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Autore: Lizhp    01/01/2016    7 recensioni
SEQUEL DI YOU MADE ME.
-Perché ridi?- gli chiese il riccio, sorridendo leggermente.
-Perché tu sei completamente pazzo!- e così dicendo il biondo si alzò dalla sedia per controllare il cibo sui fornelli.
Mika osservò ancora per un attimo quella lettera, riflettendo di nuovo sulla proposta; Andy però, inconsapevolmente, gli aveva appena dato un ottimo motivo per accettare.
-Dici che è una cosa pazza, eh?- chiese quindi al biondo.
-Assolutamente sì- confermò il ragazzo, tornando a sedersi accanto a lui.
Mika alzò gli occhi alla ricerca delle iridi color del cielo del compagno e quando le incontrò sorrise.
-Allora se è una cosa pazza, la faccio!- dichiarò, prendendo infine la sua decisione con un’alzata di spalle.
Andy lo guardò, sbarrando gli occhi.
-Mika, ma davvero lo farai?-
-Sì!- confermò convinto il cantante, annuendo freneticamente con la testa –Perché non dovrei? Ho detto no a troppe cose in quest’ultimo periodo-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Mi dispiace- sussurrò poi, posando qualcosa davanti a lui.
Andy abbassò lo sguardo su ciò che Mika gli aveva messo davanti e sospirò, chiudendo gli occhi.




Aprì il giornale francese che il compagno gli aveva appena passato, fino alla pagina indicata in copertina. Non c’era bisogno di conoscere la lingua per capire quello che c’era scritto a caratteri cubitali, ben evidente a chiunque prendesse in mano la rivista.
Le pagine a cui rimandava erano poi piene di foto loro, con un articolo che Andy non si sforzò nemmeno di provare a capire e di cui non era ben sicuro di voler conoscere il contenuto. In qualche foto appariva anche Joanie: erano state sicuramente scattate il giorno in cui erano a Parigi alla ricerca del regalo di compleanno per la figlia di Isabella, dopo che erano stati in quel locale in cui avevano mangiato troppo. Nessuno di loro tre aveva notato che, nascosto da qualche parte, ci fosse qualcuno che stava facendo loro delle foto.
Negli scatti, tuttavia, loro due non si stavano nemmeno sfiorando.
Mika osservava attentamente lo sguardo di Andy, ancora fisso su quelle pagine: tra i due, il più riservato era sicuramente il compagno, che non aveva mai voluto sbandierare la loro relazione, in accordo con lui. Quando aveva visto quelle foto, il suo primo pensiero era stato quello di chiedersi come mai meritassero le pagine di un giornale di gossip francese: erano due normalissimi ragazzi che passeggiavano per le strade di Parigi, alla ricerca di un regalo per la figlia di un’amica, con i volti un po’ stanchi per aver mangiato troppo.
Non aveva nemmeno una mano sulla sua spalla.
Poi però aveva pensato a Andy, al fatto che fino a quel momento nessuno sapeva che si trattasse proprio di lui, nonostante tutti fossero ormai a conoscenza della sua omosessualità.
Di quel passo, sarebbe arrivato il momento in cui Andy avrebbe dovuto fare attenzione ad uscire di casa anche non al suo fianco.
Discorsi del passato tornarono immediatamente alla sua mente: il giorno in cui avevano deciso che sarebbe stato opportuno dire a qualche giornale che lui fosse gay, aveva avuto una piccola discussione con Andy proprio riguardo all’eventualità di possibili loro foto insieme. Il biondo gli aveva assicurato che era disposto a correre il rischio e che, nel caso in cui fosse successo, ci avrebbero pensato a tempo debito.
Il momento, a quanto pare, era giunto. Ed ora che era successo, Andy avrebbe affrontato la cosa con la stessa sicurezza con cui l’aveva rassicurato un paio d’anni prima?
Mika lo conosceva meglio di chiunque altro, sapeva che accettava tutto quanto solo per lui; se fosse stato per il greco, avrebbe volentieri fatto a meno di dover uscire con un ragazzo imbacuccato da capo a piedi per non farsi riconoscere: lui amava le cose semplici, quando qualcosa iniziava a farsi complicato, si innervosiva. Andy gli aveva sempre detto che non avrebbe mai rinunciato a lui per questo, non ci pensava nemmeno.
Ora però, osservava attentamente quel giornale, probabilmente senza vederlo davvero, perso in chissà quali pensieri.
-Non è colpa tua, non dispiacerti- gli disse alla fine, quasi sottovoce.
-Avrei potuto rimettermi il giubbetto e…-
-Mika, non puoi girare con la giacca a vento anche d’estate- replicò Andy, chiudendo con un colpo secco il giornale e restituendolo al compagno -Prima o poi sarebbe successo- aggiunse infine il biondo, fissandosi le mani.
Il tono di voce rassegnato ma spento con cui Andy aveva parlato spaventò Mika.
-Davvero, mi dispiace- riuscì solo a sussurrare, di nuovo.
-Te l’ho detto, non è colpa tua- replicò il greco, sempre senza guardarlo negli occhi e alzandosi per sistemare i piatti.
-Hanno solo fatto delle foto mentre passeggiavamo, non stavamo facendo niente di che- aggiunse poi Andy, sperando che Mika smettesse di scusarsi per qualcosa di cui non aveva colpa e tentando di convincere più se stesso che il libanese.
-Lo so, ma quei titoli…-
-Lo so Mika, lo so- lo zittì immediatamente il compagno, iniziando a lavare i piatti.
Il cantante non aggiunse una parola: portò i piatti che restavano sul tavolo vicino al lavandino e, nel silenzio assoluto, iniziò ad asciugare quelli lavati che gli passava Andy.
 
