.
P.S. : l' aggiornamento sarà discontinuo,perchè prima voglio finire Doctor Sonrisa!
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Portuguese D. Ace, Tashiji, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Promessi Sposi cap 3 Capitolo 3

Il nostro caro e pacifico Acenzo arrivò come un tornado di fuoco a casa di Tashigicia.
Questa era tutta addobbata per la gran festa: c' era un gran banchetto già preparato con posate e piatti abbastanza capienti da contenere l' abbondante e gustosa carne di cappone, che sarebbe stata servita con un ricco contorno a base di spezie e patate.
Attorno alla piccola casa pendevano nastri lucidi di vari colori che davano un' aria gioiosa e allegra alla festa che sarebbe stata l' alba del loro matrimonio.
E sì, Tashigicia e sua madre erano molto povere, ma tutti gli invitati che erano presenti avevano donato un soldo per organizzare tutto ciò.
A proposito di quelle due...
Acenzo le fece chiamare, e presto le due donne arrivarono.
Bonneygnese, la madre di Tashigicia, era vestita con quattro stracci che a malapena coprivano il suo tonico corpo, che era rimasto inalterato anche dopo il parto: vestiti che ben si addicevano alla sua personalità sbrigativa e a tratti scorbutica. A differenza di Namipetua, che si vestiva praticamente solo con l' intimo per ragioni che tutti immaginiamo, Bonneygnese non metteva vestiti lunghi perchè le causavano prurito e non riusciva a muoversi bene. Tashigicia invece era vestita con un abito semplice e delicato, un po' come lei, nel suo giorno speciale.

< Alleluia Acenzo è arrivato! Allora non dobbiamo andare a prenderlo con la carrozza! > Lo canzonò quella simpaticona di  Bonneygnese
< Andiamo, mamma, non dire così! L' importante è che sia qui e che adesso possiamo dare il via al matrimonio! > Sorrise Tashigicia con sguardo sognante.
< Lo rimandiamo. >
< Eh? >
< L-O--R-I-M-A-N-D-I-A-M-O >
< Ma... perchè? >
< Ah non lo so, dimmelo tu perchè lo rimandiamo, così puoi stare con quel tuo amante che ha una bruschetta al posto dei capelli... > Acenzo parlò con un' aspra nota di stizza, che si sentì soprattutto nell' ultima frase.
Pensava seriamente che la candida donna che amava lo avesse spudoratamente tradito con quell' uomo, che con quel patrimonio a 6 cifre che si ritrovava e al suo potere incontrollato, poteva far cadere ai suoi piedi chiunque. Qualunque donna. Si diceva che persino una suora lo avesse pregato di sposarla.
E lui, povero diavolo filatore, che poteva fare?

< Acenzo... prima di incontrarci mi è capitata una cosa. Qualcosa che non ti ho ancora rivelato.>
Qualche mese prima del loro  incontro,Tashigicia stava uscendo dalla filanderia con un pesante cesto di vestiti da lavare, insieme alle sue compagne.
Ma non sapeva di essere seguita da un uomo massiccio e robusto, di grande altezza, i cui i vigorosi muscoli ben riempivano il gran petto, lucidi, quasi cristallini, grazie al colore avorio della sua carnagione. Salendo con lo sguardo, l' occhio era colpito da un uragano ardente di capelli rossi, che quasi come fiamme al vento si sparpagliavano ribelli sul suo capo. Ma a metà strada tra corpo e capelli c' era il viso. Tappa che molti occhi saltavano, perchè non osavano fronteggiare uno sguardo tale. Uno sguardo animale, sanguinario, aggressivo come pochi, le cui iridi color ambra erano i boia. Se il naso mostrava una frattura, prova che qualcuno gli si fosse ribellato contro, il sorriso dava la conferma che quel tale se n' era pentito amaramente.Un sorriso che invece di mostrare i denti mostrava le fauci, contornato da due labbra eccessivamente rosse, forse a dimostrazione che anche parlando poteva far sanguinare il sangue rosso come le sue labbra. Kiddrigo trasudava virilità da tutti i pori.

Ma, al contrario di quanto si pensi, anche a questo genere di persona piaceva divertirsi, in particolare se era in compagnia del suo migliore amico, nonchè cugino, Killerilio.