La mattina seguente la prima sveglia ad interrompere il sonno di entrambi fu quella di Andy, il quale doveva recarsi in centro a Londra per incontrarsi con alcuni collaboratori e discutere di un altro lavoro che stava realizzando in contemporanea con quello di Atene, riguardante proprio la capitale inglese. Mika lo sentì porre fine immediatamente a quel suono, come accadeva sempre, e alzarsi per prepararsi e fare colazione.
Osservò dal cuscino i suoi movimenti, per capire quale fosse il suo stato d’animo dopo la serata di ieri, conclusasi in un tanto pesante quanto esasperante silenzio.
Tutto si svolse nella normalità: prima di uscire di casa, il biondo passò nella loro stanza per vedere se fosse sveglio: trovando due grandi iridi castane che lo fissavano, si avvicinò e gli lasciò un bacio sulla fronte.
-Ci vediamo a pranzo- disse solo, facendo passare una mano tra i suoi capelli, sfuggendo però ai suoi sguardi.
-Buon lavoro- rispose Mika, annuendo e rigirandosi nel letto una volta che Andy fu uscito.
Melachi, come sempre, sostituì Andy sdraiandosi sul letto al posto del ragazzo. Mika le lasciò un paio di carezze e poi chiuse gli occhi, intenzionato a riprendere sonno: sarebbe andato in studio solo nel pomeriggio.
Tuttavia, nonostante la stanchezza, rimase sempre molto più che sveglio: non capiva se Andy si fosse arrabbiato oppure no. Aveva fatto tutto quello che faceva di solito, ma il riccio, che ormai lo conosceva bene, non aveva potuto fare a meno di notare che fosse più distaccato del solito, a partire dal fatto che non era riuscito a catturare i suoi occhi azzurro chiaro per più di un secondo.
Ma lui che poteva farci?
Non poteva prevedere che qualche ficcanaso fosse nascosto dietro l’angolo quel giorno, pronto a fotografarli per poi prendere soldi da un qualche giornale che vi aveva costruito intorno un articolo decisamente ben fatto, per quanto problematico.
Non erano niente, erano solo semplici foto, non si stavano nemmeno sfiorando.
Continuava a ripetersi questo, cercando di tornare a dormire, ma inutilmente.
Dopo un’ora rinunciò, alzandosi rassegnato ad aspettare l’ora di pranzo per poter parlare seriamente con Andy e risolvere la faccenda.
 
Andy aveva raggiunto il luogo dell’incontro con i suoi colleghi guidando con la testa sulle nuvole. Aveva parcheggiato la macchina con qualche minuto di anticipo ed ora attendeva le nove fissando fuori dal finestrino le strade di Londra, ancora bagnate dalla pioggia che era caduta quella notte.
Non poteva prendersela con Mika, ne era ben consapevole, ma non poteva fare a meno di provare un po’ di ansia ripensando a quelle foto. Da che stavano insieme avevano fatto attenzione a chi avrebbe potuto vederli in giro, le persone a sapere di loro erano poche e fidate. Quello a nascondersi era sempre stato Mika: l’unica speranza che aveva era che quel giornale non arrivasse presto anche fuori dai confini francesi. Speranza a cui non doveva nemmeno pensare, non ora che Mika aveva acquistato ancora più popolarità anche in Italia, grazie ad X Factor.
Prima che tutto succedesse, era sempre stato propositivo nei confronti di quel rischio: ora la sua sicurezza sembrava vacillare, soprattutto a causa di come era fatto lui, della sua riservatezza, del suo non voler essere al centro di attenzioni o inseguimenti con le macchine fotografiche.
Le nove. Il momento per pensare era terminato.
Tolse le chiavi e scese dalla macchina, tentando di portare i suoi pensieri unicamente sul lavoro che aveva da svolgere quella mattina.
 
A casa il pranzo era già pronto: in assenza di altre cose da fare e per occupare la mente, Mika aveva deciso di preparare per entrambi qualcosa di buono e aveva iniziato a mischiare ingredienti molto prima dell’ora in cui sarebbe dovuto tornare Andy.
Tuttavia, un’oretta prima dell’una, il suo telefono gli annunciò l’arrivo di un messaggio.
“Il lavoro sta andando per le lunghe, non torno per pranzo. Buon lavoro allo studio oggi pomeriggio”
Mika sospirò, sedendosi a terra e appoggiando la schiena al divano, rilanciando la pallina che Melachi gli aveva appena portato e osservandola rincorrerla per tutta la casa.
“Se quando torni hai fame, ti lascio quello che avevo preparato in frigo. A stasera”
Inviò il messaggio e si alzò, dirigendosi in cucina e preparando i piatti per Andy: prese un po’ di pellicola e li ricoprì, mettendoli poi al fresco.
Prese forchetta e coltello ed iniziò a mangiare, cercando di non pensare a quel messaggio: possibile che Andy non si sentisse come si sentiva lui? L’attesa del pranzo si era appena trasformata in un’attesa molto più lunga a cui lui non si era preparato: non ce la faceva più a stare in quella casa a far niente.
Finì di mangiare e, anche se era fin troppo presto, uscì di casa, salutando Melachi e dirigendosi verso la sua auto.
Non si diresse immediatamente agli studi di registrazione però, ma svoltò verso casa di sua madre, sperando di trovarvi qualcuno nonostante non avesse avvisato.
 