Kiddrigo e Killerilio stavano camminando, parlando come due lords di Cambridge, ovvero facendo a gara su chi avesse visto il culo femminile più bello ( cosa ardua da determinare visto i vestiti dell' epoca), quando si ritrovarono dietro a un gruppo di ragazze che stavano portando pesanti cesti di vestiti da lavare.
Killerilio, chiamato er pannocchia per i suoi folti e fluenti capelli color miele lunghi fino al ginocchio, decise di divertirsi un po'.

< Oi, Kiddrigo, che ne dici di mostrarmi se sei così arrapante per le donne ? >
< Tsk, quelle là? Sono tutte santarelline coperte, non mi attizzano. >
< Credo ti interesserebbero invece, se una di loro ti facesse vincere una scommessa >
< Quale scommessa?! >
< Quella che abbiamo appena fatto: scommetto che non riuscirai a portarne a letto anche solo una di quelle lì entro l' 11 novembre >
E stavolta le iridi di Kiddrigo furono scosse da un sussulto, perchè adesso c' era in ballo il suo orgoglio: una delle poche cose di cui gli importava veramente.

Guardò le ragazze una ad una, le scrutò, le osservò bene e le squadrò.
Eppure  no. Non era ancora riuscito a scegliere la sua preda.
Eustass Kiddrigo assomigliava più a un giaguaro selvatico concentrato su quel gruppo di ragazze che ad un uomo, per l' attenzione e la concentrazione che gli stava dedicando.
La sua 'gazzella' ideale doveva essere sì una ragazza debole in confronto a lui, ma neanche indifesa: infondo, il gusto della caccia è inseguire una preda sfuggente e veloce,  ma che sa difendersi, per poi assaporarsela meglio come conquista quando l' avrebbe presa e sbranata.

Quindi, decise di agire.
Piombò sul gruppo di ragazze come un animale selvaggio, pronto ad aprire le proprie fauci, le ragazze impietrite per lo spavento non riuscirono a fare un passo, si coprirono gli occhi con le mani, con le braccia, urlarono terrorizzate, sbiancate alla vista di un uomo temibile e terribile che stava incombendo famelico su di loro indifese e vulnerabili



quando una scia argentea si parò di fronte a Kiddrigo, accecandolo.


Sentì la guancia sinistra bagnata del suo sangue.

Una di quelle donnicciole aveva OSATO ferirlo.
Quando la sua vista tornò, vide una giovane femmina con i denti digrignati e gli occhi ostili:
< Ecco la mia gazzella >




< Di' un po', sai chi sono io? >
< Uno stordito megalomane che fa quello che gli pare senza badare alle conseguenze >

...
< TU... >
Le prese entrambe le mani
< ... E' MEGLIO PER TE... >
La sollevò in aria
< ... SE NON SFIDI LA MIA PAZIENZA... >
Premette il dito sul tendine del suo polso, fino a farle cadere l' arma
< ... OPPURE... >
Il viso della ragazza era ormai a un soffio dal suo, ormai poteva sentire il calore della sua pelle
< ... NON ESITERO' A STACCARTI LA GOLA A MORSI >
Al suono di quelle parole il corpo della ragazza si ghiacciò istantaneamente. Aveva davanti QUEGLI occhi, QUEL sorriso. Il suo sguardo era brutale, brutalmente rude. Le iridi, se si posavano su di te, ti scioglievano nell' acido. E il suo sorriso abominevole, sadico, no, non era un sorriso, era un ghigno spudorato, infernale.
Tutto questo attraversò la mente della ragazza mentre era costretta dalle braccia del rosso a guardarlo, a guardare un tale mostro.

Ottenuto l' effetto desiderato, Kiddrigo la lasciò andare.
La ragazza cadde a terra, trattenendo a stento le lacrime, sentendosi il volto avvampare sempre più per la tensione di prima.