-Mika! Ciao, entra- Zuleika lo accolse sorridente, invitandolo ad entrare in quella che una volta era anche casa sua e che, col tempo, non era cambiata più di tanto.
Il tavolino su cui aveva lavorato al suo primo album insieme a Andy e Yasmine si trovava ancora nello stesso punto del salone, ma vi era appoggiato solo un vaso di fiori. Tutti e cinque ormai erano andati a vivere per conto loro e quella casa, anche se portava ancora qualche segno dei cinque ragazzi, ora era decisamente più ordinata.
-Cosa ci fai qui?- chiese alla sorella più piccola, mentre entrambi si sedevano in cucina.
-Domani riparto per la Cina, ero passata a salutare mamma. E’ appena uscita, ma mi sono fermata qui perché tra poco dovrebbe tornare papà. Tu invece come mai da queste parti?-
Mika sospirò, iniziando a preparare il caffè.
-Oggi pomeriggio devo andare in studio a registrare, pensavo di aspettare qui nel frattempo- spiegò semplicemente, accendendo il fornello.
-Andy non è a casa?-
-No, sta lavorando anche lui-
Mika di solito era un chiacchierone, soprattutto quando non vedeva i suoi fratelli da parecchio tempo: di fronte a quelle brevi risposte e al silenzio che ne seguì, per Zuleika non fu difficile capire che qualcosa non andava.
-Che è successo?- domandò quindi, osservando Mika, il quale però teneva gli occhi fissi sul cellulare.
-Niente-
-Non ti ho chiesto se è successo qualcosa, ti ho chiesto cosa è successo- puntualizzò allora Zuleika, parlando molto tranquillamente, come era suo solito fare.
Mika la guardò finalmente negli occhi e sospirò: sapeva bene che tentare di nascondere qualcosa ad un qualsiasi membro della sua famiglia era pressoché impossibile, soprattutto a sua sorella minore, che era anche colei che gli era stata accanto in quel momento di tanti anni fa in cui aveva iniziato ad avere dei seri dubbi sulla sua sessualità. Era lei che, seduta pazientemente in sala insieme a lui, lo aveva ascoltato; era stata lei la prima ad essere a conoscenza e ad accettare quella parte di lui che aveva fatto così tanta fatica a far sapere a tutti.
Mika prese il caffè, ormai pronto, e portò le due tazzine nel salotto, sedendosi a terra, proprio come facevano quando abitavano ancora tutti insieme.
Sentì sua sorella lasciarsi andare ad una leggera risata.
-Nostalgia?- gli chiese, sedendosi comunque accanto a lui e prendendo tra le mani la tazza di caffè.
Mika le sorrise: -Forse un pochino. Ma chissà come mai trovo sempre te in questi momenti- rifletté, scuotendo leggermente la testa.
-Hai litigato con Andy?- gli chiese allora sua sorella, dato che Mika aveva appena fatto riferimento alle loro precedenti chiacchierate.
Mika ci rifletté per qualche secondo: -Non credo-
Zuleika alzò le sopracciglia, confusa.
-Cosa vuol dire “non credo”?-
Mika bevve un sorso di caffè e poi iniziò a raccontare tutto quanto alla sorella: dalle foto su quel giornale, spiegandole poi cosa diceva l’articolo, e infine parlandone della strana reazione del compagno, la cosa che più lo preoccupava.
Il tempo era passato, ma sua sorella lo ascoltava ancora attentamente e in silenzio, come una volta. Solo alla fine del suo racconto parlò, cercando di aiutarlo e tranquillizzarlo.
-Per una persona riservata come Andy non deve essere stato affatto bello, così come non lo è stato per te e…-
-Non si vede nulla in quelle foto, Zuleika- la interruppe Mika, alzando gli occhi al cielo.
-No, è vero, ma ora lui ha un volto e un nome per tutti. Tu sei abituato a finire sui giornali, lui no. Quando non vuoi farti notare, sei anche abituato a nasconderti sotto tre sciarpe, lui no. Poi lo conosci meglio di me, non ama molto queste cose. Ci starà solo riflettendo su, non preoccuparti troppo. Sa che non è colpa tua, presto verrà lui a parlare con te-
Mika puntò gli occhi al pavimento, riflettendo sulle parole della ragazza.
-Non era mia intenzione causargli questo tipo di problemi, non lo è mai stato-
-Lo so Mika, e lo sa anche lui. Vai allo studio a fare quello che devi fare e poi torna a casa e ascoltalo, vedrai che si sistemerà tutto. E se davvero lui non riesce a sopportarlo, in quelle foto non si vede nulla, state solo passeggiando: puoi sempre smentire-
Mika non aveva mai pensato a quell’eventualità.
Sorrise a sua sorella, sussurrandole un grazie riconoscente, per poi riportare le tazzine in cucina e prepararsi per uscire.
-Salutami papà- le disse come ultima cosa, prima di tornare alla macchina.
 
Le quindici in punto: Mika ormai era sicuramente partito per andare al lavoro e lui poteva tornare a casa. Aveva anche tenuto conto della sua canonica mezzora di ritardo.
Il lavoro non si era protratto così a lungo da non tornare a casa per pranzo e di certo non aveva bisogno anche di quel pomeriggio per portarlo a termine: Andy aveva mangiato un misero panino da solo, nella sua macchina, attendendo l’ora giusta per poter tornare a casa.
Gli era dispiaciuto mentire a Mika, ma non se l’era sentita di tornare a casa per pranzo, non con l’aria tesa che si respirava tra loro. Andy era consapevole che la responsabilità di quel clima pesante era sua.
Tornare a casa e parlare con lui in quel momento avrebbe creato solo danni: in quel pomeriggio, mentre Mika era al lavoro, sperava solo di ritrovare un po’ di tranquillità, di capire come mai un paio di foto di loro che camminano per le strade di Parigi gli stessero mettendo quell’ansia eccessiva e di cercare di affrontare quella situazione come aveva sempre pensato di affrontarla in passato: con serenità.
Era più facile a dirsi che a farsi, soprattutto perché la discussione che aveva avuto con Mika quando avevano parlato di questa cosa continuava a rimbombargli in mente.
 
“-Lo sai… Inizierebbero a fare un sacco di domande, anche su di te e…-
-Dire che sei gay non significa dire anche che stai con me-
-E’ vero, ma sai benissimo come funzionano queste cose, prima o poi si verrà a sapere-.
-Staremo attenti-
-Vuoi che lo dica?-
-Potresti farlo. Forse hai ragione tu, avresti più libertà-
-Se dovessero venire a sapere che sei tu…-
-Faremo di tutto perché non accada. E se dovesse accadere… beh, ci penseremo-“
 
“Ci penseremo” aveva risposto a Mika e a quanto pare quello era il momento di pensarci. Già, ma come fare?
Varcò la porta di casa e si dedicò per qualche minuto a Melachi, per poi tornare a riflettere. Questa volta la voce che gli riempì le orecchie fu quella di sua madre.
 
“-Non è un po’ rischioso?-  
-Mamma, si tratterebbe solo di una formalità. Mika già parla di questo nelle sue canzoni-
-Lo so, ma dirlo così apertamente cancellerebbe ogni dubbio. È una cosa che avrà conseguenze anche su di te-
-No, questo no. Non dirò mai che si tratta di lui, non farò il suo nome e continueremo a stare attenti, come abbiamo sempre fatto, per non farci vedere mentre siamo insieme-
-Mika, nel momento in cui dirai di essere gay, i giornalisti non faranno altro che cercare di capire con chi…-
-Ok, anche se dovesse succedere? Abbiamo preso questa decisione insieme. Io sono d’accordo e credo davvero che lui debba dirlo, in questo modo avrebbe la possibilità di fare il suo lavoro in completa libertà. Quanto a me, se dovessero scoprire che sono io il ragazzo, avrò solo una vita un po’ più frenetica-“
 