< Non sapevo che anche le contadinelle avessero delle armi >
< Ridammela! >
< Armi? Quella spada scheggiata si può a malapena usare per tagliare il grano >
Killerilio, prima stupito perchè persino lei possedeva armi, iniziò a osservare con più cura la spada, o almeno ci provava visto che il suo viso era nascosto da una maschera.
< 'Tashigicia' >
< Eh? >
< E' il nome scritto sulla spada. Dev' essere della proprietaria, oppure l' ha rubata >
< Io non mi permetterei mai di rubare nulla! >
< E così possiedi un' arma, eh?
Sarebbe un vero peccato se il padrone per cui lavori dovesse venire a saperlo... > propose Kiddrigo con voce melliflua
< Già, di sicuro ti accuserà di vandalismo e ti licenzierà... e con la carestia che c' è, se sei a corto di denaro e cibo sei una donna morta. >
< Tsk... >
Tashigicia digrignò i denti. Sapeva anche lei che avevano ragione. Cazzo.
< Percui, visto che mi stai simpatica e adoro le donne di carattere...
ti propongo un patto: tu vieni a letto con me senza fare storie, mentre io non dirò una parola sulla tua spada. E se quelle oche da giardino > indicò il gruppo di ragazze
< dovessero cantare, hai la mia parola che le spazzerò via seduta stante. >
Beh, sull' ultima frase non c' erano dubbi.

' Non posso dargliela vinta. Non così. Non può obbligarmi a fare una cosa del genere. E' soltanto uno schifoso criminale arrogante e pieno di sè. Dargliela vinta significherebbe solo aumentare il suo ego.
Però... però hanno ragione, diamine. Se vengo licenziata per me è finita. Inoltre... anche se non l' ha detto, è probabile che faccia del male alle mie compagne per ottenere il mio sì '

Strinse le mani in pugni

' Quindi '

Alzò il volto, con lo sguardo più determinato che mai

< RAGAZZE, FUGGITE! >
Urlò, mentre spingeva quella massa di fanciulle nel bosco, lo faceva in fretta e furia, doveva metterle in salvo, almeno loro, non dovevano pagare per lei !
 < UAAAHHH!!!>
< NON SPINGERE!! >
< AHIA! >
< NON C' E' TEMPO, MUOVETEVIII!!!!! >
< CORRETE RAGA!!! >
< NEL BOSCO, VELOCII!! >
< FORSE CI INSEGUONO, SVELTEEE!!! >
Le ragazze stavano disperatamente fuggendo nel bosco, dove almeno lì sarebbero state al sicuro
< E ora a noi, Kiddrigo! >
I due uomini si avvicinarono a lei, la misero le spalle al muro, impedendole di scappare, coprendo il sole talmente erano alti
< Sei soltanto uno sporco criminale, e io non ho intenzione di sottostare a un uomo del genere!
Fai quello che vuoi, manda pure la spada al mio padrone, non m' interessa!
Io me la saprò cavare, la mia vera condanna è accettare uno squallido patto con un idiota arrogante come te!!! >
Gridò a squarciagola.

Stavolta furono i due uomini a rimanere impressionati, Kiddrigo specialmente.
Era da sempre abituato a gente vigliacca e viscida che pur di non essere messa alla forca gli leccava i piedi. Gente alla quale bastava il suo carattere impetuoso, il suo potere e il suo denaro per essere manipolata nei più svariati modi. Gente egoista che pensava solo al proprio tornaconto.
Invece quella ragazza, a dispetto del suo sesso, che la rendeva più debole di lui, e della situazione difficile in cui si trovava, gli aveva dato il benservito. Aveva pensato prima all' incolumità di chi le stava vicino, per affrontare entrambi da sola.
' Complimenti, sono colpito' pensò Kiddrigo
' Tashigicia' lesse il nome sulla spada
' Me lo ricorderò '

< Tieni. >
Kiddrigo le lanciò la spada.
< Ehi, Killerilio, torniamo al castello >
< Meglio >
< E comunque, ragazzina, non finisce qui >









Tashigicia finì di raccontare, quando il suono di denti che stridevano e quello di una vena pulsante la fecero preoccupare non poco.
Acenzo era avvolto da un incendio di fuoco, mentre la sua faccia assomigliava seriamente a quella del demonio
< C-H-E--C-A-Z-Z-O--H-A--F-A-T-T-O--Q-U-E-L--F-I-G-L-I-O--D-I--U-N-A--N-U-T-R-I-A-??????????????????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >
< Ehi, Acenzo, vuoi un po' di the con i pasticcini? >
< Mamma... >
< MA IO GLI SPACCO LA FACCIA!!!!! >
E sclerando come un forsennato uscì di casa, talmente veloce e imbestialito da rompere la porta dopo averla sbattuta.




   
 
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