“Vita un po’ più frenetica”.
Era sicuro di volere quella vita che aveva definito in quel modo, in passato?
Lui che nella tranquillità si trovava a suo agio? Eppure, in quel momento si rese conto che quella era una bugia.
Anche prima di questo fatto, la loro vita era tutto tranne che tranquilla, soprattutto a causa dei loro viaggi. La loro storia non era stata sempre tranquilla, avevano superato parecchi ostacoli, che erano iniziati con Elize, per poi passare a cose più serie, come i genitori di Andy o la fuga di Mika.
Andy prese le scale e si diresse al piano superiore, entrando nella stanza in cui era solito rintanarsi quando aveva del lavoro da svolgere a casa.
Conservava solo due articoli che parlavano del suo compagno, dato che conservarli tutti avrebbe significato vivere sommersi dalle riviste. Ma quei due articoli li aveva tenuti e non era nemmeno sicuro che Mika ne fosse a conoscenza.
Il primo era l’articolo scritto in seguito all’intervista che aveva permesso ad Andy di tornare ad avere un rapporto sereno con suo padre: in quel caso, il fatto che Mika avesse parlato di lui gli aveva risolto il suo più grande problema e lo ricordava come se fosse ieri.
Riprese tra le mani il giornale e vi tolse la polvere che si era accumulata, per poi aprirlo alla pagina che cercava. Sorrise di fronte alla foto che avevano fatto a Mika in quell’occasione: una folta massa di capelli ricci contornava il suo viso, lunghi come ormai non li teneva più. Guardando quella foto si rese davvero conto di quanto tempo fosse passato, di come anche il suo compagno ormai non era più un ventiduenne alle prime esperienze, ma a tutti gli effetti un uomo.
 
“Per me la cosa che in assoluto conta di più è che sia felice, e che possa continuare a vivere la sua vita in tranquillità. Se questo mio nuovo stile di vita non le andrà più bene, sarà libera di andarsene. L'amore non deve mai diventare un peso e non permetterò che lo diventi. Per ora, comunque, credo che non ci sia pericolo. Siamo felici, insomma.”
 
Sì, il tempo era passato, ma Andy sapeva che quelle parole erano ancora vere: più di una volta Mika gliele aveva ripetute. Andy era anche consapevole del fatto che la loro storia per lui non era mai stata davvero un peso: tutti i momenti difficili erano sempre ricompensati dalla persona che Mika era, da quello che rappresentava per lui e che faceva per lui ogni singolo giorno.
Prese l’altra rivista che conservava su quello scaffale, aprendola: un Mika più adulto lo osservava da quella pagina.
 
Mi chiedete se sono gay, io vi rispondo di sì. Mi chiedete se le mie canzoni parlano di relazioni con uomini? Io vi dico sì. Ed è solo attraverso la mia musica che ho trovato la forza di venire a patti con la mia sessualità al di là dell’argomento dei miei testi. Questa è la mia vita reale.
 
Aveva avuto tanto coraggio in quell’intervista, così come l’aveva avuto al concerto all’Heaven di Londra, pochi giorni dopo aver dichiarato la sua omosessualità.
 
“Il mio grazie all’uomo che amo”
 
Il biondo rimise a posto i giornali, per poi guardarsi intorno. Quando si era trasferito con Mika, poco a poco aveva portato tutto quanto in quella casa, comprese le foto che aveva appeso nella sua camera a casa dei suoi genitori. Le prese, riguardando gli scatti che aveva deciso di immortalare dai suoi video: gli mancava seguire Mika ovunque con la sua videocamera, ma con il lavoro e i viaggi, era diventato sempre più difficile. Dalla prima foto, una folta chioma di capelli ricci lasciava comunque intravedere un paio di occhi castani pieni di spensieratezza. Sullo sfondo, si poteva intravedere un manto di erba verde e Mika vi era steso sopra.
Andy rimise a posto anche quelle foto, tornando in cucina a cercare il giornale francese che aveva dato il via a tutta quella serie di pensieri.
Le osservò, ripensando contemporaneamente a tutto ciò che aveva appena letto e visto nel suo studio.
Niente, quelle foto non erano niente.
Un altro piccolo ostacolo che avrebbero superato insieme, uno sforzo che, Andy ormai ne era ben consapevole, ne sarebbe valsa la pena.
Due foto su un giornale e un titolo ideato a puntino non avrebbero certo potuto cancellare tutto quello che aveva conservato in quella stanza e non avrebbero fatto svanire il suo desiderio di poter raccogliere ancora tante foto simili a quelle, tanti ricordi di loro.
Si ricordò del messaggio che Mika gli aveva mandato in risposta al suo, in cui lo aveva avvisato che non sarebbe tornato per pranzo. Aprì il frigo e sorrise: il piccolo panino che aveva mangiato in macchia da solo non era stato sufficiente e placare la sua fame e Mika si era sforzato di preparargli il suo piatto preferito, direttamente dalla cucina greca.
Lo prese in mano e lo fece scaldare, per poi sedersi a tavola e assaggiarne un pezzo: Mika in cucina era molto pericoloso, in alcuni casi riusciva a cucinare qualcosa di veramente buono, in altri casi era meglio ordinare del cibo a casa. Con la cucina greca non era mai stato un ottimo cuoco, ma a quanto pare quella volta si era messo d’impegno e aveva seguito perfettamente la ricetta.
Andy si sentì in colpa per avergli mentito circa il lavoro e per non essere tornato a casa a pranzo: ora avrebbe solo voluto che Mika tornasse a casa il prima possibile.
Per aspettare l’ora di cena, accese il computer ma non per lavorare: ritornò su una cartella che non apriva da parecchio tempo, quella dei video che aveva girato nel primo lungo viaggio che aveva fatto con lui.
 
Mika rimase per qualche secondo fuori dalla porta di casa, chiedendosi cosa lo avrebbe atteso quella sera. Era ormai ora di cena e poteva sentire Melachi subito dietro la porta: inutile restare lì fuori ancora a lungo, Andy si sarebbe comunque accorto della sua presenza a causa della cagnolina.
Aprì la porta e si dedicò a lei per qualche secondo; poi notò che in sala il computer di Andy era appoggiato sul tavolino, ma lui non c’era.
Lo trovò in cucina, intento a preparargli la cena, proprio come lui aveva fatto quella mattina. Il greco si accorse che il suo compagno era rientrato e gli rivolse un timido sorriso.
-Il pranzo era molto buono. Vediamo se la cena all’altezza- disse solo, spiegando il motivo per cui stava ancora cucinando.
Mika si avvicinò ai fornelli: spaghetti al pomodoro e pollo.
Lo conosceva bene.
-Pare proprio di si- commentò, rivolgendogli anche lui un lieve sorriso.
Il biondo spense i fornelli e portò il cibo in tavola.
Poi sospirò, decidendosi a parlare e desideroso di porre fine a quella situazione.
-Mi dispiace, Mika- gli disse, puntando gli occhi nel piatto ancora vuoto, non sapendo in che altro modo incominciare.
-Per cosa?-
-Io… non è vero che non ho fatto in tempo a finire il lavoro oggi-


 

Buonasera :D

Ho da dire soltanto che le descrizioni delle scene a Parigi del capitolo precedente e delle foto di cui si parla in questo capitolo, sono state prese dall'intervista a Le Divan.

Al di là di questo capitolo, volevo anche dirvi che questo seguito non durerà ancora moltissimi capitoli: non ho ancora deciso quanti, ma siamo vicini alla fine. 

E' più corto della prima parte, ma il motivo è molto semplice: ho DAVVERO finito la mia fantasia per questa storia. Alcuni capitoli sono stati scritti molto facilmente, con altri invece ho fatto più fatica; adesso sto facendo davvero fatica a trovare un qualcosa che mi ispiri per continuarla come si deve. Anche i tweet di Mika in questo caso non mi sono d'aiuto.

Tuttavia, io ho ancora un paio di idee per gli ultimi capitoli MA: considerando che come arco temporale qui siamo all'inizio del 2014, c'è qualcosa che a qualcuno di voi piacerebbe leggere? Visto che stavolta non riesco ad aiutarmi da sola, magari mi aiutate voi :)

A presto, e buon anno a tutti :')

   
 
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